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Autore: Vallinz_00    16/07/2016    2 recensioni
Se Eric, il capofazione diciottenne che tutti conosciamo avesse avuto una sorella?
Erika. Sedici anni. Bionda e bella proprio come il fratello, occhi color ghiaccio, però di carattere completamente diverso da Eric.
Erika scopre di essere Divergente, infatti il suo test risulta inconcludente.
Anche per lei è giunto il Giorno della Scelta.
Cosa sceglierà? Sceglierà di rimanere negli Eruditi, sua fazione natale, oppure sceglierà di andarsene?
Se Eric scoprisse che la sorella è Divergente? Lui che odia i Divergenti?
Cosa potrebbe succedere?
Spero di avervi incuriosito;)
Dal prologo:
L'acqua del lago è gelida. Non riesco a vedere bene il fondale. Sembra ci siano solo fango e alghe.
Sento mancarmi il fiato. 'È una stupida simulazione Erika, continua...' Mi ripeto mentalmente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Dopo aver visto l'alba, io e Peter ci incamminiamo a passo svelto verso il dormitorio. Camminiamo uno di fianco all'altra senza dire nulla. Sinceramente sono un po' preoccupata. Gli altri non devono sapere che non abbiamo passato la notte in dormitorio, ma soprattutto non devono sapere nulla dell'aggressione.

Quando varchiamo la soglia della camerata, come previsto, non troviamo nessuno sveglio. Tutti dormono beati. Persino Tris è ritornata. Probabilmente sta solo facendo finta di dormire perchè non vuole essere scoperta. Solo un letto è vuoto: quello di Al. Rabbrividisco. Perchè anche lui era coinvolto nell'assalto? E ora, dove sarà? A piangere le sue colpe? Io e Tris non lo perdoneremo facilmente, quello che ha fatto è stato cercare di ucciderci. Per ottenere cosa? Un posto più alto nelle classifiche? Bell'amico. Scuoto il capo come per cancellare il suo nome e tutte queste domande che mi stanno assillando.

Peter mi da un bacio sulla guancia e prima di rimettersi a letto mi sorride. Io ricambio il sorriso e poi mi siedo sul mio letto. Sono appena le sei, tra un'ora e mezza ci sarà la sveglia, meglio recuperare qualche ora di sonno prima del crollo definitivo.

 

 

 

-In piedi iniziati- Tuona mio fratello sulla soglia della porta, poi sparisce nel buio dei corridoi.

Mi alzo di scatto. Non posso crederci, mi sono addormentata, ho dormito pure bene. Mi dirigo in bagno, mi sistemo i capelli e mi metto un filo di matita nera. Mi cambio e dopo neanche cinque minuti sono pronta. Fresca e tosta per affrontare questo nuovo giorno.

Uscendo dal bagno incrocio lo sguardo di Molly per qualche secondo. Sembra non provare alcuna emozione. Quanto la odio.

Poco dopo Tris mi rivolge un debole sorriso.

-Tutto bene?- Le chiedo sottovoce.

-Si- Mi risponde lei.

-Dove sei stata dopo... insomma... dopo l'inconveniente?-

Lei mi guarda, esita un po' prima di rispondere e poi arrossisce. Ora capisco. E' stata da Quattro. Sorrido.

-Sei stata nel suo appartamento?- Le chiedo con un sorrisetto malizioso.

-S-si.- balbetta imbarazzata.

-Ma non ti fare strane idee. Mi ha solo medicata, abbiamo parlato un po', poi sono tornata di mia spontanea volontà al dormitorio. Tu, piuttosto. Dove sei stata?-

-Ero con Peter in infermeria.- Dico, con voce ferma. Non deve e non può sapere che ero nell'appartamento di Eric.

Ah, bene.- Conclude lei con un sorriso.

 

Stiamo per uscire dalla camerata, quando sulla soglia della porta appare Al.

Ha gli occhi puntati a terra, come se avesse paura di guardarci. Fa bene ad essere impaurito. Io e Tris ci giriamo di scatto l'una verso l'altra. Non sappiamo cosa fare, ne cosa dire.

Quando Al alza lo sguardo e lo punta su di noi noto all'istante il suo aspetto trasandato. I vestiti mezzi strappati, il colore violaceo della sua pelle provocato forse dai lividi dell'aggressione, due tagli, uno sul sopracciglio e uno sul labbro e il suo sguardo da cucciolo ferito. Viene verso di noi.

Quando anche gli altri notano la sua presenza cominciano ad osservarlo increduli per il suo aspetto.

-Ehi amico, che ti è successo?- Chiede Will avvicinandosi a lui.

Al non risponde, si limita a fissare il suo amico con gli occhi lucidi.

Peter sembra voler intervenire, o almeno dire qualcosa. Incrocio il suo sguardo e faccio no con il capo lentamente.

-Tris...- la voce di Al è debole.

Lui cerca di prenderle il braccio ma lei si dimena e si allontana.

-Non toccarmi, lasciami in pace- Urla lei in preda al panico.

Io faccio finta di essere calma, anche se vorrei piangere.

-Sei un codardo.- Tris inizia a singhiozzare, gettandosi tra le mie braccia. La stringo forte e poi incenerisco l'ex candido con lo sguardo. Funziona, perchè comincia a fare dei passi indietro.

Gli sguardi degli altri sono un misto di perplessità, paura e confusione.

-Io...mi dispiace- Lui trema, non so se dalla paura o per qualcos'altro.

-Vattene, codardo che non sei altro.- Tuona Tris ancora abbracciata a me.

Al sembra voler piangere.

E' piombato il silenzio assoluto nel dormitorio. Riesco a sentire bene i respiri affannati degli altri iniziati vicino a me.

-Tris, ti prego... Erika...- L'ex candido si avvicina di nuovo a noi in modo supplichevole.

-Se ti ha detto di andartene, vattene e lasciaci in pace. Verme.- Ora sono io che grido. Spero di essere stata chiara. Le mie ultime parole rimbombano nei corridoi della residenza.

Improvvisamente sulla soglia della camerata appare Eric. Grazie buon Dio di aver mandato rinforzi.

 

-Che ci fate lì impalati? Forza, filate in mensa. Non voglio sentire volare una mosca, altrimenti vi userò come mio prossimo bersaglio nel lancio dei coltelli. Forza- Incita mio fratello battendo le mani.

Tutti cominciano ad uscire dalla stanza. Al per primo, seguito da tutti gli altri. Noto che Eric bisbiglia due parole a Peter e poi anche quest'ultimo sparisce.

 

Nella camerata ora ci siamo solo io e mio fratello. Lui incrocia le braccia e divarica le gambe, come se volesse delle spiegazioni.

Io corrugo la fronte.

-Al era uno degli aggressori. Non potevamo fargliela passare liscia Eric.-

-Capisco. Anche facendo così all'ottanta percento diventerà un escluso. Perderà dei punti per aver fatto questo. E non pochi punti- Eric incomincia a girovagare per la stanza senza meta.

-Secondo te l'ha fatto per questo?- Chiedo sedendomi su un letto.

-Non c'è altra spiegazione se non questa, Erika.- Ribatte lui con voce ferma.

 

Beh, un'altra spiegazione ci sarebbe: il fatto che io e Tris siamo Divergenti. Ma per ora voglio lasciar credere a mio fratello che lui ha ragione.

 

-Però non è di questo che sono venuto a parlarti. Vedi, oggi avete il giorno libero. Niente simulazioni e robe varie.-

Sorrido mentalmente, finalmente un giorno di pausa da tutte queste torture.

-Oggi pomeriggio subito dopo pranzo fatti trovare al pozzo. Andremo a casa, devo controllare alcuni documenti per sapere di più sulla morte di mamma e papà. E' necessario controllare soprattutto un documento.- continua lui guardandomi negli occhi.

-E se ci vedono Eric?- Chiedo preoccupata.

-Stai tranquilla, con me sei al sicuro sorellina.- Mi rivolge un sorriso e io ricambio.

Mi fido di lui. Speriamo vada tutto bene.

 

A passo svelto ci incamminiamo verso la mensa, quando un urlo ci fa accapponare la pelle. Ci fermiamo di scatto.

-Proveniva dallo strapiombo.- Borbotta mio fratello.

Incominciamo a correre verso il luogo sopracitato. Quando arriviamo notiamo un gruppetto di intrepidi poco più grandi di me che fissano increduli il fondo dello strapiombo come se là sotto abitasse il mostro dei mostri.

Scorgo le figure di Quattro, Tris, Peter e degli altri nella parte opposta alla nostra.

 

-Allontanatevi immediatamente dallo strapiombo. C'è qualcosa sul fondo, dobbiamo recuperarlo.- Grida Quattro.

All'istante arrivano alcuni intrepidi muniti di un'attrezzatura strana che permetterà loro di recuperare quello che c'è sul fondo.

 

Dopo pochi minuti il gruppo di intrepidi riporta alla luce un corpo.

Un corpo senza vita.

Sento mancarmi il fiato quando mi accorgo che è quello di Al.

Non posso crederci, si è buttato nello strapiombo. Si è ucciso.

Comincio a piangere in preda al panico. E' tutta colpa nostra. Mi faccio schifo da sola. Eric mi osserva, è a pochi metri da me, come se volesse tranquillizzarmi e dirmi che va tutto bene, che sarebbe diventato un escluso comunque perchè era in fondo alla classifica e non sarebbe riuscito a superare il test finale. Ma non mi importa.

Dopo pochi secondi Peter mi raggiunge e mi stringe. Mi da un bacio sulla fronte.

-Non è colpa tua o di Tris, è colpa sua. Lui ha sbagliato ad aggredirvi solo perchè era in basso nella classifica.- Mi bisbiglia, accarezzandomi i capelli.

Probabilmente, visto che lui era in fondo alla classifica l'hanno ricattato: uccidi queste due divergenti così potrai essere primo. Non lo so, non lo so, so solo che la paura e i sensi di colpa mi stanno divorando. Vorrei spifferare a Peter e ad Eric chi sono veramente e togliermi questo peso, probabilmente però se lo facessi mi ucciderebbero, non so come reagirebbe mio fratello che non può sopportare i Divergenti.

 

-Erika, dobbiamo andare. Anticipiamo la nostra gita. Ora è il momento più adatto.- Eric mi prende per il polso e mi strappa via dall'abbraccio di Peter.

-Non c'è tempo da perdere, Peter coprici.-

Peter annuisce e poi ritorna dagli altri intrepidi, ancora spaventati e confusi per quell'orrendo suicidio.

 

 

 

 

Io ed Eric sfrecciamo lungo la ferrovia arrugginita, in attesa dell'arrivo del treno merci che ci porterà dagli Eruditi, nostra fazione natale.

Appena il treno ci passa affianco, Eric riprende velocità e io faccio lo stesso.

Successivamente lui afferra la maniglia dell'ultimo vagone e facendola scorrere di lato apre la porta, subito dopo mi tende una mano per aiutarmi a salire. Io la afferro all'istante senza esitare.

Anche questa è andata. Penso tra me e me.

 

Nonostante tutto sono ancora scossa dalla morte di Al, accaduta pochi minuti fa. Non mi aspettavo un gesto del genere da parte sua. Per distrarmi guardo fuori.

Siamo quasi arrivati dagli Eruditi. Non so esattamente perchè mio fratello mi abbia chiesto di accompagnarlo; avrebbe potuto benissimo andarci da solo, avrebbero sospettato di meno. Il Capofazione più temuto degli intrepidi che se ne va via con un'iniziata trasfazione. Spero che nessuno ci abbia visto, potrebbero addirittura riempire di domande Peter, mio complice a metà, nonché mio ragazzo.

 

-Che cosa cerchi esattamente Eric?- Chiedo osservando il paesaggio di fuori.

-Una cosa, un documento che forse chiarirà tutti i nostri dubbi- Risponde lui alzando gli occhi al cielo.

-Di che documento si tratta, si può sapere? E' da quando ci siamo svegliati che lo nomini- Ora lo guardo negli occhi. Occhi che sembrano fatti di ghiaccio. In un certo senso quelle iridi rispettano completamente il carattere di Eric. Freddo con la maggior parte delle persone che conosce, alcune volte anche con me, soprattutto il primo giorno che ho varcato la residenza degli intrepidi. Sembra passata un'eternità, in verità sono passati più o meno dieci giorni se non di meno.

 

Lui sta per aprire bocca quando nota che siamo arrivati nella fazione degli eruditi.

-Non c'è tempo da perdere sorellina!-

Dopo questo, fa un salto dal treno, poi con una capriola atterra saldamente sulle piante dei piedi. Io faccio lo stesso, però devo dire che il salto di Eric era decisamente meglio del mio.

-Brava sorellina, stai diventando agile come un vero intrepido- Mi dice lui con un sorrisetto.

Io gli faccio la linguaccia e poi lo seguo.

 

Gli Eruditi non cambieranno mai, sempre noiosi e sempre monotoni nei modi.

Quando arriviamo davanti casa nostra mi si forma un nodo in gola.

Eric capisce che c'è qualcosa che non va, così mi prende e mi stringe a sé.

-Coraggio, ci sono io con te.- Mi sorride, questa volta un sorriso sincero.

-Ti voglio bene Erika, più di quanto tu immagini. D'altronde sei la mia sorellina.- Ricaccio le lacrime e rido. Era da tanto tempo, forse anni, che non mi diceva un 'Ti voglio bene'. Ma lui è fatto così.

-Anche io ti voglio tanto bene Eric. Il mio fratellone- Gli do un bacio sulla guancia in punta di piedi e poi uno di fianco all'altra cerchiamo di entrare in casa.

-Come entriamo?- Chiedo io.

-Togli quella molletta dalla testa, proviamo ad aprire la serratura.-

-Pessima idea, ma se vuoi, tentar non nuoce- Mi sfilo la molletta dai capelli color grano e la porgo a mio fratello.

 

Dopo vari tentativi e insulti verso la serratura da parte di Eric, lui riesce ad aprire la porta. L'appartamento è buio, ci sono almeno una trentina di scatoloni sparsi per la casa. Mi fermo ad osservare la foto di famiglia appesa al muro del salotto.

Mamma e papà sprigionavano gioia da tutti i pori. Io e mio fratello avevamo un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Quanto mi mancano quei momenti.

Inizio a singhiozzare in silenzio. Appena Eric si accorge del motivo per cui piango si avvicina a me e di nuovo mi imprigiona nelle sue braccia possenti.

-Erika, ti prego, so che è difficile, lo è anche per me. Stai concentrata, ricorda il motivo per cui siamo venuti qui.- Mi bisbiglia lui.

-Per avere giustizia- Ribatto.

 

Lascio il suo abbraccio dirigendomi in cucina.

-Tu guarda al piano di sotto, io vado di sopra. Spero di trovare qualcosa di utile- Mi dice mio fratello.

 

Pochi minuti dopo scende di corsa le scale e noto che ha in mano un fascio di fogli.

-Erika! Ho trovato quello di cui ti parlavo prima sul treno.-

Aggrotto le sopracciglia e leggo il titolo scritto sopra quel quadernone con un pennarello indelebile nero.

RISULTATI TEST ATTITUDINALI

 

Cazzo.

No, non può essere.

NO

-Cos'è?- Balbetto

-Qui ci sono tutte le informazioni sul test attitudinale. Era nello studio di papà, sulla sua scrivania.- I suoi occhi luccicano, come se avesse trovato il tesoro che gli cambierà la vita.

-Qui ci sono tutte le risposte-

 

Eric apre lentamente il quadernone.

La prima scheda è quella di papà. Noto che nella voce 'test attitudinale' c'è scritto: inconcludente. Eric si ferma di botto e indietreggia, come se avesse visto la morte in faccia.

-Non può essere- Sbotta lui.

Successivamente gira un'altra pagina, la scheda di mamma. Lo stesso identico risultato di papà. Pazzesco.

-No! Loro erano...non può essere-

-Erano Divergenti, ecco perchè sono stati uccisi- Esclamo io in preda al panico. Comincio di nuovo

a piangere.

Eric sta per girare un'altra pagina del quadernone ma io lo fermo. Lì c'è di sicuro la mia verità, non posso permettere che lo scopra cosi.

-Eric- Lo chiamo e lui si gira di scatto verso di me. E' ancora scioccato per la verità sui nostri genitori.

-Devo dirti una cosa, una cosa molto importante...-

 

 

 

Angolo dell'autrice

 

Ehilà! Ed ecco a voi l'undicesimo capitolo. Come promesso è più lungo e movimentato rispetto al precedente. Le cose cominciano a farsi interessanti, rimanete sintonizzati e non cambiate canale perchè niente è come sembra.

Sono soddisfatta, spero vi piaccia, fatemi sapere i vostri pareri con una recensioncina. Bene, grazie in anticipo e a presto con il prossimo capitolo :)

Vallinz_00

 

 

 

  
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