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Autore: corvina5    30/06/2016    4 recensioni
Secondo capitolo della storia 'Ricordi di un sogno già vissuto'
Un nuovo criminale infesta le strade di Jump City. SI fa chiamare il Compratore e sta stramando una vendetta con i fiocchi. I Teen Titans gli danno la caccia ma scopriranno che l'uomo è molto più pericoloso di quanto si possa pensare. BB nasconde un segreto che neanche i Titans sanno, così inizia a condurre una seconda vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Revival of vengeance'
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Segreti




Ancora una volta i suoi occhi si spalancarono, risvegliandosi nel solito tugurio in cui era imprigionata. Non vedeva un raggio di sole da giorni ormai e non riusciva più a distinguere il giorno dalla notte. Persino i pasti che Jenkins che le portava tre volte al giorno erano uguali: una brodaglia maleodorante dal sapore amaro al quale però, si era abituata.
Ogni giorno malediceva le rune sulla barella a cui era legata, provando disperatamente di liberare almeno un arto. Il corpo le si era indolenzito e irrigidito terribilmente provocandole talvolta dei forti spasmi muscolari accompagnati, naturalmente, da dolori atroci.
Il tempo infinito lo passava  a meditare cercando di raccogliere le forze e concentrarsi sulle rune, senza però risultati.
-Ben svegliata dormigliona?-
-E’ così tardi?-
-Oh non immagini quanto-
-Che ore sono?-
-Ah-ah-ah  non sono affari tuoi-
-Pensi che sapendo l’ora io potrei liberarmi o che so io?-
-Mai sentito parlare di tortura psicologica? E’ un po’ quello che facevi tu a BB-
-Ecco questi non sono decisamente affari tuoi!-
-Beh dato che sei rinchiusa qui, senza via di fuga, in mia custodia... Beh si direi che la tua vita personale mi riguarda parecchio. Dato anche che la voglio distruggere-
-Sai sono giorni ormai che dici questa frase, cominci ad essere ripetitiva-
-Puoi continuare a fare la dura quanto vuoi ma sappiamo entrambe che l’idea ti terrorizza. Ho visto come hai reagito quando BB è finito sotto quella rete ed ho amato quella reazione-
Corvina strizzò gli occhi.
-Era così spontanea così piena d’amore, così piena di paura di perdere. Stupenda- continuò lei.
-Sei solo una stupida ragazzina ingenua ecco cosa sei! Pensi che abbia ucciso tuo fratello quando non l’ho neanche mai visto!-
-SI CHE LO HAI FATTO!-
-Chi te lo ha detto questo? Nicholas non è vero? Ti credevo più intelligen...- Sarah non le permise di finire la frase e le diede uno schiaffo, facendola voltare verso destra.
Corvina sentì il sapore amaro del sangue in bocca e sputò a terra.
-Non osare mai più parlare di lui. Lui era tutto ciò che avevo e tu me lo hai portato via-
-Ho trascorso tutti gli anni della mia vita a fare del bene per respingere Trigon... Cazzo sono diventa persino un’eroina e credi che io possa davvero uccidere qualcuno? No, non sono io che sto mentendo-
Sarah la fissava mentre i suoi occhi si facevano sempre più umidi.
Si voltò, nascondendosi  e si avviò con passo fermo verso la porta.
-Niente pranzo oggi- disse senza voltarsi e sbattendo la porta.




Le porte della torre si spalancarono facendo entrare su una sedia a rotelle Stella, spinta da Robin. Continuò a spingerla attraverso il lungo corridoio arrivando all’ascensore. Staccò le mani dalla carrozzina e silenziosamente premette il pulsante di chiamata.
I due si scambiarono uno sguardo malinconico.
 Le porte dell’ascensore si aprirono. Il ragazzo meraviglia riprese i manici della carrozzina spingendola al suo interno.
Le porte si richiusero e l’ascensore cominciò a salire emettendo un lieve ronzio.
Robin avvicinò lentamente la sua mano a quella di Stella, stringendola intrecciando le dita.
-Non posso credere che una cosa del genere sia successa-
Robin non rispose.
-Povero BB-
Le porte si riaprirono e Robin spinse fuori la carrozzina, spingendola fino alla ops room.
Terra e Brion erano seduti sul divano davanti alla televisione insieme a Cyborg.
Il mezzo robot si voltò di scattò sentendo le porte aprirsi. La sua bocca si curvò in un lieve sorriso.
-Per un attimo ho creduto foste BB- disse avvicinandosi alla rossa -ma sono comunque contento di vederti a casa-
Stella si limitò a sorridere affettuosamente all’amico.
Seguirono Terra e Brion che salutarono calorosamente la ragazza.
-Non è ancora uscito eh?- chiese il leader.
Cyborg scosse il capo.
-Vieni, ti porto nella tua stanza- disse infine lui girando la carrozzina.
-Ah, Robin?-
Il ragazzo si voltò.
-Abbiamo preso il corpo di Dana e le abbiamo dato una degna sepoltura, qui a Jump City... Così Corvina potrà andarla a trovare-
Il ragazzo fece un cenno di approvazione e riprese a spingere la carrozzina.
L’aliena si volto per quanto poté, salutando i ragazzi che si stava lasciando alle spalle.

Stella si aggrappò al collo di Robin mentre lui delicatamente la sollevava dalla carrozzina, appoggiandola sul letto.
-Grazie- disse lei.
Con lentezza, l’aliena si sfilò la felpa che le aveva prestato Cyborg cercando di non fare movimenti bruschi.
Robin guardò con amarezza la fasciatura che le avvolgeva completamente la vita.
Appena sotto le costole si scorgeva una chiazza di sangue imprigionata nella garza.
-Stasera ti aiuto a pulire la ferita- disse lui freddamente.
-Vedrai guarirò presto-
-Non avresti dovuto farlo-
-Beh cosa avrei dovuto fare?-
-Lasciar andare la pallottola-
-Saresti potuto morire-
-E cosi anche tu!- alzò la voce.
Stella abbassò gli occhi.
-M-mi dispiace-
-Lo so-
Stella si avvolse tra le coperte del suo letto e picchiettò con la mano destra il materasso.
Robin accettò l’invito e si sedette accanto a lei.
Gli occhi verdi della ragazza puntavano dritti verso quelli coperti dalla maschera. L’aliena avvicinò la mano al viso del ragazzo, accarezzandolo dolcemente. Con l’altra gli tolse delicatamente la maschera senza staccare le mani dal suo viso. Sorrise lievemente nel vedere quegli splendidi occhi azzurri che guardavano dritto nei suoi. Avvicinò il viso dell’amato al suo, congiungendo le labbra in un dolce bacio.



Nell’interno della sua stanza, BB rimaneva rinchiuso.
La sua camera era colma di fogli riguardanti casi che interessavano il suo patrigno.
Era sul letto, sdraiato in posizione fetale stringendo nella mano sinistra una foto di lui e Corvina e nella destra una foto segnaletica di Nicholas Galtry. Fissò la faccia dell’uomo memorizzandone  ogni particolare.
Il dolore e la rabbia che provava  aumentavano, per quanto cercasse di calmarsi per trovare una soluzione.  La cosa che desiderava di più era vendetta, il poter sentire il sapore del sangue di quell’uomo tra le sue fauci.  L’arresto gli sembrava  una via troppo semplice per una persona come lui.
No, questa volta bramava qualcosa di più della prigione, desiderava Galtry ai suoi piedi grondante di sangue per dargli il colpo di grazia e chiudere con il suo passato una volta per tutte. Troppe volte era tornato a tormentarlo tra dubbi e rimpianti ma adesso si ripromise di fare ciò che disse tempo fa:
-Io ti ucciderò-
Si alzò e prese il comunicatore tra le mani.
Lo fissò per qualche secondo e poi digitò il numero.




Sarah fissava dal piccolo monitor la sua prigioniera. Le sue parole riecheggiavano nella sua mente e non sembravano volessero smettere.
-Pensierosa?-
La ragazza si voltò di scatto.
-Ti ho spaventata?- continuò lui.
-Si, stavo pensando...-
Nicholas si sedette accanto a lei.
-E posso avere l’onore di sapere a cosa stavi pensando?-
-A Morgan... Com’è morto?-
-Lo sai come-
-Tu mi hai solo detto che lei lo ha colpito-
-Le cose sono andate così infatti-
-Si ma lei mi ha colpito e non mi ha ucciso-
-Perche adesso sa controllare i suoi poteri-
-Ma...-
-Adesso basta! Osi dubitare di me? Dopo tutto quello che ho fatto per te? Amavo Morgan come un figlio e-
-No- lo interruppe lei -non dubito. Volevo solo sapere come è successo-
-Certe cose sono troppo dolorose bambina, per essere riportate alla luce-
Nicholas si alzò uscendo dalla stanza. Non appena si chiuse la porta dietro di sé espirò a pieni polmoni, sollevato.
Sarah riprese  fissare la ragazza, sempre più assonnata e confusa.


Corvina si svegliò.
Si guardò intorno accertandosi di essere sola. Spesso quando si svegliava trovava Jenkins con il pasto o Sarah.
Si guardò i polsi, concentrandosi sulle rune. Gli strani disegni sulle manette sembravano essere meno marcati col passare del tempo, come se stessero scomparendo.
Corvina chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
-Azarath... Metrion... Zinthos-
Sentì le mani formicolare leggermente.
Abbassò lo sguardo e vide che le mani erano intrise di magia. Concentrò tutta la forza su di esse spingendo contro le manette.
La porta si spalancò di colpo, facendola deconcentrare e annullare i suoi poteri.
Sarah si avvicinò con passo svelto verso di lei.
Corvina sperò solamente che non se ne fosse accorta.
-Mio fratello era l’uomo da cui hai salvato BB-
Corvina la guardò con aria confusa, si chiese dove Sarah volesse arrivare.
-Intendi quella notte in cui l’ho incontrato?-
-I-io credo di si-
-Nicholas mi ha detto che BB era solo ma poi una ragazza con il mantello e degli strani poteri lo ha salvato-
Sarah alzò gli occhi verso di lei.
-Dimmi come è successo-
-Cosa?-
-Dimmi com’è successo!- ripeté lei con tono deciso.
-Perché dovrei?-
-Perché me lo devi-
Corvina la guardò dritto negli occhi, non aveva bisogno dei poteri per capire che Sarah era straziata dal dolore.
-Io non l’ho ucciso-
-Raccontami solo come sono andate le cose-
-Era uno dei miei primi giorni sulla Terra e non sapevo dove andare quindi,  spesso la sera, girovagavo per le strade cercando un buon posto per passare la notte. Una notte sentii degli strani rumori come se un macellaio picchiasse su un pezzo di carne. Mi avvicinai e distinsi due figure: un ragazzino di più o meno la mia età e un uomo più grande che lo stava prendendo a calci-
Sarah si mise una mano sul cuore premendo leggermente, come per paura che potesse scoppiare.
-Decisi di intervenire. Creai un capo di forza intorno al ragazzo e quando l’uomo lo colpì, fu scaraventato indietro. Corsi da lui che giaceva a terra e non dava segni di vita. Mi avvicinai al viso. Il volto era coperto da una maschera ma si poteva vedere benissimo la sua pelle verde, nonostante fosse ricoperta da una grande quantità di sangue. Mi accertai che respirasse ancora mentre l’uomo si rialzò. Venne verso di me puntandomi una pistola contro. Io creai un altro campo di forza ed i proiettili schizzarono da tutte le parti. Uno gli sfiorò il braccio ferendolo. Finì di scaricare il caricatore e si avventò contro di noi. Prima che potesse raggiungermi, espansi il campo di forza e lo colpì lanciandolo metri da noi. Il ragazzo che era ai miei piedi mugolò mentre l’uomo si rialzò. Incrociai il suo sguardo per un istante prima di decidere di teletrasportarmi via di li con il ragazzo-
Finito il racconto, Corvina cercò gli occhi di Sarah che guardavano fissi il pavimento.
-Questo è tutto?- chiese la bruna.
-Si. E’ stata l’ultima volta in cui l’ho visto ed era ancora vivo-
-Ok- disse mentre annuiva leggermente con la testa, tenendo sempre una mano premuta contro il cuore.
-Ok- ripeté.
E a sguardo basso uscì dalla porta, chiudendola a chiave dietro di sé.





ANGOLO DELLA SCRITTRICE.
RIECCOMI DOPO UNA LUNCHISSIMA PAUSA. VOGLIO CHIEDERE SCUSA A TUTTI QUELLI CHE LEGGONO E SEGUONO LA STORIA E VOGLIO FAR SAPERE A TUTTI CHE TORNERO’ AD AGGIORNARE PIU’ FREQUENTEMENTE. INFATTI SONO GIA’ ALL’OPERA DEL PROSSIMO CAPITOLO.
INTANTO FATEMI SAPERE CHE COSA NE PENSATE DI QUESTO LASCIANDO UNA PICCOLA RECENSIONE.
GRAZIE A TUTTI E A PRESTISSIMO!
CORVINA.
   
 
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