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Autore: Annabeth_Granger1    04/07/2016    2 recensioni
Eccomi con la mia prima long del fandom partecipante alla Nalu week di quest'anno! È una High school AU e spero vi piaccia.
Day 1°: Longing - Lei aveva quel vivo desiderio nel suo cuore.
Day 2°: Reunion - La loro riunione era il regalo migliore che il destino le avesse mai potuto donare.
Day 3°: Admiration - E la sua gratitudine e ammirazione per lui era cresciuta tantissimo.
Day 4°: Secrets - Sarebbe rimasto uno dei loro più intimi segreti.
Day 5°: Struggle - E fu assalito da mille dubbi che lottavano nella sua testa.
Day 6°: Climax - Come la figura retorica del climax nei suoi libri preferiti, i sentimenti di Lucy aumentavano in scala.
Day 7°: The End - E per loro non c'era finale migliore.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Our love is magic

Nalu Week – Day 4°: Secrets.

 

«COSA?» chiese lei, gli occhi quasi fuori dalle orbite.

Natsu la guardò, un po' perplesso. In fondo, che cosa poteva mai succederle? Lucy era una delle ragazze più brave della scuola!

«Mio fratello ha spiegato semplicemente che il preside ci deve parlare. Dato che il suo tono di voce non era preoccupato, non sarà niente di importante. Ha detto domani di andare in presidenza quando noi due avremo finito i nostri corsi extrascolastici.» rispose lui, sistemandosi un po' la sciarpa regalatagli dal padre quando era piccolo.

Lucy, istintivamente, sorrise. Sapeva di quanto quell'oggetto fosse importante per lui.

Per un attimo rimasero tutti e tre, i due ragazzi e la bambina, in silenzio. Il venticello autunnale era l'unico rumore udibile insieme agli altri bimbi che urlavano e giocavano nel parco, mentre qualche genitore li seguiva con lo sguardo. Il sole stava già tramontando, mentre le sue tinte brillanti si intonavano alle foglie dai colori caldi tutt'intorno, rendendo quel posto il soggetto ideale per un quadro impressionista.

«Asuka, forse è meglio se ora andiamo. Si sta facendo tardi.» ruppe il silenzio Natsu, prendendo per mano la bambina.

«Ok, vado anch'io insieme a voi.» esclamò Lucy e insieme si incamminarono verso le loro rispettive case.

Dopo un po', quando uscirono dal parco, Natsu guardò le due e sorrise.

«Ehi, Lu. Non ti sei resa conto che così sembriamo una famiglia? Guarda, Asuka sarebbe nostra figlia, e noi i genitori!» disse lui, con il suo raggiante sorriso.

La ragazza arrossì al pensiero dell'amico e al suo nomignolo affettuoso. Aveva detto davvero quelle parole?

«Natsu! Ma che stai pensando? Asuka è figlia di Bisca e Alzack!»

«Fino a lì c'ero arrivato anch'io, Lu. Ma sembriamo davvero una famigliola, no?» chiese lui, in modo quasi infantile.

Durante quella piccola discussione, con una Lucy tutta rossa e un Natsu divertito – come sempre –, Asuka sorrise raggiante. Quei due sarebbero stati meravigliosi genitori, in futuro.

 

֎֍֎

 

Il giorno dopo Natsu si svegliò grazie a Happy, che con le padelle riuscì a creare un totale marasma, da destare il più grande. Era molto tardi e, se voleva andare a scuola, il rosato doveva sbrigarsi.

Natsu quindi, urlando il perché – come sempre – la sveglia non avesse suonato e il come mai il fratello maggiore non lo alzasse mai, si preparò in fretta e furia. Ovviamente, quasi scordandosi la cartella, lasciata sul tavolo della cucina.

Restò un attimo a guardare la foto posizionata lì su quello stesso tavolo, in una cornice argentata. Ritraeva lui da piccolo, i suoi genitori, Zeref, un po' più alto di lui, e un piccolo fagotto, cioè Happy. Osservò suo padre, Igneel, sorridente anche in quella foto, caratteristica passata a suo figlio Natsu. Sua madre Grandine era un po' più seria: non aveva mai amato le foto, questo il rosato se lo ricordava. Quel modo di fare, invece, era uguale a quello di Zeref. Eppure eccoli lì, tutti insieme, mentre nella realtà non lo erano.

Sorrise comunque, come suo padre gli aveva insegnato, per poi lasciare l'abitazione.

Iniziò ad incamminarsi, a passo veloce, verso la scuola. Si soffermò un po' vicino a casa di Lucy, notando che non erano accese le luci. Il ragazzo capì che si era già incamminata.

Infine corse, aiutato anche dai muscoli allenati, e arrivò, fortunatamente puntuale, ritrovandosi tutti i suoi compagni, e non, davanti al cancello ancora chiuso. Si avvicinò al suo gruppetto quando vide una testa bionda che avrebbe riconosciuto tra mille.

«Ah, Natsu! Sei arrivato puntuale, menomale.» esclamò Lucy, un piccolo sorriso spontaneo spuntato sul suo viso. Il ragazzo perse un battito vedendo quel bel viso sorridente della nakama, cosa strana, ma che ignorò, cercando di dare la colpa, senza troppi complimenti, alla corsa appena svolta.

«Già! Non sono sempre in ritardo!»

«Insomma, fiammifero.»

«Vuoi fare a botte, ghiacciolo?» “chiese” Natsu a Gray, quasi iniziando un'altra rissa prima dell'inizio delle lezioni. Fu fermato, fortunatamente, dalle parole della sua migliore amica.

«Natsu, ricordati che dopo i tuoi allenamenti e il mio corso di musica dobbiamo recarci dal preside.» gli intimò lei, poco prima dell'apertura dei cancelli.

Gli altri, curiosi, si fecero spiegare l'accaduto dai due. Natsu e Lucy erano gli unici che quel giorno facevano delle attività pomeridiane: lui andava agli allenamenti di pallacanestro della squadra della “Fairy Academy”, mentre Lucy studiava musica in un corso della scuola con la professoressa Lyra. Lei quindi aveva pensato che, proprio per questo, Makarov voleva parlare con loro: perché erano gli unici della loro classe presenti nel pomeriggio. O, almeno, sperava fosse per quello.

Come sempre, ormai abituati, salirono tutti, con passo pesante, al secondo piano, iniziando così la lezione del professor Macao.

Finite le ore giornaliere; con Natsu che quasi si addormentò sul banco quando, nel mentre, Elfman cercava di tenerlo sveglio con i suo discorsi sull'essere uomo – che peggiorarono solo la situazione –, il ragazzo si precipitò in mensa con Lucy, strafogandosi di cibo e finendo in poco tempo.

Solo dopo lei scoprì che, per sua sfortuna, quel giorno la professoressa non c'era. Dovette così accontentarsi di andare a vedere Natsu agli allenamenti, per passare il tempo ed andare, successivamente, ad incontrare il preside Makarov.

Lucy fu ben accetta dalla squadra, non solo per la sua fama nella scuola, ma anche perché quei ragazzi non volevano lasciarsela sfuggire. Si sa, la bionda era sempre stata considerata da tutti una bella ragazza.

Ma dovettero rinunciarci presto. Natsu dopo essersi cambiato, mettendo una tuta, andò insieme ai suoi compagni e alla nakama presso il campo sportivo all'aperto, per l'allenamento giornaliero.

Il cielo però si stava scurendo, preannunciando un temporale, e il vento freddo soffiava forte. Lucy, d'istinto, si portò le mani alle braccia nude, sfregandole per creare un po' di calore. La bionda iniziò a maledire la divisa scolastica fin troppo leggera.

Fu quasi tentata di andare veramente a casa per poi tornare dopo, ma una mossa del rosato non glielo permise. Infatti Natsu si tolse la giacchetta della tuta e gliela mise sulle spalle, rimanendo con la maglietta e l'indimenticabile sciarpa. Lucy lo guardò, confusa, arrossendo appena per il gesto. La giacca, per quanto non fosse invernale, era comunque calda, impregnata di quel calore che contraddistingueva il suo amico. Si sentì protetta, quasi fosse tra le sue braccia, e poteva affermare di non sentire più freddo.

«Ma così ti prenderai un raffreddore!» disse lei dopo essersi svegliata dall'iniziale disorientamento, mettendosi sulle piccole gradinate vicino al campo.

«Lucy, non preoccuparti! Io ho sempre caldo, lo sai! E poi, io mi alleno, muovendomi mi scaldo, tu no. L'importante è che tu non senta il freddo.»

Alla fine il ragazzo corse dall'allenatore, mentre i giocatori della sua squadra persero le speranze con Lucy nello stesso momento.

 

֎֍֎

 

«Grazie.» disse lei sincera, mentre insieme stavano andando nello studio del preside.

Natsu la guardò, quasi avesse un punto di domanda sopra la testa.

«Per avermi dato la tua giacca, Natsu.» gli spiegò lei, roteando gli occhi. “Non cambierà mai.”

«Figurati, non c'è bisogno che mi ringrazi.» le rispose, sincero, i loro cuori che battevano all'unisono.

«Però, Lu, non correre!» le disse lui, facendola rallentare un poco.

Finiti gli allenamenti, Lucy si era sorpresa nel vedere Natsu addirittura sudato nonostante il tempo orribile. Proprio per la paura del cambiamento climatico la ragazza quasi stava correndo. Aveva il terrore che potesse succedere proprio in quel momento, e lei non voleva. Non davanti a lui, che aveva fatto così tanto per lei. Doveva rimanere un segreto, uno dei pochi che lei aveva.

Solo quando notò che il ragazzo si era fermato davanti alla porta dello sgabuzzino della scuola, lei si fermò, guardandolo stranita per quella sua fermata improvvisa. Tornò indietro, capendo che stava fissando qualcosa.

Lo sgabuzzino era, a dire il vero, una piccola stanza dove i bidelli mettevano i vari utensili, come scope, detersivi, stracci e qualunque altro oggetto potesse servirgli. Certe volte, dalle varie voci di corridoio che si udivano spesso, qualche coppietta andava lì, e, per Lucy, era meglio non capire che cosa facessero.

Solo che non sapevano di essere i prossimi della lista. Natsu infatti, notò, un oggetto particolare, posizionato in bella vista nella piccola stanza, per quanto fosse buia. Era un anello, molto luccicante, con una pietra verde. Lo si notava subito per quel caratteristico brillio.

Il ragazzo entrò dentro, seguito dalla migliore amica. Lucy, a quel punto, sussultò, capendo di chi fosse quell'oggetto così prezioso.

«Ma non è l'anello della professoressa Vermillion?» chiese la ragazza, sapendo già la risposta.

Ma proprio in quel momento sentirono un tonfo che li fece sussultare, per poi un rumore di chiavi che si muovevano, chiudendo la serratura della stanza. I ragazzi ci misero un po' ad intendere cosa stesse succedendo. Natsu fu il primo a reagire, muovendo la maniglia con forza, capendo di essere rimasti chiusi dentro.

«Ehi! Chi ci hai chiuso qui? CHE QUALCUNO RISPONDA!»

Anche Lucy provò ad urlare, cercando di farsi sentire da qualcuno, ma il loro piano non funzionò.

La ragazza studiò la stanza, cercando qualcosa per scassinare la porta. Anche il suo nakama, alla fine, capì le intenzioni della bionda, aiutandola nelle ricerche. Non che servisse, quella camera era molto piccola e, nonostante il disordine, trovare qualcosa lì non era, poi, così complicato. Una piccola finestra illuminava quel poco lo sgabuzzino rendendo possibile la ricerca in quel piccolo spazio.

Non trovarono nulla di adatto all'occasione, a meno che, pensò Lucy sarcasticamente, non volessero pulire la maniglia della porta dallo sporco.

Solo alla fine, ricordandosi della borsa di Natsu, e del suo cellulare, decisero di chiamare il fratello, per fargli aprire la porta dall'esterno.

«Come vi siete rinchiusi nello sgabuzzino da soli?» Zeref chiese dall'altro capo della cornetta.

«Non sappiamo come, esattamente. Semplicemente qualcuno ci ha chiuso dentro!» rispose Natsu, anche lui un filo nervoso. Quasi non avevano capito loro la situazione, figuriamoci spiegarla! Inoltre, detta così, poteva essere fraintesa facilmente.

«Va bene, Natsu. Arrivo tra poco, ok?» sospirò il neo professore di giapponese, riattaccando. Lucy si calmò quel poco che bastava. Le uniche cose di cui si preoccupava ora erano il preside e…

Il temporale.

Proprio come se le sue paure potessero avverarsi solo pensandole, un grande tuono si sentì dalla piccola finestra. Lucy, con gli occhi sgranati, si tappò le orecchie, accucciandosi nella stanza.

Natsu la guardò preoccupata. La sua faccia impaurita, anzi quasi terrorizzata lo spaventò. Questo suo cambio repentino lo fece, d'istinto, abbassare per andare a capire cosa stesse succedendo.

Piccole lacrime sul viso della ragazza lasciarono dell scie sulle guance, che lei non curò di asciugare troppo occupata a tapparsi le orecchie.

Natsu le alzò il viso con l'indice e il pollice sotto il mento. La ragazza sembrò calmarsi incontrando quegli occhi tanto profondi e rassicuranti, finché un lampo non squarciò il cielo, illuminando repentinamente lo sgabuzzino.

«Lucy, che sta succedendo?» chiese lui, preoccupato, alzando un po' il tono di voce.

«Scusami Natsu,» sussurrò lei, la voce bassissima, terribilmente dispiaciuta. Si sentì così patetica, doveva essere sempre lei quella debole. Lei, che non riusciva mai a dimostrarsi grata al suo nakama. «non voglio farti sempre preoccupare. Sono patetic-» quelle parole vennero fermate dal ragazzo, che la strinse forte a sé, rassicurandola con quel gesto. L'abbraccio, come al solito, rendeva la ragazza terribilmente protetta. Non c'era bisogno di piangere. Per lei bastava sentire il calore del suo petto.

«Non lo dire neanche per scherzo, Lucy. Tu non sei per niente patetica.» disse di rimando lui, baciandole la testa e accarezzandogliela con fare rassicurante, mentre i capelli biondi della sua migliore amica erano morbidi e soffici sotto il tocco della sua mano.

«Sai, Natsu, io ho paura dei temporali.» iniziò la sua spiegazione Lucy, mentre il rosato non la interruppe, lasciandola continuare.

«Quando ero piccola è morta mia sorella, Michelle. Forse te l'avevo già raccontato. Ma non hai mai saputo come. Non me l'hai mai chiesto, sei sempre stato un meraviglioso amico, Natsu. Per questo ti sono sempre stata grata, e sempre lo sarò. Ma ora uno dei miei pochi segreti te lo voglio rivelare. Tutto è iniziato quando si è scoperto che lei era gravemente malata, come mia madre, Layla. Lei è riuscita a scampare. Michelle no. Ed è sparita da me, mentre io ero lì, vicino a lei, accanto al suo letto, senza poter far niente. Mi ricordo tutto come se fosse ieri, anche se sono ormai trascorsi anni. Quella sensazione che mi terrò sempre, per la sua ripetizione, è il temporale, quei tuoni e lampi che vidi anche quel giorno.» finì lei, in un sussurro.

Natsu ascoltò attentamente, e Lucy non poté fare altro che esserne felice per questo. Finito il discorso, liberando così Lucy da un macigno che le pesava da tempo, Natsu la scosto da sé, guardandola negli occhi. Era lui ad esserle sempre stato grato per il suo stargli accanto e renderlo speciale. Lui non era bravo con le parole, ma sperò che quel suo segreto, potesse trasmetterlo ugualmente.

«Lucy, proprio per questo non sei patetica. Sei una delle ragazze più forti che conosco. E adesso asciugati le lacrime. Perché questo temporale ora passerà e io sono qui con te.»

In quel momento erano così vicini, i loro visi a pochissima distanza tra loro. Occhi contro occhi, un paio marroni e un altro neri. Natsu sentì il suo corpo muoversi da solo. Si stava accostando al viso della sua amica, ormai non più piangente. Si avvicinò piano, quasi impercettibilmente, e mancava poco perché i loro respiri si incrociassero.

Ma proprio in quel momento una chiave cominciò a girare nella serratura della stanza. Si staccarono dal loro abbraccio, velocemente e istintivamente.

Il professor Dragneel si affacciò alla porta, capendo subito di aver sbagliato il momento per aprire. Entrambi erano un filo rossi e, oltre a essere seduti per terra, erano molto vicini.

«Ragazzi, state bene?» chiese lui, sentendo che la domanda non era molto adeguata.

«Sì, grazie professore. So che può sembrare strano, ma davvero, qualcuno ci ha chiuso dentro.» disse Lucy, con la voce ancora un po' bassa. Il temporale era passato e, dalla finestra si poteva notare, addirittura, che il sole aveva fatto capolino.

«Sì, l'ho notato infatti, la porta non era chiusa dall'interno, anche perché questa è l'unica chiave disponibile. Tranquilli, nessuno saprà niente di ciò che è accaduto. Tanto non è successo nulla, giusto?» quell'ultima domanda del professore mise in soggezione i due. Natsu notò una punta di malizia nella voce del fratello, ma cercò di far finta di non averla sentita. Per sviare la conversazione gli diede l'anello della professoressa.

«Siamo entrati perché abbiamo visto questo. Magari domani restituiscilo alla prof. A proposito, il nonn- il preside c'è ancora?» chiese Natsu, fermandosi in tempo dal chiamare Makarov con il nomignolo affettuoso datogli dagli studenti per la sua veneranda età.

«No, ma alla fine l'ho incontrato mentre venivo qui e mi ha detto di comunicarvi che i laboratori saranno spostati di mezz'ora per tutta la prossima settimana. Avvisate domani anche i vostri compagni.»

«Ma non bastava una circolare per questo?» chiese Natsu, mentre anche Lucy era arrivata alla stessa conclusione.

«Sapete che il preside è un po' strano, no? Adesso è meglio andare.» rispose lui, con una nota sbrigativa, che Lucy notò anche se lasciò cadere il discorso. In fondo era vero: il preside Makarov non era mai stato un tipetto normale.

Alla fine uscirono dall'istituto, prendendo strade diverse per tornare a casa. I due ragazzi si scambiarono un saluto con la mano. La loro avventura nello sgabuzzino, come tante altre, insieme a tutti i dubbi nati di conseguenza, sarebbe rimasto uno dei loro più intimi segreti.

 

֎֍֎

 

Un uomo dai capelli neri color pece, aprì pian piano la camera accanto. Come sospettato, il fratello dormiva come un ghiro, russando molto forte. Il maggiore, anche se sapeva che il rosato non si svegliava neanche con i botti di Capodanno, chiuse la porta molto lentamente.

Si riavvicinò al tavolo, bevendo la seconda tazza di caffè della serata. Tutta la colpa era della sua ragazza, che chiamò proprio in quel momento. Pochi squilli e Mavis gli rispose, il tono di voce abbastanza eccitato.

«Zeref! Allora, Natsu dorme?»

«Sì, sai, tuo futuro cognato si addormenta e nessuno lo riesce a svegliare senza un rumore assordante.» disse lui, ridacchiando un poco.

«Bene, assomiglia tutto a suo fratello, allora! Comunque dimmi, come andata la fase due: lo sgabuzzino?»

Zeref raccontò tutto, ignorando la prima parte dell'esclamazione della donna, mentre muoveva il cucchiaino nell'intento di diluire lo zucchero nel caffè. La sua futura sposa era tutta eccitata, per quanto avrebbe voluto quasi sgridare il suo quasi-marito per aver aperto la porta nel momento inopportuno.

«Eh, niente. Si è capito che è successo qualcosa, ma alla fine non è accaduto nulla. Il nostro piano è caduto, Mavis. Menomale che sei riuscita a chiuderli dentro senza farti vedere! Per di più abbiamo avuto la fortuna che i laboratori venivano veramente spostati di mezz'ora. Senza quell'espediente non avrei saputo cosa dire! Ovviamente Makarov non li aveva chiamati… a proposito, ho qua il tuo anello, domani te lo restituisco.»

«Non dire che è caduto, noi abbiamo dato una grande spinta. Vedrai, col tempo capiranno da soli.» disse lei dall'altra parte della cornetta, sicura delle sue parole. Per quanto Zeref non ne fosse tanto certo – conosceva bene quella testa calda di suo fratello – decise di credere alla sua futura sposa, mentre riattaccava, gustandosi poi il suo caffè. Ma, lo sapeva, Mavis avrebbe potuto coinvolgerlo di nuovo, quindi cercò di vivere appieno quel momento di solitudine prima di una possibile apocalisse.

 

Angolo dell'autrice:

Rieccoci qui con il giorno quattro della Nalu week! Passa veloce il tempo.

In questo capitolo ho dato più spazio a Natsu e ho spiegato il passato di Lucy, soffermandomi anche in quello di Salamander.

Come avrete capito – cosa già risaputa, penso – i due “tizi misteriosi” sono Zeref e Mavis. Evviva la Zervis che shippa la Nalu, insomma XD.

Lucy che ha paura dei tuoni non penso ci sia nel manga, ma l'ho aggiunto io. Il discorso di Natsu è anche un omaggio allo stesso personaggio della maga perché molti la trovano debole, ma penso che lei non lo sia u.u. Certo, non è la maga più forte della gilda, ma lei per me ha grandi potenzialità. Poi, forse, è solo per il mio attaccamento alle protagoniste, ognuno poi è libero di pensarla come vuole ù.ù. Inoltre ho messo una citazione di uno dei miei capitoli preferiti del manga, il 337.

Nel banner ho utilizzato una fanart di Leon S. su tumblr. E, per finire, la scena della pallacanestro l'ho presa da questa immagine (https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/3f/69/67/3f6967eb2eddd5ba60df227a00b5443d.jpg). Natsu ce lo vedo a giocare in uno sport così, non trovate? Forse sono stata convinta dal bel disegno sopracitato.

Ringrazio ancora tanomax per la sua recensione, davvero, sono felice di leggere qualcuno che apprezza questi capitoli ^^. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Vi lascio, a presto,

Annabeth_Granger1.

   
 
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