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Autore: AllisonHermioneEverdeen    23/07/2016    1 recensioni
[ seguito di " Life Unexpected " ]
A Charlie piace la sua vita a Malibu, tra un consiglio a Pepper su come sopportare suo padre e una telefonata al Capitano per la ricerca di Bucky. Finalmente pensa di aver raddrizzato la sua vita.
Ma se ti chiami Charlotte Stark, i guai ti vengono a cercare! La tranquillità che ha finalmente ottenuto dopo i fatti di Washington si rivela essere solo la pace prima della tempesta.
E i conti in sospeso che ha lasciato in un vecchio edificio abbandonato dei confini di Washington torneranno a perseguitarla.
[ aggiunto capitolo undici al posto dell'avviso! ]
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Not an ordinary life'
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Capitolo sette

- E' solo per sicurezza, siete state esposte alla stessa cosa che ha trasformato Raina, vogliamo essere sicuri che state bene - affermò Simmons, prendendo a Charlie e Skye un campione di sangue. Charlie era nervosa: aveva paura di cosa la fisica avrebbe trovato nel suo sangue; ricordava bene le parole di sua madre, per non parlare della sensazione sentita quando era diventata di pietra...
Scambiò uno sguardo nervoso con Skye: non potevano fare nulla, se non aspettare i risultati, sperando che andasse tutto bene.

Charlie si stava riposando un po' quando la svegliarono. Aprì gli occhi, agitata, e vide Simmons che la guardava dispiaciuta, ma anche... spaventata. Si mise a sedere sul letto. - Cosa... cosa è successo? - chiese, timorosa della risposta.
- Ho analizzato il tuo sangue... è pieno di cromosomi in più, è completamente diverso da come era prima - spiegò la fisica. Charlie incassò la notizia: allora sua madre aveva ragione, lei non... non era del tutto umana! Si accorse che le stavano salendo le lacrime agli occhi, ma si impose di non piangere.
- Mi dispiace Charlie, sei stata sottoposta alla stessa cosa che ha cambiato Raina, sappiamo che non è colpa tua e che volevi solo aiutarci, Bobbi ci ha raccontato com'è andata - disse Simmons. Sembrava davvero dispiaciuta.
- Avete già parlato con mio padre? A quest'ora sarà preoccupatissimo - sussurrò Charlie.
Aveva bisogno di vederlo, di parlarci, delle sue battute terribili che le facevano sempre spuntare un sorriso... La fisica abbassò gli occhi.
- No, non gli abbiamo ancora parlato... Sai, Charlie, mentre eri in quarantena è successa una cosa a tuo padre... lui... - non sapeva come dirglielo.
- Cosa è successo Simmons? Cosa è successo a mio padre?? - esclamò la ragazza, balzando in piedi.
- E' scomparso dopo l'esplosione della sua casa a Malibu - sussurrò in risposta Simmons. Charlie si sentì mancare, le gambe le cedettero e fu costretta a sedersi a letto per non cadere a terra. Suo padre, Tony Stark, scomparso... La sua casa a Malibu, distrutta... Si passò una mano fra i capelli.
- Devo andare a cercarlo.. io... devo chiamare Pepper... - cominciò a balbettare.
- Ancora non puoi uscire, dobbiamo fare gli ultimi test - replicò Simmons. Charlie alzò gli occhi, stralunata.
- Io devo uscire! Adesso!! Simmons, tu non capisci... mio padre... io devo trovarlo! - esclamò. Si rese conto di essersi messa ad urlare.
- Charlie, ragiona, sei cambiata, non sappiamo se sei pericolosa, non lo sai neanche tu! Potresti peggiorare le cose, invece che aiutare tuo padre! - tentò di farla ragionare Simmons. Charlie diede un calcio al comodino, frustata. Perchè Simmons non capiva che doveva aiutare suo padre, perchè non capiva?? Guardò la fisica che la fissava preoccupata dall'altre parte del vetro, e desiderò ardentemente di uscire da quella gabbia, di essere fuori dalla quarantena, libera di aiutare suo padre. Si sentì sopraffarre da una sensazione di potenza, avvertì l'energia che le scorreva nelle vene. Una luce verde, la stessa che l'aveva circondata al Tempio, la avvolse, e improvvisamente la ragazza si ritrovò al di là del vetro, a fissare Simmons che la guardava spaventata, incredula e preoccupata. La luce verde svanì, lasciando Charlie confusa e disorientata. Come aveva fatto ad uscire?
Si guardò intorno: Skye dormiva nella stanza di vetro, Simmons la fissava, incredula, ma per il resto la stanza era vuota.
- Tu... ti sei teletrasportata - riuscì ad articolare Simmons. In risposta ricevette solo uno sguardo disorientato.
Charlie si stava riprendendo dalla sorpesa, e capì che quella era la sua occasione: per fuggire, per aiutare suo padre. Indietreggiò.
- Io devo aiutarlo, Simmons, per favore, non provate a fermarmi - affermò. La fisica capì le sue intenzioni troppo tardi: Charlie si era già voltata, correndo verso l'uscita.
La ragazza capì che era un suicidio appena messo piede fuori dalla stanza: non aveva idea di dove si trovava, non aveva idea della planimetria dell'edificio, perciò non poteva trovare l'uscita, non aveva idea di come aveva fatto a teletrasportarsi, quindi riprovarci era a dir poco impossibile. Per di più si rese conto di star lasciando Skye sola e impaurita. Continuò a correre, pur non sapendo dove stava andando. Aveva appena svoltato quando si accese l'allarme: Simmons doveva aver avvertito tutti della sua tentata fuga/suicidio. Se suo padre fosse stato lì, l'avrebbe presa in giro per i suoi piani impulsivi. Ma suo padre non era lì, era scomparso e creduto morto ( Charlie l'aveva letto nello sguardo di Simmons ).
Svoltò a destra, trovandosi di fronte a Bobbi... e ad una pistola puntata contro. Si bloccò, guardando l'agente negli occhi.
- Charlie, devi calmarti, se esci dalla base dello SHIELD sarai in pericolo, o ti sei dimenticata dell'HYDRA? - cercò di farla ragionare Bobbi.
- No che non me sono dimenticata! - esclamò la ragazza - Ma mio padre è scomparso, ho bisogno di chiamare Pepper e ritrovarlo... e voi volete tenermi richiusa in quarantena! -.
- Dal momento che ormai sei uscita, sembra piuttosto inutile - ironizzò una voce dietro di lei. La ragazza si voltò: Hunter.
- Che intendi dire, Mister Muscolo, che non mi rinchiuderete per paura di ciò che posso fare? - replicò Charlie.
- Andiamo Charlie, anche tu sei spaventata! - affermò Bobbi. Charlie strinse i pugni: l'agente aveva ragione: non sapeva controllarsi, non sapeva come aveva " attivato " il teletrasporto, era a dir poco terrorizzata di poter fermare di nuovo il tempo e non riuscire più a riattivarlo... Non era esattamente tranquilla e in pace con sè stessa. Ma non poteva soffermarsi troppo su di sè, non mentre suo padre era chissà dove, sperduto! Si voltò di scatto verso Hunter, dandogli un calcio nelle " parti basse ", poi corse.
Uno sparo, il proiettile la colpì alla spalla, ma non fece male. Quando la vista le si appannò, Charlie capì: sedativo. Mentre sveniva si diede della stupida per aver pensato di poter scappare con Bobbi armata alle spalle. Il buio la accolse.

Quando si svegliò, era piuttosto intontita. Avete in mente quando vi svegliate la mattina, e per i primi attimi siete assolutamente in pace con voi stessi, perchè ancora mezzi intontiti dal sonno? Ecco, per i primi cinque secondi Charlie si sentì così, in pace. Ma poi i cinque secondi passarono, e i ricordi di ciò che era successo le invasero la mente, così scattò a sedere.
- Ehi, calma - le intimò una voce. La ragazza si guardò intorno: era in una stanza dalle pareti bianche, simile a quella dove si era svegliata dopo essere stata rapita da Crystal, ma questa volta lo stemma che vide al muro era quello dello SHIELD. Nella stanza c'erano Coulson, Simmons, Bobbi e Hunter.
- Ben svegliata - sorrise Simmons, ma si vedeva che era nervosa.
- Non sono in quarantena - notò Charlie, sollevata.
- Ormai sarebbe stato inutile, abbiamo visto che gli effetti del Divinatore si sono limitati a te e Raina, perciò non sei "contagiosa" - spiegò Simmons.
- E Skye? - chiese Charlie, preoccupata per la ragazza.
- Oh, abbiamo analizzato il suo DNA, è tutto normale - sorrise Simmons. " Com'è possibile? " si chiese la ragazza, ma evitò di esporre i suoi dubbi. Se Skye non aveva parlato degli effetti collaterali che il Divinatore aveva avuto su di lei, non toccava certo a Charlie informare gli altri.
- La tua tentata fuga è stata un'azione stupida e avventata, te ne rendi conto? - chiese Coulson, guardandola negli occhi. Lei sospirò, annuendo: era vero, era stata sconsiderata, ma se si parlava di suo padre lei... perdeva la testa. Incredibile considerando che lo conosceva solo da un anno e mezzo.
- Ma capiamo le tue ragioni - continuò l'agente. Charlie lo guardò stupita.
- Mi aiuterete? - chiese.
- Beh, prima dobbiamo capire come funzionano i tuoi poteri, dovrai imparare a controllarli e, dal momento che non sono nocivi per chi ti sta intorno, potrai farlo qui - cominciò a spiegare Coulson - Se imparerai, potremo dedicarci alla ricerca di tuo padre... Tony Stark - completò. Gli suonava ancora strano pensare che quella ragazzina era figlia di Iron Man!
Charlie valutò le condizioni, ma sapeva che era il massimo che lo SHIELD potesse fare. Si alzò in piedi, un'espressione determinata in volto.
- Ci sto -.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il settimo capitolo! Come al solito, spero vi sia piaciuto! ( Ormai sarò divenata noiosa a forza di ripeterlo! ). E' più lungo degli altri, ma tagliarlo prima era una forzatura, perciò ve lo dovete sorbire tutto!
Se ve lo state chiedendo, i poteri di Charlie finiscono qui, non ho intenzione di renderla una super-eroina che può fare tutto, perciò potrà " solo " controllare il tempo e teletrasportarsi. Direi che non c'è da lamentarsi!
Si, ho messo Iron Man in questa fanfiction, perchè andiamo, tenere una Stark al di fuori delle vicende di Tony sarebbe insensato!
A presto allora, con l'ottavo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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