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Autore: _Atlas_    24/06/2016    3 recensioni
Dopo aver confessato al mondo intero la sua vera identità, il miliardario più famoso d'America decide di lasciarsi alle spalle i guai imminenti e di partire verso l'Europa, trascinando con sè anche la sua fidata assistente.
"Senta, mi sembrava di essere stato chiaro: quando torneremo a casa mi occuperò personalmente di tutta questa faccenda, glielo prometto. Ma adesso lasciamoci tutto alle spalle: Iron Man, la conferenza, le Industrie...solo io e lei per qualche giorno. E Roma."
[Post-Iron Man]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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5.

Amarsi un po'




La mezzanotte era passata da parecchio quando Tony e Pepper rientrarono in albergo e dopo una giornata piena come quella che avevano passato, erano entrambi stanchissimi.
Tony, che in effetti non dormiva da ventiquattro ore, crollò addormentato non appena posò la testa sul cuscino, complice in questo anche un'eccellente cena gustata sul terrazzo di un noto ristorante in pieno centro.
Pepper, ancora vagamente turbata per come si era evoluta la giornata – non riuscì a togliersi dalla mente la domanda ingannevole del suo capo per diverse ore – ci mise di più ad addormentarsi, mentre nel silenzio della notte continuava a ripensare alle parole di Tony e all'effetto che avevano avuto su di lei.

Erano circa le due quando riaprì gli occhi, sicura di aver sentito nella stanza qualcosa di insolito. Una manciata di secondi dopo il suono che aveva sentito si ripetè più forte e nello stesso istante percepì il corpo di Tony muoversi agitato sotto le coperte.
Aspettò un istante prima di verificare ciò che nella sua mente era già diventato certezza: l'uomo stava sognando e probabilmente qualcosa di molto brutto, perchè i lamenti e i gemiti che emetteva non erano per nulla rassicuranti.
Incerta su come comportarsi aspettò ancora, sperando che l'incubo andasse via e che tutto tornasse alla normalità.

"N-no...no..." lo sentì lamentarsi e Pepper non riuscì più a rimanere indifferente.

Si voltò dalla sua parte sperando che anche il minimo rumore potesse distrarlo dal sogno e tranquillizzarlo, ma invece i suoi lamenti divennero più intensi e quando iniziò a sentirlo gemere per mancanza di aria, decise di svegliarlo.

"Tony..." lo chiamò piano, senza ottenere risultato "Tony..."

In quello stesso istante Tony tossì violentemente e sbarrò gli occhi, realizzando solo in quel momento cosa stesse succedendo.

"Sta bene...?"

"Sì" mormorò alzandosi dal letto; aveva il viso sconvolto e cercava, senza riuscirci, di nascondersi dallo sguardo attento della donna. Infine, oppresso da un senso di umiliazione e dalle scene ancora vivide dell'incubo, si diresse verso il bagno e si chiuse la porta alle spalle.




Tornò nella stanza una trentina di minuti dopo, fresco di doccia e con un'espressione che si ostinava a mostrare un sorriso più finto che mai. Pepper non fece fatica a riconoscerlo e nel tempo in cui lui era stato in bagno aveva pensato parecchio a quel che era successo: non poteva dirlo con certezza, ma conoscendo Tony e il suo carattere da ormai molto tempo, era chiaro che quegli incubi avessero un'origine ben precisa.

"Sto bene, Potts" le disse lui allegro tornando a letto "E' stato solo un sogno poco piacevole, tutto qui."

"E' per questo che non ha chiuso occhio neanche ieri notte?" chiese Pepper ignorando il suo commento.

"Come?"

"O perchè questa volta ha preferito prendere le stanze separate...?"

Tony deglutì pensando che avrebbe tanto voluto mentirle, ma i suoi occhi profondi ed estremamente seri gli impedirono di farlo, così si limitò ad annuire.
"Beccato..." mormorò rassegnato.

"Da quanto tempo va avanti?" chiese quindi Pepper, cercando di nascondere la sorpresa per quella confessione.

"Più o meno da...poco. Qualche settimana. Ma non è niente di preoccupante, davvero. Torni pure a dormire." la rassicurò l'uomo, che d'altra parte stava iniziando a sentirsi a disagio, nonchè turbato.

"E' per quello che è successo in Afghanistan?" sussurrò Pepper, indecisa se continuare o meno quella conversazione.
Tony sospirò pesantemente e si lasciò cadere con la testa sul cuscino; si passò una mano sulle palpebre appesantite e prese fiato un'altra volta.
"Sì..." ammise senza aggiungere altro. Non aveva previsto una simile conversazione, soprattutto non a quell'ora e sopratutto non con Pepper.

La donna d'altra parte trovandosi in difficoltà non seppe bene comportarsi; una parte di lei avrebbe voluto tranquillizzarlo, rassicurarlo, ma la parte più razionale la costringeva a non spezzare ancora una volta quel legame professionale già abbastanza complicato.
Così si limitò a posare una mano sulla spalla dell'uomo, in un gesto che sperò potesse comprendere e che mirava a infondergli quella sicurezza che, all'improvviso, era scomparsa dal suo viso.
Tony le sorrise grato e ricambiò stingendole appena la mano, prima di chiudere gli occhi e sperare in un sonno meno agitato.
 
* * *


"Mmmm, questa è decisamente la carbonara più buona che ho mangiato da quando siamo a Roma" disse Tony assaporando l'ultimo boccone di pasta con sguardo soddisfatto.

Pepper rise del suo entusiasmo e fu costretta a dargli ragione, la cena era stata squisita e finalmente le era chiaro come mai la cucina italiana fosse sempre così apprezzata all'estero.
Inoltre la vista dal ristorante offriva un meraviglioso Castel sant'Angelo al tramonto e Pepper pensò con un pizzico di nostalgia che presto la vacanza sarebbe finita e con lei anche quell'atmosfera magica che solo a Roma era riuscita a vivere pienamente.

"Non è che per caso mi vuole chiedere di prolungare la vacanza?" le domandò Tony che evidentemente aveva interpretato bene il suo sguardo.

"No..direi che una settimana è più che sufficiente."

"Davvero? La sua faccia dice il contrario..."

Pepper arrossì appena e si schiarì la voce "Stavo solo osservando il panorama. Da qui è magnifico" disse giustificandosi.

"Oh...concordo" commentò osservandolo a sua volta "Che ne dice di fare due passi?"



Mezz'ora più tardi Castel sant'Angelo appariva immenso davanti ai loro occhi, silenzioso e brillante in quella serata primaverile.
Tony e Pepper passeggiavano lungo il ponte parlando del più e del meno, intervallando semplici conversazioni a battibecchi sfiancanti. Ad esempio quello sull'ennesimo invito dell'uomo a prolungare la vacanza a cui Pepper aveva dovuto mettere fine con minacce e ricatti.

"E comunque mancano ancora due giorni alla partenza..." chiarì prima che la sua coscienza riuscisse ad accusarla persino di spadroneggiare su quello che era a tutti gli effetti il suo datore di lavoro.

"Va bene, va bene...stavolta ha vinto lei" si arrese Tony affacciandosi dal ponte con aria pensierosa.
Era stata una giornata splendida, finalmente la sua assistente era riuscita a fargli apprezzare – si fa per dire – qualche opera d'arte classica e i monumenti più famosi, tuttavia il pensiero di quello che era accaduto durante la notte non lo aveva abbandonato un istante e sapeva che il silenzio di Pepper al riguardo era rispetto nei suoi confonti.
Nonostante questo però, si sentì in dovere di dire qualcosa.

"Mi spiace per questa notte...di averla svegliata, intendo" disse sospirando.

La donna parve sorpresa per quelle parole ma finse indifferenza.
"Oh, non fa niente. Piuttosto, lei sta bene? Non sarebbe il caso di..."

"Sto bene" annuì Tony voltandosi per guardarla "Non è stress post-traumatico, non è...niente di quello che dicono i media."

"Non intendevo questo."

"Insomma...non sono stati esattamente piacevoli gli ultimi mesi della mia vita, ma ci sto lavorando. Non so ancora come allontanare gli incubi ma mi inventerò qualcosa...stia tranquilla" concluse con un sorriso, alludendo alla preoccupazione che la donna sembrava di continuo nutrire nei suoi confronti.

Pepper gli sorrise a sua volta e sembrò rilassarsi un po'.
"Lo sa che se ha bisogno di parlare o di...non lo so, qualunque cosa, sa che la aiuterei più che volentieri" mormorò senza nascondere l'imbarazzo.
Era sempre stato così fra loro, nel bene e nel male, e quelle parole lo rassicurarono enormemente.

"Grazie Pepper" mormorò sincero prima di sfiorarle una mano con la propria.
Fu breve, rapido, ma nell'istante in cui le sue dita si posarono sulla sua pelle lo scatto e il flash di una macchina fotografica li sorpresero alle spalle.
"Che diavolo...?"
Il tempo di voltarsi e il fotografo era già in fuga in sella a una moto e ormai troppo distante per poter essere rincorso.
"Ah...paparazzi" commentò Tony con disgusto.

"E adesso?" chiese Pepper già allarmata per quel che sarebbe potuto succedere.

"E adesso metterano la foto sul primo social network che gli capiterà a tiro. Non è la prima volta..." disse l'uomo con noncuranza, dopotutto lui era abituato a questo genere di incidenti.

"Cos- come?!"

"Si rilassi, non stavamo facendo niente..." la rassicurò Tony osservando il suo viso sconvolto.

"Sì, ma.."

"...e lei non ha un vestito con le spalle scoperte. Direi che siamo perfettamente al sicuro da possibili pettegolezzi sul nostro conto, anche se non mi dispiacerebb-"

"Tony!!!" esclamò Pepper completamente allibita.

"Sto scherzando! Stia tranquilla...dopotutto lei è la mia assistente, è una cosa normale che facciano queste cose" cercò di spiegarle divertito.

"Appunto! Tony, ci siamo passati una volta da questa conversazione, sa bene come la penso..."

L'uomo la osservò qualche istante e si accarezzò il pizzetto "Vuole che le vada a prendere un Martini?"

Pepper suo malgrado scoppiò a ridere, ripensando alla cena di beneficienza di qualche settimana prima e sentendo scivolarle addosso tutta la tensione che aveva accumulato nelle ultime ore e in particolare negli ultimi mimuti.
Conosceva Tony da molti anni, sapeva che nonostante il suo comportamento la dicesse lunga su molte cose non avrebbe mai messo sotto i riflettori il loro rapporto, soprattutto in un momento delicato come quello.

"Per stasera posso accontentarmi di tornare in albergo senza rischiare altri imprevisti" si arrese quindi.




NdA
Non sono al massimo della forma e probabilmente questo capitolo ne risente un po', ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso perchè è da circa dieci giorni che ci sbatto la testa senza trovare soluzioni.
Aaaah, la sessione estiva, il caldo, la residenza universitaria senza condizionatori funzionanti...evviva!
Scrivere (e studiare) in queste condizioni mi ha fatto passare una settimana d'inferno, letteralmente, quindi se notate errori o imprecisioni fatemele notare assolutamente, purtroppo la concentrazione mi sta abbandonando T.T
Qualche precisazione riguardo al capitolo: il titolo è un film di Carlo Vanzina uscito nel 1984, mentre il resto riprende come sempre qualche episodio di Vacanze Romane. Qui nello specifico ho voluto riprendere la scena a Castel sant'Angelo in cui Gregory Peck si ritrova a fare una rissa con un fotografo...ovviamente è ripresa solo a grandi linee ;)
Detto questo, vi auguro un buona giornata e spero a presto!
_Atlas_
   
 
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