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Autore: EllynPhilips    26/07/2016    2 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere questo capitolo vorrei ricordarvi che ho pubblicato insieme il 26 ( Ti troverò sempre) e 27 (Compleanno). Date le visualizzazioni molto differenti di entrambi (più del doppio nel 27), mi è venuto il dubbio che qualcuno di voi possa non essersi accorto del 26.
Buona lettura!



Norvegia


- Prisca! Muoviti! - Tuonò così sua madre la mattina del suo sedicesimo compleanno. -Allora? Vuoi svegliarti? - insisté.
Mai un attimo di tranquillità. Quella sera si sarebbe celebrato il ballo per il suo compleanno. Sarebbe stata una cosa in grande, erano stati invitati tutti gli abitanti di Azalea, anche se lei non aveva molta confidenza con tutti, ovviamente.
Ma li le cose funzionavano così, soprattutto per sua madre. Se organizzava una cosa, la faceva bene. Perfetta, grande, o non la faceva affatto.
E, purtroppo per Prisca, quel giorno sua madre aveva deciso di organizzare una festa grandissima e perfetta.
Lei non vedeva proprio l'ora di passare la sera del suo compleanno in compagnia di sconosciuti, costretta a ringraziare e ballare con tutti...
Sospirò sconsolata e si alzò dal letto.
- Allora?? - la voce di sua madre era più bassa di prima. Forse, con un po di fortuna, era tornata a preoccuparsi di altre cose.
- Arrivo, arrivo! - esclamò esasperata.
Indossò una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloncini e, dopo essersi fatta la doccia, scese al piano di sotto.
La sala da ballo era piena di vampiri che correvano da ogni parte cercando di eseguire gli ordini di sua madre che sembrava cambiare idea ogni due minuti. - Nonono! Ti ho detto che non devi metterlo lì. - urlò per la centesima volta, quella mattina.
Prisca non avrebbe proprio voluto essere nei panni di quelle povere persone. Astra era fatta così.
Le piaceva organizzare eventi magnifici e per fare questo iniziava a urlare ordini di qua e di la almeno una settimana prima dell'evento, arrabbiandosi con chiunque le capitasse a tiro e svegliando tutte le persone nei paraggi, proprio come aveva fatto prima con lei.
La ragazza non ne poteva già più, e la mattina era appena iniziata.
- Prisca, finalmente! E' almeno un ora che ti chiamo, ti sei decisa a scendere. -
- Non capisco tutta questa fretta. Hai quasi finito. A cosa ti servo io? -
- A cosa mi servi? Devi provarti il vestito e fare le prove del trucco. -
- Ma l'ho provato anche ieri, e la festa è stasera, abbiamo tempo. - ribattè.
- Non importa, tu fallo! -
Sospirò sconsolata.
Astra era fatta così...che poteva farci?
Prisca non voleva immaginare come sua madre sarebbe stata insopportabile il giorno del suo legame..
Scosse la testa, non voleva pensarci in quel momento. Tanto non si sarebbe mai legata con lui.
I suoi pensieri, senza che potesse impedirlo, andarono a Camron. Chissà cosa stava facendo in quel momento, ma soprattutto si chiese se quella sera ci sarebbe stato.
Era sicura di no.

Indossò il vestito come sua madre le aveva chiesto e si guardò allo specchio.
Era carino, ma, come ogni volta, non era il vestito che avrebbe scelto lei. Era blu, quello si, ma era un blu troppo acceso per i suoi gusti. Non lo odiava, ma non le piaceva nemmeno.
Non disse niente, nemmeno quando la "stilista" di sua madre le fece un acconciatura strana.
Quella, al contrario del vestito, la odiava.
Promise a se stessa che, almeno quella volta, avrebbe avuto i capelli come voleva lei.
Prese un po di coraggio e parlò.
- Non li voglio così i capelli. -
La donna alzò lo sguardo dalla sua opera appena finita.
- Tua madre mi ha dato ordini precisi. -
- E io te ne sto dando altri. Non li voglio così. -
La vampira la guardò con disappunto, incerta sul da fare.
- Senti, sappiamo entrambe che appena te ne andrai da qui mi sfarò l'acconciatura e stasera mia madre se la prenderà con entrambe perchè i miei capelli saranno davvero in uno stato pietoso. Quindi o lasci i miei capelli così e stasera andrà come andrà, o pensiamo insieme a un acconciatura che mi piaccia e possa andare bene anche a mia madre. -
Dallo specchio vide il riflesso della donna che, seppur non del tutto sicura, annuì.
Un punto per me disse tra se e se.


Fece il suo ingresso nel salone da ballo quando tutti gli invitati erano già arrivati.
Non fu molto facile per lei scendere le scale davanti a tutti che la fissavano con così tanta insistenza, ma stranamente ci riuscì. La fortuna volle che stesse indossando un abito blu che le scendeva dolcemente fino alle cosce e che, in quel modo, non arrivasse a toccare in terra.
Almeno sua madre aveva pensato a quello.
Alla fine l'acconciatura che era venuta fuori era semplice e carina. I capelli, infatti, le scendevano dolcemete sulla schiena, in boccoli non troppo esagerati, eccetto due piccole ciocche che erano legate dietro con una forcina brillantinosa.
Prisca fu felice di essere riuscita, dopo tanto tempo, ad ottenere ua cosa che desiderava.
Scendendo dalla scalinata il suo sguardò trovò subito Camron. Non l'aveva neanche cercato intenzionalmente. Appena era entrata nella sala aveva sentito la sua presenza e i suoi occhi l'avevano cercato automaticamente.
Il ragazzo, stranamente, la guardava come tutto il resto della sala. E le avrebbe fatto piacere se il suo braccio non fosse stato intorno alla vita di una ragazza. La seconda quella settimana, per la precisione.
Distolse lo sguardo dalla loro vista e si concentrò su un vampiro, all'apparenza giovane, sui vent'anni che, allungandole una mano, le chiedeva il suo primo ballo. Lei non poté far altro che acconsentire, sarebbe stato maleducato da parte sua rifiutare quella richiesta. Dopotutto era il suo sedicesimo compleanno, avrebbe avuto altre proposte come quella, doveva solo mettersi l'animo in pace ed essere pronta a fare la gentile, ringraziare e ballare con tutti.
Sua madre, se così non fosse stato, si sarebbe arrabbiata parecchio. Odiava fare brutta figura davanti agli ospiti, e quella settimana glielo aveva ripetuto costantemente.
Il ragazzo la ringraziò e, appena finita la canzone se ne andò con un piccolo inchino.
Prisca arrossì per quel gesto così galante.
- Mi concedi questo ballo? - disse una voce alle sue spalle, che riconobbe subito come quella di Camron.
- Puoi anche evitare di fare il gentiluomo, sappiamo entrambi che non lo sei. Non devi disturbarti tanto, vai pure a divertirti. - disse notando la rossa che stava fissando il suo accompagnatore chiaramente indignata per essere stata lasciata sola. - Ti conviene anche sbrigarti, la tua ragazza sembra così arrabbiata che potrebbe scoppiarle la testa da un momento all'altro. -
Lui non rispose al suo tentativo di attaccarlo. Scosse semplicemente la testa.
- Sarebbe scortese non ballare con la festeggiata il giorno del suo compleanno. -
- Non è un problema. Tu sei sempre scortese. - gli rispose alzando le spalle.
- Abdel, convinca sua figlia a ballare con me. - disse Camron fermando suo padre che passava casualmente vicino a loro.
- Ma certo che ballerà con te, non è vero Prisca? - disse dando una pacca sulla spalla di Camron e guardandola con insistenza.
Non poté far altro che accettare. Il braccio di Camron la cinse in vita e, a tempo di musica, la condusse volteggiando nella sala.
Non disse niente, si limitò a stringerla e a tenerla stretta a se. Nemmeno Prisca disse niente. Anche se avesse avuto qualcosa da dire, cosa che non aveva, il contatto così ravvicinato con il ragazzo la scombussolava tanto che aveva dimenticato persino come si facesse a parlare.
La mano sulla sua vita, e quella che stringeva la sua, le procurarono dei brividi per tutto il tempo, fino a quando, troppo presto, lui la lasciò.
La guardò per pochi attimi, poi senza dire niente tornò dalla sua ragazza e prendendola per mano, la condusse velocemente fuori dalla sala.
Non era restato nemmeno un ora, e per lui era stato sicuramente troppo.
Chissà cosa aveva fatto sua madre per obbligarlo ad andare al suo compleanno e ballare con lei...
La sera quando tornò a casa trovò sul suo letto un pacchettino, c'era scritto il suo nome con un corsivo perfetto.
Era la scrittura di Camron, lei la conosceva bene.
Il regalo si rivelò essere una fodera per il suo pugnale, da portare intorno alla gamba. Così perfetta da poter passare inosservata sotto i suoi stivali neri...



Come promesso ecco l'altro capitolo.
Aggiornerò presto.
Alla prossima!
Un bacio,
Ellyn.
   
 
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