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Autore: QueenVLondon    27/06/2016    2 recensioni
Quando a Sarah viene affidata un’intervista con George Wellington, uno dei suoi attori preferiti da sempre, la ragazza non riesce a credere alla propria fortuna. Ma durante il loro primo incontro l’uomo si mostra totalmente diverso dall’idea che lei aveva costruito di lui e, dopo una serie di sfortunati eventi, Sarah sembra pronta a metterci una pietra sopra.
Tuttavia, cosa succederebbe se il fato decidesse di farli incontrare di nuovo? Sarah sarà capace di resistere al suo fascino e a non permettere a se stessa di lasciarsi coinvolgere da lui?
Dopotutto ogni sogno ha il suo prezzo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Un mese dopo
 
«Cosa ne pensate di questo?», chiese Sarah, fissando scettica la propria immagine riflessa nello specchio.

Era rinchiusa in quell’atelier poco distante da Rodeo Drive da quelle che le sembravano settimane invece che ore e iniziava davvero a essere stanca.

Possibile che dovesse essere così difficile scegliere un abito da sposa?! Ne aveva provati un’infinità e ormai non era neanche più capace di ricordare quale le fosse piaciuto.

«Non è male, ma non sono convinta...», sentenziò Sam dopo un attimo. «Lei cosa ne pensa, Margaret?»

«Non credo sia quello giusto. La gonna è troppo gonfia e le rose di pizzo sulla cintura in vita non ti stanno affatto bene», rispose la futura suocera.

La ragazza si lasciò sfuggire un sospiro. Non le importava molto dell'abito e dubitava di riuscire a sopportare un'altra giornata come quella, ma non voleva neanche andare all'altare con l'aspetto di una bomboniera gigante, che era esattamente quello che le veniva in mente guardandosi con indosso quel vestito.

Se non altro per una volta dovette riconoscere che quella mattina ogni commento critico o sarcastico di Margaret pareva riservato agli abiti e non a lei, particolare per il quale le fu più che grata. Le sarebbe stato difficile replicare mantenendo la propria dignità con quell’affare addosso.

In effetti, Sarah era convinta che il suo buon umore fosse soprattutto merito dell'unica persona che conosceva capace di fare quell'effetto a una donna.

Non aveva incontrato George molte volte da quando erano tornati separatamente a Los Angeles, però quando gli aveva comunicato con voce rassegnata che Margaret avrebbe trascorso un intero week end a casa sua, senza la presenza rassicurante del suo futuro marito, l'attore si era offerto di passare per un rapido saluto, che alla fine era evoluto in una cena.

Inutile dire che la signora non aveva neanche provato a far finta di non preferirlo alla sua compagnia.

Ogni volta che George aveva proferito parola la donna era sembrata pendere letteralmente dalle sue labbra e Sarah si era domandata come ci si sentisse a essere oggetto di attenzioni di quel tipo tanto di frequente. Forse era talmente abituato da non farci neanche più caso.

Non avevano più parlato di ciò che era accaduto a New York. George si era limitato a porgerle i saluti di suo padre e a dirle che le loro giornate insieme erano state più piacevoli del previsto, anche se dubitava fossero riusciti a cancellare il passato dall’oggi al domani.

Le sembrava di scorgere un leggero ma deciso cambiamento in lui e non poté che attribuirne il merito al riavvicinamento a suo padre. Non aveva mai saputo cosa si erano detti di preciso, ma in fondo non erano affari suoi: la cosa importante era che lui stesse bene. 

Anche con Will le cose erano tornate alla normalità. Una volta fatto rientro a Los Angeles l'aveva trovato ad accoglierla a LAX come le aveva promesso e riabbracciarlo l'aveva fatta sentire di nuovo a casa e al sicuro.

Non si era comportata bene con lui e se le parti fossero state invertite non era certa di come avrebbe reagito… Per sua fortuna l'uomo che amava pareva essere una persona migliore di lei.

Era stato divertente sentirlo raccontare dei due giorni trascorsi a Chicago insieme al suo vecchio e ancora non riusciva a credere che non si fossero saltati alla gola. Sarebbero andati a trovarlo di nuovo insieme il mese successivo per parlare della cerimonia, ma la prospettiva non sembrava più turbare il suo fidanzato. Ogni loro dissapore doveva essersi appianato e, se erano riusciti a superare le rispettive ritrosie, sapeva che l’avevano fatto per lei.

Avrebbe desiderato che fosse altrettanto semplice riuscire a parlare a cuore aperto anche con la sua futura suocera.

«Se questi modelli non la convincono forse dovrebbe provare una linea differente», le suggerì la commessa in tono annoiato. 

Sarah annuì appena.

Aveva guardato alcuni programmi in televisione che trattavano dell’argomento e aveva trovato divertente osservare la medesima espressione estasiata dipinta sul volto di ognuna di quelle donne.

Forse doveva semplicemente accettare di non essere la tipica ragazza da matrimonio e accontentarsi di un abito che non la facesse sentire a disagio, o non le facesse desiderare di bruciarlo in un falò sulla spiaggia.

Sarebbe stato molto più facile se la commessa non avesse continuato a farle provare un abito più pomposo dell’altro, che fra l’altro non si sarebbe neanche ben adattato alla cerimonia semplice che stavano organizzando.

Alla fine, infatti, aveva seguito il consiglio di George e aveva confessato a Will di preferire qualcosa di più modesto e intimo. Voleva solamente stare insieme a lui, alle loro famiglie e agli amici più stretti.

La loro vita riguardava solo loro e non persone con cui non aveva più rapporti da secoli.

«Secondo me un abito con la linea a sirena ti starebbe benissimo!», dichiarò Sam, rammentando improvvisamente alcune foto che aveva visto su una rivista.

La futura sposa lanciò un’occhiata di soppiatto a Margaret, ma non sembrava aver nulla da ridire, così seguì la commessa nel camerino.

Attese per qualche minuto, poi finalmente la donna tornò con degli abiti che non sembravano usciti da un film della Disney. Ne selezionò tre e, lasciando che la donna la aiutasse, indossò il primo.

Non appena si guardò stavolta si sentì molto meglio. L’abito non era ingombrante e il tessuto ricamato le piaceva. Il corpetto era un po’ stretto, ma niente rispetto ai modelli precedenti.

Inoltre, dovette constatare che Sam aveva ragione: la linea a sirena le stava benissimo e la slanciava in maniera incredibile. Anche se forse l’orlo in pizzo smerlato era leggermente eccessivo…

Se non avesse trovato di meglio però sarebbe stato un buon compromesso con lo stile tradizionale, che tanto piaceva alla futura suocera, e qualcosa di più pratico. Almeno questo non urlava “Sono una principessa”.

La commessa annuì con un minimo di convinzione in più e la invitò a uscire per farsi vedere dalle sue due accompagnatrici.

Non appena la videro Margaret storse un po’ il naso, ma non disse nulla. Sam, invece, pareva entusiasta che il suo consiglio avesse fruttato l’esito sperato.

«Ti sta divinamente, Sarah!», esclamò.

La ragazza si voltò verso Margaret e attese di sentire il suo parere. Era strano chiedere un’opinione per quella scelta proprio a lei. Ma in fondo, per quanto non si andassero particolarmente a genio, stavano diventando una famiglia e Will voleva bene a sua madre.

«Non sono sicura…», mormorò, pensierosa. «Ti sta bene, meglio dei precedenti, ma…».

«L’orlo in fondo è sfarzoso», concluse lei.

La donna paradossalmente annuì.

«Ti vedrei meglio con qualcosa di diverso».

«Dovresti tenere le spalle scoperte. In fondo a Luglio morirai di caldo!», intervenne Sam, saggiamente.

Sarah non era sicura che Margaret fosse del tutto d’accordo con la loro cerimonia all’aperto, ma non aveva mai detto niente al riguardo. Evidentemente Will aveva saputo essere convincente e categorico.

Così tornò nello spogliatoio e il verdetto per il secondo abito fu più o meno identico: entrambe apprezzarono il corpetto con lo scollo a cuore, ma non la parte sotto.

Quando venne il momento di togliere l’abito per provare l’ultimo la ragazza si augurò con tutte le sue forze che questo mettesse d’accordo tutte in quanto desiderava soltanto respirare di nuovo un po’ d’aria fresca fuori da quel negozio!

Lo indossò il più velocemente possibile e non si guardò neanche finché non fu nell’altra stanza.

«Sarah…», iniziò Sam.

«Sei magnifica», affermò Margaret in tono quasi commosso.

Erano lacrime quelle che le pareva di aver scorto per un istante nei suoi occhi?

Incuriosita più da quel complimento che dall’abito in sé, cercò lo specchio con lo sguardo e rimase senza fiato.

Era decisamente il migliore abito che avesse provato quel giorno ed era anche il più comodo.

Era leggero e il ricamo sul tessuto ricordava la fantasia di perline nella parte superiore. La scollatura non era eccessivamente pronunciata e le lasciava le spalle scoperte senza lasciar vedere troppo. Sul retro era chiuso da un’abbottonatura che riprendeva lo stesso motivo di perle. La gonna scendeva sinuosa ed elegante. Era seducente senza essere volgare, raffinato senza essere pomposo.

Era semplicemente l’abito giusto. Inoltre, era certa che Will l’avrebbe adorato.

«Dovresti raccogliere i capelli», le suggerì Sam.

«Sì, mi piace l’idea».

«Sei bellissima, Sarah. Credo che non dovresti provarne altri. È perfetto!»

Sarah sorrise.

«Samantha ha ragione. Non troveremo un abito migliore di questo. Sembra essere stato fatto a posta per te», dichiarò la futura suocera.

«Forse dovremmo provare anche il velo», intervenne la commessa, scomparendo prima che qualcuno le rispondesse.

Qualche istante dopo il telefono di Sam squillò, facendole sfuggire una risatina.

«È l’ufficio. Scusate, devo rispondere. Faccio in un attimo», mormorò, allontanandosi.

Sarah contemplò un altro secondo la propria immagine e per un istante immaginò quale sarebbe stata la reazione di suo padre vedendola quel giorno. Non ne avevano parlato sul serio, ma sapeva che la cosa lo rendeva orgoglioso e… spaventato.

Per lui sarebbe stata per sempre la sua bambina, fede al dito o meno.

Non aveva mai pensato, da quando aveva accettato la proposta, a come si sarebbe sentita nel giorno delle nozze, però in quel momento realizzò che forse sarebbe stato davvero uno dei più bei giorni della sua vita. Con Will.

Margaret si schiarì la voce e si avvicinò a lei.

Sembrava particolarmente a disagio.

«So di non essere sempre stata… accomodante con te, ma ho visto quanto rendi felice mio figlio e… Lui è felice», disse la donna. «Sarai una sposa magnifica».

«Grazie, Margaret. Significa molto per me», mormorò grata.

«Vuoi mettere il velo?», le chiese, riacquistando la sua solita calma.

«Non ne sono sicura…», ammise lei. «Di certo non porterò il diadema», aggiunse per chiarire subito la sua posizione.

Margaret parve riflettere un attimo.

«Beh, il mio velo si è conservato piuttosto bene, se pensi che ho sposato il padre di Will quasi 32 anni fa. Mi farebbe piacere se tu lo indossassi. Ne ho accennato a Will e mi ha risposto che avrei dovuto chiederlo a te».

«Ehm…».

Indossare il velo di Margaret?

«Ho pensato che non volessi quello di tua madre», proseguì la signora.

«No, direi di no. Non le ha portato molta fortuna», osservò Sarah con leggera ironia. Poi aggiunse: «Sarei onorata di mettere il tuo».

In fondo la sua presenza si era mostrata meno fastidiosa del solito e ciò che le aveva appena detto veniva dal cuore. Era la prima volta da quando ne conservasse memoria che la donna non aveva aggiunto un “ma” a un complimento rivoltole e non voleva fare nulla per rovinare quella situazione semi-idilliaca.

«Hai cresciuto un uomo straordinario e io sono stata davvero estremamente fortunata a incontrarlo. Se il nostro matrimonio sarà anche soltanto la metà di quello che è il vostro, sono sicura che saremo molto felici».

La donna le sorrise apertamente.

«Direi che possiamo congedare la commessa, che fra l’altro era una vera incompetente», affermò, tornando al suo solito tono pratico e autoritario.

«Direi di sì», convenne lei.

E fu così che Sam le trovò quando rientrò nell’atelier: l’una di fronte all’altra, sorridenti. Una famiglia.
 
                                                                        ***

Will la baciò sulla spalla, poi fece scendere la mano fino a raggiungere i suoi fianchi, procurandole un brivido di piacere. Era ancora bramoso del suo corpo. Di lei.

Avevano appena terminato di fare l’amore e Sarah si voltò soddisfatta verso il suo uomo.

Lui le accarezzò una guancia e le ripose una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Aveva dei capelli incredibilmente setosi.

«Quando saremo sposati riceverò ancora tutte queste attenzioni?», le domandò Will.

Lei sorrise.

«Non lo so… Dipende da te», rispose.

Will l’attirò a sé e riprese a baciarla. Le sue mani si muoveva bramose sulla sua pelle, facendole desiderare di riprendere esattamente da dove erano rimasti, ancora e ancora…

«Se continuerai così mi scorderò completamente di raccontarti quello che è successo oggi», mormorò lei con voce roca.

A malincuore l’uomo si fermò, capendo che c’era qualcosa di cui lei voleva parlargli. Quelle ultime settimane erano state piacevolmente strane e finalmente avevano stabilito la data.

«È una fortuna che io abbia riaccompagnato tua madre in aeroporto oggi pomeriggio», affermò lei.

«Beh, credo che tutto questo sarebbe stato molto difficoltoso se lei fosse stata in questa casa», convenne lui. «È sorprendente che mia madre abbia preso un aereo da sola per venire qui».

Da quello che ricordava era stata la prima volta in assoluto in cui la sua genitrice si era mossa senza la compagnia di suo padre o di sua zia.

«Credo che fosse importante per lei partecipare alla scelta dell’abito. Sei stata carina a renderla partecipe», aggiunse, guardandola con espressione grata.

Non era stato semplice convincere sua madre a piegarsi di fronte alle richieste di Sarah e alle proprie. Era una donna orgogliosa, abituata ad avere sempre ciò che voleva, e Will era conscio che l’unico motivo per cui non si era impuntata sulla faccenda del matrimonio fosse che per quanto amasse avere l’ultima parola in una discussione, aveva molto più a cuore la felicità di suo figlio.

La prospettiva della loro cerimonia intima non doveva essere stata una passeggiata per lei, ma non aveva replicato e a giudicare dall’umore della sua fidanzata sembrava non averle rinfacciato nulla.

«È tua madre», disse Sarah gentilmente. «Mi ha chiesto se voglio mettere il suo velo».

Will sgranò gli occhi.

«Sul serio?»

La ragazza annuì.

«Le ho detto di sì».

«Credevo odiassi l’idea del velo», osservò lui ancora incredulo.

«È stata davvero gentile con me oggi e penso non avrebbe preso bene un rifiuto. Inoltre, è… qualcosa di vecchio e prestato, no?»

Per tutta risposta lui le prese il viso fra le mani e la baciò.

«Non metterò niente di blu, sia chiaro», mormorò lei con il fiato corto.

Quanto lo desiderava!

«Ricevuto. Ma se inizi a fare comunella con mia madre sarò in netta minoranza numerica…», disse lui.

«Beh, ti ricordo che potresti avere mio padre dalla tua parte».

Will scoppiò a ridere.

«Ne dubito, Amore. Ma non si sa mai…», scherzò lui. Poi disse, più serio: «È stato strano oggi?»

Lei lo guardò confusa.

«Con tua madre?», gli chiese lei.

«No, no. Per la tua».

Sapeva che non amava parlarne, però aveva ripensato più volte alla loro ultima conversazione in proposito e anche a ciò che gli aveva detto Aaron e non riusciva a capacitarsi del fatto che per lei potesse essere semplicemente un capitolo concluso.

Come poteva credere che non pensasse alla donna che l’aveva messa al mondo?

«Avrebbe dovuto esserlo?», replicò lei sulla difensiva.

«Scegliere l’abito è una cosa madre e figlia e così ho pensato…», cominciò, ma lei lo fermò, poggiandogli un dito sulle labbra.

«Will. Ho smesso a dieci anni di illudermi che mia madre sarebbe stata lì se mai mi fossi sposata. Non ho sentito la sua mancanza oggi e non la sentirò quando ci sposeremo. Lei mi ha abbandonata. Non è più parte della mia vita, è stata una sua scelta. Va bene così».

«Certo, scusami non avrei neanche dovuto tirare in ballo l’argomento, è solo che voglio che anche per te sia un giorno stupendo», disse lui.

«E lo sarà. Con te. Abbiamo una vita meravigliosa insieme. Non potrei chiedere di più», asserì lei, baciandolo. «Grazie».

«Per cosa?»

«Perché mi ami talmente tanto da preoccuparti così per me».

«Ehi, è mio compito», disse lui con un sorriso.

«Te la cavi egregiamente», gli sussurrò, baciandolo di nuovo.

Non potevano sapere cosa gli avrebbe riservato il futuro, ma erano sicuri che di qualunque cosa si sarebbe trattata l’avrebbero superata insieme. 


Ciao a tutte!
Sarah dopo vari tentativi è riuscita a scegliere l'abito da sposa e immagino che la domanda che molte di voi si stanno ponendo sia se effettivamente si sposerà o no con Will. 
E se quest'ultimo ha fatto il possibile per appianare le sue divergente con Aaron, anche Margaret ha deciso di mettere da parte le proprie per amore di suo figlio. 
Sarah e George si sono visti poco nell'ultimo mese e mai da soli... Che cosa succederà al loro prossimo incontro?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
A presto
Vale
  
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