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Autore: Crilu_98    27/06/2016    2 recensioni
"La prima cosa che noto è che cammina in modo strano: tiene le braccia larghe attorno a sé e procede lentamente, titubante. Le sue mani incontrano lo spigolo di uno dei banconi e mi chiedo perplesso perché abbia dovuto toccarlo, prima di aggirarlo. Poi, quando mi soffermo sui suoi occhi, spalancati e fissi su di noi, comprendo.
-Ma è cieca!- urlo, balzando in piedi. La ragazzina si ferma e fa una smorfia sorpresa, voltando il capo proprio verso di me."
Alexandra Jane Sorrentino: origini italiane, orgogliosa, razionale, talmente sicura di sé e delle sue capacità da iscriversi ad un concorso televisivo di cucina. Unico problema: un incidente l'ha resa cieca. Ed è questo che attrae e insieme spaventa Jake Moore, inflessibile e scontroso giudice del concorso: perché Alexandra è diversa, speciale... Ma è probabilmente anche l'unica in grado di capire il suo modo di fare cucina e, con esso, tutto ciò che ha tentato di dimenticare dietro di sé...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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P.O.V. Alexandra
 
Mentre passeggio tranquillamente per i corridoi degli studios mi sento afferrare per un braccio e trascinare in una stanza deserta. Per un attimo ripenso a Smith e alla sua tentata violenza, ma riconoscerei ovunque il profumo di Jake e le labbra che si posano sul mio collo e sulle mie guance.
-Dio, mi sei mancata...!- mugola, strofinandosi contro di me come un gatto. Sorrido e lo stringo a me, saggiando con le dita i muscoli tesi della sua schiena. Jake si distacca da me e so che mi sta osservando con il respiro affannato.
-Io non ce la faccio più!- sbotta.
-Lo so, ma siamo rimasti in dieci e fra poche settimane sarà tutto finito...-
-No, non hai capito: non ce la faccio più ad aspettare per averti. Voglio fare l'amore con te, Alexandra Jane.-
Io ammutolisco sotto il peso e il desiderio delle sue parole.
-Questo bisogno mi sta logorando e vederti ogni giorno senza poterti sfiorare neanche per sbaglio è qualcosa che va al di sopra delle mie capacità. Perdonami, dovevo pensarci prima di dare inizio a questo piano strampalato!-
Poggio la mano sulla sua bocca, fermandolo.
-Va bene.- mormoro e avverto il suo corpo irrigidirsi per lo stupore -Ma non qui.-
Jake mi bacia con foga, ridendo e stringendomi a sé:
-No, certo che no. Voglio che sia indimenticabile e lo sarà, dolcezza, non ti preoccupare... Questa sera a casa mia?-
-Ed Elizaveta?-
-Ha un catering importante, non si libererà prima delle due di domattina..-
Sorrido anche io ed annuisco. Poi gli regalo un altro bacio fugace e faccio per uscire, ma Jake mi trattiene per le spalle: non è più rilassato e scherzoso, ma molto serio.
-C'è qualcuno!- bisbiglia, affacciandosi alla porta.
-Chi?-
-Hamilton... Ed Evan Parker!-
Ridacchio nel percepire la sua perplessità.
-Forse è meglio che ti avverta: credo che Parker ci stia provando con Richard!-
-Stai scherzando?- esclama, forse a voce un po' troppo alta. Ma le voci che provengono dal corridoio mi confermano che quei due sono troppo concentrati su loro stessi per far caso a noi.
-Cosa volevi dirmi?- chiede Evan, con una traccia di curiosità nella voce.
-Nei giorni scorsi non ho avuto modo di avvicinarti, ma volevo ringraziarti per ciò che hai fatto per Alexandra... E chiedertene il motivo.-
Parker sbuffa e ringhia:
-Il motivo! Il dannato motivo, eh? Avessi saputo che questa buona azione avrebbe stupito così tanto te e la tua amichetta, sarei stato zitto!-
-Non scaldarti, non volevo offenderti, ero solo curioso!-
-Già, lo immagino! Evan Parker che aiuta il prossimo attira molta curiosità!-
-Va bene, ho capito, me ne vado!-
-No, aspetta!-
Sussulto, perché il tono animoso e sprezzante di Evan è diventato all'improvviso insicuro, quasi spaventato.
-Lo sta trattenendo per un polso..- mi informa Jake.
-Vuoi sapere davvero il motivo per cui ho aiutato Sorrentino?- mormora Evan, più conciliante.
-Sì.- L'aria che si respira è tesa, siamo tutti e quattro in attesa di qualcosa e sento la pelle d'oca per l'eccitazione.
-Perché è tua amica.- bisbiglia Parker, a voce così bassa che se non avessi l'udito affinato da sei anni di cecità probabilmente non l'avrei sentito. E poi i rumori che seguono mi suggeriscono ciò che Jake mi narra:
-Hamilton ha appena preso Parker per il colletto della camicia, l'ha sbattuto contro il muro e lo sta baciando... Per Dio, non ho mai visto due uomini lavorare di lingua in questo modo!-
Ridacchio, divertita e insieme dispiaciuta di non potermi gustare la scena.
-Era ora!- mormoro. Jake sbuffa stralunato, ma non replica e, una volta che Richard ed Evan si sono allontanati, usciamo circospetti dalla stanza.
 
Tiro indietro i capelli passandoci attraverso le dita e fermandoli con la mia solita fascia.
"Hai superato la prova della spigola, Alex, che sarà mai questo?" cerco di convincermi. In realtà non è tanto la prova in sé ad infastidirmi, ma la valenza che assume per me: dovremo infatti scegliere tra tre scatole chiuse e, ad occhi bendati, riconoscere l'ingrediente che farà da base al nostro piatto. Perché, come sta dicendo Martinez adesso:
-Uno chef eccellente dev'essere capace di riconoscere ogni cibo anche ad occhi chiusi!-
Sento che l'attenzione di tutti è rivolta a me, che mi stiano guardando o meno e sospiro: io lo faccio ogni giorno, eppure, senza falsa modestia, non mi ritengo uno chef "eccellente" ma una cuoca desiderosa di imparare.
E' una prova temutissima, questa, perché ad andarsene saranno in quattro e poi si passerà alle semi-finali... E poi all'ultima sfida... E' da qualche tempo a questa parte che rifletto su una mia possibile candidatura alla finale: da un lato ne sarei orgogliosa ed inizio a pensare che potrei farcela, dall'altro eliminare Richard, Robin o Adam mi spezzerebbe il cuore.
E' proprio Adam che, ignaro di tutti i miei travagli interiori, appena arrivato mi lascia un bacio sulla guancia. Io sobbalzo e so per certo che se Jake è nei paraggi mi toccherà discutere con lui, ma non lascio trasparire nulla:
-Come siamo allegri questa mattina!-
-Abbastanza!- ride lui.
-Si può sapere il perché o è un segreto?-
-In realtà sarebbe un segreto... Ma per una chef così affascinante farò un'eccezione!-
Io arrossisco e mi avvicino a lui per ascoltare.
-Sai qual è l'impresa di famiglia? Creare profumi!-
-Davvero?-
-Sì, ho ascendenze francesi e da generazioni la mia famiglia dirige una piccola azienda di essenze... E si sono disperati quando ho scelto di diventare uno chef, perché io sono un Naso.-
-Un Naso non è una di quelle persone dall'olfatto particolarmente sviluppato?-
-Esattamente! Ora capisci perché sono allegro e rilassato in mezzo a tante corde di violino?-
Rido con lui, almeno finché non viene dato il segnale d'inizio della prova.
Sono la terza ad essere chiamata: mi avvicino al banco dei giudici e avere vicino l'odore di Jake mi tranquillizza. Certo, accompagnato a quello raffinato e ricercato di Elizaveta perde un po' della sua carica positiva...
"Alex! Concentrati!"
Con una presa molto gentile Juan Martinez accompagna le mie mani e le serra attorno ad una piccola scatola quadrata. Per par condicio anche i miei occhi sono bendati e mi sento ridicola mentre, davanti alle telecamere, porto l'ingrediente al naso e odoro. E' un profumo evanescente, sa di terra smossa.
-Fagioli!- esclamo, sicura e un po' sorpresa da un ingrediente così povero: per creare un piatto d'alta cucina con questi dovrò impegnarmi molto.
-Brava, Alexandra! Hai tra le mani dei fagioli borlotti, e ci aspettiamo di vederli accompagnati da qualche altra verdura in un appetizer degno di questo nome in un'ora e mezza!- trilla Elizaveta, estasiata. Da quando Jake ha dato inizio alla sua copertura, la Hobbes sembra aver riacquistato di colpo ogni energia...
Mi dirigo al banco con passo svelto - ormai sono abituata agli spazi di questa cucina - con la scatola di fagioli stretta tra le mani. Controllo velocemente ciò che mi è stato messo in dispensa: peperoni, cipolla, un filone di pane ancora caldo... E l'idea inizia a prendere forma nella mia mente. Attendo il gong d'inizio, poi abbrustolisco il pane e preparo tre piccoli crostini, accompagnati da un filo d'olio. Frullo i fagioli con un'abbondante quantità di pepe nero e quando hanno raggiunto la consistenza che voglio io li adagio sui crostini. La cipolla caramellata sulla cima e la salsa di peperoni in cui intingerli mi portano via gran parte del tempo, ma alla fine faccio in tempo ad impiattare. Mi dirigo verso il banco dei giudici con una smorfia, perché so che l'estetica non rende molta giustizia al piatto: purtroppo, essendo cieca, non avevo alcun modo di rimediare.
-Beh, mi sembra un po' pasticciato!- commenta Elizaveta, perplessa. Ma quando assaggia il suo crostino la sua voce si alza di un tono:
-Molto buono ed originale, mi piace! E la salsa di peperoni si accompagna bene!-
-E' molto disordinato...- inizia Jake, con voce piatta -Considerati i tuoi primi successi, mi aspettavo un po' più di precisione, ma ci passerò sopra, perché il piatto ha del grande potenziale e il mio giudizio, in definitiva, è positivo.-
Sorrido impercettibilmente, e quasi non ascolto le lodi di Martinez. So che Jake mi sta guardando, pregustando come me quello che accadrà stasera: al pensiero il mio ventre ha un fremito e dei piacevoli brividi scivolano lungo la mia spina dorsale. Fare l'amore con Jake...
"Chissà come sarà il suo corpo..." fantastico tra me e me, mentre si prosegue con i piatti dei miei compagni. Con mio grande dispiacere, a scendere in classifica è Richard, mentre ad essere eliminati saranno Milla, Priscilla, Sean e Samantha. La donna irlandese mi stritola in un abbraccio commosso e sorride:
-Se avrai bisogno d'aiuto, ragazzina, sai dove trovarmi!-
Sean e Sam, invece, non sembrano poi così delusi dalla sconfitta.
-Sean mi ha chiesto di andare a lavorare nella trattoria di famiglia!- rivela Samantha eccitata, mentre saluta me e Robin.  -Dovete assolutamente venire a trovarci: abbiamo intenzione di modernizzare un po'!- ride. Sono felice per loro, e in segreto anche per il fatto che Smith adesso rimarrà solo. Anche se a lui non sembra importare più di tanto, visto che saluta Priscilla con una semplice pacca sulla spalla e una frase di circostanza: ma del resto, Oliver Smith gioca per vincere e quindi era solo fin dall'inizio.
-Attento a non farti eliminare!- esclamo bonaria quando Richard si avvicina. Ma quando capto un penetrante odore di colonia, capisco che deve dirci qualcosa di importante.
-Ciao, Parker.- mormoro, imbarazzata: non sanno che io e Jake abbiamo assistito alla loro dichiarazione, stamattina.
-Alex, Robin, dobbiamo annunciarvi una cosa.-
-Tu ed Evan Parker? Insieme?- chiede la mia amica, confusa, ed io soffoco una risatina.
-Precisamente, noi stiamo insieme.- replica Evan con tono divertito.
-Voi due!?- esclama la marocchina allibita. E a quel punto io scoppio a ridere, incapace di frenarmi; un'altra risata si accoda alla mia e quando due mani gentili mi sfiorano i fianchi comprendo di avere vicino Adam.
-Complimenti, Alex: hai scalato nuovamente la classifica!- esclama, di buon'umore.
-Anche tu non ti sei piazzato male, Adam... Proprio sotto di me!- rispondo sorridendo.
-Già, che giornata! Mi dispiace per Milla, Sean e Samantha, ma se si spera di vincere è inevitabile salutare qualche amico... Ma qui vedo tutti i motivi per festeggiare! Siamo ancora nella cucina di Chefs, io e Alexandra vi batteremo tutti nel giro di qualche prova, Parker e Hamilton hanno finalmente fatto coppia e Priscilla Young non è più un nostro problema... Che ne dite di andare tutti insieme a bere qualcosa?-
Gli altri accettano entusiasti (con l'eccezione di Evan che si limita a grugnire un 'va bene' forzato) ma io sorrido falsamente e declino l'invito:
-Mi dispiace, ma stasera ho una cena di famiglia a cui non posso davvero rinunciare!-
Adam sbuffa contrariato:
-Ma dai, Alex, che sarà mai! Chiamali e digli che non puoi, saranno felici di sapere che stai tornando a vivere!-
-Felici di sapermi in mezzo a degli amici presto ubriachi? Non credo proprio! E poi stasera torna mio fratello dall'università, non lo vedo da mesi!-
E' una bugia colossale, ma l'unica che l'ha capito è Robin: sa benissimo che Dan è tornato la settimana scorsa, perché è venuto lui a riprendermi invece di Tyler e lei ha evitato l'ennesimo battibecco.
-Ah, allora ok...- Brooks è deluso ed insiste per accompagnarmi fuori.
-Dov'è tuo fratello?-
-Oh, stasera non poteva venire, torno in taxi.-
-Non posso permetterlo! Aspetta un attimo, vado a prendere la macchina e ti accompagno!-
-Adam, per favore, lascia stare, davvero: ho già chiamato il taxi e ci metterò un attimo a farmi lasciare davanti casa! Tu vai con gli altri e divertitevi anche per me.-
Lui non sembra molto convinto ma vengo salvata dall'intervento di Robin che viene a salutarmi, sussurrandomi all'orecchio:
-Moore, eh? Poi mi devi raccontare tutto!-
E aggiunge, a voce più alta:
-Dai, Adam, che altrimenti facciamo tardi!-
Adam allora si avvicina e mi bacia sulla guancia, indugiando forse più del dovuto: sento il suo respiro caldo alleggiare sulla pelle e so di essere arrossita.
-Ci vediamo, Alex!- mormora con voce roca, prima di allontanarsi.
 
P.O.V. Jake
 
Ho promesso ad Alexandra una serata memorabile e la sarà, nonostante il pensiero di Brooks che la bacia sulla guancia per salutarla persista fastidioso nella mia mente. Ma non voglio litigare con lei, stasera, perciò chiuderò questo ricordo in un angolo della mia mente e mi concentrerò solo su di lei, su di noi. Ho fatto una cosa che non ho mai fatto per nessuno e mentre le vado ad aprire la porta spero che lo apprezzi.
Appena la vedo, con quell'abito corto ed etereo che si è messa, avverto un'ondata di calore che mi blocca sul posto, paralizzato. E' bella, anzi, di più... E' sexy. Ed è mia, solo mia.
La attiro contro di me, facendole quasi perdere l'equilibrio, e senza neanche salutarla la bacio con passione: non sono passate neanche ventiquattr'ore dall'ultima volta che l'ho fatto, eppure mi sembrano passati anni.
-Non indossavi questo vestito oggi!- brontolo accarezzandole il viso. -Ti sei forse cambiata in taxi?-
-Ho fatto un salto a casa!- risponde sempre sorridendo -Per questo ci ho messo un po' più del previsto.-
Poi allarga le narici ed aggrotta la fronte:
-Ma... Cos'è questo profumo delizioso.-
-La cena. Ho cucinato per te, amore mio.-
Alexandra spalanca gli occhi e la bocca e la sua espressione è così buffa e tenera che non posso fare a meno di sorridere e riempirla di piccoli baci sul viso e sul collo.
-Tu... Tu hai cucinato... Per me?- balbetta, esterrefatta.
-Sono uno chef stellato, dolcezza. Credevi che avrei ordinato un take away dal cinese?- ridacchio -Sono giorni che programmo questa serata, nella speranza che tu dicessi di sì. E' per questo che ho fatto così in fretta, sebbene sia arrivato a casa solo tre quarti d'ora fa... Anzi, c'è ancora un po' da aspettare!-
Ma Alexandra non sembra scontenta dell'attesa, anzi, si accomoda su uno degli alti sgabelli dell'isola e mi ascolta cucinare, chiacchierando con me.
"Ecco cosa voglio dalla vita" penso, mentre le porgo il primo piatto della serata "Questo, tutte le sere, finché avrò respiro."
La cena prosegue bene ed Alexandra gusta ogni piatto con allegria, lasciandosi andare a gemiti ed esclamazioni di apprezzamento che minano seriamente il mio autocontrollo.
-Devo dedurre che questi piatti sono di tuo gradimento?- sogghigno.
-Assolutamente divini!- esclama lei.
-Bene, perché hai appena assaggiato il prossimo menù del The Mark!- commento soddisfatto.
-Vuoi dire che...-
-Voglio dire che questo cibo è il frutto del mio lavoro dei giorni scorsi, non l'avevo mai cucinato prima... Ed è tutto dedicato a te.-
La ragazzina sembra incapace di parlare ed io aggrotto la fronte: forse ho esagerato, forse non se la sente di condividere con me qualcosa di così grande... Quando poi la sento singhiozzare vorrei morire.
-Alexandra, perdonami, forse ho corso troppo...-
Alexandra si alza in piedi di scatto, facendo cadere a terra lo sgabello e procede freneticamente verso di me, incurante di sbattere contro gli oggetti. Si fionda tra le mia braccia aperte e mi stringe forte, seppellendo il viso nella mia camicia. Riempie il mio petto e il mio collo di baci, ridendo e piangendo insieme:
-E' bellissimo, tutto bellissimo. Tu, la cena, noi due... In questi ultimi giorni pensavo di non farcela, ma mi sbagliavo... Perché il mio posto è qui con te, adesso ne sono certa.-
Continuando a baciarla la prendo in braccio e la porto in camera, dove l'aspetta la seconda sorpresa della serata. Anche qui arriccia il naso:
-Niente petali di rosa e boxer firmati per te!- scherzo, anche se sono un po' nervoso -Ho pensato che avresti apprezzato altre cose...-
-Come le candele con cui hai disseminato la stanza?- ride, buttando indietro la testa.
-Non ti piace il profumo?-
-E' buono!- sghignazza lei -Ma rischia di diventare soffocante, apri un po' la finestra!-
-Eh no, dolcezza!- sussurro adagiandola sulle lenzuola -Non voglio che i vicini sentano i tuoi gemiti, stasera!-
-Jake!-
-Anche se forse una finestra chiusa non sarà sufficiente...-
Rido apertamente ormai, di fronte alla sua faccia scandalizzata.
Le accarezzo il corpo dolcemente, sfilandole in poche, abili mosse il vestito che ora è solo d'intralcio e scoprendo una pelle ambrata e un completo intimo che fa perdere un battito al mio cuore già esagitato.
-Pizzo!- mugolo togliendoglielo -Tu mi vuoi vedere morto!-
Alexandra ridacchia, ma si rannicchia su sé stessa.
-No, no!- esclamo serio, prendendole le braccia e portandole ai lati del suo volto -Niente imbarazzo tra di noi. Hai un corpo bellissimo, Alexandra, e io lo voglio ammirare.-
-Facile parlare, tu che sei ancora vestito!-
-Spogliami, allora!-
E con un luccichio beffardo negli occhi le porto le mani sul mio petto; Alexandra mi sbottona velocemente la camicia e scivola più in basso, ad aprirmi i pantaloni.
-Ok, adesso basta!- ansimo. Ma lei non si ferma, continuando a giocherellare con l'elastico dei boxer senza accennare a toglierli. Un ringhio frustrato esce dalla mia gola e decido che il gioco è durato anche troppo. Provo a portarla sotto di me ma Alexandra è veloce e sfuggente come un anguilla e in un attimo, senza capire come abbia fatto, è a cavalcioni su di me ed esplora il mio corpo, accarezzando ogni centimetro della mia pelle fino a farla fremere. Poi inizia a lasciare un'umida scia di baci sul mio petto... Sto per perdere il controllo e non voglio, perciò le prendo il viso tra le mani.
-Alexandra, no.- mormoro affannato -Te l'ho detto, voglio andarci piano con te. Non voglio perdere il controllo... Voglio che sia amore, non sesso.-
Mi sembra di vedere una lacrima brillare tra le sue ciglia, ma non potrei giurarci. Si distende docile sul letto e lascia che io la sovrasti.
-Sono pulita.- dice tranquilla, quando mi sente rovistare in uno dei cassetti.
-Sì, ma sono veramente al limite, dolcezza, potrei non fare in tempo a... Hai capito.- rispondo lasciandole un bacio sul naso ed infilandomi un preservativo. Poi la faccio mia veramente, completamente, scivolando dentro di lei con una dolcezza che non avrei mai creduto di possedere.
E i respiri strozzati che Alexandra esala sono il mio premio, il mio piacere, il mio tutto.
La accompagno all'orgasmo alternando spinte più leggere ad altre meno controllate e solo quando sono sicuro che lei è appagata e felice mi lascio andare, sussurrando estasiato il suo nome e crollando sfiancato accanto a lei.
-Non hai più l'età per queste cose!- esclama la mia ragazzina dopo un po', quando entrambi ci siamo ripresi da quest'incredibile esperienza.
-Ah sì!?- esclamo, offeso, attirandola sul mio bacino e costringendola ad avvertire il desiderio che provo per lei. -Mi credi così vecchio e decrepito? Ho solo sei anni più di te!-
Lei inclina il capo di lato e sorridendo si china a baciarmi. Sarà una lunga notte.
 
Al mio risveglio sento un corpo morbido e caldo premere contro di me e sorrido: finalmente sono stato a letto con la donna che amo e non con un surrogato. Solo Dio sa quanto mi sia costato, ogni volta che scopavo con Elizaveta ed immaginavo lei, non lasciarmi sfuggire il nome 'Alexandra' dalle labbra!
"Manca poco, Jake, veramente poco e poi sarà tua per sempre..." penso, accarezzandole i capelli color caramello. Il telefono di casa squilla e Alexandra apre gli occhi: anche se assonnata e provata dalla notte appena trascorsa ha comunque un suo fascino.
-Buongiorno!- mormora stirandosi come un gatto -Non vai a rispondere?-
-E lasciarti anche solo per un attimo? Mai!-
Ed è così che scatta la segreteria. Ed è così che il mio cuore accelera e poi si ferma di botto. Perché la voce tremante di Elizaveta, che risuona dal soggiorno e per tutta la casa, ha appena frantumato i miei sogni:
-Jake, sei in casa? Ti prego, chiamami. Sono incinta.-
 
 
Angolo Autrice:
Questo capitolo ce l'avevo già tutto in testa ma trovare il tempo per scriverlo - visto che è anche bello lungo - non è stato facile. Specialmente perché ho avuto alcuni tentennamenti sulla serata di Jake e Alexandra... Spero sia uscita bene e che il rating sia adatto, perché non sono molto pratica di queste cose! xD
Spero anche che non mi odierete per la conclusione, ma credo sia una speranza vana perché anche io ho odiato me stessa mentre la scrivevo! Come reagirà Alexandra? Questa è senza dubbio una bella gatta da pelare!
Per quanto riguarda il banner, che spero sia di vostro gradimento, da sinistra verso destra abbiamo:
Maya Dyab come Robin Ben Jellum
Kyle Harris come Tyler Sorrentino
Emilie de Ravin come Alexandra Sorrentino
Javier Bardem come Juan Martinez
Christina Hendricks come Elizaveta Hobbes
E sotto:
Alexander Skasgård come Evan Parker
Alex Pettyfer come Richard Hamilton
Garrett Hedlund come Jake Moore
Ryan Gosling come Adam Brooks
Jesse Eisenberg come Oliver Smith
 
Alla prossima (che non ho veramente idea di quando sarà, visto che mi trasferisco al mare senza wi-fi)
 
Crilu 

 
   
 
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