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Autore: LanceTheWolf    11/07/2016    0 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. VII: Come era andata?
La Giornata di Pabu e Naga - prima Parte

 
Pabu stiracchiò le sue zampette proprio sul muso dell’altra pelosetta che sbadigliava mostrando la sua incredibile dentatura al sole appena nato.
Si guardò immediatamente intorno.
Com’era andata?
Quella notte come, le ultime del resto, aveva fatto molto caldo. Perciò avevano deciso di dormire al fresco e quale posto migliore di quello che gli umani chiamavano ‘Ponte della nave’?
Doveva essere prima del solito perché non gli arrivava ancora al nasino l’odore delle cose buone che preparavano per loro tutte le mattine. Questo era un guaio, soprattutto tenendo conto che aveva terribilmente fame, non che ci fosse una mattina che si svegliasse non affamato, ma…
Naga decise di avviarsi a cercare chi sa cosa. Lui sperava si trattasse dell’umano che rispondeva al nome di Bolin. Bolin era il suo umano preferito da sempre! Erano come fratelli lui e quella creatura senza pelo.
Annusava ancora l’aria.
E sì, Naga non lo deludeva quasi mai ed eccoli apparire li quei due umani a cui voleva un mondo di bene: Bolin e Korra.
Già a far versi in quell’affare freddo e ronzante, che gli infastidiva le orecchie. Però almeno loro sorridevano… sorridevano sempre quando usavano quella cosa strana di prima mattina. Questo era un bene.


Korra era all’apparecchio che Iroh aveva messo a disposizione del suo equipaggio, quando vide spuntare da dietro l’angolo la sua Naga e l’inseparabile furetto.
Era in piedi appoggiata al muro, mentre Bolin sonnecchiava, fingendo di essere sveglio, sulla panchina di metallo saldata alla parete di quel corridoio.
Sorrideva allegra alle parole di Mako e Asami. I piccoli che allenava Tahno si erano qualificati per le semifinali! Era bello poter parlare di qualcosa di futile.
Bolin accanto a lei protestò alla leccata di saluto della sua cagnolona ormai del tutto sveglio dopo quel trattamento. Sorrideva anche lui… di prima mattina non sembrava di trovarsi al fronte. Tutto era calmo, almeno per il momento. Presto sarebbero stati richiamati all’ordine dai loro vari impegni.
Attaccò ai suoi amori con il cuore più leggero, come sempre quando li sentiva.
Sospirò, voltandosi, pensando che a breve quella panchina di metallo si sarebbe riempita di uomini in fila per chiamare casa. Rimase perplessa, trovando lo sguardo di Bolin sgranato ad osservala.
Non le fu subito chiaro, ma quello sguardo interrogativo, voleva probabilmente dire che ne aveva combinata qualcuna… forse aveva la forma della cornetta tatuata in faccia?
Batte le palpebre ripetutamente, mentre il ragazzo assottigliando lo sguardo gli lanciava contro un muso offeso.
-Hai attaccato. - Disse lui.
Korra annuì, appena in tempo per chiarire i suoi dubbi e passarsi una mano tra i capelli imbarazzata, allargando un enorme sorriso, speranzosa che lui sorvolasse.
-E io? - Continuò lui allargando le braccia con fare offeso. –Volevo sentire come erano andati i piccoli. Accidenti Korraaa! - Finì con l’urlarle contro, alzandosi di scatto mentre il furetto si arrampicava sulla sua spalla.
Com’era andata poi?
Semplice: appena lo vide in piedi scappo via ridendo. Ovviamente Bolin l’inseguì con intenti bellicosi.
Rideva come una matta, sapendosi più veloce dell’amico, quando voltando l’angolo di quello strettissimo corridoio, che conduceva alla sala mensa, non urtò contro qualcosa.
-Ragazzacci! Mai che guardiate dove andate, vero? - La raggiunse la voce di Lin.
Accidenti se era tosta quella donna, o forse era tutto quel metallo che portava addosso; fatto stava che si sentiva rintronata. Si ritrovò bloccata di colpo e con l’amico che, raggiunta, le si fermò accanto. Tutti e due a chinare il capo imbarazzati, in segno di scusa, talmente imbarazzati da sembrare davvero due…
-Ahhh! Mocciosi! - Sbuffò Lin entrando in sala mensa.



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Salve! :-)
Volevo chiedere scusa a chi ha la pazienza di seguire questa storia per i miei molteplici errori. Purtroppo scrivo di getto e avendo poco tempo a disposizione riesco a malapena a dargli una letta dopo. Oltretutto il mio cervello sembra non voler vedere gli errori, è come se li sorvolasse… uff!!! Perdonooooo!!!!
 
 
   
 
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