Serie TV > Xena
Segui la storia  |       
Autore: whiterose87    23/06/2016    2 recensioni
Tutti conosciamo l'episodio One Agains an army...ebbene e se non fosse Gabrielle a essere ferita ma Xena? Come se la caveranno le nostre due eroine?
Questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia e se vi va commentate, recensite e criticate che male non fa!
Buona lettura.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Il veleno sta facendo effetto” le disse pulendosi il labbro con il dorso della mano.

“Dobbiamo andare via”. Si guardò intorno e vide una scala; la mise a terra e cominciò a coprirla di pelli.

“Cosa stai facendo”? le chiese Xena.

“Ti porto via da qui”.

“Cosa? Sai bene che non possiamo andarcene”.

Le puntò il suo sguardo dritto negli occhi “Stammi a sentire Principessa Guerriera. Hai bisogno di cure. Io ora ti porterò in Tessaglia e troverò l’antidoto”.

“Gabrielle non…”

“E invece si”.

“Cosa ne sarà di Atene”?

“In questo momento non m’importa Xena. Per me conti solo tu”.

Vide la commozione sciogliere il mare dei sui occhi ma fu solo un attimo poiché ritornarono dei duri cristalli color del mare.

“Gabrielle…ti ringrazio per queste parole…ma non è possibile fare ciò che dici. Non posso sacrificare la vita di migliaia di persone solo pe…”.

“Per la tua?  Io non ti lascerò morire così”!

“ Non puoi veramente pensare di andare via ora. Gabrielle…quando ti ho conosciuto mi hai salvato. Non avevo più niente per cui continuare ad alzarmi ogni giorno. Il mio terribile passato era tutto ciò che mi portavo dietro, tu stessa hai fatto in modo di dare un nuovo scopo alla mia vita: dedicarmi agli altri, redimermi per tutto il sangue versato ingiustamente a causa mia. Per questo ti chiedo di non farlo. Non possiamo andare via adesso. Ti chiedo di onorare la mia persona, restando qui, ancora una volta al mio fianco, provando a salvare Atene. Se mi portassi via adesso….la Xena di un tempo vincerebbe ancora”.

Maledizione! Imprecò nei suoi pensieri. Le cose non potevano andare diversamente, Xena aveva ragione, c’erano troppe vite in gioco.

Perché? Perché proprio adesso! Avevano superato il momento più difficile di sempre ad Illusia; avevano chiarito i loro dissapori, curato il loro dolore, scoprendo di soffrire alla stessa maniera. Erano pronte a fare tutto, di nuovo insieme e ora…rischiava di perderla per sempre.

Non poteva farlo…non poteva negarle il suo aiuto, adesso, inerme e indifesa ,nelle sue mani. “D’accordo. Ma appena sarà finita io e te andremo in Tessaglia”.

“ Va bene” le sorrise.

“Ora riposati…non hai una bella cera”.

“ Ok”. Le disse sdraiandosi.

Provò a chiudere gli occhi e per un po’ sembrava che Morfeo volesse farsi vedere ma non riusciva a rilassarsi. Xena si addormentò quasi subito…doveva essere stremata. Aveva il respiro un po’ più pesante del solito e questo contribuiva a tenerla sveglia, volendosi assicurare che respirasse ancora. La sua pelle era sempre calda ed era madida di sudore…ogni tanto si lamentava e cercando di darle un po’ di sollievo, le passava una benda intrisa d’acqua sul viso e sul collo e sembrava funzionare poiché la vedeva tranquillizzarsi.

“Oh Xena…non voglio perderti”!

La disperazione la fece scoppiare in un pianto improvviso e dovette contenersi per non svegliare l’amica distesa al suo fianco.

“Sei così debole…così indifesa. Possibile mai che non ci sia una soluzione? Devo pagare un prezzo così alto per aver causato la morte di tuo figlio? Non è bastato arrivare ad odiarci?

Siamo sopravvissute persino a questo ed ora…una stupida e maledetta guerra non mi permette di salvarti”.

Ormai le lacrime erano diventate un fiume in piena; raccolse le ginocchia al petto e poggiandovi sopra la testa, si lasciò andare completamente. Vedendo Xena muoversi provò a calmarsi…non voleva svegliarla. Fece dei respiri profondi, provando a sciogliere quella sensazione di pugno allo stomaco e si ridistese accanto all’amica.

Le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia “Farò tutto ciò che è possibile per salvarti. Te lo prometto”.

La stanchezza si fece sentire sui suoi occhi e poggiando la testa sulla spalla di Xena, finalmente, si addormentò.

 

Il sole filtrava dalle finestre e tutto tremava; l’armata si stava avvicinando. Ebbero giusto il tempo di guardarsi negli occhi prima che la porta si spalancasse e il deposito fosse invaso dai soldati persiani. Cominciò a colpire con il chakram, mentre Gabrielle al suo fianco, facendo roteare il bastone, ne mise già alcuni fuori gioco…glielo doveva riconoscere, stava migliorando.

Alcuni provavano ad entrare dalle finestre e, appena furono distrutte, tagliò la fune che attivò il meccanismo, uccidendoli all’istante.

Non riusciva a contarli e non vedeva la fine di quel gruppo di uomini; teneva d’occhio Gabrielle che se la stava cavando egregiamente. Con le finestre bloccate dai corpi dei loro commilitoni erano costretti ad entrare tutti dalla stessa parte o a cercarsi altri varchi; cominciarono ad essere troppi.

“Gabrielle”!

L’amica la comprese e insieme saltarono all’indietro e Xena fece scattare le frecce nascoste ed anche queste si rivelarono efficaci.

Continuarono a combattere ma si sentiva stanca, non aveva fiato…le doleva il petto e le gambe cominciavano a farsi pesanti. Le forze cominciavano a mancarle e le girava la testa. Fu colpita da un calcio al volto e cadde a terra e si ritrovò davanti ciò di cui aveva più paura: Gabrielle era a terra, circondata. Si difendeva con le unghie e con i denti. Avrebbe voluto raggiungerla, aiutarla ma non sentiva le gambe, il corpo non le rispondeva più.

Il terrore e la disperazione la invasero nel momento in cui vide Dorian alzare la spada in direzione della sua amica; voleva lanciare il chakram ma il suo braccio non si mosse di un millimetro e impotente vide Dorian trafiggere Gabrielle.

“Nooooooooooo”!

Si svegliò di soprassalto in preda al panico.

Si guardò intorno…era nel deposito ma non c’erano segni di lotta. Gabrielle dormiva tranquilla al suo fianco. Aveva gli occhi rossi…probabilmente aveva pianto.

“Mi dispiace Gabrielle. Non ti preoccupare…non permetterò che ti accada nulla, fino al mio ultimo respiro, fino all’ultima goccia di sangue”.

Era stato un incubo spaventoso…non si era mai sentita così inerme. Il dolore al petto era l’unica cosa reale dell’incubo. Aveva sete…cautamente si alzò per prendersi dell’acqua.

Mentre si dissetava, i suoi occhi si posarono su di un’anfora verde posta su di una cassa; perché non ci aveva pensato prima? Forse i poteri di Lao Ma avrebbero potuto aiutarla.

Si mise di fronte all’anfora e provo a concentrarsi; cominciò a fissare l’anfora cercando di canalare tutte le sue energia su un singolo punto per mandarla in frantumi.

Ci provò con tutta se stessa ma non ci riusciva. La stanchezza e la preoccupazione non le permettevano di concentrarsi efficacemente e presa dalla frustrazione colpì l’anfora con un calcio, distruggendola.

Il movimento le costò uno sforzò tale da provocarle un giramento di testa e sentendosi mancare l’aria cadde in ginocchio, poggiando le mani sulla cassa di fronte a lei.

 

Gabrielle fu svegliata dal rumore e vide l’amica a terra. Corse immediatamente in suo aiuto “Xena”!

“Xena, cosa ti succede? Cosa stavi facendo”?

“Mi ero alzata per bere e…mi sono venuti in mente….i poteri di Lao Ma. Ci ho provato…ma non ci riesco…”le rispose affannata.

“Vieni”. La sollevò portando il suo braccio sulle spalle e reggendola sui fianchi con l’altra mano.

La riportò sul suo giaciglio e la coprì.

“Ti prego Xena…andiamo via” la supplicò.

“Gabrielle già ne abbiamo parlato”.

“Stai male…sei debole, respiri malissimo”.

“Le erbe devono fare effetto…la febbre è già scesa”.

“Non è questione di febbre Xena…c’è del veleno nel tuo corpo”.

“Lo so”.

Rassegnata si ridistese accanto alla sua amica. Riprese a rinfrescarle il viso.

“Possibile che io possa fare solo questo per te”?

“Fai già tanto. Lo fai da quando ti ho conosciuto”. Le rispose con un debole sorriso.

“Gabrielle”?

“Si”?

“Mi dispiace…”

“Di cosa”?

“Mi dispiace di averti causato tanta sofferenza”

“Xena io n…”

“Se ti avessi lasciato a Potidea non avresti mai incontrato Dahak. Non avresti dovuto uccidere tua figlia e sentirti responsabile della morte del mio”.

“Oh Xena…non dire così ti prego”.

“Entrambe abbiamo conosciuto la gioia di essere madri ed entrambe abbiamo vissuto il dolore di perdere i nostri figli”.

Vide lacrime sulle guance della sua amica e nello stesso momento anche lei si ritrovò a piangere.

“Voglio solo che tu sappia…che non ti reputo responsabile…della morte di Solan”.

“Lo so Xena…lo so”.

“Mi dispiace per tua figlia e per te…saresti stata un ottima madre”.

“Hope non era mia figlia Xena…io ero solo uno strumento. Non c’era niente di me in lei”.

Le disse accarezzandole il viso.  “Io voglio che tu sappia che non ti ho tradito nel Celeste Impero…non volevo voltarti le spalle, volevo solo…”.

“Quello è il passato Gabrielle…ormai non ha più importanza. Tu sei il mio presente ora. Sei la mia migliore amica, la mia famiglia…Ti voglio bene Gabrielle”.

Strinse la mano dell’amica nella sua “Anch’io Xena” le disse sollevandola per abbracciarla. “Affronteremo il destino insieme, unite”.

“Anche dopo la morte” le rispose commossa Xena.

“Sempre”.

Si ridistesero abbracciate l’una all’altra, in un silenzioso conforto e insieme varcarono le porte del regno di Morfeo.

 

 

 

N.d.A. Eccoci al terzo capitolo ragazzi. Spero vi sia piaciuto. Ho voluto riprendere la questione del sogno, in quanto come Gabrielle nell’episodio originale si sente impotente, ho voluto mostrare la cosa dal punto di vista di Xena.

Come sempre se vi va lasciate un commento e grazie a chi dedica del tempo al mio umile lavoro.

Un abbraccio a tutti!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Xena / Vai alla pagina dell'autore: whiterose87