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Autore: Le sorelle pirata    27/07/2016    0 recensioni
"Narra un'antica leggenda,
di una sanguinosa vicenda,
in cui si danno battaglia
quattro regni di grande taglia:
a Nord l'estate svanisce,
a Sud la primavera fiorisce,
a Est il regno del fuoco,
a Ovest quello di cui si sa poco;
da quattro regni derivano altrettante città,
le quali si ergono alle estremità
di una valle desolata
dove cadono fulmini in picchiata.
Un giorno due cuori si incontreranno
e insieme per un viaggio partiranno,
la loro meta sarà la stessa
ma solo ad uno verrà concessa;
iniziamo dunque la nostra storia,
per scoprire di chi sarà la gloria..."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
(Sperduti nel bosco?)
 
                                                                                                          Crystal  ---  49/007  ---  neve
Sono passati ben sette anni e quarantanove giorni da quando ho cominciato a scrivere. Ad essere sinceri, tutto ciò che ricordo è di aver trovato il diario di pelle blu scura una mattina, sul tavolino di cristallo in cucina; era rilegato con un sottile filo dorato ed un fiocco, non una parola, non un biglietto… tuttavia, esaminandolo più attentamente, notai una minuscola incisione sul retro: R. Sono appena rientrata a casa dopo aver accompagnato una nonnetta fin troppo arzilla nel vicolo che da’ sulla strada N - 542 P, la quale mi ha consegnato un pacco sospetto dalle dimensioni molto ridotte. Non ho ancora avuto il coraggio di aprirlo (ho uno strano presentimento a riguardo) ma penso che lo farò presto perché la curiosità mi sta divorando. Assieme a questo c'è anche una lettera senza mittente... Dannatamente bizzarro.
Ma adesso non ho proprio il tempo materiale di pensare a queste cose, devo recarmi in un negozio d'armi prima che faccia buio o che qualche altro individuo perdi-tempo mi si avvicini…
Kyriu
 

"Questo dovrebbe essere il punto."
Guardai la pagina di diario dove avevo scribacchiato la via; alzai gli occhi verso l'insegna di legno sgangherata del negozio, appesa ad un chiodo cadente: Bottega del Ferro. La classica forma a cupola poteva accomunarla a qualsiasi altra costruzione in tutta Crystal, perciò era importante prestare attenzione ai cartelli. I blocchi di ghiaccio compatto impedivano agli occhi di scrutare attraverso le pareti massicce, che erano rivestite internamente da una spessa copertura di vetro satinato. Tramite un piccola cappa turchese dalle estremità aguzze che sbucava dalla superficie semi-sferica, fuoriusciva una scia serpeggiante di fumo grigio perla.
E proprio in fondo alla medesima strada, una tenuta ai miei occhi familiare si ergeva in tutto il suo splendore. Tramite le sbarre della cancellata di metallo che circumnavigava il perimetro della proprietà, si intravedeva un giardino ben curato: alte siepi costeggiavano il vialetto da cui era stata spazzata via la neve in modo impeccabile, una raffinata scalinata di quarzo separava la massiccia porta d’ingresso dal terreno, mentre una manciata di tipici cespugli di Snopper era stata piantata al di sotto delle grandi vetrate in stile gotico che davano sul soggiorno. Ai lati dell’entrata principale, sul loro apposito piedistallo di ghiaccio, erano state scolpite due statue di cristallo dalle fattezze animali. Non c’era la minima traccia di polvere e tutto pareva essere esattamente al proprio posto, nonostante la casa fosse abitata da una singola anziana, per altro malata. Molti anni prima, in una notte di bufera, qualcuno aveva suonato al campanello argenteo per poi lasciare un piccolo fagotto tremante ad aspettare sul tappetino pungente. La signora accolse quell’orfanello come aveva fatto con gli altri in precedenza, affezionandosene fin da subito nonostante il suo carattere fosse distaccato e diffidente. I quattro trovatelli componevano la famiglia che la povera vecchia non aveva mai avuto la fortuna di avere, due maschi e due femmine, tutti caratterizzati dalla stessa carnagione pallida e da lunghi capelli argentei, fatta eccezione per uno. Le iridi glaciali, ricorrenti negli abitanti di Crystal, completavano il viso dai tratti nordici. I primi tre ad essere abbandonati avevano legato in fretta ma l’ultima del gruppo era ostinata a tenersi a distanza. Ogni giorno si svegliavano vicendevolmente per fare colazione insieme, dopo di che li aspettava un fitto programma di studi, stabilito dalla stessa governante: le ragazze venivano istruite a badare al fuoco o alle faccende domestiche, mentre i ragazzi imparavano l’autodifesa. Tuttavia, erano presenti anche alcune ore durante le quali i quattro non lavoravano separatamente. Con il passare del tempo gli orfani lasciarono la tenuta, ormai grandi: due di loro decisero di partire insieme, il terzo se ne andò di lì a poco… e così, l’ultima bambina rimase sola. L’anziana continuò a crescerla ma quella si estraniò ogni giorno di più finché si nascose dalla sua vista, in un posto dove non fu mai trovata, finendo per essere data per dispersa. Da quel momento la signora non si prese più cura di altri all’infuori di sé, rinchiudendosi in uno stato di sconforto perenne, ignara del fatto che la piccola e silenziosa bambina con i capelli dello stesso colore della notte e dagli occhi di ghiaccio... si trovava ancora lì.
 
Riemersi dai ricordi appena affiorati e tornai alla realtà, impiegando qualche minuto per riprendermi da quello stato di trance: una parte della mia infanzia era appena tornata in mio possesso, e tolto il fatto che fosse stato un passato tumultuoso, io non potevo fare a meno di essere felice.
Mi voltai nuovamente verso l’insegna della bottega, questa volta convinta che sarei entrata, anche perché i fiocchi si stavano infittendo e quindi dovevo correre ad un riparo.
"Se non trovo qui un coltello come si deve non so più dove cercare"
Spalancai la porta smerigliata senza esitazione, che si aprì con un tintinnio, e la prima cosa che mi catturò fu l'atmosfera metallica: rumori di attrezzi che battevano sull’acciaio appena scaldato, odore così pungente di ferro che quasi lo si poteva assaporare... Di fronte all’entrata, un omaccione dal viso grosso e unto non meno dei suoi capelli stava ripulendo il bancone, dove alcuni fogli di ordinazioni erano fissati con un fermacarte azzurrino, con un panno logoro, dando le spalle al caminetto acceso in mattoncini. Alla stessa parete si ergeva un lavandino acquamarina sporco e rugginoso dove un altra figura si stava ripulendo le grosse mani pelose. Sull’ala destra era stata ricavata una seconda stanza a cui si accedeva mediante una vetrata, mentre ad ovest, poggiate su delle scaffalature metalliche in bilico su qualche asse di legno, erano esposti degli armamenti quali spade, scudi, punte di lancia, teste d’ascia e un paio di corazze in maglia.
"Mi scusi...?"
"Aaaaaaah, cosa abbiamo qui!! Dimmi un po' piccolina, ti sei persa? Che ci fa una giovane signorina in un posto come questo, eh?"
Il fabbro, poggiando sul ripiano rinforzato lo straccio, mi rivolse la parola. La stazza sembrava ancor più possente agli occhi di una ragazza così minuta. Una fascia impregnata di sudore cingeva il capo rotondo del tipo baffuto, le guance ed il naso coloravano il viso con il loro rossore.
"Razza di mongolfiera… "
Gli scoccai un’occhiataccia.
Il negoziante col pancione si pulì le mani grassocce sul suo camice da lavoro, si schiarì la gola e poi riprese il discorso, stavolta più seriamente.
"Dunque... sei venuta per un'arma?
E hai già un'idea di quale vorresti?"
Annuii entrambe le volte.
"Non parli molto, eh? I giovani d'oggi... devi sfilare loro le informazioni con la pinza"
"Ci vuole coraggio per fare un affronto simile davanti ad una come me"
"Beh, se non altro ti ho fatto parlare un po’, eh?"
I suoi continui eh? eh? eh? stavano cominciando ad infastidirmi, ma mi sforzai di mantenere il controllo (sono il tipo di persona che si spazientisce facilmente).
"Sembri diretta da qualche parte, eh?"
Strinsi i pugni e risposi cercando di nascondere il mio tono seccato.
"Sì, e vado anche di fretta, per cui se magari...?"
"Oh, sì, certo, adesso ti porto al magazzino"
Più che un magazzino sembrava una discarica: accozzaglie di oggetti di qualsiasi genere in ogni dove, per un momento ebbi quasi il timore che le armi fossero danneggiate o di qualità scadente... Ma avevo torto.
Erano contenute in grossi scatoloni, è vero, ma erano allo stesso tempo organizzate per categorie e tipologie, con un ordine a dir poco impeccabile.
"Sto cercando un coltello o un pugnale" riferii per rendere la sua ricerca più semplice.
"Un qualcosa facile da nascondere e veloce da utilizzare"
"In tal caso…"
Mise un piede sulla scala di cristallo che avrebbe saputo reggere anche il suo peso, ma poi ci ripensò e mi condusse in una parte di stanza scarsamente illuminata. Tre diversi oggetti vennero tirati fuori dagli appositi contenitori per essere riposti sullo stesso piano d’appoggio: un coltello, un pugnale e un Mozzanviglio, simile ad un coltello ma capace di assumere tre diverse grandezze; preciso e tagliente, consigliato agli esperti.
Stavo quasi per afferrare la mia arma, quando il fabbro mi disse:
"Vedo che hai fatto la tua scelta... Ma prima che tu decida definitivamente, c'è una cosa che dovresti sapere a proposito di questo pugnale... sai, sembra che sia stato maneggiato dagli Elfi... "
"Intendi dire che è un oggetto magico, non è così?"
"Esattamente, ma nessuno di noi è mai riuscito a scoprire quali fossero le sue potenzialità; magari sarai proprio tu a riuscirci, eh? Sei ancora dell'idea di volerlo?"
"Non ho bisogno di riflettere ulteriormente: ormai ho deciso."
 
 
"Dunque... AAAAH NON CI CAPISCO NULLA!!!!!! Questi abitanti di Crystal!!!! Come faccio ad orientarmi se non capisco neanche i nomi delle strade!?  WXY 5815 Z 6582948 e trattini di qua e di là... Ma che cosa significa?? Ho fatto tutta questa fatica per arrivare fin qui da Crimson... E ADESSO NON SO PIÙ DA CHE PARTE METTERE PIEDE!!!"
Eh già, la madre Shiina aveva deciso di lasciar partire il ragazzo dopo tutto, raccomandando sempre le solite cose e assicurandosi che prestasse attenzione. Gli ci vollero ben sei giorni per percorrere il sentiero tra i muri di pietra che collega la propria città con quella di Crystal; purtroppo non ci sono altri metodi: ogni città ha un proprio e specifico tragitto per arrivare alle due terre ad essa adiacenti. E ora eccolo lì, perso nel bel mezzo di un bosco ghiacciato.
Fu proprio mentre Yuuto si stava scervellando che un vento misto tra neve e grandine lo assalì e fece volare via la sua mappa.
"OH, NO!!!!! GIÀ È DIFFICILE IMBOCCARE LA STRADA GIUSTA, FIGURIAMOCI SENZA UNA MAPPA NELLA MIA LINGUA!!!!!!"
"Avresti potuto chiedere indicazioni, a Eldor si scrive in maniera diversa ma si parla la stessa lingua, dovresti saperlo"
Il ragazzo non ebbe tempo di verificare da dove provenisse quella voce che un oggetto gli sfrecciò sopra la testa, andando a conficcare il foglio di carta ad un albero congelato lì vicino. I ramoscelli grigi vibrarono, scuotendo le foglie tintinnanti che fecero cadere a terra qualche cumulo di neve. Solo dopo che si ebbe fermato notò che era un pugnale: era ben lavorato ed estremamente sottile, trasparente quasi fosse stato modellato nel ghiaccio fatta eccezione per l’impugnatura di un profondo color zaffiro. Yuuto si precipitò a recuperare la cartina ma venne fermato: si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dai capelli blu notte che ricadevano sulle spalle esili, due ciuffi leggermente più lunghi ai lati del volto, e un paio di occhi dove sembrava fossero stati imprigionati due iceberg. La carnagione era a dir poco spettrale, il naso piccolo e leggermente all’insù e le labbra chiuse in un broncio; un piccolo cristallo indaco ornava la sua fronte, semi-nascosto da una specie di frangetta, mentre al collo sottile era legato un cinturino avio con incastonata quella che sembrava essere la perfetta riproduzione di un fiocco di neve. Nonostante la brezza che pungeva la pelle come fosse vetro frammentato, la ragazza andava in giro coperta unicamente da un abitino blu elettro stretto in vita, da cui sbucavano due gambe snelle; ai piedi privi di calzature, un paio di ballerine all’apparenza di un materiale simile al cristallo. Quest’ultima riprese l’arma e, come se l’avesse scottata, la ripose velocemente nel fodero di cuoio marrone scuro all’interno della pochette azzurra che portava a tracolla.
“Ancora non ci siamo...”
Yuuto si scosse sentendo puntare su di sé il gelido sguardo di lei.
"Potresti almeno ringraziare"
"Sì, scusami... è che è successo tutto così in fretta..."
"Piuttosto… che ci fa uno di Crimson da queste parti?"
"Oh? Aspetta, come fai a sapere che vengo da lì?"
"Il copri-fronte che porti... c'è incastonata una Rubinia che (correggimi se sbaglio) è una pietra che si trova solo nelle miniere della tua città"
"Già, è vero… Un attimo! TU SEI DI QUESTE PARTI GIUSTO?? NON POTRESTI AIUTARMI AD ARRIVARE FIN QUI? NON SI CAPISCE NULLA!!" esclamò lui indicando il punto esatto sulla piantina.
"Accidenti... stavo parlando proprio di uno come te nel mio diario…" rispose la ragazza volgendo gli occhi al cielo nuvoloso da cui scendevano piccoli cristalli bianchi.
“Vorrei proprio sapere perché li incontro tutti io… in ogni caso, non posso scortarti perché ho altre cose importanti da fare... ma se vuoi posso spiegarti come arrivare"
Il ragazzo non rispose: era perso in quei ghiacciai che erano le sue pupille.
"Sei ancora tra noi?"
"Sì!!! Grazie, grazie, grazie davvero!"
"Dunque... W 518 Z... Innanzitutto devi sapere che qui a Crystal la prima lettera di ogni indirizzo indica il punto cardinale (Nord, Sud, Est, Ovest) nel quale devi dirigerti a partire dal centro della città; non puoi sbagliarti: è il posto in cui si erge il castello di cristallo, e le sue guglie si possono vedere in qualsiasi punto di Crystal. Dopo aver capito la direzione è facile, devi cercare la seconda lettera (in questo caso la Z) e il numero corrispondente; solitamente a Est del punto cardinale scelto corrispondono le lettere fino alla H alle quali sonno associati i numeri da 1 a 100, per cui gli altri saranno dal lato opposto"
"Mi domando il perché di un metodo così complesso..."
"Si potrebbe dire che così ognuno conosce tutta la città quasi fosse casa propria, come se vivessimo tutti insieme nella stessa grande famiglia!"
Ha sorriso. Ciò che ha detto è molto bello.
Il crimsoniano ricambiò, socchiudendo allegramente gli occhi nocciola.
"Adesso devo andare ad allenarmi se non ti spiace"
"Certo, grazie ancora dell'aiuto! Spero di rivederti presto!!!"
E così, dopo averla salutata, percorse il vialetto in pietra levigata verso il fantomatico luogo in cui si sarebbe svolto...
IL TORNEO!
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrici:
Speriamo che stiate seguendo la nostra storia (chissà cosa ne penserete... >.>) e che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Stiamo davvero lavorando sodo per evitare che gli aggiornamenti di questa ff, per così dire, escano dopo chissà quanto tempo (un po' come è successo con le altre...). Abbiamo intenzione di pubblicare un paio di capitoli ogni mese, uno alla fine della prima settimana e un secondo all’inizio dell’ultima, tanto per avere uno schema logico... Se avete domande, delucidazioni, diamanti o Domodossola scriveteci qui sotto o in un mp. Siccome non vogliamo farla troppo lunga, direi che possiamo chiudere qui, per cui...
Alla prossima!
Le sorelle pirata
 

 
  
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