CAPITOLO
10
Nel frattempo, Rose aveva avuto l’occasione di osservare tutti, uno ad uno.
A
parte per suo nonno Goku, che era la prima volta che vedeva di persona,
tutti gli altri erano sì cambiati e invecchiati nel corso
del tempo, ma caratterialmente erano sempre rimasti gli stessi: nonna
Chichi, per esempio, era sempre così premurosa nei confronti
della sua famiglia e, in quel tempo in particolare, Rose
notò che era molto spensierata e felice.
Nel futuro, invece, Chichi era di certo felice di avere attorno la sua
famiglia, ma sicuramente non lo era quanto lo era adesso.
Osservò
prima lei e poi il “piccolo” Goku, e le ritornarono
subito in mente tutti gli avvenimenti e le vicende che le aveva sempre
raccontato sua nonna fin da quando era piccola, e che riguardavano
Goku: le aveva raccontato di come si erano conosciuti, di come si erano
sposati e di tutte le volte che il nonno era scomparso per
chissà dove, per poi ritornare sempre da lei; era sempre
accaduto così, diceva Chichi, ma non 17 anni fa, quando se
ne andò via e non tornò mai
più.
Rose conosceva a memoria queste storie, e anche
l’atteggiamento di Chichi quando le raccontava: sembrava
così estasiata quando parlava di Goku, ma nello stesso tempo
era triste, e Rose sapeva che sentiva più di tutti la sua
mancanza.
Doveva
essere quello stesso anno, proprio quello nel quale si trovava adesso,
in cui Goku se ne sarebbe andato; la nonna le aveva sempre detto che
Goku era partito qualche mese prima della sua nascita.
Gohan
e Videl, invece, erano pressappoco sempre gli stessi.
Lo zio Gohan era sempre rimasto un uomo buono e gentile, dedito al
sapere e alla cultura, che la aveva sempre aiutata negli studi quando
ne aveva bisogno: andava sempre da lui a chiedere chiarimenti sulle
lezioni, e lo zio era sempre pronto ad aiutarla.
Aveva capito molte cose grazie a lui!
Inoltre, Rose andava spesso a casa loro, quando poteva: oltre a voler
scambiare due chiacchere con gli zii, le piaceva anche passare del
tempo nella loro biblioteca, perché anche Rose amava tanto
leggere; lì aveva l’imbarazzo della scelta in
quanto a libri.
La
zia Videl, invece, era casalinga a tempo pieno, e si occupava spesso
dei suoi nipotini. Andava anche spesso a trovare Chichi,
così come lo faceva Rose, in quanto l’anziana
donna era rimasta sola e spesso aveva bisogno di una mano.
Che
dire di Pan? Beh, Pan era la sua cuginetta!
Nel suo tempo non era tanto piccola, però restava pur sempre
la sua cuginetta, quella preferita, quella che praticamente
l’aveva cresciuta.
Rose conosceva Pan come le sue tasche: nel suo futuro, si vedevano
molto spesso nonostante Pan avesse una sua famiglia, e per Rose era
come una sorella maggiore. Le confidava tutto, ma proprio
tutto, e Pan era sempre pronta a darle dei consigli.
Inoltre era stato grazie a Pan che Rose aveva raggiunto
l’elevato livello di potenza che possedeva adesso: certo, il
suo livello non era alto come quello della stessa Pan oppure di Ellen
(che si allenava tantissimo rispetto a lei), ma di certo non si poteva
definirla debole, per essere una donna Saiyan.
Era stata infatti Pan ad allenarla fin da quando era bambina,
poiché suo zio e suo padre si allenavano raramente.
Le venne subito in mente ciò che le aveva detto Pan una
volta:
“Se ci fosse stato il nonno Goku, avresti potuto allenarti
anche con lui, ogni volta che volevi. Lui amava tantissimo il
combattimento, e probabilmente ti avrebbe resa mille volte
più forte!”. Pan, ovviamente, si riferiva al fatto
che lei aveva una famiglia propria, e dunque spesso non aveva neanche
tempo di vedere Rose per allenarla.
Invece,
le cose erano diverse per Ellen. Lei aveva suo nonno Vegeta che la
allenava quando voleva: anche per questo motivo lei era molto
più forte di Rose.
C’è anche da dire che Ellen aveva molta
più determinazione e volontà di lei
nell’allenarsi: forse, pensava Rose, questo era dovuto al
fatto che per Ellen l’allenamento costituiva soprattutto una
valvola di sfogo, che le consentiva di liberare tutta quella rabbia che
aveva dentro, causata da un brutto avvenimento che le era accaduto
quando era piccolina:
la morte di sua madre.
Questa
sua componente aggressiva si rivelava soprattutto
attraverso il suo carattere: Ellen non era docile e delicata come lo
era Rose.
Ellen era un vulcano, una ragazza testarda e a volte molto irascibile,
ma nello
stesso tempo era anche molto solare ed estroversa. Le piaceva tanto
uscire la
sera, stare sempre con i suoi amici e andare a ballare con loro. Cosa
che non
era mai andata molto a genio al padre Trunks.
Suo
padre era un po’ severo nei suoi confronti, secondo Rose:
spesso la rimproverava di stare troppo tempo fuori casa e di tornare
troppo
tardi la sera, e quando diceva a sua figlia di non uscire oppure quando
le
proibiva di fare qualcosa, lei puntualmente lo faceva, spesso e
volentieri di
nascosto.
D’altronde,
l’atteggiamento di Trunks era comprensibile: aveva
perso la moglie quando sua figlia era molto piccola, per cui era stato
costretto a badare a lei da solo e voleva assicurarsi che fosse al
sicuro e che
non finisse nei guai.
Inoltre, Trunks ed Ellen vivevano in una villa molto grande non molto distante dalla Capsule Corporation, e Trunks si sentiva molto spesso solo quando la figlia non c’era. Tuttavia, non poteva aspettarsi un atteggiamento diverso dalla figlia, che attraverso il suo essere disobbediente tentava di costruirsi una propria identità, le cui fondamenta erano venuta a vacillare nel momento stesso in cui aveva perso sua madre.
Ma
c’era un altro fatto da prendere in considerazione per
Trunks: sua figlia era molto bella. Era una bellezza diversa rispetto a
quella di Rose: se Rose aveva i tratti scuri tipici della sua famiglia,
ovvero occhi neri e capelli castani, Ellen aveva invece ereditato gli
occhi azzurri dal padre e dalla nonna, mentre i capelli biondi dalla
madre; i capelli mossi, invece, non era certo da chi li avesse
ereditati, dal momento che nella sua famiglia possedevano tutti i
capelli lisci. Infatti Bulma sosteneva sempre che Ellen, in quanto ad
aspetto esteriore, assomigliava molto a sua madre da giovane.
Caratterialmente, invece, Bulma la aveva sempre paragonata a se stessa
da giovane: una sorta di "Bulma in miniatura", ma molto più
energica di quanto fosse lei alla sua età.
Nonostante fossero molto diverse, anzi quasi opposte, Rose ed Ellen andavano molto d’accordo: erano cresciute insieme, esattamente (come le avevano detto) come i loro padri, che da piccoli ne avevano combinate tante insieme. Anche nel futuro, Trunks e Goten erano rimasti molto amici, e spesso si organizzava qualche pranzo o cena per stare tutti assieme.
Rose andava d'accordo con Trunks, ma era capitato, più e più volte, che Rose, nel coprire l'amica quando usciva di nascosto e/o con qualche ragazzo, notasse lo sguardo torvo che Trunks le rivolgeva non appena scopriva che gli stava mentendo.
Ellen,
infatti, ne combinava tante: Goten si trovava spesso a ricevere visite
di Trunks che voleva sapere dove fossero le due ragazze.
Goten di solito lasciava sempre molto libera sua figlia, per cui a
volte non sapeva bene dove lei si trovasse e non sapeva dare una
risposta certa a Trunks; capitava che Goten rimproverasse Rose,
dicendole di non coprire Ellen nel caso combinasse qualcosa di grave,
ma Rose aveva sempre preferito aiutare l’amica, alla quale
piaceva molto uscire con i ragazzi.
Se lo avesse saputo Trunks, sarebbe sicuramente andato su tutte le
furie!
Rose lo sapeva, ovviamente, e credeva non ci fosse niente di male:
anche lei, d'altronde, prima di mettersi con David, era uscita con
alcuni ragazzi, e non aveva avuto alcun tipo di problemi con suo padre.
Entrambi i suoi genitori, infatti, la lasciavano estremamente libera di
fare ciò che più desiderava, sia a lei che a suo
fratello Lucas. Ed era questo ciò che Rose amava di
più dei suoi genitori: la fiducia che riponevano in lei.
Certo,
c’era anche da dire che Rose non aveva lo stesso carattere di
Ellen: lei infatti non amava uscire spesso la sera, a differenze
dell’amica. Le piaceva passare molto tempo a casa con la sua
famiglia, e passava spesso a trovare Pan o la nonna Chichi, che era
sola. Inoltre, usciva anche spesso con il suo ragazzo, che era ben
accetto nella sua famiglia.
David era infatti il classico bravo ragazzo, un ragazzo dolce e
intelligente, che aveva deciso di conquistare Rose dopo
un’infanzia passata come semplici compagni di giochi. Avevano
frequentato le scuole elementari insieme, ma durante le scuole medie
avevano completamente perso i contatti. Solo grazie ad un gruppo di
amici in comune, con i quali uscivano la sera, i due si erano ritrovati
dopo tanto tempo, e, dopo un periodo di frequentazione, si erano messi
insieme. Lui era 3 anni più grande di lei; nel tempo in cui
si trovava adesso, pensò Rose, lui era già nato.
David piaceva molto alla sua famiglia, in particolare ai suoi genitori:
era molto gentile ed era anche molto simpatico, ma, cosa più
importante, la trattava come fosse la persona più
importante per lui. E Rose sapeva che era così.
Rose, infatti, non riusciva a non perdere la testa per i bravi ragazzi:
questo, se da un lato era un punto a suo favore, dall’altro
lato era invece stato uno svantaggio per lei, soprattutto quando, il
mese prima della sua partenza, era successo
quell’avvenimento, che aveva scosso le fondamenta della sua
relazione, e l’aveva portata alla rottura con David.