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Autore: Glory_95    27/06/2016    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia seconda storia e spero con tutto il cuore che vi piacerà :) Scusate se ci ho messo un po a pubblicare il primo capitolo ma stavo cercando idee buone...adesso le ho trovate e spero con tutto il mio cuore che vi piacerà questa storia quanto a me è piaciuta scriverla :) L' avventura di Emily, Daryl, Rick e gli altri continua ;) Stavolta dovranno affrontare un nuovo nemico. Un nemico noto nella serie tv, ma che non voglio ancora rivelarvi ;) Chi sarà mai il nemico da sconfiggere stavolta? Che succederà ai nostri eroi? Emily dovrà rinunciare a Daryl? Daryl smetterà di amare Emily? Rick si taglierà quella barba da barbone psicopatico in un mondo dove può avere tutti i rasoi che vuole? Lo scoprirete solo seguendo questa storia...spero davvero che vi piaccia e buona lettura :)
Ps: Spero di ricevere molte recensioni, di consigli e di opinioni..Grazie infinite e a presto :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Freddo che penetrava nelle ossa.
Dolore insopportabile.
Paura incontrollabile.
Questi furono i primi sentimenti che si insediarono in Emily appena riprese i sensi. Era ancora mezza intontita e parecchio dolorante. Quell' improvviso colpo alla testa l'aveva messa al tappeto per chissà quanto tempo, e non aveva la minima idea di quanto fosse stata priva di sensi o di dove l'avessero portata quegli strani uomini. Il perché di quel loro gesto rimaneva ancora un mistero e, per quanto ci pensasse, non riusciva a trovare una spiegazione.
Emily cercò di aprire gli occhi ma era stata bendata e non riusciva a vedere altro che il buio. Allora cercò di muovere le braccia, sopra la sua testa, ma, appena ci provò, sentì che le sue mani erano state legate con una corda ad una specie di uncino in metallo e, per quanta forza potesse usare, non riusciva a liberarle in alcun modo.
Provò allora a farle scivolare fuori dall'uncino, ma nel movimento sentì che il suo corpo, dalla vita in giù, era stato immerso in un liquido denso e schifoso.
Una sostanza gelida come il ghiaccio, densa come l'olio e dal forte e disgustoso odore.
Un odore simile a quello della carne in putrefazione. Era talmente denso che non riusciva quasi a muovere le gambe, colpa anche della temperatura estremamente bassa di quello strano e rivoltante liquido.
Era completamente bloccata.
Come poteva cavarsela stavolta? Oltretutto era completamente sola. Nonostante la grande confusione che aveva in testa, i ricordi sfocati si stavano, piano piano, schiarendo ed erano tornati vividi.
Improvvisamente un pensiero le attraversò la mente, come un fulmine a ciel sereno, ed urlò << Carol?! Carol sei qui?!>>. Il suo urlo echeggiò nella stanza vuota, a giudicare dalla durata e dal tipo di eco, era una stanza abbastanza piccola ed apparentemente vuota. Dopo il suo urlo non sentì alcun suono. Aspettava con ansia ed in completo silenzio una parola. Un scricchiolio. Un calcio contro il muro. Un lamento. Un simbolo che ci fosse qualcuno li con lei.
Niente.
Nessuna risposta.
Emily cercò nuovamente di liberarsi ma senza successo. << Carol! Carol! Sei qui dentro?! Dammi un segno! >>. Provò a chiamarla nuovamente, così tante volte che era impossibile contarle, urlava il nome della sua amica con tutto il fiato e la disperazione che aveva in corpo. Urlava sempre più forte e aumentava gradualmente anche la paura e la preoccupazione che non fosse li con lei, ma l'avessero portata chissà dove.
Ansimava, riprendeva fiato ed urlava nuovamente. Una sequenza automatica. Emily non poteva sopportare l'idea che le avessero fatto qualcosa e che lei non avesse fatto nulla per proteggerla. Continuava a non ricevere nessuna risposta, nessun suono, nessun segno. Niente. Il silenzio più totale, coperto solo dal suo ansimare.
E, dentro di lei, stava crescendo un terrore incolmabile, una rabbia senza paragoni e un dolore che nessuno vorrebbe mai provare in vita sua. Era sull'orlo di scoppiare a piangere: tremava di freddo e paura, non aveva più fiato in corpo e la frustrazione la stava consumando poco a poco.
Chiuse gli occhi e pensò a come era la sua amica anche solo il giorno prima: cucinava pranzi deliziosi, giocava con Christian, le sorrideva. Faceva quei sorrisi che sanno fare solo le mamme e che la tranquillizzavano sempre, in ogni situazione. Carol era davanti a lei, sorridente e felice. Il solo pensiero che le fosse successo qualcosa bastò per farle perdere un battito.
Le lacrime le stavano ormai colando sul viso, senza che lei potesse fermarle in alcun modo. Aveva bisogno di sapere che Carol stesse bene. Voleva sentire la sua voce. Tra le lacrime ed i singhiozzi disse << Carol...rispondimi...ti prego...>>, << Sei preoccupata per la tua amichetta...che tesoro...non preoccuparti, sta bene tranquilla...io mi preoccuperei per te fossi in te >>. Emily spalancò gli occhi nonostante la benda.
Quella voce.
Quella voce calma, composta e gelida come una grotta nel centro dell'Antartide.
Una voce tipica da Serial killer, talmente calma da essere dannatamente inquietante. Ed era una voce che Emily conosceva bene, e che avrebbe preferito dimenticare. Nonostante fosse una voce familiare, questo non la tranquillizzò per niente, al contrario, nell'udire quella voce le si gelò il sangue nelle vene.
Sentì dei passi pesanti avvicinarsi a lei, indossava scarponi o stivali a giudicare dal rumore, poi si fermarono di colpo proprio davanti a lei, e dopo pochi secondi, con un colpo netto, le tolse la benda che le impediva di vedere. Emily chiuse immediatamente gli occhi, per via della luce che l'aveva accecata, e dovette sbattere le palpebre un paio di volte per far abituare gli occhi alla nuova luminosità.
Tutti gli oggetti e la stanza si stavano lentamente mettendo a fuoco e, proprio ad un passo da lei, apparve la figura di un uomo, anzi, di un mostro.
Un mostro che avrebbe preferito non rivedere mai più.
Il Governatore.
Emily era completamente paralizzata.
Dov'era Carol?
Cosa le aveva fatto?
Perché le aveva rapite?
Il Governatore, allungando la mano, le scompigliò i capelli e disse sorridendo << Ciao Emily! É un vero piacere vederti! Mi dispiace per come vi hanno trattate i miei uomini e...>>, << Che cazzo vuoi da noi brutto psicopatico?! >> lo interruppe urlando Emily, era arrabbiata nera, i suoi occhi erano più esplosivi di un vulcano in eruzione, si dimenava come non mai urlando << Se ti metto le mani addosso ti ammazzo! Liberami subito! >>.
Philip, dopo aver sbuffato rumorosamente, prese una sedia e si sedette di fronte a lei e disse << Lo so che sei arrabbiata...posso anche capirti...ma credimi quando ti dico che tu non eri assolutamente nei miei piani >>.
Quelle parole attraversarono Emily come una scarica da 10,000 volt, si bloccò di colpo. << Io...non ero...nei tuoi...piani?..Che...che vuoi dire? >> disse quella frase con tono incredulo e molto spaventato.
Che voleva dire quella frase?
Poi Philip la guardò dritta negli occhi.
Con i suoi occhi gelidi, freddi e vuoti come un pozzo senza fondo.
Poi si alzò in piedi ed iniziò a camminare per tutta la stanza, gesticolando come faceva spesso e cominciò << É molto semplice mia cara....come hai ripetuto tu pochi istanti fa tu non eri nei miei piani...per niente direi. Non fraintendermi, sei carina e mi sei molto simpatica..sei educata, almeno quando non sei arrabbiata o infastidita...ma non è questo il punto...il mio piano perfetto era studiato in modo da portare qui Carol....solo e soltanto Carol, capisci?...il mio piano era molto semplice in realtà: rapire Carol, farvi credere che fosse morta, tenerla prigioniera per un po, facendole credere che non sareste mai venuti a salvarla e farle capire che l'unico modo che aveva per sopravvivere era restare qui con me...l'unica falla, che onestamente non avevo previsto eri tu piccola peste...nel mio piano tu non centravi assolutamente niente, ed hai complicato un po le cose, lo ammetto...non mi aspettavo che ci fosse qualcuno con Carol e, certamente, non mi sarei mai aspettato che fossi una tipetti tanto combattiva...e, non potevo certo rapire Carol e permetterti di mettermi i bastoni tra le ruote...così ti ho portato qui...>> poi, girandosi verso la porta, continuò << Lei è la fuori, in una casa a riposare tranquilla...anche se quando non ti vedrà con lei si arrabbierà parecchio...avrei dovuto prevederlo in effetti...>> s'interruppe un secondo quando, voltandosi verso la ragazza, notò che lo stava fissando con gli occhi traboccanti di paura.
Era terrorizzata all'idea di cosa quell'uomo potesse farle.
Poi il Governatore, avvicinandosi, continuò << Stai tranquilla Emily...non voglio ucciderti o farti del male...come stavo dicendo... >>, << Perché lo hai fatto? Cosa vuoi da lei? >> furono le uniche domande che riuscì a pronunciare Emily.
Quegli occhi l'avevano pietrificata. Erano occhi che avrebbero fatto rabbrividire chiunque, occhi che non sembravano appartenere ad una persona viva, erano vitrei e spenti come quelli di un morto.
Il Governatore, sedendosi di nuovo, disse sorridendo << Semplicissimo...dal momento in cui l'ho vista non faccio altro che pensare a lei...ai suoi soffici capelli, al suo meraviglioso viso...in realtà non è semplice...anzi è difficile spiegare certe cose...è simpatica, tosta e combattiva ma allo stesso tempo è dolce ed indifesa...bisognosa di protezione e cure...è la mia donna ideale, così carina e pericolosa...come una rosa rosa come la passione e piena di spine acuminate...mi chiedi perché ho fatto tutto questo?...semplice Emily... mi sono innamorato di Carol...e voglio che lei stia qui con me per sempre >>.
Una lampadina si accese in quell'istante nella mente di Emily.
Era evidente.
Ecco perché lei non entrava nei suoi piani.
Ecco perché voleva Carol a tutti i costi.
Era innamorato di lei. Di Carol. Della loro preziosa Carol. Poi, continuò << E sono sicuro che anche Carol mia ami...come potrebbe nona marmi? Sono perfetto e presto potremo coronare il nostro sogno d'amore e vive...>> , << Sei solo un povero illuso >>. quella frase lo interruppe di colpo. Poi Emily, guardandolo negli occhi e sostenedo il suo sguardo, continuò << Credi che Carol non potrebbe mai amare una persona tanto viscida come te?! Sei solo un stupido! Carol è la donna più fantastica che conosca! É forte e combattiva nei momenti difficili, ma è anche dolce e comprensiva come solo una mamma può essere...sa sempre cosa fare in qualsiasi situazione e non abbandonerebbe mai nessuno...spero di diventare come lei un giorno...è troppo preziosa per noi e...>>, poi , guardandolo con gli occhi ardenti come il fuco, concluse << Nevicherà all'inferno prima che io, Daryl, Rick o chiunque altro ti permetta di portarla via contro al sua volontà! >>.
Il Governatore la guardò e le disse << Non provare mai più a dirmi cosa posso o non posso fare puttana >> e, prima che Emily potesse replicare in qualsiasi modo, le diede un violento schiaffo in piena faccia.
Uno schiaffo così forte che fece eco nella stanza per alcuni secondi.
Emily non aveva reagito in alcun modo. Ne piangendo, ne arrabbiandosi, ne rispondendo a parole. La guancia era arrossita nel giro di pochi istanti: le faceva un male tremendo. Sentiva la pelle calda, anzi la sentiva bruciare come se stesse prendendo fuoco. Non si aspettava un gesto simile, e che quel gesto fosse così doloroso. Non aveva mai ricevuto uno schiaffo così forte.
Tratteneva le lacrime che minacciavano di uscire.
Non voleva assolutamente dargli la soddisfazione di vederla piangere per un suo schiaffo. Non gliel' avrebbe mai data. Mai.
<< Non provare più a toccarla schifoso bastardo!>>.
Quella voce.
Emily l'avrebbe riconosciuta tra mille. Guardò alla porta, situata dietro al Governatore e vide Carol, in piedi sulla soglia, dietro di lei un uomo alto e robusto che gli teneva bloccate le mani.
Non aveva segni di percosse o tortura, ne aveva i vestiti logorati.
Stava bene.
Emily, nel vederla, tirò un sospiro di sollievo. E, senza distogliere lo sguardo dal suo, le disse << Carol! Grazie a Dio! Stai bene?! Ti hanno fatto del male?!>>, Carol fece per correrle incontro, ma l'uomo alle sue spalle la bloccò ancor prima che ci provasse, poi riguardò Emily e le disse sorridendo << Emily! Grazie al cielo! Sto bene, non preoccuparti per me..preoccupati per questo bastardo perché se riesco a mettergli le mani addosso si risveglia in obitorio! >>.
Il Governatore, schioccando le dita, diede comando all'uomo di legare Carol alla sedia dove si era seduto lui fino a qualche secondo prima, poi disse << Perfetto! Ora che è arrivata anche Carol possiamo cominciare! >>, << Cominciare cosa?! Lasciaci andare! >> urlarono all'unisono Carol e Emily.
Arrabbiate ma, allo stesso tempo, felici di essersi ritrovate.
Philip, facendo finta di niente, continuò << Allora...visto che il mio piano ha subito un cambiamento..anche questa parte subirà una leggera variazione rispetto al piano originale...potrei semplicemente uccidere Emily e continuare con il piano originale...infondo non ci metterei nulla e mi risparmierebbe molta fatica...>> a quella frase Emily si rabbrividì.
Aveva ragione.
Effettivamente in quel momento non si sarebbe potuta difendere, ed avrebbe potuto ucciderla in quel preciso momento. Sarebbe stato semplice.
Non avrebbe più potuto salvare Carol.
Non avrebbe più rivisto Rick, Carl e gli altri.
Non avrebbe più rivisito il suo amato Daryl ed il loro piccolo Christian. Il solo pensiero di non poter abbracciare Daryl o vedere Christian crescere le spezzò il cuore in milioni di pezzi.
Non poteva reggere un tale dolore.
I suoi pensieri vennero interrotti da Philip che continuò la frase << Ma...siccome mi piacciono i tipetti combattivi come te, cara Emily...e rispetto il fatto che sei pronta a sacrificarti per i tuoi compagni...così voglio essere generoso e, quindi...vi offro una soluzione...o meglio...un accordo >>.

   
 
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