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Autore: Horse_    02/07/2016    4 recensioni
[Storia alternativa a "Una vita senza di te significa non vivere per niente"]
E se fosse stato diverso? E se Ian non fosse fuggito quella notte? Cosa sarebbe successo se Nina fosse riuscita a dirgli di essere incinta, di aspettare suo figlio?
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First Month:
Quando scopre di essere incinta il mondo le crolla addosso. Continua a ripetersi che non può essere possibile, che non può essere toccato a lei, che quel bastoncino bianco stia mentendo, ma, dopo aver provato altre tre volte, sa che quella è la verità. Candice la guarda… Non sa nemmeno lei come la stia guardando, Nina sa solo che si sente sicura con la sua migliore amica affianco. Sicura fino ad un certo punto, perché tutta questa sicurezza sparisce quando… Quando si rende conto di essere effettivamente incinta. Avrebbe avuto un bambino. [...]
Cosa poteva fare? Un bambino, una piccola creatura da crescere, per lei è troppo. Non è in grado nemmeno di occuparsi di se stessa, figuriamoci di un bambino, un suo bambino. E’ ancora così immatura, è ancora una bambina, e si sarebbe immaginata tutto questo più avanti, con qualcun altro. Suo figlio sarebbe cresciuto nel caos più totale perché la sua vita lo era.
[Storia senza pretese]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Diciassette settimane.

«Stai benissimo così!» trilla la bionda. «E hai una pancia. Con dentro i miei nipotini. Oh, dio. Non si può… Andare avanti nel tempo per farli nascere subito?»

 

L’uragano biondo di Julianne è entrato in casa della ragazza da appena dieci minuti, ma è come se fossero due ore da tutto il suo trambusto. Nina la guarda divertita seduta sul divano, mentre la bionda continua a parlare eccitata.

 

«E tu? Come stai? Sono stata via per così tanto tempo e… Mi sono persa tutto questo…» borbotta la ragazza.

«Jules, tranquilla. Sto bene e non preoccuparti, eri via per lavoro, non per egoismo.» le ricorda la mora.

«Lo so, però-»

«Nessun però.» le sorride la ragazza dolcemente. «Ci siamo sentite almeno due volte al giorno per telefono, per messaggio, per Skype e altro. Mi sei stata vicina come poche.»

«Okay, però» Julianne guarda Nina di sottecchi prima che possa interromperla ancora. «mi dispiace essere venuta solo ora. L’altra volta sono venuta in ospedale, ma alla fine sono dovuta correre via.»

«Lo so e lo apprezzo. Davvero, sono così felice che tu sia qui.» 

 

Nina abbraccia Julianne che ricambia entusiasta. Le due rimangono per qualche minuto abbracciata, godendo una della presenza dell’altra.

La prima a staccarsi è la bionda curiosa.

 

«Allora… Cosa sono?» 

 

Nina scoppia a ridere notando la faccia da bambina dell’amica.

 

«Non dirmi che non avete voluto sapere niente… Sai… Come quelle coppie che vogliono la sorpresa.» borbotta l’amica portandosi le mani sulla testa.

«Non sarei mai riuscita a resistere fino alla loro nascita…» le spiega Nina accarezzandosi la pancia dolcemente. «Sono due maschietti.»

 

La bionda spalanca la bocca e rimane zitta, cercando di capire se Nina stia dicendo la verità o meno.

Quando Nina ridacchia all’improvviso, capendo i problemi dell’amica, anche la bionda capisce che è la verità.

 

«Due maschi? Sei seria? Come farai con due maschi?» domanda sconvolta l’amica.

«Sono contenta che siano due maschi.» le risponde la bulgara.

«Anche io, non fraintendermi, ma… Due maschi… Wow…» continua la Hough a metà tra il curioso e l’eccitato. «Avrai un bel da fare, ma non preoccuparti, ci sarò anche io ad aiutarti. Hai preso le tutine? Hai preso le culle? E i passeggini? Uno doppio forse è meglio… E gli ovetti?»

 

Nina frena l’amica prima che possa fare altre domande. Tutine ne ha in abbondanza, perlopiù a colori semplici, sia da maschio e sia da femmina. Effettivamente, si ripete, deve andare a fare compere in abbondanza. E no, non ha ancora le culle, il passeggino e gli ovetti. E’ a diciassette settimane, ma si accorge di dover fare qualcosa e di non portarsi tutto all’ultimo.

 

«Dalla tua espressione direi di no.» conclude Julianne.

«Non ho avuto tempo. E poi sono stata messa a riposo.» le spiega l’amica. «Però è vero che non ho pensato ancora a nulla.»

«Domani ci andiamo. Puoi muoverti, vero? Prometto che non ti faccio stancare, posso portarti pure in braccio. In braccio no, ma… Magari in carrozzina.» inizia lo sproloquio la bionda.

«Sono incinta, non invalida.» le ricorda la mora sorridendole. «E sto bene. Ho già cominciato a muovermi.»

«Allora è perfetto. Non ti farò affaticare… No… Tu» la bionda si interrompe puntandole il dito contro, poi riprende seria. «dovresti andarci con Ian, non con me. Non dirmi che si sta comportando da stronzo ancora.»

 

Nina scuote la testa con veemenza. I due stanno instaurando uno strano rapporto. Nina sa che è per il bene dei bambini, entrambi non vogliono che crescano in un ambiente difficile, così stanno cercando di comportarsi bene a vicenda e di supportare l’altro, più o meno. E le cose hanno cominciato a migliorare nelle ultime settimane, in maniera particolare negli ultimi giorni. Dalla festa si sono legati ancor di più, o perlomeno Nina non si comporta più freddamente e in modo schivo con lui.

 

 

 

 

 

 

 

«Non verrò alla festa, Ian.» continua Nina imperterrita. «Tu vai, io ho deciso di rimanere a casa.»

«Ma perché? Lo so che non vuoi, ma potrebbe essere un’occasione per svagarti.»

«Cosa sai tu del mio metodo di svago?» ribatte piccata la mora incrociando le braccia al petto. «Ti ho dato una mano, non prenderti tutto il braccio.»

«Lasciamo stare i tuoi modi di dire e… Hai capito cosa intendo. Ti farebbe bene stare un po’ anche con gli altri.»

«Ma li vedo quasi ogni giorno. Julie, Paul, Phoebe, Candice, perfino i due Michael sono venuti a trovarmi l’altro giorno. Anche Matt.» continua la ragazza. «Sono stanca.»

«Andiamo in macchina, non a piedi. So che non puoi stancarti. Andiamo in macchina, ti prendo un braccio e ti siedi. Non vi accadrà nulla, sai che non metterei mai in pericolo voi tre. Quando sei stanca, poi, ti riporto a casa. Mi sembra un ottimo programma, no?»

 

La ragazza guarda l’uomo negli occhi. Saranno solo loro due in macchina. Poi dovranno affrontare tutti gli altri e le loro domande. Sul perché siano solo loro due e non ci sia anche la futura moglie di Ian. E poi suoi bambini. E non ha nulla da mettersi. E non vuole andare in giro e sembrare una mongolfiera. E’ vero che è incinta e porta dentro i suoi figli, ma ogni giorno che passa si sente sempre più grossa.

 

«Non ho niente da mettermi. E sono una mongolfiera. Non voglio uscire così.» borbotta la ragazza abbassando lo sguardo e sedendosi nuovamente sul divano.

 

Ian rimanere per qualche istante perplesso, poi collega tutto. Ora, sicuramente, è in preda agli ormoni e ai problemi della gravidanza.

E a lui non sembra una mongolfiera, è solamente incinta, ma ha anche capito che, alla ragazza, in questo momento non importa più di tanto. Il suo corpo sta cambiando e a tutte le donne fa sempre un certo effetto.

L’uomo si inginocchia di fronte alla ragazza e gli mette le mani sulle ginocchia. Nina tira su con il naso, tentando di mascherare gli occhi lucidi, mentre Ian le accarezza una guancia dolcemente.

 

«Non dire così. Sicuramente ci sarà qualcosa dentro il tuo armadio. Lì dentro c’è di tutto, scommetto che che ci entro mi ritrovo a Narnia.» le dice l’uomo cercando di tirarle su il morale. Quando la ragazza gli regala un mezzo sorriso Ian capisce di aver fatto centro. Ian alza una mano e la blocca a mezz’aria. Vuole appoggiare una mano sulla pancia prominente della ragazza, ma non sa se può, non vorrebbe rompere la linea sottile che si è venuta a creare, ma, vedendo che Nina non fa nulla, ci prova. Rimangono in silenzio per qualche istante, poi l’uomo l’accarezza piano orgoglioso. «E qui dentro ci sono i nostri figli. E tu non sembri una mongolfiera, stai solo facendo crescere i nostri bambini ed è una cosa bellissima.»

«Lo pensi davvero?» domanda la ragazza insicura, ma un po’ più tranquilla.

 

Per qualche istante i loro occhi si perdono l’uno nell’altra. Esistono loro, nessun altro. Ci sono solo loro, Ian e Nina. I problemi che hanno avuto, hanno e avranno rimangono fuori. 

Ian annuisce convinto sorridendo alla ragazza.

 

«Certo che lo penso davvero.» continua Ian, tenendo sempre la mano sulla pancia della donna di fronte a lui. Dopo qualche istante si alza e tende la mano a Nina, che, titubante, l’accetta. «Andiamo, forza. Non dovresti metterci molto a scegliere il vestito.»

 

E alla fine il non dovresti metterci molto si è rivelato il contrario. Ma Ian non gliene fa assolutamente la colpa perché capisce la situazione -ha cercato di mettersi nei suoi panni e ha capito. La giovane alla fine ha optato per un abito azzurro e bianco, che le arriva poco sopra il ginocchio, e un paio di ballerine bianche. E’ l’unico che sia riuscito ad andarle e a piacerle. All’inizio aveva optato per i tacchi, ma, dopo nemmeno due secondi, ha scartato subito l’idea perché, da qualche settimana, qualsiasi tipo di scarpe scomode, che prima avrebbe sopportato per ore, cominciano a farle male dopo neanche dieci minuti. Quando è uscita dalla sua camera e Ian l’ha vista è rimasto a bocca aperta e il suo cuore ha avuto un sussulto. E si è maledetto perché non dovrebbe reagire così, visto che ha una pseudo-fidanzata a casa e che in teoria diventerà la sua futura moglie, ma non ha potuto controllare la sua reazione. Il cuore, poi, ha cominciato a battergli ancora più velocemente prima, come ha sempre fatto quando sta con Nina e, tra l’altro, capita solo con lei. 

Alla fine, dopo aver discusso amabilmente altri dieci minuti, i due sono saliti in macchina diretti alla casa sul lago, non prima di aver scritto a Paul -Ian ha scritto a Paul- di stare per arrivare, lasciando così un Paul parecchio sconvolto davanti al telefono con quel stiamo. Ian gli aveva detto che sarebbe andato da solo e sa che Nikki è dai suoi genitori, quindi l’uomo dagli occhi verdi non ha impiegato molto tempo per capire chi fosse l’altro -l’altra. 

 

«Ian…» lo chiama la ragazza, indecisa se farlo o meno. Hanno stabilito di essere amici, sebbene lei provi ancora qualcosa di veramente forte per lui, ed ha visto che l’uomo tiene veramente ai bambini. Quando l’uomo le fa cenno di proseguire, curioso di quello che la donna al suo fianco ha da dirgli, prende fiato. «Molte volte mi hai chiesto se sono felice di questa situazione, ma… Tu… Tu ne sei felice?»

 

E la domanda spiazza completamente l’uomo. Si sente sorpreso e anche impaurito -prova paura. Sorpreso dalla domanda inaspettata e paura per alcune cose. Ha paura di non essere riuscito a dimostrarle di tenere veramente ai bambini che porta in grembo, e anche a lei. E si rammenta che debba impegnarsi di più. Paura che Nina possa credere cose non veritiere e, dalla piega che ha preso la domanda, sembra essere proprio così.

 

«So che all’inizio ho reagito male, come ti ho detto. Sono rimasto sorpreso e avevo un matrimonio da preparare e… E quello che è successo in passato è, appunto, passato. So che ci vorrà del tempo perché le cose tornino come prima e ne prendo atto. Hai ragione, me lo merito e lo comprendo. Ti ho ferita in molti modi, Nina, lo so e me ne pentirò per tutta la vita. Ma questo» l’uomo si ferma per qualche istante e indica la pancia della ragazza. «è il regalo più bello che potessi mai avere. Sai che diventare padre è sempre stato il mio sogno e ora si sta realizzando… Doppio.»

 

La ragazza sorride alle parole dell’uomo.

 

«Quindi non mettere mai in dubbio la mia felicità riguardante questo. Ne sono felicissimo!» continua l’uomo con la voce leggermente emozionata. E’ felice, davvero felice. Poteva capitare in molte altre situazione e lo scenario è quello più difficile, ma è felice. «Non voglio che tu ti senta oppressa da qualcosa.»

«Non lo sono, solo… Non ti senti obbligato a fare questo, vero? Perché si potrebbe fare in molti altri modi e-»

 

Ian, complice anche del semaforo appena diventato rosso, ferma la macchina e prende il volto della ragazza con le mani, obbligandola così a guardarlo negli occhi.

 

«Non mi sento obbligato a fare nulla, lo faccio perché lo sento.» la rassicura Ian accarezzandole con il pollice la guancia. «Lo faccio perché sono i miei, nostri, figli e perché tu sei la loro madre. E non mi sento obbligato a fare nulla.»

«Non lo dici per farmi contenta?» gli domanda piano Nina.

«Lo faccio perché ci sono dentro anche io, ricordi?» le dice Ian e un sorriso, a metà tra il divertito e il malizioso gli compare sul volto. «Io sono stato quello a fare il lavoro sporco.»

«IAN!» lo richiama Nina a metà tra il divertito e lo scandalizzato.

 

Ian ridacchia scuotendo la testa e poi, sentendo le macchine dietro di lui suonare, si accorge che il semaforo è verde ed è costretto a ripartire. I due trascorrono un viaggio tranquillo in macchina e si avvicinano ancora di più. Quando arrivano alla casa sul lago c’è un po’ di sgomento generale, di come i due siano insieme e da soli, senza terzi incomodi dietro. Nessuno però chiede nulla, capendo e sapendo di quanto la situazione tra i due sia diventata complicata, ma rasserenati dal fatto che non sembrano volersi ammazzare più. E quando, alla fine della festa, Ian e Nina annunciano di aspettare due maschietti scoppiano tutti quanti e si congratulano con entrambi.

Tutto sembra normale.

 

 

 

 

 

«Lui si sta comportando veramente bene…» mormora la ragazza sorridendo all’amica.

«Sul serio? Non devo andare a prenderlo a casa, vero?» le domanda preoccupata Julianne, sapendo cosa l’amica ha passato. «Puoi dirmi la verità, sono tua amica.»

«E’ la verità, Jules. Il nostro rapporto è ancora strano, ma per ora stiamo bene. Ci siamo chiariti e… Si sta comportando veramente bene. Mi viene a trovare praticamente tutti i giorni e mi tiene anche compagnia, mi porta spesso il gelato anche.» le spiega Nina.

«Ti compra con i dolci?» le domanda la bionda scandalizzata.

«Non mi compra affatto. Devo mangiare per tre e sai… Ho quasi sempre fame…» borbotta divertita la ragazza.

«Quello sempre.»

«Sai quello che intendo!» si difende la mora tirando dietro un cuscino all’amica che, prontamente, schiva. «Stiamo costruendo un bel rapporto… Insomma… Lui è carino con me ed io cerco di… Cerco di esserlo, di far si che il nostro rapporto sia normale.»

«Non voglio vederti soffrire ancora…» mormora la bionda abbracciando Nina. «Davvero… Voglio solo che si comporti bene.»

«Lo sta facendo, davvero. Il nostro rapporto è andato a rotoli… Ma ora ci stiamo riprendendo. E ha detto di essere felice.»

«Perché non dovrebbe essere felice? Ha sempre voluto dei figli.» le domanda Julianne.

«Come perché? Ci siamo lasciati due anni fa e beh… Sai… E’ capitato per caso e… Okay, non proprio per caso, ma, quello che voglio dire… Io non sono la sua compagna, non sono la sua futura moglie e-»

«Ma lo sei stata.» puntualizza la Hough.

«Okay, ma è diverso. E lui ha detto di non sentirsi obbligato…»

«Perché dovrebbe?» domanda ancora la bionda. «Lo so che sto facendo troppe domande, ma… Mi sto perdendo.»

«Nikki ha detto-»

«LEI HA DETTO COSA?» urla la bionda facendo sobbalzare la mora. «E’ venuta da te a parlarti o lui ha riferito?»

 

Nina si morde il labbro, intuendo perfettamente di essere entrata in un terreno pericoloso. Non l’ha detto a nessuno, nemmeno a sua madre, e voleva continuare a tenerlo per se, ma, vedendo Julianne guardarla truce, decide di svuotare il sacco.

 

«E’ venuta da me a parlarmi, ma-»

«Niente ma.» la blocca per l’ennesima volta la bionda. «Che diavolo ti ha detto?»

«Un po’ di cose… Di rovinare il matrimonio… E di questo ne sono consapevole anche io.»

«Non hai rovinato tu il loro matrimonio… Che poi devono ancora sposarsi quindi matrimonio cosa… Tu non hai fatto proprio niente… O comunque non solo tu… Anche Ian c’entra se è per questo…» le fa notare l’amica.

«Lo so, ma… Ha detto che lo ama e che lo sto costringendo a fare cose che non vuole e cose così…» continua Nina.

«Ne hai parlato con Ian?»

«Si, lui ha detto che… Che è felice, veramente felice. E’ contento di avere due bambini e di diventare presto padre. Conosco Ian e… Per quanto mi sia fatta problemi e probabilmente continuerò non stava mentendo…» le spiega la bulgara.

«Questo lo so, ma… Di quello che ti ha detto Nikki.»

«Cosa? No, non gli ho detto niente e deve rimanere così.»

 

A Julianne quasi cade il bicchiere dalla mano, mentre la mora la guarda in modo strano.

 

«Ragazza mia, lasciatelo dire in modo affettuoso, ma sei una stupida. Avresti dovuto dirglielo subito. Non può venire da te e minacciarti… Dirti cose che non sono nemmeno vere.» sbraita la bionda.

«Non mi crederebbe mai!» si impunta Nina.

«Tu dici?» le domanda la bionda con un sopracciglio alzato. «Quell’uomo pende dalle tue labbra e poi… Chi ti dice che crederebbe a lei? Qualche dubbio gli verrebbe.»

«Non voglio combinare casini.»

«Ma lasciare che quella donna ti insulti va bene?» le domanda Julianne appoggiandole una mano sulla gamba. «Dovresti parlare con lui, non ti fa bene tutto dentro. Mi pare che tu abbia già rischiato, no? E’ giusto che tu ti goda questa gravidanza, indipendentemente da come è stata provocata.»

 

 

 

 

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Buon fine settimana a tutte :)

Perdonatemi per il ritardo, ma… Ho visto che la storia ha perso tantissime visualizzazioni ed avevo perso anche io un po’ la voglia, ma senza ombra di dubbio eccomi qui, l’ho iniziata e la porto avanti. In settimana aggiornerò anche Illegal love, mi sono portata un po’ avanti nel capitolo e spero di postare presto.

Ringrazio intanto le tre persone che hanno recensito lo scorso capitolo ^^

Capitolo tranquillo e siamo andate avanti di un’altra settimana. Vediamo Ian soltanto attraverso un flashback e credo sia il primo momento dolce che ho scritto dall’inizio, togliendo quando Nina è stata in ospedale. E’ stato il continuo dell’altro capitolo dove, alla fine, i due sono andati alla festa insieme. Ho preferito concentrarmi su loro due anziché su tutta la festa, mostrando di come pian piano si stiano avvicinando e Nina si stia sciogliendo con lui. Le intenzioni di Ian sono vere, non fa per accontentarla, da come avrete capito. Nina non l’ha ancora del tutto perdonato, le sue parole sono state veramente forti, ma sta tentando di creare con lui un buon rapporto e ci stanno abbastanza riuscendo, anche se nel prossimo capitolo avremo un altro mezzo litigio, come già anticipato. 

Julianne, migliore amica di Nina anche nella realtà, è passata a trovare la mora e a darle un po’ di sostegno, aiutandola a fare chiarezza su alcuni punti. Spero abbiate apprezzato la sua aggiunta alla storia, io l’ho trovata azzeccata!

Alla prossima :3

  
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