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Autore: Cricrip    23/07/2016    1 recensioni
Zosan AU
L'Alleanza di Cappello di paglia è nei guai: Rufy è scomparso. Per prepararsi all'imminente attacco di Barbanera, Law (sostituto di Rufy) decide di allearsi con Water Seven. Per sancire tale alleanza però, Water Seven pretende un matrimonio: Roronoa Zoro dovrà sposare Califa della Galley-La. Le nozze sono fissate, ma non tutti ne sono entusiasti: Zoro infatti, all'insaputa di tutti, aveva una relazione segreta con un certo membro della ciurma... e ora Sanji è costretto a guardarlo andare all'altare senza poterlo fermare.
Dal testo:
"Il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro. Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie. Che persona era? Come poteva Sanji definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kalifa, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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2.LE CONDIZIONI PER LA PACE
Sanji inspirò nuovamente dalla sua sigaretta, poi espirò, lasciando che la scia grigia salisse verso il cielo, perdendosi nella notte.
Era appoggiato al parapetto di un grande balcone, appena fuori dalla sala in cui si stava svolgendo il ricevimento.
Proveniva un gran baccano da dentro, tra musica e risate. Tutti si stavano divertendo, festeggiando il matrimonio e gli accordi che avrebbero garantito la sicurezza di tutti.
Era giusto che festeggiassero: con una nuova battaglia ogni giorno, le feste non erano così all’ordine del giorno ultimamente. Si meritavano quello svago.
Ma Sanji non riusciva a condividere la loro gioia.
Era stato dentro per ore, parlando con gli esponenti più importanti del quartiere di Water Seven, mostrandosi affabile ma cercando di non rovinare l’atmosfera con osservazioni improprie su armi, approvvigionamenti e la guerra alle porte.
C’è un tempo per combattere e uno per riposare.
Già… peccato che a lui sembrasse di stare combattendo da tutto il giorno.
Aveva visto Zoro al ricevimento, naturalmente. Lui e la sua nuova moglie avevano aperto le danze, fatto insieme discorsi sull’unità e sul vantaggio di stare insieme…
L’aveva osservato, da lontano, senza mai dire niente, e lo spadaccino non aveva mai ricambiato il suo sguardo. Eppure era certo che l’altro sapesse che lui era lì.
Dette un altro tiro alla sigaretta.
Anche quella non aveva lo stesso sapore di sempre. L’avrebbe buttata giù dal balcone se non fosse stato che quel gesto familiare lo rilassava.
 
-Tu fumi troppo. Morirai con i polmoni atrofizzati, color nero carbone, a trent’anni.
-Zitto, Marimo. Almeno si abbineranno bene al mio completo. E poi che ci posso fare io se ha un buon sapore?
A quel punto Zoro gli prese la sigaretta dalle labbra e gliela buttò a terra schiacciandola sotto la suola della sua scarpa. Il biondo era già schiumante di collera.
-Cosa credi di fare, Marimo?!
Lo spadaccino lo ignorò.
-E io?
-Eh?- Sanji rimase confuso per un attimo, guardando Zoro, che intanto si era fatto inspiegabilmente più vicino.
-Io che sapore ho?
Glielo chiese in un sussurro, mentre le labbra dello spadaccino si avvicinavano sempre di più alle sue...
 
Sanji appoggiò la fronte sul parapetto, coprendosi la testa con le braccia, mentre la sigaretta rimaneva a penzolare tra le sue dita.
-Buono.- ecco che sapore aveva- Buonissimo…
Cercò di scacciare via quel ricordo molesto, senza riuscirci.
Solo uno scroscio di applausi proveniente dalla sala riuscì a distrarlo, accompagnato a delle risate più sonore.
Mentre si chiedeva cosa poteva aver causato quel nuovo rinnovo di entusiasmo, le risate di spensero e la musica ripartì. Poco dopo però, qualcuno uscì dalla portafinestra che portava al balcone dove il cuoco si era rintanato.
-Sapevo di trovarti qui, Sanji-ya.
Un cappello maculato sulla testa, barbetta curata, lunga spada al fianco e tatuaggi che partivano dal petto fino all’estremità delle dita.
-Law.
Trafalgar D. Water Law, attuale capo dell’Alleanza, si avvicinò fino a sistemarsi al suo fianco sul parapetto.
-A giudicare da quanto ho sentito, devi aver fatto un bel discorso per i neo-sposi, signor testimone.
Facendo due più due, aveva capito che era il discorso di Law ad aver causato lo scoppio di applausi di poco prima.
-Ho solo fatto quanto dovevo, Sanji-ya. Ma so che lo sposo avrebbe più gradito Mugiwara-ya come testimone del suo matrimonio.
-Avrebbe gradito anche poter scegliere con chi sposarsi.- replicò il cuoco prima di riuscire a trattenersi.
Law sospirò.
-Certe rispostacce me le aspetto da Zoro-ya, non da te.
Sanji sbuffò, mentre dava un altro tiro alla sigaretta.
-Non dovresti essere qui fuori.- disse Law.
-Avevo bisogno d’aria.- ribatté secco il cuoco.
-Hai mancato il discorso del testimone.- continuò l’altro senza battere ciglio- Qualcuno potrebbe averlo notato.
Che lo notino pure! E che vadano tutti al diavolo! Avrebbe voluto gridare Sanji.
-Mi dispiace.- disse solo, sentendosi sconfitto.
Law gli mise una mano sulla spalla.
-Sai che è importante.
-Se lo so?- Sanji riusciva a mala pena a controllare la sua voce per non urlare- Mi da il voltastomaco per quanto lo so!
-Allora non dovrei essere io a ricordartelo- replicò Law impassibile- L’accordo è chiaro: non possiamo permetterci di violarne le clausole. O devo ricordarti cos’è successo a Ace-ya?
Un colpo basso.
Il fratello di Rufy era accorso in loro soccorso sapendo di un attacco improvviso, ben conscio che erano più vulnerabili in assenza del capitano. Ma si era rivelato un inganno: un trucco meschino che aveva permesso a Barbanera di lanciare un attacco in forze contro Barbabianca, il cui fianco era sguarnito per l’assenza di uno dei suoi comandanti (Ace, appunto). Grazie anche all’appoggio ricevuto da alcuni ufficiali della Marina corrotti, Teach era riuscito ad avere la meglio su Barbabianca, uccidendolo e assumendo il suo titolo e i suoi possedimenti. Appena saputo ciò, Ace non ci aveva visto più: si era lanciato contro Barbanera prima che loro riuscissero a fermarlo.
Era morto nel tentativo.
Tutto questo era successo perché Ace aveva lasciato il suo posto. E aveva lasciato il suo posto perché loro erano troppo deboli.
L’accordo con Water Seven li avrebbe fatti diventare più forti, così nessun altro dei loro ci avrebbe rimesso.
-E’ tutto a posto.- disse Sanji, a denti stretti- farò quel che è necessario.
Law annuì.
-Lo so che è chiedere molto,- si azzardò a dire il chirurgo- ma c’è un’altra cosa che devi fare.
Questo non presagiva nulla di buono.
-Devi rientrare e congratularti di persona con gli sposi.
-Che cosa?!
Stavolta controllare il suo tono di voce era stato un’impresa.
Congratularsi? Congratularsi?! Oh, che bello, che fantastico imperdibile stupendo momento! Aveva un’idea precisa di dove il dottorino poteva mettersele le sue congratulazioni del…
-Sei il più importante membro dei Mugiwara dopo Zoro-ya- rispose senza scomporsi Law- Sei famoso. Sei temuto. Un personaggio del tuo calibro non passa in osservato e vedere il tuo pubblico appoggio al matrimonio tranquillizzerà Water Seven, in particolare i membri della Galley-La.
Gli lanciò un’occhiata significativa.
-Non lo ho già fatto? Ho partecipato alla compilazione del contratto matrimoniale, ho presenziato alla cerimonia, ho stretto la mano ad ogni fottutissimo rappresentate di Water Seven!
-Sanji-ya!- il suo tono stavolta era più di un rimprovero, era un ordine- E’ importante. Non deve esserci nemmeno l’ombra di un sospetto.
A denti stretti, il cuoco buttò la sigaretta a terra, calpestandola con tutta la forza che aveva.
-E va bene.- accettò esausto.
Avrebbe parlato di nuovo con Zoro dopo mesi. Sebbene parte di lui ne provava un’irrazionale piacere, la parte restante si sentiva addosso un macigno.
 
Il vociare dentro era perfino peggiore di quando Sanji l’aveva lasciato. Forse a causa della quantità di alcool.
Si chiese quanto avesse bevuto il Marimo. Di solito era peggio di una spugna e dopo una festa riusciva anche a dormire per un’intera giornata se qualcuno non lo svegliava. Di solito questo compito spettava proprio al cuoco: un calcio ben assestato e lo spadaccino finiva a terra con un bel bernoccolo (ormai perfettamente sveglio), per poi rialzarsi subito dopo con le sue tre spade in mano, lanciando insulti e minacce di morte.
La solita routine.
La vecchia routine. Si ritrovò a considerare Sanji.
Lui e Law avanzavano tra la folla festeggiante, fino a bordo della pista da ballo. Individuò subito la coppia di novelli sposi: erano vicini, Califa si stringeva al braccio di suo marito, mentre parlava amabilmente con l’amico di vecchia data Kaku. Uno strano tipo col berretto e il naso squadrato, inoffensivo a vedersi, ma che in battaglia era capace di fendere con le sue due lame intere file di nemici.
-Scusate se mi intrometto.- prese la parola Law- Vi ho portato qualcuno che vuole salutare gli sposi.- lo disse con formalità, con però un accenno di sorriso per alleggerire il tutto.
-Oh, Gamba Nera!- lo riconobbe Califa.
Lo sguardo di Zoro si spostò da Law a Sanji, ma dalla sua espressione non trapelò niente, e la sua bocca rimase chiusa.
-Non balli stasera?- chiese amabilmente la sposa.- Si dice che tu sia un ottimo ballerino.
-Temo di non aver trovato una dama che mi degnasse delle sue attenzioni, purtroppo- si scusò il cuoco.- E credo di essermi anche perso il discorso del testimone, spero mi scuserete, mademoiselle.
Sanji si inchinò di fronte alla sposa, prendendole delicatamente la mano e lasciandovi un piccolo bacio sopra.
Doveva recitare la sua parte giusto? In questo la sua celeberrima fama da donnaiolo giocava a suo favore.
-Ma permettetemi di dirvi che siete ancora più bella del solito, e l’abito da sposa non fa che esaltare il vostro fascino e la vostra purezza. Mi scuso del ritardo, ma faccio a entrambi le mie più sincere congratulazioni per la vostra felice unione.
-Grazie.- Un timbro basso, vibrante. Che Sanji avrebbe riconosciuto ovunque.
Le prime parole che gli rivolgeva dopo mesi, ed erano una bugia.
Oh, bé, lo erano state anche le sue.
-Già, grazie infinite, sei stato molto gentile e sono contenta di entrare nella vostra famiglia.- Califa gli sorrise, stringendosi a Zoro ancora di più. Questo causò un senso di nausea nel cuoco, ma lo mascherò alla perfezione.
-Una volta ti ho quasi ucciso.- aggiunse Califa, anche se sembrava più una constatazione che una richiesta di perdono.- me ne dispiaccio.
-Sono sempre pronto ad andarmene da questa vita, se è un angelo che mi ci invia- disse Sanji con galanteria, inchinandosi di nuovo.
-Sei troppo gentile, Gamba Nera. Spero che questa alleanza ci porti nuovi amici, oltre che benefici.
-Tale è anche la mia speranza.
-Scusa, Califa, ho sete.- proruppe Zoro improvvisamente, brusco- Vado a prendermi qualcosa per rinfrescarmi la gola.
La sposa sorrise.
-Figurati, conosco bene la tua reputazione di bevitore incallito.
Zoro non rispose, semplicemente annuì, scostandosi dalla moglie.
Si diresse verso il bar, dove un gruppo di uomini della Franky Family stava facendo una gara di bevute. Caso volle tuttavia, che Sanji si trovasse proprio con le spalle rivolte al bar. Lo spadaccino si volse nella sua direzione, senza però incrociare il suo sguardo. Sanji si scostò per farlo passare. Mentre Zoro lo superava però, il cuoco sentì la mano dello spadaccino sfiorare inavvertitamente la sua. Le loro dita si ritrovarono a strofinarsi le une sulle altre…
Il tutto durò un attimo, un breve istante in cui però un brivido, partendo dalle terminazioni della mano, si diffuse in tutto il corpo di Sanji, risvegliando i suoi sensi e dando un nuovo fremito a quelle emozioni che si sforzava di sigillare.
Il contatto finì presto.
Zoro si diresse verso il bar come se niente fosse, mentre Sanji rimase lì immobile, cercando di tornare in controllo delle sue azioni, mentre la sua mente continuava a porsi stupide domande.
L’aveva fatto apposta? Perché? Qualcuno lo aveva visto?
Di sicuro Law l’aveva fatto, perché lo stava inchiodando col suo sguardo.
Merda.
Incapace di dire una frase piena di fronzoli e moine come al solito, trovò una scusa per allontanarsi.
Uscì in fretta, cercando di non correre come le sue gambe erano portate a fare. Si impose di non guardare nemmeno una volta nella direzione del bar, dove era sicuro che Zoro stesse facendo fuori la scorta di sakè del catering. Si ritrovò di nuovo sul solito balcone, ma non si fermò lì. Saltò oltre la balaustra, atterrando nel giardino di sotto.
-Merda, merda, merda.
Cominciò a calciare il pavimento di pietra con la gamba destra, fino a che sotto di essa non si aprì una voragine.
Sperò che nessuno alla festa se ne fosse accorto, ma considerata la musica, la confusione e l’alcool si disse di no.
Stava per prendere a calci qualcos’altro quando il battito di un paio d’ali lo distrasse. Alzò lo sguardo e vide un familiare piccione planare dall’alto. Il pennuto restò a svolazzare sopra la sua testa, in attesa.
Sanji sorrise involontariamente.
-E’ tempo di pagare.
No, Law non era l’unico ad averlo visto.
Seguì il piccione, che prese a fargli strada non appena si mosse, fino all’ala est, un edificio in parte staccato dalla residenza dell’edificio di Water Seven che ospitava il ricevimento. Era disabitato perché malmesso e pericolante, e il cuoco immaginava fosse stato scelto perché lontano da occhi e orecchie indiscrete.
Seguì il pennuto all’interno, fino a che non giunsero in una stanzetta non troppo grande, il cui mobilio, rovinato, era accatastato in un angolo. Fu lì che il piccione scomparve nell’ombra, per poi ricomparire pochi secondi dopo sulle spalle del proprietario, che uscì dal suo nascondiglio di tenebre.
Rob Lucci era un tipo scenografico.
-Allora ci sbrighiamo?- disse Sanji, con fare annoiato, accendendosi una sigaretta.
-Hai fretta?- disse un’altra voce, che comparve sulla soglia da cui il cuoco era entrato poco prima: Kaku.- I due sposi si sono ormai ritirati per la prima notte di nozze. Abbiamo fino all’alba.
Dette un tiro alla sigaretta, spostando lo sguardo fuori dalla finestra.
-Accidenti,- disse Sanji in tono melodrammatico, continuando a fissare il paesaggio- sto cominciando a credere che mi abbiate portato qui solo per il piacere della mia compagnia.
Il primo calcio arrivò da Kaku. Lo colpì in pieno stomaco, mandandolo contro il muro, che si crepò. Scivolò seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete.
Aveva visto il colpo arrivare, naturalmente, lui e il naso quadrato erano quasi alla pari, ma non aveva fatto nulla per schivarlo.
Questi sono i patti.
Poi fu il turno di Lucci.
-Cosa non hai capito di stare lontano da lui?
Lo afferrò per i capelli, sollevandolo. Il cuoco non si oppose. L’uomo col piccione lo scaraventò a terra, ripetutamente, facendo però attenzione a non colpire la faccia: era l’unica parte che Sanji esibiva in pubblico, il resto coperto dai suoi eleganti completi neri, e visto che questa cosa non doveva divenire pubblica, non potevano lasciare lividi o segni sulla faccia. Con tutto il resto però, potevano fare quello che volevano.
-Califa è una cara collega e un’amica. Il suo matrimonio è vitale per questi accordi, e tu non lo manderai a monte.
Sanji non protestò. Non emise un suono quando Kaku lo colpì di nuovo con il suo calcio, spedendolo sul soffitto per poi farlo ricadere a terra, né quando lo attaccò ripetutamente alla schiena frantumando il terreno.
Il cuoco era ridotto ad una bambola muta e passiva nelle loro mani.
Dopotutto, aveva accettato queste condizioni durante le trattative tra i Mugiwara e Water Seven.
Chissà come, quelli della Galley-La avevano scoperto del rapporto tra lui e Zoro, di cui nemmeno gli amici più stretti erano al corrente. Così, per tutelare l’accordo avevano aggiunto un’ulteriore clausola, di cui nessuno, fatta eccezione di Law, era a conoscenza.
Ma la cosa non dispiaceva a Sanji. Mentre quei colpi calavano su di lui, si sentiva quasi sollevato dalle angosce di quella giornata.
Il dolore del suo corpo smorzava quello del suo cuore.
La prima notte di nozze.
Faceva comunque male, il pensiero non scompariva del tutto, ma era ovattato, confuso, appannato.
-Questo è un avvertimento Gamba Nera.- sussurrò al suo orecchio Lucci, mentre lo tirava su per la camicia, preparando il colpo finale con la mano rimasta libera- Il nostro accordo è chiaro: non devi toccare Roronoa. Se lo farai, saremo di nuovo qui.
L’attacco finale di Lucci – il suo micidiale shigan – lo perforò come un colpo di pistola.
Senza dire una parola di più, i due della Galley-La lo lasciarono lì, a terra e sanguinante, e se ne andarono.
Rimase lì per diverse ore, senza alzarsi, senza muovere un muscolo, col viso premuto contro il pavimento, assaporando il dolore che lo pervadeva. Doveva concentrarsi solo su quello per non impazzire, mentre sotto di lui una macchia di sangue scuro si allargava riempiendo lo spazio sotto di sé.
Devo farmi vedere al più presto da Chopper…
Un pensiero errante, che però non fu sufficiente per farlo alzare.
Doveva restare lì, così non avrebbe pensato ancora a lui.
Zoro…
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Ciao a tutti! Eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo. Povero Sanji:( Inanzittutto un grazie a tutti quelli che hanno seguito la storia, e in particolare a Bluly e alla sua splendida recensione! Ho aggiunto negli avvertimenti "Violenza" per la fine di questo capitolo: forse è un po' eccessivo, ma volevo andare sul sicuro. Il fatto che Rufy sia fuori dai giochi (almeno per ora) ha una sua motivazione, in parte dovuta al fatto che non ce la vedo proprio questa situazione avvenire sotto il suo comando (voglio dire, è di RUFY che stiamo parlando!). Per il prossimo capitolo ci sposteremo verso il punto di vista di Zoro, scoprendo cosa ne pensa il nostro spadaccino di questo "matrimonio"...
Grazie a tutti,
Ciaociao!
   
 
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