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Autore: rocchi68    24/07/2016    1 recensioni
“L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà”
Questa è la prima regola del Death Note e questa è la storia di come un umano qualunque cadde nel mondo degli shinigami.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Dopo quella spinta si sentì stanco e pesante.
Nonostante avesse gli occhi chiusi, temeva di veder comparire la figura dell’Inferno che lo avrebbe costretto a lavorare come uno schiavo.
Faceva male.
Troppo male per un’anima che non doveva avvertire dolore.
“Dove sono?” Farfugliò, mentre sentiva un po’ di rumore attorno a sé.
Era una specie di sirena seguita da una serie di sobbalzi e da alcune voci insistenti.
Un nuovo fastidio lungo il braccio destro e qualcosa che pungeva l’altro arto.
E poi quella sirena che correva veloce.
“Ryuk?” Chiese, coprendo quei suoni.
Sperava che fosse presente.
Sperava che lo accompagnasse verso la sua fine e invece si scontrò con la sua assenza.
Dopotutto doveva aspettarselo.
Quale idiota avrebbe accompagnato un traditore che aveva fatto soffrire i suoi amici?
“Dottore…le condizioni sono stabili.”
Stabili?
Come poteva essere stabile?
Voleva solo essere lasciato in pace.
Impossibile.
Si sentiva sballottato.
Poi una frenata brusca e qualcuno che lo caricava da qualche parte.
Era davvero un Inferno imprevedibile.
Con immensa fatica vide la luce.
Una stanza bianca, un piccolo comodino e una lampada orrenda a mandargli a fuoco la vista.
“Dove sono?” Chiese con fatica.
“Non lo immagini?”
Con quella domanda si guardò attorno, ma lui non c’era.
Del resto se fosse stato presente, si sarebbe subito accorto di quella figura oscura che avrebbe stonato con l’ambiente.
“Ryuk…dove sono?”
“Se non vuoi passare per pazzo, dobbiamo parlare mentalmente.”
Confortato da quelle parole, Scott chiuse gli occhi e Ryuk ricomparve.
Vicino a lui c’erano anche le figure delle Entità che aveva incontrato tempo prima.
“Che cosa è successo?”
“Siamo convinti che tu abbia diritto a una seconda chance.” Rispose Ryuk, aspettando che una delle Entità proseguisse il suo discorso.
“Quando sei arrivato nel mondo di mio padre, eri un’anima distrutta che aveva del potenziale. Dovevamo solo capire se lo meritassi. Abbiamo osservato con attenzione le visite dai vari giudici  per vedere la tua reazione e abbiamo studiato anche i tuoi tentativi di ricucire il nostro rapporto.
Non è stato facile, ma abbiamo deciso di premiarti.”
“Davvero?” Chiese il ragazzo, rivolgendosi al Paradiso.
“Devi solo prepararti per un’ultima sfida.” Borbottò l’Inferno.
“Che genere di sfida?”
“Questo lo devi capire da solo.” Detto questo le due Entità si dissolsero e lasciarono a Ryuk il compito di ultimare i dettagli.
“C’è qualcuno che devi aiutare. Mi spiace di averti mentito, ma l’ho fatto solo per il tuo bene. Sono orgoglioso di te. Non appena sarai sveglio, sarai felice.” Ryuk si avvicinò al ragazzo per abbracciarlo, il quale non fece nulla per divincolarsi da quella stretta micidiale.
Avrebbe sentito la mancanza di quella bizzarra figura.
“Ryuk…se avessi bisogno di te, mi aiuteresti?”
“Certo ragazzo.” Borbottò lo shinigami poco prima di svanire e di tornare quindi nel suo regno.
 
Scott era sorpreso da quel dialogo.
Anche loro avevano mentito.
Non poteva crederci.
Riaprì gli occhi e si ritrovò attorniato da un sacco di persone che conosceva bene.
<< Ma quando sono entrate? >> Si chiese.
Un rapido giro con lo sguardo e notò che c’erano quasi tutti.
La sua famiglia che lo abbracciava come se fosse stato un angelo per tutta la vita, nonostante fosse una pecora nera.
Chris e Chef con una cesta di frutta e con un sorriso stampato sul volto.
Beverly con uno strano aggeggio che avrebbe dovuto fargli compagnia.
Brick e Jo con una sveglia militare che avrebbe disturbato mezzo ospedale.
Alejandro e Heather con alcune mele piccanti.
Gwen e Courtney con un set di profumi.
E altri regali.
Mike e Zoey erano arrivati a donargli un biglietto per le terme da spendere con un’altra persona.
Fu quando lesse che valeva per due che si guardò intorno.
“Dov’è?” Chiese, fissando Zoey.
“Chi?”
“Dawn.” Borbottò, massaggiandosi la testa.
“Dawn è scappata non appena ha sentito che eri morto.”
“E voi l’avete lasciata andare?” Chiese il ragazzo, cercando di rimettersi in piedi, mentre il fratello lo aiutava.
“Credevamo tornasse indietro.” Intervenne il punk.
“Ho capito, ma ora devo andare.”
“Ma non stai bene.” Gli fece notare Mike.
Non avrebbe mai ascoltato nessuno.
Si rimise in piedi e uscì dalla sua stanza.
Tutti i tentativi di portarlo a più miti consigli erano stati vani.
Sapeva cosa voleva fare Dawn e doveva fermarla.
Non poteva contare sui suoi amici.
Se avesse parlato di Ryuk e di ciò che aveva fatto, tutti sarebbero scoppiati a ridere.
No…doveva farcela da solo.
Gli sembrava incredibile di essere già in piedi, ma ciò gli importava ben poco.
Lui doveva solo correre e ignorare il freddo che penetrava nelle sue ossa e che superava la leggerezza del pigiama ospedaliero.
“Ryuk…ho bisogno di te.” Borbottò, cercando di stabilire un contatto con lo shinigami.
“Ti sento.”
“Ti prego…amico mio, fermala in qualche modo, ma non farle male.”
“Come?”
“Non lo so, fai qualcosa. Devo solo raggiungerla…ti prego.”
“Non è facile ciò che mi chiedi.” Gli fece notare lo shinigami.
“Farò qualsiasi cosa per lei.”
“Ho trovato.”
Scott si aspettava una spiegazione, ma per qualche interminabile secondo vi fu solo silenzio.
 
Non voleva pensare che Ryuk lo avesse tradito.
Di certo non poteva aspettarsi troppo da lui.
Da quando era scappata, lei aveva giusto il tempo per scrivere e per pregare.
Poi si sarebbe buttata nel vuoto e tutto sarebbe finito.
Concentrato nel sentire Ryuk, era incurante delle risate dei vari bambini che lo vedevano in giro quasi nudo.
Se solo avessero vissuto almeno metà delle sue avventure.
Se avessero conosciuto Ryuk e ciò che aveva provato sulla sua pelle, difficilmente lo avrebbero deriso.
“Ryuk…Ryuk…cosa stai facendo?” Gli chiese, trattenendo le lacrime a fatica.
Non voleva pensare d’arrivare tardi e di non sapere cosa fare.
Tornare indietro per cosa?
Solo per dare quella brutta notizia?
Non voleva vederli piangere per una dolce creatura che non sarebbe più tornata.
“Ryuk…”
Sperava tanto che trovasse una soluzione.
Poteva solo pensare al peggio, ma poi vide una mano nera sbucare da un portale.
“Vieni.”
 
Dopo aver afferrato la mano di Ryuk, si ritrovò nel luogo che il suo cuore desiderava visitare.
“Grazie…” Bisbigliò, mentre riprendeva a correre.
“Non serve, devi solo andare verso il tuo futuro.”
“Non saprei che dirle.” Borbottò, bloccandosi di colpo.
“Intanto urla, salvala e raggiungi la tua felicità.”
“Posso?” Chiese, mentre la mano di Ryuk lo spingeva.
“Urla…non vedi che sta per buttarsi?”
Il rosso rialzò subito la testa e la vide.
Mancava poco e l’avrebbe raggiunta.
Lei comunque aveva già un piede nel vuoto e lui non voleva vanificare gli sforzi di tutti quanti.
“DAWN.” Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Qualcosa gli aveva detto che non era sufficiente e quella sciagurata nebbia aveva anche la capacità di burlarsi di lui.
“Non mi ha sentito.”
“Riprovaci e fai urlare ogni cellula del tuo corpo.”
Anche Ryuk dal suo regno guardava ciò che stava accadendo.
Non voleva assistere alla fine del rosso.
“DAWN.” Urlò di nuovo.
Nessuna risposta.
Non si era nemmeno accorta dei suoi sforzi.
“DAWN.” Ripeté di nuovo.
“Manca poco.” Borbottò Ryuk, facendo forza al giovane.
“DAWN.”
Questa volta c’era riuscito.
Infatti lei si girò verso la nebbia e scese dalla barriera.
Non poteva esserne certa, ma qualche attimo d’indecisione non avrebbe cambiato le cose.
“DAWN.” Urlò di nuovo, mentre lei guardava la figura che si stava avvicinando e che doveva conoscere il suo nome.
Fece solo in tempo a vedere una chioma rossa travolgerla e bloccarla con un abbraccio.
Finalmente Scott l’aveva presa e non l’avrebbe più lasciata.
Poteva piangere e sentirsi meglio.
L’aveva lasciata da sola.
La stava per perdere.
Era proprio un imbranato.
Ma ora che l’aveva vicina, non l’avrebbe più lasciata andare.
“Sei davvero tu?” Gli chiese subito, mentre lui si staccava per osservarla.
“Sì.”
“Eri morto.” Borbottò, scoppiando a piangere, mentre lui cercava di consolarla.
“L’infermiera ha confuso i cognomi.” Riprese, abbracciandola ancora.
“Non sei un fantasma Scott?”
“Leggimi pure l’anima se lo desideri, ma non staccarti da me.”
“Scott…”
“Non credevo di raggiungerti.” Riprese il ragazzo, versando qualche lacrima che finì sulla maglia della giovane.
“Come facevi a sapere che sarei venuta qui?”
“Perché volevi farlo?”
“Perché…” Non aveva il coraggio di dirgli la verità.
Era da quando aveva sentito dagli animali che Scott stava lottando tra la vita e la morte che aveva pensato al peggio e poi per lei tutto si era come frantumato.
“Credi che non sappia che volevi ucciderti? Dovevi aspettarmi.
Perché sei stata così cattiva e non hai avuto fiducia in me?
Credi che una macchina possa uccidermi?
Non mi conosci a sufficienza, ma ti prometto che avremo tempo per rimediare.”
“Io... volevo farla finita.”
“Lo immaginavo.” Borbottò il ragazzo, tenendola ferma in quel lungo abbraccio.
Nonostante il freddo pungente voleva restare così per sempre.
Finalmente aveva raggiunto il suo futuro e non voleva più farla soffrire.
“Ma come facevi a sapere che sarei venuta qui?”
“Non ridere…ti prego.”
“Di cosa?” Gli chiese la ragazza, fissandolo negli occhi.
Quel semplice contatto visivo era sufficiente per leggergli l’anima.
“Ti ho visto in sogno e mi pregavi di venire.”
“Davvero?”
“Potrei mai mentirti?” Gli chiese il giovane con un sorriso.
“E cosa facevo?”
“Ero uno spirito e più correvo verso di te, più ti allontanavi. Ho provato ad afferrarti, ma le mie mani…il mio corpo ti passavano attraverso…e ho visto che ti sei buttata nel vuoto e questa premonizione non mi ha mai abbandonato.”
“Ecco perché mi stringi così.”
“Ti stringerò così fino a quando non sarò certo che non vorrai scappare. Ti resterò attaccato fino a quando non lasceremo questo maledetto cantiere.”
“Ma così mi fai male.” Gli fece notare, facendolo arrossire.
Per la prima volta non aveva timore di mostrare i suoi sentimenti.
Lui era vicino a Dawn e questo gli era sufficiente.
“Mi prometti di non scappare?” Domandò Scott.
Lo sguardo e il sorriso amorevole della ragazza, aggiunti a qualche lieve carezza sulla schiena, gli fecero allentare la presa.
Era una lieve apertura.
“Hai visto? Non sono scappata.”
“Lo so…io ho molto fiducia in te.”
“Comunque non mi hai spiegato il perché mi hai eliminato dal reality di Chris.”
 
Quel ricordo.
Credeva che Ryuk lo avesse modificato in qualche modo.
“Scusa Scott, ma questo ricordo era essenziale per un evoluzione del vostro rapporto.” Intervenne subito Ryuk.
Certo era una bella seccatura, ma doveva dirle la verità.
Anche se l’avesse momentaneamente scordato, il loro rapporto non poteva basarsi su una menzogna.
“Lo so.”
“Ti avevo promesso ricordi felici, ma questo era necessario.” Riprese lo shinigami.
Nonostante non avesse rispettato i patti, per Scott andava bene comunque.
Era già molto aver ottenuto una seconda chance.
“Non preoccuparti.” Lo rassicurò il giovane.
Ryuk si zittì, giusto per dare il tempo a Scott di spiegarsi alla ragazza.
Aveva deciso che per un po’ sarebbe rimasto in silenzio e solo per ascoltare le parole dettate dal cuore del suo giovane amico.
 
Il ragazzo si mise a fissare Dawn con il desiderio di risolvere subito quella faccenda.
“Secondo te come sono quei reality?”
“Pericolosi.” Rispose lei, arrossendo appena.
“Chris non si farebbe alcuno scrupolo pur di ottenere ottimi ascolti. È stato lui stesso a dirlo e anche gli altri ragazzi ci avevano avvertito.
Io non volevo che ti facessi male.”
“Perché?”
“Perché tutto si ripercuote sempre sulle persone che mi sono vicine. Io non volevo vederti soffrire.
Tu non lo meritavi e volevo fare qualcosa di giusto.
Mi sarei sentito un verme se una ragazza dolce e delicata come te fosse finita male.
Non volevo che facessi la fine di Stacy o di Dakota.
Volevo proteggerti.
Ti avevo notato fin dal primo giorno e avevo subito capito quanto fossi preziosa.
Ho sabotato le sfide solo per proteggerti e per evitarti guai.
Ho sempre votato contro di te solo perché volevo evitarti sfide sempre peggiori.
Non potevo sopportare l’idea di vederti distrutta da quelle prove.
Così mi sono messo a intagliare la testa di Chris e ho fatto quella copia.
Volevo solo che la trovassi e che tu fossi libera.
Avrei voluto evitarti anche la catapulta, ma non ci sono riuscito.
Ho sempre sperato che non ti fossi fatta male e speravo nel tuo perdono.
Volevo vincere per entrambi.
Volevo dimostrarti che ne ero capace, ma quando sono venuto, mi hai mandato via.
Hai detto che mi odiavi e che non volevi saperne nulla di me.
Lo so che non me lo meritavo e forse non lo merito nemmeno ora, ma prova a considerare le mie parole.
Quale motivo avrei avuto per trattarti male?
Dovevo chiarire allora questo equivoco, ma i giorni sono diventati anni e non ho risolto nulla.”
“Perché non me l’hai detto subito?”
“Ho provato a farlo, ma con scarsi risultati.”
“Io credevo che mi odiassi.”
“Odiarti? Come potrei? Come posso odiare la ragazza che amo?”
“Tu mi ami?”
“Da sempre. Avrei tentato ogni giorno d’ottenere il tuo perdono, anche se mi sarei accontentato del tuo sorriso.”
“Cos’ha che non va?”
“Ho capito tardi che il tuo sorriso valeva più del milione. Mi dispiace.” Borbottò, accarezzandole il volto e asciugandoglielo.
“Anch’io ho sbagliato, ma non succederà più. Credevo amassi Courtney ed è per questo che sono sempre stata in disparte.”       
“Stavo pensando anche al suicidio, prima dell’incidente, ma poi Dawn ti ho visto nei miei sogni.”
“Che cosa speravi che si risolvesse facendo una cosa del genere? È troppo comodo arrendersi.”
“Ma non lo stavi per fare anche tu?” Gli fece notare il giovane, mentre Dawn si stringeva nelle spalle.
“Io non lo sapevo. Io voglio vivere e questo perché ci sei tu. Di qualsiasi ragazza ti fossi innamorato, con chiunque avessi passato la tua vita in futuro non mi sarebbe importato nulla.
Era questo a cui pensavo.
Mi bastava la possibilità di vederti e poi con Courtney eri felice.
Lei era bella, simpatica e speciale.
Io cosa sono?
Sono solo una piccola bambola senza nulla.”
“Speciale…speciale. Per me…questo è speciale.” Borbottò il giovane poco prima di baciarla.
Era da una vita che lo sognava.
Aveva aspettato tutti quegli anni solo per trovare la ragazza perfetta.
Quella che potesse sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
Non voleva più staccarsi da lei, ma aveva bisogno d’aria e poi voleva vederla di nuovo.
Era così bella.
Un angelo che lo guardava con gli occhi ricolmi di gioia.
“Io…”
“Io ti amo Dawn.”
“Davvero?”
“Potrei mai mentirti? Se non mi credi, leggimi l’anima e ti prometto che non mi offenderò.”
“Sì…mi fido.”
E detto questo si ributtò di nuovo sulle labbra del ragazzo, facendolo cadere di schiena, ma senza fargli troppo male.
Non che fosse importante.
Una ferita superficiale era il nulla, comparato alla sofferenza che avrebbe provato se avesse fallito.
 
Neve.
Anche il cielo apprezzava che i due testoni si fossero finalmente riconciliati.
Restarono fermi per qualche minuto, solo per stare un po’ tranquilli e per chiacchierare in pace.
Sapevano che tornati in ospedale, lui sarebbe stato subissato di critiche e di domande e per un po’ avrebbero rinunciato alla loro intimità.
“Finita questa storia, potremmo stare tranquilli nel mio appartamento.” Borbottò il rosso, mentre i due uscivano dal cantiere.
Aveva ancora freddo, ma l’averla vicina era sufficiente per farlo stare meglio.
“Pervertito.”
“Voglio solo stare un po’ con la mia ragazza e desidero recuperare il tempo perduto.”
“Prima però torniamo in ospedale e poi devi vestirti.”
“E devo scusarmi con i nostri amici.”
“Esatto.”
I due con calma giunsero all’ospedale.
Nemmeno quando ritornarono nella candida stanza d’ospedale, l’aveva lasciata e non voleva più separarsi da lei.
Quegli anni d’esilio dal suo angelo erano stati sufficienti e lo avevano reso maturo.
 
5 anni dopo.
 
Chris e Chef erano tornati ai loro reality con lauti guadagni.
Ovviamente la loro parte di futuro era rimasta intatta, esattamente come se Scott non fosse stato presente.
La famiglia di Scott era unita e dopo essersi fatto sfuggire molte volte il premio finale, il rosso era riuscito a vincere il milioncino.
Con una parte del profitto aveva sistemato la fattoria dei genitori e con il restante aveva aiutato il fratello a costruire la sua bella azienda.
Lui si era accontentato del ruolo di vice Presidente e aveva permesso al fratellino di diventare il capo.
Dawn aveva accettato il ruolo di segretaria, così Scott non l’avrebbe più persa di vista.
Brick e Jo facevano coppia fissa.
E anche per buona parte degli altri il futuro non subì alcun cambiamento.
Solo con Duncan vi fu uno scossone.
Scott lo aveva assunto come operaio.
Ovviamente non aveva dimenticato il possibile triangolo amoroso che comunque si risolse con facilità.
Gwen era finita con Trent, mentre Courtney finalmente aveva ritrovato il suo punk.
Il concorrente conosciuto da Don, un certo Devin, invece si era fidanzato  con una sua vecchia amica di lunga data.
Tutto si era concluso per il meglio.
 
Scott era cambiato molto.
Al termine delle visite mediche era andato a vivere con Dawn e poi aveva vinto il milioncino di Chris.
Aveva aiutato tutti i suoi amici e si era sposato con Dawn.
Era tutto quello di cui aveva bisogno.
Lui, lei e 2 bambini.
Tutto era perfetto.
Ma non manca ancora qualcuno?
“Ehi Ryuk…come vanno le cose?” Gli chiese il rosso, mentre lo shinigami osservava le imprese dei terrestri.
“Tutto bene.”
“Ne sono felice.”
“Vedi di continuare così ragazzo. La tua Dawn è speciale, ma questo tu lo sai.”
“Non mi avrebbe mai scelto, se fossi stato troppo normale.”
 “Non hai più nulla di cui rimproverarti?”
“Solo di non essere cambiato un po’ prima.”
“Normale.”
“Sarò sempre in debito con voi.”
“Non ci pensare. Vivi la tua vita, rispetta quella degli altri e ama la tua ragazza.”
“Sì, lo farò.”
Spesso il loro dialogo s’interrompeva così.
Ryuk era oberato di lavoro.
Era impegnato su molti fronti.
Doveva controllare il comportamento dei terrestri, scegliere la destinazione delle anime, osservare Scott e parlare anche con gli shinigami che aveva creato.
Era comunque vero che almeno aveva un ottimo sostengo: i suoi figli erano davvero due ottime Entità.
Anche sul loro conto si era rimangiato ogni cosa.
Aveva compreso che si erano comportati male solo perché dovevano costatare una sua reazione.
Quell’opinione era stata fin troppo forte.
Anche Paradiso e Inferno ci avevano riso su quando erano venuti a sapere che Scott li considerava indegni per il ruolo che dovevano svolgere.
Dopotutto avevano svolto il loro compito alla perfezione.
 
Notte e riposo.
Era quando dormiva che la vedeva sempre vicino a sé.
Quell’angelo.
Lei lo aveva salvato da una triste fine, da un’eternità orribile e ogni notte la stringeva come quando erano sul ponte.
L’amava alla follia.
Dawn sentiva i suoi abbracci e i suoi caldi baci e già immaginava cosa stava per accadere.
Quello era solo l’anticipo.
Era quando i bambini erano dai nonni che si sentivano liberi.
Nonostante fossero essenziali per la loro vita, ogni tanto volevano restare da soli per ritrovare una certa intesa.
“Tesoro…cosa ti serve?” Gli chiedeva, mentre sentiva i suoi baci dietro il collo.
Le piaceva un sacco quando faceva così.
“Ho bisogno di te.”
“Ma i bambini…”
“Sono dai miei e abbiamo qualche giorno di pace.”
“E se ci chiedessero perché li mandiamo dai nonni, cosa gli risponderemo?”
“Sarà il nostro piccolo segreto.” Borbottava, spegnendo la luce e dando inizio a un’altra notte di passione.
Quei giorni erano come un dono dal cielo.
Ogni volta si vincevano la resistenza.
Anche se avrebbero preferito lavorare, Scott alla fine riusciva a contagiarla con la sua gioia e con le sue parole.
Entrambi avevano bisogno di tempo per recuperare le energie e per stare insieme dopo tanti anni d’assenza.
Ovviamente i due lo facevano per un motivo valido.
Tutte le volte si tramutavano in qualcosa d’importante.
Una gioia inesprimibile e quei giorni spesi nella pace e nel desiderio che non avrebbero mai smesso d’ardere.







Angolo autore:
Salve cari amici e lettori.
Sono felice d'aver concluso questa long che ad essere sinceri considero la migliore tra le mie opere.
È stato davvero divertente descrivere le avventure di Ryuk e Scott e anche le vostre recensioni sono state sempre puntuali e molto interessanti.
Ho tratto ottimi consigli dalle vostre parole.
Purtroppo ogni cosa giunge al termine e anche per "Shinigami" era giunto il tempo della fine.
Non ricordo se ve l'avevo detto, ma sposterò la storia tra le crossover data la presenza significativa di un personaggio di Death Note (Ryuk appunto).
Non sono mai stato troppo bravo con i discorsi, ma ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto compagnia.
Non so quando, nè con quale storia, ma tornerò.
La mia idea sarebbe quella di riprendere "2184", ma questa volta la pubblicherò non appena sarò certo della conclusione.
Ne avrei milioni di cose da dire, ma è meglio fermarsi qui.

Ryuk: Mi mancherà questa storia.

Lo so, vecchio Ryuk.
Comunque ho una sorpresa per te e per i cari lettori.
Una sorpresa che spero di cocludere presto e che ti piacerà assai.
Anche se tu sei il mio scrittore privato, ho una piccola long a cui sto lavorando in pace e che ti piacerà molto.
L'unico problema è il tempo, ma a questo spero di rimediare con le vacanze estive.
Onde dilungarmi troppo vi saluto.
Alla prossima.
   
 
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