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Autore: blackama    16/07/2016    4 recensioni
Purtroppo per Ash le cose non sarebbero andate così bene, ormai aveva raggiunto il suo obbiettivo e la sua psiche si era mentalmente preparata a supportare il colpo, se questo fosse fisicamente possibile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Panic!

Qualche goccia di sudore gli scivolò lungo il viso per lo sforzo di camminare.
Mancava ancora un metro dalla porta, spazio che una persona normale avrebbe colmato in un batter d’occhio ma che a lui stava prosciugando tutte le energie.
Stanco ma soddisfatto di avercela fatta sentiva le voci concitate ma ancora non capibili dall’altra parte della porta. Si rese conto di avere il cuore a mille: anche se soffocata riconobbe nella voce di sua madre una nota di amarezza.
Però si riprese subito e abbassò piano la maniglia sperando con tutto se stesso che non cigolasse. Assicuratosi di non aver prodotto alcun rumore spinse piano fino a socchiudere la porta e le voci entrarono dentro la stanza raggiungendo il ragazzo:
“Dottore, durante questo anno, se c’era qualcosa di cui ero veramente terrorizzata era di perderlo per sempre, di non poter più incrociare i suoi occhi, di non sentire più la sua voce, ma soprattutto, che lui se ne andasse mentre ero lontana, mentre non gli stavo affianco”

Passò appena un secondo da quell’affermazione ma per Ash furono ore, giornate, mesi interi: “Mamma”

“Ma ora che è di nuovo qui, che ho potuto parlagli, che ho potuto ascoltarlo, riabbracciarlo, mi rendo conto che non posso dirgli la verità”
Abbassò lo sguardo preoccupata:
“Se lui tornasse in quello stato perché io non seppi essere in grado di gestire la situazione non me la perdonerei mai!”
Dicendo questo nuove lacrime le inondarono il viso. Come uno sfogo di una preoccupazione che la opprimeva ormai da tempo, quasi urlò presa dalla disperazione all'indirizzo del dottore:
“Eppure, ho ancora più paura che lui lo scopra da solo o peggio, che glielo dicesse qualcun altro! Lo so, non mi potrebbe più perdonare!”

Il dottore l’ascoltava in silenzio con espressione seria ma con il cuore turbato e l’animo frustrato per quei sentimenti che non avrebbe mai realmente capito e che, ne era assolutamente certo, neanche il libro più recente e famoso di medicina o psicologia avrebbe solamente potuto descrivere un centesimo di tutti i pensieri e le emozioni che si celavano dietro le parole della donna che gli stava di fronte: una madre.
Le cedette subito un fazzoletto di carta, sperando che quel gesto le avrebbe alleviato un po' l'umore e riprese la parola cercando di trovare il modo più professionale di porsi:
 “Signora Ketchum, capisco come lei si senta ma il mio dovere è salvaguardare la salute fisica e mentale dei miei pazienti e, dato che il ragazzo non è stato ancora dimesso, mi permetto di consigliare qualche seduta con la psicologa, per avere un quadro generale della situazione”

Sembrava un po' imbarazzato dalla situazione ma quando Delia, asciugatasi gli occhi, stava per dire qualcosa, lui continuò risoluto:
“come le dissi una volta, potrebbe essersi costruito una realtà differente e considerato il tempo in coma… Per quello che ne sappiamo, il suo io interiore potrebbe aver passato anche interi anni in un mondo creato dalla sua mente per gestire l’impatto dell’incidente, accaduto un anno fa. Se non stiamo attenti e gliene parlassimo senza alcuna precauzione ne rimarrebbe solo scioccato sapere tutto questo”

Scioccato… scioccato era la parola chiave per descrivere Ash in quel momento. Non si era mai sentito così vuoto in tutta la sua vita.
“Incidente? Di che stava parlando? Quale incidente avrebbe potuto costringerlo in uno stato vegetale come quello?”
Era così frastornato che rischiava di non riuscire più a stare in piedi, così, attaccato alla flebo.
Tremava visibilmente e non solo per lo sforzo a cui erano sottoposte le sue gambe ma più sforzava la sua mente e più gli sembrava che un velo nero ricoprisse tutti i suoi ricordi conquistati viaggiando. I pensieri fluivano velocemente nella sua mente, dandogli il tempo di analizzarli tutti e nessuno.
Ma alcuni si fecero inesorabilmente sentire più di altri:
“Da quanto sono stato a letto? Quanto ho veramente viaggiato? Mamma conosce pikachu, quindi ho seriamente iniziato a viaggiare prima di tutto questo casino!”
Si sentiva pesante, aveva il fiatone, la mano scivolò dal suo unico sostegno e la luce venne meno: si accasciò appoggiandosi  sempre di più la porta che si aprì e rivelò il ragazzo ormai a terra.
Quella vista zittì in un colpo i due conversanti mandandoli nel panico e spaventandoli a morte.



Il giorno seguente, un uomo appena svegliatosi sentiva la luce tenue del sole illuminargli le palpebre dandogli una visuale rosso rosata. Si sentiva bene ed era più che felice di poter ritornare a casa sua e ai suoi studi. Quell’incontro era durato anche fin troppo tempo e lo aveva costretto a dormire in una stanza d’albergo, associato alla Silph S.p.A., dove il giorno prima tenne una convention e una lunga discussione con il presidente di quella grande azienda.
Ma ora sarebbe tornato a casa, a fare ciò che gli piaceva di più al mondo!
Non fece però i conti con l’amico che si era portato dietro, sotto sua insistenza. Quella mattina poi, era più energico del solito dato che cercava in tutti i modi di fargli aprire gli occhi. Inoltre era meglio non farlo aspettare troppo perché non si sarebbe fatto problemi a dargli la scossa e in quel momento gli sembrava anche piuttosto frettoloso.
L’aveva sempre pensato: quel pikachu era sensibile e stava percependo qualcosa… e di certo non avrebbe desistito dalla sua decisione. Aprì gli occhi e si mise lentamente a sedere: sarebbe stata una lunga giornata.


Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita ad organizzarmi e scrivere questo capitolo, che è stato piuttosto ostico, per me, da affrontare e ora che l’ho riletto mi sono resa conto che qualcosina andava cambiato (anche se questione di poche frasi), così eccomi qui di nuovo! Spero che sia un po’ più scorrevole e più piacevole alla lettura. Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e soprattutto chi ha speso un po’ del suo tempo per recensire. A proposito di recensioni… Accetto tutti i pareri! Confesso che il mio timore di essere stata sull’OOC mi perseguita sempre ma sono soddisfatta di quello che è venuto fuori. Senza allungarmi troppo un  caro saluto a tutti! ;)
Da Blackama
   
 
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