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Autore: Soul Mancini    04/07/2016    3 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi molto diversi tra loro, ma uniti da una grande amicizia.
Insieme, sotto il sole californiano, combineranno follie, si lanceranno sfide, si aiuteranno e si confronteranno. Tra intrecci amorosi impossibili, avventure sempre nuove e appassionanti e accese discussioni, i ragazzi vi terranno compagnia e vi coinvolgeranno in un anno scolastico pieno di colpi di scena ed emozioni.
♥ NOTE:
Ciao! Ho iniziato a scrivere questa storia tempo fa, spero che vi piaccia! Vi avviso già da ora che i primi capitoli sono stati scritti quando avevo undici/dodici anni e non li ho voluti modificare, quindi sono un granché, ma spero che la trama possa piacervi e incuriosirvi lo stesso! ;)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, accetterò di buon grado anche le critiche!
Buona lettura! :3
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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ReggaeFamily

Capitolo 18



Ormai le partite a biliardino con i ragazzi erano diventate un'abitudine. Non avevano bisogno di mettersi d'accordo con Kelsey e Jordan per incontrarsi: alle cinque e mezza erano sempre lì, che le aspettavano in piedi accanto al tavolo da gioco.

E se per qualsiasi motivo uno dei quattro non si presentava all'appuntamento, non era affatto un problema. L'incorto era valido per il giorno successivo.

È così che Cathleen e Lisa cominciarono il mese di febbraio: tra valanghe di argomenti da studiare e partite a biliardino.

Cathleen non ci poteva credere: sembrava che quei ragazzi gradissero davvero la loro compagnia, nonostante fossero qualche anno più piccole di loro. Non sapeva spiegarsi il perché, ma quando stava con Kelsey e Jordan le pareva di stare sulla cima del mondo.

Soprattutto in compagnia di Kelsey.

Giorno dopo giorno, il loro affiatamento cresceva e anche l'interesse di Cathleen nei confronti del ragazzo. Doveva ammettere che Kelsey, in tutta la sua calma e pacatezza, aveva un grande fascino e la incuriosiva tanto. Non sapeva ben spiegarsi come si sentiva accanto a lui, ma quella sensazione le piaceva.

Lisa invece battibeccava in ogni momento con Jordan e, se avessero continuato di questo passo, prima o poi si sarebbero azzuffati. Eppure entrambi si presentavano puntualmente al bar, forse per non dare all'altro troppe soddisfazioni.

Erano irrecuperabili.

Ma, nonostante tutto sembrasse andare alla perfezione, Cathleen caoiva che qualcosa non andava: Lisa e Ben in quell'ultimo periodo erano sempre più distanti. Si frequentavano regolarmente e stavano ancora insieme, ma non emanavano la stessa passione e la stessa luce di una volta.

Qualcosa stava cambiando e Cathleen stava impazzendo per questo; vedeva Lisa molto serena nonostante tutto, ma soprattutto non le aveva ancora parlato di quello che stava succedendo tra loro. Ormai erano come sorelle e questo fatto la faceva soffrire.

Aveva tante cose a cui pensare in quel periodo e non si rendeva conto di qualcosa che stava accadendo e la riguardava molto da vicino.


Lionel non ne poteva più. Quel gesso al braccio gli pesava un sacco ed era stufo di non poter fare tutto con due mani. Il dolore era ormai passato da un pezzo, ora era subentrata la frustrazione: odiava chiedere aiuto per qualsiasi cosa.

E il fatto di non ricevere risposta per le sue richieste lo faceva soffrire.

Si era reso conto che per lui togliersi Cathleen dalla testa era impossibile, ma si rendeva anche conto di non poterla avere. Aveva parlato di questo a Marta, che gli aveva consigliato di starle vicino solo come amico per non perderla totalmente.

Lionel si rese conto solo in quel momento che lui e Cathleen si stavano allontanando molto, così stava cercando in tutti i modi di recuperare i rapporti con lei.

Cat, sei così distante” mormorò, mentre fissava il soffitto.

Lui le chiedeva aiuto, cercava sostegno in lei ora che aveva difficoltà a fare molte cose, ma lei sembrava quasi non accorgersi di lei.

Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

Lion, hai dimenticato il cellulare nella mensa!” esclamò Ben dal corridoio.

Entra pure” fece lui in tutta risposta, senza muoversi di un centimetro dal suo letto.

Il ragazzo fece il suo ingresso nella stanza e, dopo aver constatato che Lionel era solo, si chiuse la porta alle spalle e gli chiese: “Che fai? Sembri un malato terminale, stai bene? Se vuoi ti faccio un po' di compagnia.

Effettivamente Lionel in quel momento aveva bisogno di scambiare due parole con qualcuno e fu ben contento che questo qualcuno fosse Ben.

Così si sollevò dal letto e lo invitò ad accomodarsi, combattendo contro un capogiro.

Ben prese posto sulla sedia accanto alla scrivania ed esaminò un quaderno con gli esercizi di matematica lasciati a metà che si trovava su di essa.

Di chi è questo quaderno?” domandò.

Mio! Stavo tentando di risolvere queste simpatiche espressioni con le potenze, ma ci ho rinunciato” spiegò il più piccolo, cercando invano di sistemarsi la folta chioma di boccoli.

Ben si lasciò sfuggire un sospiro. “Io ultimamente non riesco a concentrarmi sulla scuola, sono tormentato da un dubbio.”

Ben pronunciò queste parole senza alzare lo sguardo dal quaderno.

Un dubbio?”

Sì. Penso che Lisa mi tradisca.”

Quelle parole lasciarono Lionel esterrefatto. Capì immediatamente che Ben diceva sul serio, quindi si sedette in una sedia accanto a lui, pronto ad affrontare quella conversazione.

Lisa ti tradisce?! Oddio, questa mi è nuova! In effetti Lisa è una ragazza un po' particolare, ma non credo sia in grado di fare una cosa simile...”

Ben si voltò verso di lui per la prima volta. Le sue labbra erano increspate da un sorriso amaro. “Nemmeno io l'avrei mai creduta capace di un gesto simile, ma ormai ne sono quasi convinto. La vedo sempre più distante da me, sembra quasi che i miei abbracci la infastidiscano.”

Beh, ma questo non significa che ti stia tradendo. Magari sta semplicemente affrontando un periodo negativo” osservò Lionel.

Non si tratta solo di questo. Ha stretto amicizia con un cestista della squadra di basket della scuola e quando lo vede lo saluta con un entusiasmo fuori luogo. Inoltre questo tizio ultimamente mette molti like a quello che pubblica su facebook.”

Lionel era sempre più sbigottito. “Ma dici sul serio? Come si chiama il sospettato?”

Joel Shannon, diciassette anni o qualcosa del genere, uno tra i migliori della squadra e ovviamente una scia di ammiratrici al seguito.”

Lo conosci? Ci hai mai parlato?”

No, e non ci voglio parlare.”

E allora come farai a scoprire che sta combinando Lisa? Devi avere almeno delle prove per accusarla di tradimento!”

Tu pensi che io sia scemo, vero? Ho raccontato tutto a Tiff e lei ha promesso di indagare. Del resto Lisa è una sua amica.”

Lionel ci pensò su per qualche secondo. “Furbo in effetti. Lisa non sospetterebbe mai di Tiff.”

Ci fu qualche secondo di silenzio, ma Ben provvide a interromperlo: “Invece tu, nanerottolo? Come va la vita con un solo braccio? Ultimamente ti vedo un po' giù, è successo qualcosa?”

Lionel prese a valutare la situazione: avrebbe davvero voluto sfogarsi con qualcuno, ne aveva bisogno. Ogni giorno si confidava con Marta, ma lei era lontana e non poteva fare più di tanto, anche se ciò che lei faceva era più di quanto ci si potesse immaginare.

Lionel non avrebbe mai pensato che quel momento sarebbe arrivato, ma era giunto il momento di confidare i suoi sentimenti per Cathleen con qualcuno lì al campus, qualcuno che fosse vicino a lui e anche a lei.

Così raccontò a Ben tutto senza potersi fermare: gli raccontò di quel che aveva provato quando lei aveva confidato i suoi sentimenti ad Alex, gli spiegò i suoi tentativi di riavvicinarsi a lei, ogni cosa.

Ben nel frattempo lo ascoltava attentamente e non mostrò alcuna emozione. Forse aveva in parte capito come stavano le cose e fu per quello che non parve particolarmente sorpreso.

Quando Lionel ebbe finito, si rese conto di star meglio, come se si fosse tolto un enorme peso dal cuore.

Ben inarcò le sopracciglia e, con estrema serietà, gli consigliò: “Parla con lei, non aspettare ancora. Parlale di ciò che provi, perché forse dopo sarà troppo tardi.”

Il ragazzino scosse la testa. “Se intendi dire che le dovrei confessare i miei sentimenti, non se ne parla! Ho capito già da tempo di non avere speranze e non voglio incasinare ulteriormente la situazione.”

Infatti non intendevo questo. Spiegale che hai notato un allontanamento tra di voi e chiedile il motivo. Devi farle capire che non vuoi perdere un'amica così importante.”

Dopo qualche secondo, Lionel commentò: “Wow, niente male! D'ora in avanti mi conviene chiederti consigli più spesso! E pensare che avevo la soluzione più ovvia davanti agli occhi e non la vedevo!”

Allora sono contento di esserti stato utile!” ribatté Ben con un sorriso.

Non voglio perdere neanche un minuto: vado subito a cercare Cat. Questa situazione è durata fin troppo!” affermò Lionel, con una nuova grinta che gli brillava nello sguardo.

Così uscirono entrambi dalla stanza e Lionel ringraziò ancora Ben per averlo ascoltato.

Mentre Ben osservava il suo amico scendere le scale di tutta fretta, si ritrovò a pensare di essere proprio ridicolo.

Finché si tratta di qualcun altro sembro sempre saggio e ragionevole, ma poi non riesco a seguire nemmeno uno dei miei consigli.


Cathleen, Lisa e Tiffany si trovavano nella stanza delle due più piccole.

Cathleen si trovava sul suo letto con le gambe incrociate, Tiffany si era accomodata in una poltroncina e Lisa era stravaccata sul grande tappeto.

Nella stanza si stava svolgendo una riunione tra ragazze in quanto Cathleen doveva raccontare le ultime novità su Kelsey e sua sorella e aveva bisogno dei consigli di entrambe.

Ecco, non so bene nemmeno io come mi sento. Voi che ne pensate?” chiese la sorella minore.

Che carini, che romantici!” squittì Lisa in tutta risposta, mentre Tiffany intonava scherzosamente la marcia nuziale.

Cathleen si lasciò sfuggire un profondo sospiro e lanciò un cuscino addosso a entrambe.

Ehi!” si lamentarono entrambe.

Ora passiamo alla notizia sconvolgente, che ho tenuto nascosta a entrambe.” annunciò Cathleen, attirando immediatamente l'attenzione delle altre ragazze.

Dicci tutto!” saltò su Lisa, mettendosi seduta per poter osservare la sua amica in viso.

Allora... Kel non me ne ha parlato apertamente, ma ha accennato al fatto che magari tra qualche giorno potremmo incontrarci perché vorrebbe offrirmi qualcosa...”

Un appuntamento!” la interruppe Tiffany, balzando in piedi dalla poltroncina.

Tiff, calmati, non c'è nulla di certo! Stavo dicendo: mi è sembrato di capire, anche se potrei aver capito male, che vorrebbe chiedermelo per il 14, ovvero tra pochi giorni.”

Mentre parlava, la ragazza era palesemente emozionata e anche gli occhi delle sue amiche brillavano.

Non ci posso credere, è tra pochissimo!” mormorò Lisa, completamente in brodo di giuggiole.

Ehm, c'è un piccolo dettaglio a cui non avevo pensato inizialmente. Il 14 febbraio è San Valentino!”

Lisa e Tiffany lanciarono un grido e rimasero letteralmente a bocca aperta.

Io non so se sia una coincidenza, ma penso di sì. Kel non mi sembra il tipo che dà importanza a queste cose, quindi...”

Cathleen non poté finire la frase che si ritrovò stretta in un abbraccio fortissimo.

Quanto sono felice! Sarò la tua testimone di nozze!” esclamò Lisa a pochi centimetri dal suo orecchio.

Ragazze, ehm... tornate con i piedi per terra e lasciatemi prima che mi manchi completamente l'ossigeno!” le implorò lei.

Mentre le ragazze scioglievano l'abbraccio, nella stanza fece irruzione Alice con aria truce.

Lei e le sue compagne di stanza non erano mai riuscite a stabilire un bel rapporto in quei mesi, ma avevano trovato il giusto equilibrio per non urlarsi contro ogni volta che si ritrovavano faccia a faccia.

Ciao Alice, che ti è successo?” domandò Lisa senza mostrare troppo interesse.

La nuova arrivata sbuffò e si buttò sul suo letto. “Ma perché succedono tutte a me? Mi bastavano due compagne di stanza rompipalle, ora solo questa ci mancava!” borbottò.

Quale male ti affligge?” domandò teatralmente Tiffany, dato che le sembrava di essere stata catapultata in una drammatica telenovela.

Quello sfigato di Angel mi ha confessato che mi ama e che farebbe di tutto per me. Ma ci rendiamo conto? Angel!” raccontò allora Alice, indignata.

Nella stanza calò il silenzio, mentre le altre tre sgranavano gli occhi.

Ma stai scherzando?!” esclamò Cathleen.

E tu che hai fatto?” volle sapere Tiffany.

Gli ho riso in faccia. Del resto che dovevo fare? Quello lì è mezzo matto! Ma ti pare che io, con tutti gli innumerevoli ragazzi che mi corrono dietro, scelga proprio lui?”

Detto questo, scoppiò a ridere di gusto.

Alice! Ma dai, poverino! Io posso capire che non ricambi i suoi sentimenti, ma non era necessario trattarlo così male!” la rimproverò Lisa, sinceramente scandalizzata.

Parli proprio tu, che l'hai usato per far ingelosire il tuo tipo! Ma fammi il favore! Almeno io sono stata sincera con lui!” la accusò Alice.

Angel soffre già abbastanza perché tutti si prendono gioco di lui, potevi almeno rifiutarlo con gentilezza!” si intromise Tiffany, infervorandosi.

Lei non aveva nulla contro Angel, anzi, quando poteva ci scambiava due parole e prendeva le sue difese. Non le andava di fingere un'amicizia con lui, non voleva certo farlo soffrire ulteriormente, ma non sopportava di vederlo sempre solo ed essere gentile con lui non le costava niente. Per questo il comportamento di Alice la irritò.

Oh, e fatevi gli affari vostri! Mi comporto come mi pare e piace!” sbottò Alice.

Se non ti interessava il nostro parere non ce lo avresti raccontato!” obiettò Cathleen.

Ragazze, posso entrare? Devo dire una cosa a Cat.”

Le quattro ragazze, prese alla sprovvista, sobbalzarono quando udirono la voce di Lionel.

Si era affacciato nella stanza, dato che Alice aveva puntualmente lasciato la porta socchiusa, ma nessuno l'aveva sentito arrivare.

Lion? Entra pure!” lo invitò Cathleen.

No, non vi voglio disturbare, ragazze. Volevo solo chiederti se potevi uscire un attimo” spiegò il ragazzo, rivolgendole un'occhiata speranzosa.

Così lei uscì dalla stanza e, dopo aver percorso qualche metro nel corridoio deserto, gli chiese: “Che c'è, Lion? Come mai mi hai chiesto di uscire.

Vieni” si limitò a mormorare lui. Arrivato alla rampa di scale, ne scese circa la metà e poi si sedette su un gradino. Cathleen lo imitò e si ritrovarono così vicini, solo loro due, come non capitava da un mese ormai.

Lionel provò un brivido e non era causato dal freddo di quel luogo.

I corridoi dei dormitori femminili erano quasi deserti a quell'ora e, nonostante ogni tanto qualche ragazza usciva dalla propria stanza, non scendeva mai al piano di sotto. Faceva troppo freddo per abbandonare le loro camere riscaldate.

Così i due potevano chiacchierare indisturbati.

Lionel, come mai mi hai trascinato qua fuori?” domandò ancora Cathleen, sfregandosi le mani.

Ti volevo parlare. Lo so, sono pazzo, ma non riuscivo ad aspettare fino a domani.”

Il cuore della ragazza prese a pulsare più velocemente. Come mai le voleva parlare così urgentemente? Era successo qualcosa di grave?

Dimmi tutto, io non ho fretta.”

Lionel prese un profondo respiro. Nonostante avesse un rapporto di profonda confidenza con lei, non era affatto facile affrontare un argomento così delicato.

Cat, io ultimamente ho notato che ci siamo allontanati tanto e... questa cosa mi fa male” esordì, senza avere il coraggio di sollevare lo sguardo dalle sue scarpe.

All'inizio si pentì di ciò che aveva detto e si chiese se non avesse sbagliato tutto, ma poi Cathleen sussurrò: “Sì, l'ho notato anch'io e non so come questo possa essere accaduto. Dopo le vacanze di Natale siamo entrambi cambiati e forse siamo stati assorbiti dalle novità nelle nostre vite. Tutto ciò mi intristisce molto, non avrei mai voluto che accadesse.”

In quel momento lui non poté evitare di prenderle una mano e di stingerla forte nella sua. Gliel'avrebbe stretta con entrambe le mani se solo avesse potuto.

Sai Cat, ci sono cose che a volte accadono e basta. Sembra che non ci sia un motivo, che avvenga perché il destino lo ha deciso, ma in realtà c'è sempre un motivo. L'unico modo per evitare che certe cose accadano è parlarne e capire questo motivo. È proprio questo che voglio fare con te, perché l'idea di perderti...”, Lionel scosse la testa. “Lo so che può sembrare una cosa banale, ma a volte le cose più ovvie vengono perse di vista.”

Dopo circa un minuto di silenzio, Cathleen raccontò: “Al ritorno dalle vacanze per me non era cambiato niente, a parte il fatto che dovevo superare il rifiuto di tuo fratello. Però tu eri molto preso da Marta e io ho capito che era normale. Del resto ti eri appena riconciliata con lei e avevate tanto da dirvi, e inoltre siete costretti a stare lontani. Quindi mi sono fatta da parte.”

Già, sono stato uno stupido e me ne sono accorto troppo tardi. Ho cercato di porre rimedio in questi ultimi giorni, ma ti ho visto molto distante e non sapevo come fare” concordò lui.

Non devi fartene una colpa Lion, può capitare a tutti un'incomprensione. Piuttosto io mi sono comportata in maniera pessima ultimamente: ero completamente presa da tante cose e non mi sono resa conto delle attenzioni che mi rivolgevi. Inoltre ora che ti sei infortunato avrei dovuto starti vicino più che mai, invece...”

La frase venne interrotta da un singhiozzo.

Lionel allora si accorse che Cathleen stava piangendo e la strinse in un goffo abbraccio, per quanto l'ingessatura glielo permettesse. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre il cuore gli batteva all'impazzata nel petto.

Cat... abbiamo commesso entrambi degli errori, ma adesso gli

abbiamo ammessi e tornerà tutto come prima. Te lo prometto Cat.”

Lionel si ritrovò a pensare che quella pareva proprio la scena di un film. Ma c'era qualcosa di diverso stavolta.

Nei film il ragazzo è forte, abbraccia la sua ragazza e la conforta.

Ma lui non era l'eroe di un film, era solo un povero tredicenne troppo emotivo, e si ritrovò anche lui le guance inumidite dalle lacrime.

Stiamo piangendo entrambi, siamo senza speranza!” tentò di sdrammatizzare Cathleen, asciugandosi le lacrime e stringendo a sua volta Lionel in un abbraccio.

Lui si lasciò sfuggire un sorriso. “Secondo me noi siamo troppo uniti, niente ci può separare.”

Rimasero abbracciati a lungo su quel gradino, lasciando la parola al silenzio. Mentre si riscaldavano l'uno col calore dell'altro e si scambiavano timide carezze piene d'innocenza e affetto, pensavano che a loro bastava quello per essere felici.



   
 
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