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Autore: Annabeth_Granger1    06/07/2016    2 recensioni
Eccomi con la mia prima long del fandom partecipante alla Nalu week di quest'anno! È una High school AU e spero vi piaccia.
Day 1°: Longing - Lei aveva quel vivo desiderio nel suo cuore.
Day 2°: Reunion - La loro riunione era il regalo migliore che il destino le avesse mai potuto donare.
Day 3°: Admiration - E la sua gratitudine e ammirazione per lui era cresciuta tantissimo.
Day 4°: Secrets - Sarebbe rimasto uno dei loro più intimi segreti.
Day 5°: Struggle - E fu assalito da mille dubbi che lottavano nella sua testa.
Day 6°: Climax - Come la figura retorica del climax nei suoi libri preferiti, i sentimenti di Lucy aumentavano in scala.
Day 7°: The End - E per loro non c'era finale migliore.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Our love is magic

Nalu week – Day 6°: Climax.

«Lucy, forse è meglio se vieni qui con Natsu. Sai… per tirargli su il morale.»

«Sì, arrivo subito, prof Dragneel. Non si preoccupi!» rispose la ragazza, con il fiatone, cercando di rimanere calma.

«Sì, ma asp-» Lucy non sentì quelle parole perché, tutta preoccupata, aveva riattaccato.

La ragazza uscì di casa, lasciando a metà anche il suo romanzo, chiudendo la porta frettolosamente e iniziando a chiamare un taxi.

Purtroppo lei non aveva ancora preso la patente e, dato che aveva fretta di arrivare in quel posto, non poteva perdere tempo prezioso.

Erano passati pochissimi secondi da quando Zeref Dragneel l'aveva chiamata, dicendole che il fratello Happy aveva avuto un shock anafilattico perché una stupida vespa lo aveva punto. Era primavera e, si sa, quegli insetti sono molto aggressivi in quel periodo dell'anno.

Fatto sta che il minore non solo aveva già subito sintomi di anafilassi per colpa di una puntura, cosa che lo metteva ancora più a rischio, ma la voce del fratello aveva reso Lucy tesa come una corda di violino.

Lei si era affezionata, alla fine, a quel bambino dai capelli strani, alle sue battutine, al suo modo di essere così pestifero e ficcanaso. Era diventato un suo amico, e per lei gli amici erano una della cose più importanti, più di se stessa.

Ma, soprattutto, era preoccupata per quel ragazzo che le aveva fatto battere il cuore da tempo.

Natsu.

Lucy sapeva cosa voleva dire avere uno shock simile. Si poteva essere in pericolo di vita, non contando il fatto che proprio lei aveva avuto delle compagne che erano state male per questo.

Ma la ragazza era in ansia per tutta la famiglia Dragneel. Lei era sempre stata parecchio paranoica, si preoccupava per ogni dettaglio possibile e inimmaginabile. E, lo aveva capito da tempo, un'altra perdita in quella famiglia avrebbe portato nei membri rimasti un peso troppo grande, che avrebbe potuto schiacciarli in un secondo.

Natsu avrebbe perso la sua voglia di sorridere.

E Lucy non voleva questo, che rimanesse la sua semplice nakama o che diventasse per lui qualcosa di più, in quei momenti, passava in secondo piano. L'importante era che lui stesse bene, che la sua famiglia lo fosse. Certo, lei era esagerata, ma sapeva i rischi che si correvano anche con delle semplici punture di insetto, soprattutto in casi del genere.

Salita sul taxi, chiese al conducente di portarla all'ospedale della città. I suoi pensieri si accumularono in quel piccolo lasso di tempo, seduta sul sedile posteriore di quell'auto che l'avrebbe portata dal suo amico ricoverato.

Guardò dal finestrino del taxi vedendo scorrere davanti ai suoi occhi case dai mille colori diversi, la strada in cemento e i vari giardini con degli alberelli in fiore.

Il cielo azzurro era adornato da grandi nubi bianche che ogni bambino sognerebbe di toccare, anche solo con un dito. Se Lucy non avesse avuto altro a cui pensare sarebbe andata a sdraiarsi su un bel prato verde, pieno di fiori, guardando per tanto tempo quel mondo pieno di nuvole che si stagliava sopra di lei.

Arrivati a destinazione la bionda pagò il conducente e, a passo di marcia, avanzò verso l'entrata dell'ospedale.

Il ticchettio dei tacchi delle sue scarpe era uno dei pochi rumori che accompagnava Lucy nel suo avanzare, mentre il ritmo di quel suono andava pian piano velocizzando.

Entrò all'interno dell'edificio e si dovette mettere in coda, mentre si torceva le mani per la frustrazione.

Sì, Lucy, sei proprio paranoica” pensò cercando di calmarsi, dandosi anche un contegno. Si sentiva davvero stupida ad essere così preoccupata, non era neanche una parente. Eppure, in fondo, sapeva che era giusto anche così. Lucy era sempre Lucy. Ed era stata proprio quella famiglia un po' pazzerella, quella dei Dragneel, a farglielo comprendere. Quei tre fratelli, così diversi, eppure uniti da un unico legame di sangue. Soprattutto il rosato le aveva fatto capire che il suo carattere era unico e doveva solo imparare ad apprezzarlo, ad accettarlo, con tutti i suoi difetti.

«Sto cercando Happy Dragneel.» chiese alla fine la ragazza, arrivato finalmente il suo turno davanti all'accettazione.

«Sei Lucy, giusto? Mi hanno detto che saresti venuta.» le disse la donna comunicandole il numero della stanza e le indicazioni per arrivarci.

Alla fine salì le scale che l'avrebbero portata al terzo piano, luogo dove si trovava la stanza in questione. Le sue gambe si muovevano da sole, all'inizio camminando, dopo aumentando il passo, accelerando e alla fine correndo per poi arrivare al piano in questione in pochissimo tempo.

La sua piccola preoccupazione si era ingrandita sempre di più, diventando ansia e tensione, trasformandosi poi in rabbia. Rabbia perché quella famigliola non si meritava altre sofferenze. Ma, più Lucy avanzava, più il ticchettio dei tacchi sul pavimento aumentava il ritmo, più ancora un altro sentimento le si parava davanti agli occhi: la paura. Come la figura retorica del climax nei suoi libri preferiti, i sentimenti di Lucy aumentavano in scala, così come i suoi passi affrettati.

Si ritrovò così, più in fretta del previsto, davanti alla porta. Esitò, per poi bussò, attendendo una risposta. Proprio come il primo giorno di scuola, aveva indugiato ma alla fine ce l'aveva fatta sempre. Anche quei piccoli passi potevano cambiare tutta una vita. E proprio il varcare quella porta cambiò la vita di Lucy per sempre.

«Avanti.» fece una voce, incredula ma assai familiare. La bionda, mentre apriva la porta, alzò un sopracciglio, confusa. La voce di Natsu era calma. Fin troppo. Eppure neanche quello riuscì a diminuire il suo battito cardiaco, veloce per l'ansia di ciò che avrebbe trovato all'interno della stanza. Infine aprì la porta e, tutte le sue paure, saltarono letteralmente addosso al rosato. Infatti la ragazza si era precipitata ad abbracciarlo, travolgendolo con mille domande.

«Come sta Happy? Tu come stai? Gli hanno somministrato l'adrenalina? Com'era grande la vespa? Tuo fratello dov'è che non lo vedo?» lo sommerse lei, facendo ridere il ragazzo.

«Non lo trovo divertente, sono seria!»

«Lo so, Lucy. Ma, fai ridere così! Deve essere stato Zeref a chiamarti, io non sapevo saresti venuta, ma mi fa piacere! Comunque, per come sta Happy… potresti chiederlo a lui.» disse poi Natsu, indicando il lettino dove il minore squadrava la bionda con una faccia così buffa che avrebbe sicuramente fatto ridere Lucy, se non fosse stata così confusa, ovviamente.

«Lucy, sapevo fossi paranoica, ma così esageri! Natsu era lì accanto a me, ha chiamato l'ospedale e mi hanno somministrato l'adrenalina. Non sono in pericolo di vita, pensavo che Zeref te l'avesse detto! Ah, e la vespa era abbastanza grossa, se vuoi saperlo.» esclamò infine Happy, facendo capire alla ragazza che era venuta lì proprio per niente e che, sì, era fin troppo paranoica.

«Il professor Dragneel sembrava molto preoccupato quando mi aveva chiamato.» disse lei, abituata a nominare il fratello di Natsu come se fosse a scuola.

«Zeref quando vuole sa essere abbastanza melodrammatico.»

«Ma cosa dici, Natsu? Sicuramente Lucy ha preso una scusa per saltarti addosso.» esclamò malizioso il minore, osservando i due studenti per notare ogni loro reazione. E vederli arrossiti tutti e due lo spronò a continuare.

Per che cosa mi preoccupavo. È il solito!” si disse Lucy, cercando di trovare una battuta difensiva. Ma, purtroppo, l'azzurro la precedette.

«Ooooh, ma allora voi vi piaaaacete!» istigò lui, facendo arrossire la ragazza più del dovuto.

A Natsu però quel colorito sul viso dell'amica le piaceva molto, e, in quel momento, gli passarono davanti tutti i momenti trascorsi con la sua nakama da quando si erano incontrati. Il loro incontro, il consolarla, gli abbracci, le chiacchierate, le risate, i sorrisi, i pianti, la loro riunione, l'avventura nello sgabuzzino, vederla mentre guardava la neve, sentirla lì vicino e la dichiarazione che la sua mente aveva cercato di rimuovere, senza successo.

Si ricordò di quando Zeref lo aveva paragonato a un drago: istintivo e impulsivo, che agiva quasi senza pensare pur di ottenere ciò che voleva.

Senza quasi pensarci, prese per il polso la bionda, che sussultò per il tocco improvviso. E poi la baciò. Un bacio casto, ma dove Natsu aveva riposto tutti i suoi sentimenti e emozioni di quel periodo. Quel bacio tanto agognato in cui aveva messo tutto. I loro respiri finalmente si incrociarono e le loro labbra si scontrarono, sentendosi ormai complete. La ragazza era rimasta immobile, quasi non capendo. Quello che aveva sempre voluto era appena accaduto veramente. Non era un sogno. Zeref, quella volta, non li aveva fermati, nessuno dei due era ubriaco, non c'erano altri occhi indiscreti. C'erano solo loro due. Perlomeno, quasi.

Happy aveva osservato la scena e, alla fine, pensò che probabilmente gli sarebbe venuto un altro shock. E non per la vespa.

«Sì, Happy, noi ci piacciamo. Perlomeno, Lucy mi piace, più di una normale nakama.» disse lui, rendendo la faccia di Happy ancora più stupita.

«Natsu… ERA ORA, ci hai messo tanto per capire i miei sentimenti!» quasi urlò Lucy, un po' esasperata. Ma era felice e lo si poteva vedere dal sorriso che aveva stampato in volto. Infatti, alla fine, lo ribaciò di nuovo. Non bisognava parlare in quel momento. Per la prima volta, le azioni bastavano.

«Sì, se volete sbaciucchiarvi, per favore, fatelo da un'altra parte. Se no, fratello, mi verrà senz'altro uno shock. Di nuovo.» sbottò Happy, dando voce ai suoi pensieri e facendo arrossire i due dall'imbarazzo.

Quel ragazzo pestifero!” si ripeté mentalmente Lucy. Ma non ebbe il tempo di contro ribattere nulla, per la seconda volta in pochi minuti, perché un'altra voce si fece sentire.

«Happy, sii gentile, finalmente ce l'abbiamo fatta! Natsu è riuscito nel suo intento, dovremo essere grati a qualunque persona esistente! Fortuna che la nostra idea, Mavis, ha funzionato! Sei geniale in queste cose.» disse Zeref, avanzando insieme a una Mavis esultante.

«Ce l'avete fatta? La vostra idea?» chiese Lucy, accorgendosi di quelle strane battute

«Beh, avevate bisogno di una spinta, e così abbiamo architettato vari piani tutti per voi! Secondo te perché Zeref ti ha chiamato in modo così preoccupato? E, soprattutto, chi se non noi vi ha rinchiuso nello sgabuzzino?» civettò Mavis, tutta pimpante.

«A proposito dello sgabuzzino, secondo me voi due non me l'avete raccontata giusta.» chiese Zeref, malizioso come non mai, guardandoli con una faccia che rese rossi entrambi i neo-fidanzati.

«Beh, allora che cosa fai, Zeref, quando vai da solo a casa della professoressa Vermillion?» chiese Natsu, intraprendente come non avrebbe mai pensato di essere. In quel momento fu il turno dei due professori di diventare rossi come dei pomodori maturi.

L'unico che godeva nel vedere la scena era Happy che, per divertirsi ancora di più, aveva chiesto un pacchetto di patatine all'infermiera. Quella per lui fu una mattinata di divertimento assicurato.

 

֎֍֎

 

«Ragazzi! Vedete anche voi quello che vedo io? Sto sognando.» esclamò Cana, avendo paura di aver bevuto troppo quella mattina.

«No, Cana, lo vedo anch'io.» disse Levy, con la bocca aperta.

«Che qualcuno faccia una foto, presto!» urlò Lisanna con tono melodrammatico e sbrigativo. Questo scoop nessuno nell'intera scuola doveva perderselo.

«Già fatta!» affermò Erza con in mano la sua macchina fotografica.

«Sai che con questa foto che li ritrae ci potremo guadagnare un sacco di soldi?» sbottò Gray, sorridente. I suoi migliori amici ce l'avevano fatta.

Le due figure, ormai distinte, si avvicinavano sempre di più, mano per mano. A quanto pare la primavera aveva portato consiglio al rosato, pensarono tutti.

«Ciao, ragazzi!» esclamò Natsu, con la voglia di lottare insieme alla ferraglia e al ghiacciolo.

«No, ora ci spieghi, Salamander.» si intromise, stranamente, Luxus. Qualunque cosa smuovesse il fulminato e lo invogliasse a parlare era sicuramente qualcosa di grosso.

«Siete fidanzati, vero? VERO?» esultò Mirajane, tutta pimpante quanto Mavis pochi giorni prima. Luxus la osservò, sorridendo per la sua reazione. A quanto pare pure lui doveva muoversi, se no l'avrebbe persa. In fondo, se ce l'aveva fatta il rosato, poteva riuscirci benissimo anche il nipote del preside.

«Beh, sì...» rispose Lucy e, a quel punto, un coro di ovazioni e fischi si alzò nell'aria, davanti al solido cancello della “Fairy Academy” luogo dove il loro amore era nato e cresciuto.

Molti dei loro amici erano stupiti – soprattutto perché Natsu aveva fatto la prima mossa – ma erano tutti contenti per loro. E, quell'amicizia nata sui banchi di quella semplice e pazza scuola, non sarebbe mai cambiata.

Poco dopo, però, tutti gli alunni di quella classe strampalata, sentirono un'altra notizia altrettanto succulenta. Salite le solite scale e aperto la porta della classe gli alunni videro sia il prof Dragneel sia la professoressa Vermillion all'interno. Incuriositi, gli studenti presero posto. Solo Natsu e Lucy sapevano cosa i professori volessero dire.

«Ragazzi e ragazze, oggi io e la qui presente professoressa Mavis vorremmo annunciarvi una cosa molto importante.»

«Zeref, potresti parlare normalmente? Non sei allo stadio.» esclamò Natsu, ricevendo un'occhiata di fuoco dal fratello, anche se, alla fine pure lui sorrise. Sapeva che Natsu era contento per lui, e questo gli bastava

«Oltre al fidanzamento dello studente Dragneel e della sua amica Lucy,» disse Zeref con l'intento di mettere in soggezione il fratello e la compagna, in quel caso innocente, riuscendoci perfettamente. «io e Mavis ci sposeremo tra poco tempo, il sette luglio.» finì lui, mentre un'altra ovazione partiva da tutta la classe.

«Ma non è finita qui,» s'intromise Mavis, gli occhi smeraldini che scintillavano. «tutta la vostra classe è invitata al nostro matrimonio!»

Un grandissimo “SÌ” partì da tutti gli studenti, e così iniziò quella giornata di scuola e festa.

 

Angolo dell'autrice:

E rieccomi qui con il sesto giorno della Nalu week: climax.

Inoltre oggi, con il bacio di Natsu e Lucy, celebriamo anche il giorno del bacio * festeggia *. Ammetto, in questo capitolo il termine climax l'ho usato poco. Ho voluto rendere questa figura retorica solo nel pezzo in cui Lucy si preoccupa (ammetto, in questo ho messo un po' anche il mio lato paranoico). Infatti il Climax, non usandolo come apice, l'ho adottato come gradazione ascendente.

Per quanto riguarda l'anafilassi, dato che non sono esperta anche se mi sono documentata, potrei aver sbagliato qualcosa, ma sul fatto del pericolo di vita non me lo sono inventata. Ma Happy lo conosciamo tutti.

E * rullo di tamburi * ce l'hanno fatta! Spero di aver reso bene questo “primo bacio” e che vi sia piaciuto. JUST KISS ALREADY, insomma.

E poi ho un altro “piccolo” annuncio: GLI ZERVIS SI SPOSANO! Penso che, nel prossimo capitolo, parlerò anche del matrimonio, ma vi lascio nella suspance – sono perfida and I know it.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e a presto,

Annabeth_Granger1.

   
 
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