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Autore: Aishia    26/06/2016    4 recensioni
Andavo alla deriva, verso la plagia, tetra e grigia piega che stava prendendo la mia vita.
La nostra ultima possibilità di salvezza era scemata, un’altra volta, spiegata via come le ali di una farfalla che, dopo una lunga lotta con se stessa, ha preso il volo verso l’infinito.
Non avevamo altra scelta.
Era finita e non riuscii a trovare dentro, la forza di combattere e resistere a qualcosa di molto più grande di me, di noi, di quei due mondi che stavano per abbattersi, schiantarsi, l’uno contro l’altro.
Era la fine.
Perdenti.
Reietti.
Sopraffatti da un male maggiore che stava squarciando il nostro mondo a metà.
Ed io andavo alla deriva, trasportata dalle onde del mare che mi trascinavano lontana, perfino da me stessa, verso un destino ignoto.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Luna rossa
 



« … Oh mio Dio … ».
Mi sentii morire quando puntai lo sguardo verso l’alto, notando il cielo terso e limpido mutare forma, divenendo improvvisamente scuro come se fosse calata la notte, ricoperto da dei nuvoloni tetri e grigi che coprirono i raggi del sole, lasciando spazio alla maestosa palla infuocata che spiccava fra le tenebre, portando su questo mondo un’orrenda maledizione.

Era lei.

La luna rossa.

Non potevo credere a quel che mi si presentava davanti gli occhi e mi coprii la bocca con le mani, sentendomi venire a meno le forze, incapace di vivere e incapace di morire, mentre la mia mente vagò lontano fra ricordi che avevo tentato a lungo di cancellare e che dopo così tanto avevano fatto ritorno, riportandomi a sette anni addietro, quando una giovane ragazzina di diciassette anni e suo fratello partirono per un lungo viaggio nel passato.
 
« Non ci posso credere »,  sussurrai con un filo di voce, sentendomi cedere la terra sotto i piedi e mancare il fiato di fronte a quello spettacolo sovrannaturale che oscillava tra l’irrazionalità della realtà.

In tutto il suo assurdo splendore pavoneggiava nel cielo scuro, beffandosi di noi poveri comuni mortali e condannandoci ad un destino ignoto,  ad una morte lenta e dolorosa a causa di quella presenza che richiamava a gran voce un oscuro pericolo.

Ancora una volta ero rimasta braccata dal suo volere spietato, costretta a ripercorrere quel filo instabile che la vita aveva scelto per me.
Ero io però, l’artefice del mio destino. Io, non la Luna.

Avevo vagato senza meta per un tempo che mi parve interminabile, vagabondando fra strade sbagliate e imprevedibili incroci e adesso che stavo ripercorrendo la giusta via alla ricerca di me stessa, era ritornata, riportandomi sulla linea di partenza, sbattendomi in faccia quel passato che avevo tentato a lungo di cancellare.

« E’ tornata ».

Dei passi alle mie spalle mi riportarono con i piedi per terra, dando voce ai miei pensieri e distogliendo la mia attenzione da quello spettacolo terrificante che mi si parava davanti gli occhi.
La sua voce era un sussurro in confronto al frastuono che emanava l’universo e ispirai profondamente, socchiudendo gli occhi e tentando di ricacciare quelle lacrime che fecero capolino dai miei occhi chiari,  sussultando quando sentii la mano fredda di mia nonna attorniarmi la spalla nuda, costringendomi a guardarla e notare la sua espressione un po’ turbata ma rassegnata all’evidenza.
 
Le dovevo tutto.
 
Dovevo la mia intera esistenza a quella donna dai lunghi capelli brizzolati.
Aveva fatto di me una guerriera, degna di essere la custode dei mondi che avevo giurato di proteggere con tutte le mie forze e che, ora come ora, avevano di nuovo bisogno di me.
 
Mi aveva dato le giuste risposte a tutto quel frastuono che avevo in testa ma questa volta la vita aveva cambiato le mie domande e nemmeno lei avrebbe potuto salvarmi da me stessa.
Strinsi la sua mano, strizzando gli occhi e cercando di trovare un perché a tutto questo.
In fin dei conti sapevamo tutti che un giorno la luna rossa sarebbe ritornata.
Una parte di me, infondo, lo sperava davvero.
 
« Perché? Perché è tornata, nonna? ».
Mi guardò a lungo, scostandomi una ciocca ribelle dal viso e portandomela dietro l’orecchio, aprendo la bocca per poi richiuderla un attimo dopo.
Nemmeno una degli anziani sapeva la risposta?
Nemmeno quella che  nel mondo della pirateria si faceva chiamare Eva Bens,la megera, sapeva quale male si stesse abbattendo sopra le nostre teste?
 
« E Rose? », le domandai con un filo di voce, avvertendo lo stomaco rivoltarsi dentro al solo pensiero di quello che le potesse capitare « Perché le sta succedendo questo? ».

Distolse lo sguardo, puntando gli occhi sul cielo scuro e tirò un lungo e insaziabile sospiro, non trovando il coraggio di dirmi quel che mi premeva sapere.

Rose stava combattendo quei demoni che avevo afflitto la mia mente sette anni fa, quando i miei sogni mi mostravano frammenti di un futuro che presagivano la mia fine, portandomi conseguenze al risveglio, quando del sangue nero sgorgava incessantemente sul punto stesso in cui la lama di una spada aveva dilaniato il mio ventre, provocandomi una morte lenta e dolorosa.

Adesso quella donna stava lottando contro sé stessa, contro i fantasmi del nostro passato, consapevole che quella sua muta richiesta mi avrebbe messa in pericolo, per la seconda volta, chiedendomi di rischiare la vita per lottare contro qualcosa che incuteva terrore perfino ad una guerriera come lei.

« … Il mondo ha di nuovo bisogno di te … »,sussurrò dopo un silenzio che mi parve eterno, soppesando quelle parole che mi arrivarono dritto al cuore, guardandomi dolcemente come se volesse curare la ferita che mi aveva appena inflitto.
« Che tu lo voglia o no, Chanel, sei l’ancora fra i mondi e tua sorella sarà la tua fortezza. Ha un gran potere assopito, dentro sé, risvegliatosi nel momento stesso in cui la luna rossa ha fatto ritorno tra di noi, indice che un male maggiore sta per abbattersi sopra le nostre teste. Chanel, lei è la chiave ».
 
Che cosa stava tentando di dirmi?
Rose … ?

« La chiave? Nonna, non metterò in pericolo una bambina di sette anni! ».

« Ma non capisci? Roseva è già in pericolo.
Questo potere la ucciderà … »
 
 Rose era solo una bambina e io non potevo rischiare la sua vita per un qualcosa che avevo già affrontato in passato.
Avevo già perso mio padre che mi aveva donato la sua vita quando la mia era finita, impedendo alla mia anima di dissolversi nel nulla e salvando il mio corpo dalle ceneri di un male che avevo predetto attraverso i miei sogni oscuri, gli stessi che adesso stavano affliggendo la mia piccola bambina.
 
‘’una vita per una vita ‘’.
Questo era il prezzo per risparmiare la mia anima.
Questo era il prezzo pagato da mio padre pur di riavermi indietro.
 
Non mi perdonerei mai se perdessi anche lei.
 
« Morirà se verrà con me! ».

Un urlo soffocato  mi fece ritornare con i piedi per terra e guardai mia nonna sbiancare improvvisamente e persi un battito quando ci voltammo, notando Rose sull’uscio della porta, con le mani in grembo, piegata in due dal dolore.

« Rose ! », strillammo entrambe, avvicinandoci a lei in modo apprensivo e la presi tra le mie braccia, scostandole i capelli dal volto e tentando di capire quel che le premeva.

« Non m’importa », sussurrò lei, digrignando i denti e appoggiandosi a me, tentando di sopportare quel dolore troppo grande per una bambina così piccola.
Il suo abito era ancora ricoperto di sangue che fuoriusciva imperterrito dai suoi occhi chiari, come lacrime temprate che cercò di ricacciare all’interno, tentando in cuor suo di apparire forte di fronte a quel male che si stava prendendo gioco di lei.
Rose …

« Verrò con te », mormorò con un tono che non ammetteva repliche, aprendo gli occhi e sollevandosi un po’, ispirando profondamente, tentando di prendere fiato.
Mi guardò duramente, afferrandomi la mano e guardandomi con quegli occhi supplicanti che mi fecero sentire in colpa «La nonna ha ragione …», sussurrò prendendo nuovamente fiato « Io sto già … morendo … e venir con te è l’unica soluzione per salvare me stessa e Alan ».
 
Alan?

Sgranai gli occhi  e la guardai sconvolta, smettendo perfino di respirare quando udii quel nome uscire dalle sue labbra rosee. Quel nome che avevo impresso nel mio cuore e che tenevo sigillato dentro come se fosse il più prezioso dei tesori.
Questo stava a significare che Alan era in pericolo e che la luna rossa mi avrebbe ricondotta da lui? Da Jack?
Stavo per rivederli  dopo anni, dopo sette lunghi e interminabili anni in cui la vita ci aveva costretti a dirci addio.

« Al … an? Alan? ».

« Si, Alan! Non puoi impedirmi di conoscere mio fratello, Chanel! Però dobbiamo fare in fretta perché non riuscirò a trattenerla ancora per molto ».

« Trattenere cosa? ».

« la luna! », proferì mutando in volto quando il dolore la pervase, ricadendo sul pavimento ligneo e trattenendosi la pancia dal forte dolore, digrignando i denti ,tentando di soffocare un urlo atroce.

« Dovete andare! », tuonò la nonna, strappandosi i lembi dei vestito e pulendole il viso dal sangue che sembrava sgorgare come un fiume in piena.
Mi guardò con uno sguardo che non avevo mai visto « Sta trattenendo la luna e impedire al portale di chiudersi ma questo le richiede uno sforzo che non reggerà a lungo. Dovete sbrigarvi, prima che questo potere la uccida! ».

Mi portai le mani sul viso, incapace di reagire mentre mia sorella stava lottando contro sé stessa,contro un potere che la stava uccidendo lentamente.
Un potere che stava annientando sé stesso.
 
Non potevo perdere anche lei e forse l’avrei fatto in entrambi i modi, anche se fosse rimasta qui.
« Ma io … ».
 
« Prendi questa », tuonò, prendendo qualcosa dalla sua tasca, richiudendola nella mano « sarà l’unica cosa che ti servirà per questo viaggio ».
 
La guardai inerme, stentando a prender quell’aggeggio infernale e senza tempo.
La bussola era ritornata dai miei sogni, riproponendo ricordi che avevo tentato a lungo di cancellare e portando a galla ferite non del tutto cicatrizzate.
 
Guardai mia sorella e le sorrisi dolcemente, stringendo la sua piccola manina tra la mia
« Andremo insieme ».
 
«Ed  io verrò con voi! ».
Mi voltai di scatto quando sentii quella voce alle mie spalle, ritrovando a pochi passi una delle poche persone che mi tenevano legate a questo mondo e di cui non potevo far a meno.

Chris stava salendo le scale  e di fretta e furia attraversò il porticato e abbassai di colpo lo sguardo, guardando di traverso la bussola e notando l’ago compiere qualche breve piroetta, girando su sé stesso e fermandosi di fronte a me.
Proprio su di lui.
 
Lo vidi avanzare spedito e con passo celere, inginocchiandosi vicino a noi e guardandomi con quello sguardo di chi non voleva saperne di dirmi addio.
 
« verrò con voi », ripeté più deciso, prendendomi per le spalle e soffocai tra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto forte e sentendo i battiti del suo cuore fare eco nella mia testa.
Non  trovavo la forza di separarmi da lui.
Di dirgli addio.
 
« … Non puoi … ».

« E tu non puoi chiedermi di lasciarti andare ».

Lo guardai in viso e socchiusi gli occhi quando avvicinò il suo volto al mio, premendo le sue labbra sulle mie, in un bacio senza tempo né confini.

« Chanel, dovete andare », sussurrò mia nonna mettendomi un braccio sulle spalle e richiamando la mia attenzione.
Mi divincolai di malavoglia da quell’abbraccio, cercando d’imprimere nella mia mente il suo profumo  e i suoi occhi scuri e profondi.
Profondi come quelli del famigerato Capitano.

« Dovete fare presto », si lagnò la nonna strattonandomi, prendendomi la mano e racchiudendomela in quella di mia sorella. « tu e Rose »
Soffocai un respiro e cercai di reprimere quelle lacrime che fuoriuscirono dai miei occhi, afferrando la mano di mia sorella e voltandomi verso Chris, forse per l’ultima volta.

« Questo non sarà mai un addio», sussurrai e lui sgranò gli occhi, rimanendo lì, inerme.

Socchiusi gli occhi e cercai dentro di me di ricongiungermi alla luna, di unire i nostri poteri fino ad unificarli in un’ unica grande forza, sentendomi il sangue ribollirmi in ogni vena del mio corpo e il cuore accelerare i suoi battiti a dismisura.

Avevo già affrontato tutto questo in un passato lontano e sapevo perfettamente che quella forza che mi bolliva dentro stava per spedirmi in un’altra dimensione.

Improvvisamente la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare e mi sentii avvolgere da una pace profonda, prima di sentirmi più leggera, scossa dall’energia che ci stava trasportando in un altro mondo.

«Non posso lasciarti andare!», replicò una voce, afferrandomi la mano con forza e svanendo con noi, tra l’idilliaco spazio del tempo che stava per riportarci in un passato lontano, in un mondo idilliaco e diabolico.

 

 


Eccomi!
Bentornati al secondo capitolo della storia.
Vorrei scusarmi per l’enorme ritardo ma questo capitolo si è presentato più difficile del previsto, soprattutto perché ho cercato di renderlo migliore possibile.
Devo dire che la storia sta iniziando ad entusiasmarmi e voi che ne pensate?
Come vi sembra?
Volevo ringraziare tantissimo ‘’Princess of Dark’’ e ‘’Fiphina’’ per aver recensito. Sono molto contenta che vi sia piaciuto il capito e vi ringrazio per tutti i complimenti! Spero di non deludervi!
Passando alla storia…
I nostri eroi sono finalmente partiti per questo lungo viaggio dettato dal fato , lo stesso che nella storia precedente ha voluto che Chanel ritornasse a casa.
La piccola Rose, ha un potere dentro sé che farà tremare la terra e che dire di Chris?
Possiamo immaginare cosa ci sia tra i lui e Chanel ma come la prenderà il nostro famigerato Capitano?
Si ricorderà ancora della nostra cara Chanel e dei suoi sentimenti?
Lo scopriremo presto e ditemi la vostra!
Alla prossima!
Aishia
  
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