Autrice: Lady
With Witch
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency
Rating Giallo
Genere fluff, demenziale, romantico,
soprannaturale
Coppie FrUk,
Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun.
Avvertimenti: Ooc, What
If…? Alternative universe.
ATTENZIONE
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan
fiction
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela.
Questa
long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è
un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e
divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi.
Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul
serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva
Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno
perso."
Trama
Feliciano, grazie a Ludwig e Gilbert, ha deciso di entrare a
far parte dell’Agenzia per imparare a gestire il suo potere.
Gli ci vorrà un po’ di tempo, ma non gli
sarà difficile ambientarsi. Nel mentre Sadiq,
il direttore dell’Agenzia, convoca Arthur Kirkland per
assegnargli una missione in Scozia, in un villaggio teatro di
misteriose sparizioni di natura magica. Ad affiancarlo, un mezzo selkie
francese e tra i due è odio a prima vista.
Minimo due recensioni per continuare
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit
Sapevi che ogni volta che leggi una storia senza recensire, un autore
smette di scrivere?
Dona l'8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Salva uno scrittore dall'estinzione!
The Agency
Il misterioso caso del
Druido Oscuro (o la storia di come Arthur ebbe la sua prima
missione sul campo e come partner un odioso francese)
Omnia
mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
Feliciano si osservava attorno,
perplesso. Quando Ludwig e Gilbert gli avevano detto che lo avrebbero
portato subito all'Agenzia si aspettava che ci sarebbe arrivato tramite
qualcosa tipo il teletrasporto di Star Trek, non che lo avrebbero
portato fino a Central Park.
“ Ve, mi state dicendo che abbiamo attraversato
metà città, solo per arrivare qui?”
“Ja, e per fortuna che la tua copia si è riunita a
te all'altezza di Manhattan. Nonostante la mia straordinaria forza, non
so se sarei riuscito a trasportarlo fin qui”
esclamò Gilbert allegro.
Ludwig sospirò: “Bene, ed ora direi che
è il caso di rientrare...”
“Fermo bruderline! Adesso me ne occupo io!”
Il biondo alzò un sopracciglio scettico: “Ne sei
sicuro?”
“Certo! Per caso non ti fidi del tuo magnifico fratello
maggiore?”
L'altro evitò di rispondere, e l'albino si
avvicinò tronfio verso un albero. Arrivato di fronte prese
un ramo basso e cercò di abbassarlo, quasi fosse una leva.
Solo che non ci riuscì.
Il ragazzo assunse un'aria confusa prima di riprovare, stavolta con
più forza. Vedendo che non funzionava continuò a
provare, aggiungendo vari improperi in tedesco contro l'albero.
“Ehm, bruder...”
“Zitto, West! Non vedi che ho da fare?!”
“Ma che sta succedendo?” domandò
sperduto Feliciano.
“Per ritornare all'Agenzia da New York ci sono vari passaggi.
Quello più sicuro è quello di Central Park,
mimetizzato con un finto albero. Per aprire la porta tecnicamente
bisognerebbe abbassare un ramo che in realtà è
una leva, però...” spiegò Ludwig,
indicando poi con un cenno il fratello, che adesso era in posizione
orizzontale con entrambe le gambe puntate al tronco e le braccia che
provavano ad abbassare il ramo, il viso completamente rosso per lo
sforzo.
“Scheiße, basta! Ci rinuncio, la leva deve essersi
rotta!” esclamò dopo due minuti l'albino
allontanandosi furente.
“Posso?”
domandò Ludwig
“Bah, vai e vedi se coi
muscoli che ti ritrovi riesci a fare qualcosa di utile”
Il biondo con calma si diresse verso l'albero... per poi proseguire e
puntare a quello affianco.
Prese un ramo e lo abbassò senza problemi. All'istante si
aprì un porta rivelando un interno simile ad un ascensore.
“Prego, da questa
parte” disse il minore per poi entrare.
Gilbert lo osservò bocca aperta per un paio di secondi prima
di raddrizzare la schiena e ridere: “Kesesese, lo sapevo sin
da subito che in realtà era l'albero sbagliato, la mia era
tutta una messinscena per vedere se eravate attenti!” per poi
seguire il fratello. Feliciano guardò l'ingresso per poi
deglutire. Stava per incominciare una nuova avventura, una volta
attraversata quella soglia la sua vita non sarebbe più stata
la stessa.
Ma lui era pronto? Alzò
lo sguardo e fissò Ludwig che lo osservava interrogativo. A
quel punto annuì e li seguì. La porta si
richiuse, e a Central Park tornò la quiete. Quando le porte
si riaprirono e Feliciano vide l'interno dell'Agenzia gli
mancò il fiato. “Benvenuto all'Agenzia,
kleine!” esclamò Gilbert con un sorriso a
trentadue denti mentre l'italiano cercava di metabolizzare quello che
stava vedendo.
L'atrio era immenso, diverse porte si aprivano e sopra ciascuna di loro
era riportata una scritta, ovvero la destinazione.
Diversi piani dipartivano dal piano terreno, talmente tanti che
sembrava quasi impossibile contarli, e altrettanti si sviluppavano
verso il basso, scavati nella terra. Vari personaggi si affaccendavano
in giro per la sede, alcuni dei quali non erano neanche umani.
Feliciano vide una fata che trasportava dei documenti, un uomo fatto di
terra parlare con una donna d'aria, un caffé trasportato a
mezz'aria chinarsi e essere come sorseggiato da qualcuno di invisibile
come un fantasma, quello che sembrava un incrocio tra un uomo e un
pesce passò loro vicino per prendere uno degli ascensori,
vide un essere metà uccello con in mano dei biglietti
d'aereo passare loro di fronte per dirigersi verso una porta che
sembrava condurre verso uno dei piani superiori.
“Ve, perché
quel tipo aveva con sé dei biglietti aerei? Voi non siete in
grado tramite questi ascensori di trasportarvi ovunque?”
“Beh, tecnicamente
sì, ma l'uso o meno dei passaggi viene scelto dal capo a
seconda di quanto urgente è considerata la missione.
Solitamente evitiamo di usarla perché di fatto è
come se entrassimo illegalmente in uno stato, se ci fermassero per un
controllo saremmo nei guai. Nel nostro caso però avevamo
scoperto il tutto ieri e quindi dovevamo raggiungerti il prima
possibile”
Feliciano annuì, mentre continuava a guardarsi attorno
sperduto.
Ad un certo punto urtò contro una persona.
“Ah, scusami, scusami
tanto!”
“F-fa niente”
mormorò una voce talmente flebile da essere a malapena
udita. Apparteneva ad un giovane biondo con i capelli di media
lunghezza, portava un paio di occhiali e aveva un'espressione mite e
dolce.
In mano reggeva dei fogli.
“Oh, buongiorno Matthiew!” esclamò
felice Gilbert, salutandolo.
“Ehm, ciao Gil, ciao
Ludwig. Come è andata la missione?”
“Perfettamente, come del
resto c'era da aspettarsi dal Magnifico Me!” si
vantò l'albino.
Il biondino non pareva essere molto convinto, ma non disse nulla. La
sua attenzione si focalizzò invece su Feliciano, che lo
osservava incuriosito.
“Oh, c-che sbadato. Perdonami non mi sono ancora presentato,
sono Matthew Williams” e porse la mano.
“Ve, Feliciano
Vargas!” rispose il ragazzo sorridendogli.
Il giovane annuì:
“Non ti ho mai visto, e a giudicare dal tuo aspetto non mi
sembri nessuna delle creature appartenenti al Piccolo Popolo. Sei
umano?”
“Ve, sì. O meglio, credo. Il fatto è
che ho scoperto di avere l'abilità di creare senza volerlo
dei cloni, o esseri del genere con un nome molto più
complicato di così, e uno di questi ha iniziato a rubare
opere d'arte in giro per il mondo incolpando me. Stavo per essere
sbattuto in cella quando Lud e Gil mi hanno salvato e mi hanno
raccontato tutto, a quel punto siamo andati da un ladro d'arte per
ottenere informazioni, poi in un negozio di vestiti di alta classe, e
poi ci siamo infiltrati ad una festa di ricconi dove abbiamo catturato
il mio clone. Dopo averlo fatto Gilbert mi ha invitato a unirmi
all'Agenzia per controllare i miei poteri in modo che non succeda
più una cosa del genere e io ho accettato. A quel punto
siamo tornati a Central Park, abbiamo aperto il passaggio segreto e
siamo tornati qui - lo fissò negli occhi - Tu invece
possiedi qualche tipo di potere?”
Matthew sbattè un paio di volte gli occhi, come se stesse
uscendo da una sorta di trance, prima di rispondere: “I-io
sono umano. Lavoro qui all'agenzia coma traduttore di testi antichi o
in missioni diplomatiche per mettere d'accordo varie fazioni sul piede
di guerra”
“Mattie è un asso nelle lingue! - intervenne
Gilbert sorridendo - È merito suo se quattro anni fa non
è scoppiata la guerra tra le sirene e le oceanine in
Finlandia!”
“ N-non ho fatto nulla di che. Comunque ora devo proprio
andare, devo consegnare un rapporto sul caso dei coboldi. Quegli
esserini hanno delle pretese assurde. Ci vediamo ragazzi, spero di
rivederti Feliciano!” e il giovane se ne andò.
I tre si diressero verso le scale e
presero a salirle.
“ Ve, dove stiamo andando?”
“Ti portiamo dal nostro capo, Sadiq Adnan - spiegò
Ludwig - A seconda di ciò che dirà potrai o meno
fare parte dell'Agenzia”
“Oh, capisco...”
“Kesesese, non ti preoccupare, ti accetterà
subito. Pare burbero, ma in realtà non è male.
Eccoci, il suo ufficio è a questo piano” l'albino
fece appena in tempo a mettere piede su quel piano che furono accolti
da un urlo: “TIPO, CCCOOOOOSAAAAAAAAAA!?!?!?!”
L'onda d'urto fu talmente forte che Gilbert cadde per terra. Feliciano,
andato prontamente a nascondersi dietro alla schiena di Ludwig, si
sporse leggermente, e vide che un ragazzo coi capelli biondi se ne
andava in giro per l'ufficio sbraitando cose qua e là mentre
lanciava in aria fogli a caso.
Ah, e indossava anche un vestito da donna, e a giudicare da com'era
doveva anche essere un vestito di marca.
“Sigh, sembra che Feliks
abbia un'altra delle sue crisi da diva” sospirò
esasperato Ludwig.
“Ve, chi? Feliks?
È per caso quello...”
“Ma si può
sapere tipo cosa state facendo?! Aspettavo quel rapporto sulla mia
scrivani alle 15 precise, e sono già le 15 e
ventitré secondi! Io così non posso lavorare! Ho
dovuto interrompere il mio sonno di bellezza per venire fin qui, e per
la fretta mi sono dovuto vestire totalmente con la prima cosa che ho
trovato, e così sono dovuto venire con addosso tipo solo
questo straccetto! Dov'è il mio caffè?! Tipo mi
state dicendo che non avete ancora pronto il mio caffè?!
Sono totalmente deluso da voi, vi ho chiesto tipo dov'è il
mio caffè?! E facendomi urlare mi state facendo venire le
rughe! Tipo, vi rendete conto?! Ora dovrò totalmente
chiamare l'estetista e dirle di aggiungere tipo anche un massaggio al
viso! Tipo, dove sono i miei dolcetti?! Dov'è il mio bagno
caldo?! Dov'è l'ultimo numero di IoDonna?! Dove sono i miei
pony?!” Feliciano si accorse in quel momento che il corpo di
quel tipo stava iniziando a fumare, letteralmente.
Prima che potesse chiedere spiegazioni, questo esplose in una nuvola di
fuoco, e al suo posto comparve un elegante uccello colo rosso e oro che
prese a volare in giro spargendo cenere e scintille per tutto il piano
mentre continuava a gracchiare con tutta la sua voce.
Dopo un paio di minuti volò verso un'altra stanza e
scomparve e in sala ritornò il silenzio.
Dopo alcuni minuti nel silenzio più totale Ludwig si
spazzolò la maglietta prima di commentare: “Bene,
è il caso di andare dal capo adesso”
“Come?! No, aspetta!” lo fermò Feliciano.
“Che
c'è?”
“Come che c'è?
Chi era quel tipo? Come mai si è trasformato in una sorta di
pollo di fuoco? E perchè voi vi state comportando come se
nulla fosse?!”
“Alla seconda domanda
posso rispondere io” intervenne una voce. Feliciano si
voltò e vide dietro di sé un ragazzo con dei
capelli biondi e arruffati, gli occhi verdi sormontati da due enormi
sopracciglia e un fisico asciutto. Tra le braccia recava tre voluminosi
libri, talmente ingombranti che era sorprendente che riuscisse a
trasportarli.
“Mi chiamo Arthur Kirkland, laureato in antropologia forense
e bibliotecario dell’Agenzia - si presentò il
giovane - Quello che hai appena visto è il tipico spettacolo
di Feliks che da di matto. Feliks Lukasiewick è una fenice,
uno dei mitici uccelli immortali d'oriente, simbolo di vita eterna e
rinascita. Col tempo la sua razza ha imparato ad assumere forma umana,
e così da allora ce lo troviamo a strillare come una
donnicciola isterica ogni volta che ha dei problemi”
“Oh, capisco. Ve, ad ogni modo io sono Feliciano Vargas,
molto piacere” si presentò il giovane con un
sorriso.
Arthur grugnì in risposta: “Sei nuovo, immagino.
Come ci sei arrivato fin qui?” I
l ragazzo stava per rispondere quando sentì una voce urlare
decisa: “Largo, signorine!”
Un paio di persone si scansarono e l'italiano vide una giovane ragazza
con dei lunghi capelli castano chiari ornati da un fiore e
un'espressione a metà tra il fiero e il dolce farsi avanti.
“Elizabeta!” la
salutò Ludwig con un leggero sorriso.
“Ragazzi! Era ora che
tornaste, stavo incominciando a preoccuparmi. Spero che stavolta non
abbiate avuto problemi” disse lei mentre si voltava a
guardare Gilbert. “Ehi, perché guardi me? Ti
ripeto per settima volta che la fuga di quegli spiriti maledetti dallo
specchio non fu colpa mia!” protestò l'albino.
Lei alzò gli occhi al cielo, prima di notare Feliciano.
Assunse un'espressione sorpresa per poi sorridergli e venirgli incontro
con la mano tesa: “Ma tu guarda, un nuovo arrivato!
È per me un grande piacere incontrarti, sono Elizabeta
Hedervary”
“Ve, io sono Feliciano
Varags - si presentò sorridendo il ragazzo, poi assunse
un'aria meditabonda, prima di sorridere - Elizabeta? Ma certo, sei la
ragazza di cui mi ha parlato Gilbert!”
“Ma davvero, e cosa ti avrebbe detto su di me?”
domandò la giovane, mentre l'albino impallidiva.
Non gli piaceva il tono assunto dall'ungherese, né tantomeno
il sorriso da psicotica. Lentamente cercò di svignarsela
alla chetichella, ma Feliciano stava già rispondendo
ingenuamente: “Ve, mi ha detto che sei una
divinità minore della guerra di oltre cinquecento anni e che
sei una gran tirchia!”
Lentamente la castana si voltò verso il tedesco, e lui si
stupì che la sua testa non girasse di centottanta gradi come
quella dei gufi.
“Ma tu senti? Gil caro, ti spiace se parliamo un attimino in
privato?” e prima che il giovane potesse rispondere lei gli
fu addosso con in mano uno spadone a due mani. All'albino non
restò altra opzione se non la fuga.
“ Divinità Minore?! Oltre cinquecento anni?!
Tirchia?! Te lo faccio vedere io chi è la
divinità minore vecchietta! Ti strappo le ossa dalla carne,
poi ti resuscito e poi ti uccido di nuovo, disgraziato!”
urlava mentre Gilbert cercava di fuggire urlando a più non
posso e chiamando in aiuto il fratello minore.
Questi, non avendo manie suicide, si voltò verso Feliciano
sospirando: “Ne avranno ancora per un bel po',
andiamo”
Ma prima che potessero fare un solo passo, un uomo entrò
sbattendo la porta. “Qualcuno mi vuole chiamare quel gattaro
di Heracles?! È mai possibile che quando ho bisogno di lui
sparisca nel nulla?! Qualcuno l'ha visto?!”
Feliciano si ritrasse spaventato. La
persona che aveva urlato era un massiccio uomo che poteva avere
trentacinque come sessant'anni, muscoloso con i capelli castani
scompigliati , di fronte agli occhi aveva una maschera bianca, portava
una barbetta sfatta e la carnagione era tipica dei popoli del medio
oriente. Si voltò a guardare nella loro direzione, e non
appena vide Feliciano assunse un'aria confusa, prima di dirigersi verso
il loro gruppetto con passo deciso.
“Ve!”
squiittì il ragazzo mentre
si rifugiava dietro a Ludwig, mentre questa se ne stava fermo immobile
ad osservare l'uomo venire verso di loro.
“ Buongiorno, capo - lo
salutò semplicemente - Abbiamo portato a termine la missione
come stabilito, il doppelgänger è stato
neutralizzato e la lista dei mandanti dei suoi colpi mandata alla
polizia. Ben presto le varie opere torneranno ciascuna al proprio museo
di appartenenza”
“Oh, bene agente Ludwig, ottimo lavoro, come sempre. A
proposito, dov'è suo fratello?”
Il biondo si indicò le
spalle dove Elizabeta, ancora a spada sguainata, stava inseguendo uno
sfinito Gilbert.
“Ah, capisco. Quindi nessun intoppo?”
Il biondo arrossì leggermente: “Ehm, ecco a dire
il vero c'è una cosa...” e si fece da parte
mostrando un tremante Feliciano.
Sadiq aggrottò le sopracciglia, mentre l'italiano alzava
timidamente la mano e pigolava un saluto.
“Lui è Feliciano Varagas, e vorrebbe unirsi a
noi” e prese a spiegare l'intera situazione.
Finita la storia il turco si
portò una mano al mento riflettendo.
“ Uhm, vediamo un po', mi sta chiedendo di accettare
nell'Agenzia un ragazzino senza alcun addestramento e che non sapeva
assolutamente nulla del mondo magico fino a che non gliene avete
parlato voi senza autorizzazione, e che potrebbe per sbaglio creare dei
doppelgänger che nel migliore dei casi se ne andrebbero per
gettare panico nel mondo e nel peggiore ucciderci tutti nel
sonno?”
Il biondo arrossì fino alla punta dei capelli prima di
annuire e balbettare un: “J-ja!”
A quel punto Sadiq fece una cosa
inaspettata. Sorrise e diede una sonora pacca sulla spalla a Feliciano.
“ Ma certo che lo accetto!
Come se in questa gabbia di matti non avessimo assistito a cose
peggiori. Benvenuto tra noi signor Vargas, io sono Sadiq Adnan,
direttore dell'Agenzia! Spero che sarà meno problematico di
suo fratello. ‘’
“Pia-piacere! ”
esclamò sorpreso l'italiano (inoltre da ore che si domandava
come fosse possibile che il suo fratellone non gli avesse mai detto
niente su tutto quello) mentre
Sadiq gli scuoteva talmente forte la mano da farlo quasi sobbalzare sul
posto.
Alla fine il turco si rivolse verso Ludwig: “Allora, visto
che l’ha portato fino a qui sarà
responsabilità sua e di suo fratello occuparvene,
addestrarlo e tutto e farà parte della vostra compagnia.
Obiezioni? No, bene!” esclamò il moro ignorando la
mano alzata in segno di protesta del ragazzo.
A quel punto l’uomo si rivolse verso Arthur, che stava dando
suggerimenti a uno degli agenti su come riportare Felix nella sua forma
umana.
“ Kirkland, le dispiacerebbe venire nel mio ufficio? Ci sono
delle questioni importanti di cui vorrei discutere e che la riguardano
personalmente”
Il biondo assunse un’aria sorpresa prima di annuire:
“ Non c’è problema. Ah Toris, puoi
portare questi in biblioteca?”
‘’ C-certamente… forse riesco anche a
ritrovare Felix.’’
‘’ Ricordati, fallo addormentare prima. Solo
così potrà tornare in forma
umana.’’
‘’ O-ok…’&rcquo;
“ Bene, tornate tutti al lavoro! – tuonò
il direttore - E,
per favore, qualcuno mi ritrovi Heracles! ”
*
L’ufficio del direttore
era in netto contrasto con l’atmosfera asettica
dell’Agenzia: era colorato, ricoperto di tende e tappeti
orientaleggianti. Sembrava l’angolo nascosto di un harem
dell’Impero turco, piuttosto che un ufficio.
‘’ Si sieda
pure, Kirkland.’’
‘’
Ehm… dove?’’ fu la domanda
dell’antropologo, non vedendo sedie.
Il direttore si distese su una pila di cuscini, iniziando a fumare da
un narghilè posto lì vicino.
‘’ Qui, sui cuscini. Si stenda pure, non si
preoccupi ‘’
‘’ Uhm… va bene.’’
Con un po’ di
difficoltà e cercando di non sembrare un’idiota,
anche lui provò a stendersi, con risultati a dir poco
deludenti.
‘’ Ora che si
è sistemato possiamo…’’
‘’ Miao…’’
Sadiq, trovandosi di fronte un gatto persiano grassoccio e
dall’aria pigra, roteò gli occhi, come se fosse
una scena a cui fosse già avvezzo suo malgrado.
Prese l’animale e gridò:’’
Heracles, diavolo di un greco! Vieni qui! Un altro dei tuoi gattacci si
è intrufolato nel mio ufficio!’’
Nessuna risposta. Il turco sospirò, e quasi
rischiò di farsi cadere la maschera dal viso.
‘’ Sempre così… ogni santo
giorno. Miriadi di gatti nel mio ufficio, a volte devo chiamare la
disinfestazione, altrimenti non potrei entrare nel mio ufficio! Cosa da
pazzi! E tutto perché ho come segretario un greco benedetto
da Bastet. ‘’
‘’ Bastet?
– fece sorpreso Arthur – La dea egiziana
protettrice dei gatti?’’ ‘’
Purtroppo sì, proprio lei. Conoscevo la madre di questo
impiastro, una sacerdotessa di Atena di tutto
rispetto.’’
‘’ Sacerdotessa? Ma
è…’’
‘’ Estremamente raro, lo so. Di sacerdoti del
vecchio culto ne sono rimasti pochi. E’ più una
cosa che si tramanda in famiglia, sai? Per questo pensavo che il figlio
di Elena fosse come lei, un cervellone un po’ snob ma
efficiente nel suo lavoro. Non mi aspettavo un pigrone di prima
categoria che diserta il lavoro ogni due per tre per dormire o per
cercare di allevare i suoi stramaledetti gatti. Non mi dispiace che
abbia la benedizione di Bastet, ma poteva almeno dargli dei poteri
utili!’’
Arthur ascoltava in religioso silenzio. Era da appena un mese che era
entrato a far parte dell’Agenzia, logico che tutti quei
discorsi su magia, divinità e piccolo popolo lo lasciassero
ancora spiazzato.
In mezzo a discendenti di fate, semi
dei, spiriti della natura, vampiri, lupi mannari e compagnia bella, si
sentiva spaesato.
Vedendo i suoi colleghi, si chiedeva sempre cosa diavolo ci facesse lui
lì. Almeno, non era l’unico lì a non
avere poteri.
Anche Matthew Williams e suo fratello erano umani al 100 %, proprio
come lui. Proprio in quel momento, nell’ufficio
entrò un ragazzo moro con un gatto sulla testa e uno tra le
braccia.
‘’ Stupido turco, mi hai
chiamato?’’
‘’ Sì, idiota. Uno dei tuoi gattacci
è di nuovo entrato nel mio ufficio!’’
‘’ Ah,
Malachia… Capiscilo, qui sta comodo. Gli piacciono i tuoi
cuscini.’’
‘’ Ma non lo posso far stare qui solo
perché sta comodo!’’
‘’ Beh, non
guardare me. Se ti decidessi a rimodernare anche il mio
ufficio…’’
‘’ Allora è questo? –
l’interruppe il direttore – E’ tutta una
tua subdola manovra per avere un ufficio nuovo?’’
‘’ Ti sembro il tipo da usare queste
tattiche?’’
‘’ Non me ne
stupirei, Heracles. Tua madre fece una cosa simile, solo che lei voleva
un aumento! Mesi e mesi passati con gufi, civette e corvi che mi
seguivano!’’
‘’ Mhm…in effetti, ora che ci penso io
…’’
‘’ Ma non è ancora arrivato
l’agente Bonnefoy dalla Provenza? – Sadiq fu
più veloce di lui, non era pronto a dover affrontare anche
la battaglia per lo stipendio. Aveva una certa età, lui!
– Deve essere ritornato da almeno ventiquattro
ore!’’
‘’ Si,
è qui fuori. Lo vado a chiamare?’’
‘’ Certo, va
va’… io intanto spiego al signor Kirkland i motivi
della sua presenza qui.’’
Heracles se ne andò, e anche Malachia decise di seguire il
suo padrone, facendo sospirare di sollievo il turco.
‘’ Finalmente… comunque, tornando al
motivo per cui l’ho convocata qui… ho deciso di
affidarle una missione sul campo, signor Kirkland. A Drumnadrochit, in
Scozia. ‘’
‘’ Cosa? Una
missione sul campo… a me? ’’
‘’ Non sembri
tanto sorpreso – commentò il direttore –
Considerate le vostre parentele, è naturale pensare a voi
per una missione di questo tipo. ‘’
‘’ Considerate le mie
parentele?’’ pensò
l’inglese, confuso.
Cosa ci poteva mai essere di speciale in un padre minatore e in una
madre casalinga? Ah si… dimenticava i quattro fratelli
rompiscatole.
‘’ Un agente di Scotland Yard con ampie conoscenze
del mondo magico ci ha contattati in seguito a delle misteriose
scompare in questo piccolo villaggio di 150 anime. Sono scoparsi quasi
tutti, eccetto lui e un ragazzino. E dalla sua telefonata, non so se
voglia essere aiutato per l’entità responsabile
delle scomparse, o perché non sopporta più di
avere a che fare con un dodicenne iperattivo.’’
Arthur stava per ribattere che lui di entità e affini non ne
sapeva niente, quando Heracles rientro con un seguito di gatti
ordinatamente posti in fila indiana e con accanto un uomo sui
venticinque anni, elegante, raffinato… troppo bello per
essere un mortale.
Non che fosse rimasto colpito o chissà che, sia chiaro. Era
un’analisi oggettiva, la sua. Quell’uomo era troppo
bello. E sicuramente era anche insopportabilmente vanitoso.
Arthur arricciò il naso. Se quello era l’agente
che doveva accompagnarlo in Scozia, la missione era già
bella che fallita.
Aveva tutta l’aria di una persona con cui sarebbe stato
impossibile andare d’accordo. ‘’ Mon
ami Sadiq, a cosa devo il
piacere? Mi avevi promesso un periodo di ferie, ricordi? Non mi
aspettavo che mi richiamassi così bruscamente (e senza
alcuna eleganza) a lavoro. ’’
‘’
Sì, ma le avevo dato una settimana Bonnefoy. Non tre
mesi!’’
‘’ Sai com’è, noi selkie
abbiamo una concezione diversa del tempo. ‘’
‘’ Ah, è un selkie – pensò
l’antropologo – Ora
si capiscono un sacco di cose.’’
Sua madre da piccolo gli raccontava spesso delle storie su
queste misteriose donne dotate dell’abilità di
trasformarsi in foche e la cui vera casa era il mare. Non pensava che
un giorno ne avrebbe conosciuta uno… ma le selkie non erano
tutte donne?
‘’ Non siete un selkie completo, Bonnefoy. Vostra
madre lo era. Lei lo è solo
metà.’’ ‘’ Ehi, ho
comunque ereditato gran parte dei suoi poteri. E per la legge del
piccolo popolo posso considerarmi a pieno diritto uno di
loro.’’
‘’ Ma perché discuto sempre con
lei… ‘’
‘’ E’
la vecchiaia, capo.’’
In quel momento, il selkie noto
Arthur.
Sfoderò il suo sorriso più affascinante, e gli
disse:’’ Ohohoh… chi abbiamo qui? Sembra
carino. E che sopracciglia… interessanti. Come ti chiami,
mon cher?’’
‘’ Arthur Kirkland, rana. E dì una sola
parola sulle mie sopracciglia, e giuro che ti rispedisco a calci in
Irlanda.’’
‘’ Io sono
francese – precisò il biondo, e
continuò – Sei un tipetto difficile, eh? Non ti
piacerebbe approfondire la nostra conoscenza, magari con una cena
offerta da me? Oppure passiamo direttamente a casa tua, non sono
fiscale sui primi appuntamenti. ’’
‘’ Grazie, mi hai appena ricordato
perché devo istallare un sistema antifurto in casa mia.
‘’
‘’ Un antifurto
non può tenere a freno il vero amore!’’
‘’ Un pugno in faccia sì, per
fortuna.’’
Il selkie sembrava spiazzato. Quel ragazzo… non sembrava
subire minimamente gli effetti della sua soprannaturale bellezza.
‘’ Un momento… non mi trovi
affascinante? Neppure un po’?’’
‘’ Oggettivamente, forse. Ma sinceramente
preferirei starti il più lontano possibile piuttosto che
stare con te nella stessa stanza.’’
Sadiq non riusciva a nascondere a
smettere di ridere sotto i baffi, e il francese lo fissò
come se fosse il responsabile della totale indifferenza di Arthur.
‘’ Tu… tu lo
sapevi!’’
‘’ Che fosse immune al fascino della sua razza? No,
ma ho voluto fare un esperimento. Non avrei mai immaginato un risultato
così soddisfacente!’’
‘’ Ma è umano! Nessun umano
può resistermi! E nessuna fata. E nessuna semidea. E nessun
spirito della natura. E nessun… ’’
‘’ Agente Bonnefoy –
l’interruppe Sadiq, prima che facesse la lista delle sue
conquiste – Non l’ho convocata per farle conoscere
Kirkland. Voi dovete andare in missione in Scozia,
e…’’
‘’ Un
momento… dovrei avere questo teppistello come mio compagno
di squadra? Ma io sono già in coppia con Gilbert e
Antonio!’’
‘’
All’agente Beilschmidt è stato affidato
l’addestramento di una recluta, mentre l’agente
Carriedo si trova in Messico.’’
‘’ Fortunati… e Elizabeta? Non
è finito il suo periodo di ritiro? Andiamo Sadiq, accetterei
di andare in missione anche con Felix… ma non con questo
sopracciglione!’’
‘’ Ehi, almeno io non ho una barbetta
caprina!’’
‘’ E’ barba virile, sbarbatello. Ma un
ragazzino cosa ne può sapere?’’
‘’ Ho
ventitré anni! E sono già laureato in lingue e
antropologia forense! Conosco le usanze del piccolo popolo, degli elfi
e di tutte le creature tutelate
dall’Agenzia.’’
‘’ Perfetto, un cervellone. Di bene in
meglio.’’
Sadiq avrebbe volentieri voluto
assistere a quel battibecco ancora un po’.
Nessuno riusciva a tener testa a Francis Bonnefoy per molto tempo, a
causa dei poteri che il giovane aveva ereditato dalla madre selkie.
Non sarebbe intervenuto, il francese meritava una lezione.
Peccato che il suo narghilè si stesse liquefacendo, e con
lui tutti gli oggetti metallici del suo ufficio.
E sapeva benissimo di chi era la colpa.
Lo doveva allontanare, e subito! Lui voleva fumare in pace!
‘’ Voi due,
smettetela! Heracles vi darà i vostri biglietti aerei per la
Scozia, e all’aeroporto troverete una gip che vi
condurrà a Drumnadrochit!’’
‘’ Ma capo,
io…’’
‘’ FILATE! ’’
Per quanto testardi, nessuno osò fiatare o disobbedire
all’ordine del direttore. Uscirono immediatamente, un
po’ ostacolandosi un po’ spintonandosi. Il turco
sospirò.
Ma che baracca di matti si era ritrovato a gestire!
Volo Boing 403
Un volo economico. Erano su un
fottuto volo economico!
Francis si sentiva profondamente punto nell’orgoglio! Sadiq
non solo lo aveva richiamato dal suo meritato periodo di riposo (ehi,
lavorava da dodici anni per l’Agenzia!
Aveva atteso abbastanza per prendersi una pausa), ma gli aveva messo
alle calcagna un novellino privo di stile e tremendamente inglese.
A differenza sua, Arthur sembrava perfettamente a suo agio in quelle
deplorevoli condizioni di volo, con dei bambini dietro a fare chiasso e
il fastidioso russare dell’uomo seduto di fronte. Lui
leggeva… Leggeva!
Come ci riuscisse, con tutto quel baccano, era un mistero.
‘’ Ma come fai,
bruco?’’
‘’
Mhm… di che parli?’’
‘’ Come fai a leggere con quei mostri dietro! Non
dico che non amo i bambini, ma questi… questi vengono
direttamente dall’Inferno!’’
‘’ Come la fai lunga, rana. Sono cresciuto con
quattro fratelli maggiori. So che c’è di
peggio.’’
‘’ Sempre detto
che è meglio essere figli unici… E che libro stai
leggendo?’’
‘’ Mi sto documentando sul villaggio di
Drumnadrochit. Qui c’è una vecchia leggenda
che…’’
Il francese gli prese il libro dalle mani e cominciò a
sfogliarlo distrattamente.
‘’ E’ una guida turistica.
‘’
‘’ Non ho avuto tempo di prendere niente di
meglio.’’
‘’ Ah mon ami… ma leggere non ti
servirà a niente! I libri sul campo servono a poco! Si deve
essere pronti a tutto, pronti e lesti.’’
‘’ Sei peggio di
Alfred. Bah… non tutti hanno i poteri come voi creature del
piccolo popolo (anche se no so quali siano i tuoi), e documentarsi
è l’unico modo per riuscire a capire a cosa si va
incontro.’’
‘’ Credimi, per
esperienza so che è inutile. ‘’
‘’ Che ne puoi sapere, le cose
cambiano.’’
‘’ Non in questo
lavoro.’’
‘’ Ma il motto dell’Agenzia non dice che
tutto cambia?’’
‘’ Sì, ma non è del tutto
esatto!’’
‘’ Sei più
testardo di un…’’
L’inglese venne interrutto
da uno scossone. E poi da un altro. Ne seguirono diversi,
l’aereo era in avaria.
I passeggeri furono presi dal
panico, e persino i piccoli mostri dietro di loro smisero di giocare.
‘’ Si
pregano i signori passeggeri di allacciare le cinture e di stare calmi.
L’aereo è incappato in una perturbazione di medie
dimensioni. ‘’
Francis inarcò un
sopracciglio. Ok, quello era strano. Da quando in qua una perturbazione
appariva all’improvviso?
Cercò di sporgersi verso il finestrino, per tentare di
vedere cosa stesse succedendo. E sorpresa… non
c’erano nubi!
Qualsiasi cosa stesse succedendo all’aereo, non era dovuto al
mal tempo.
‘’ Ci ritroviamo nei guai ancor prima di iniziare.
‘’
‘’ Di che parli, rana?’’
‘’ Non lo vedi
da te? Non ci sono nuv… ehi, stai bene?’’
‘’ Perfettamente
– mentì l’inglese, mentre teneva salda
la presa sul bracciolo del sedile – Non lo vedi? Sono calmo e
controllato.’’
‘’ Sembri sul punto di metterti a
piangere.’’
‘’ Io non… oh al diavolo! Odio gli
aerei. Non ho mai volato in vita mia, se non una volta.
‘’
‘’ Mai fatto un viaggio in
aereo?’’
‘’ Prima di
essere ammesso al Jeffersonian, non sono mai stato fuori da
Bristol!’’
‘’ Sei di Bristol? Credevo che fossi di
Londra.’’
‘’ E cosa te lo
ha fatto credere?’’
‘’ Non ne ho idea, io di britannici non ne so
niente.’’
‘’ Ma pure tu sei per metà britannico,
rana. Le selkie sono di origine irlandese. O scozzese. Dipende. Mia
madre mi raccontava diverse storie… ed era sicura che
fossero originarie delle nostre parti.’’
Pensare a sua madre lo fece calmare. Era infantile, ma era sempre
meglio di niente.
In quel momento, l’aereo
si stabilizzò, stupendo tutti, Arthur e Francis in primis.
‘’ Signori, siamo lieti di informarla che
siamo appena usciti dalla perturbazione. Potete slacciare le cinture di
sicurezza.’’
Il selkie era sicuro che c’era qualcosa di magico dietro a
quell’avaria. Ma non capiva cosa… o chi…
Fissò Arthur, che intanto aveva ripreso il controllo di
sé, e pensò:’’ Forse
è stato lui… nah… ma cosa vado a
pensare. E’ un essere umano, mica un
aura.’’
Una volta scesi
dall’aereo presero la gip e si diressero verso il punto
indicato, con Arthur alla guida.
Il viaggio durò un paio d’ore, trascorse nel
più totale e imbarazzato silenzio.
“ Ma perché Sadiq mi ha affidato questo
bruco? Ce l’ha ancora con me per la storia di Mellie? Giuro, non
lo sapevo che fosse già sposata ‘’
pensava Francis mentre scoccava un’occhiata di sfuggita al
biondo, che aveva lo sguardo concentrato sulla strada.
Non lo voleva ammettere, ma il selkie era leggermente inquieto.
Continuava a pensare all’episodio della turbolenza e
continuava a pensare a quanto fosse stata insolita. Dopo un altro pezzo
di strada sempre in silenzio finalmente Arthur esclamò:
“Ecco, siamo arrivati”
Francis scese e si guardò attorno. Era un posto davvero
spettrale, e lui di luoghi del genere se ne intendeva.
Aveva in tutto e per tutto l’aspetto di quei tipici illaggi
etti da film sperduti in mezzo ai boschi. Probabilmente avrebbe anche
avuto un’aria folkloristica… se non fosse stato
per l’assenza totale di persone e il fatto che in giro
sbucassero dappertutto sinistri alberi secchi.
Arthur scese e lo affiancò: “ Lugubre,
eh?”
“Bah, ci vuole altro per
spaventare un veterano come me, mon lapin. Le catacombe di Parigi sono
ben peggio di questo villaggio. Però se hai paura, stringiti
pure a me” e gli lanciò un’occhiata
allusiva.
“ Bah! – fu l’unico commento
dell’inglese mentre si allontanava schifato –
Piuttosto, dov’è l’agente che ci ha
contattato? Spero che sia almeno più decente di te”
I due presero a guardarsi attorno, e alla fine il francese scorse una
figura che si stava lentamente avvicinando.
“ Oh, eccolo lì ”
Il biondo si voltò nella
sua direzione e prese a guardare verso la figura in avvicinamento. Man
mano che si avvicinava sempre di più si riuscivano a
scorgere vari particolari, e la prima cosa che notò il
francese era che il nuovo arrivato aveva i capelli rossi.
“ Ma tu guarda…” fu il suo unico
pensiero prima di voltarsi verso Arthur. Solitamente i capelli rossi
erano un segno per gli abitanti del mondo magico.
Stava per far notare all’altro la coincidenza, ma non appena
lo guardò assunse un’aria confusa. Il britannico
infatti era impallidito ed ora stava sudando.
“ No, non è
possibile. Vi prego, ditemi che non è lui, non
può essere lui” sussurrò nel panico
più totale.
Il francese aggrottò le sopracciglia e si voltò
verso il poliziotto che si faceva sempre più vicino. Ora era
in grado di vedere la divisa tipica da detective e il volto ferino.
Doveva avere all’incirca ventinove anni.
Man mano che si avvicinava inoltre notò che la sua
espressione da confusa divenne sorpresa per poi passare ad una identica
a quella di Arthur.
“ No no no no no… No! Per favore, ditemi che non
è vero!” esclamò il nuovo arrivato una
volta che li ebbe raggiunti, mentre osservava l’inglese con
un’espressione di pura disperazione, come a voler dire
“non è possibile!”.
“ Ti prego, dimmi che è tutto uno scherzo, dimmi
che non sei davvero tu lo specialista mandato
dall’Agenzia!”
“Anche io provo le stesse sensazioni nel rivederti,
Ian” mormorò Arthur, ormai rassegnato. Ian si
strinse la testa tra le mani prima di guardare in alto disperato:
“Avevo chiesto qualcuno con un po’ di esperienza
sul campo, non un novellino piagnucolone e piantagrane! Come se badare
al moccioso non fosse già una punizione sufficiente.
Lassù ci deve proprio essere qualcuno che mi odia, ma io che
ho fatto di male?”
“Vuoi davvero che risponda a questa tua domanda?”
si intromise Arthur, mentre un’espressione di rabbia gli
passava sul viso.
Il rosso si voltò a osservarlo con aria schifata:
“Oh, taci. Adesso che ho scoperto chi è
l’aiuto che mi hanno mandato, potete anche tornarvene a casa.
Piuttosto che chiedere il tuo aiuto, preferisco cavarmela da
solo”
“Ma chi ti credi di essere?! – lo
rimbeccò l’inglese – Se sei tanto bravo
allora perché hai chiamato l’Agenzia?!”
“Perché speravo mi mandassero un aiuto
valido!”
I due presero a litigare. Francis li
osservava confuso, non riuscendo a capire il motivo di tanta rabbia.
Ad un certo punto gli venne in mente che forse il rosso potesse essere
(orrore!) l’ex del bruco, ma poi guardò meglio e
notò che anche Ian aveva gli occhi sormontati da due
gigantesche sopracciglia.
“Quelle sopracciglia… mon Dieu! Non ditemi che
siete fratelli?!”
I due si fermarono e si voltarono a osservarlo. Il poliziotto si
voltò verso Arthur e commentò acido:
“Vedo che te ne sei trovato uno con la tua stessa lampante
perspicacia. Ad ogni modo, sono il detective Ian Kirkland di Scotland
Yard, e sono il fratello maggiore di Artie”
“Ti ho ripetuto mille volte di non chiamarmi Artie”
sibilò gelido il biondo.
“ Oh, scusami Artie,
prometto che non lo farò più Artie. Sei contento
adesso, Artie?” lo provocò l’uomo
Francis storse la bocca a sentire quelle parole.
Capì all’istante che il poliziotto era di gran
lunga una persona ancora più insopportabile del fratello.
“ Bah, piuttosto, invece
di stare a discutere, perché non ci porti verso
l’unico altro testimone? Tanto ormai la frittata è
fatta ed è inutile lamentarsi. Per quanto neanche tu mi
piaccia, Ian, prima finiamo questa storia prima potrò
lasciare te e il tuo brutto muso” disse Arthur.
L’altro riflettè per un paio di secondi prima di
sospirare: “ E va bene, speriamo che siate almeno utili a
qualcosa. Su seguitemi” e tirò fuori una mappa.
“ Ehm, è quella
a cosa serve? – domandò confuso Francis
– Non ti basterebbe semplicemente fare a ritroso la strada
dalla quale sei venuto?”
L’altro lo fulminò sul posto: “Oh,
grazie, non ci avevo proprio pensato ad una soluzione così
ovvia, ti ringrazio per vermi illuminato. Non si può idiota!
A quanto sono riuscito a capire da quella peste in mezzo alle sue mille
cavolate in questo villaggio i non residenti fanno fatica ad
orientarsi, e quindi mi ha fornito questa, ehm mappa”
La mappa consisteva in un guazzabuglio di linee e quadrati, talmente
complicati da far pensare al francese che più che guidarli
li avrebbe solo aiutati a perdersi ancora di più.
“Su seguitemi” li chiamò Ian e si
incamminò, non curandosi neanche se i due lo seguissero.
Arthur, con le mani in tasca, si mise controvoglia dietro al fratello e
Francis lo seguì. Dopo un paio di minuti, con Ian che di
tanto in tanto si fermava per consultare la mappa, girandola
spiegazzandola o avvicinandola al viso, il francese si
accostò ad Arthur.
‘’Spero che non dovremo avere a che fare con altri
membri della tua famiglia, bruco.’’
‘’ Per una volta, sono
d’accordo.’’
Francis lo fissò stupito.
“ Beh? Che c’è?”
sbottò l’inglese.
“ Niente, solo mi stupisce che per una volta siamo
d’accordo su qualcosa”
“ Faresti come me se
avessi convissuto per la maggior parte della tua vita con
lui” ed indicò con un cenno della testa il
fratello maggiore di fronte a loro.
‘’ Guarda che ti
ho sentito – sbottò il rosso, mentre cercava di
capirci qualcosa dalla mappa disegnata dal bambino – Ho vista
ed udito eccellenti, fratellino. ‘’
“Come no –
mormorò Arthur alzando gli occhi al cielo mentre un sorriso
crudele si formava sul suo volto – Come quella volta in cui
dicesti di aver visto un folletto in giardino ma in realtà
era solo una foglia trasportata dal vento?”
‘’ Non tutti
hanno la tua vista ‘’ borbottò
contrariato Ian, senza farsi sentire dagli altri due.
‘’ Che hai
detto?’’
‘’ Ho detto,
solo tu potevi essere tanto stupido da credere che ci fosse un folletto
in giardino!’’
‘’ Ma sentite questo… almeno adesso so
che i folletti e le fate esistono! E a differenza tua, lavoro per
l’Agenzia! ‘’
‘’ Bella vittoria – commentò
caustico il rosso – Ma se non ti hanno mai mandato sul campo
un motivo ci sarà. Sei un topo da biblioteca Arthur, non sei
fatto per l’azione.’’
“Non sono fatto per… Vieni qui, faccia di volpe, e
vediamo dopo che ti ho fatto saltare i denti se non sono fatto per
l’azione!!!” strillò l’inglese
cercando di lanciarsi sul fratello, a stento trattenuto da Francis.
Lo scozzese si lasciò sfuggire un sorrisino di vittoria,
mentre si godeva lo spettacolo del minore fuori dai gangheri.
‘’ La verità brucia,
eh?’’
‘’ Mai quanto la tua faccia dopo che ti
avrò pestato!’’
‘’ Se ricordo
bene, a finire pestato da me e Ken eri sempre tu. E poi filavi da Ellen
per farti consolare.’’
‘’ Almeno lei un po’ di cervello ce
l’ha!’’
“Mon dieu, peggio dei bambini!” pensava nel
frattempo Francis, ancora stretto ad Arthur.
Nel frattempo Ian continuava a stuzzicarlo: “Quanti ricordi,
eh Artie? Come quella volta in cui hai cercato di fare gli scones ma
per poco non hai bruciato casa”
Oh, grande grandissimo errore! Nessuno doveva mai, e ripeto mai,
accennare alle particolari capacità del biondo in cucina.
“
Francis…”
“Oui?”
“ Mollami così posso distruggere lui e quel suo
odioso ghigno”
Francis non lo lasciò
andare, ma anzi rinsaldò ancora di più la presa.
Nel frattempo Ian continuava a
ghignare.
“ Ti dispiacerebbe… smetterla?”
domandò con una leggera smorfia il francese.
“E perché mai? Una delle più divertenti
cose che mi sia mai capitato di fare è prendere in giro il
nostro caro Ar…”
“E non chiamarmi
Artie!” urlò l’inglese.
Proprio in quel momento una tubatura esplose bagnando completamente i
tre e interrompendo la discussione.
Ian si morse il labbro, come se fosse stato colpito da una qualche
illuminazione, per poi scrollare le spalle: “Bah, litigare
è inutile. Prima finite il lavoro, meglio è per
me così vi levate dai piedi” e riprese a camminare.
Per il resto del breve viaggio fu di umore tetro, e neanche Arthur
pareva più allegro, probabilmente per le frecciatine
rivoltegli prima dal maggiore.
Francis invece se ne stava zitto a riflettere. Chissà
perché quella tubatura era scoppiata? Magari era vecchia
oppure tutti quegli alberi cresciuti in maniera così strana
avevano danneggiato il sistema idrico. Eppure continuava a pensare che
ci fosse una risposta diversa a tutto ciò, una risposta di
tipo… magico.
“ Eccoci
arrivati” mormorò alla fine Ian mentre si
fermavano di fronte ad una casetta, non troppo diversa dalle altre.
Il rosso si avvicinò e fece per aprire la porte. Ma non
appena ci fu uno spiraglio questa venne spalancata di botto, ammaccando
il naso del rosso che arretrò stringendosi il viso mentre si
dava a varie colorite imprecazioni.
Ad aver aperto così velocemente la porta era stato un
ragazzino, di forse dodici anni, coi capelli color paglia tagliati a
caschetto e due occhi azzurro mare.
Avrebbe anche fatto tenerezza, se non fosse che non appena li aveva
visti si era lanciato in domande e considerazioni come un torrente in
piena.
“ Sei tornato Ian, credevo che quella cosa ti avesse preso e
che fossi scomparso. Poi come avrei fatto? Però
effettivamente forse me la sarei cavata anche senza di te, sei un
po’ un imbranato, specie quando hai provato ad indagare senza
però riuscire a cavare un ragno dal buco. Ehi, ma questi chi
sono? Sono i rinforzi di cui mi hai parlato? Uao, sapete non avete
proprio l’aria da rinforzi, anzi sembrate parecchio
debolucci. Tu sembri un topo di biblioteca, e inoltre hai delle
sopracciglia davvero strane. Perché sono così
folte? Mi ricordano quelle di Ian, vuol dire che siete fratelli? Se
è così come ci si sente ad avere un fratello? Sai
sono figlio unico e me lo sono sempre chiesto. Tu invece sembri una
ragazzina, con quei capelli così ridicoli. E anche la barba
non è che migliori il tuo aspetto. Così sembri
una ragazzina-capra. E perchè profumi in maniera
così strana? Ma per caso siete entrambi dotati di poteri
magici? No, perché Ian è completamente umano, e
ho già constatato che per questo è abbastanza
scarso in questo genere di cose. Se non siete umani che cosa siete? Per
caso siete una coppia? E poi perché…?”
La raffica di domande venne
prontamente fermata da Arthur che mise una mano di fronte alla bocca
del bambino.
Tutti e tre lo fissavano scocciati. Quella piccola peste nel giro di
cinque minuti era riuscito coi suoi commenti a far perdere le staffe a
tre persone diverse. Un record.
“Io direi di buttarlo giù dal tetto” fu
il commento di Arthur, mentre il biondino continuava a mugugnare contro
la sua mano.
“Io ti appoggio” intervenne il fratello,
già pronto a prendere il piccolo.
Però in quel momento intervenne Francis: “No! Per
quanto sia irritante, è l’unica pista che abbiamo.
E poi è solo un bambino, non possiamo fargli male”
I due, per quanto riluttanti,
lasciarono il loro proposito, e Arthur lasciò andare anche
la mano. Incredibilmente il piccolo se ne stette zitto.
“ Come ti chiami, mon petite?” domandò
dolcemente Francis accovacciandosi e mettendosi al livello dei suoi
occhi.
“ Peter –
rispose lui – E a questo proposito,
perchè…?”
Prima che potesse ricominciare Francis gli tappò di nuovo la
bocca.
“ Che c’è? – chiese agli altri
due che lo osservavano – Sapete che nessuno di noi avrebbe
retto una raffica come quella di prima!”
Dopo essere finalmente riusciti a
ottenere dal ragazzino la promessa di non subissarli troppo con le sue
domande, i tre poterono finalmente entrare in casa. Si sedettero nel
soggiorno, Francis su di una poltrona, Arthur su di un'altra, Ian in
piedi, e Peter sul divano.
“Allora, Peter, raccontaci
cosa è successo in questa città” disse
Francis.
Il bambino ci penso un po' su per poi parlare: “Allora, credo
che tutto sia incominciato quando ho per sbaglio liberato il Druido
Oscuro”
I tre lo osservarono basiti.
“Ehm, puoi ripetere scusa?” domandò
Arthur.
“Che per sbaglio ho liberato il Druido Oscuro”
Ci fu un attimo di silenzio prima che i tre adulti scoppiassero a
urlare assieme.
“Mi stai dicendo che tutto questo casino è stata
tutta colpa tua, you little monster?!”
“Perché diavolo a me non l'hai detto, razza di
peste?!”
“Arthur, Ian, calmatevi!
Per quanto anch'io sia leggermente irritato da tutto ciò
lasciatelo finire. Innanzitutto chi è questo fantomatico
Druido Oscuro?”
“Oh beh, era un tipo cattivissimo vissuto secoli fa in questa
terra e che un mago riuscì a sconfiggere”
“Aspetta, ne ho già sentito parlare! - intervenne
Arthur mentre tirava fuori dalla sua borsa la guida che il francese gli
aveva visto consultare in aereo - Una delle leggende più
note di quest'area della Scozia è quella del Druido Oscuro
di Drumnadrochit. Secondo la leggenda era un antico e potente mago il
cui potere principale riguardava il controllo delle piante,
più vari altri incantesimi. Si trattava di un essere
malvagio ed egoista, che intimoriva la città vicina, e a
causa di questo gli abitanti chiesero aiuto ad un grande e potente mago
lì di passaggio per poterlo sconfiggere. Il mago
affrontò il druido e lo sconfisse in un'epica battaglia
riuscendo poi a rinchiudere la sua anima nel tronco di un albero.
Secondo la leggenda però lo spirito del druido è
ancora vivo e reclama vendetta. Non appena riuscirà ad
uscire dalla sua prigione intrappolerà 155 anime nel suo
incantesimo e una volta fatto tornerà pienamente in forze e
distruggerà il mondo”
Un silenzio di tomba invase la sala, mentre i tre si guardavano
preoccupati. Quella non era affatto una buona notizia.
“ Beh, sì, a grandi linee potremmo dire che la
leggenda è questa” intervenne Peter.
“Che intendi dire a grandi linee?” chiese confuso
Arthur.
“Beh, intendo che
sarebbero potuti essere più precisi. Non fu un semplice mago
a sconfiggere il Druido, bensì Merlino in persona, il
più grande mago di tutti i tempi” La notizia venne
accolta nel silenzio più totale.
Francis deglutì: “Bene, allora direi che
è il caso che tu ora ci dica bene come hai fatto a
liberarlo”
“Okay, allora: tutto
è iniziato quando sono andato ad un pic nic coi miei
genitori alla vecchia radura. Aveva appena finito di spiegare loro la
mia teoria secondo la quale il principato di Sealand deve essere
considerato uno stato a tutti gli effetti quando mi hanno chiesto se
per caso mi annoiavo e non volevo andare a farmi una passeggiata. Io ho
provato a protestare, dicendo che stavo bene, ma loro hanno insistito
ed io sono andato. Chissà perché ci tenevano
tanto... Ad ogni modo dopo un po' sono arrivato di fronte ad un vecchio
e brutto albero contorto. Vedendolo non sono riuscito a trattenermi e
ho incominciato a dire quanto fosse messo male. Dopo un paio di minuti
la corteccia ha iniziato a creparsi e poi l'albero si è
squarciato e l'immagine di questo tizio ha preso a levitare in giro
urlando cose della serie “
Sono tornato alla viiitaaaa!”. Dopodiché
mi ha visto mi ha indicato e mi ha detto
“Tu! Tu sarai il primo!”. Io
l'ho ignorato e ho iniziato a fare tutta una serie di legittime domande
sul perché fosse rinchiuso proprio in quell'albero, o come
ci si sentiva dopo tutti quegli anni a riacquistare forma umana, oppure
se quando era albero era mai dovuto andare in bagno e se no se per caso
ora aveva qualche tipo di urgenza, o anche com'era avere linfa al posto
del sangue. Non so perchè ma dopo cinque minuti se ne
è andato tappandosi le orecchie e borbottando qualcosa tipo,
ehm, ah sì: “Ma fra tutte le persone che
potevano capitarmi proprio un moccioso logorroico? Cosa ho fatto di
male a parte tutte quelle carestie e il regime del terrore? Mi sembra
troppo crudele come punizione persino per uno come me”. Vedendo
che andava via sono tornato a casa, visto che era ormai passato
già molto tempo, ma l'unica cosa che ho trovato tornando
sono stati tutti questi alberi. A quel punto dopo un paio d'ore,
vedendo che non c'era davvero nessuno, ho chiamato la polizia, che mi
ha inviato l'incapace detective qui presente. Poi visto che neanche lui
riusciva a capirci qualcosa ha chiamato voi e ora siamo tutti
qua”
Ci fu il silenzio. Francis e Arthur riflettevano in silenzio mentre Ian
lanciava occhiatacce assassine al bambino per come lo aveva descritto
nelle sue ultime frasi. Alla fine Arthur si alzò:
“Beh, a questo punto mi sa che è il caso di
mettersi ad indagare per capirci qualcosa”
“E come pensi di fare, genio?” domandò
sarcastico il rosso.
“ Semplice, a quanto sembra questi alberi sono legati al
druido, e pertanto direi di partire con quelli”
*
Verso sera, avevano interrotto le
loro ricerche. Non tanto perché avessero paura del buio o
cavolate simili: nessuno riusciva a sopportare ancora Peter e le sue
chiacchiere.
Quel moccioso aveva blaterato per
tre ore senza interrompersi. Arthur era arrivato a ipotizzare che il
druido si fosse impossessato di lui, perché era inumano
riuscire a blaterare tanto senza fermarsi. Ma ovviamente suo fratello
non era d’accordo: il druido, diceva, aveva bisogno di un
ricettacolo potente. E probabilmente neppure lui avrebbe sopportato di
condividere il corpo con quella piccola peste. Di buono,
c’era che avevano capito dove fossero finiti tutti gli
abitanti: erano stati trasformati in alberi, quegli stessi alberi che li avevano accolti
al loro arrivo.
‘’ Per questa notte, dovremo dormire a casa di
Peter. ‘’
‘’ Meglio di
niente ‘’ commentò Francis, entrando in
casa seguito a ruota dagli altri. Non ce la faceva più,
aveva bisogno con urgenza di un bagno caldo! E magari di dormire il
più lontano possibile dai Kirkland.
Per l’amor del cielo, non immaginava che due fratelli
potessero essere tanto irritanti insieme. Si sentiva come se fosse tra
due fuochi, e non sapeva decidere per chi dei due parteggiare. Lui e il
bruco non erano in buoni rapporti, ma Ian… Ian era
insopportabile.
Era il tipico mortale invidioso del piccolo popolo solo
perché non poteva essere come loro.
Lui quei tipi li conosceva bene, durante il suo soggiorno a Londra per
una missione con Gilbert una tale Petunia lo stolkerava e aveva
esattamente la stessa simpatia del rosso. Da quanto ne sapeva, si era
sposata con un tipo molto, molto più brutto di lui. Un certo
Venorm… Vernor… non si era neppure sforzato di
ricordare il suo nome.
‘’ Sono sfinito.’’
‘’ Non dirlo a me, rana. Vorrei solo dormire e non
sentir parlare nessuno per 12 ore.’’
‘’ Come se in camera con tu
sai chi ti mettessi a
parlare ‘’ fu la frecciatina di Ian, che fece
arrossire il fratello. Lui e le sue insinuazioni! Come doveva fargli
capire che tra lui e la rana non c’era assolutamente niente?
Ma come potevano condividere lo stesso patrimonio genetico? Sicuri che
non era stato adottato?
‘’ Io non so voi, ma vado in camera mia. Potete
dormire dove volete, anche nella vasca da bagno. –
guardò Francis e gli chiese – Ma voi selkie potete
dormire come i normali esseri umani o avete bisogno di essere vicino
all’acqua? Oppure…’’
‘’ Ehm… non preoccuparti, un letto per
me va più che bene.’’
‘’ Oh – fece Peter, come deluso
– Capito. Comunque spero che per vi vada bene la camera degli
ospiti al piano terra. O in alternativa c’è quella
di mamma e papà.’’
‘’ Quella degli ospiti è mia –
disse deciso Ian – Qualcuno deve pur rimanere sveglio per
sorvegliare la casa.’’
‘’ Eh no, io col cavolo che condivido la camera
con… con lui!’’
‘’ Spiacente fratellino, ma vinco io qui. Sono
l’unico armato.’’
‘’ Non credo che una pistola sia utile contro un
druido di oltre mille anni – intervenne Francis –
Quindi, la camera degli ospiti lasciala a qualcuno con dei
poteri.’’
Involontariamente, il rosso fissò di sottocchio il fratello,
ma subito prestò la sua attenzione al selkie.
‘’ Non vedo acqua, qui. Non sei certo utile senza
essere vicino al tuo elemento.’’
‘’ Ho molti assi nella manica.’’
‘’ Certo, certo… la camera rimane mia. E
nessuno dei tuoi trucchi funzionerà su di me.
‘’
‘’ Vuoi provare?’’
‘’ SIII! – esultò Peter
– BOTTE, BOTTE MAGICHE!’’
‘’ Non ci sarà niente del genere
– fece deciso Arthur – Accontentiamo il bambino, e
diamogli la camera degli ospiti. ‘’
‘’ Lo sapevo che… Un momento, a chi
avresti dato del bambino?! ’’
‘’ Paganini non ripete ‘’ e
detto questo, l’inglese si voltò e salì
le scale, facendo rimanere indietro un poliziotto piuttosto irritato.
‘’ Al diavolo, Artie.’’
Francis fece per andarsene alla chetichella (sapeva già su
chi Ian si sarebbe sfogato, e non aveva intenzione di iniziare una
seconda discussione con lui. Ah, gente difficile i Kirkland) quando
Peter lo prese per un braccio.
‘’ Voi selkie sapete usare la
magia?’’
‘’ Un certo tipo di incantesimi sì
– e meglio tralasciare che erano tutti incantesimi di tipo
sessuale. Non voleva traumatizzare troppo un bambino, a discapito della
sua nomea nell’Agenzia – Perché me lo
chiedi?’’
Il dodicenne gli indicò un libro lì vicino, messo
di sbieco su uno scaffale. Francis lo prese, e
lesse:’’ Magie
e anatemi: storia della magia dai celti a Merlino. ‘’
‘’ E’ utilissimo –
assicurò Peter – Dentro ci sono un sacco di
incantesimi stranissimi!’’
‘’ Ehm… e perché lo stai
dando a me?’’
‘’ Boh, così se trovi il cattivo gli fai
qualche magia. Che ne so, sei tu quello ad avere poteri. Inventati
qualcosa.’’
Beata ingenuità (c’era anche un altro modo per
definire Peter, ma era troppo volgare da usare) infantile.
Beh, cosa gli costava tenersi il libro? Al massimo, lo avrebbe fatto
leggere al bruco. Bruco con
cui avrebbe dovuto condividere la camera da letto…
‘’ Grazie… e buona
notte.’’
‘’ Notte… ah la camera è la
prima a destra. ‘’
Salì le scale, lasciandosi alle spalle la piccola peste un
esagitato Ian, e si diresse verso la camera indicatagli da Peter.
‘’ Bruco ho una… ehi, che stai
facendo?’’
Arthur si era sistemato su una poltrona vicino alla finestra, prendendo
una coperta dall’armadio e un cuscino.
Lo guardò come se fosse un povero mentecatto, e
rispose:’’ Beh, secondo te dove dovrei
dormire?’’
‘’ Sul letto, magari?’’
‘’ Con te? Nemmeno per sogno. Sono certo che ne
approfitteresti per mettere le mani dove non devi.’’
‘’ Uhm… forse sì forse
no… non è che lì ci sia molto da
toccare, bruco. Sei tutto pelle e ossa.’’
Sentì uno strano ronzio, ma non vi badò.
L’espressione omicida dell’inglese lo preoccupava
molto di più.
‘’ Damned
git, spero proprio che il
druido ti usi come cavi dei suoi abracadabra o qualunque cosa voglia
fare con quegli alberi. ‘’
‘’ Sono così affascinante che trovo
offensivo che non si sia già fatto
avanti.’’
‘’ Ma quanto sei egocentrico?!
’’
‘’ Ehi, mai
quanto Gil.’’
‘’ Il fratello di Ludwig? In effetti…
comunque, me ne starò qua. Prenditi il letto, è
tuo.’’
‘’ Un letto così grande va condiviso in
due, mon ami. ‘’
Ancora il ronzio, più forte di prima. Francis
però continuò a ignorarlo, pensando ‘’Me
ne pentirò, già lo so.’’
‘’ Io e te nello stesso letto? Neppure tra mille
anni. ‘’
‘’ Giuro, non ti toccherò. –
non ne aveva l’intenzione, davvero. Il bruco era troppo
magro! E non era il suo tipo, troppo complicato - Ma
siamo stanchi, e tu non puoi dormire su quella poltrona scalcagnata.
‘’
‘’ Ho dormito in condizioni peggiori, quando
studiavo al Jeffersonian. ‘’
‘’ Si, già ti immagino tra cadaveri e
mummie mon lapin.’’
L’inglese aggrottò la fronte, e
ribattè:’’ Io non dormivo nel
laboratorio, rana. E dormirò bene, purchè ti stia
lontano.’’
‘’ Così mi ferisci! Ma questo letto
è grande per tutti e due.’’
‘’ Ma perché insisti tanto?
’’
Il ronzio aumentava, e questa volta
era troppo forte per ignorarlo. Francis si massaggiò
l’orecchio, e disse:’’ Ma lo
senti?’’
‘’ Cosa?’’
‘’ Questo rumore! E’
fastidiosissimo!’’
Arthur stava per ribattere, quando nella camera irruppe Ian con la
pistola in mano.
‘’ Ehi piccioncini,
interrompete i vostri preliminari e scendiamo giù! Abbiamo
un visitatore sgradito!’’
In quel momento, il televisore scoppiò e il rosso
imprecò a mezza voce dicendo ‘’Merda
non di nuovo…’’
‘’ Ma cosa sta succedendo?’’
chiese il selkie, che per poco non era stato colpito da un pezzo del
televisore.
‘’ Francesino scendi e poi ti racconto. E
perché siete ancora vestiti? E’ un qualche
strano…‘’
‘’ Ti sembrano domande da fare, brutto idiota?
– l’interruppe il fratello minore, che prese il
selkie per il bavero della giacca e lo trascinò
giù per le scale – Se il druido è qui
facciamola finita, ora! Non sopporto più nessuno di voi
tre.’’
Francis fece cadere il libro, che prontamente venne
ripreso da Ian. Non c’era tempo da perdere, non con uno
spirito folle al piano terra.
‘’ Ma perché ce
l’aveva… vuoi vedere che… brutto
stronzo di un selkie… appena lo vedo prima sparo a lui e poi
al druido.’’
Portò il libro con sé…
chissà ce non tornasse utile, usato dalla persona
giusta.
Al piano di sotto, intanto, i nostri eroi erano lievemente in
difficoltà.
Il soggiorno era ricoperto di radici e arbusti, e Arthur appena era
entrato era stato preso e messo a testa in giù da un albero,
e si dimenava a più non posso.
Al centro di quell’inferno vegetale c’era LUI, il
tremendo, l’oscuro… ehi, perché era
mezzo nudo? Passi per il mantello di ordinanza, passi per i
pantaloncini da ciclista e gli occhi da pazzo. Ma quel
petto… quel tizio aveva bisogno di una depilazione
d’urgenza!
‘’ No, no no! E’ semplicemente
tremendo!’’
Il druido sorrise, e disse:’’ Sei terrorizzato, mio
giovane selkie?’’
‘’ Si, da come ti sei conciato!
Sembri un gorilla.’’
‘’ Mphdlj’’ provò a
protestare Arthur, ma aveva
la bocca tappata.
Il druido inarcò un sopracciglio e
replicò:’’ Voi giovani moderni non ne
capite niente di vero stile magico. Questo abbigliamento è
l’ultimo grido per druidi che vogliono essere eleganti mentre
ammazzano i loro nemici.’’
‘’ Sì, andava di moda nel dodicesimo
secolo! Aggiornati! Ma immagino che tanti anni rinchiuso ti abbiano
lievemente fatto perdere il senso della moda.’’
‘’ Tu… come
osi…’’
‘’ Oso eccome! Io sono una vera autorità
in fatto di moda. ‘’
‘’ Voi selkie siete… argh siete
insopportabili!’’
‘’ Mdjjap…’’
L’inglese sembrava d’accordo, e Francis
roteò gli occhi.
‘’ Sono circondato da barbari!’’
‘’ Ai miei tempi le creature del piccolo popolo
erano più educati!’’
‘’ Se per questo, ai tuoi tempi non avevate acqua
corrente e luce elettrica. E neppure gli specchi, visto il tuo
aspetto.’’
‘’ Bada come parli, io sono il grande Knor figlio
di Kmer nipote di…’’
‘’ Si si, sappiamo chi sei –
l’interruppe ancora una volta il selkie – Le
presentazioni drammatiche non funzionano, sono scenicamente
antiquate.’’
‘’ Merlino in persona mi
temeva!’’
‘’ E ti ha sconfitto – intervenne Ian,
con la pistola puntata contro di lui – Merlino ti ha
sconfitto alla grande,
‘’ Dettagli. ‘’
‘’ La sconfitta brucia, eh? Oh ciao Artie, come
è la vista da lì?’’
‘’ Mhhgkjamdhamhamdha ’’
‘’ Si fratellino, ti voglio bene anch’io.
‘’
‘’ Ah basta, ne ho abbastanza di voi…
specialmente di te – disse il druido, indicando Francis
– Ero venuto qui per prendervi tutti, così avrei
completato il rito. Ma ho trovato qualcuno di meglio… che ha
tutto quello che mi serve! Ti chiami Artie, giovanotto? Rallegrati,
sarai l’ultimo tassello per il mio ritorno in grande stile in
questo modo di miscredenti! La moda tornerà, con me!
UAHAHAHAHAHA…. Mhm… la risata malvagia non mi
viene più bene. Mi limiterò ad andarmene con
contegnoso silenzio. Magari potrei lanciare la figura del cattivo
silenzioso e misterioso. Sì , che idea
fantastica!’’
Finito il suo sproloquio, il druido scomparve, e con lui gli alberi si
ritirarono. Per quanto cercasse di scappare, anche Arthur venne
trascinato via, sotto lo sguardo costernato del fratello.
‘’ No… non ci
credo!’’
‘’ Oh, ma allora ci tieni.’’
Ian lo guardò come se avesse appena bestemmiato, e
disse:’’ Ma hai acqua di mare al posto del
cervello? Come può essere che un druido preferisca quello
lì a me? E’ assurdo! Io sono il maggiore, io
dovrei essere al centro dell’attenzione ,
io…’’
‘’ Mon dieu… questo
è peggio di Felkis….’’
‘’ Svegliamo Peter – propose il selkie
– Domani dobbiamo salvare tuo fratello. E dobbiamo sapere il
posto dove lui ha risvegliato il druido.’’
‘’ Pure quel moccioso… ma
perché tutti hanno la magia tranne me?’’
‘’ Eh? Ma di che parli?’’
‘’ Niente! – fu la risposta del rosso
– Andiamo a svegliare il marmocchio. E tu tieni le mani a
posto, non sarò il sostituto di mio
fratello.’’
‘’ Sostituto?’’
‘’ Si, per quello che fate di
solito…’’
‘’ Litigare? Bah almeno litigare con lui
è divertente.’’
‘’ Non mi riferivo a
quello…’’
Due idioti. Erano due perfetti idioti. Perfetti per stare insieme,
insomma.
Il giorno dopo…
‘’ Dimmi un
po’, ragazzo. E’ una cosa che mi sto chiedendo da
un po’ e a cui, nonostante la mia infinita saggezza, non
riesco a capire. Tu… insomma, come fai ad avere sopracciglia
così? Conoscevo un tizio che le aveva così, ed
era forte. E lo ammetto, aveva un culo niente male. Mi pare di
ricordare che le sopracciglia fossero…’’
‘’ Uccidetemi ‘’ pensò
Arthur, rinchiuso nell’incavo di un tronco e in attesa che il
Knor o come diavolo si chiamasse iniziasse il suo rito per diventare
corporeo. Era peggio di Peter (e quel marmocchio lo aveva sentito
parlare per tre ore di fila), era un egocentrico maniaco della moda
che… uhm… chissà perché gli
ricordava qualcuno. Felix forse?
Insomma, una notte passata con quello gli aveva fatto rimpiangere i
tempi del Jeffersonian, quando lavorava con Zack. Quel tipo poteva
anche essere strano, ma almeno una discussione con lui era costruttiva
ed interessante.
‘’ La mia prima missione, e finisco anche
catturato – pensava,
mentre il druido continuava il suo interessantissimo monologo
su sopracciglia magiche e maghi sexy-Ma perché a
me? Perché non poteva catturare la rana? Io sono solo un
essere umano!’’
Il sole era allo zenit, e di Francis o Ian nemmeno l’ombra.
Significava solo una cosa: doveva iniziare a pensare a un buon piano
per svignarsela da lì. Si mise le mani in tasca, alla
ricerca di qualcosa di utile. Un coltellino svizzero, magari.
‘’ E poi quando iniziò la nostra gara,
non ti dico come sbavai per…’’
‘’ FERMO LI! NON TI LASCEREMO PORTARE A TERMINE I
TUOI PIANI!’’
‘’ Questa voce… vuoi
vedere… o my god… non può
essere… quei due… quei due sono completamente
usciti di senno!’’
C’era un buon motivo se Arthur pensava una cosa
simile: non capiva da dove, non sapeva come, ma suo fratello e Francis
(con Peter al seguito con un libro stretto al petto) si erano
travestiti come i cantanti dei Village People. Ian da motociclista,
Francis da indiano…
L’inglese si sbattè una mano in viso. Quello era
il loro brillante piano per salvarlo? Sul serio? La sua vita era nelle
mani di quei due idioti? MAI
NA GIOIA!
‘’ Ma non siete i tizi di ieri sera? Ehi,
mi ricordo di te… sei il selkie che ha insultato il mio
stile!’’
‘’ Si, sono io… anche se in questo
momento non sono in condizioni migliori.’’
‘’ Taci, idiota – lo zittì Ian
– Ieri sera Peter ci ha raccontato un’altra parte
della storia di Merlino e del druido oscuro. Merlino vinse dopo un
particolare rito magico che aveva previsto ben tre giorni e due
notti… ‘’
‘’ MA QUALE RITO PREVEDE CHE VI VESTIATE DA VILLAGE
PEOPLE?’’ urlò dalla sua prigione Arthur
che, davvero, non sapeva se mettersi a ridere o piangere.
‘’ Oh questa è una bella storia mon
lapin… vedi, stando alla leggenda Merlino sconfisse questo
qui dopo una gara di spogliarello. E c’erano anche delle fate
a fare da… spettatrici. Di fate qua non ce ne sono, quindi
dovremo accontentarci di te.’’
‘’ EEHHHEHHHH?’’
‘’ Non fare quella faccia Artie – disse
Ian – Goditi lo spettacolo, non credo che il tuo fidanzato
qui si rimetterà di nuovo questo costume.
‘’
‘’ Ehi, non stiamo insieme.’’
‘’ Certo francesino, certo… intanto, hai
visto come ti guarda?’’
‘’ Sfido, anche così sono
sexy!’’
Il druido non se ne stava certo con le mani in mano! Volevano sfidarlo?
Bene, lui e il suo impareggiabile stile avrebbero accettato la sfida.
Dopo tanti secoli era ancora un gran pezzo di gnocco.
‘’ E’ così volete sfidarmi,
eh? La posta in palio sono gli abitanti di questa cittadina. Se
vincete, tornerà tutto alla normalità. Se invece
vinco io, farete parte della mia collezione di alberi…
eccetto tu, bel rossho.
Sai come dice il vecchio detto? Rosso di capelli, goloso di…
‘’
Ian gli sparò al centro della fronte. Il proiettile lo
attraversò e andò a conficcarsi
nell’albero dove era prigioniero Arthur, facendo venire un
colpo al poveretto.
‘’ Non ho mai detto che non avrei portato con me la
pistola ‘’ fu la spiegazione del giovane, sotto lo
sguardo allibito di Francis e Peter.
‘’ Come siamo permalosi – disse il druido
– Chissà come sei a letto… Ti farei
partecipare al rito solo per vedere la tua mercanzia, ma purtroppo non
sei adatto?’’
‘’ E perché non sarei adatto,
scusa?’’
‘’ Beh, in primo luogo perché non hai la scintilla. Insomma,
non hai la magia. E questo rito è stato ideato solo per
esseri come Merlino o come quello lì.’’
‘’ Quello lì – si intromise
Francis – Avrebbe un nome. E di certo sono in grado di
batterti anche ad occhi chiusi.’’
‘’ Ma no! – fece Ian – A
batterlo sarò io! Sono il più sexy qui, magia o
non magia!’’
‘’ Su questo avrei da ridere,
amico.’’
‘’ Guarda – Ian si tolse la giacca e la
fece cadere a terra. Mise in mostra pettorali e tartaruga addominale
– Ore e ore di palestra danno i loro frutti.
‘’
‘’ Ho di meglio! – il francese si
strappò i pantaloni, mostrano delle cosce da urlo, degne di
un dio greco – Scommetto che tu hai le gambe a colonna!
Queste non si battono, mon ami. ‘’
‘’ Ehm… - il druido sembrava un filino a
disagio – Non vorrei interrompervi, perché davvero
siete entrambi ben piazzati, ma la sfida sarebbe tra me
e…’’
‘’ TACIII!’’ lo zittirono i
due, entrambi con il fuoco vivo della competitività negli
occhi.
Il poveretto si fece piccino piccino, e i due continuarono a mettersi
in mostra per decidere chi, tra i due, fosse il più sexy.
Stanco di tutta quella messinscena, Peter aveva deciso di fare di testa
sua: si era avvicinato a dove Arthur era prigioniero senza farsi vedere
dal druido (troppo impegnati a commiserarsi e a chiedersi come avesse
fatto di male per meritarsi di incontrare quei pazzi).
‘’ Ehilà, vuoi una
mano?’’
‘’ Tsk, vorrei uscire da qui.’’
‘’ No problema. Vedi quella radice rossa? Tirala.
‘’
‘’ Uhm.. va bene.’’
Arthur fece come gli era stato detto, tirò la radice e le
‘’sbarre’’ della sua prigione
si ritirarono. Si mise a carponi e uscì fuori, e Peter lo
aiutò a rialzarsi.
‘’ Come facevi a saperlo?’’
‘’ Oh beh… c’è
scritto tutto qui. E c’è anche il vero incantesimo
per riportare indietro il druido!’’
‘’ Aspetta… e lo
spogliarello?’’
‘’ Quello? Ah quello è inutile
– ammise lui – Merlino con quello lo
sfiancò solo, poi usò la formula e lo
trasformò in un albero.’’
‘’ E perché non l’hai detto a
quei due?’’
‘’ Ci ho provato! Ma il biondino alla parola spogliarello si
è illuminato, e Ian mi ha chiesto se c’era un
negozio di vestiti di carnevale qui vicino. Gli ho detto di no, ma che
c’erano dei vecchi costumi di mio padre di quando andava ai
concerti di una strana band… i People… i
voyage… boh! Comunque, c’erano solo quelli, e
Francis ha detto che si sarebbero accontentati. Poi, subito siamo
usciti di casa. ‘’
‘’ Quei due se lo meritano! –
esclamò Arthur – Ma allora, la vera formula qual
è?’’
‘’ Beh, è questa – Peter
aprì il libro dove aveva messo un piccolo segnalibro di
metallo – La dobbiamo leggere insieme.’’
‘’ Mhm… sicuro? Mi sembra un
tantino… strana.’’
‘’ Ma no! Era lo stile di Merlino! Recitava sempre
al contrario le cose che voleva!’’
‘’ Uhm… mi ricorda qualcosa…
va beh, diamoci da fare. Meglio sbrigarsi, prima che quei due irritino
di più il druido. ‘’
Intanto, Knor figlio di Kmer e nipote di vattelapescà,
rimpiangeva i bei tempi andati in cui tutti avevano paura di lui e non
osavano neppure avvicinarsi, tanto ero il timore per i suoi incredibili
poteri.
E ora, ecco come si era ridotto! Senza corpo tangibile e costretto ad
avere a che fare con un moccioso petulante, un umano sexy ma
insensibile ai suoi sentimenti, un selkie borioso e
un…esattamente non aveva capito bene cosa fosse quel
biondino che aveva catturato ieri sera.
Ma aveva avvertito molta magia in lui, quindi non si era fatto tante
domande. Sospirò. Perché si preoccupava tanto?
Lui era potentissimo! Invincibile! Un semi dio della magia! Poteva
rimettere a posto qui due e finire il rito! Ne era capace,
sì! Non doveva più indugiare. Si alzò,
si mise in posizione eretta, allungò il collo e
fissò Ian e Francis con aria torva. Pazienza se non si erano
accorti del cambiamento, lui ora…
‘’ Orucso
Ronk, oilgif elled erbenet ehc li out otirips is ighel arret alla erp
ermes!’’
Oh
oh… fine dei giochi per Knor figlio di Kmer. Bye
bye… era ora di tornare a fare l’albero.
‘’ Sigh… addio gloria. Ma almeno non
avrò più a che fare con questi pazzi. A
proposito… bel rossho, ricordati
di venirmi a trovare. Sarò anche un albero, ma non
sarò né sordo né
cieco!’’
*
Dopo il ritiro del druido nel mondo
nei morti, la situazione era tornata alla normalità.
Grazie al cielo, per ritrasformare gli alberi non c'era voluto nessun
rito strano (difficilmente Arthur ne avrebbe sopportato un altro) e
Peter si era finalmente ricongiunto coi genitori.
Persone simpatiche, Wyles e Ellaria, sicuramente meno esuberanti del
figlio.
"Oh, ragazzo
non sapremo mai come ringraziarti, sei stato davvero un tesoro, se
penso a tutti i rischi che hai passato, povero caro, mi dispiace tanto
che..."
" Giovanotto, grazie davvero, e grazie anche per aver badato a Peter.
Sa essere un po' troppo su di giri alle volte, ma si è in
grado di gestirlo volendo, no? Sei stato davvero bravo a sconfiggere il
druido e..."
Okay, forse non poi tanto meno
esuberanti.
Mentalmente si domandò che fine avessero fatto la rana e suo
fratello, che da un paio di minuti erano scomparsi lasciandolo da solo
a gestire i due con sorrisi tirati e continui cenni di assenso.
Brutti traditori! Lo avevano lasciato da solo in mezzo a tutta quella
gente da gestire, e lui non aveva idea di come gestire la cosa.
Insomma, l'Agenzia non aveva nessun protocollo a riguardo? Che si
doveva fare? Lasciare che ricordassero tutto il casino?
E se qualche impiccione li avesse intervistati?
'' Oh non ti preoccupare - gli disse
Ellaria, vedendolo tanto preoccupato – So cosa ti preoccupa.
Ma nessuno qui parlerà. Siamo persone molto discrete... e
con degli interessi da difendere.''
'' In che senso?''
'' Nel senso che qui a nessuno
conviene avere gente estranea. Specie durante certe notti di luna
piena...''
'' Siete tutti... lupi mannari?''
'' Ma no sciocchino - disse lei,
come divertita - Alcuni si, lo sono. Mentre noi siamo normali al 100%.
Solo che ogni tanto nasce nella nostra famiglia un druido bianco. Ogni
due o tre generazioni. ''
"Druido... bianco?"
"Ma sì, ragazzo! Non sai
cos'è? - Arthur scosse la testa e lei sbuffò - Ma
cosa insegnano al giorno d'oggi nelle scuole di magia?"
Arthur la fissava sempre più smarrito.
'' Scuole di magia? Signora, non credo di capire.''
'' Aspetta... non hai ricevuto
alcuna istruzione?''
Il britannico era ancora più confuso. Ma di che parlava?
'' Ehm... se le interessa, ho
studiato al Jeffersonian.''
'' Non mi riferisco a un'istruzione così... babbana. I tuoi
genitori non ti hanno detto niente? ''
'' A parte che dovevo dedicarmi di
più alla mia vita privata no, ma sinceramente...''
'' Ho capito! Il solito problema - lo interruppe Ellaria - E' una di
quelle famiglie, eh? Chissà da chi avete preso... mhm...
comunque, voglio darti una cosa. Peter, hai qui il libro di magia del
nonno?''
'' Si, mamma! L'ho usato per battere
il druido!''
'' Caro, che ne dici se lo regaliamo
a questo gentilissimo ragazzo?''
"Che?! E perché?! è stato davvero antipatico con
me alcune volte, mi diceva di starmene zitto perché parlavo
troppo!" si lamentò il bambino.
Il biondo stava per rivolgergli
parole decisamente poco gentili, ma Ellaria intervenne: "Su Peter, non
fare i capricci, in fondo lui ci ha salvati, dobbiamo pur ricompensarlo
in qualche modo, no?"
Il bambino gonfiò le guance in segno di protesta ma porse il
tomo alla madre che lo prese con un sorriso.
" Grazie, Peter. Ed ora Arthur gradirei che accettassi questo come
piccolo omaggio, in segno di gratitudine da parte di tutto il villaggio"
L'inglese prese stupito il libro che l'altra gli stava porgendo:
"G-grazie, anche se non capisco bene il gesto. All'Agenzia abbiamo
molti libri di questo genere"
"Oh, ma mio caro: questo è esclusivamente destinato a te"
'' Ma io non sono un mago, un druido o...''
'' Shhh... - la donna gli fece
l'occhiolino, e aggiunse - Sei ancora nella classica fase della
negazione, dura un po' di tempo. Vedrai, questo libro in un futuro
prossimo ti sarà molto utile. ''
Non era da gentleman rifiutare doni da una signora così
gentile. Arthur prese il libro, e gli sembrò quasi che sotto
il suo palmo la copertina fosse più calda.
'' Bah - pensò - Sarà solo una mia impressione.''
Ellaria però gli sorrideva con fare allusivo, come se avesse
letto nei suoi pensieri e gli stesse dicendo di no, era il libro nelle
sue mani si era davvero scaldato.
L’antropologo scrollò le spalle leggermente a
disagio: " Grazie mille, allora. Dunque posso fidarmi che non direte
assolutamente nulla a nessuno per quanto riguarda il druido?"
"Oh, puoi contarci caro. Come ho già detto: qui sappiamo
essere molto discreti su faccende del genere"
Nel frattempo, anche Francis era nel pieno di una discussione col
fratello del suo partner. Stavano preparando la gip che li avrebbe
riportati a Londra, quando Ian se n'era uscito con '' Mio fratello ha i
poteri di un mago ma l'intelligenza di un bradipo a capirlo.''
Francis all'inizio lo aveva osservato stupito, sicuro di aver capito
male, mentre balbettava un: "Quoi?"
A quel punto il rosso aveva sospirato dicendo: "E direi che anche tu
come intelligenza sei sullo stesso piano"
E così ora erano loro due, fermi di fronte alla gip, che
parlavano del biondo.
" Ripeti e spiegati meglio: che significa che il bruco ha i poteri di
un mago? A quanto ne so è un semplice mortale come, beh,
come te.’’
'' No, lui non lo è. E' stato fortunato, il piccoletto. O
sfortunato, mamma diceva sempre di non invidiarlo perchè i
maghi in famiglia sono morti giovani o cavolate simili. Secondo me
erano tutte balle, se hai Merlino come avo puoi anche...''
'' Un momento - Francis era sconvolto - Cosa vuol dire che Merlino era
un vostro avo?''
'' Sei sordo? Significa esattamente questo, che la nostra famiglia
discende da Merlino. E forse dal lato paterno anche da San Giorgio, ma
papà non ha mai confermato. Che bastardo.''
'' Ma Merlino... voi e Merlino?''
'' Si, idiota di un selkie. Credevo
che la tua razza fosse più intelligente.''
'' Allora, io lo sono solo per metà. Secondo, come vuoi che
creda che voi discendiate da Merlino quando non vi ho mai visti fare
alcuna magia o abracadabra vari?''
'' Niente magia, eh? Ma dimmi, prima
di venire qui non è successo niente di strano? Mio fratello
mi ha accennato a un avaria in aereo...''
Francis si morse il labbro. Lo sapeva che non si era trattato si un
incidente casuale!
" Effettivamente sì, però non basta di certo solo
una cosa come questa per confermare che qualcuno è un mago"
"E lo scontro col druido? Lui ha
detto che io non potevo batterlo perché non avevo la
"scintilla", ciò significa che io ed Artie siamo diversi"
"Ehm, e quando l'avrebbe detto?
Prima o dopo che se ne andasse via esasperato?’’
"Lascia stare e ascoltami: Arthur è un mago, ma ancora non
lo sa! E guai a te se glielo dirai."
‘’ Non può certo rimanerne
all’oscuro! Col suo caratteraccio, potrebbe pure far
esplodere l’Empire State Building.’’
‘’ Problemi tuoi, selkie –
ribatté Ian, che continuò – Sono le
regole del nostro clan, non si possono cambiare.’’
‘’ Sembra che tu stia parlando di una famiglia
mafiosa.’’
‘’ Magari… comunque, stando alle regole,
mio fratello dovrà capire da solo la sua natura. E dopo
dovrà scegliersi un insegnante. Spero che non scelga te,
già come fidanzato sei un disastro.’’
‘’ Ehi! Io e lui non stiamo
insieme.’’
‘’ Certo, certo… e io sono Giacomo I
d’Inghilterra. Senti, se ti vuoi scopare mio fratello fa
pure. Non ho nulla in contrario. Magari sarà anche meno
isterico. ‘’
Quella discussione stava diventando surreale. Non aveva gusti tanto
barbari! Come farglielo capire?
‘’ Guarda che io e tuo
fratello…’’
‘’ Senti, non voglio sapere i dettagli della vostra
relazione. Voglio solo dirti una cosa: spezzagli il cuore, e io ti
spezzerò le gambe. Intesi?’’
Il selkie deglutì e annuì.
‘’ Ma tu non odi tuo fratello?’’
‘’ Forse… qualche volta
sì… altre no… ma sono pur sempre il
fratello maggiore, e devo comportarmi come tale. ‘’
‘’ Sei stra…’’
‘’ Di che parlate?’’
‘’ Niente – fu la rapida risposta di Ian
– Sali. Il tragitto è lungo e io devo tornare a
lavoro domani e cercare di spiegare un paio di cose.
‘’
‘’ Tipo perché indaghi su cose che non
sono di tua competenza?’’
‘’ Se non fosse stato per me, a quest’ora
il villaggio sarebbe bello che distrutto. Sono stato io a
contattare l’Agenzia, ricordatelo.’’
‘’ Per me rimani un
impiccione.’’
Arthur salì sulla gip, e lo stesso stava per fare Francis,
quando il rosso lo afferrò per una spalla e gli
sussurrò all’orecchio:’’ Non
una parola sulla magia, su Merlino o su altra roba magica.
Intesi?’’
‘’ Oui, Ian. Sarò muto come una
tomba.’’
‘’ Bene… prenditi cura di lui, selkie.
Altrimenti…’’
‘’ Altrimenti potrò anche dire addio
alle mie gambe. Hai reso bene il concetto, prima.’’
Il ragazzo sembrava soddisfatto. Il francese sospirò. Gli si
prospettavano tempi duri.