NDA Quasi una drabble. Solo per rompere questo silenzio che avvolge da un po’ le mie storie e ricordarmi che scrivere mi piace. Le recensioni fanno scrivere di più gli autori di fanfiction.
Meringa – Fergus e Thabatha
Fergus controllò freneticamente l’orologio sul muro della cucina.
La lancetta con il nome di Thabatha si era spostata da “A spasso” a “In viaggio verso casa”.
Sapeva di avere pochi minuti e la cucina era un vero e proprio disastro. Non sapeva esattamente cosa l’avesse posseduto quando aveva deciso che, per il compleanno della sua ragazza, avrebbe preparato personalmente un dolce. Non sapeva esattamente cosa l’avesse spinto a farlo alla maniera babbana.
Fatto sta che la meringa era appiccicata sul paraspruzzi, la gelatina al limone non si era addensata e stava colando lungo i mobili e c’erano briciole di biscotti ovunque.
Pensare che aveva immaginato che quando Thabatha fosse tornata, sarebbe rimasta impressionata dalla sua grandiosa creazione, gli avrebbe fatto i complimenti nell’assaggiare il dolce e lui avrebbe finito per mangiare un ottimo dolce ed aver una giovane Auror grata e divertita con cui passare una serata fantastica, possibilmente sotto le lenzuola. Peccato che certi piani, che si rivelavano apparentemente perfetti per il Capitano Weasley, non avevano lo stesso effetto per lui.
Certo, Ronald Weasley era un eroe del mondo magico ed aveva aiutato di recente a sconfiggere Diodora Mackenzie, ma anche il povero Fergus gli aveva dato una mano, possibile che il karma non fosse un po’ riconoscente?
Sentì il caratteristico rumore del focolare del salotto che annunciava l’arrivo della sua ragazza, proprio nel momento in cui impugnava la bacchetta per tentare di dare una ripulita a quel disastro.
I passi di Thabatha dal salotto si avvicinavano, mentre Fergus dava colpetti di bacchetta a destra e manca, cercando contro ogni speranza, di dedicare tutto il suo talento di Auror a bandire gli ultimi indizi della debaclé alla gelatina di limone e meringa.
“Fergus, tesoro, dove …”
Le parole di Thabatha morirono sulle sue labbra all’uscio della cucina.
Fergus se ne stava al centro della stanza bacchetta in pugno con l’aria del gatto che è stato scoperto con il canarino in bocca.
“Oh… Io … No, nulla … Ho pensato che … Sai … E’ il tuo compleanno e … Sì pensavo di aiutarti nelle pulizie.”
Guardandosi in giro poco convinta, la giovane Auror dissimulò i suoi sospetti. “Oh, davvero che pensiero carino.” Disse avvicinandosi a Fergus. “Però pensavo che avremmo potuto uscire un po’ stasera …”
Fergus la guardò ancora trasecolato dalla fretta di nascondere gli indizi del misfatto “Oh … Sì … Sì, suppongo di sì.” Mormorò, allungando il collo per vedere se la gelatina fosse ancora presente in quel punto vicino alla porta in cui l’aveva notata poco prima.
Thabatha sorrise. “Perfetto, allora vado a farmi una doccia e mi preparo…” Disse, facendo l’occhiolino prima di uscire dalla porta.
“Ottimo, comincia a prepararti io ti raggiungo tra poco.” Soggiunse lui con un mezzo sospiro di sollievo.
Era quasi a metà corridoio, ce l’aveva fatta.
Sorrise tra sé. Andando ad asciugare la gelatina che effettivamente era ancora là dove l’aveva vista.
La voce di Thabatha dal corridoio lo gelò a metà movimento.
“Ah Fergus …”
“Dimmi, amore”
“Sarà meglio che cambi la maglietta, credo tu abbia della meringa sulla schiena, tesoro.” Soggiunse Thabatha, scoppiando a ridere a crepapelle.