Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: HighByTheBeach    16/07/2016    1 recensioni
(Spoiler sesta stagione.)
Sansa Stark e Cersei Lannister sono due donne forgiate dal dolore e dalla perdita. Entrambe hanno vinto. Entrambe hanno perso.
Pensieri di due donne che hanno pagato la propria vittoria ad un prezzo troppo alto.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cersei Lannister osserva la sala del Trono.

I suoi occhi verdi come l'Altofuoco che aveva utilizzato per distruggere i suoi nemici studiavano attentamente le facce che la circondavano.

Ricorda perfettamente che, quando sul Trono di Spade erano seduti Robert o suo figlio Joffrey, quella sala era molto più luminosa ed affollata.

Quei pochi volti che osservano la neo-Regina sono colmi di soggezione, e la sala è cupa, illuminata da poche fiamme morenti.

La leonessa di granito, dall'alto del suo Trono, sa bene che i suoi sudditi non la amano. Ma sapeva altrettanto bene che del loro amore non sapeva cosa farsene. Non era stato l'amore a condurla su quel Trono. Erano stati il sangue, il terrore, l'ira a condurla lì.

Cersei non ha bisogno di amore, nemmeno da parte di suo fratello, non più. Lo sguardo di Jaime era valso più di mille parole per la regina. Cersei sapeva che il fratello non l'avrebbe mai perdonata per quanto accaduto a Tommen, l'unico figlio che gli era rimasto. Adesso Cersei non ha più nulla da perdere, nulla da amare. Ed è proprio in situazioni come questa che si mantiene il potere.

 

Cersei aveva schiacciato tutti i suoi nemici. Le rose Tyrell erano state estirpate per sempre, ed i passeri erano stati abbattuti. La morte di Tommen non era giunta inaspettata per la Regina. La profezia di Maggy la rana risuona ancora nella sua testa. "D'oro saranno le loro corone, e d'oro saranno i loro sudari."

La profezia si era avverata. I figli di Cersei erano caduti uno dopo l'altro, in un'incessante cascata di morte.

 

Nella vittoria, Cersei aveva perso tutto. Non le restava che il potere, rappresentato da quel Trono formato dalle spade di uomini vissuti molto tempo fa. I pensieri della Regina si rivolgono a suo padre, il grande lord Tywin, il leone dell'Ovest, l'uomo che, pur non essendo mai stato re, assoggetava chiunque incontrasse il suo sguaro color smeraldo. Cersei si chiede se ora egli sarebbe fiero di lei, di quella figlia a cui mai aveva riservato la stessa considerazione riservata a Jaime. Cersei si era sforzata di essere all'altezza di Tywin, sempre. E cosa aveva avuto in cambio? Era stata regalata a Robert Baratheon come fosse un oggetto, come pegno di un'alleanza fragile già nel principio. Era dunque questa la considerazione che il lord di Castel Granito aveva della figlia?

Se fosse ancora vivo, Cersei pensa che anch'egli dovrebbe inchinarsi di fronte a lei, avvolta in quel vestito nero come le tenebre che ormai da tempo immemore si erano fatte strada nel suo cuore.

 

Un sorriso si fa strada tra le labbra sottili della Regina alla vista dei sudditi che si inchinano timorosi ogni volta che incrociano il suo sguardo. Cersei sa che il popolo di Approdo del Re la odia. Sa che quei poveracci la considerano una puttana, un'incestuosa fornicatrice, un'assassina. Ed hanno ragione. Cersei non ha più bisogno di nessuno, ormai. Non esiste più neanche un concilio ristretto. Non ha bisogno di accerchiarsi di inutili leccapiedi che la pugnalerebbero alle spalle alla prima occasione. Qyburn è tutto ciò che le serve. Non ha bisogno nemmeno di Jaime. Lo sguardo accusatore del gemello era stato sufficiente durante l'incoronazione. Lui non capisce. Non capisce. Non capirà mai. Cersei è costretta ad ammettere, con amarezza, che se l'uomo che un tempo aveva amato dovesse decidere di ostacolarla, non potrà che disfarsi di lui.

In realtà, la Regina non era neanche più sicura di averlo amato. Ma ormai non è più importante. L'amore è debolezza, e l'unico amore che si può provare è quello per i propri figli. Essendo questi ultimi morti, Cersei non ha più alcun legame con la propria umanità. Non ha più motivo di essere misericordiosa. Intende instaurare un governo di terrore, lì nella Capitale. E intende far udire il proprio ruggito a chiunque osi sfidarla, come è capitato quel giorno, nel tempio di Baelor.

 

Cersei Lannister si affaccia sul terrazzo della Fortezza Rossa. Osserva Approdo del Re, i fumi dovuti all'esplosione sono ancora nell'aria. Poi il suo sguardo passa oltre, e si perde nell'orizzonte. Nella testa della Regina si susseguono le immagini di Dorne, dell'Altopiano, della Valle, dell'Ovest, del Nord. I Sette Regni di Westeros, così lontani tra loro e così diversi, tutti nelle sue mani.

E allora la Regina non può che sorridere di gusto, mentre si porta alle labbra l'ennesimo calice di vino.

  
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