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Autore: lady_sayuri    29/06/2016    1 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Rose appare nella ormai tranquilla cittadina di Satan City per portare a compimento una missione importante. Incontrerà i Saiyan, con i quali restaurerà un bel rapporto; essi infatti sono fondamentali per portare a compimento il suo compito. Qualche tempo dopo, però, grazie soprattutto all'aiuto di Junior, Goku e gli altri Saiyan riusciranno a scoprire la sua vera identità. Infatti, la ragazza non è quello che sembra: sembra avere una correlazione con uno dei Saiyan. Riuscirà Rose a portare a termine il suo compito? E, soprattutto, chi è realmente?
La storia è ambientata tra la fine della Saga di Super C-17 e la saga dei draghi malvagi, dunque esattamente un anno dopo l'inizio della storia di Dragon Ball GT e poco prima della dipartita di Goku.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Goten/Valese
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

«No, non ti preoccupare» Rose tentò di consolare Chichi «nel futuro non ti lascerà nè per andare a combattere nè perché verrà eliminato.»

La sua risposta parve calmare Chichi, tuttavia gli occhi della ragazza rimasero fissi su Goku.

Goku. Quasi non riusciva a credere che fosse lui. Lo guardò per qualche istante, e mille pensieri cominciarono ad attraversarle la mente. Impiegò qualche secondo per tramutare tutti i suoi pensieri in parole:

«Non è possibile. Se sei Goku, perché sei così piccolo? Ho per caso viaggiato troppo indietro nel tempo?!»

Rose era confusa. Quello era il Goku di cui le avevano sempre parlato, fin da quando era una bambina? Aveva sentito talmente tante storie su di lui, che nella sua testa ormai lo vedeva solo quasi come un personaggio dell’immaginazione.

«Ma allora mi conosci!» esclamò Goku, sorridendo.

«Non proprio» dovette ammettere Rose «io ti conosco solamente perché mi hanno raccontato di te, ma in realtà io non ti ho mai conosciuto dal vivo»

«Quindi nel tuo futuro io non ci sarò?» domandò lui, leggermente stupito.

«No. Tutti gli altri» Rose scorse velocemente con lo sguardo tutti i presenti «mi hanno sempre parlato di te, ma io effettivamente non ti ho mai conosciuto, perché so che tu te ne sei andato poco prima che io nascessi. Per cui non ho mai avuto l’occasione di incontrarti. Ma spiegami una cosa, perché sei così piccolo? Non dovresti avere la stessa età della… cioè,di Chichi?»

«Purtroppo» Pan, con fare rassegnato, intervenne prima che qualcun altro potesse aprir bocca «il nonno si è fatto trasformare da alcuni scagnozzi quando era al Palazzo del Supremo, che hanno espresso il desiderio che lui diventasse piccolo di nuovo. Per questo adesso è così»

Rose notò che Pan era parecchio contraria alla cosa, ed anche molto scocciata. Quasi non la riconosceva: in quel tempo era così piccola, molto più piccola rispetto a come la conosceva lei. Era così buffa! Con quell’aspetto da teenager l’aveva vista solamente in alcune foto. 

Ormai era passato già così tanto tempo da quando non la vedeva, e le mancava tantissimo.

Era di certo felice che Pan, in quel momento, fosse al suo fianco, ma nello stesso tempo provò un senso di tristezza e di malinconia che le appesantirono il cuore…

Se solo fosse riuscita nel suo intento, forse avrebbe avuto la possibilità di rivederla…..

Poi, le venne in mente che lo sapeva. Aveva già sentito quella storia. Tempo fa, la stessa Pan glielo aveva raccontato: le aveva raccontato di quando Goku era stato trasformato in bambino, e di quando, in seguito, avesse dovuto affrontare, assieme a lui e a Trunks, un viaggio nello spazio alla ricerca delle sfere del drago.

«Ah, è vero! Adesso ricordo!» esclamò Rose «la conosco questa storia, me l’hai raccontata, me l’ero completamente dimenticata!»

«Io?!» domandò incredula Pan.

«Quale storia?» Qualcuno parlò dietro di lei, e Rose si girò di scatto. Aveva riconosciuto quella voce. Si ritrovò davanti chi si aspettava: Trunks, con i suoi capelli viola portati a caschetto e i suoi occhi azzurri. Quegli occhi azzurri. Rose si soffermò per qualche istante a guardarli. Certo, li aveva guardati molte volte, ma non era quella la cosa più importante. Quegli occhi le ricordavano un’altra persona, una persona a lei molto cara.

I ricordi cominciarono a riaffiorare nella sua testa, e in particolare andarono a soffermarsi sull’avvenimento più recente, di certo non uno dei ricordi più felici della sua vita. Sentì gli occhi inumidirsi e un nodo formarsi alla gola. Pensò di non riuscire più a parlare: troppi ricordi cominciavano ad affollarle la testa.

Per fortuna, fu Bulma a prendere in mano la situazione:

«Ciao, tesoro! Sei uscito adesso da lavoro?»

«Sì. Scusate per il ritardo, ma ho avuto parecchio da fare!»

«Non ti preoccupare. Siediti e mangia! Ti abbiamo lasciato del cibo!» disse Bulma entusiasta. Trunks si mise a sedere e cominciò a prendere da mangiare.

«Trunks, questa è Rose» Bulma, da brava padrona di casa, fece le presentazioni. «Rose, immagino che tu non abbia bisogno di presentazioni» aggiunse, sorridendo e facendole l'occhiolino.

Trunks, che stava per allungare la mano per presentarsi, la ritirò e chiese: «Perché no? Mi conosci già?»

Rose si presentò brevemente: «Ehm, in realtà sì, io… vengo dal futuro, e conosco già tutti voi perché... appartengo alla vostra famiglia» notò Trunks aggrottarsi le sopracciglia, mentre un’espressione stupita comparve sul volto «Sono venuta qui per chiedere il vostro aiuto, perché nel mio futuro la situazione è molto grave. C’è un nemico molto potente, che, come stavo dicendo agli altri, ha fatto piazza pulita e ha sconfitto tutti voi.» riprese dunque il suo racconto da dove l’aveva lasciato prima.

«Ludir ha eliminato tutti voi, perfino Vegeta e Pan, che nel futuro sono i più forti. Ha lasciato in vita solamente noi, ovvero i “più giovani”, a parte mio fratello, che purtroppo è stato eliminato da Ludir mentre tentava di proteggere mia madre.» Fece una breve pausa, che le diede la forza di scacciare via quel brutto ricordo. «Oltre a noi, l’unica adulta che ha lasciato in vita è stata Bulma, perché ovviamente gli torna utile per le sue conoscenze scientifiche e tecnologiche. 

E, in questo anno intero, Ludir ha costretto tutti noi a vivere nello stesso palazzo, insieme a lui. Insieme al mostro che ha sterminato la nostra famiglia.» la ragazza fece una smorfia « e voi forse vi chiederete, come abbiamo fatto a vivere, per un anno intero, con il mostro che ha ucciso i nostri genitori? 
Spesso me lo sono chiesta anche io, e posso dire che ce l’abbiamo fatta solo facendoci forza a vicenda. 
L’obiettivo di Ludir è infatti quello di trasformare noi Saiyan in esseri cattivi a sua completa disposizione, in modo da dover obbedire a tutti suoi ordini. Lui vuole conquistare l’intero universo servendosi della forza dei noi Saiyan - anche perché lui non è poi così forte -, per questo, durante l’ultimo anno, ci ha sottoposto ad allenamenti durissimi, ma anche a prove durissime: dovevamo infatti dimostrargli completa obbedienza, e in caso ci fossimo opposti ci avrebbe torturato. Tuttavia, però, non avrebbe mai potuto eliminarci, anche perché il suo piano di conquista sarebbe completamente fallito senza di noi.

Spesso ci chiedeva, come “prove della sua fedeltà”, di fare cose orrende, per esempio uccidere innocenti. Ellen all’inizio era molto restia a farlo, ma poi, per forza di cose, ha dovuto farlo. Non ha avuto altra scelta. 

Io, invece, ci ho messo un po’ più tempo per trovare il "coraggio" di farlo: le prime volte mi rifiutavo sempre, infatti sono stata torturata parecchie volte» Rose mostrò loro la lunga ferita che aveva sulla parte anteriore del braccio «ma poi, purtroppo, l’ho dovuto fare anche io.» La voce le si spezzò e abbassò gli occhi, che tradivano un profondo dolore e un grande senso di colpa. Un giorno, pensò, avrebbe ridato la vita a tutti quegli innocenti, in un modo o nell’altro.

I presenti, turbati dal racconto, guardavano la ragazza con enorme dispiacere. Ma fu Pan, qualche secondo dopo, a interrompere il silenzio che si era creato: «Chi è Ellen?»

Rose, talmente presa dal suo racconto, non si era nemmeno resa conto di averla nominata. Ma poco importava, ormai: tutti dovevano sapere anche di lei e della sua storia.

   
 
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