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Autore: Elanor 02    30/06/2016    3 recensioni
Questa è la mia prima Romanogers, spero vi piaccia.
Dal testo:
"Spara! "
Natasha rimane immobile, la manichetta della pistola stretta tra le dita affusolate .
"Spara ho detto!"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Solo un'assassina 

<< Spara! >> 
Natasha rimane immobile, la manichetta della pistola stretta tra le dita affusolate .
<< Spara , ho detto! >> ordina una voce che la rossa non riconosce.

La mano le trema visibilmente .

Steve è di fronte a lei, la guarda immobile con i suoi grandi occhi color del ghiaccio.

La ragazza si tuffa ancora in quell' oceano azzurro, vorrebbe rimanere lì per sempre, vorrebbe nascondersi negli abissi più profondi di quel mare e non riemergere mai più ma sfortunatamente non può, non può scappare dalla realtà ... quella spietata e crudele realtà.

La proprietaria della voce sconosciuta infila la mano nella tasca della sua giacca ed estrae una pistola.
La punta alla tempia di Natasha, che non accenna nessun movimento, lo sguardo fisso su Steve, il SUO Steve.

<< Lo ripeto ancora una volta Natasha: SPARA! >> ordina di nuovo la voce.

Trascorrono attimi di silenzio, l'aria gelida le scompiglia i capelli rossi mentre la paura prende il sopravvento su di lei.

<< Fallo! >> dice una seconda voce , non è un richiesta, è un ordine, un ordine di Steve.
<< MAI! >> urla la Vedova Nera mentre lacrime nere le rigano le guance rovinandole il trucco.
<< Ho detto fallo! >> ripete Steve più forte.
<< Non posso... >> La voce di Natasha trema, è un misto tra rabbia e dolore.
<< Sì che puoi Natasha >> Steve sembra quasi accarezzarla con la sua voce rasicuarante , dove spesso la russa si rifugiava per calmarsi , dirle che andrà tutto bene.

A un tratto la sconosciuta senza volto preme il grilletto ma non lo molla ancora, Natasha trema , adesso più forte << Ti do tre secondi...1...2...e 3! >>

Un colpo sordo risuona nell'aria.
A Natasha sembra che il mondo si sia fermato nell' istante in cui ha premuto quel maledetto grilletto.

Il corpo di Steve cade a terra, non fa neanche rumore, mentre una chiazza di sangue macchia l'asfalto di rosso.

Natasha si lascia cadere a terra, apre la bocca per urlare ma si ritrova senza voce, senza la forza di gridare il suo dolore ...
È stata LEI, l'ha ucciso LEI e mai se lo perdonerà, mai.

Perchè lei è solo un'assassina, un'assassina che non merita di vivere.

È così sarà per sempre.


Si sveglia improvvisamente, il respiro affannato è rotto dai singhiozzi mentre il cuore le martella la cassa toracica quasi volesse spezzarla per uscire, la paura le stringe il petto in una morsa dolorosa che le impedisce di prendere fiato regolarmente .

L'immagine di Steve sdraiato a terra inerme in una pozza di sangue appare nella sua mente.

Scoppia in un pianto silenzioso e liberatorio , mentre respirare diventa sempre più difficile, nella sua testa risuona il rumore di quello sparo, quel maleddetto sparo.

Non si è neanche preoccupata di guardare l'ora come fa di solito quando viene svegliata dagli incubi.
Ma questo era diverso.
Mai si era terrorizzata così tanto in vita sua.

Trema , Natasha , mentre i singhiozzi rompono il silenzio della notte .

Ci vogliono almeno 5 minuti prima che si renda conto di essere nella sua stanza, nella nuova base degli Avengers.

Cerca di calmarsi mentre tenta invano di scacciare via l'immagine di lei che spara a Steve, al suo capitano, al suo migliore amico, alla persona a cui tiene di più al mondo... all'uomo che ama .

Si asciuga piano le lacrime e si alza dal letto;
Percorre in silenzio il corridoio buio . Il resto della squadra dorme tranquilla , ognuno rinchiuso nella propria stanza .

Arrivata alla camera di Steve si accosta alla porta e si lascia cullare dal suo respiro lento e regolare che in un attimo le fa dimenticare tutto, è quasi tentata di aprire la porta e raccontargli tutto ma non lo fa.
Dopo qualche minuto lascia la maniglia argentata e continua silenziosa come un felino il lungo corridoio di camere.

Arrivata al terrazzo dell'edificio apre la porta e l'aria fresca della sera la travolge calmandola.
La paura e il dolore svaniscono anche se solo per pochi secondi.
Chiude gli occhi e respira profondamente mentre la morsa al petto piano piano diminuisce , quando sente una mano posarsi leggera sulla sua spalla, quasi come ad accarezzarla dolcemente .
Natasha si gira e incontra le iridi celesti di Steve , si rispecchia in quel mare di emozioni contrastanti .

Per un attimo rivede la stessa immagine macabra dell'incubo, nella mente risuona il colpo sordo di pistola come fosse uno sparo di cannone.
<< Va tutto bene Nat? >> le domanda il capitano.
Lei si limita a fare no con la testa mentre gli occhi le si riempiono di lacrime.
Riguarda quelle perle blu che alla flebile luce della luna sembrano risplendere di luce propria e di getto lo abbraccia mentre le lacrime cadono imperterrite tra i singhiozzi.
Non pensava di essere così fragile.

Steve la circonda con le sue braccia e la prende delicatamente in braccio.
Lei posa la testa nell'incavo della sua spalla, dove può sentire il suo profumo maschile e si lascia cullare dal suo tocco gentile .

Il supersoldato entra in camera e si siede sul letto, Natasha è ancora abbracciata a lui, seduta sulle sue gambe.
<< Incubi? >> domanda il capitano accarezzandole delicatamente i capelli.
La russa annuisce semplicemente .


Da un po' di tempo Natasha soffriva di incubi.
Si svegliava sempre più spesso, almeno due o tre volte in una settimana e ogni volta Steve si sedeva accanto a lei e, come fosse un genitore, le sussurrava parole dolci, la rassicurava e le rimaneva accanto finché non si addormentava.
Era una cosa un po'infantile, di certo non lo si aspettava dalla famigerata Vedova Nera, ma a lei non importava, e neanche a Steve.
Una volta gli aveva chiesto perchè lo faceva, perchè rimaneva accanto a lei; Steve aveva risposto dandole un bacio sulla fronte e sussurrandole che lui ci sarebbe sempre stato per lei, sempre.

Non era mai capitato che piangesse dopo un incubo, quella era la prima volta in assoluto.
<< Cosa è successo? >>
Natasha prende un bel respiro, cercando di non focalizzarsi sulla scena che le appare davanti agli occhi, anche se non le risulta molto semplice.
<< Eravamo uno difronte all'altra. Una voce mi ordinava di spararti ma io mi opponevo... >> inizia a raccontare titubante.
<< Che voce? >> chiede Steve interrompendola.
<< Non lo so, non sono riuscita a riconoscerla >> 
Le lacrime fredde le rigano le guance << La sconosciuta ha estratto una pistola dalla tasca e me l'ha puntata alla tempia, tu mi urlavi di spararti ma io non potevo, non ci riuscivo... La voce ha ripreso a parlare e mi ha detto che se entro tre secondi non ti avessi sparato... Ti ho ucciso! Ma io non volevo... Sono solo un'assassina!! >> 
Steve rimane basito dal racconto.
<< No, non è vero Nat e tu lo sai... Non lo avresti mai fatto, lo so >>
Il supersoldato le accarezza lentamente il capo nascosto nell'incavo della sua spalla, poi le alza il viso in modo che i loro occhi si possano incontrare.
<< Gli incubi non sono altro che le nostre paure più profonde. Nat tu non sei un'assassina, tu sei ... beh .... >>

Il capitano posa le sue labbra su quelle umide di Natasha che ricambia subito il bacio appassionatamente
Sembrava che il tempo si fosse fermato in quell'istante.
Rogers le sfila dolcemente la canotta nera, scoprendo le cicatrici sulla sua pelle chiara ma lui non ci fa caso e continuando a baciarla la butta sul letto.
<< Ti amo >> le sussurra a un soffio dalle sue labbra.
<< Ti amo anch' io >> 

Natasha, tra le braccia di Steve non aveva più paura, si sentiva se stessa e mai più avrebbe lasciato che le sue paure prendessero il sopravvento su di lei e, nel caso fosse successo, avrebbe trovato Steve al suo fianco, pronto a combatterle insieme a lei. ~ Angolino dell'autrice ~ Volevo solo ringraziare Agent 17 perchè mi ha aiutato a correggere la storia ed è grazie a lei se mi sono decisa a scrivere la mia prima Romanogers!
   
 
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