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Autore: RoisXIII    09/07/2016    2 recensioni
All Might sta allenando come al solito il giovane Midoriya, ma non sa che quel giorno succederà qualcosa. E quel qualcosa si farà sentire anche in altre occasioni.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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“Izuku! Sono tornata!”
All Might e Midoriya si fissarono. L’uomo aveva le mani sopra i bottoni dei pantaloni del ragazzo, mentre quest’ultimo era tutto rosso in faccia. Non dovevano farsi vedere dalla donna.
Merda. Adesso devo uscire da qui senza farmi vedere.
Si guardò intorno e puntò dritto alla finestra. L’aprì e controllò la distanza tra il terreno e la stanza. Troppa distanza. Dovrei trasformarmi e ciò comporterebbe due rischi: qualcuno potrebbe vedermi uscire dalla stanza di uno studente o potrei tornare normale nel momento peggiore e finire spiaccicato sull’asfalto.
Deglutendo, si voltò verso il ragazzo. Si era già riallacciato i pantaloni e stava tornando al colore naturale della pelle.
Peccato, era molto carino. Vomitò sangue e si insultò da solo. Doveva rimanere concentrato.
“Izuku? Sei in camera tua?” la voce della donna era sempre più vicina.
“Non ti preoccupare, All Might. Ho un’idea. Appena vedi che mia madre è in camera sua tu esci dalla porta di ingresso. Ci sentiamo poi stasera! Ciao”.
Midoriya uscì, socchiudendo la porta. L’uomo si nascose dietro e si preparò.
“Mamma! Scusami, avevo su le cuffie. Sei tornata presto”.
“I nonni dovevano andare in un incontro. Che carini. Stai bene, Izuku? Mi sembri un po’ agitato”.
“Ho visto un film dell’orrore e ho ancora la paura addosso. Ah ah. Oh, giusto! È arrivato un pacco per te. Vieni, l’ho messo nella tua stanza”.
Astuto per essere così giovane. Hai pensato proprio tutto. Sono fiero di te.
Li sentì camminare nel corridoio, dopodiché entrare in una porta.
È la mia occasione.
Uscì in punta di piedi, si diresse verso l’ingresso, recuperò le scarpe e aprì la porta e si ritrovò fuori.
Ce l’aveva fatta!
 
Stava lavando i piatti quando gli squillò il telefono.
“Pronto?”
“Sono il preside. Ti ho chiamato perché devi venire subito del mio ufficio. È urgente”.
Qualcosa doveva ver allarmato il preside. Si asciugò le mani e si preparò per uscire.
 
“Izuku?”
Il ragazzo era seduto fuori dall’ufficio e aveva un’aria preoccupata.
“Alcuni vicini ti hanno visto uscire di casa e hanno chiesto a mia madre perché eri da noi” parlava a voce bassa ma tremante. “Ha detto che eri passato per una cosa di scuola, ma poi, quando è venuta da me…”.
L’uomo deglutì. Aveva capito il perché della chiamata. Era nei guai.
Passò una mano tra i capelli dell’allievo e gli sorrise. “Tranquillo, ragazzo mio. Niente e nessuno ci impedirà di vederci”.
Bussò e aprì la porta.
Nell’ufficio vi erano il preside e la madre di Midoriya. Salutò educatamente e si sedette vicino a alla donna.
“La signora Midoriya mi ha informato che sei stato a casa sua senza che lei lo sapesse, uscendo poi di nascosto. Il giovane Midoriya ha detto che eri passato per chiedergli di riprendere l’allenamento. La signora non ci ha creduto, perché al suo arrivo le aveva detto di aver visto un film. Qual è la verità?”
L’uomo abbassò gli occhi. Non poteva di certo dire che lui e Izuku stavamo insieme e che stavano per avere un incontro molto romantico.
 “Ho detto io a Midoriya di mentire alla madre. Avevamo deciso di incontrarci perché dovevo dirgli una cosa importante sul suo futuro. Come sapete, ho scelto il ragazzo come nuovo Simbolo della Pace ed è per questo che dovevo metterlo a conoscenza di alcuni segreti, che non posso rivelarvi. Ecco, questa è la verità”.
Inventata naturalmente all’ultimo secondo.
“Io sono soddisfatto” decise il preside. “Dopotutto, chi siamo noi per giudicare l’ex Simbolo della Pace che insegna al nuovo Simbolo della Pace?”
La signora Midoriya sospirò e annuì. “Proverò a credere a questa storia”.
Si alzò, lì salutò entrambi e uscì.
“Spero che questi “segreti” non vengano mai alla luce, All Might. Sarebbe veramente un guaio. Puoi andare”.
Avrà capito qualcosa?
 
Appena uscito, l’ex eroe tirò un enorme sospiro di sollievo e si diresse verso il cortile.
“All Might!” lo chiamò Midoriya sbucando da dietro un angolo. “È andato tutto bene?”
L’uomo annuì e abbracciò l’allievo, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze.
“Ragazzo mio, vieni un attimo”.
Camminò velocemente lungo i corridoi, seguito dall’allievo. Delle volte svolta, altre volte tornava indietro perché c’era qualcuno che si stava avvicinando.
Uscirono fuori e si diressero verso l’U.S.J. (the Ultimate Space for Jams), ma in lontananza videro No. 13.
“Izuku, ti chiedo subito scusa” e lo spinse in mezzo ai cespugli.
“No. 13! Come stai?”.
“Sto bene. Finalmente l’U.S.J. è di nuovo utilizzabile. Da domani gli studenti potranno usufruire della struttura per le prove di soccorso. E ora scusami, ma devo andare. Buona giornata”.
Appena sparì dalla vista, l’ex eroe andò a recuperare Midoriya nei cespugli e insieme ripresero la camminata.
 
Non è cambiato niente da com’era prima. Anche se questa volta non c’è niente di distrutto.
Prese Midoriya per mano e lo condusse verso una barca nella zona piscina. Vide il ragazzo sorridere. Lì aveva sconfitto alcuni criminali.
“Ci siamo quasi, ragazzo mio. Aspetta solo un secondo”.
Si trasformò nella sua forma muscolosa, lo prese in braccio e saltò sulla barca. Toccato il pavimento, ritornò normale.
Lo condusse all’interno e si sedettero su un divanetto.
“Non ho mai avuto modo di vedere l’interno dell’imbarcazione” disse Midoriya, forse per rompere l’imbarazzo presente nell’aria.
“Nemmeno io. Sai, quando frequentai la scuola, quest’area era diversissima. Potrei dire meno tecnologica. Ma mi piace com’è adesso”.
Il ragazzo si fece più vicino e lo abbracciò, venendo subito ricambiato.
Si fissarono e si baciarono, aggiungendo subito la lingua. Qualche volta si staccavano per riprendere fiato e poi continuavano.
Questi baci diventano sempre più belli. Vorrei non smettere mai di baciarlo.
All Might portò Midoriya sulle sue gambe, dopodiché gli toccò la pelle della schiena. Era incredibilmente liscia.
Mi sento ancora la mente annebbiarsi. È questo l’effetto dell’amore?
Gli tornò nella mente la scena di lui che gli slacciava i bottoni dei pantaloni.
Aprì gli occhi e spostò in malo modo il ragazzo. Dopodiché si alzò e si prese la testa fra le mani.
Stai correndo troppo. Calmati e respira.
“All Might? Va tutto bene?”
L’uomo si voltò verso di lui e notò che gli usciva un po’ di sangue dal labbro.
Oh, no. Devo avergli fatto male quando l’ho spinto via.
Nella mente gli comparve una scena di lui mentre gli succhiava via il sangue. E ciò gli portò uno strano desiderio.
Resisti, dannazione. RESISTI!
Fallì nel resistere. Infatti prese il ragazzo per le spalle e si mise a succhiargli via il sangue. Lo spinse delicatamente sul divanetto, facendolo finire sdraiato.
È così bello. Lo amo troppo.
Si mise quasi sopra di lui e continuarono a baciarsi. Come quella mattina, All Might si mise a slacciarli i bottoni.
Questa volta nessuno ci interromperà.
Finalmente gli slacciò tutti i bottoni e stava per infilare dentro la mano, quando Midoriya lo fermò.
“Non ancora, All Might. Ti prego, aspettiamo ancora un po’. Non sono ancora pronto per questo”.
Lentamente All Might tornò lucido e divenne tutto rosso  per la vergogna. Si coprì gli occhi e chiese scusa all’allievo.
“Perdonami, Izuku! Non volevo arrivare fino a quel punto. Non so cosa mi sia preso. Mi dispiace”.
Il ragazzo gli mise una mano sulla schiena. “Non ti preoccupare. Un giorno comunque arriveremo fino in fondo”.
L’uomo annuì e lo abbracciò.
Ho perso per due volte il controllo. Due volte nella stessa giornata! Devo darmi una regolata.
Midoriya gli diede un bacio sulla guancia, invitandolo a continuare, senza però esagerare.
 
Quella notte All Might non fece sogni molto tranquilli. Continuava a sognare che perdeva il controllo e faceva del male a Midoriya. Cercava in tutti i modi di resistere, ma falliva sempre.
All’ennesimo sogno, decise di passare la notte in bianco e il mattino seguente era uno straccio.
Devo risolvere questa soluzione. Non posso continuare in questo modo.
Uscì di casa e si diresse verso la U.A., consapevole del proprio aspetto.
 
Entrò nella sala professori e subito Aizawa Shota gli venne incontro.
“Ti dispiacerebbe venire un attimo fuori?”
Uscirono fuori e il primo a rompere il silenzio fu l’ex eroe: “Cosa posso fare per te, Eraser?”
“Dimmi, All Might, cosa ci facevate tu e Izuku Midoriya da soli sulla barca nell’U.S.J.?”
   
 
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