Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    30/06/2016    3 recensioni
Livyana testimone di un brutale omicidio, Ben e Semir faranno di tutto per proteggerla anche a costo della loro stessa vita. Fughe, complotti, fiducia mal riposta, sono alcuni ‘ingredienti’ che troverete in questa nuova F.F.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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MEZZOGIORNO DI FUOCO

Semir era ancora imbottigliato nel traffico autostradale, quando il commissario lo chiamò al cellulare.
Nessuno ancora al distretto era stato informato che il piccolo ispettore era vivo.
“Dove si trova?” domandò preoccupata la Kruger chiusa nel suo ufficio.
“Mi sto muovendo … fra mezz’ora o poco più sarò a casa del padre di Ben”
“Capo lei mi ha chiamato per dirmi altro vero? Ha novità?” chiese speranzoso e al contempo preoccupato. Sicuramente c’erano notizie , bisognava solo scoprirne l’entità.
“Susanne mi ha appena informato che ha ricevuto un paio di chiamate provenienti da uno stesso numero nell’arco di pochi minuti, ma quando rispondeva alla chiamata la comunicazione si interrompeva bruscamente. La cosa le è sembrata strana e così per scrupolo ha controllato il numero e ha provato a richiamare, ma il numero risultava sempre non raggiungile. Passavo in quel momento dietro di lei, per controllare il traffico sull’A57… le ho chiesto che ricerca stesse effettuando…per farla breve il numero proviene dalla villa del padre di Ben e il numero è intestato ad un certo Albert Einstein…”
“Porca miseria sono in pericolo! Capo chiami subito la SEC, la mandi a ‘Villa Jager’ Albert Einstein è il custode…”
Dopo di che Semir innescò la marcia accelerando ancora di più.
Ormai ne era certo: Ben era vivo e aveva bisogno d’aiuto.

Ben cominciò ad aggirarsi guardingo per la grande proprietà.
All’interno del perimetro non c’era solo la magnifica villa, la dépendance e la rimessa, ma anche un enorme capanno degli attrezzi, una cantina e una piccola stalla dove c’erano due bellissimi cavalli neri.
Il giovane ispettore vide un uomo armato di mitraglietta entrare nel capanno, non gli sembrava Weissman e nemmeno Gruber, ma di una cosa era certo, purtroppo non era la cavalleria tenuto conto che nessuno sapeva che era là.
Ritter entrò nel magazzino perlustrando l’intera struttura tenendo ben salda l’arma davanti a lui, col dito sopra il grilletto pronto a sparare.
All’interno dell’enorme capanno vi era un trattorino per tagliare l’erba, scope, rastrelli, badili.
Appoggiato ad una parete un piccolo tavolo da falegname, con una morsa e la classica cassetta degli attrezzi.
C’erano anche delle cesoie e forbici di varie misure, sacchi enormi di terra erano incastellati in un angolo così pure una catasta di legna per i caminetti che abbellivano l’intera proprietà.
L’uomo si fermò vicino al trattorino, si guardò attorno e fu allora che attraverso uno specchietto retrovisore vide Ben che lentamente stava entrando nel capanno, cercando di sorprenderlo alle spalle.
Ritter si girò di scatto e cominciò a sparare all’indirizzo di Ben.
Il giovane fece appena in tempo a togliersi dalla linea di tiro. Si riparò dietro all’enorme mucchio di legna cercando di rispondere al fuoco con gli ultimi proiettili che gli erano rimasti nel vecchio caricatore, poi alla velocità della luce levò quello vuoto mettendone uno nuovo.
Ritter che aveva trovato riparo dietro al piccolo trattore continuava a sparare verso la catasta di legno, schegge di legno cominciarono a colpire Ben al volto.
Il ragazzo non riusciva a tenere gli occhi aperti, quindi, facendo appello a tutte le sue forze e al suo coraggio si mise a sparare in direzione dell’uomo.
Purtroppo gli otto colpi del suo caricatore finirono in un lampo. Ritter allora decise di venire allo scoperto.
“Jager vieni fuori, ti assicuro che avrai una morte veloce e indolore”
“Mi spiace, Charly avrebbe dovuto informarti che sono quel tipo di poliziotto che non si arrende facilmente, dovrai venirmi a prendere, bastardo…” rimbeccò lui mentre caricava la pistola con l’ultimo caricatore che gli era rimasto.
“Come vuoi” e cominciando di nuovo a sparare in direzione della catasta di legno Ritter si diresse verso il ragazzo, conscio che Ben non sarebbe riuscito a rispondere al fuoco di una mitraglietta avendo a disposizione solo una semplice pistola.
Una pioggia di proiettili colpirono la catasta  di legno e da essa si levarono in tutte le direzioni una quantità enorme di schegge.
“O la va o la spacca” pensò Ben “Non finirò impallinato come un fagiano, senza lottare fino alla fine” cercò malgrado la tragica situazione di sdrammatizzare e al contempo infondersi coraggio e così senza vedere nulla, affidandosi alla buona sorte, al cielo, a Dio e perché no anche a Semir, sporse il braccio armato, scaricando l’intero e ultimo caricatore nella direzione di Ritter.
Furono secondi in cui si scatenò l’inferno.
Poi tutto tacque.
Ben aspettò qualche secondo, poi aprì gli occhi.
Per qualche secondo non vide assolutamente niente, l’ intero capanno appariva invaso come da una coltre di nebbia che odorava di  polvere da sparo e legno bruciato. Con cautela si alzò,  la pistola scarica in pugno, spianata davanti a lui, ma Ritter non lo sapeva e mai lo avrebbe saputo.
A pochi metri davanti a lui giaceva il corpo senza vita di Ritter.
“Hai visto, razza di imbecille, credevi di aver a che fare con un pivello. Lo sai che non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo? Altro che ‘moccioso’ quando voglio sembro ‘Terminator’…’Hasta la vista, baby’ e adesso sistemerò anche i tuoi soci” disse con un mezzo sogghigno accucciandosi vicino al cadavere per raccogliere la mitraglietta.
La esaminò ed ebbe l’ennesima sgradita sorpresa. Non era rimasto nessun colpo. Frugò allora nelle tasche, ma non vi trovò nessun caricatore e nemmeno una pistola.
Ben si alzò da terra e con un gesto stizzoso diede un calcio alle costole del cadavere.
“Razza di idiota, non potevi portarti dei caricatori di scorta? Una pistola di riserva? Oggi non me ne va bene una, maledizione”

Nel frattempo Weissman entrò nella dépendance, assieme a Gruber.
I due decisero di separarsi. Gruber sarebbe sceso nello scantinato, mentre Weissman avrebbe  perlustrato l’intera dépendance.
Gruber che teneva a tracolla la mitraglietta, ma in pugno aveva la pistola d’ordinanza accese la luce e scese le scale con circospezione. Albert lo vide scendere uscì allo scoperto, prese la mira e sparò.
Purtroppo lo mancò e Gruber forte dell’esperienza acquisita sul campo rispose al fuoco colpendolo ad una spalla e disarmandolo.
Helga che aveva assistito alla scena cercò di prendere il fucile, ma l’uomo sparò un colpo a pochi passi da lei fortunatamente senza colpirla.
La donna istintivamente alzò le mani.
“Dov’è la mocciosa?” sibilò Gruber con la pistola spianata davanti a lui.
Vedendo che nessuno gli dava risposta si avvicinò ad Helga e la prese per i capelli.
“Dimmi dov’è la mocciosa, altrimenti finirò il tuo amichetto”
“Sono qui…non farle del male…” e la piccola uscì dal nascondiglio.
“Tranquilli, per ora resterete ancora vivi” disse con cattiveria Gruber  “Ci servite vivi, così Jager verrà allo scoperto, sempre che Weissman o Ritter non lo abbiano già trovato e ucciso, forza salite e niente scherzi”
Mentre salivano le scale Gruber chiamò Weissman.
“Capo ho qui tre ostaggi, non c’è Jager…”
“Non importa” rispose Weissman quando se li trovò davanti “ Abbiamo la bambina…il ragazzo si farebbe ammazzare per lei”
“Ben se ne è andato…mentre voi cercavate noi…sarà già lontano…non lo troverete mai” disse fiera Livyana ostentando sicurezza.
“Non credo, lo conosco troppo bene e ho visto come parlava di te, è un sentimentalone e questo lo porterà alla tomba”
“Sei un ver…” la piccola stava per rimbeccare, quando Gruber gli puntò la pistola alla testa.
“Se non la finisci ti ammazzo subito, e adesso fuori” intimò.
I tre uscirono dalla dépendance, Helga e un dolorante Albert furono fatti sedere per terra contro il muro.
“Li eliminerai appena troverò il ragazzo, per ora tienili sotto tiro nel caso arrivi, si arrenderà, tiene molto anche a questi due…in particolare alla vecchia”
Weissman quindi cominciò a girare per  la proprietà  in cerca di Ben, portandosi dietro come ostaggio Livyana.

Nel frattempo Semir arrivò vicino alla villa, e parcheggiò l’auto della Kruger vicino al SUV nero. 
Mentre scendeva dall’auto il piccolo ispettore sentì una serie infinita di colpi di arma da fuoco provenienti dall’interno della proprietà.
Subito estrasse la pistola dalla fondina, diede una rapida occhiata al caricatore,  le levò la sicura e si avvicinò al muro di cinta.
Il muro era molto alto, ma per fortuna Semir era ancora molto agile, e lo scavalcò, piombando dall’altro lato in relativa tranquillità visto che era a conoscenza che non vi erano cani  che potesse da un momento all’altro spuntare da chissà dove per azzannarlo ad uno stinco. Subito si addentrò in mezzo al piccolo boschetto vicino alla dépendance.
“Mapporca” imprecò “Che gran bastardo…”
Subito telefonò al commissario Kruger.
“Mi dica” il tono sempre informale.
“Capo la SEC fra quanto sarà qui?” sussurrò al telefono.
“Minimo ci vorrà mezz’ora” confermò Kim.
“Cosa? Temo che qui non possiamo permetterci di aspettare trenta minuti, la situazione è seria…Gruber tiene in ostaggio Helga e il custode,  non vedo Ben ne la bambina e nemmeno Weissman”
“Gerkhan …io…non so nemmeno cosa dirle… pensa di riuscire a liberare gli ostaggi? La situazione lo permette?”
“Non saprei, Gruber sembra solo, forse posso fare un tentativo”
“Se vede che è rischioso aspetti SEC…” ma Kim non ricevette risposta, Semir aveva già chiuso la comunicazione.
Semir con circospezione si avvicinò alla dépendance.
La fortuna sembrava essere dalla sua parte, ma la sua mente razionale no.
Gruber era a venti metri da lui, gli dava le spalle e lui mai e poi mai avrebbe sparato ad un nuovo che gli voltava le spalle e oltretutto era troppo vicino agli ostaggi. Avrebbe potuto colpirli per sbaglio. Ne dubitava essendo un ottimo cecchino, ma non se la sentiva di giocare con la vita di Helga e di Albert.
Pensò di intimargli il classico ‘Polizia autostradale, getta la pistola, arrenditi o sparo ’, ma Gruber aveva la pistola troppo vicino alla testa di Helga.
Decise quindi di venire allo scoperto e chiamarlo, magari lui d’istinto si sarebbe girato, gli avrebbe sparato e la sua coscienza e parte razionale sarebbe stata accontentata.
Stava quasi per aprire bocca, quando il piccolo ispettore entrò nel campo visivo di Helga.
“SEMIR???” urlò sorpresa nel vedere il piccolo ispettore e strabuzzando gli occhi.
“Cosa…???” rispose Gruber che abbassando leggermente la pistola e l’attenzione si girò leggermente.
E’ per lui questa disattenzione fu fatale.
Appena Semir ritenne che non era più di spalle gli sparò. Se non lo avesse fatto lui, lo avrebbe fatto sicuramente Gruber.
Lo ferì ad una gamba, ma Gruber non mollò la pistola, si voltò dal tutto e tentò di sparare nuovamente a Semir,  ma il poliziotto si era velocemente avvicinato, sparò un altro colpo colpendolo in pieno petto.
Gruber con gli occhi sbarrati stramazzò al suolo.
Semir si avvicinò ai due e chiese subito delle loro condizioni. Albert lo rassicurò che era solo un graffio, mentre Helga era ancora incredula nel trovarselo davanti, vivo, vegeto e tutto intero.
“Semir, ma…ma…” balbettò la donna.
“Sì lo so, Ben quando mi vedrà mi scorticherà vivo” cercò di confortarla Semir. “Perché Ben è vivo vero?” chiese il piccolo ispettore che voleva l’assoluta conferma.
“Sì è qui …sono arrivati …Ben parlava di tre uomini…uno non so chi sia, l’altro, questo qui” e indicò il cadavere di Gruber “Lo chiamava Weissman. Si è portato dietro la piccola. Semir deve trovarlo…lo ucciderà…e poi…la piccola…” e cominciò a singhiozzare.
“Lo troverò…glielo giuro, fosse l’ultima cosa che faccio” rispose Semir sicuro. Un ultimo controllo al caricatore, poi andò in cerca del suo migliore amico, sperando non fosse troppo tardi.

N.D.A. ‘non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo’ (Bud Spencer - Chi trova un amico trova un tesoro)  ‘Hasta la vista, baby’ ( Arnold Schwarzenegger -Terminator)
Angolino Musicale: povera Helga a momenti le prende un colpo, e che dire di Semir...il ‘mio’ turchino non sparerebbe mai alle spalle  di qualcuno…
Green Day ’21 Guns’ (21 pistole/colpi)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=r00ikilDxW4
Sai per cosa vale la pena lottare Quando non vale la pena morire? Ti toglie il fiato e ti senti soffocare? Il dolore pesa sull’orgoglio? E cerchi un posto dove nasconderti? Qualcuno ha rotto il tuo cuore all’interno? Sei in rovina. Uno, 21 pistole Abbassa le armi Abbandona la lotta Uno, 21 pistole Alziamo le braccia al cielo Tu ed io…



 
  
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