NOTTE
Vorrei essere un disilluso,
così non resterei mai deluso.
Non vorrei essere un sognatore,
altrimenti non capirei mai l’amore.
Vorrei essere un battello a vapore,
che del fiume inospitale ne risale le
acque scure,
con sopra alla testa un cielo terso
e immerso in un territorio
sconosciuto, disperso.
Perso in un bicchiere d’acqua,
l’ossigeno manca,
la respirazione si fa allentata,
stanca,
il polso batte meno, poiché lo stesso
cuore
non ha più voglia di lottare.
Allora cosa mi spinge a perseverare?
Un sogno nel cassetto, oppure è un
gioco da bambino?
Sul proprio Io ci sarebbe molto da
lavorare,
e nel cassetto c’è solo del buio caliginoso,
notturno.
Eppure si piange, durante la notte
buia e dolorosa come le botte.
Essa percuote ogni animo inqueto,
e gagliarda si fa quando nota un
essere irrequieto.
La vita è una sorta di profondo
ruscello
su cui ci naviga il mio sgangherato
battello,
immerso in un bicchier d’acqua, come
in un gioco,
e il mio tono di voce si fa
improvvisamente roco.
Ora splende il sole, c’è il giorno,
ma la notte farà presto il suo
spiacevole ritorno.
La consapevolezza umana non va oltre
all’ombra di ogni cosa,
e, dopo essersi riversata in un
pianto lamentoso, riposa.
NOTA DELL’AUTORE
Come sempre, ringrazio chiunque sia giunto fin qui.
Grazie di cuore per continuare a seguire e a sostenere la
raccolta di poesie, e spero davvero che esse continuino ad essere di vostro
gradimento.
Grazie, per tutto quanto! A giovedì prossimo J