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Autore: Crilu_98    18/07/2016    1 recensioni
"La prima cosa che noto è che cammina in modo strano: tiene le braccia larghe attorno a sé e procede lentamente, titubante. Le sue mani incontrano lo spigolo di uno dei banconi e mi chiedo perplesso perché abbia dovuto toccarlo, prima di aggirarlo. Poi, quando mi soffermo sui suoi occhi, spalancati e fissi su di noi, comprendo.
-Ma è cieca!- urlo, balzando in piedi. La ragazzina si ferma e fa una smorfia sorpresa, voltando il capo proprio verso di me."
Alexandra Jane Sorrentino: origini italiane, orgogliosa, razionale, talmente sicura di sé e delle sue capacità da iscriversi ad un concorso televisivo di cucina. Unico problema: un incidente l'ha resa cieca. Ed è questo che attrae e insieme spaventa Jake Moore, inflessibile e scontroso giudice del concorso: perché Alexandra è diversa, speciale... Ma è probabilmente anche l'unica in grado di capire il suo modo di fare cucina e, con esso, tutto ciò che ha tentato di dimenticare dietro di sé...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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P.O.V. Jake
 
Chiudo gli occhi, convinto che sia solo un brutto sogno. Ma la voce insistente e crudele di Elizaveta è ancora lì.
-Jake? Ti prego, Jake, so che sei a casa, dannazione!-
E' in lacrime e io mi sento un bastardo. Sì, perché anche la donna al mio fianco d'improvviso si rianima, lasciandosi sfuggire un gemito strozzato. Muovendosi a scatti nervosi, Alexandra si sposta verso il bordo del letto e a tentoni cerca i suoi vestiti. Solo allora ho il coraggio di alzare lo sguardo verso di lei: il sole che entra dalla finestra rende i contorni del suo corpo luminosi e liquidi, come luce pura, accarezzando le sue forme. La sua pelle, per contrasto, sembra ancora più scura, passando da una chiara colorazione miele al tono cioccolato.
E' stupenda, e per una notte, una folle, magica notte, ho pensato che fosse mia. Ho creduto di meritarmi questa creatura fragile ed incerta che si aggira per la mia camera rivestendosi, senza emettere un suono. Il silenzio finalmente alleggia tra di noi, ed io non ho il coraggio di romperlo. Non saprei cosa dire. Scusa? Per cosa poi? Per essere stato così stupido da non riuscire a tenermela stretta?
Sfiorando la parete con il palmo della mano, Alexandra si dirige verso l'uscita.
-Alexandra. Fermati.-
Con un brivido, lei obbedisce, ma non si volta verso di me.
-Alexandra, ti prego, di' qualcosa!- balbetto e so che le lacrime che stanno rigando le mie guance si avvertono perfettamente nello spezzato tono di voce, ma non mi interessa. Non mi interessa di apparire debole, in questo momento, sia perché sono con lei, la donna con cui mi sono messo a nudo l'animo, e non solo il corpo, e sia perché effettivamente lo sono: la mia vita è stata sconvolta nel giro di pochi istanti e io la rivoglio come prima, sono troppo stanco e scombussolato per trovare una soluzione a quel disastro.
-Cosa dovrei dire?-
La voce della ragazza non è arrabbiata, né ferita, forse neanche triste. E' amarezza, quello che percepisco, amarezza, sconforto e una sorta di relativa tranquillità, che identifico immediatamente come rassegnazione. Ma certo, ha tentato una relazione con Jake Moore, non c'è nessuna sorpresa se tutto va a puttane!
-Dovrei farti una scenata? Darti del bastardo sfruttatore? Puoi non credermi, ma non penso niente di tutto ciò. O forse dovrei farti le congratulazioni? Stai per diventare padre, Jake, wow!-
-Io non ho idea...-
-Di come sia potuto accadere? Guarda, io ce l'ho bene in mente, purtroppo: riesco ad immaginarla in tutte le sfumature, e mi dispiace, ma la tua volontà rientra poco in questo contesto. Quel che è fatto è fatto. Dovevo ascoltare Robin, quando mi diceva di starti lontano...-
Ecco, appunto. Sento la rabbia montare in me: non certo contro di lei, ma contro me stesso semmai, per la mia idiozia.
-Tu non devi starmi lontano!- ruggisco, balzando in piedi e afferrandola per un braccio. -L'hai detto tu, il tuo posto è qui, con me!-
-Questo era prima!- ribatté lei, alzando il tono di voce. Sta respingendo le lacrime con tutte le sue forze, ma i suoi occhi sono comunque lucidi.
"La mia piccola ragazzina orgogliosa..."
-Non posso togliere il padre ad un bambino, Jake.-
-Non ho intenzione di abbandonare mio figlio per te! Possiamo trovare una soluzione, posso comunque essere presente nella sua vita e allo stesso tempo stare con te!-
-Ed Elizaveta?- sbotta, liberandosi dalla mia stretta -Non capisci? Quel bambino vi legherà per sempre, sarai unito a lei che tu lo voglia o no. E poi, come puoi pensare di non voler dare a tuo figlio una famiglia in grazia di Dio?-
-Tu sei la mia famiglia...- pigolo, avvicinando la mia fronte alla sua. -E' con te che voglio avere un bambino, un cane, una station-wagon. E' con te che voglio litigare, tutti i giorni della mia vita e... E dannazione non avrei mai creduto di poter dire una cosa del genere ma... Alexandra tu per me vieni prima di tutto, anche della cucina. Farei qualsiasi cosa per te.-
-Allora lasciami andare!- mormora lei con dolcezza, salendo a scompigliarmi i capelli un'ultima volta prima di dirigersi verso la porta di casa. Si gira un poco verso di me, prima di salire nell'ascensore. Sono ancora lì, nel mezzo del corridoio, con la porta aperta e solo i boxer a coprirmi; Alexandra non può vedermi, ma sa, come sa tutto ciò che le accade intorno, che io non mi sono mosso.
-Ti amo, Jake, e probabilmente non amerò mai più nessuno con la stessa intensità e la stessa passione con cui ho amato te. Ma forse non eravamo proprio destinati a poterlo vivere, questo amore. Ci vediamo agli studios...-
Scivola dentro, trattenendo il pianto; quando le porte di metallo si chiudono dietro di lei, mi piego in due e crollo sul pavimento. Vuoto, finito, esausto: ho il cuore a pezzi e, all'improvviso, anche un figlio e una donna che non amo di cui prendermi cura.
 
Appena vedo Elizaveta, invece di rispondere al suo timido sorriso, la strattono per un braccio fino in bagno.
-Come hai fatto a rimanere incinta?-
Lei strabuzza gli occhi e balbetta:
-Io.. Io...-
-Cazzo, Elizaveta, è una domanda molto semplice: abbiamo sempre usato precauzioni, come hai fatto a rimanere incinta?-
Lei scuote la testa:
-Non lo so!- esclama -E' stato all'incirca tre settimane fa, secondo il test...-
Tre settimane, tre settimane... No, merda, è vero, veniva già a letto con me!
"E' tuo, Jake: hai rovinato la tua vita con le tue stesse mani!"
No, mi correggo, è tutta colpa di un preservativo difettoso.
Elizaveta sospira:
-So che la notizia ti stupisce e che molto probabilmente sarai spaventato, ma ti chiedo di non lasciarmi sola adesso. Per favore, ho... Abbiamo bisogno di te.-
Sospiro, passandomi una mano tra i capelli. E' mia la responsabilità di tutto questo, dopo tutto.
-Non posso prometterti che diventeremo una famigliola felice...- borbotto -Perché io...-
"Amo un'altra. E' qui, in questi studios, ed è la donna più bella e creativa che abbia mai avuto la fortuna di incontrare."
-Io non ti amo, Eliza.- ammetto alla fine con franchezza -Non ti ho mai amato, ma ti stimo e ti rispetto. Io... Posso provarci.-
Elizaveta sorride e si sporge verso di me, impegnando le mie labbra in un lungo bacio.
-Per come sei fatto, basta e avanza. Avrò il tempo per farti innamorare di me.-
Sospiro nel vederla allontanare, cercando di tenere a bada l'irrefrenabile impulso di mettermi ad urlare, fino a confessare ogni cosa: il mio doppiogioco, il mio amore per Alexandra, la violenza di Smith... Tutto. Non faccio in tempo a calmarmi che Tyler Sorrentino mi travolge come una furia e mi colpisce con un pugno in pieno viso. L'impatto è talmente violento che barcollo, appoggiandomi al muro; quando ritorno in me vedo che la mano che ho portato alla faccia è rossa di sangue e un'alta voce di donna sta litigando con Sorrentino.
-Fermati, bestia che non sei altro!- sbraita Robin Ben Jelloum, che con la sua statura minuta si frappone tra me e il mio assalitore. I ricci, solitamente decentemente pettinati, ora le esplodono elettrici attorno al viso e i suoi occhi scuri sembrano poter mandare a fuoco qualsiasi cosa su cui si posino.
-Quell'uomo ha appena spezzato il cuore di mia sorella!- ruggisce il ragazzo con ira, ma non si azzarda a toccare la marocchina: si limita a muoversi nervosamente davanti a lei, come un leone separato dalla sua preda preferita da solide sbarre di ferro.
-Robin- chiamo, con tranquillità, facendola sussultare e girare di scatto. Non l'ho mai chiamata per nome.
-Robin, lascialo passare. Ha tutto il diritto di pestarmi a sangue. Nei suoi panni farei lo stesso.-
-Ma è completamente impazzito?-
Tyler solleva un sopracciglio, con un atteggiamento lievemente più calmo.
-Hai sentito il bastardo, tesoro? Lasciami finire quello che ho iniziato!-
-Zitto, e non ti azzardare mai più a chiamarmi tesoro!- ringhia la ragazza, puntando poi un dito verso di me.
-E lei non si lasci sopraffare dal rimorso, per la miseria! Se conosco un poco Alexandra, non accetterà nessuna soluzione se non quella che si è già prefissata: separare definitivamente le vostre vite! Ma lei ancora può, anzi, deve fare qualcosa per lei.-
-E sarebbe?- chiedo, con tono atono, mentre mi asciugo il sangue dal naso.
-Alex si è messa in testa di lasciare Chefs.-
Mi paralizzo, incredulo:
-Cosa!? Ma dopo tutto quello che ha passato... Ciò per cui ha lottato...-
-Esatto, Mr Mettiamo-incinta-la-ragazza-sbagliata, ed è tutta colpa tua!- ringhia Tyler con astio. Robin alza gli occhi al cielo quando il ragazzo prova a superarla per lanciarsi di nuovo contro di me. Il messaggio contenuto nello sguardo che mi lancia è chiaro: va' da lei, a questo ci penso io.
Mi giro solo una volta, nella mia corsa verso la cucina: nel mezzo del corridoio i due ragazzi sono avvinghiati in quella che sembrerebbe una lotta all'ultimo sangue. Ma le loro bocche sono unite e le lingue duellano con la stessa passione con cui le mani di entrambi graffiano la pelle dell'altro.
Intercetto Alexandra proprio mentre si sta dirigendo, con passo malfermo, verso Juan ed Elizaveta: per una sorta di miracolo riesco a trascinarla in un angolo nascosto senza farmi notare da nessuno.
-Cosa vuoi ancora, Jake?-
-Capire come possa esserti saltato in mente di abbandonare la sfida, Sorrentino.-
 
P.O.V. Alexandra
 
Lo sa. Jake lo sa, ed io ho in mente di strozzare Robin, non appena avrò finito qui. Arriccio improvvisamente il naso:
-C'è odore di sangue...-
-Tu fratello mi ha dato un pugno in faccia, niente di cui preoccuparsi. Non pensare di riuscire a cambiare discorso, stavamo parlando di tu che lasci il concorso!-
-Non c'è nulla di cui parlare, ho preso la mia decisione.-
-Non c'è problema, te la farò cambiare!-
-Ah sì?- sibilò, arrabbiata -Hai già infierito troppo su di me, Jake, non ti basta?-
-Lascia stare noi!- mormora. -Lascia stare tutto ciò che è successo.-
Di colpo la sua voce si è fatta bassa, roca, sensuale ed ipnotica. Potrei rimanere ad ascoltarlo parlare per ore.
-Tra noi due, sei tu quella che ha più diritto a stare qui. Io ti ho portato solo problemi, sono io che dovrei andarmene, per tutti i casini che ho combinato, io... Non posso tornare indietro, e dovrò convivere per tutta la vita con la certezza di aver perso una cosa così bella come il tuo amore. Ma tu non hai perso, Alexandra: tu hai tutte le carte in regola per vincere e hai la mia parola che il mio giudizio sarà più che imparziale. Sarò implacabile come prima, come sempre... Il tuo posto, più che al mio fianco, è in una cucina. In questa cucina, ragazzina.-
Ha il fiatone ed è evidente che quelle parole gli siano uscite a fatica:
-Mi stai dicendo che dovremmo far finta che non sia successo nulla? Cancellare tutto con un colpo di spugna?-
Lo sento sospirare pesantemente:
-Sì. Tra noi due, da questo momento in poi, non sarà successo nulla. Tu sei una concorrente, io il giudice. Sorrentino e Moore. Nulla di più.-
Quelle parole mi fanno rabbrividire: giudice e concorrente, nulla di più. Vorrei piangere, ma non mi abbasserò a tanto.
-Va bene, signor Moore. Non me ne andrò: concorrerò per il titolo e il premio.-
-Brava ragazzina...- La sua voce vibra di orgoglio e di felicità, ma quando provo ad andarmene mi trattiene. Ignora l'imbarazzo che è sceso su di me e d'improvviso mi attrae contro il suo petto.
-Jake, non puoi fare così...- ringhio, il viso premuto contro la sua camicia leggera. Posso sentire ogni muscolo del suo torace tendersi e tremare nell'abbraccio.
-Sshhh! Solo un'ultima cosa...- sussurra, con voce spezzata. Prende il mio volto tra le mani affusolate, lo alza e mi poggia un delicato e casto bacio sulla fronte. Poi, come se mi fossi sognata tutto, Jake è sparito, lasciando dietro di sé solo la scia del suo profumo.
 
Mancano pochi minuti all'inizio delle riprese e attorno a me tutti si muovono come formiche impazzite in questi attimi concitati. L'unico che nota la mia calma, avvicinandosi con discrezione, è Adam.
-Siamo pensierosi, stamattina.-
-Ciao, Adam. Sì, beh... Sai com'è, la vita non è sempre rose e fiori!-
-Temo che la tua vita, però, abbia appena subito un duro colpo!- commenta pacato, appoggiandosi al ripiano accanto a me. Sento le sue dita tamburellare nervose sugli avambracci.
-Senti, Alexandra, non ci girerò intorno: tu hai appena rotto con qualcuno, vero? Qualcuno che fino all'altra sera era molto importante per te, tanto da rinunciare ad un'uscita in compagnia per stare con lui!-
-Ma come...? Cosa..?- balbetto, confusa ed allarmata: sapevo che Adam Brooks era un ragazzo perspicace, che nascondeva sotto la timidezza una personalità frizzante ed un attento osservatore... Che abbia capito di me e Jake? Sarebbe un disastro. La risatina che si lascia sfuggire ha un che di amaro:
-Pensavi davvero che mi fossi bevuto la storiella della cena in famiglia? Andiamo, Alex, pensavo che la tua considerazione di me fosse un po' più alta! Non ho insistito perché ho capito che c'era qualcosa di strano, che volevi tenere nascosta a tutti questa relazione: le motivazioni sono tue, non mi devono interessare e sinceramente non voglio saperle... Quando sei arrivata qui, stamattina, ho subito intuito che le cose non erano andate come avevi sperato tu e Alexandra, credimi, mi dispiace: desidero solo vederti felice, davvero. Però una parte di me è anche molto contenta che con il tuo misterioso ragazzo sia finita.-
Le parole di Adam mi pungono come spilli: so dove vuole andare a parare, ma mi aggrappo ad una speranza sottile e mentre intorno a noi i cameraman gridano le ultime indicazioni trovo il coraggio di chiedere, con un filo di voce:
-Perché?-
-Ovvio, perché sono innamorato di te, Alexandra Jane. E anche se il tuo cuore adesso è in frantumi, ti aiuterò a raccattare i pezzi, uno ad uno; e quando sarà di nuovo integro, troverò anche il modo di farlo tornare a battere.-
Si allontana di botto, lasciandomi sola con la prova che devo affrontare: replicare il piatto di uno dei tre giudici, che poi lo giudicherà singolarmente. Il giudizio sarà decisivo ed insindacabile.
Finalmente, qualcuno lassù sembra ascoltare le mie preghiere: non mi tocca né Jake né Elizaveta, ma Juan Martinez. Per un lato, però, è imbarazzante: ho il fondato sospetto che lui sappia tutto e che, come Robin e Tyler, provi compassione per me.
Ma io mi sono stancata di essere compatita e di suscitare pietà: ne ho avuto abbastanza negli ultimi cinque anni. Credevo di poter essere amata, ma a quanto pare non era destino; adesso spero solo di poter essere giudicata per come cucino.
Juan è molto gentile, come al solito, e non trova nessun difetto nella realizzazione del suo pollo in crosta.
-Però...- mormora, quasi sovrappensiero -Manca qualcosa in questo piatto, Alexandra. Manca la tua solita creatività.-
Sollevo un sopracciglio, beffarda: non provo nulla, le sue velate allusioni non mi toccano.
-Mi dispiace, chef. Temevo di travisare quello che mi veniva richiesto, se avessi modificato la sua ricetta.-
Martinez sospira stancamente e in quello sbuffo è racchiuso tutto.
Alla fine, il verdetto è l'unica cosa che riesce a toccarmi nella mia immobilità emotiva: Richard è stato eliminato, insieme ad Evan. Entrambi sono caduti vittima del perfezionismo di Elizaveta.
"Un motivo in più per odiarla." penso, allontanandomi dagli studios.
 
 
Angolo Autrice:
In super ritardo e in super fretta, vi lascio con questo capitolo privo di revisione. Scusate xD
 
Crilu
   
 
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