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Autore: kannuki    28/03/2005    5 recensioni
Due mondi sotto un'unica egemonia. La Terra, devastata da terremoti e la Luna, colonizzata e trasformata in un'immensa prigione, obbediscono alle leggi dure imposte dai governatori della Dawn. Amora deve recarsi al più presto sulla stazione abitante e deve farlo in fretta, ma ha bisogno di un 'passaggio'... Spero di non fare una schifezza, mai scritto un racconto di fantascienza prima. Commenti e critiche: tutti ben accetti!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Gl iaripioni

La Hammer virò lentamente seguita dalla seconda nave, affiancarono la Klondike e immediatamente tre arpioni per nave, partirono conficcandosi nei fianchi del cargo.

 

“Propulsori indietro!”gridò il capitano ad alta voce.

 

La Hammer e la Axe, ‘indietreggiarono’ frenando la corsa lenta della Klondike, facendo imprecare Ingo e Audrine. Penny tirò un sospiro di sollievo, sentendo provenire la voce di Ferr dall’altoparlante che gli imponeva di arrendersi.

 

Virago

 

“Gli arpioni? Stanno lanciando gli arpioni contro la mia nave?!” La voce esterrefatta di Harlan si alzò di parecchi toni mentre osservava con orrore le paratie fracassate dagli enormi arpioni d’acciaio in lega di titanio.

“Oddio mio...la mia nave…quella è come una figlia per me!!”sbraitò  incredulo.

 

“E piantala!La riparerai! L’importante è tirare fuori Penny di li!”esclamò Nora, scocciata guardandosi con Leroy che alzò le spalle fregandosene della nave. “Tanto era da rottamare ma lui non voleva starmi a sentire!”

“Ho fatto tutte le modifiche personalmente! Come puoi dire che era un rottame?!” urlò al colmo della disperazione.

“Era un catorcio lo stesso! Prima o poi saremmo esposi nello spazio” lo rimbeccò con aria truce.

Harlan strappò le cuffiette a Nora e la spinse leggermente via “fatemi parlare con quell’idiota del vostro capitano!”urlò facendo rimbombare la voce nella plancia della Hammer.

 

Ferr sbuffò e fece un gesto secco con la mano mentre predisponeva gli uomini all’arrembaggio“non me lo passate, non lo voglio sentire quel ragazzino piagnucolante! Lui e il suo cargo del cavolo.”

 

Il secondo lo guardò con un sorrisetto “è la pilota di prima…gliela passo?” domandò ironicamente. Il capitano si raddrizzò della sedia e annuì “mantenete questo regime e stringetelo ai lati” ordinò prima di infilarsi la cuffia per una conversazione personale. “Dica” ruggì con decisione facendo alzare le sopracciglia a Nora. Che piglio deciso!

“Di nuovo salve…mi scuso per l’irruenza del piccolo, non gli ho ancora dato la pappa e fai capricci” esclamò facendo sorridere appena il capitano che si sforzava di non lasciar trapelare la sua ilarità. “Gliela dia e lo metta dormire” rispose a tono “stiamo lavorando seriamente, non possiamo evitare di arrecare danni alla nave. La dobbiamo arrembare.” Affermò incrociando le gambe e battendo un piede a terra.

Nora sorrise maliziosammhh…come i vecchi pirati...terribilmente romantico. Posso partecipare anche io?” domandò girando sulla poltroncina di pelle. “Ci sarà anche lei?”

Ferr si schiarì la voce prima di parlare. “La ritengo un’azione dannosa per la sua salute. Commentò appoggiando la mascella sul pugno chiuso, pensando che quella voce e quell’immagine così sexi meritavano una conoscenza più approfondita.

 

Klondike

 

“Come sarebbe dire che Amora è la bomba?!” Domandò  Penny con voce tremante e i brividi freddi lungo la schiena.

Ingo la guardò appena “ha un dispositivo nel corpo. È l’unico modo per far esplodere la Dawn. Si è offerta volontaria, non è stata costretta!” chiarì come vide Penny aprire bocca.

Quindi potrebbe esplodere da un momento all’altro!” Gridò con voce stridula balzando in piedi. Fu rimessa bruscamente a sedere da Audrine che sbuffò seccata. “Non è ancora scaduto il tempo, per quello dobbiamo arrivare il prima possibile!”

Gli arpioni che costringevano la Klondike a viaggiare ad un basso regine erano un ostacolo in più. Penny afferrò la cuffia, azionando il dispositivo di teleconferenza e urlando “abbiamo una bomba a bordo! Bomba a bordo!”

Ingo la colpì con violenza sulla testa facendola svenire e chiudendo rapidamente la comunicazione.

 

Hammer

 

“Bomba a bordo, capitano. Abbiamo appena ricevuto la comunicazione!”

Ferr si voltò ridacchiando ad una battuta di Nora e si tolse le cuffie freddamente “bomba?! Come fa ad esserci una bomba?!” gridò a pieni polmoni.

Guardò il secondo inspirando profondamente e poi pigiò il tasto della comunicazione negli alloggi dei cadetti militari “prepararsi all’arrembaggio. Possibile presenza d’ordigno esplosivo.”

 

 

Virago

 

“Oh… porca miseria” sussurrò Nora allibita “hanno una bomba a bordo” disse con voce esterrefatta ai due piloti che la guardavano interrogativi. “Penny è in pericolo!!” urlò a pieni polmoni in faccia ad Harlan che era sbiancato all’improvviso.

Il pilota arretrò fino a cadere di schianto sulla poltroncina e guardò il radar dove vibrava l’immagine della Klondike circondata dalla due navi della polizia.

Afferrò la cuffia e si schiarì la voce che uscì lo stesso molto debole “tirate fuori la mia ragazza di li. Non me ne frega niente del cargo, distruggetelo ma tiratemi fuori Penny di li”

 

Hammer

 

Alla buon ora! Pensò il capitano sentendo quelle parole secche eppur disperate.

Attraversò la plancia a grandi passi e si appoggiò alla consolle argentata a gambe aperte e con la schiena ben dritta, guardando sullo scanner azzurro i suoi uomini che correvano nei tubi d’acciaio degli arpioni.

 

‘La passeggiata d’acciaio’ era stata messa a punto dalla Nasa per permettere ai facoltosi passeggeri delle navi - bus di spostarsi in maniera sicura da una navetta all’altra. In seguito alla costruzione della Dawn, le maggiori potenze si stabilirono definitivamente sulla stazione e i tubi contenitivi furono riciclati sulle navi della polizia per permettere l’arrembaggio dei carghi sospetti senza mettere a repentaglio la vita dei poliziotti.

Tutto ciò ovviamente era stato creato e mai usato.

Gli arpioni alla fine del condotto, erano dotati di lame che, conficcatesi nella paratia esterna, si aprivano a ventaglio, creando una camera stagna che evitava la dispersione dell’ossigeno nello spazio.

 

Klondike

 

I poliziotti balzarono nella sala provviste della Klondike giusto in tempo per veder sopraggiungere una donna dall’aria minacciosa. “Chi vi ha dato il permesso di salire a bordo?! Il cargo non è mio, guardate che disastro avete combinato, idioti!” urlò con fiato mozzo e un’espressione terribile negli occhi che sbalordì i poliziotti.

Il più anziano si collegò con la Hammer in preda ad un dubbio. “Qui c’è una donna che non da proprio l’aria di un ostaggio. Ha una tuta nera da pilota e un’aria parecchio incazzata”

 

La comunicazione fu ascoltata anche da Harlan che balzò alla radio “Non è Penny, quella pazza l’ha rapita, mi sentite?!” urlò con forza trapassando le orecchie di Ferr che imprecò “toglietegli la comunicazione o abbassate il volume!”ringhiò innervosito.

Poi si rivolse ai poliziotti e parlò con voce dura e coincisa “nel dubbio arrestateli tutti, trovate la bomba e disinnescatela”

 

Il poliziotto accanto al più anziano continuava a pigiare i botticini della sonda a forma di ragno che correva per la stiva “strano…continua a sballare. Abbiamo dei valori sballati” disse al più anziano che teneva Amora a distanza di sicurezza.

“Continua a cercare, mentre noi portiamo via...la signora” commentò ironicamente lanciando un’occhiata nervosa alla ragazza che li guardava dall’alto in basso con disprezzo.

Amora si spinse per l’ennesima volta in faccia al poliziotto più alto che la guardava cercando di non ridacchiare e sibilò una minaccia a bassa voce.

Al cenno del vecchio, la circondarono i tre per portarla via, rimediandosi un sacco di calci e si parolacce dalla ragazza.

“Lasciatemi, devo andare sulla stazione orbitante!”urlò inviperita “devo farla esplodere quella schifezza! Mi avete sentito?!” urlò a pieni polmoni lottando inutilmente contro i poliziotti che a stento evitavano di tapparsi un orecchio.

Il ragno - sonda si piazzò di fronte a lei e mandò segnali sempre più forti. Il poliziotto addetto alla ricerca diede un colpetto al proprio notepade elettronico e scuotè la testa. Guardò distrattamente i suoi compagni che tenevano Amora e quelli che si precipitavano verso la sala comandi.

“Secondo me è rotto, non capisco come mai indichi lei come fonte esplosiva”   

 

Penny udì il trambusto nella piccola plancia e rinvenne quasi del tutto. Bomba! La prima cosa che le venne in mente la svegliò di soprassalto, toccandosi la testa dolorante. La porta metallica dell’alloggio di Harlan fu sfondata senza tanti complimenti e uno storditore le venne puntato in faccia.

Ne abbiamo trovata un’altra.” Gracchiò il poliziotto che la teneva a distanza nella radio incorporata nel proprio cassetto lucido.

Penny osservò la divisa e sospirò per un secondo “grazie al cielo…c’è una bomba sulla nave!” esclamò saltando giù dal letto e sbandando per il sangue che le andò al cervello tutto insieme.

“La stiamo cercando.” Le disse allungandole una mano e rimettendola in piedi. Ecco, quella dava l’aria dell’ostaggio.

“No, non la troverete! E’ Amora la bomba! E’ una bomba vivente” urlò in faccia ai due poliziotti che avevano arrestato Ingo e Audrine.

 

“Strano, continua a mandare segnali nella sua direzione. Affermò il poliziotto indicando la figura della ragazza al collega anziano “passala allo scanner” gli suggerì dopo un attimo, pensando che l’idea era assurda. 

Raggelò quando l’indicatore cominciò ad emanare luce rossa. Indicò con un dito la macchia al centro del petto di Amora e urlò “ha una bomba in corpo, via tutti!”

 

Amora li guardò senza capire quando la lasciarono andare di corsa e si allontanarono da lei. “Beh? siete impazziti?” domandò secca. “Io non ho nessuna bomba addosso!” gridò istericamente sentendo un dolore alla testa. Si afflosciò su se stessa mentre immagini via via più veloci le trapassavano la testa facendola urlare

 

‘Sei sicura Amelia? Lo vuoi fare davvero?’

Si professore. Non mi importa niente della mia vita. Voglio il bene del pianeta’

‘Morirai, non puoi tornare indietro’

‘Non importa.’

‘Non potrò toglierla una volta trapiantata’

‘Non importa’

 

Amelia singhiozzò piegata su se stessa, biasciando parole tra i denti.

 

I poliziotti sopraggiunsero di corsa portando i due ribelli ammanettati “è la bomba via, via, nella passeggiata!” urlò il più anziano facendoli indietreggiare ancora di più dalla ragazza.

 

Penny la guardò con un moto di dispiacere.

 

“Andatevene via…presto.”Singhiozzò raggomitolandosi “non si può fermare.. non si più..”

 

Mentre la portavano via, Penny si girò un’ultima volta e vide Amelia in ginocchio che continuava a piangere. Trattenendo le lacrime si voltò e cominciò a correre nella passeggiata d’acciaio.

  

 

 

 

 

 

  
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