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Autore: DarkDemon    05/07/2016    14 recensioni
[Titolo mooolto provvisorio]
|INTERATTIVA|POSTI FINITI|NON TIENE CONTO DE "LE SFIDE DI APOLLO"
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–Non scapperai facilmente piccola Dea...–
[...]
Vedeva il lontananza una piccola sagoma avvolta in vesti marroni correre nella leggera nebbia mattutina che avvolgeva le colline e il bosco, mentre una grossa sagoma umanoide la sovrastava, dando l'idea di quello che era un vicolo ceco.
[...]
Felix avanzò ancora qualche passo cauto, un tuffo al cuore lo fece però bloccare sul posto, capiva finalmente la causa del dolore della donna [...]
–Salvala... fallo per me... fallo per noi...– Disse con un tono che mai aveva udito, il tono di una madre, dolcezza e risolutezza, ora spezzate dall'infrenabile pianto che solo una madre può versare sulla salma della figlia, andatasene dal mondo.
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Sono oramai passati cinquant'anni dalla battaglia con Gea, la pace che ha avvolto il campo, come sempre, non è destinata a durare. Il sottile equilibrio si sta per incrinare, come la liscia superficie dell'acqua sotto un lieve sospiro.
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash | Personaggi: Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non scapperai facilmente piccola Dea...–
La voce risuonava rauca e graffiante, nella sua mente, rilasciando una serie di piccoli brividi lungo la spina dorsale, come quando si gratta la lavagna con le unghie.
Vedeva il lontananza una piccola sagoma avvolta in vesti marroni correre nella leggera nebbia mattutina che avvolgeva le colline e il bosco, mentre una grossa sagoma umanoide la sovrastava, dando l'idea al ragazzo che la fanciulla stesse correndo in un vicolo ceco.
Felix però doveva rimanere li, ad osservare tutto in silenzio, senza poter muovere un muscolo, obbligato sul posto.
Non sapeva cosa stesse succedendo, non capiva nulla, Dea, aveva sentito bene? Non capiva il significato di quella parola, non lo aveva mai capito, nemmeno ci aveva mai creduto. Però... c'era qualcosa, qualcosa di diverso, diverso da quello che predicava suo padre, la domenica in Chiesa, diverso da quel Dio in cui mai aveva creduto. Prese un sospiro tremante e si riscosse dai suoi pensieri. Ora era solo nel bosco, la piccola fanciulla sparita, così come la grossa sagoma scura; si sentiva finalmente libero dal vincolo che lo tratteneva fermo sul posto, mosse un passo tremante, e la bolla che lo avvolgeva scoppiò completamente. Non si era accorto di non provare freddo, o alcuna sensazione, lo dava per scontato, era solo un sogno... no? Eppure eccolo, qual singolo passo lo aveva svegliato, ribaltato in quella che era troppo reale per essere ancora la dimensione onirica. Sentiva il freddo pungergli pelle nuda, delle braccia e delle gambe, dove gli strappi dei jeans chiari permettevano, percepiva l'umidità insinuarsi nei tessuti che indossava, si strinse nella felpa e sospirò, dalle labbra socchiuse una nuvoletta di vapore si levò velocemente, dissolvendosi in breve tempo nella foschia circostante. Avanzò qualche passo cauto, gli aghi e le pigne dei pini che scricchiolavano con suoni secchi sotto le suole delle sue Adidas, qualche goccia cadeva di tanto in tanto dalle fronde degli alberi, interrompendo la monotonia opprimente del silenzio. Il ragazzo drizzò di colpo le spalle, aveva sentito qualcosa, anche se non lo aveva identificato; rimase in silenzio, pietrificato sul posto ancora leggermente chinato per dare spinta ad un altro passo lungo le pendici della collina, tese le orecchie dai tratti leggermente elfici in attesa di risentirlo. Non tardò, ne ad udirlo ne ad identificarlo, era un pianto, sommesso e acuto, interrotto da singhiozzi a quelli che parevano intervalli quasi regolari. Proseguì piano, con cautela, un passo dopo l'altro, si portò una mano alle tasche, per vedere cosa poteva avere come arma, nel caso ci fosse stato un pericolo, un pacchetto di Brooklin, un paio di cartacce di esse, un accendino e un pacchetto mezzo vuoto di Chesterfield.

Fantastico”

Si disse con una piccola smorfia, proseguì con cautela, estraendo le mani dalle tasche, nel caso fosse caduto, ma stringendo saldamente l'accendino nella mancina, tra tutte le cose quella era “l'arma” più letale. La fonte del pianto era sempre più vicina, e finalmente la scorse: era una donna, una bella donna, seduta su una grossa radice sporgente di un pino, indossava un vistoso abito estivo a fiori, i capelli corvini erano spettinati, come se si fosse messa le mani tra i capelli e avesse provato a strapparli, quasi, al collo una collana aveva come ciondolo un pesante segno della pace; a stonare con l'abbigliamento allegro era un pesante scialle di lana nero, riposto sulle spalle, o almeno un tempo, i violenti singhiozzi lo avevano fatto scivolare lungo le braccia piegate, le mani coprivano il viso in lacrime. Felix avanzò ancora qualche passo cauto, un tuffo al cuore lo fece però bloccare sul posto, capiva finalmente la causa del dolore della donna, un fagottino di tessuto giaceva ai suoi piedi, non vedeva molto, ma scorgeva il pallido viso e la manina altrettanto bianca spuntare dalle fasce; non ci mise molto a capire che quel povero neonato, o poco più, era un cadavere, che il mondo aveva stroncato sul nascere, con una vita davanti. Stava ancora fissando il piccolo quando si accorse che la donna lo fissava, con occhi scuri e lucidi, schiuse le labbra tremanti.
–Salvala... fallo per me... fallo per noi...– Disse con un tono che mai aveva udito, il tono di una madre, dolcezza e risolutezza, ora spezzate dall'infrenabile pianto che solo una madre può versare sulla salma della figlia, andatasene dal mondo troppo presto. Boccheggiò a vuoto, un paio di volte, non sapendo bene cosa fare, per dire infine la frase più stupida, tra tutte le domande che poteva porle.
–Chi sei?– La donna piegò le labbra in un sorriso amaro, e rispose alla sua domanda, era una risposta straordinariamente breve, ma non la capì, al posto del suo nome sentì il proprio, con una voce che decisamente non apparteneva alla donna, con la voce di suo padre.

Felix...

Strabuzzò gli occhi azzurri, sentendo la morsa della nausea attanagliarli lo stomaco, mentre tutto intorno a lui vorticava e collassava su se stesso, gli sembrava di essere in una centrifuga.

Spalancò gli occhi e fece per mettere il busto dritto, ma la cintura di sicurezza dell'auto blocco il suo gesto improvviso assieme al suo fiato. Passo una mano tra i capelli castani con un sospiro e lasciò poi scivolare il braccio fuori dal finestrino abbassato.
–Felix... sicuro di stare bene..?– Si voltò di scatto verso il padre, quasi si era dimenticato della sua presenza.
–Si si... era... era solo un sogno...– Sussurrò con poca convinzione stringendo il polso della manica della felpa grigia, quasi non fu sorpreso di sentirla umida al tatto.


 



Felix Alfarson
Non Riconosciuto.

"Non crede in nulla, in nulla che possa toccare, l'amore, la magia, la divinità... 
sono solo parole a vuoto"



 

Angolo    
Autrice

 

Shao! Mi faccio schifo da sola? Oh si, non sapete quanto, ma la tentazione di fare una nuova interattiva era troppa, sopratutto dopo che “Le Sfide di Apollo” mi ha lanciato così tanta carne al fuoco. Essendo che immagino che molti non abbiano ancora letto il suddetto libro questa storia non terrà conto della serie, nonostante sia ambientata parecchi anni dopo i nostri eroi preferiti.
Il prologo è scritto abbastanza alla cazzo de cane, spero che non faccia così tanto schifo visto che, miracolo, non schifa troppo nemmeno me; anzi, visto considerato che io l'idea l'avevo da un po', ma non avevo la più pallida idea (evviva le ripetizioni) di come fare il prologo... sono parecchio soddisfatta.
Spero che non si sia capito troppo di chi sono la fanciulla in marrone e la bimba morta, se non ne avete idea... fantastico, sono riuscita nel mio intento, altrimentiii... eh pace.

Ciancio alle bande! Ecco le regolucce di base.

 

  • Non so quanti semidei manderò al macel...*erm* sceglierò per l'interattiva, più me ne mandate meglio è.
  • Potete mandare fino a 4 personaggi a testa (mi voglio male? Probabile)

  • Per carità divina del signore nostro che ci guarda dall'altro (Amen) niente personaggi perfetti, niente descrizioni (sopratutto caratteriali) che altro non sono che un elenco di aggettivi. State tranquilli che nel caso vi lincio subito. :)

  • Le schede sono entro il 13, non oltre considerato che il 17 parto e vorrei decidere bene con chi voglio lavorare in questa storia

  • Non è una regola ma un avvertimento, è probabile che il primo capitolo con i personaggi arrivi verso settembre perchè poi devo finire la marea di compiti che non sto cagando più di tanto (un genio indiscusso lo so)

  • Prenotazioni per recensione, solo ed esclusivamente per comodità. Magari lasciate giù un piccolo parere, che oltre a farmi felicia fa si che gli admin non mi cancellino la storia :)

  • Le schede dopo il mio OK

  • Non offendetevi se non vi scelgo il personaggio

  • Se morite dopo avermi rifilato il pargolo farò scorrere la mia lista di torture e sappiate che non farà una bella fine :)

  • Seguire le regole (LoL, come sono divertente)

  • Accetto semidei e cacciatrici, anche qualche cattivo, se vi va, ma non azzardatevi a presentarmi figli di titani, giganti o cose varie

 

Vi prego di rispettare le regole, si vive meglio se tutti in sintonia, Iride sarebbe fiera di me...

Passiamo alle schede carine piccine picciò:
 

Nome completo:
Età+Data di Nascita:
Carattere:
Fisico:
Prestavolto:
GD e rapporti (si sono mai visti? L'ha riconosciuto?):
GM e rapporti (è vivo? Morto? Si sentono ancora? Lavoro?):
Arma:
Storia (includere età arrivo al campo e riconoscimento):
Eventuali poteri (potrei anche accettarli in parte/prenderne spunto o rifarli da me):
Orientamento sessuale+vorresti che abbia una relazione:
Altro (inserite tutto ciò che non ho messo che pensate posso caratterizzare meglio l'OC):
Nickname creatore:

 

E tutto qui! Spero di avervi incuriosito e attirato almeno un pochino e che partecipiate in tanti!
Piccola nota, se volete potete fare il vostro pargolo “non riconosciuto”, basta che mi diciate chi sia il suo GD e che nella sezione mettiate appunto che non è stato però riconosciuto e se vuoi che lo sia durante la storia o meno.

Baci
 

ΩEbeΩ

   
 
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