CAPITOLO
2
La
ragazza si incamminò a passo deciso verso il tavolo dove
tutti stavano mangiando. Vegeta la guardò subito, e dopo di
lui anche tutti gli
altri. Si fermò vicino al tavolo, e, mentre tutti la
osservavano incuriositi,
Bulma si alzò di scatto dalla sedia e le disse, alzando
leggermente la voce:
«Scusa,
questa è proprietà privata. Non ti hanno
insegnato
le buone maniere? Nessuno è autorizzato ad entrare qui senza
permesso!»
«Sì,
lo so, e ti chiedo scusa, Bulma» rispose subito la
ragazza, conoscendo il carattere burrascoso di Bulma.
«Chi
sei?» chiese all’improvviso Vegeta. Bulma lo
guardò
subito con enorme stupore: Vegeta, d’altronde, non aveva mai
nutrito interesse
nei confronti di un altro essere umano, all’infuori della sua
famiglia e di
Goku.
«I-io…
io mi chiamo Rose, piacere» rispose la ragazza,
facendo un leggero inchino verso di loro «Sono venuta qui per
una questione
importante…»
«Qualunque
questione importante sia» la interruppe Chichi,
leggermente infastidita «adesso Bulma non può
parlare. Come vedi, stiamo
pranzando, e vorremmo finire il nostro pranzo in santa pace.
Incontrerai Bulma
dopo»
«In
realtà, io non sono venuta qui per vedere Bulma, ma per
chiedere l’aiuto di tutti voi. Posso sedermi?»
chiese Rose, in tono molto
educato.
«Siediti,
c’è posto!» esclamò Goku,
entusiasta, indicando la
sedia vuota vicino a Pan. Sia Chichi che Bulma, allibite, rivolsero a
Goku uno
sguardo interrogatorio, mentre la ragazza si sedeva e prendeva da
mangiare.
«Allora,
raccontaci, qual è il problema?» le chiese Goku,
afferrando una coscia di pollo e mangiandola.
Rose, chiedendosi per un attimo tra sè e sè chi fosse quel ragazzino, rispose:
«Io
sono venuta per chiedere il vostro aiuto perché nel
luogo dove vivo io la situazione non è molto pacifica. So
che voi siete molto
forti, e il vostro aiuto mi farebbe molto comodo per risolvere questa
situazione»
«Si
tratta di un malvivente?» chiese Pan
all’improvviso,
incuriosita «perché se è
così, posso benissimo venire io e metterlo K.O!»
«No,
Pan, magari fosse così semplice» le disse Rose,
voltandosi verso di lei. Notò in quel momento come era
vestita la ragazzina: indossava una maglia a maniche corte
rossa, un
jeans con una catena e una bandana arancione. Era così
maschiaccio! Quasi non
la riconosceva, ma osservarla così da vicino le infondeva
tenerezza e nello
stesso tempo stupore. Non l’aveva mai vista così.
«S-scusa,
ma come fai a conoscere il mio nome?!» le chiese
Pan.
Rose
subito pensò ad una risposta plausibile: non voleva
farsi scoprire così presto. Doveva prima studiare la
situazione e vedere se poteva
agire. Così, notando Mr. Satan dall’altro lato del
tavolo, rispose:
«Beh,
ovvio, sei la nipote del campione del mondo Mr. Satan,
è normale che io ti conosca!»
Satan,
compiaciuto dalle parole della ragazza, intervenne subito:
«Aaah
ecco! Scommetto che sei una mia fan! L’autografo posso
fartelo dopo, se vuoi.
In quanto al delinquente che devasta la tua città, ci penso
io!» ed esplose in
una fragorosa risata.
Rose
accennò un sorriso, divertita: Mr. Satan, al contrario
di Pan, non era cambiato affatto nel corso del tempo.
«E
dicci, dove abiti?» le chiese Gohan, seduto di fronte a
lei.
Rose
disse il primo nome a caso che le venne in mente: «Nelag
City»
«Dov’è?»
intervenne Videl «non l’ho mai sentito questo
posto»
«Davvero?»
chiese Vegeta, alzandosi improvvisamente in piedi
e assumendo un ghigno beffardo. Subito alzò il braccio e,
aprendo la mano,
lanciò un’onda verso la ragazza.