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Autore: RaidenCold    06/07/2016    1 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima serie fanfic e spero vi piaccia! Narrerà soprattutto della storia di Leonidas, ragazzo legato dal destino al mondo di Atena e dei suoi cavalieri, e sarà un racconto molto lungo... spero di non annoiarvi, buona lettura!
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giugno 2008, Leonidas:

Stanotte ho fatto un incubo dove degli uomini vestiti di nero mi portavano via e mi sono svegliato. Non sono più riuscito a dormire.

 

La brezza marina soffiava tra le onde, mentre il sole batteva caldo nel sereno cielo primaverile. Era una giornata tranquilla, come se ne vedevano poche da quelle parti; tutto taceva eccetto la marea che s'infrangeva sulla spiaggia, e i gabbiani il cui canto veniva elegantemente trasportato dal vento.

Per ripararsi dai raggi del sole del mattino Leonidas si mise una mano in fronte a mo' di visiera e abbassò lo sguardo verso l'acqua, dove si vide riflesso: in quegli ultimi tre anni era cambiato davvero molto, era più possente e muscoloso ma al contempo più slanciato. Non era tuttavia riuscito a liberarsi delle occhiaie, risultato di anni di notti insonni, problema che era riuscito a tenere sotto controllo negli ultimi tempi, ma che occasionalmente si ripresentava.

D'un tratto qualcosa gli afferrò la caviglia e si sentì trascinare verso il fondo e, poco dopo, Leonidas riemerse dall'acqua saltando in modo piuttosto goffo:

“Deficiente questa me la paghi!”

Alvin rideva sboccatamente per lo scherzo appena fatto all'amico:

“Beh principessina, se hai finito di ammirare il tuo bellissimo volto sono pronto a sfidarti!”

Miles osservava la scena ridacchiando dalla riva

“Quanto casino che fanno, uno non può neanche prendere il sole in santa pace!”- intervenne un ragazzo dai fluenti capelli verdi sdraiato su un telo

“Lasciali divertire un po' André”- disse Miles con la solita aria rilassata-

“Oggi siamo in pausa, non capita spesso, che facciano quello che vogliono.”

“Ma che lo facciano da un'altra parte…” grugnì André girandosi per far abbronzare la schiena; mentre si voltava però il ragazzo notò un livido piuttosto vistoso sul polpaccio destro di Miles:

“E quello cos'è?”

“Me lo sono fatto durante l'ultimo allenamento”

“Fin qui ci arrivavo anche io. Volevo sapere come ti sei fatto un livido così grosso...ah guarda che roba, ti rimarrà per settimane!”

“Ecco...è successo mentre combattevo”

“Chi era il tuo sfidante?”

“Jude.”

“C'era da immaginarselo...quell'idiota non sa contenersi”

“John si è molto arrabbiato a riguardo.”

“Davvero?”

“Sì, più che altro era per il cosmo...”

“E che c'entra il cosmo adesso?”
“Stavo combattendo con Jude in un corpo a corpo, e stavo avendo la meglio; ad un tratto si è liberato dalla mia presa e ha tentato di colpirmi, ed io istintivamente ho usato parte del mio cosmo per deviare il suo pugno. Allora lui mi ha guardato ridacchiando e ha cominciato a incanalare parecchio cosmo nel braccio, poi lo ha alzato e ha lanciato un attacco molto potente; John si è messo davanti a me per pararlo, ma evidentemente parte del colpo non è stata deviata e mi ha colpito di striscio”

“Doveva essere un colpo davvero potente se colpendoti di striscio ti ha fatto questo...”
“Già, ad ogni modo John ha rimproverato Jude, e vuoi sapere perché?”

“Non dirmi che era il suo...”
“Già, mi ha lanciato la sua tecnica segreta.”

“Lo ha fatto nonostante sapesse benissimo che ci è proibito usare tra di noi i nostri colpi speciali, è davvero un idiota.”

“Io lo trovo inquietante...”- sopraggiunse un ragazzo dagli occhi scuri.

“Come mai Pablo?”- domandò Miles

Pablo incrociò le braccia con aria rimuginante; era un ragazzo abbastanza alto e possente, e portava i capelli rasati per accentuare la sua aria truce.

“Se ne sta sempre per le sue, insieme a quegli altri due...”

“Ti riferisci ad Eden e Brutus?”- chiese André

“Precisamente. Quei tre stanno solo tra di loro; si credono migliori

di chiunque altro, non li sopporto.”

“Per me nascondono qualcosa.”

“Può essere André, ma io mi preoccuperei di altro…”

“Cosa intendi Miles?”- domandò Pablo.

“Non so se lo avete notato, ma di notte accadono cose strane...”

Gli altri due si guardarono basiti non capendo a cosa si riferisse il loro compagno:
“E' stato Connor ad accorgersene per primo, due sere fa, mentre faceva una passeggiata in riva al mare, ha visto delle ombre muoversi in lontananza. Ma non è tutto! Il giorno dopo io, Connor e Viktor abbiamo esplorato la zona e siamo arrivati fino alla baia, dove abbiamo trovato delle corde sparse per il molo.”

“Degli ormeggi...”

“Già André, qualcuno è sbarcato sull'isola.”

“E non ha di certo intenzioni amichevoli, altrimenti si sarebbe già fatto vedere.” - disse Pablo.

“E' presto per dirlo, ma una cosa è certa, c'è qualcosa di losco sotto...”

“Sapete”- aggiunse André- “E' da un po' che Syd si comporta in modo strano...”

“E' sempre stato un po' particolare...”

“André ha ragione, ultimamente è più bizzarro del solito, a volte sparisce per delle ore e nessuno sa dove va e cosa combina; io lo terrei d'occhio.” sentenziò Pablo.

“Quanti misteri per un'isola dove ci sono solo tredici persone... o almeno così sembra” sospirò Miles preoccupato; sapeva che presto sarebbe successo qualcosa che avrebbe turbato la calma di quell'isola in mezzo al mar Mediterraneo.

 

Scivolavano nella notte, indisturbati se non dalla flebile luce della falce di luna crescente; ad un certo punto si fermarono ed uno di loro si staccò dal gruppo per andare un po' più avanti: osservò da lontano il dormitorio, le cui luci erano spente, salvo alcune finestre, e constatato che non c'era nessuno nei dintorni si voltò verso i suoi compagni facendo loro cenno di proseguire.

Si avvicinavano all'edificio sempre di più, correndo ma senza fare il minimo rumore, quasi come fossero delle ombre e non degli esseri umani. La loro corsa si arrestò bruscamente quando, sfrecciando nel buio, qualcosa venne loro scagliato contro, colpendo di striscio uno di loro facendogli volare via il copri spalla.

“Accidenti”- si tastò il braccio sanguinante.

Videro uscire due robusti ragazzi da un cespuglio, entrambi con indosso due armature scintillanti, di cui una dotata di un pittoresco copricapo da nativo nord-americano:

“Bene bene, cosa abbiamo qui...”- esclamò uno dei due.

“Dunque eravate voi le presenze ostili che ho percepito in questi giorni...”- aggiunse l'altro, che visto da più vicino non solo indossava un copricapo pellerossa, ma possedeva anche i tratti di quelle genti - “Chi siete?”.

Le quattro figure nell'ombra ridacchiarono, dopodiché una di loro si fece avanti:

“Dovete perdonarci, il nostro intento era di uccidervi nel sonno, ma a quanto pare, ora lo scontro è inevitabile.”

I due cavalieri osservarono attentamente la sua armatura e non ebbero dubbi: era quasi del tutto identica a quella di Miles... con una differenza: quell'armatura era completamente nera.

“Ma certo, ho capito chi siete...”- disse il ragazzo pellerossa;

“Noi siamo i cavalieri neri, rinnegati persino dalla dea Atena: ciascuno di noi indossa un'armatura che è la controparte di una delle vostre sacre vestigia e che stanotte si tingeranno di rosso sangue!”

“Viktor, avverti gli altri, qua ci penso io.”

Il ragazzo fece un cenno di assenso e prese a correre verso il dormitorio.

“Schwarz, inseguilo.”- ed uno dei quattro con un'armatura identica a quella di Alvin si lanciò dietro di lui.

“E ora a noi...”- sogghignò il cavaliere nero; fece un cenno con la mano e gli altri due si lanciarono contro il cavaliere rimasto:

“Poveri sciocchi, non avete alcuna speranza contro di me, Connor della costellazione dell'Indiano!”- sollevò la mano e la sua lancia magicamente gli venne incontro dal punto in cui si era conficcata. Uno dei due cavalieri neri attaccò Connor con una serie di attacchi rapidissimi, mentre l'altro combatteva mediante l'uso di due catene; ma l'Indiano parò con la sua lancia tutti i loro attacchi, dopodiché, utilizzandola come asta, si lanciò addosso a uno dei due colpendolo all'altezza dello stomaco con un doppio calcio.

“Prima la spallina e ora questo, non è proprio la tua serata Black!”- commentò il cavaliere nero che era rimasto in disparte.

Black grugnì e si rialzo, seppure con qualche difficoltà a causa del colpo appena subito. Intanto il cavaliere nero con le catene attaccò nuovamente Connor: le catene lo avvolsero stringendolo in una morsa, e di colpo si tramutarono in serpenti sotto i suoi occhi increduli;

“E’ inutile che ti dimeni, non ti libererai tanto facilmente dalle mie «spire nere nebulose»!”- e mentre il cavaliere nero diceva ciò, gli altri due si scagliarono all’attacco contro Connor, uno con il suo «Nero ululato mortale», l’altro con il «Colpo nero del drago nascente». A quel punto persino un cavaliere d’argento esperto come lui si trovò in difficoltà: era riuscito a liberarsi dai serpenti, ma non sarebbe riuscito ad evitare entrambi i colpi nemici.

All’improvviso una saetta squarciante si parò tra Connor e i suoi avversari difendendolo dai loro attacchi: da quel lampo bianco ne uscì un giovane dai capelli neri con un’armatura verde smeraldo:

“Che sta succedendo qui?”

Connor lo guardò e sorrise: “Finalmente sei arrivato, Miles del Dragone.”

“Miles della costellazione del dragone…era da tempo che volevo incontrarti!”

“Cavalieri neri, ho sentito parlare di voi, che ve ne andate in giro scimmiottando noi cavalieri di Atena.”

“Scimmiottare dici? Allora affrontami, e vedremo chi è il drago più forte: io sono Melas del dragone nero!”

Miles inarcò perplesso un sopracciglio: “Mi stai prendendo in giro?”

Nel frattempo gli altri due cavalieri neri ricominciarono ad attaccare Connor, ma i loro attacchi non riuscivano ad andare a segno in alcun modo:
“E’ inutile, ho già visto la vostra tecnica segreta, e so come la lanciate; la stessa mossa non può funzionare due volte contro un cavaliere!”- ma non appena ebbe terminato la frase, una grande massa di energia lo colpì alle spalle. Connor cadde a terra sconfitto, ma prima di perdere i sensi riuscì a vedere il volto di colui che lo aveva colpito di sorpresa:

“S-Syd del triangolo australe…traditore…”

 

“Perdonate il mio ritardo, ma dovevo arrivare senza essere visto. Forza andiamo, questo posto non si distruggerà da solo.”

Syd prese a correre verso la casa delle stelle; i due cavalieri neri fecero un cenno d’assenso e lo seguirono.

“Hai visto? Uno dei vostri è già caduto, presto verrete tutti sconfitti!”

Dragone nero nonostante avesse un fisico minuto era il più abile dei cavalieri neri; a giudicare dalla voce doveva essere molto giovane, anche se per Miles non era facile osservare nel dettaglio l’aspetto del suo avversario a causa del buio. Ma una cosa non passava di certo inosservata: i suoi occhi erano completamente neri, fatta eccezione per le iridi, tinte di un blu profondo e luminoso.

“Parli troppo dragone nero, pensa a combattere.”

   
 
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