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Autore: Kya_63    28/06/2016    1 recensioni
Percy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare.
Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i suoi amici e il mondo maglico, ma qualcosa stava cambiando.
Due mondi diversi, due eroi diversi e un pericolo in comune che minaccia di distruggere il mondo. Questa è la storia che nessuno ha il coraggio di raccontare, che nessun poeta o scrittore conosce veramente sino in fondo e che non ha mai trascritto. Questa è la storia che pure gli Dei hanno paura a narrare.
(Spoiler di Eroi dell'Olimpo, la saga di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo e Harry Potter. Non tiene conto di TOA)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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IL SENSO DI FAMIGLIA
 
 
Harry Potter non pensava che avrebbe mai capito la famiglia Weasley.
Nonostante l’amico Ron e la fidanzata Ginny avessero cercato di spiegarli che loro, il Natale, lo passavano tutti, ma proprio tutti, assieme, ad Harry sembrava ancora una cosa assurda.
Quella mattina, a colazione, la professoressa McGranitt prese i nomi di chi sarebbe rimasto ad Hogwarts durante le vacanze natalizie.
Harry era stato cortesiamente invitato a casa dei Weasley. Per lui erano come una famiglia, quindi aveva accettato senza problemi, anche perché Ginny l’aveva obbligato a presentarsi.
Dopo che le lezioni terminarono, si diresse con Hermione e Ron alla Torre del Grifondoro per preparare i bagagli. Prese il minimo indispensabile per passare il Natale, ovvero dal 23 dicembre al 6 gennaio, a casa dei Weasley.
Anche Hermione sarebbe venuta. Pure lei era stata obbligata da Ron.
Ripose con cura le cose  nel baule, poi scese di sotto, nella sala comune. Harry si sedette sul divano e osservò il fuoco scoppiettare nel camino. Pensava. Pensava a cosa era successo: i morti, gli amici che aveva perso e tutto quello che aveva passato. Non ne poteva più di quelle immagini che scorrevano nella sua mente e ai rimorsi che causavano.
La sua cicatrice prese a pulsare, ma lui ignorò il dolore. Era da un po’ di tempo che accadeva e Harry era preoccupato che potesse significare sventura e morte.
Si rigirò tra le mani la bacchetta e poi sussurrò:- Expecto Patronum.
Subito comparve un cervo maestoso e azzurro. Ad Harry, quel patronus, il suo patronus, portava ricordi felici. Quello era anche il patronus di suo padre, James Potter.
Il patronus gli sorrise poi scomparve.
-Ti ho detto che è sbagliato, Ron!- esclamò Hermione entrando nella sala comune- È inutile che cerchi di dire il contrario. Ti assicuro che è come dico io.
-Che succede ragazzi?- domandò Harry quando la sua amica Hermione quando si lasciò cadere sul divano accanto a lui.
-Ron pensa che…
Hermione non finì la frase che entrò una Ginny tutta ansimante.
-Che succede?- chiese Ron alla sorella.
-Meglio che venite a vedere- rispose Ginny per poi uscire di corse dalla sala. Harry, Hermione e Ron la seguirono senza fare domande. Ginny li guidò sino all’ingresso, dove molti ragazzi si erano radunati. Harry si fece largo a spintoni creando una polemica generale. Quando arrivò in prima fila, non riuscì a credere ai suoi occhi. In fondo al viale c’era un ragazzo biondo con la tunica di Hogwarts. Harry lo conosceva, forse fin troppo bene. Era Draco Malfoy. Draco non era mai stato in cima alla lista dei migliori amici di Harry, ma non era neanche l’ultimo. Non s’era presentato all’inizio dell’anno ma era stato iscritto.
Harry attraversò il viale a grandi falcate e si fermò a tre passi da Draco. Il ragazzo non era cambiato molto a parte le grandi occhiaie che aveva sotto gli occhi.
-Ciao Harry- disse semplicemente Draco. Era la prima volta che lo chiama con il suo nome e non con il cognome.
-Draco- salutò Harry con rispetto.
-Mi dispiace per tutto quello che ho fatto Harry-  ammise il ragazzo- Me ne pento amaramente.
-Sta tranquillo Draco- lo rassicurò il grifondoro- Tutti facciamo degli sbagli. Ti sei accorto di aver sbagliato. Questo è l’importante.
Harry gli porse la mano e gli disse:-Amici?
Draco afferrò la mano di Harry come se fosse un’ancora di salvezza.
 
Il giorno dopo ci furono la colazione, le lezioni ,mattutine e il pranzo.
Il pranzo, Harry lo passò con i suoi amici e con Draco che orami faceva parte del gruppo.
Con molta gioia degli studenti, la McGranitt aveva dato il permesso di passare il pranzo di Natale con gli amici che volevano. Di conseguenza, i ragazzi si riunirono al tavolo del Grifondoro.
Draco era stato cortesiamente invitato a casa dei Weasley per Natale, anche se Ron non l’aveva presa bene. Molly, invece, la madre di Ron, aveva gioito alla notizia. Chissà il motivo.
Harry era felice, nessun pericolo, niente vita da rifugiato politico e quant’altro.
Dopo pranzo andarono a prendere i bauli e si trovarono all’ingresso. Seguirono il gruppo che tornava a casa per le vacanze di Natale fino all’Hogwarts Express, dove salirono  su treno diretto a casa. Mentre erano sul treno, parlarono della scuola perché era l’unico argomento non tabù.
Quando arrivarono alla stazione di King’s Cross, videro in lontananza la signora Weasley, il signor Weasley e george. Ad Harry si spezzò il cuore nel vedere George. Era uguale a tutti i Weasley. Aveva i capelli rossi e occhi scuri. Mancava il gemello ed era quello che faceva stare male Harry. Fred era morto nella battaglia con Voldemort.
LA signora Weasley teneva un fagottino in braccio. Harry sapeva chi era quel bimbo ed era colpa sua se i suoi genitori erano morti. Harry s’avvicinò alla signora Weasley e le chiese:- Posso tenerlo?
La signora Weasley gli porse il bambino. Era piccolo e carino. Aveva le guance paffute, gli occhi ambra e i capelli che passavano dal blu al castano chiaro,
-Ciao Lupin- gli disse. Harry era diventato il padrino del bimbo, peccato che non lo vedeva tanto, per via della scuola, Quello, però sarebbe stato il suo ultimo anno ad Hogwarts e dopo si sarebbe occupato lui personalmente del bambino
Con il bambino in braccio, Harry seguì gli altri verso la macchina volante dei Weasley. Si strinsero un poco ma alla fine ce la fecero a starci tutti e sette. Il signor Weasley guidò fino alla nuova casa della famiglia. Questa era vicina ad un lago dall’acqua cristallina, in mezzo alla campagna e circondata dal bosco. Era molto più grande rispetto a quella precedete, aveva quattro piani e larga cinque metri e lunga tre. Harry adorava quella casa.
La signora Weasley entrò e fece un incantesimo al baule di Harry e degli altri che volarono al piano di sopra. George fece fare il giro della casa ai ragazzi e mostrò loro le camere. Tutti avevano la propria camera con il proprio bagno.
-AHHHH!!!- sentì urlare Harry. Era Ron.
Harry uscì velocemente dalla camera dove si trovava con la bacchetta in bano. Aprì lentamente la porta della camera di Ron poi entrò e per poco non si mise a ridere.
Ron era in piedi su una sedia  che gridava come un pazzo. Per terra c’era un minuscolo ed insulso ragnetto.
Subito dopo arrivarono Hermione, Ginny, Draco e George. Harry scoppiò a ridere e con lui anche gli altri. Ron Weasley aveva una paura matta dei ragni.
Con un foglio di carta, Harry s’avvicinò, fece salire il ragno sul foglio e lo fece saltellare fuori dalla finestra.
-Ron sei impossibile- affermò Ginny mentre chiudeva la finestra.
-Ma hai visto quanto era grande?
-Era grande quanto un sassolino!- esclamò George
-Grazie George- ribattè Ron.
La madre di Ron chiamò tutti al piano di sotto  e quindi scesero tutti le scale di corsa. Quando entrarono in salotto, Ron, Ginny e George si precipitarono a salutare i ragazzi appena arrivati. Nel salotto dei Weasley erano arrivati Bill, Charlie e Percy: i tre fratelli maggiori di Ron.
Harry era felice di vederli tutti sorridenti. Lui però non se la sentiva di sorridere dopo tutte le morti che aveva causato. Fece finta di non pensare a nulla e andò a salutare il resto della famiglia Weasley.
Quel giorno arrivarono anche i nonni, e gli zii, e i cugini. Insomma, tutta la famiglia Weasley era al completo.
Harry forse cominciava a capire veramente cosa era una famiglia. Nell’aria c’era qualcosa che non andava, Harry lo percepiva, ma decise di concentrarsi sul significato di famiglia.
   
 
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