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Autore: Kiryel    28/07/2016    1 recensioni
Una risata leggera e cristallina esce dalla tua bocca mentre mi rivolgi di nuovo lo sguardo. –Avresti potuto chiedermelo prima!- dici prendendomi la mano e avviandoci verso il salotto.
-Avresti potuto farlo prima, senza aspettare che te lo chiedessi io- ti rispondo di rimando con aria di sfida.
-Touché- rispondi quando, prima di svoltare l’angolo, mi tiri con delicatezza a te per offrirmi un altro bacio a fior di labbra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Eccoci arrivati già alla fine, per questo capitolo la colonna sonora che vi propongo è : https://www.youtube.com/watch?v=BG8lRXhE9AM&index=15&list=PLFWZ_47OVtmXWeR7gEEtoJDv5OX0pgXB7. Spero vi sia piaciuta!
Un grazie a chi a letto fino alla fine, alla prossima. =D

 

Capitolo 6

 

.Lele.

Sto tornando da te con i nostri drink quando ti vedo sul divano abbracciata ad un ragazzo. Lo stesso ragazzo che poi si allontana con un bacio, lo stesso ragazzo che scopro, quando poi si stacca definitivamente da quel contatto, essere mio fratello.

Mio fratello, la persona a cui ho sempre voluto bene ha baciato la persona che amo, perché sai Mia, io ti amo… Non sono ancora riuscito a dirtelo ma è così… E pure ora non credo serva più a tanto dirtelo… Perché? mi chiedo tra me e me, fin quando non avverto un peso sul mio braccio, mi giro e alle mie spalle trovo Nicol.

-Lele non pensare a lei. È solo una ragazzina in cerca di divertimento. Vieni con me divertiamoci anche noi- inizia, poi dopo aver preso uno dei drink dalla mia mano continua –Grazie per il drink!-

Sorridendo poco convinto la seguo mentre mi fa spazio sulla pista da ballo.

 


.Mia.

-Va meglio?- mi chiede Sonia affiancatasi a noi dopo qualche minuto.

-Si ora si. Grazie ragazzi-

-Di nulla tesoro.-

-Ma Lele si è perso?- esclamo ridendo -Doveva andare al bar ma è passato più di mezz’ora-

-Ci sarà fila. Vieni andiamo a vedere- mi fa Daniele allungando la mano verso Sonia.

Si vogliono bene, tanto bene, quasi li invidio per quando a loro possa sembrare tutto così naturale. Sembrano nati per stare insieme.

 

 

Dopo qualche minuto tra spintoni e permessi vari arriviamo al bancone quando avvertiamo la risata di Nicol, una risata un po’ particolare accompagnata poi dalla tua, mi fermo, il cuore a mille. Daniele mi imita e immediatamente punta lo sguardo su di me.

-Mia aspetta!- mi urla quando io, ritrovando il controllo sul mio corpo, inizio a correre verso la fonte delle risate. Non fa in tempo a fermarmi perché non appena giro l’angolo li vedo. Sono lì appartati, avvinghiati l’uno all’altro, si stanno baciando, si stanno… Non riesco anche solo a pensare a quello che sto vedendo… Tu… lei…

-Lele…- lo chiami poggiandomi una mano sulla spalla per farmi coraggio.

-Oi ciao fratellone!- lo saluti staccandoti da lei. Sei ubriaco ed io non riesco neanche a guardarti in faccia.

-Mi fai schifo!- gli dico

-Scusa tesoro. Ma non ho ben sentito. Bimba alza un po’ la voce per favore- mi fai venendomi vicino.

-Mi fai schifo!- ti urlo dandoti uno schiaffo.

Tu metti una mano sulla guancia dolorante e mi guardi arrabbiato.

-Andiamo- mi dice Daniele cingendomi le spalle e facendomi strada.

-Si, si andate. Porta la bambina a casa-

Daniele si gira e ti viene di nuovo incontro, lasciandomi con Sonia, che dopo averci raggiunto guarda la sorella contrariata, e dice -Te ne pentirai! Ringrazia che c’è gente se no te l’avrei fatta pagare- Lele si pietrifica davanti a quella scena e non è l’unico.

Arrivati alla macchina, saliamo e partiamo. All’accensione, automaticamente parte anche la radio, Alessandra Amoroso  sta cantando una sua canzone, forse una delle più belle a parer mio, mi ritrovo a pensare mentre ascolto le parole.

 

*Non devi perdermi, non voglio perderti,
Non voglio perderti, non devi perdermi mai.
La forza che userò nella vita che vorrei
è per non perderti, non devi perdermi mai.*

 

Non riesco a non essere arrabbiata, in questo momento vorrei tanto poterti cancellare dalla mia mente e dai miei ricordi. In questo momento quello che penso è che vorrei non averti mai incontrato…

 

*Fanno male, fanno male le parole
soprattutto quando sono troppo preda,
in quei giorni dove piangere è assoluto.
Tiri fuori da me il peggio e son dolori.
Il mio mondo crolla e non so cosa fare,
basterebbe una lettura più precisa.
Sono fatta a modo mio, lo riconosco.
Il tuo essere è però, così speciale.*

 

Ti amo, si l’ammetto ti amo. A te non l’ammetterò mai, non ora… non dopo questo. Ma credo di doverlo ammettere almeno a me stessa. Ti amo e purtroppo ti amerò per molto. Spero di riuscirti a dimenticare forse un giorno, spero di riuscire a non pensare mai più a te.

So che non è da me pensare certe cose, sono sempre stata paziente, per quanto possibile, ho sempre cercato di trovare il lato positivo delle persone, ma ora non riesco. Ora non riesco a perdonarti, non riesco ad andare oltre, a superare questo dolore.

 

* Ogni tuo silenzio, ogni tuo silenzio.
Nutre le mie idee, nutre le mie idee.
Ogni tuo silenzio, ogni tuo silenzio.
vaga dentro me, punge dentro me, fa parlare me.*

 

Quando ti ho visto li con lei, il cuore mi si è fermato, era immobile come me. Non ti sei protetto, non hai in nessuno modo cercato di proteggerti e né tanto meno cercato di spiegare cosa in realtà stavate facendo. Mi hai chiamato bambina, mi ha trattato come la più insignificante delle persone e lì il mio cuore non ha retto. Si è spezzato e l’ho sentito, io ho sentito il rumore che ha prodotto, tu no, tu non potevi.

Purtroppo o per fortuna, prima che la musica finisca, arriviamo a casa e dopo aver parcheggiato entriamo. Daniele va in camera di vostra madre e quando torna mi dice -Dormi in camera mia stanotte, io starò qui- indicando il divano.

Vorrei dirgli qualcosa, ma la voce mi viene meno e ricomincio a piangere. Lui mi abbraccia di nuovo e mi consola. -Sonia puoi aiutarla...- chiede poi rivolgendosi alla sua ragazza.

-Certo- risponde prendendomi per mano.

-Dai ora riposati. Noi siamo di là per qualsiasi cosa ok?- dice Sonia mentre sto per mettermi a letto. La ringrazio con un cenno del capo. Provo a chiudere gli occhi, ma li riapro poco dopo, perché la scena che mi si presenta davanti mi fa star male. Tu abbracciato a lei, la baci, l’accarezzi, ridi, la guardi, non riesco a trattenere le lacrime e ricomincio a piangere.

 

 

.Lele.

Sono ormai le tre di notte quando torniamo a casa. Ho la testa che mi fa male, ma ho ripreso in parte la lucidità che momentaneamente avevo perso a causa dei troppi drink.

Entrati in casa trovo Daniele sul divano, che subito mi guarda e dice -Nicol per favore vai di là. Devo parlare con mio fratello-

-Buonanotte- lei mi saluta dandomi un bacio sulla guancia per poi andare via.

-Ciao fratello, che c’è ti hanno cacciato fuori dalla tua stanza?-

-Ti rendi conto di quello che stai dicendo, ma specialmente di ciò che hai fatto?-

-Io ho fatto? Sei tu che te la sei baciata per primo!- urlo arrabbiato, come può dare tutta la colpa a me.

-Ma di cosa stai parlando?- chiede stranito

-Di voi due sul divano, l’hai abbracciata e poi l’hai anche baciata-

-Tu sei uno emerito stupido. La stavo consolando perché non vuole andarsene, perché non vuole abbandonarti- mi spiega ed io ti ascolto immobile. -Il bacio che hai visto è stato un semplice bacio sulla guancia. Nulla di più. Se avessi chiesto spiegazioni te l’avremmo date, ma invece no. Ti sei baciato un’altra, l’hai chiamata bambina. Ma da dove…-

Non conclude la frase perché io lo blocco e quasi disperato gli chiedo -Dov’è?-

-In camera mia. Lasciala in pace, per oggi hai fatto abbastanza- quasi mi ordini. Ti guardo, deluso dal mio stesso comportamento, come posso anche solo per qualche minuto aver dubitato di lui, sangue del mio sangue, e della persona che più voglio bene. Sono stato uno stupido cretino…

Ho rovinato tutto con le mie mani e con quel pensiero mi rinchiudo in camera mia, mi siedo sul letto. Questione di pochi minuti e avverto dei lamenti da dietro al muro. Sei tu, stai piangendo. Stai soffrendo e tutto per colpa mia. Ti avevo fatto una promessa e non sono neanche stato in grado di mantenerla.

Mi stendo sul letto e pensando a te, al dolore che stai provando per causa mia, anch’io piango, perché so che se ti ho perso è solo colpa mia. E nel silenzio della mia camera l’unica parola che riesco a dire è un semplice e fievole scusa.

 


Il mattino seguente mi sveglio con un forte mal di testa e con il cuscino è bagnato. Mi giro verso la sveglia sul comodino e quasi cado dal letto. Sono le undici del mattino, tra mezz’ora parte il treno delle ragazze, se non mi muovo faranno tardi. Perché nessuno mi ha svegliato, penso tra me e me.

Mi alzo vado in cucina ma non trovo nessuno, cerco nelle camere, ma niente la casa è vuota. Torno in cucina e solo allora mi accorgo di un bigliettino poggiato sul tavolo.

“Ho accompagnato le ragazze in stazione. Torno subito. Dani”

Cavolo! Con quell’unica esclamazione decido cosa fare. L’avrei riconquista, prometto a me stesso. Dopo dieci minuti sono ormai pronto e, sceso in garage, prendo la moto e parto.

 


Arrivo in stazione, vedo Dani sulla banchina che saluta un treno in lontananza. Mi blocco… sono arrivato in ritardo… non sono arrivato in tempo, ti ho deluso di nuovo ma ho deluso ancora di più me.

-Lele…- chiama mio fratello quando vedendomi mi viene in contro.

Io non riesco a dire nulla, non riesco a salutarlo, riesco solo ad abbassare lo sguardo mentre delle piccole lacrime iniziano a scendere leggere. Lui se ne accorge, mi prende le spalle e continua -Tu la ami?-

-Si- rispondo debolmente guardandolo.

-Allora vai, corri da lei-

-Ma come faccio è andata via-  dico quasi isterico. -Ormai l’ho persa-

-Non l’hai persa, vieni con me- dice indicandomi il botteghino. Io lo guardo e capisco cosa vuole che faccia.

Mi avvicino e chiedo -La prossima freccia per Roma quanto ci mette e a che ora parte? Per favore-

-Parte tra un’oretta e mezza e arriva per le quattordici e trenta- guardo mio fratello, che mi offre un sorriso e risponde si con il semplice gesto del capo.

-Mi dia un biglietto per favore-

-Anche ritorno?- chiede il signore.

-No. Solo andata- avevo tanto da farmi perdonare e so che non sarebbe bastata solo una giornata.

-Bene una è andata! Loro sono partite alle undici e mezza e arriveranno alle tre, te arriverai mezz’ora prima di loro, dovrai essere veloce- inizia mio fratello -Dobbiamo andare a preparare la valigia e avvisare la mamma- a quelle parole non riesco a far altro che abbracciarlo, aveva pensato a tutto, se non ci fosse stato lui non so come avrei potuto risolvere quella situazione, e l’unica cosa che riesco a dirgli è un semplice grazie. -Va bene, va bene. Ma… guardami- ricomincia -Non farmi pentire, ti sto dando una seconda possibilità, anche se in parte continuo a pensare che forse tu non la meriti…- conclude.

-Non ti deluderò. Non più!- gli dico deciso.

Quindi dopo aver fatto tutto ritorniamo in stazione, e dopo averlo salutato, parto.

 

 

.Mia.

Sono in treno e mi sono quasi addormentata quando il mio telefono squilla indicando l’arrivo di un sms, spero sia tu, ma nello stesso momento non voglio più vederti, né tanto meno sentirti.

Prendo il telefono e sospiro quando leggo che è tuo fratello “Mia, come stai, dove siete?”

“Non lo so dove siamo. Chiedilo alla tua ragazza, io stavo riposando e tu mi ha svegliato!” ti rispondo divertita per quanto possibile.

“Chiedo venia! Ho contattato te perché Sonia non risponde, mi faresti il piacere di dirle che le ho scritto?”

-Sonia?- la chiamo.

-Dimmi- mi dice togliendosi le cuffie dalle orecchie per potermi ascoltare.

-Daniele ha detto che ti ha mandato dei messaggi-

Lei in risposta prende il telefono dalla borsa e mi ringrazia.

“Fatto!” l’informo mandandogli un secondo messaggio.

“Grazie!!”  conclude.

 

 

.Lele.

“Lele ho parlato con Sonia. Mi terrà aggiornato sul viaggio.” Mi scrive mio fratello.

“Può scrivere direttamente a me, se le è più comodo.”

“È arrabbiata… Ti avviso io.”

“Mmm… ok” concludo con un ultimo messaggio.

Dopo poco più di un’ora una voce elettronica mi informa che la prossima fermata è la mia. Per fortuna sono in orario, penso. Quindi, dopo aver informato Daniele, poso il telefono in tasca e mi preparo a scendere, ho poco tempo per controllare il binario di arrivo del tuo treno e arrivare sulla banchina prima di te.

-Il treno 1452 è in arrivo sul binario 2- dice una voce dall’altoparlante, mentre mi avvicino ad uno schermo per controllare.

È il tuo e senza pensarci troppo inizio a correre.

Sono sulla banchina ad aspettarti quando in lontananza scorgo il tuo treno arrivare.

 


.Mia.

-Manca poco, ci iniziamo a preparare?- chiede Sonia rivolgendosi a me e a Nicol.

-Si- risponde Nicol, mentre io le offro semplicemente un sorriso e mi preparo.

Il treno si ferma, noi stiamo aspettando che si aprano le porte per scendere, quando Sonia mi fa segno di scendere per prima e si avvicina a sua sorella sussurrandole qualcosa all’orecchio. Lei in risposta prima sorride, poi sospirando guarda me e risponde semplicemente con un cenno del capo, io non ci faccio più di tanto caso e inizio a scendere non appena le porte si aprono.  

Sono sulla banchina quando per sbaglio il mio sguardo cade su una persona, su di te, sei lì, mi stai guardando ed io immobile sto guardando te, quando poi, intuendo, mi rivolgo verso Sonia e le chiedo -Tu lo sapevi?- non appena è scesa ed è di fianco a me.

Lei mi guarda e, abbassando lo sguardo, risponde di si.

La guardo sorpresa, poi guardo di nuovo te, che ti stai avvicinando a noi cautamente, ma io incurante inizio a camminare verso il lato opposto al tuo fin a quando tu non mi fermi prendendomi il polso.

Non riesco a girarmi, perché non ho le forze per farlo, ma maggiormente perché non voglio farmi vedere mentre piango, mentre piango per te. 

-Perdonami- mi chiedi con la voce rotta, ma io non ti rispondo. -Ti prego perdon…- ricominci fin quando non decido di girarmi e tu mi guardi con un misto di emozioni che neanch’io riesco a decifrare.

-No- ti rispondo ferma, per quanto possibile.

-Io…-

-Devi lasciarmi in pace. Non voglio più vederti- ti informo con una forza di volontà che non credevo di possedere e dopo essermi liberata dalla tua morsa, ricomincio a camminare senza guardarti.

-Ti amo!- urli ed io, a quella parole, mi blocco. Tu cogli l’occasione e dopo avermi raggiunto di nuovo, senza toccarmi, forse per paura, continui –Ti amo e ti chiedo scusa se sono riuscito a dirtelo solo ora. So di aver sbagliato, so che è difficile perdonarmi, so che ti ho deluso, ma io ti amo e ho bisogno di te, del tuo sorriso, dei tuoi abbracci e dei tuoi baci. Non posso, non riesco ad immaginare una vita senza te al mio fianco-

Ti fermi, credo tu ti aspetta una mia reazione, ma io non riesco, non riesco a girarmi, risento nella mia mente l’eco di sole due parole: ti amo. Mi ami, hai detto che mi ami! Mi ripeto tra me e me, fin quando non avverto di nuovo la tua presenza, questa volta sulle mie spalle, che mi obbliga a girarmi verso di te.

Ti guardo, mi guardi, ci guardiamo. -Mi ami?- riesco solo a chiederti sorpresa.

Tu mi sorridi e rispondi si con il semplice cenno del capo.

Mi basta quello. Mi basta guardare i tuoi occhi, veri, e il tuo sorriso perché qualcosa dentro di me mi dia la certezza che ciò che tu mi stai dicendo sia vero. Non è solo una mia fantasia, né solo una delle tue bugie. È la verità.

Verità che si conferma quando avverto le tue labbra sulle mie e ci baciamo, prima in modo semplice e delicato.

-Ti amo anch’io!- ti dico sorridendo, dopo esserci staccati.

Tu, in risposta, cerchi qualcosa nella tasca dei tuoi pantaloni e mi offri un piccolo pacchettino blu.

-Cos’è?- chiedo

-Guarda-

Lo apro e vedo l’interno, una collanina, anzi la collanina che qualche giorno fa avevo visto in vetrina con un ciondolo a cuore rosso. La guardo e poi ti chiedo -È?-

 Mi rispondi con un cenno del capo, poi notando il mio sorriso,  contento, mi prendi per i fianchi e mi abbracci, un abbraccio con cui posso avvertire il tuo volermi lì, il tuo desiderio di avermi tua e di non volermi lasciare più andare via.  

 

 

 

   
 
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