Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Crazy Chick Kelly_chan    25/06/2016    6 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Lo spettacolo, continua... Ma inizia anche il vero spettacolo!
Attenzione: capitolo più lungo del solito.

 
The show must go on

 

Tadashi arrivò davanti al nemico e non trattenne una smorfia dovuta al non trovarsi davanti l'avversario che desiderava, non facendosi problemi a esternare questo suo disappunto: «Uffa... Ma tu sei uno nuovo...»
Il volto di Tsuchi di oscurò, evidentemente offeso da tanta sfacciataggine, imperdonabile per una creatura marina. Con la sola forza del pensiero, stringendo leggermente gli occhi, lanciò contro il giovane alcune pietre più pericolose di proiettili. Controllarsi dall'ucciderlo subito era assai difficile per l'Elementale, ma lui non valeva tanto scomodo. E poi, Tsuchi voleva le principesse e quel tritone che giocava a proteggerle da qualcosa che non era in grado affrontare, era un'ottima esca.
«Ah ah… Mi spiace, ma stavolta sono venuto preparato.» Sogghignò Tadashi, parando i colpi dell'avversario con la parte piatta delle alabarde posizionate a x. L'Elementale sorrise appena, sussurrando: «Se pensi davvero di salvarti grazie a delle lame da quattro soldi come quelle, allora sei proprio uno stupido.» Un attacco più potente, stavolta da parte di rampicanti sbucati dal terreno sotto il giovane, lo fece volare all'indietro, facendolo andare addosso ad Aisu e Yumi, arrivate in quel momento.
«Guarda che è lui quello che devi colpire, non noi…» Sussurrò Aisu, mentre si massaggiava l’addome, dove aveva ricevuto la gomitata del ragazzo.
Tadashi si voltò, guardandole entrambe sorpreso. «Che cosa ci fate voi due qui?»
«Come sarebbe a dire? Siamo venute ad aiutarti, mi pare ovvio!» Ripose Yumi.
Lui alzò un sopracciglio, per poi indicarsi con fare tra l’offeso e lo spaccone: «Aiutarmi? Guardate che io non ho bisogno del vostro aiuto, me la so cavare benissimo da solo!»
«Sì certo, come no! Di fatti l’ultimo scontro lo hai vinto tu, vero?» Lo riprese Aisu, testarda. Quell’atteggiamento strafottente di Tadashi le dava sempre più sui nervi.
«Ehi, ascoltami bene, principessina! L’ultima volt… Attente!» Le abbracciò strette, perché con la coda dell’occhio aveva visto l’attacco di Tsuchi venir loro addosso, in modo da ripararle il più possibile con il proprio corpo. Venne colpito lungo tutta la schiena e l'attacco ridusse a brandelli la camicia che aveva indosso, procurandogli un nuovo livido per ogni frammento che veniva a contatto con la sua pelle.
«Tadashi…» Sussurrò preoccupata Yumi, vedendo il ghigno sul volto del giovane.
«Signore e signori, volete lo show? Allora vi darò il più grande show che abbiate mai visto!» Esultò l'Elementale della terra, con le braccia al cielo, circondato da pietre di diverse dimensioni che volteggiavano attorno a lui a velocità sempre maggiore e venivano scagliate con la potenza di proiettili. “Ora possiamo finalmente dare inizio allo spettacolo, quelle due perle saranno mie.”
Quando la raffica cessò, le labbra del ragazzo si distesero in un accenno di sorriso sfacciato, che durò per pochi istanti. «Maledizione… Nemmeno Reana sarebbe in grado di sistemare questo guaio…» Constatò con una smorfia triste il giovane, guardandosi come meglio poté le condizioni della schiena e dell’indumento ridotto a brandelli. Fece un sospiro, togliendosi ciò che rimaneva della camicia e lanciò uno sguardo assassino all’avversario, gridandogli contro: «Ehi, tu! Questa era la mia camicia migliore, hai idea di quanto mi sia costata? Quasi metà del mio primo stipendio!»
Tsuchi, per tutta risposta, alzò il mento con fare insofferente, incrociando le braccia al petto.
«Ragazze…» Sussurrò il giovane, rivolgendosi alle due, dietro di lui. Dato che erano lì, tanto valeva che lo aiutassero, sempre ammesso che ne fossero in grado. «Voi siete in grado di combattere, in qualche modo?»
«Beh, finora l’unica cosa che sappiamo fare è cantare…» Sussurrò la custode della perla verde, con una mano davanti alla bocca, quasi vergognandosi di ciò che stava dicendo.
L’altro strabuzzò gli occhi, guardandole da sopra la spalla, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito: «Cantare? E come pensate di vincere uno scontro cantando?»
«Questo è ancora in discussione in effetti…» Bofonchiò Aisu, scostando lo sguardo di lato e gonfiando le guance.
«Però riusciamo a creare delle barriere con il nostro canto!» Aggiunse Yumi, speranzosa.
«Ah davvero? Beh, potrebbe tornarmi utile una barriera…» Tadashi tornò a guardare avanti a sé, per poi dire, mentre già correva: «Avanti, cantate allora, io vado!»
«No aspetta!» Yumi alzò la mano per riabbassarla subito dopo, sussurrando poi: «Non ho mai detto che sappiamo come fartela avere a te…»
«Quello è un idiota, tutto muscoli e niente cervello...» Disse Aisu, lasciandosi cadere scoraggiata le braccia lungo il dorso. Si rivolse poi all’amica: «Beh, non ci resta che provare… Forse se ci concentriamo su di lui, la barriera lo avvolgerà. Pronta Yumi?»
L’altra annuì: in effetti, l’idea poteva funzionare.
«Voce di perla verde!»
«Voce di perla indaco!»

Anche se il mare è in tempesta e mi spinge violento verso la sconfitta,
guardo negli occhi l’Amore che mi fa lottare, con la forza che da.

Per ogni volta che cado io posso rialzarmi e così mantenere
quella promessa che ho fatto con voce sincera, credendo all’Amore.

È una luce incandescente
che riscalda più del sole
così chiara che rivela la realtà.

Voci unite per cantare 
per sconfiggere il silenzio.
Sarà forte, sarà chiara, la verità!

Con piacevole sorpresa delle ragazze, l’idea funzionò e Tadashi venne avvolto da un mix di luci verdi e indaco.
Tsuchi alzò un braccio e intercettò l’attacco delle lame con dei rampicanti che si intrecciarono a scudo di fronte a lui, iniziando poi a combattere con il giovane utilizzando il proprio potere per controbattere alle shuang dao. La barriera che avvolgeva il tritone lo proteggeva, seppur parzialmente, dagli attacchi che le lame non riuscivano a parare.

Guarda in uno specchio, il tuo riflesso è limpido...

...Tutto questo ci sarà...

Sarà quel battito forte lamore che
ci da la forza e la speranza di ffrontare
questa tempesta che porta con sé
il vento forte che ci sorprende dal mare.

Un fendente che non era riuscito a prevedere sfiorò il petto di Tsuchi, procurandogli un lieve taglio dal quale uscì un liquido denso di un verde brillante, simile alla linfa delle piante.
«Tu…» Un ghigno si mostrò sul volto dell’Elementale, mentre pietre di varie dimensioni iniziarono a sollevarsi da terra intorno a lui. «Hai osato colpirmi, schifosa creatura marina…»
Sollevò furioso le braccia verso il cielo e Tadashi sgranò gli occhi, guardando in alto: quella che fino a pochi secondi prima era stata parte della scogliera sopra la quale si trovava il faro di Niijima, stava in quel momento lievitando sopra le loro teste, a pochi metri da terra.

Unendo le nostre voci in un canto che
si sentirà nel profondo più vero del cuore.
Io voglio lottare soltanto per te
e voglio essere il battito forte damore con te...

«Muori!» Gridò l’Elementale, abbassando le braccia e scagliando la roccia sul giovane, la quale si frantumò in mille pezzi e alzò un polverone che impedì la vista a tutti per interminabili secondi.

Puoi sentirlo…
Puoi sentirlo
Se lo vuoi...

La nuvola di fumo si dissolse, mostrando la figura di Tadashi, quasi completamente incolume non fosse per un po’ di polvere e dei leggeri graffi qua e là, con le spade incrociate sopra la testa, avvolte interamente da una luce blu.
«Non è possibile… Come hai fatto a sopravvivere?» Chiese inorridito Tsuchi, incredulo a ciò che i suoi occhi gli stessero mostrando.
Tadashi tornò eretto e si voltò verso le tre ragazze dietro di lui: «Appena in tempo, Reana!»
La custode della perla blu alzò la mano con il segno della vittoria a fatica, mentre si trovava ancora chinata in avanti colta dall’affanno della corsa appena fatta.
«Bene allora… A che punto eravamo?» Sorrise Tadashi mettendosi in posizione d’attacco, mentre le tre luci lo avvolgevano nuovamente e gli fornivano maggior protezione rispetto a poco prima.
Tsuchi ringhiò e strinse gli occhi in un moto di rabbia, ma l’istante dopo un sorriso maligno gli prese il possesso delle labbra e sibilò: «Finalmente, si può sapere perché ci hai messo tanto?»
Gli occhi di Tadashi si ridussero a due fessure, Reana e Yumi ebbero qualche istante di difficoltà nel mantenere la barriera mentre ad Aisu la voce morì in gola, facendola zittire completamente: dalla foresta alle spalle dell’Elementale, si mostrò Eiji.
«Di’ un po’, ti sei goduto lo spettacolo appollaiato sul quel ramo?» Sorrise ironico l’Elementale della terra, mentre Eiji si parava tra lui e il tritone. «Ah già, dimenticavo che non sei di molte parole… A ogni modo, occupati di lui mentre io penso alle principessine. È questo il compito che ti ha affidato il capo, no?»
Nessuna risposta. Tsuchi sbuffò, infastidito dalla presenza del tritone del nord tanto quanto da quella dei loro attuali avversari. Con evidente svogliatezza, alzò un braccio e andò a creare un’arma per Eiji che aveva l’aspetto di nunchaku. «Prendili, non puoi combattere a mani nude con questo tizio e non ho intenzione di essere punito solo perché ti sei fatto ammazzare prima che io potessi impadronirmi delle perle.»
Eiji alzò la mano e impugnò l’arma, senza distogliere lo sguardo dagli occhi dell’avversario.
«Tsk… Non crederai che mi lascerò sconfiggere un’altra volta da te…» Sibilò il tritone dell’Oceano Indiano, per poi iniziare uno scontro senza esclusione di colpi con Eiji.
Perdonatemi…” Aisu portò il microfono alle labbra, stringendolo convulsamente. “Ma io… Non posso permettere che si faccia del male…”

Cambierà,
con l’amore riuscirò
a spegnere il male che c’è qui,
che non può più dividerci.

E le bugie,
che qualche volta sentirò,
le trasformerò in gioielli
di purezza e fedeltà.

Una barriera, esattamente come quella che fino a poco prima aveva avvolto e protetto Tadashi, si andò a formare attorno a Eiji, difendendo il ragazzo.
Il tritone dell’Oceano Indiano, Reana e Yumi strabuzzarono gli occhi increduli, osservando la principessa dell’Artico tentare di proteggere con tutte le proprie forze il nemico.
«Interessante…» Sussurrò Tsuchi, con un piccolo sorriso incuriosito ad adornargli le labbra. Decise di restare fermo, per ammirare lo spettacolo che probabilmente gli si sarebbe mostrato: “Queste principessine sono davvero insulse... Non avevo mai visto proteggere l'avversario, a danno dei propri compagni. Si distruggeranno l'un l'altro, è questo che volevi, capo? Tsk... Queste ragazze non meritano nemmeno quei pochi poteri che hanno.”

Mare che
m’incanti come il cielo blu,
Le tue principesse lottano:
non le abbandonare mai.

Tu guidaci
e il nostro sogno arriverà
sulla stella del destino,
giustizia tornerà!

Yumi smise di cantare, seguita subito da Reana, entrambe completamente spiazzate dall’atteggiamento dell’amica.
L’espressione di Tadashi, ormai privo di protezioni, divenne ben presto furiosa: «Adesso basta, piantala di proteggerlo!»
Il corpo di Aisu venne attraversato da un lieve tremore, ma continuò comunque a cantare, mentre Tadashi faceva sempre più fatica a pararsi dai colpi di Eiji.

L’assoluto di un amore può
rendere caldo un vento freddo,
vincendo le difficoltà
che nella vita incontrerà.

Riaccende ogni cuore che
da troppo tempo ormai,
si era spento…

Non ci volle molto, prima che l’estremità inferiore di uno dei due bastoni colpisse Tadashi in pieno stomaco, facendogli sputare del sangue e con una potenza tale da farlo cadere in ginocchio, gli occhi sbarrati e le braccia strette all’addome nel vano tentativo di mitigare il dolore.
Eiji gli alzò il mento con la punta del piede, facendogli posare gli occhi di smeraldo nei propri.

Stringimi…
E la paura passerà.
Guardiamo le stelle amiche che
ci sorridono lassù.

Mare tu,
severo e dolce padre mio,
fai placare l’uragano di ingiustizia che c’è qui...

«Ora basta Aisu, ti prego!» Esclamò Yumi, allontanando il microfono dalle labbra dell’amica, seguita da Reana: «Così non fai altro che peggiore la situazione! Vuoi forse che Tadashi muoia?»
La custode della perla indaco s’interruppe, abbassando il volto, la lingua che veniva morsa ferocemente all’interno della bocca. Nessun coraggio di aprire gli occhi per vedere come si stesse sviluppando lo scontro.
La gemma che Eiji portava sulla fronte si illuminò e Tadashi ebbe appena la lucidità per rendersi conto che se la mano dell’avversario gli avesse nuovamente sfiorato il cuore, per lui sarebbe stata la fine. Con uno sforzo incredibile, riuscì a liberarsi dalla parziale paralisi che l’incrociare lo sguardo con Eiji gli aveva procurato e andargli alle spalle. Veloce, strinse il nervo del collo del biondo e questi cadde ai suoi piedi: era svenuto, ma quello stato di incoscienza non sarebbe durato più di qualche minuto.
Tadashi si voltò furibondo verso Aisu e le si avvicinò fuori di sé per la rabbia, con i rivoli di sangue che ancora gli scorrevano dal labbro e dal naso.
«Si può sapere tu da che parte stai?» Le gridò contro, scostando malamente le due ragazze e parandolesi di fronte, togliendole con forza e rabbia il microfono dalle mani per poi lanciarlo lontano.
Aisu si strinse nelle spalle. Si sentiva colpevole e terribilmente indifesa di fronte allo sfogo più che ragionevole del tritone, ciononostante non riusciva a sentirsi in colpa per aver tentato di proteggere il gemello.
Lui continuò l’attacco, in volto un’espressione che avrebbe terrorizzato chiunque, indicando Eiji temporaneamente privo di conoscenza dietro di sé: «Quello è un nemico! Non puoi proteggerlo! Non me ne frega nulla se è tuo fratello o quel che ti pare, adesso è un avversario, chiaro? Il tuo compito è quello di proteggere il tuo Oceano e l’equilibrio del mondo sottomarino, non puoi lasciarti prendere dalle emozioni! Vedi di combattere seriamente, oppure lascia l’incarico a un’altra più capace!»
«Adesso basta, Tadashi! Stai esagerando!» Intervenne Reana, recuperando il microfono dell’amica e parandosi tra i due nel tentativo di metter quiete. Venne subito raggiunta da Yumi, che sfiorò il braccio del tritone nel tentativo di fargli comprendere la situazione: «Cerca di capirla… Quello è suo fratello, non può fargli del male!»
Tadashi fulminò con lo sguardo anche Yumi: era evidente che non approvasse quella scelta. Si voltò nuovamente verso i due nemici, sibilando a denti stretti: «Io ho accettato l’incarico di proteggervi e ho intenzione di dare tutto me stesso per riuscirci, dovesse costarmi la vita. Ma non ho nessuna intenzione di farmi uccidere perché una di voi protegge l’avversario. Questo non è un gioco, vedete di mettervelo in testa una volta per tutte e non fatemi perdere tempo. In ballo c'è molto più di ciò che credete voi. E adesso sparite dalla mia vista, non voglio più vedervi almeno fino a stasera. A questi due ci penso da solo.»
«Ma…» Tentò di ribattere Yumi, vedendosi zittita prima che potesse aggiungere altro.
«Ho detto di sparire!» Ringhiò Tadashi con gli occhi furiosi, facendo percorrere le schiene delle tre ragazze da un brivido incontrollato di terrore.
Reana, Yumi e Aisu si allontanarono a corsa, tornando dalle altre.
 
Nonostante il combattimento nei paraggi, il concorso continuava ad andare avanti e a placare gli animi agitati dei presenti ci aveva pensato Harmony con il suo numero. La ragazza, avvolta in un vestito da cabarettista rosa e glitterato, con tanto di cappello a cilindro e bastone ricurvo, aveva cantato una canzone suonando in contemporanea la sua preziosissima arpa e la sua voce, già fantastica di suo, unita al potere della perla rosa era riuscita nell’intento che si era prefissata. Non era nei suoi piani: all’inizio voleva solo esibirsi in un numero di cabaret, difatti così aveva iniziato la sua esibizione, eseguendo complicati passi di danza e cantando, ma vedendo che il pubblico, pur guardandola ammirato sembrava comunque teso, le era venuto in mente di cambiare programma all’improvviso. Ringraziando la sua buona stella, che le aveva suggerito di portarsi dietro anche l’arpa che inizialmente pensava di usare come parte dello scenario, aveva accompagnato la canzone che stava intonando con il dolce suono delle corde del suo strumento preferito. Un’esibizione particolare che venne molto apprezzata e diede sicurezza alla sua esecutrice: dopotutto  nel mondo dello spettacolo era utile saper fare un po’ di tutto, saper anche improvvisare, adeguarsi alle esigenze dell’ultimo minuto e lei era riuscita nell’intento.
Gli applausi erano stati fragorosi, anche al tavolo della giuria: Renée era orgogliosissima della sua amica, Julia ed Elizabeth, che già la conosceva visto che a breve avrebbe tenuto un altro provino per lei, erano sicure che sarebbe riuscita a sfondare.
E mentre Robin, bellissima nella sua tuta-vestito blu scuro che le risaltava gli occhi, si esibiva in una complicata coreografia studiata a lungo che mescolava mosse di karate e acrobazie di ginnastica artistica, che per la sua originalità nell’unire due discipline sportive così contrastanti in modo così armonioso venne molto apprezzata da tutti i presenti, con somma gioia della ragazza tedesca che ci aveva lavorato a lungo, un’altra, dai corti capelli biondi, stava uscendo di soppiatto senza che nessuno se ne accorgesse: sentiva che doveva intervenire e il suo istinto non avrebbe sbagliato.
 
«Sai cosa fare. Non deve salvarsene nemmeno una.» Sussurrò Tsuchi a Eiji, prima che questi, appena ripresa conoscenza, iniziasse a seguire le tre ragazze.
«Tu non vai da nessuna parte, il tuo avversario sono solo io.» Ringhiò fuori di sé Tadashi, parandoglisi davanti a metà strada, con le alabarde appena recuperate strette in mano, puntandogli una delle due lame alla gola.
«Non posso permettere che tu interferisca con il mio piano, mi sei già stato sin troppo d'intralcio.» Disse Tsuchi, lanciando contro il tritone dell’Oceano Indiano una serie di rocce.
Tadashi, per schivarle, fu costretto a lasciar svanire nel nulla Eiji. «Maledizione…» Sussurrò, iniziando poi a correre verso la direzione che avevano preso le tre principesse sirene.
«No, tu ora stai qui con me.» L’Elementale della terra gli sbarrò la strada, facendo spuntare dal terreno una roccia alta quanto un palazzo che impedì il passaggio al giovane.
«E va bene…» Sibilò Tadashi a denti stretti, voltandosi verso l’avversario e lanciandosi contro di lui, ormai pressoché completamente privo di autocontrollo: «Vorrà dire che farò fuori prima te!»
Tsuchi sogghignò, sinceramente divertito: «Continua a sognare…»
 
«Sono Hazelle Swann e ho una sorpresa speciale per voi: vi farò vedere quanti deliziosi pretzel sono capace di fare in tre minuti!» Esordì la castana, avvolta in un abitino bianco e lilla, in testa un cappellino da cuoca in stile gothic lolita, annodandosi un grembiulino tutto pizzi intorno ai fianchi. Aveva portato con sé vari utensili da cucina e un forno elettrico portatile, che collegò, mentre con fare sapiente iniziava a mescolare veloce gli ingredienti, improvvisando trucchetti da giocoliera con questi ultimi e le posate per rendere il tutto più divertente.
Mentre gli sfiziosi salatini tedeschi, talmente tanti da risultare impossibile infornarli tutti, si doravano ed emanavano il loro sublime profumo, la ragazza sparecchiò la tavola, sempre esibendosi in giochetti.
Quando il pane fu cotto, ne prese cinque e li porse ai giudici, i quali apprezzarono moltissimo.
«Ne voglio uno anch’io!» Gridò con tutta la voce che aveva Minikitty dagli spalti, alzandosi sulla sedia e attirando l’attenzione di tutti i presenti, che iniziarono a ridere divertiti mentre il suo gemello sprofondava dall’imbarazzo: prima era stato portato lì a forza, poi Tadashi, l’unico che capiva il suo stato d’animo, era scomparso e adesso ci mancava sua sorella che delirava come suo solito.
Senza scomporsi, Hazelle afferrò un paio di pretzel e li lanciò ammiccando ai due americani, i quali li afferrarono al volo tra gli applausi dei presenti.
Purtroppo nemmeno la bocca piena servirà a zittirla, lo so...” Pensò lui, sgomento.
Ottengo sempre ciò che voglio!” Pensò lei, soddisfatta.
L’originalità del numero venne accolta da grandi applausi così come, da grandi applausi, venne accolta l’esibizione di Resha. La ragazza angloindiana si era presentata con un bellissimo abito di pura seta che ricordava molto un sari*, ma dal taglio più moderno, in linea con la sua personalità. La rossa aveva magistralmente suonato una canzone con il suo adorato sax: il brano era molto complesso, l’aveva studiato a lungo e sapeva di aver fatto un’esibizione impeccabile, che venne confermata dagli applausi del pubblico. La ragazza sorrise sinceramente soddisfatta, orgogliosa dei frutti del suo lavoro, salutò il pubblico e con la coda dell’occhio notò che Karen aveva appena chiesto un attimo di permesso, mentre Julia e Renée si scambiavano sguardi interrogativi, per recarsi dietro le quinte. “Cosa sta succedendo? Meglio che vada a vedere.” Pensò la custode della perla arancione, mentre un’altra ragazza stava facendo il suo ingresso sul palcoscenico: mancavano ancora un paio di numeri e il concorso sarebbe finito.
 
«Allora? Non avevi detto che mi avresti fatto fuori?» Sogghignò Tsuchi, completamente incolume e assai divertito dal nuovo intrattenimento che si era trovato, al tritone che, in quel momento, stava tentando di rialzarsi in piedi con il petto scosso dal fiato irregolare.
Tadashi alzò il capo, mostrando il volto tumefatto dai colpi subiti dall'Elementale della terra, i capelli mischiati al sangue che aveva da poco smesso di fuoriuscire dai diversi tagli sul cranio e viso. «Non hai... Ancora... Vinto...» Sussurrò testardo, con il fiato spezzato e stringendo la presa sulle impugnature delle alabarde, divenute ormai vischiose per via del fluido vitale scarlatto che vi era colato abbondantemente. «Io... Sono ancora... Vivo...»
Tsuchi scosse la testa, commentando: «Voi creature marine siete tutte uguali... Non riuscite mai a capire quando è il momento di arrendersi e lasciar perdere.» Alzò il capo, mostrando un ghigno soddisfatto, per poi alzare il braccio con il palmo aperto. «Ma se ci tieni tanto a morire, ti accontento subito. Il mondo sarà certamente migliore senza di te, infimo pesce.» L'Elementale della terra alzò la mano verso l'alto, per poi chiudere il pugno. Il terreno obbedì a questo suo movimento andando a circondare e immobilizzare Tadashi in una prigione di roccia a forma di piramide, che pur lasciandone fuoriuscire la testa gli impediva qualsiasi movimento. Quando la mano dell'Elementale si chiuse, anche la roccia si chiuse lentamente su se stessa, andando a stritolare il corpo massiccio del ragazzo, dal quale fuoriuscirono delle grida di dolore disumane man mano che la terra ne spezzava le ossa, mentre anche la poca aria che ancora aveva nei polmoni andava piano piano consumandosi.
Quando era ormai per lasciarci la vita, la terra si fermò di punto in bianco, disubbidendo al suo padrone e sgretolandosi come si fosse trattato di un semplice castello di sabbia, lasciando il corpo del ragazzo moribondo accasciarsi al suolo, incapace di muoversi.
«Che cosa...» Iniziò a dire Tsuchi, per poi vedere comparire tra lui e il suo avversario una creatura che conosceva bene.
«Ne è passato di tempo Tsuchi, Elementale della terra.» Disse la piccola creatura.
Il nemico strinse in pugni nervoso, in quanto quell'arrivo inaspettato era certamente un imprevisto da non sottovalutare. «Hikari... La custode dei sette elementi...» Sussurrò a denti stretti l'Elementale, per poi aggiungere, con un lato delle labbra appena alzato e preparandosi ad attaccare: «Che cosa fai qui? Pensavo te ne stessi nascosta al tuo tempio da qualche parte nei fondali marini.»
Hikari sorrise a sua volta, dicendo con tono deciso che quasi stonava con il suo aspetto: «La vita al tempio è così noiosa negli ultimi secoli, volevo vedere come...» Non fece in tempo a finire la frase, che l'attacco dell'Elementale stava per raggiungerla e colpirla, non fosse stato per i riflessi pronti che le permisero di ripararsi con uno scudo di roccia. Appena terminato l'attacco, Hikari non diede il tempo al nemico di reagire che lo colpì con una combinazione di fuoco e fulmini, ma l'Elementale era già svanito nel nulla, imprecando come mai aveva fatto prima. Il dolce volto della custode dei sette elementi venne deturpato da un ghigno insoddisfatto per qualche secondo, per poi voltarsi verso il tritone a terra e avvicinarglisi. Tadashi alzò lo sguardo a fatica e fece appena in tempo pronunciare qualche parola confusa e biascicata: «Un gatto... Con il guscio?»
Hikari alzò un sopracciglio e incrociò le braccia, dicendo stranita al ragazzo, ormai svenuto: «Tutto qui quello che sai dire? Nemmeno un grazie per averti salvato la vita?» Non ottenne risposta, perché l'altro perse i sensi. “Ma tu guarda cosa mi tocca fare per quelle principesse... Di certo, se tu morissi già ora, sarebbe un bel guaio... Tu servi vivo, Tadashi. Devi portare le principesse da me, in modo da sottoporre loro le prove degli elementi e realizzare il mio sogno.” Tirò un sospiro e utilizzò i propri poteri curativi per far tornare in salute il giovane, dopodiché sparì nel nulla con lui.
 
Reana, Aisu e Yumi arrivarono di corsa nel backstage, che vennero subito raggiunte dall’intero gruppo di amiche, le quali chiesero subito loro cos’era successo.
«Dov’è Tadashi?» Domandò Hazelle notando l’assenza del giovane. Le tre stavano per rispondere, quando vennero interrotte dall’imprecazione di Resha, appena tornata dopo la sua esibizione: Eiji era appena apparso dal nulla a pochi passi da loro.
Tutte e sei le ragazze arretrarono un passo per istinto, mentre lui invece si avvicinava loro lentamente, in volto nessuna espressione. La gemma sulla sua fronte si illuminò di una luce rosso sangue, quando d’improvviso le ragazze udirono la voce di Karen alle loro spalle che intimava all’avversario di stare lontano. L’ambiente venne immerso il secondo dopo da un’accecante luce bianca, proveniente dalla gemma che la donna teneva in mano ed Eiji fu costretto a schermarsi gli occhi. Un ghigno gli deturpò per meno di un istante il volto, dopodiché svanì nel nulla così com’era arrivato.
La luce si spense e Karen cadde a terra in ginocchio con il fiatone, mentre tutte l’accerchiavano.
«Cos’è successo? Come hai fatto a farlo scappare? Cos’era quella luce così intensa?» Chiese Hazelle, mentre aiutava la sua predecessora a mettersi in piedi.
«Questa è la pietra che mi ha dato la regina prima di partire… Vi è racchiuso parte del suo immenso potere, ma per poterlo attivare devo usare la mia energia vitale e credo di aver un po’ esagerato… Ma l’importante è che voi stiate tutte bene.» Rispose Karen, dopo essersi messa a sedere su una sedia che aveva appena portato Reana, mentre tutte la guardavano ancora un poco stranite. «Devo tornare immediatamente a palazzo, i sovrani devono sapere di questo attacco. Spero solo che sia stato a senso unico…» Sussurrò preoccupata Karen, temendo che i nemici avessero attaccato allo stesso momento sia loro che il castello, stringendo convulsamente nella propria mano la pietra.
«E il concorso? Non puoi sparire così nel nulla, alimenteremo troppe domande.» Rifletté a voce alta Moni, portandosi meditabonda indice e pollice al mento.
«Il concorso è quasi finito, mancano le ultime concorrenti. Puoi tranquillamente andare a palazzo e tornare, Consigliera Karen, noi giudici abbiamo richiesto una pausa all’unanimità.» La voce di Raito fece voltare tutte verso di lui, con occhi sbarrati. Il ragazzo si lasciò scappare un sorriso furbo. «Allora siete davvero voi… A essere sincero, faccio tutt’ora fatica a riconoscervi come le principesse sirene dei sette regni sottomarini.»
«Ma… Tu come…» Sussurrò Resha, incredula. Il sorriso del giovane si allargò, mentre mostrava alle ragazze il simbolo del regno del Pacifico del Sud e diceva con tono sicuro di sé: «Io sono un emissario della consigliera Coco, mandato sulla terra per aiutare le sette principesse sirene nel loro compito.»
«Allora sei tu il pupillo di Coco… Il famoso tetide del quale si vanta tanto…» Sussurrò in un mezzo sorriso Karen, ricevendo come risposta un cenno d’affermazione da parte di lui.
La donna si alzò in piedi, aggiungendo subito dopo: «Allora io vado, torno subito.» Detto ciò, pronunciò la formula per il teletrasporto e aprì il portale, sparendovi all’interno il secondo dopo.
 
«Sono appena stata informata che Karen Aiiro ha avuto una complicazione che l’ha costretta ad assentarsi…» Sachiko stava informando i presenti. «Tuttavia, adesso che tutte le partecipanti si sono esibite, possiamo passare alle votazioni!» Sorrise lei, avvicinandosi al tavolo della giuria che, senza esitare, consegnò alla conduttrice una busta.
«Vince questa edizione del concorso dei talenti di Niijima…» Tutti i presenti trattennero il fiato, mentre la ragazza apriva la busta. «Hikari Hibana e il suo cagnolino Kurai!» Esclamò in tono squillante la speaker, mentre invitava la vincitrice a salire sul palco.
Hikari, stupita dalla decisione dei giudici, venne incoronata e le venne consegnata una busta con un assegno sostanzioso. Non ebbe bisogno di riflettere mezzo secondo sulla fine che avrebbe fatto quest'ultimo: sarebbe stato devoluto in beneficenza nei canili, perché di quei soldi ne avevano più bisogno gli animali, di quanto ne avesse lei. Ma la bionda, che stava salutando il pubblico ancora incredula perché non si aspettava di vincere, essendosi iscritta per spiare le principesse, aveva la testa altrove. Il suo intervento aveva salvato tutti, ma aveva avuto modo di analizzare il carattere di tutte le ragazze e vedere alcune di loro in azione: adesso che aveva capito i punti forti e deboli di ognuna di loro, sapeva perfettamente come agire. Non sarebbe stato facile per le ragazze superare la prova e non era detto che riuscissero, ma quello che aveva in mente era il test perfetto per saggiare le abilità delle principesse e verificare se fossero degne di controllare i sette elementi.
Sorrise soddisfatta, sapendo che anche lei, la sua amata padrona, lo sarebbe stata altrettanto. E se fosse andato tutto bene, avrebbe potuto finalmente realizzare il suo sogno e soprattutto prendersi una pausa per stare un po’ sulla terraferma, visto che la vita al tempio alle volte era davvero noiosa.
Diede un bacio sulla testa di Kurai, preparandosi pazientemente a sopportare tutte le formalità che la sua vittoria avrebbe comportato.
 
Si era fatta sera e tutte le ragazze, tranne Reana e Renée che avevano il coprifuoco ed erano dovute andar via, si trovavano all’albergo e stavano gustando i pretzel avanzati di Hazelle. Erano davvero buoni, persino Harmony era riuscita a mangiarne un paio: certo, l’aveva fatto principalmente per non dare nell’occhio davanti ai gemelli Blank, ma per essere cibo terrestre non era affatto vomitevole. Solo un po’ nauseante.
I gemelli, che in quel momento si trovavano nella loro stanza a fare le valigie, avevano appreso con somma tristezza, soprattutto di Minikitty, che nel giro di un paio di giorni sarebbero dovuti ripartire. Sarebbero stati fuori un pochino, prima di tornare in pianta stabile, visto che le trattative per la momentanea firma del contratto con la federazione di wrestling della cittadina vicino Niijima si sarebbero dilungate un po': dopotutto, si trattava pur sempre di un trasloco oltreoceano.
Julia giurò a se stessa che la sera prima della partenza avrebbe messo in atto il suo piano e il giorno del ritorno avrebbe rivelato il segreto al ragazzo e alla cognata, la quale prima di salire di sopra aveva guardato tutti con la faccia triste e gli occhi lucidi, perché non voleva partire, mentre il fratello sperava che ella non esplodesse in una crisi isterica come era solita fare.
Tadashi era accasciato su una poltrona: nonostante le cure di Hikari, aveva perso molto sangue ed era ancora debole e provato.
«Tieni, una tisana rinvigorente… Aiuta il cuore a stimolare la produzione del sangue.» Disse Moni, porgendogli una tazza contenente un liquido non propriamente invitante. Lui arricciò il naso e stava per protestare, ma l’occhiataccia della custode della perla rosa lo zittì all’istante: non era nelle condizioni di ribellarsi.
Nel mentre Meru aveva raccontato alle ragazze di come quel pomeriggio, nel salone dell’albergo, c’era stato un bagliore accecante e una creatura dall’aspetto felino con un guscio di tartaruga, la cui identità ovviamente le era conosciuta, si era presentata con il ragazzo esanime e l’aveva mollato nel mezzo della stanza, guardandola seriamente. Le aveva riferito un breve resoconto dell’accaduto e, prima di teletrasportarsi, aveva dato a intendere che le ragazze si sarebbero dovute recare al castello della Regina il prima possibile, altrimenti sarebbe finita male, per tutti. Poi era sparita, senza aggiungere altro.
Le ragazze avevano accettato con entusiasmo la notizia, specialmente le cinque che avevano scoperto di essere sirene di recente. Visitare il castello e rivedere le loro predecessore era una prospettiva davvero allettante.
«Così potrò rivedere mia madre e la mia del…» Moni si interruppe di colpo, perché una fitta l’aveva colpita, seguita da una sensazione strana. Si sedette, passandosi una mano sulla fronte.
«Tutto ok?» Le chiese Resha, avendo notato per prima l’anomalia nel comportamento dell’amica.
«Sì, adesso va meglio! Ho avuto un attimo… Un giramento di testa e un lieve malessere, non so… Sarà la stanchezza, questi giorni sono stati davvero impegnativi! Anche se è passato e adesso va molto meglio, credo che andrò a casa, ho bisogno di riposo! Buonanotte, ragazze! Salutate Minikitty per me!» Chiese alle altre, mentre già si dirigeva fuori dall’albergo. Aveva mentito, non si sentiva bene per niente, avvertiva una sensazione strana e molto spiacevole, che non la abbandonava. Sperava fosse lo stress e che una bella tisana aiutasse i suoi poveri nervi.
Anche le sorelle si apprestarono a lasciare l’albergo, commentando la giornata ed esprimendo l’entusiasmo per l’imminente gita sotto i mari.
 
Renée svoltò l’angolo della strada, nonostante le luci dei lampioni che illuminavano il lussuoso quartiere in cui viveva non era tranquilla: percepiva qualcosa di strano, si sentiva osservata e non si trattava di frivolezze come le occhiate curiose che la gente le rivolgeva quando Moni in pubblico sparava qualche uscita delle sue o quando venivano a sapere chi fosse, viste le sue discendenze. No, quella sensazione era diversa, decisamente più inquietante.
Un brivido le percorse la schiena, mentre iniziò a sentire una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma dato che lei era una persona razionale, tentò di dare una logica a quanto le stava accadendo. “È la tensione di oggi, fare il giudice non è affatto semplice… Per non parlare dell’assalto: sapere di Moni e le altre in pericolo è davvero inquietante! Per non parlare dell’aver dovuto sviare l’attenzione generale… Eh sì, avevo tutti gli sguardi puntati addosso… Ne starò risentendo adesso, a scoppio ritardato, a volte queste cose capitano… Sì, è senz’altro quello!” Se lo ripeté mentalmente molte volte, fino a che non ne fu abbastanza convinta.
Alla fine arrivò davanti alla sua villa, sana e salva. Stava per aprire il cancello, quando all’improvviso qualcosa la fece trasalire così forte che perse l’equilibrio e le caddero occhiali.
«Ciao, ragazzina! Bella serata, eh?» Una figura femminile non meglio definita, le era comparsa improvvisamente alle spalle. Non riusciva a vederla bene per via del buio e della miopia, che in quelle condizioni veniva accentuata.
«C-Chi sei… Cosa vuoi da me...» Riuscì a balbettare, appiattendosi contro l’imponente cancello. Tentò di allungare la mano verso il campanello, ma la donna allungò il braccio per bloccarle il polso, intimando: «Non lo farei se fossi in te, sai carina?»
Al contatto, la mora rabbrividì: c’era qualcosa di strano nella pelle di quella figura… Era calda e viscosa, una sensazione terribile. Iniziò a tremare dallo spavento, tentò di aprir bocca ma la voce aveva ormai dato forfait.
«Sì, tesoro! Sei terrorizzata! Che sensazione deliziosa, sentire lo scorrere del sangue nelle vene di una persona nel tuo stato… Mmmmhhh, inebriante! Le tue vene tesissime, il sangue che pompa a mille… Pronto ad esplodere a un mio minimo cenno!» Disse la donna con tono soave, leccandosi le labbra con fare voluttuoso.
«Ti prego…» Riuscì a pigolare Renée, che non riusciva a muoversi e non solo per la paura:c’era qualcosa che non andava in lei,non riusciva a controllare bene i suoi movimenti, si sentiva pesante e intorpidita, come se qualcuno la stesse possedendo.Inoltre sentiva caldo, molto caldo. «Lasciami, non farmi del male… Non voglio...» La nemica scoppiò a ridere e qualcosa di caldo e appiccicoso le coprì la bocca, impedendole di gridare: un cerotto di sangue le era stato applicato sul viso. Era disgustoso.
«Bambina, non dettarmi la legge… Se vuoi avere salva la pelle, devi fare quello che ti dico, capito?» Fece comparire delle spire di sangue che si avvolsero intorno a lei, immobilizzandola del tutto. Tentare di liberarsi era inutile: più Renée tentava un movimento, più gli anelli le si stringevano intorno. Inoltre, la puzza del sangue le stava facendo venire la nausea.
«Posso ucciderti in un secondo sai? E il bello è che la scelta è ampia, posso fare così tante cose con il tuo giovane sangue. Tu cosa mi consigli: coagulazione, avvelenamento o esplosione delle vene? A te la scelta piccina.» Le domandò, facendo sciogliere il cerotto che le tappava la bocca, il quale si spiaccicò sui suoi vestiti. «Lo immaginavo: non sai scegliere… Ma sai, cocca… Stavolta ho deciso di essere buona e ti propongo un patto: se farai quello che ti dico, potrai salvarti… Altrimenti, sceglierò io per te… Ci stai?» Le propose conciliante. «Voglio che mi porti la tua amica Harmony! Voglio la sua perla, voglio il suo cuore puro! Allora, cosa ne dici?» Chiese sollevandole il mento con due dita.
«No, mai! Non posso tradirla… Non ho intenzione di farle una cosa simile, no! Mi rifiuto!» Sentenziò Renée, in un impeto di coraggio dovuto all’affetto che provava per l'amica.
La donna la fissò contrariata. «Tsk… Lo immaginavo… Tsuchi dice che voi terrestri siete migliori degli abitanti sottomarini e tu ne sei una prova. Fedele, devota, leale… Ma non mi commuoverai per questo! Mi disgustate tutti, a prescindere! Io ti avevo avvisata… Peggio per te!» Le puntò contro una lama creata dal suo corpo. «Addio, piccola Renée Hunterstein!» Furono le ultime parole che quell’essere pronunciò.
«Cosa… Cosa vuoi…» Balbettò flebile, prima di lasciarsi andare in un urlo lancinante che risuonò prepotente nell’aria. Renée fece appena in tempo a vedere la porta di casa sua che si apriva. Poi, fu il buio.

 

 


Dizionario:

* Sari = Tipico abito femminile indiano 



Angolo delle autrici

Ebbene, eccoci qui! Che ne dite dello spettacolo? Cruento, eh? Bisogna ringraziare Hikari altrimenti Tadashi diventava zuppa di pesce! Sempre più nei guai si mette quel pazzo!Per fortuna c’era lei!Poi...parlando del concorso… Moni ha salvato la situazione, Yumi Aisu Robin e Resha hanno deliziato gli occhi e le orecchie del pubblico, Hazelle il loro palato e il loro olfatto e Hikari giustamente ha vinto… Ve lo aspettavate? No? Nemmeno lei! Ma è stato adeguato! Chi non vuole vedere un batuffolone come Kurai avere un momento di gloria? Poi abbiamo scoperto che Raito è un tetide protetto da Coco… Ma cosa vuol dire tetide? Lo scoprirete… E adesso passiamo al boccone migliore… Il finale pieno di suspance! Chi è quella figura, e cosa vuole da Renée… E soprattutto l’amica di Moni… Sta bene? I domestici sono riusciti a salvarla o è stata presa?
Ci scusiamo con le creatrici delle OC che qui sono state messe un po’ in disparte, ma cercate di comprendere: non è facile gestire il tutto e poi come detto in precedenza, meglio non destare sospetti in situazioni simili!Esoprattutto tranquille, nei prossimi capitoli avranno il loro riscatto!
E adesso… Vi lasciamo le speculazioni! E vi informiamo che le fanart delle ragazze in tenuta da concorso saranno pronte a breve, intanto godetevi Julia sirena e Kurai!
 

L’angolo di Kelly:

Eccociiiii siamo tornate all’aggiornamento del sabato...Ne è valsa la pena aspettare?Si, vero? xD
Personalmente Tsuchi ha dei poteri interessanti!Perchè la terra è un elemento pieno di risorse!Qualsiasi cosa può essere sfruttata a suo vantaggio!Qualsiasi!Vedrete cos’altro combinerà quest’uomo!E poi si abbiamo scoperto altri segretucci…
Ah, mi unisco a mia cognata Minikitty, che di sicuro nel suo sclero vi avrà divertiti:Voglio anch’io un pretzel di Hazelle!Non è giusto che ne abbia goduto solo il mio alter ego T_T
Ma mettendo da parte lo sclerotime...La cosa che mi preme di più è sapere cosa ne pensate del finale...Che spiega anche il malessere di Moni!La parte che ci intriga di più!Ale tesoro non odiarci per quello che abbiamo fatto a Renée!So che un finale simile ti avrà lasciata piena di dubbi e paure, ma era necessario!Scoprirai cosa è successo nel prossimo capitolo!Intanto ti manderò le foto di Sirio per consolarti!
Credo sia tutto oggi sono in tilt, troppo caldo!Passo il testimone a Sirio!
 
Sirio: Ciao!Sono molto orgoglioso che il mio amico Kurai abbia vinto!Merita!Pure io ero un potenziale vincitore, ma sono stato tagliato fuori...Pazienza Kurai merita!Adesso vi lascio che vado a mangiare un bocconcino!Nasone nero per tutti! <3
 

L’angolo di Elsira:

Eccoci qua con questo nuovo capitolo! Anzitutto, si ringrazia Mistero95 per i consigli sullo stile di combattimento di Tsuchi e, non temere, le altre idee non sono state gettate, verranno solo sfruttate più in là ;) Come dice sempre Kelly: “mica possiamo bruciarci tutto subito!” Ovviamente, i ringraziamenti vanno fatti anche per la creazione del personaggio che è Tsuchi. E che personaggio... Ancora non avete visto nulla di lui!
Io devo dire che descrivere questo combattimento è stato abbastanza complicato. Questo perché non ho una buona fantasia per quanto riguarda l'elemento della terra, di conseguenza il modo in cui Tsuchi la utilizza può risultare un po' monotono, o comunque non molto originale. Chiedo scusa, ma ho davvero fatto del mio meglio e anche Kelly. Pure il carattere dell'Elementale forse è venuto un po' storpiato... Oddio, mi rendo conto solo ora che ho fatto probabilmente un gran casino! D:
Ehm ehm... Sono un disastro con la terra... Parliamo d'altro, eh? xD
Avete visto che figata di finale? *^* Ho l'onore di scrivere con un genio u.u E i vincitori del concorso? Non ve lo aspettavate che fossero Hikari e Kurai, ammettetelo ;) E Hikari ha anche salvato le chiappe a Tadashi! Questo ragazzo non imparerà mai... Ed è un po' irato con quella con cui voi lo shippate maggiormente (io supporto ancora la TadashixGelato)... Per me, ha ragione lui u.u Ma io son di parte, quindi (tra tutti i personaggi “principali” che ho creato io, Aisu è quella che m’ispira di meno… Che ci posso fa’? È la triste realtà… Per l'amor del cielo, non è che non mi piaccia, altrimenti l’avrei fatta diversa; solo che preferisco i miei due fanciulli, Tadashi e Eiji, tutto qui)...
Oltre a questo... Si è scoperto anche la vera identità di Raito! Che ne pensate? Ve lo aspettavate?
Beh, vi ho annoiato abbastanza a 'sto giro... Vi saluto!
Bacione e al prossimo capitolo, dove torneremo sotto i mari!
Intanto, godetevi la fanart! ^-^ Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic
   
 
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