Crossover
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Autore: S05lj    11/07/2016    2 recensioni
Un grande classico, l'Iliade, molto rivisto e rivisitato da alcuni dei personaggi più famosi di anime/manga, telefilm e film.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Compagnia si mette in Marcia
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Durante il primo giorno di marcia con Aragorn, si persero, e vennero raggiunti dagli omaccioni tutti neri, vestiti di nero e con i cavalli neri, che ferirono Frodo, perché lo avevano visto saltellare molto gaio provandosi l’anello. Vennero salvati tutti quanti dall’arrivo di Arwen, che rapì Frodo e scappò, rincorsa dagli uomini neri, e da Sam che sbraitava di rendergli il suo tesssoro. Quando Frodo si risvegliò era a Gran Burrone, vicino al suo capezzale, c’era Gandalf che si stava fumando un cannone.
-Ciao Frodo. -
-Ma tu non eri stato catturato da Saruman? - Chiese sconvolto l’hobbit.
-Sono riuscito a fuggire gettandomi dalla torre e atterrando sopra un’aquila. Per fortuna ero al pian terreno… l’aquila è rimasta spiaccicata, ma chi se ne frega, l’importante è che io sia salvo. Comunque… non divaghiamo, andiamo che ci aspettano per una riunione. -
Frodo si affacciò dal balcone e vide arrivare un cavaliere al trotto che entrato dentro la città degli efli si guardò attorno. Frodo cominciò a lanciare gridolini effeminati.
-Romeo! Romeo… perché sei tu Romeo? - Gli gridò.
-Sono Boromir rincoglionito! - Gli urlò di rimando quello.
-Volevo fare il romantico. -
-Ma va a morire ammazzato! -
Frodo sorrise guardando il mago accanto a lui. -Presto Gandalf, lanciagli la tua barba così che possa arrampicarsi… - Ma quello gli tirò uno scapaccione guardandolo male.
-Frodo, siamo qui per un altro motivo. -
-Si… si… lo so… il consiglio di Eldor… lo so. -
In quel mentre arrivò anche un elfo bellissimo, dai lunghi capelli luminosi. -Oh! Che bell’elfetto! - Frodo al settimo cielo andò saltellando dove si stava tenendo la riunione.
Eldor faceva da giudice, seduto sulla sua poltroncina e con un martellino in mano.
-Allora! Il motivo per cui siamo qui, è per decidere chi porterà l’anello a Mordor, per distruggerlo. - Disse Gandalf.
-Che distruggere e distruggere! - Boromir si alzò in piedi. -E’ un dono! Usiamolo contro Sauron. -
-Non possiamo usarlo contro Sauron. - Disse Aragorn.
-Che ne sa un ramingo come te? -
-Lui non è un semplice ramingo! - Sbottò l’elfo dai capelli lucenti.
-Mi correggo. Cosa ne sa un sudicio e brutto ramingo come te? - Dal nulla apparvero ragazzine assatanate che urlando parole incomprensibili e armate di spranghe cominciarono a bastonare Boromir che tentò la fuga, nascondendosi dietro Gimli, il nano.
Aragorn dette di gomito a Gandalf. -Il mio fan club. - Disse tutto contento, facendo deprimere il povero mago, poiché lui il fan club, non ce lo aveva mai avuto, neppure quando era giovane.
-Aragorn ha un fan club. Mozione approvata. - Fece Eldor battendo con il martellino sulla sua poltrona.
-Ma non eravamo qui per un altro motivo? - Chiese Gandalf.
-Eravamo qui per un altro motivo. Mozione approvata! - E di nuovo batté con il martello.
-Ma del mio intervento a nessuno frega niente? - Chiese Boromir.
-E va bene. Aragorn puzza. Mozione approvata. - Dal nulla riapparvero le fan girl di Aragorn che brandendo oggetti contundenti cominciarono a picchiare Eldor, mentre urlavano come scimmie e saltavano come gorilla. Aragorn stufo di sentirsi dire che puzzava cominciò a urlare che lui si lavava una volta l’anno, Boromir disse che se non si allontanava rimetteva la colazione di quella mattina, Legolas, disse che sentiva uno strano puzzo, e tutti si voltarono verso Gimli che sorrideva tutto fiero di se.
-Sentite i gas tossici delle miniere? -
Eldor stufo di quella riunione, poiché voleva tornarsene a guardare Beutyelfe (versione elfica di Beautifull), fece la fatidica domanda.
-Insomma, chi è che porta l’anello? - E siccome tutti erano intenti a brontolare, e Frodo si era alzato per andare al bagno, Eldor decise che si era offerto volontario lui. -L’anello verrà portato dal mezz’uomo, essendo lui una mezza sega e anche se si fa corrompere non succederà questo gran casino, al limite diventa bianco mortuario e se ne va in giro come una lucertola, e con 3 peli sulla testa. - Poi puntò il dito verso gli altri che litigavano. -E tutti voi siete in punizione. Quindi dovrete accompagnare Frodo a Mordor. -
Gandalf posò una mano sulla spalla di Frodo.
-Avrai il mio bastone. -
Frodo sorrise.
-E la mia spada. - Disse Aragorn.
Frodo allargò il sorriso.
-Ed il mio arco. - Si fece avanti Legolas.
Frodo cominciò a saltellare.
-E la mia ascia! - Parlò Gimli.
Frodo batteva le mani tutto contento.
Tutti si voltarono verso Boromir. -E va bene. Avrai anche il mio corno! -
-Siiii! - Frodo saltò addosso a Boromir cercando di slinguazzarselo, da un cespuglio apparve Sam, che si attaccò ad una gamba di Frodo, da altri cespugli apparvero Merry e Pipino che saltarono anche loro addosso a Boromir, mentre quello scalciava e menava fendenti con la spada.
-Toglietemeli di dosso! -
-E sia, 9 compagni. E adesso partite e toglietevi dalle scatole. Che sta per cominciare Beautyelfe. -
Tutti si misero in marcia incuranti degli hobbit che stavano per immobilizzare Boromir a terra.
-Datemi una mano brutti bastardi! Che razza di compagni di viaggio siete?! Brutti… - Non fece in tempo a finire la frase che le fangirl assatanate di Aragorn tornarono all’attacco con oggetti contundenti, in compagnia anche di quelle di Legolas, e per l‘occasione, erano stati formati anche i fan club di Gimli e Gandalf, che si sciolsero subito dopo, per ovvi motivi.
Boromir ne uscì con un linciaggio… ma per lo meno non venne seviziato dagli hobbit assatanati. ……………………………........................................................................................................................
A Troia…
Le due fazioni si erano riunite per darsele di santa ragione. Di comune accordo avevano stabilito che il primo scontro dovesse svolgersi con una partita di calcio. Raul era il coach della squadra, seduto in panchina. La squadra dei greci, ovvero gli alleati di Raul era formata così. Raul aveva optato per l’offensivo 3-4-3. La formazione era: Toki in porta, Qui Gon Jinn, Obi Wan e Windu in difesa. A centro campo, Eddard Stark, Naruto, Kakashi e Sakura, in attacco, Ken, Jagger e Tsunade come attaccante centrale. Raul infatti contava sul fatto che i loro avversari si sarebbero distratti a guardarle il culo o il davanzale e l’avrebbero lasciata passare senza problemi.
Purtroppo non andò così.
Saruman, aveva convocato la nazionale giapponese di Capitan Tsubasa, che ovviamente come unico sfogo sessuale avevano il pallone, di conseguenza non guardavano nemmeno un istante la ninja leggendaria, c’era solo uno strano tipo che non faceva altro che far finta di sentirsi male tutte le volte che si avvicinava a Windu… ma vabbè lasciamo perdere. Dopo la prima metà del primo tempo la squadra di Raul era già stremata e con la lingua penzoloni, nell’altra c’erano stati 3 collassi del tizio di prima, un tipo aveva tirato una testata al palo per spostare la porta e ora grondava sangue da tutte le parti, compreso un pezzettino di cervello, 3 lussazioni della spalla di Tsubasa, 7 strappi muscolari di Misaki, 8 fratture multiple e scomposte della mano destra di Wakabayashi, più altre 5 della mano sinistra, la perdita della vista di un tipo sulla fascia, il dimagrimento di 10 kili di un energumeno in difesa, e l’arresto del difensore di fascia per detenzione e spaccio di Esta The.
Alla fine del primo tempo stavano 2 a 0 per la squadra di Raul, ma Saruman e i troiani erano stranamente tranquilli, tranne quello seduto vicino a Re Robert, quello sembrava particolarmente preoccupato, ma per un altro motivo.
-Secondo me stanno tramando qualcosa… - Raul osservò pensieroso la panchina del Giappone, mentre il loro allenatore gli stava tirando su di morale, picchiandogli con una verga.
Se Raul avesse letto i manga di Capitan Tsubasa, avrebbe saputo che nel secondo tempo, in barba ad infortuni di varia natura, comprese fratture e collassi polmonari, loro avrebbero giocato 10 volte meglio, sarebbero stati più veloci, più forti e più cattivi. La squadra di Raul lo scoprì non appena misero piede sul campo per la ripresa. Uno dei difensori si staccò dalla squadra del Giappone che stava rientrando e si abbatté su Kakashi con una spranga, massacrandolo di botte. Dovettero intervenire per separarli, ma ormai Kakashi era inutilizzabile, e così Raul si vide costretto a sostituirlo con Jiraya, che però, invece di giocare, guardava il culo o il davanzale a Tsunade, e così finiva sempre per correrle dietro.
La partita riprese, e subito Naruto venne bersagliato di pallonate, lui si incazzò e si trasformò nella volpe a 9 code, ma una pallonata di Tsubasa lo trapassò da parte a parte. Tutti erano sconvolti.
-Ma è rigore! - Urlò Jagger all’arbitro.
-Io non ho visto niente. - Rispose l’arbitro.
Jagger prese ad urlargli insulti di tutti i tipi, e quello lo buttò fuori con un cartellino rosso.
Davanti a Toki, Hyuga, prese la palla sotto braccio stile Rugby e la portò in porta.
-Ma… Era fallo di mano. - Si lamentò Toki.
-Zitto… cartellino rosso pure a te. -
Raul era sconvolto e stava facendo il gesto delle manette verso la folla.
Obi Wan starnutì e Tsubasa cadde a terra sanguinante, quindi l’arbitrò buttò fuori pure lui.
Nella prima metà del secondo tempo il punteggio era 3 a 7, quell’unico gol era stato fatto per sbaglio. Tsunade aveva tirato una pallonata in testa a Jiraya per farlo smettere di rincorrerla, la palla era rimbalzata sul suo capoccione ed era finita in porta.
La svolta decisiva ci fu a un quarto d’ora dalla fine, nonostante una partita di calcio durasse 90 minuti, quei 90 minuti si trasformarono in 7 giorni, e siccome Sakura aveva guardato The Ring, venne uccisa da una bambina zombi che apparve da un televisore portatile.
Re Robert in tribuna si era mangiato il tizio che gli era seduto accanto, ma questa è un‘altra storia.
A 10 minuti dalla fine, che equivalevano a circa 1 giorno e 6 ore, Kojiro Hiuga ebbe la sfortunata idea di tentare una dura entrata su Eddard. Il problema era che in Game of Thrones, vigeva la regola: nel dubbio… decapita qualcuno.
Eddard tirò fuori lo spadone a due mani e cominciò a potare il povero attaccante nipponico che in 3 fendenti era divenuto uno spezzatino.
L’arbitro accorse con il cartellino rosso.
-Ma che ho fatto? - Si lamentò il lord di Grande Inverno.
-Come, che hai fatto? Lo hai ucciso! Non si può sul campo di calcio uccidere le persone. Cosa sei un bruto? -
Il cervello di Eddard probabilmente era andato in ferie ed aveva lasciato al suo posto un criceto che correva su di un’arancia, quindi non avendo capito il senso della frase, nel dubbio… decapitò pure l’arbitro.
I nipponici insorsero, cercando di reagire con qualche pallonata, ma ovviamente vennero trucidati senza avere neppure il tempo di farsi l’ultimo flashback, di quando da piccini i genitori invece di regalargli la play station gli regalarono un pallone, o di quella volta che siccome nessuno gli invitava al ballo di fine anno, loro ci andarono con il loro pallone, o quell‘altra volta, invece di picchiare i bulli che gli tormentavano, loro prendevano a calci il pallone, insomma un qualsiasi falshback che facesse capire agli spettatori, come mai fossero così tanto disturbati mentalmente e morbosamente innamorati di un pallone.
Vinse la squadra di Raul per impossibilità dell’altra squadra di continuare.
Saruman era quantomeno indispettito, ma non poté fare altrimenti che ritirarsi con tutti i suoi alleati, nuovamente dentro le mura.

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La compagnia era nuovamente in marcia.
Finirono in cima ad una montagna, probabilmente perché qualcuno di loro voleva andare a sciare.
Boromir, decise di insegnare a Merry e Pipino a maneggiare una spada che non fosse quella che madre natura aveva donato loro, in quanto, a suo dire, non era molto utile contro gli orchi e altri seguaci di Sauron. Aragorn, seduto a guardarli cominciò a pensare che due pensierini su quei cosini tanto bellini e piccini ce li poteva anche fare. Ma anche Boromir non era messo male, ma neppure Legolas, anche se a lui piacevano un po’ più maschi… ma anche Gimli era macho al punto giusto, e poi che diamine… neppure Gandalf poteva lasciarselo scappare. Si, si, stava proprio meditando che quel viaggio sarebbe divenuto incredibilmente piacevole.
Boromir per sbaglio colpì Pipino, e lui scambiando quell’innocente errore di distanze, per un segnale che il capitano di Gondor fosse pronto per giochini sadomaso gli si scagliò addosso al grido. -Per la Contea! - Subito seguito da Merry tutto ingarzullito.
Boromir all’inizio pensava che volessero giocare, quando si accorse che lo stavano palpando un po’ ovunque, ed un Merry assatanato gli cercava di togliere l’armatura cominciò ad incazzarsi un pochino. Aragorn corse in suo aiuto, ma Pipino gli saltò addosso slinguazzandoselo tutto. Frodo era saltato addosso a Gandalf, dicendo che voleva giocare con il suo bastone, ma quello brandendolo come una mazza da baseball gli piantò un dritto che lo fece volare di sotto dalla montagna, e Sam cominciò a fargli il cangurino mentre era privo di sensi.
Legolas si stava pettinando i capelli. -Stupidoni… ma cosa vi azzuffate in questa maniera, che poi vi spettinate. Pazze che non siete altro. -
Gimli stringeva forte l’ascia fra le mani e pregava qualche Dio nanico perché i suoi compagni non fossero dei nanofili.
Boromir piantò un calcio in faccia a Merry, Aragon un gancio destro a Pipino, Legolas una freccia nel culo a Sam, e l’ordine fu ristabilito.
-Andiamo, dobbiamo proseguire. - Disse poi Gandalf riprendendo il cammino. -Il passo a sud è sorvegliato. -
Boromir fece per dire qualcosa ma il mago lo zittì subito.
-No, Boromir, come te lo devo dire che ogni strada che tu proponi, non verrà mai e poi mai presa in considerazione? Piuttosto che dare ragione a te, seguiamo uno che si chiama Frodo… questo dovrebbe farti capire quanta stima abbiamo nei tuoi confronti. -
-Siete tutti degli stronzi. - Rispose di rimando lui. ……………………………........................................................................................................................

A Troia…
Sauron venuto a sapere della disastrosa sconfitta dei troiani nella partita di calcio andò a trovare il suo subalterno. Sauron arrivò da Saruman che stava urlando improperi in cima alla torre.
-Con chi ce l’hai scusa? -
-Sto mandando degli accidenti a Gandalf, perché mi ha spiaccicato la mia aquila e perché oggi abbiamo perso la partita. -
-Bravo… te si che sei uno stregone. -
-Perché siete venuto qui oscuro signore? -
-Per dirti di non mandare gli Uruk-hai a prendere quei deficienti della compagnia. -
-Perché? -
-Perché tanto uccidono solo Boromir, si potrà credere che enorme perdita. No, preparami un esercito ben più temibile. -
Saruman si strinse nelle spalle. -Vabbé. -

Fuori dalle mura…
Raul e i suoi stavano facendo baldoria. La prima vittoria era loro, tutti erano felici, tranne quelli di 300, perché non erano stati ammessi alla partita per il loro continuo uso di anabolizzanti e grafica 3D, e dunque si erano persi anche il massacro che ne era conseguito. E come spesso avviene, quando il vino abbonda, in compagnia del testosterone, e in presenza di donne attraenti, furono inevitabili i litigi.
Ubriaco come un otre, Obi Wan scambiò Toki per Qui Gon e gli saltò addosso stile scimmia urlatrice in calore. Toki in verità avrebbe potuto difendersi da solo… se non fosse stato addormentato come un pupo. Per sua fortuna, lì vicino c’erano i suoi fratelli, Raul e Ken intervennero in tempo, prendendo a calci in culo Obi Wan, che impermalito e furioso con i due, che accusava di avergli rubato il maestro, decise che non avrebbe più combattuto, finché non glie lo avrebbero reso.
Jagger invece stava facendo una sfida a chi reggeva di più l’alcol tra lui, Eddard e Tsunade. Inutile dire che vinse Tsunade, e poiché Eddard era svenuto in un angolo abbracciato ad una bottiglia, la ninja leggendaria costrinse Jagger a costruire una statua in onore delle donne che reggono bene l’alcol.

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Gli accidenti di Saruman avevano provocato una valanga e così dovettero giungere ad una nuova petizione.
-Da che parte si passa? Per le miniere dei nani, terribilmente pericolose e piene di goblin assetati di sangue, o per una strada tranquilla e assolata? - Chiese Gandalf. Ma prima che potessero rispondere... -La strada tranquilla e assolata l’ha proposta Boromir. -
-Allora le miniere! - Gridò tutto felice Frodo, con la speranza al buio di poter fare la mano morta a Gandalf. Mentre però fantasticava con la mente su zozzerie innominabili, cadde per terra e rotolò di sotto dal pendio, venendo afferrato in extremis da Aragorn. Però gli cadde l’anello e Boromir glie lo raccattò, rimanendo un attimo interdetto nel guardarlo.
Era Pipino, quello che vedeva riflesso, che alle sue spalle gli stava facendo dei gesti sconci?
-Boromir… rendi l’anello a Frodo. - Lo richiamò Aragorn, pronto ad estrarre la spada, ma lui si voltò a guardare Pipino, che prontamente fece finta di niente.
-Si… certo. Tieni Brodo. -
-Mi chiamo Frodo. - Ribatté gelido quello.
-Si, come ti pare. - E riprese il cammino.
Frodo guardò preoccupato Aragorn che osservando Boromir cominciò a leccarsi i baffi.
-E’ proprio un maschiaccio quel Boromir. - Disse.
Arrivarono all’entrata delle miniere naniche, che, per qualche oscura ragione avevano le scritte in elfico.
-Perché tuo cugino scrive indovinelli in elfico? - Chiesero tutti a Gimli.
-E che ne so io! Forse gli piacciono i festini degli elfi. -
Mentre Gandalf faceva figuracce nel tentare di scoprire la parola magica, che gli avrebbe permesso di entrare, gli altri stavano ingannando il tempo come potevano. Mentre Merry e Pipino tiravano i sassi nell’acqua, Gimli, nonostante fosse l’unico che potesse sapere la parola d’ordine, poiché quella era casa di suo cugino, se ne stava ad affilare l’ascia, Legolas, nonostante fosse un elfo e sapesse perfettamente l’elfico, si stava pettinando i capelli, Aragorn, nonostante sapesse l’elfico alla perfezione stava leggendo un libro. Boromir, che non sapeva un cavolo si sedette vicino ad Aragorn.
-Che leggi? - Gli chiese, tanto per fare conversazione.
-Il copione. - Boromir lo guardò incredulo.
-Come il copione? -
-Si… l’ho rubato a Gran Burrone. -
-Scusa, ma se leggi il copione, saprai le cose, prima che accadino… -
-Si… secondo te, sennò come faccio a sapere tutte le cose che so? -
-Ma questo si chiama barare… -
-Sei solo invidioso perché io sono il più figo… a proposito come si chiama il tuo parrucchiere, hai dei capelli che sono una favola tesoro… -
Boromir era talmente sconvolto da non riuscire a dire assolutamente niente, per fortuna in quel mentre Gandalf trovò la parola giusta e aprì le porte.
Merry e Pipino si erano calati le braghe e stavano sculettando in direzione dell’acqua, battendosi poderose pacche sulle natiche.
-Ma che fate?! - Sbraitò Gimli prendendoli a nocchini. -Muovetevi ed infilate dentro questa miniera. -
-Si dai infiliamoci al buio! - E tutti ingrifati corsero nell’oscurità della miniera.
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Intanto nell’Olimpo…
Zeus era triste e affranto, e stava staccando i petali ad un fiorellino con aria sognatrice, ogni petalo, un sospiro.
Hade arrivò sporco e dolorante.
-Che giornatacce… con questa guerra di Troia ho dovuto fare il doppio del lavoro, e tra i sindacati e la crisi economica, non riesco a permettermi abbastanza personale. - Notando che il suo fratellino non lo ascoltava gli si avvicinò, dandogli di gomito. -Hey mandrillone… chi è questa volta? Una ninfa? -
-Macché… - Zeus si attaccò al bavero del Dio dell’oltretomba. -Gli umani non mi pregano più! Con tutte queste nuove religioni, non c’è più un disgraziato che creda in me! Io sto perdendo la luccicanza dell’armatura, e i capelli mi stanno diventando grigi… - Cominciò a scuotere il fratello come se fosse una bambola di pezza, scombinandogli tutti i neuroni del cervello. -… ME LO SENTO! TRA UN PO’ NEPPURE LA MIA SAETTINA SI DRIZZERA’ PIU’! SONO ROVINATOOOO! STO INVECCHIANDOOOO!!!!!! -
Hade riuscì a sottrarsi dalla presa del fratello e ad impedire al resto della materia grigia di diventare mousse.
-Fratello calmati… sei il più importante degli Dei… datti un contegno… E poi… non importa come ti chiamino, l’importante è che credano. -
-Questo lo dici te. - Zeus estrasse da dietro la schiena un insieme di fogli. -C’è scritto su questo manoscritto che se gli uomini non credono più in me, io invecchio, perdo i poteri, divento sabbia e vado a girare un film in Alaska. -
-Quello è il copione di La Furia dei Titani… e l’agenda degli impegni di Liam Neeson… fratello gli Dei non possono morire… sennò che Dei sarebbero scusa? -
-Allora Kratos che cazzo fa tutto il giorno? -
-Si pettina i capelli. E che ne so io che fa Kratos! Comunque… se la cosa ti può fare piacere, si butta qualche catastrofe naturale sugli uomini, così tornano a credere in noi. -
-Mmhhh… no… meglio di no… sennò poi si offendono… sono di un permaloso questi umani…- Batté una mano sulla spalla del fratello. -Andiamo a vedere la partita Troiani contro Greci. Ho scommesso con Artemide che la Compagnia dell’Anello passerà per Moria. -
-Allora fratello inventati qualcosa… perché saranno anche dei cerebrolesi, ma se vedono tutti quegli scheletri nelle miniere, col cavolo che proseguono. -
-DHO! - Zeus cominciò a pensare velocemente, poi gli si accese una lampadina sulla testa. -Liberate il Kraken! -

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Fu così che la Compagnia dell’Anello dovette affrontare il Kraken, mostro completamente inutile su cui, ancora molti, si chiedono come mai sia emerso dalle profondità marine se tutte le volte deve fare delle figure barbine… comunque Frodo fu l’unica fava a farsi catturare, ma sembra sia stato solo un escamotage per farsi prendere in braccio da Boromir, nel momento in cui venne liberato.
-Mi hai salvato prode cavaliere. - E così dicendo cercò di slinguazzarselo un pochino. Per fortuna intervenne Gimli, che con il manico dell’ascia riuscì a staccarlo dal cavaliere di Gondor, poi Sam si attaccò ad una gamba di Frodo rallentandone i movimenti.
Finalmente entrarono a Moria. La miniera però si rivelò essere piena di cadaveri di nani e questo fece piangere Gimli, che poverino si accasciò a terra disperato. E visto che nessuno provava tenerezza per un cubo con la barba, nessuno si avvicinò a consolarlo, tranne Boromir, che lo abbracciò virilmente. Gimli si divincolò un pochino.
-Boromir, il tuo corno mi pigia contro lo sterno. -
Il capitano di Gondor gli batté qualche pacca sulla spalla. -Non è possibile Gimli, l’ho prestato un attimo ad Aragorn, che era un assillo chiedermi di vederlo. -
-Allora è peggio di quello che credessi! - Gimli si discostò velocemente, mettendo distanza tra i due.
-Andiamo Gimli… era un abbraccio tra maschi… -
-Si, si… ma la prossima volta abbraccia Legolas. -
Boromir si strinse nelle spalle e visto che anche Legolas piangeva disperato, abbracciò pure lui.
-Legolas… il tuo arco mi sta pigiando sulla gamba. -
-L’arco l’ho prestato ad Aragorn, che era un assillo volerlo vedere… ma Boromir… è il corno di Gondor quello che sento? -
-No, il corno di Gondor l’ho prestato ad Aragorn, perché voleva in tutti i modi vederlo. -
In quel momento arrivò Aragorn guardandoli in cagnesco. -Siete due stronze. - Gettò il corno di Gondor addosso a Boromir e l’arco addosso a Legolas. -Non capite proprio le richieste di una donna. - Detto questo si allontanò sculettando, lasciando i due parecchio perplessi.
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