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Autore: jarmione    26/06/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Buongiorno!!! Andiamo per punti.
Ho modificato l'introduzione (o la trama, chiamatela come volete) l'altra era pessima in tutti i sensi
Ho un sacco di storie ferme e sto impazzendo, se dovessi ritardare nel pubblicare significa che sto seguendo le altre, ma non mi dimentico state tranquilli.
Buona lettura! 




Il mattino seguente, Michael, si svegliò sentendosi dolorante.
Non era la prima volta che dormiva in macchina, ma ultimamente stava perdendo colpi...Invecchiava.
Invecchiava come tutti, ma allo stesso tempo non riusciva ad accettarlo e voleva fare le solite peripezie insieme a KITT, che invece era sempre lo stesso.
Amy si era addormentata al calar del sole e non si era svegliata da allora, dormiva come un angioletto.
Lui invece aveva guidato finché gli occhi non avevano implorato pietà e si era fermato in uno spiazzo sul lato della strada; essendo abbastanza deserta nessuno li avrebbe disturbati.
Si massaggiò il collo infine si tolse la giacca e la mise ad Amy, spostandole i capelli da davanti al viso.
Faceva freschino, ma lui lo poteva sopportare.
Scese dalla macchina e si stiracchiò, felice di poter muovere le gambe dopo ore di guida.
Respirò l'aria mattutina a pieni polmoni facendo un po' di stretching con le braccia, era da poco sorta l'alba.
Intravide, a pochi metri di distanza, un cartello che indicava la città più vicina, ad un miglio da lì.
Era decisamente l'ideale per fare una bella colazione.
Non mangiavano dalla sera prima, perché Amy si era addormentata e lui non aveva neanche un po' di fame.
Sbadigliò e poi osservò la piccola.
Assomigliava così tanto a Bonnie che per un attimo penso che si fosse miniaturizzata.
Non ebbe il coraggio di svegliarla.
Si appoggiò a KITT che, come sempre, era in allerta.
Osservò l'orologio "Se non troviamo traffico, partendo subito dopo la colazione, dovremmo raggiungere la fondazione entro sera"
Non ricevette risposta.
"KITT?" ancora nulla.
Michael sospirò "Mi dispiace...Essendo una macchina molte cose non puoi giustamente capirle e spiegare sarebbe lungo ma...Per un attimo mi sono sentito usato capisci?"
Ma niente, KITT non rispondeva.
"Ti prego, KITT, rispondimi" era naturale che fosse offeso, macchina o no capiva le minacce e gli insulti e lui l'aveva offeso pesantemente non considerandolo più suo amico "Va bene...Lasciamo stare" non volle proseguire, era meglio stare zitti.
Entrò in macchina e sospirò accarezzando il volante.
Se insisteva lo avrebbe irritato di più.
Si voltò infine verso Amy e allungò una mano per svegliarla
"Amy...Svegliati, piccola"
Amy si lamentò e lentamente aprì gli occhi
"Ben svegliata dormigliona"
"Michael" si mise dritta notando di avere la giacca di lui addosso "Grazie"
"Di niente" Amy fece per dargliela ma lui la fermò "tienila pure, fa abbastanza fresco la mattina, me la darai più avanti"
"Va bene"
Michael mise in moto "Adesso raggiungiamo la prima città e facciamo una bella colazione"
"Oh sì, ho una fame" rispose euforica, svegliandosi del tutto.
"Vedo che ci capiamo" sul cibo andavano d'accordo.
Partirono raggiungendo la prima città.
Era abbastanza deserta, solo qualche macchina viaggiava, ma erano rare anche quelle.
I negozi erano ancora chiusi, tranne i bar e i fast-food.
Alle sette del mattino, di sabato, era anche normale.
Cercarono un parcheggio e lo trovarono esattamente davanti ad un piccolo bar.
Quando scesero, Amy si accorse di ballare dentro alla giacca di Michael
"Mi va grande" rise alzando le braccia e mostrando le maniche che coprivano, di almeno dieci centimetri, le mani piccole della bambina.
Rise anche lui e solo in quel momento si accorse di ogni dettaglio di Amy.
Aveva una piccola macchia chiara sul collo, uguale a quella che aveva scoperto a Bonnie durante la fatidica notte.
Indossava un semplice paio di jeans e una camicia alla boscaiola, proprio come quelle che piacevano a Michael.
"Bella camicia" disse
"Grazie, mi piacciono le camice così" almeno qualcosa, oltre agli occhi, l'aveva presa da lui.
Non aveva mai avuto a che fare con bambini e non sapeva come comportarsi, cosa gli piaceva e cosa no.
Avrebbe dovuto imparare in fretta, dopotutto era l'unico parente che aveva...così aveva capito.
"Un bel bicchiere di latte lo vuoi?"
"Oh sì, per favore"
Entrarono nel bar, Michael ordinò e si sedettero al tavolo.
Amy sbadigliò e si guardò attorno curiosa.
Poi il suo sguardo si posò su KITT "Perché non parla più?"
Michael sospirò, era meglio spiegare qualcosa alla bambina, non nei dettagli ma quanto bastava a farle capire.
"Vedi, Amy, KITT è una macchina ma...allo stesso tempo ha sentimenti e quando viene offeso riesce anche a non parlare per due giorni"
"E tu l'hai offeso?"
"Diciamo che, in un attimo di rabbia, ho detto cose che non pensavo" guardò verso KITT, che aveva i sensori attivi e vigilava la zona.
Lo guardò avvilito, senza sapere cosa dire o fare.
Era il suo migliore amico, l'unico che lo capiva...e lui l'aveva trattato come se fosse uno scarto.
Si sentiva così in colpa che avrebbe voluto urlare.
Quando arrivò il loro ordine, fecero colazione, guastandosi a pieni sorsi il loro latte e una piccola brioche, che Michael aveva ordinato apposta per Amy.
"Cioccolato!" Esclamò "fantastica!"
"Sapevo che ti sarebbe piaciuta"
La mangiò di gusto e finì il latte, ritrovandosi con i baffi.
"Direi che non sei amante del latte" disse Michael sarcasticamente, prendendo un tovagliolo e aiutandola a pulirsi "ora andiamo, tu esci io arrivo subito e non muoverti dalla macchina"
"Si" ed uscì avvicinandosi a KITT "ciao KITT"
"Ciao, Amy" salutò l’auto.
"Ma allora parli!"
"Certo, ti aspettavi diversamente?"
Scosse la testa "Michael mi ha detto che avete litigato"
"Non avrei usato questo termine" rispose KITT "Ma aveva le sue buone ragioni e credimi, non contraddirlo mai"
"È cattivo?"
"Assolutamente no, ma quando si arrabbia nessuno lo ferma"
"Oh..."silenzio per alcuni istanti "te l'hanno mai detto che sei fantastico?"
"In tanti" rispose "ma da parte tua è meglio che dagli altri"
Amy rise "La mia mamma mi ha parlato di te"
"Davvero?" Domandò con tono sorpreso "E come sta adesso?"
"Non sta bene" Amy abbassò lo sguardo
"Mi dispiace, ma sicuramente troveranno un modo per farla stare meglio"
"Speriamo....Michael è dispiaciuto per averti offeso"
"Ho sentito tutto, dispiace anche a me"
Amy mise un mano sul cofano di KITT per accarezzarlo, ma quando l'appoggiò sentì due enormi braccia avvolgerla e tirarla su.
"KITT!" Gridò allungando le sue braccia, come se volesse raggiungerlo "KITT!"
"AMY! Michael hanno preso Amy" comunicò KITT attraverso l'orologio.
Michael uscì immediatamente, facendo appena in tempo a vedere un pick-up allontanarsi "Seguili KITT!" Sali in macchina e sgommando partì seguendo il rapitore.
Amy era sul retro, che si teneva aggrappata al bordo per evitare di finire fuori.
Il pick-up era veloce, Michael dovette attivare l’alta velocità per raggiungerlo.
"Traccia la rotta e stagli dietro KITT"
"Subito" sul monitor apparve la mappa della zona e le due possibili strade che il pick-up avrebbe potuto percorrere "c'è una fabbrica di metallo a un miglio da qui, sono diretti la"
"Anche noi" rispose Michael.
Nonostante il turbo, non riuscirono a stargli particolarmente appiccicati e in più Michael non voleva rischiare di farlo finire fuori strada o avrebbe fatto male ad Amy.
Meno di ventiquattro ore e come padre aveva già fallito.
Raggiunsero la fabbrica e si fermarono dietro a dei cespugli per non farsi vedere.
"KITT, scansione la zona"
KITT fece come gli era stato ordinato e sul monitor fece apparire una mappa della fabbrica.
"Ci sono sei persone nella zona ovest, in quelli che un tempo dovevano essere uffici"
"Bene, vado a prendere Amy tu guardami le spalle"
"Michael, aspetta!" Ma niente, era già andato.
Nel frattempo, nei vecchi uffici.
"Capo!" L'uomo che aveva preso Amy, un bestione di almeno novanta chili, si avvicinò ad una scrivania trasandata.
C'era una sedia, di quelle girevoli, rivolta verso il muro.
"E Knight?"
"Seminato al bivio"
La sedia girò, rivelando il volto di chi stava dietro.
L'uomo enorme teneva Amy per un braccio e non accennava a mollare la presa.
Un signore, della stessa corporatura di Michael, forse più muscolosa, con baffi, pizzetto e le mani incrociate sotto al mento, osservò la bambina con uno strano sorriso stampato in volto.
"Ci rivediamo, Amelia"
Amy sgranò gli occhi e tentò di dimenarsi con insuccesso
Quello che uscì dalle sue labbra fu solo un lieve mormorio, simile al pigolio di un pulcino.
"Garth Knight"
  
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