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Autore: Danmel_Faust_Machieri    15/07/2016    4 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo aver inserito i loro nickname il gioco confermò che nessun altro giocatore aveva selezionato quei nomi.
Allora si aprì davanti a loro una facciata completamente nera. Una voce iniziò a parlare: "Benvenuto all'interno di Last Soul Online o, più semplicemente, LSO. In questo gioco vivrai un'incredibile avventura all'interno delle incredibili terre di Ustride. Ma, prima che tu possa proseguire lungo la tua strada, dovrai scegliere la via dalla quale provieni. Dovrai scegliere una tra le 10 classi possibili:
Barbaro: i barbari sono combattenti con l'istinto della bestia che si sono formati attraverso risse contro i lupi, scazzottate contro gli orsi e altre attività simili. Queste li hanno condotti a raggiungere una forza senza eguali. I barbari sono specializzati nell'utilizzo di armi pesanti a due mani che sollevano come fossero semplici forchette.  
Bardo:I bardi vagano per le città allietando con le loro storie, spesso accompagnate da strumenti musicali, gli animi dei cittadini. Essi sono musici e/o scrittori ed utilizzano le loro arti per ammaliare e lanciare incantesimi appartenenti ai dominii di Darkness e Chaos.
Chierico: I chierici solitamente vagano di paese in paese per aiutare e soccorrere i più bisognosi con le loro magie curative. Ogni buona gilda dovrebbe accogliere almeno uno di questi arcaisti. I chierici utilizzano spesso campane incantate per lanciare i loro incantesimi appartenenti ai dominii di Lighting e Healing.
Guerriero: I guerrieri difendono le mura cittadine e gli edifici pubblici da possibili criminali. Sono combattenti incredibilmente versatili nell'utilizzo delle armi anche se prediligono quelle da taglio. I guerrieri possono utilizzare un'arma da taglio e uno scudo oppure, i più impavidi, possono utilizzare due armi.
Ladro: I ladri sono individui poco raccomandabili che guadagnano compiendo azioni per i più deplorevoli come furti o assassinii. Questi preferiscono muoversi di soppiatto e cogliere i loro nemici alle spalle. I ladri possono utilizzare pugnali, archi e alcuni incantesimi appartenenti al dominio di Chaos.
Mago: I maghi sono considerati i più potenti tra gli arcaisti di Ustride. I loro poteri derivano dai lunghi studi che hanno condotto che hanno condotto chiusi in biblioteche antiche. I maghi sono in grado di utilizzare tre tipi di magia a scelta tra gli otto dominii disponibili (Fire, Water, Earth, Air, Ligthing, Darkness, Healing e Chaos)
Monaco: I monaci sono stati temprati dai climi ostili nei quali sono dovuti sopravvivere nel corso dei loro lunghi allenamenti e delle loro interminabili meditazioni. In quanto stazza fisica competono con i barbari ma non usano armi e preferendo avversi ai propri pugni. I monaci utilizzano particolari guanti da combattimento e sanno lanciare alcuni incantesimi appartenenti al dominio di Healing.
Paladino: I paladini sono combattenti che hanno deciso di abbracciare una delle due vie percorse dai paladini gemelli: la via della spada nera o la via della spada bianca.Per questo essi sono in grado di utilizzare esclusivamente le spade ma di qualsiasi taglia e in più, a seconda della via alla quale si sono votati, possono lanciare incantesimi appartenenti al dominio di Darkness o di Lighting. 
Ranger: I ranger sono combattenti che, durante i loro allenamenti, hanno stretto un forte legame con la natura. Questi infatti prediligono combattere in zone come foreste o pendii di montagne. I ranger possono utilizzare con grande facilità ogni tipo di arma da gittata e delle semplici spade corte.
Sciamano: Gli sciamani sono arcaisti che hanno ottenuto i loro poteri vivendo in perfetta comunione con le forze della natura. Questi sono in grado di muoversi nelle foreste più fitte e per i sentieri montani come se fossero normalissime strade di città. Gli sciamani oltre all'utilizzo di armi contundenti sono in grado di utilizzare due tipi di magia elementare a loro scelta tra i dominii di Fire, Water, Earth o Air. 
Ora dimmi… Da quale strada provieni?"
In quel momento la voce smise di parlare e i due ragazzi si ritrovarono difronte 10 icone rappresentanti le varie classi. Toccando l'immagine una volta potevano leggere la descrizione appena ascoltata, toccandola una seconda volta compariva davanti loro una scritta che gli chiedeva di confermare la loro scelta. Dopo aver riletto tutte e 10 le descrizioni Nicolò scelse la classe di bardo, mentre Claudio fissò l'icona del paladino. "Un eroe che lotta contro il male per salvare la principessa…" pensò. Dopo la scelta delle classi la voce tornò a parlare "Grazie per aver effettuato l'accesso a Last Soul Online e benvenuto a Ustride"; quella frase li colse alla sprovvista: non era possibile personalizzare il proprio avatar?. Per qualche secondo ciò che i due ragazzi videro fu un buio immenso poi, all'improvviso, una luce accecante gli fece chiudere gli occhi. Non appena li riaprirono poterono vedere ciò che mai si sarebbero immaginati.

I due si ritrovarono in una piazza circolare circondata da portici dai tetti rossi. Era notte e delle luci appese alle colonne degli archi irradiavano una luce tenue lungo tutta la piazza che dava su un viale alberato da un lato mentre, opposte rispetto ad esso, si trovavano le porte di un edificio simile ad una chiesa con un alto campanile alla sua destra. I ragazzi lasciarono vagare con gli occhi da una luce all'altra poi, all'improvviso, capendo di trovarsi all'interno del gioco, si cercarono con lo sguardo finché non si incrociarono. I due erano apparsi da due luci azzurre quindi fu facile per loro individuarsi all'interno di quell'immensa piazza. Entrambi si accorsero che l'avatar dell'amico era identico a come era nella vita reale, quasi come se il NervGear avesse scansionato il loro volto. L'unica cosa bizzarra erano i loro vestiti: Claudio indossava una cappa nera, una maglia scura con un panciotto marrone in cuoio, un paio di pantaloni scuri con nella cintura il fodero contenente un pugnale e degli stivali neri. Nicolò indossava un gilet rosso con bottoni di peltro e revers a lancia sopra ad una camicia bianca a sbuffo, dei pantaloni a strisce tenuti fermi da una cintura con una grande fibbia sempre in peltro, degli stivali neri che arrivavano fin sopra al ginocchio e, appeso alla sua schiena, aveva un liuto scordato.   
"Allora sei entrato sul serio" disse Claudio ridendo all'amico.
"Puoi dirlo forte!" gli rispose Nicolò sorridendo "E dimmi un po'… Che nome hai scelto per questa avventura?"
"Ashel! E tu?"
"Orpheus; ma… che strane vesti per un paladino…"
"Beh…" rispose l'amico "Questi non sono i vestiti del paladino"
Uno sguardo perplesso fece capolino sul volto del compagno "Come no? Ma… Cloud, non sei entrato qui per salvare Luna?"
"Sai Nico… Per un attimo ci ho pensato anche io, ma poi…" fissò per un attimo i tetti rossi coperti dal velo della notte "ho pensato che per trovarla devo sopravvivere, piuttosto che compiere gesta eroiche. Ti assicuro che, finché non la troverò, niente e nessuno potrà fermarmi, ed io mi farò strada a qualunque costo tra queste terre"
Nicolò non aveva mai visto l'amico così deciso. Non lo dava a vedere, ma era sicuro che nel profondo Claudio stesse ribollendo di rabbia nei confronti del mostro che aveva intrappolato così tante persone in quel gioco mortale. Più che per le migliaia di persone, però, sapeva che l’amico era in collera per il fatto che intrappolata in quel gioco ci fosse la sua ragazza.
Poi, interrompendo la sua riflessione, guardò il cielo, cupo in volto, con voce seria disse "Sai che, fino a quando non l'avrai trovata, ci sarà sempre la possibilità che lei sia…" 
"Credi che non lo sappia?!" Osservò allora Claudio "Secondo te sarei dovuto stare chiuso in casa a struggermi, senza poter far nulla?! Avevo una sola carta, Nico. Una carta che ho scelto di giocare così. Non conosco la tua motivazione, ma so che non sei qui per un capriccio. Ti chiedo solo di non giudicare la mia imprudenza" il ragazzo si accorse solo al termine del discorso che il suo discorso era forse troppo aggressivo.
Nicolò ora osservava le fiaccole, senza voltarsi disse "Sai perché sono qui? Perché ho letto troppo, ho sentito troppo. Sono diventato il nuovo Don Chisciotte e, questo gioco mortale, questo mulino a vento, è diventato il mio gigante da abbattere. Non potrò mai giudicarti…"
L'aria intorno ai due si era raggelata dopo quelle due battute. Claudio se ne accorse e, fissando Nicolò, ancora perso tra l'agitarsi delle fiamme, scherzò "Ma poi cos'avrai da criticare la mia bellissima cappa! Guarda te come ti sei conciato! Tra le descrizioni non ho mica letto quella della classe di grullo"
L'amico allora lo guardò ridendo "Senti chi parla: l'Ezio Auditore dei poveri"   
La tensione finalmente svanì grazie a quello scambio di simpatici "insulti" che proseguì per qualche altro minuto. Grazie a quelle risate riuscirono ad allontanare da loro le paure che si facevano largo nei loro animi. 
"Questa quindi è la famosa Città Iniziale…" affermò Nicolò guardandosi intorno.
"Così si direbbe… Ma ti dirò: me l'aspettavo un po' più popola..." ma Claudio non riuscì a finire la frase perché il rumore di un qualcosa che cadeva alle loro spalle li fece voltare istintivamente.
Alle loro spalle una  ragazza dai capelli castani e dagli occhi marroni, vestita con una tunica bianca, aveva lasciato cadere una busta contenente ortaggi di vario genere e si era bloccata a guardarli come se avesse difronte non dei ragazzi ma degli spettri. I due si avvicinarono a lei preoccupati domandando "Ehi… Ti senti bene?"
La ragazza iniziò a balbettare qualcosa di incomprensibile "Quelle… Voi… Luci… Siete… Ora… Inizio… Perché?" 
I due amici la guardarono confusi poi lei riuscì a bisbigliare una frase di senso compiuto "Voi… chi siete…?"
"Io mi chiamo Nic… Orpheus e questo è il mio amico…" ebbe un vuoto: qual era il nickname di Claudio?
"Io mi chiamo Ashel" lo salvò lui.
La ragazza li osservò non più spaventata ma incuriosita.
"Ti diamo una mano a raccogliere le cose" disse Nicolò chinandosi per raccogliere una mela; Claudio fece lo stesso. La ragazza continuò a fissarli: possibile che quei due…
"Posso farvi un'altra domanda?" chiese ai due giovani.
Loro risposero sorridenti "Certo che sì"
"Voi avete appena effettuato il log-in?"
I due si scambiarono un'occhiata più cupa delle altre e si limitarono a dire "Sì"
Lo sguardo della ragazza ora sembrava sorpreso quanto quello di qualcuno che si vede davanti due spettri che cantano tutto il primo atto dell'Aida di Verdi travestiti da portoricani. 
Poi quasi fosse stata una mamma arrabbiata si mise ad urlare "Incoscienti! Non avete saputo che questo gioco è una trappola mortale?! Eppure sono sicura che la notizia sia passata al telegiornale! Siete degli idioti! Perché siete entrati?!" era veramente furiosa.
I due si guardarono ancora una volta come a volersi dire rispettivamente "Ti prego parla tu per entrambi". A quel punto Nicolò prese la parola "A dire il vero eravamo consapevoli di quello che stavamo facendo quando pochi minuti fa abbiamo indossato il NervGear… Non è stata una decisione facile da prendere" in quel momento il ragazzo le porse la mela appena raccolta e, sorridendo aggiunse, "Ma abbiamo le nostre ragioni per essere qua dentro"
Fu un rispondersi di sguardi, un impercettibile sbattere di palpebre e le parole divenivano inutili… Non servivano… Il mondo, le ragioni, i segni erano racchiusi nelle pupille nere di quei tre interlocutori che scambiavano la voce con la vista.
La ragazza sbuffò "Siete degli idioti ho capito… Ma non vi posso lasciare qui al freddo… Seguitemi e, già che ci siete, datemi una mano con questa busta" fece per dare la spesa a Claudio ma vedendo la sua veste da ladro si fermò e la diede a Nicolò.

La ragazza li conduceva con sicurezza tra le vie cittadine mentre loro si perdevano nelle luci delle finestre, nei colori incredibili dei fiori che spuntavano dai vasi accanto alle porte, nel sentire il suolo sotto ai loro piedi… Il NervGear rendeva possibile sentire le cose come se le si vivesse in prima persona con tutti i giochi compatibili però… Quel mondo era così reale che faceva quasi paura… Quelle luci, tenui, che danzavano come la fiamma di una candela leggermente piegata da una brezza primaverile era perfetto… Sentivano come se fossero stati lì con i loro corpi… Ma sapevano che non era così.
"Non mi sono ancora presentata: mi chiamo Antigone" sorrise la ragazza.
"Antigone?" chiese Nicolò "Come il personaggio di Sofocle?"
"Eh già… Nella vita reale frequentavo il secondo anno di legge dopo aver finito il liceo classico… Antigone è rimasta scolpita nel mio cuore"
"E come classe hai scelto quella di chierico, vero?" Domandò Claudio sicuro della sua osservazione.
"Già… Sapevo che i chierici all'interno dei party servono sempre… Ma dopo che questo gioco si è rivelato per quello che è alcuni giocatori sono rimasti qui, nella Città d'Inizio, per paura di morire; io allora ho deciso di fermarmi qui ad aiutare i giocatori più inesperti e i più piccoli a riprendersi dal trauma"
"Scusa se te lo chiedo ma come avete saputo che non potevate uscire da questo gioco?"
"Già intorno alle tre di pomeriggio di due giorni fa alcuni giocatori si erano accorti che nel menu non era disponibile il tasto di log-out, poi alle quattro sono suonate le campane della piazza e tutti i giocatori si sono trovati teletrasportati in quel luogo. All'improvviso è apparso nel cielo in quadrante rosso con scritto "warning", poco dopo è apparso un uomo incappucciato che si è presentato come il creatore del gioco…"
"Il creatore del gioco?!" esclamarono i due sorpresi.
"Già… Lui ci disse che l'assenza del tasto di log-out era una cosa voluta e che l'unico modo per lasciare questo mondo era completare il gioco. Solo al termine ha detto che ad una morte nel gioco sarebbe corrisposta una morte nella vita reale…" La ragazza continuava a parlare mentre serpeggiava per le vie cittadine conducendo i due ragazzi ignari di quel mondo "Ci mostrò notizie relative a persone morte a causa della rimozione del NervGear e si scatenò il panico… Al termine disse che il lancio di LSO era così concluso. Molti di noi rimasero scioccati, altri crederono che si trattasse di uno scherzo… Alcuni sono partiti per l'esplorazione dei vari piani che compongono questo gioco nel tentativo di completarlo, altri, come ho già detto, sono rimasti al sicuro in questa città…" in quel momento Antigone si fermò e strinse i pugni "Molti purtroppo non hanno retto alla scoperta di quello che stava succedendo e hanno deciso di togliersi la vita…"
I ragazzi potevano solo immaginare quello che aveva provato la ragazza davanti a tutto quello che aveva vissuto… Davanti a tutto quello che anche i loro amici dovevano aver vissuto… E se per caso… No. Non poteva essere. Repressero quel pensiero e si avvicinarono ad Antigone per accertarsi che stesse bene. Lei si voltò di scatto "Promettetemi che voi non vi suiciderete… Promettetemi che non morirete… Questo gioco ha già mietuto troppe vittime…" I due risposero con un cenno deciso del capo.
"Siete stati proprio degli idioti… Comunque siamo arrivati"
I tre si trovavano davanti ad un edificio a pianta rettangolare con varie finestre che si affacciavano sulla strada. La ragazza fece strada e i due entrarono in una grande stanza con alcune poltrone e un bancone dietro al quale si trovava una persona ferma immobile e sorridente.
"Quello è l'NPC che accoglie in questa struttura" disse Antigone "Seguitemi vi darò una stanza per questa sera"
I due la ringraziarono cortesemente e la seguirono lungo le scalinate, finché non si trovarono davanti ad una porta.
Lei aprì la porta rivelando una stanza piccola con due letti arrangiati e un comodino tra i due "So che è piuttosto piccola ma è il meglio che posso offrirvi" disse lei dispiaciuta di non poter fare di meglio.
"Non ti preoccupare è più che sufficiente per noi due" sorrise Nicolò.
"Esatto! Anzi dicci: quanto ti dobbiamo?" domandò Claudio.
"Stai parlando di soldi? Non mi dovete assolutamente niente, anzi… In questo mondo ne avrete un enorme bisogno"
"Ah… Ok… Ma con quanti soldi si inizia?" continuò il ragazzo.
"Ah già! Voi avete saltato il tutorial iniziale… Allora vi spiego un po' di cose" Antigone chiuse la porta della camera e si mise difronte ai due "Per prima cosa il menù si apre muovendo le dita in questo modo" e, tenendo uniti e tesi il medio e l'indice, compì un gesto dall'alto verso il basso. I due ragazzi la imitarono e davanti a loro apparvero cinque icone di forma circolare: quella più in alto era quella relativa allo status del giocatore, alle abilità, all'esperienza e analoghi; la seconda era riferita al party, alla gilda di appartenenza e simili; la terza era la chat; la quarta la mappa delle zone esplorate e delle varie quest; l'ultima erano le opzioni.
"Molto bene. Se voi aprite la prima icona vedrete il vostro status, i vostri oggetti, le skills e l'equipaggiamento in vostro possesso"
I due digitarono sull'icona. Alla sinistra di essa videro la sagoma del giocatore, sopra di essa si trovava il proprio nome invece, sotto, era indicata l'altezza, il peso, la classe, il livello, le monete possedute (i ragazzi ne avevano 100 a testa) e in corrispondenza della sagoma erano riportati i valori delle proprie caratteristiche (le caratteristiche erano 10: Salute, Mana, Vigore, Intelligenza, Fede, Carisma, Forza, Agilità, Tempra e Vigore) . A destra invece c'erano altre tre icone apribili: quella riferita agli oggetti, quella riferita alle skills e quella riferita all'equipaggiamento. 
"Ora vi mostro una cosa" continuò a dire Antigone "Se aprite il menu delle abilità noterete che in alto a destra c'è scritto "Punti abilità: 3"; lo vedete?"
I due digitarono sull'icona e davanti a loro si aprì una finestra che conteneva 7 serie di icone circolari congiunte tra loro. Guardarono in alto a destra e videro la scritta indicata dalla ragazza. "La vediamo" risposero.
"Bene. Quelli che avete davanti sono le abilità che potrete sbloccare man mano che aumenterete di livello. Come vedete ognuno di voi ha 7 "Aree di competenza" e queste variano da classe a classe. Ogni "Area di competenza" è composta da livelli rappresentati dalle varie abilità che potrete sbloccare lungo di essa, il loro numero è compreso tra 5 e 10. Ogni abilità ha un grado massimo di 5. Per sbloccare l'abilità di un determinato livello dovrete aver prima raggiunto minimo il livello tre in tutte le abilità di livello più basso di quella determinata "Area di competenza". Vi faccio un esempio: io sono un chierico e tra le mie "Aree di competenza" è presente Alchimia, se voglio apprendere l'abilità "Pozione di cura superiore" di livello cinque dovrò avere le abilità di livello uno, due, tre e quattro al grado tre. Per gli incantesimi le cose sono un po' diverse: in ogni "Area di competenza" relativa agli incantesimi esistono due incantesimi per ogni livello tranne che per il 10°; ogni punto abilità fa salire di un grado entrambi gli incantesimi di quel livello. Semplice no?"
I due erano un po' rintontiti dalla spiegazione ma nonostante tutto avevano capito quindi annuirono.
"Molto bene. Ogni volta che si sale di livello otterrete 3 punti abilità. Ora voi ne avete tre perché siete di livello uno quindi potete disporre quei tre punti nelle abilità che preferite… Io purtroppo ora devo andare ma spero di esservi stata d'aiuto" disse chiudendo il proprio menu e aprendo la porta.
"Hai fatto anche troppo per noi" disse Claudio sorridente.
Lei li salutò augurandogli la buona notte e chiuse la porta.
I due allora si sedettero sui letti con i menu aperti e per prima cosa distribuirono i 3 punti abilità.
Nicolò, essendo un bardo, aveva come "Aree di competenza": Musica, Scrittura, Artigianato strumenti, Artigianato libri, Alchimia, Magia del dominio di Darkness e Magia del dominio di Chaos. Utilizzando i suoi punti abilità ottenne: "Competenze di scrittura" di grado uno nell' "Area di competenza" Scrittura; "Competenze musicali" di grado uno nell' "Area di competenza" Musica; "Oscurità" e "Sacrilegio", le due magie di livello uno del dominio di Darkness, al grado uno.
Claudio, in quanto ladro poteva sia scegliere di indirizzare il proprio sviluppo verso abilità innocue, proprie di un ladro, come “Furtività”, che avrebbe portato una serie di benefici alla componente stealth del suo sviluppo, o “Mano lesta” e “Raggirare”, che avrebbero reso più facile il rubare, lo scassinare ed ingannare gli altri personaggi. Oppure poteva optare per una built più offensiva, decidendo di specializzarsi in “Arcieria”, in “Veleni” o nelle due arti più fisiche: “Arte del pugnale” ed “Arte dell’omicidio”. Rifletté qualche minuto su cosa fosse più conveniente sviluppare ad inizio gioco, decidendo così di distribuire i primi punti a sua disposizione alle abilità “Colpo potente” dall’area di competenza dell’arte del pugnale, a “Lingua sciolta” del raggirare ed al “Passo felpato” della Furtività.

Videro che la loro lista degli oggetti era vuota e poi controllarono il loro equipaggiamento.
Claudio aveva equipaggiata una tenuta completa da ladro standard e un pugnale base.
Nicolò aveva equipaggiata una tenuta completa da bardo standard e un liuto base.
" "Un vecchio pugnale arrugginito, conviene disfarsene il prima possibile, se si ha intenzione di sopravvivere" " esordì ad un certo punto Claudio.
"Stai leggendo la descrizione del tuo pugnale?" domandò Nicolò.
"Ovvio! Molto spesso in giochi come questo la descrizione degli oggetti nasconde indizi o segreti"
"Lo so anche io, ma questa situazione è diversa dal solito"
"Certo, è una situazione particolare, ma questo è pur sempre un gioco ed io ho intenzione di giocarlo a pieno!"
"Non mi riferivo a questo… Quella che stai leggendo è la descrizione di un oggetto base. È naturale che dica cose come: "Un'arma senza particolari abilità. Solo un Vacuo folle sceglierebbe di combattere utilizzandola"
"Sai che sei uno spezza bolgia?" disse allora Claudio imbronciato "Dai leggi la descrizione del tuo liuto!"
"Uff… Lo faccio solo perché ho sonno e so che tu mi tormenteresti sino a domani mattina se non lo facessi" Nicolò allora aprì il menu, entrò nell'equipaggiamento, digitò sul liuto, poi su "mostra" e lesse ad alta voce " "Un liuto scordato quasi marcio. Spera che non ti si rompa nel momento meno opportuno"… Beh mi sembra che siamo messi meravigliosamente per quanto riguarda le nostre armi…" 
Claudio sapeva che quel finto disinteresse dell'amico preludeva ad un futuro in cui Nicolò si sarebbe dannato l'anima a leggere ogni descrizione, anche quella dei ciottoli trovati per strada, alla ricerca di misteri e storie di quel mondo. Una volta avevano svolto una run insieme a un titolo e si ricordò quando, trovando un anello non equipaggiabile, aveva fatto 7 diverse supposizioni ognuna valida a seconda di come si leggeva il termine "sangue".
"Comunque… ora sarà meglio registrarci come amici non credi?" Propose il ragazzo chiudendo il menu relativo all'equipaggiamento ed aprendo quello relativo alle richieste di amicizia.
A Claudio arrivò una notifica con scritto "Orpheus vuole stringere amicizia con te; accetti?" lui premette l'icona "conferma", poi una seconda notifica "Orpheus vuole formare un party con te; accetti?" e lui premette nuovamente l'icona "accetta". Ora, sotto le tre barre delle statistiche di Claudio (rispettivamente quella della Salute, quella del Mana e quella del Vigore), poteva vedere la situazione delle statistiche di Orpheus.
"Molto bene" disse Nicolò soddisfatto " A questo punto conviene dormire. Buona notte Claudio"
"Buona notte Nicolò" rispose lui all'amico.

Claudio dopo poco iniziò a russare impedendo a Nicolò di prendere sonno. Allora il ragazzo si alzò e scese per le strade della città. Si guardava intorno incredulo davanti a quel mondo così spaventosamente reale: le luci che tremavano intorno alle fiaccole e le ombre che venivano proiettate lungo i muri in mattone rosso erano identiche a quelle che avrebbe visto nel mondo reale… Ma quello non era il mondo reale, doveva tenerselo a mente. In quel momento, però, a lui interessava di guardare un'altra cosa: alzò lo sguardo e vide uno spettacolo incredibile, una luna piena e incredibilmente candida circondata da spruzzi di stelle raccolte vicine in un angolo di cielo e più rare in un altro, il riverbero sembrava cucire melodie che aspettavano solo di essere cantate da un poeta ubriaco o dalle risate di un bambino. Guardava quello spettacolo di luci che non era mai stato in grado di vedere nel mondo reale. Quello gli piaceva dei giochi: poter esplorare aree meravigliose in cui si poteva perdere con lo sguardo, trovarsi in cima ad un monte e sporgersi per sentirgli mancare il fiato nel ribollire del cuore… Ma in ogni gioco il cielo tinto dall'oscurità e dagli astri era il suo mondo. Eppure quella notte così meravigliosa era troppo perfetta anche per lui… La luna era troppo vicina, le stelle troppo nitide all'orizzonte… Forse era troppo, eppure, quel cielo, frutto di dati e numeri era in grado di dare nuova speranza ai suoi pensieri… I suoi amici erano lì… Doveva trovarli… Sapeva che Claudio era lì per cercare Luna: avrebbero trovato anche lei… Una volta insieme avrebbero concluso il gioco e sarebbero tornati alle loro vite… Ce l'avrebbero fatta; Nicolò ne era certo. Afferrò un attimo il suo liuto e lo studiò. Scegliere la classe di bardo era stata la scelta migliore. avrebbe cantato, avrebbe scritto in nome del suo valore e della giustizia; non si sarebbe mai allontanato dal vero se stesso. Il ragazzo alzò un'ultima volta gli occhi al cielo, vide una stella cadente, si voltò e tornò nell'edificio con un sorriso di compassione in volto mentre pensava "È impossibile che una persona in grado di creare un cielo del genere si diverta a guardare le persone alle prese con un gioco mortale…" 
Aprì la porta della stanza; Claudio aveva smesso di russare; così riuscì ad addormentarsi. 

Il letto all’altro capo della stanza era vuoto, riusciva a scorgerlo nitidamente nonostante il buio. Evidentemente Nicolò era andato a fare una passeggiata. Fissò il soffitto qualche minuto, senza pensare a nulla in particolare, poi richiuse gli occhi, cercando di riaddormentarsi. Non si era ancora assopito che sentì  la porta aprirsi lentamente, riuscendo così ad intravedere la sagoma dell’amico dirigersi verso il proprio giaciglio. Senza rischiare di arrecargli troppo disturbo aspettò qualche minuto e, quando il respiro del compagno iniziò a farsi pesante, uscì dalla stanza, sorprendendosi della leggerezza dei suoi passi "Passo felpato" eh?" pensò. 
Si ritrovò per strada che i primi raggi di sole iniziavano a scacciare la buia notte, e già si udivano i cinguettii degli uccelli più mattinieri. Si sorprese delle cura con cui ogni angolo di quella città fosse stato costruito. L’alba stessa non era un repentino momento di transito tra la fase diurna e quella notturna del gioco, ma aveva una propria magia, una propria poesia. Si ritrovò a camminare per le strade della Città Iniziale osservando come essa stessa si animava: nessuna apparizione improvvisa di NPC, nessuna uscita di modelli da porte che rimanevano chiuse. Poteva osservare i contadini che aprivano le porte, salutavano le mogli e si incamminavano verso i campi; i mercanti che iniziavano ad allestire le proprie bancarelle chiacchierando spensieratamente tra di loro. Gli sembrò addirittura di notare tratti somatici simili in gran parte della popolazione: occhi bruni, capelli neri e carnagione olivastra. Ma nonostante ciò ogni personaggio era modellato con caratteristiche peculiari e variegate, evidentemente si trattava di una sorta di etnia preponderante in quei luoghi. Adesso moriva dalla curiosità di scoprire se essa sarebbe cambiata di città in città o di piano in piano. Si rese conto che in quel luogo fosse tutto troppo curato per essere considerato unicamente un gioco. Tutto e tutti avevano una propria realtà. Improvvisamente si accorse che tutto quel girovagare senza meta per le vie cittadine  gli avesse fatto perdere la consapevolezza di dove fosse la locanda, o qualunque cosa fosse il luogo che li aveva ospitati quella notte. Così  mando un messaggio all’amico in cui gli chiedeva di ringraziare Antigone anche da parte sua, aggiungendo poi di incontrarsi verso le sette nella piazza dove si erano ritrovati la sera prima. Decise a quel punto di iniziare ad esplorare la mappa cittadina, per avere qualche punto di riferimento, riuscendo così ad individuare parecchi luoghi di interesse: qualche locanda, una fucina, un’erboristeria, vari negozi di armi ed armature, qualche bacheca degli annunci, in cui erano già presenti varie richieste, ed altri marcanti più o meno interessanti. Mentre osservava i giocatori più mattinieri fare acquisti rimase colpito di come essi visitassero più negozi più o meno simili tra di loro: verdura, carni, ortaggi, erboristerie. Decise di chiedere informazioni ad uno di essi, un mago dai vestiti violacei, i capelli ambrati ed gli occhi azzurri, all’incirca di  16/17 anni,  che rispondeva al nickname di Phones. Dopo un iniziale momento di riluttanza nel comunicare, il ragazzo gli spiegò velocemente di come ogni mercante accettasse di comprare solo la merce che rientrava nelle categorie che rivendeva, rendendo così indispensabili organizzazioni giornaliere del proprio inventario. Esso infatti non era infinito, ed ognuno aveva un massimo di peso trasportabile, a seconda di classe e caratteristiche. Una volta saturato quel peso non ci sarebbe stato alcun deficit alla velocità di movimento, ma non si sarebbero più potuti portare con se ulteriori oggetti finché l’inventario fosse rimasto pieno. Phones gli disse inoltre di alcuni facili metodi per conservare gli oggetti: poteva lasciarne alcuni nella stanza della locanda in cui alloggiava in quel periodo, oppure gli parlò di alcuni magazzini, sparsi nelle città di gioco, dove ad un determinato costo giornaliero si poteva lasciare un gran numero di oggetti. Gli spiegò anche che i magazzini erano luoghi più sicuri, mentre nelle locande potevano succedere avvenimenti casuali come furti, incendi, crolli che avrebbero portato alla perdita di gran parte degli oggetti in esse custoditi. Claudio ringraziò il mago, chiedendogli  se non gli dispiacesse registrarsi nelle rispettive  liste di utenti amici. Il ragazzo accettò di buon grado e gli chiese se volesse accompagnarlo nel suo giro di rifornimento mattutino, in modo che capisse qualche altro dettaglio sull’organizzazione dell’inventario. Intanto che camminavano Phones gli chiese come mai fosse all’oscuro di informazioni così basilari e Claudio, sentendo di potersi fidare del ragazzo, gli raccontò tutta la storia.
Al termine del racconto il ragazzo sgranò gli occhi per qualche istante, poi scoppiò in una fragorosa risata. 
“ Perfetto, mi mancava giusto incontrare l’utente pazzo” disse
“ Ehi, non sono pazzo” si difese Claudio” è stata una decisione necessaria”poi fissò Phones, e si rese conto del fatto che quel ragazzo lo stesse prendendo in giro. Gli tirò un pugno amichevole sulla spalla, ed iniziò a ridere assieme al nuovo amico. 

Nicolò si svegliò intorno alle 6:00. Vide che il letto di Claudio era vuoto e subito pensò "Possibile che non stia fermo un minuto quel ragazzo?" Poi vide una notifica nel menu della chat e lesse il messaggio dell'amico che gli diceva di incontrarsi nella piazza dove erano comparsi la sera prima alle 7:00. Aprì la mappa e guardò la strada più semplice per arrivare al luogo di ritrovo; avrebbe impiegato 5 minuti a raggiungerlo, aveva quindi 50 minuti per fare quello che voleva… Ma cosa? Ad un certo punto sentì un tonfo provenire fuori dalla porta della stanza; corse nel corridoio e vide che Antigone era caduta mentre trasporta quelle che avevano l'aspetto di essere una decina di pozioni.
"Antigone tutto bene?" Domandò lui aiutando la ragazza a rialzarsi.
"Oh… Sì, sì… Sono scivolata su quel gradino, non ti preoccupare" rispose lei rialzandosi.
"Ma cosa stavi facendo con queste pozioni?"
"Le ho preparate questa notte e le stavo portando nel magazzino" 
"Wow, complimenti! Comunque lascia fare a me, le porto io"
"Oh… Grazie mille Orpheus"
I due ragazzi scesero le scale e sistemarono le pozioni in uno sgabuzzino pieno di fiale simili. Dopo aver ordinato il tutto Antigone si offrì di preparare un tea per entrambi e Nicolò accettò volentieri.
Erano entrati un una piccola stanza con un tavolo e tre sedie disposte intorno ad esso. Lei prese una teiera da una mensola, la riempì d'acqua e la poggiò su un fornello accendendolo e impostando il timer mediante comandi che man mano apparivano davanti a lei.
"Certo che così le cose sono molto più semplici" osservò Nicolò mentre la ragazza prendeva una scatola in latta contenendo la miscela per l'infusione.
"Già…" disse lei versando l'infuso in due tazze bianche.
"Posso farti una domanda?" domandò all'improvviso la ragazza.
"Certo dimmi tutto" rispose lui prima di poggiarsi la tazza alle labbra.
"Tu e il tuo amico avete detto di essere entrati volontariamente in questo gioco… Ieri sera mi avete detto che avevate i vostri motivi… Quindi..."
Nicolò poggiò la tazza sul tavolo "Vorresti sapere perché l'abbiamo fatto, vero?"
"A dire il vero, sì"
"Vedi; io e Ashel frequentiamo la stessa classe nella vita reale e, il pomeriggio del 12 Aprile, siamo venuti a conoscenza che alcuni dei nostri migliori amici, tra cui la ragazza di Ashel, erano rimasti imprigionati in questo gioco… Volevamo aiutarli e là ci era impossibile quindi…"
"Avete deciso di venire qui"
"Esatto, ma... non è solo quello…"
"Cosa intendi?"
"Vedi… Le mie motivazioni non si fermavano lì… Hai presente il Don Chisciotte?"
"Conosco la trama a grandi linee ma cosa centra?"
"Allora: come ben saprai alcuni dicono che Don Chisciotte impazzisce perché legge troppi libri di cavalieri e affini e, nel capitolo XIII, scambia dei mulini a vento per dei giganti"
"Sì, è uno dei passaggi più celebri dell'opera, lì si vede tutta la follia di Don Chisciotte"
Nicolò picchiò un pugno sul tavolo facendo sbordare il tea dalla sua tazza "Non è così! Don Chisciotte non è folle, è l'uomo più assennato di tutta la letteratura! Leggendo quei libri meravigliosi in cui sono ritratte imprese gloriose, sentimenti nobili e utopie che si possono concretizzare lui decide di entrare in quel mondo di giusti! Vuole mostrare che il vivere ritratto da quell'inchiostro è il modo giusto di vivere! Ma il suo tempo non gli da modo di mostrare il suo valore e allora cosa fa? Affronta i suoi giganti! Ossia i mulini, tizi che si danno solo delle grandi arie che però possono scagliarti tra le stelle! Ecco perché sono qui… Io sono figlio di Don Chisciotte e di come lui si è gettato contro le ingiustizie! Voglio dimostrare a me stesso che la mia virtù ce la può fare!"
Antigone scoppiò a ridere e Nicolò disse serio "Cos'è? Non credi a quello che dico?"
Lei si scusò e aggiunse "Non è quello… È che sei così strano"
"Beh grazie ahahahah" disse lui bevendo un altro sorso di tea.
"È anche per quello che hai scelto il nickname Orpheus?"
"Già… Il fermarsi per giustizia"
"Hai letto i "Dialoghi con Leucò" quindi"
"Assolutamente, mia cara Bacca"
I due scoppiarono a ridere.
"Sai" tornò a dire Antigone "Il tuo ideale è molto nobile"
"Mai quanto il tuo"
"Cosa intendi dire?"
"Vedi io agisco solo per me stesso e per i miei amici… Tu invece sei rimasta qui, a soccorrere anche dei perfetti sconosciuti… Sei una ragazza incredibilmente forte, ora capisco perché hai scelto come nickname Antigone" sorrise lui.
La ragazza arrossì di colpo "beh… Ma… Grazie… Io…"
"Tutto bene?" domandò Nicolò confuso.
"Sì, sì… Ascolta… Io e i ragazzi che qui ci occupiamo degli altri portiamo tutti questo anello" e mostrò al ragazzo un anello che portava sull'indice sinistro: aveva la forma di un serpente che si morde la coda, il corpo era in argento e gli occhi due piccole gemme verdi "È un anello che aumenta di uno le pozioni prodotte mediante l'Alchimia. Tu sei un bardo e quindi possiedi quell' "Area di competenza"… Non è un anello particolarmente potente ma mi farebbe piacere se tu ne prendessi uno"
"Ma io non vi ho aiutato in nessun modo…"
"Ma tu esplorerai questo mondo in lungo e in largo e avrai occasione di aiutare tante altre persone in difficoltà… So che lo farai, leggo nei tuoi occhi quello spirito. Prendilo"
Lui accettò il dono, mentre se lo equipaggiava (lo indossò sull'anulare destro) lesse la sua descrizione: "Anello dell'Oroburo; anello creato da un giovane chierico; aumenta di uno le pozioni create mediante l'alchimia. Nei tempi bui i chierici dimostrano sempre la loro disponibilità e li si trova spesso ad aiutare i bisognosi. Questo anello è il simbolo di quel nobile ideale" 
Poi guardò l'orario sullo schermo e si accorse che doveva correre a incontrare Claudio.
"Antigone scusa ma devo scappare. Grazie di tutto sia da parte mi che da parte di Ashel. Spero di rivederti presto" disse alzandosi e fuggendo via dalla porta.
"Mi raccomando: state attenti e finite questo maledetto gioco!" le urlò dietro lei. Dopo qualche secondo sentì in lontananza urlare "Non ti preoccupare!"
Lei rimase seduta al tavolo a finire il suo tea, guardò il suo anello, poi all'improvviso apparve una notifica nel menu delle amicizie. Lesse "Orpheus vuole stringere amicizia con te; accetti?" Lei bevve un sorso dalla tazza, accettò la richiesta e sorrise felice  

Quando Il grande campanile batté sette rintocchi Claudio stava ancora contemplando la magnifica fontana al centro della piazza. Si era separato da Phones circa mezz’ora prima, quando il ragazzo era uscito dalla città per raccogliere qualche oggetto che avrebbe poi rivenduto, ed era seduto da allora sul bordo di quel bianco,  grandioso  blocco marmoreo raffigurante una bellissima una bellissima figura femminile circondata da allegri delfini immortalati nel momento del salto ed ippocampi che spruzzavano getti d'acqua dalle proprie bocche, ma ancora non si era stancato di ammirarli. Fu riportato alla realtà solamente da una pacca sulla spalla che per poco non lo fece cadere nell'acqua e dal saluto di Nicolò. Senza perdere tempo i due si incamminarono verso la chiesa, come avevano deciso quella notte, intanto che Claudio aggiornava l’amico sulle novità riguardo l’inventario. Si ritrovarono davanti ad un immenso portone ligneo che si ergeva all'interno di un'ampia e profonda arcata, posto nel mezzo di quell'immensa e austera facciata tripartita. Su di essa i due ragazzi videro quattro semicolonne scanalate sormontate da capitelli corinzi che sembravano reggere la parte superiore, formata da due semitimpani ad andamento rettilineo sormontati da coppie di volute affrontate, che raccordavano alla cornice sottostante il fastigio centrale, nel quale era adagiato un grande rosone. Nelle partizioni laterali della facciata, poi, erano presenti due nicchie che ospitavano statue di cavalieri in armi. Il tutto era dello stesso materiale della fontana. 
Spinsero il grande portene ed, una volta entrati, Nicolò e Claudio si trovarono nella navata centrale, separata dalle altre due da una serie di archi. Ma nessuno dei due riuscì a dare troppo peso a com’era organizzato l’interno della struttura. La loro attenzione fu subito rapita da ciò che si trovava nel posto in cui era solitamente presente un altare: una grande lastra di basalto nero, che irradiava una tenue luce verde. Man mano che si avvicinarono la luce si rivelò provenire da alcune scritte, ed il verde non era l’unico colore che ora riuscivano a percepire.  Solo una volta dinanzi a quel monolite riuscirono a capire di cosa si trattasse. In alto, infatti, riuscirono a scorgere una data, 12 Aprile. Sotto di essa migliaia di nomi o, per meglio dire, di nickname, colorati per la maggior parte in verde, ma alcuni di essi erano rossi. Non ci misero molto a capire che questi ultimi erano quelli dei giocatori già deceduti. Provarono a cercare tra tutte quelle parole qualche nome a loro familiare, ricerca resa impossibile dall’elevatissimo quantitativo di nomi e dalla minutezza dei caratteri . E poi, in fondo, neppure loro sapevano come si fossero chiamati i loro amici. Stavano per uscire dalla chiesa quando un ultimo dettaglio li incuriosì: nell’angolo in basso a destra erano presenti altre tre date in rapida sequenza: 13 aprile, 14 aprile e 15 aprile. 
Sotto a quest'ultima, isolati da tutti gli altri, lessero i nomi Ashel e Orpheus.
   
 
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