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Autore: MaryS5    28/07/2016    3 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era molta gente. Forse erano i parenti dei feriti e anche qualche medico, i camici bianchi e blu si distinguevano tra tutti.
Il poliziotto gli si affiancò: << Qua ci sono le ragazze che sono state trovate nel furgone, alcune sono già state interrogate, ma non ne abbiamo ricavato niente. Erano sette in tutto, quattro sono qua, mentre le altre tre …. Beh non hanno retto al trasporto in ospedale >>. Al ragazzo venne un nodo allo stomaco.

Solo due letti erano circondati da persone. Il primo, quello più vicino al muro e a lui, era quasi completamente coperto da persone che parlavano. Sembravano sollevati, ma allo stesso tempo spaventati, arrabbiati.
Riuscì a scorgere una bellissima ragazza seduta che ascoltava confusa tutti quanti. Era bionda, ma Carlos la scartò immediatamente. Non era Alexa. Non poteva essere lei per il solo fatto che avesse tanti familiari intorno, finora nessuno sapeva della sua scomparsa, escludendo pochissime persone.
Non perse tempo a controllare ancora o analizzare chi le stesse accanto.
Fece qualche passo avanti avvicinandosi al secondo. Sperava che fosse lei, ma appena la visuale fu libera, appena un dottore si spostò appena, capì che non lo era. Questa ragazza era mora ed aveva un viso appuntito dai tratti duri.
Sembrava confusa. Era quasi completamente coricata e guardava con un debole sorriso le tre figure stagliate intorno a lei. Una donna di mezz’età la osservava dall’alto. Era molto simile a lei. Mentre un uomo con la fede al dito e un bambino tra le braccia le parlavano. Il piccolo sembrava eccitato, anche se un po’ spaventato dall’aspetto acciaccato della madre.
Inspirò profondamente e passò avanti. Il terzo letto era occupato solo da una sagoma mingherlina. I capelli biondo cenere le coprivano il viso.
Era seduta, ma non riusciva a vederla bene, stava scrivendo qualcosa su un cellulare. Il latino si mise prudentemente ai piedi del letto e la osservò. Subito lo sguardo gli cadde sull’apparecchio elettronico.
 Non era quello della sua piccola. Non poteva essere lei. Quella, come se fosse stata chiamata, alzò lo sguardo incrociando quello del moro.
Aveva il volto pestato, un misto tra rosso, violaceo e nero. Lui era ormai certo che non si trattasse di Alexa, ma vederla, osservarla negli occhi azzurri, gli svelò un pezzetto di quell’esperienza che tutte loro avevano passato. La paura, la confusione ancora risiedevano in quella limpidezza di sguardo.
Le lacrime lo assalirono per l’ennesima volta. Si scusò mogio allontanandosi in fretta.
Passò all’ultimo letto, quello che si affiancava al muro. Lei doveva per forza essere lì. Dal lenzuolo vide uscire dei capelli biondi. Non quel biondo acceso, ma un po’ castano, un po’ grigio … proprio come la sua Alexa.
La ragazza era girata verso il muro, forse stava dormendo. Aveva voglia di chiamarla, di abbracciarla, ma avrebbe potuto spaventarla.
Si avvicinò in silenzio sotto lo sguardo della bionda con il cellulare che ormai aveva rivolto l’attenzione solo a lui. Provò a sporgersi per intravedere qualcosa. L’ansia lo stava divorando e gli sguardi puntati addosso non miglioravano la situazione.
Scostò appena il tessuto. Un’enorme garza lo sorprese. Dirottò lo sguardo immediatamente. Si asciugò le lacrime e continuò.
Se era così certo che la sua fidanzata fosse lì, perché sentiva una voce dentro di se che diceva di lasciar perdere? Che non sarebbe stata lei?
La donna si smosse appena, nel sonno. Lui poté vederla, finalmente. Rimase immobile mentre gli amici, il poliziotto e la ragazza con il cellulare lo fissavano con il fiato sospeso.
Non era lei. Si allontanò sconfitto. Raggiunse gli altri.
Logan gli si avvicinò, gli mise una mano sulla spalla e lo condusse fuori per poi farlo accomodare in una piccola sedia grigia fuori dalla stanza. Lontano dal rumore, dalle chiacchiere, dalle urla, dai respiri pesanti.
Appena l’ultimo uscito chiuse la porta lui si sentì in un altro universo, non percepiva nemmeno la presenza di Logan seduto accanto a lui. Il pavimento bianco rifletteva la luce accecandolo.
<< Allora? >> chiese stupidamente il poliziotto. << Non l’ha trovata! No?! >> rispose al posto suo James in un tono piuttosto irritato.
L’uomo segnò qualcosa nel taccuino. << Mi dispiace … >> mormorò poi.
<< …. Se la sente di scendere nel sotterraneo per controllare anche le altre ragazze? >> continuò.
<< NO!! >>, Logan lo fece sussultare per la sorpresa, ma comunque non alzò lo sguardo. Sapeva che intendeva il poliziotto, voleva fargli vedere le vittime.
<< È sconvolto!! Non può chiedergli questo!! >>, continuò l’amico che ormai si era alzato fronteggiando l’uomo.
<< Volevo soltanto velocizzare la cosa … >> cercò di giustificarsi l’altro. James si intromise: << Che le è passato per la mente! L’ha visto? Non p… >>, << Basta! >>.
Carlos li zittì. Stava ancora seduto e con il volto basso, ma sembrava abbastanza sicuro di se.
<< Voglio andarci >>, disse stupendo tutti. << M-ma Carlos…. >> provò a parlargli uno degli amici, ma lui non voleva sentire scuse. Si alzò.
Le lacrime scendevano veloci nelle sue guance scure. << Devo trovarla … >> sussurrò. << B-bene >>, l’uomo sembrava a disagio, la tensione era palpabile.
<< Andiamo >> disse precedendoli. James e Logan aspettarono che Carlos li superasse prima di muoversi.
A lui tremavano le gambe. Stava facendo la cosa più stupida che avesse mai potuto pensare, ma doveva. Per Alexa.
Fecero la strada senza bisogno di parlare, di chiedere indicazioni. Salirono ancora nell’ascensore, ma questa volta l’uomo premette il pulsante -2.
Ci misero un’eternità per arrivare. Carlos sentiva che se non si fossero sbrigati avrebbe cambiato immediatamente idea. Appena le ante si aprirono poterono scorgere un corridoio buio, illuminato solo dalle lampade al neon. Era deserto, non si sentiva alcun rumore.
I ragazzi seguivano intimiditi il più grande mentre camminava sicuro. Sembrava che conoscesse bene quel posto. Forse c’era stato altre volte, chissà quante.

Il latino strinse i pugni respirando più velocemente. Aveva paura.
Come avrebbe fatto a tornare a casa, la loro casa, sapendo che non sarebbe tornata mai più? non avrebbe potuto più aspettarla impaziente. Scrutare l’orizzonte speranzoso che lei arrivasse in tempo per la cena. Oppure semplicemente abbracciarla. Baciarla su quelle labbra irresistibili. Farla ridere e ascoltare la sua risata infantile. Come avrebbe fatto a non osservarla più camminare? A non prenderla in giro per come ciondolava senza grazia? O come avrebbe fatto a non guardarla mentre si affaccendava per la casa? Ad amarla? In ogni suo meraviglioso pregio o ancor più meraviglioso difetto? Come?

Ritornò alla realtà quando il poliziotto si fermò davanti ad una porta enorme in ferro. << Aspettate un momento >>, disse entrando.
James gli si affiancò in un lampo, << Carlos devi pensarci bene. Pensi che sia semplice come poco fa? Come quando hai controllato tutte quelle ragazze? Qui stiamo parlando di cadaveri >> sussurrò in pensiero.
Il latino lo zittì irritato. << E tu credi che per me sia stato facile? Controllarle tutte? S-sperare che una di loro fosse lei? Avrei fatto qualsiasi cosa per vederla in quel letto … ogni volta che ne superavo uno supplicavo che fosse nel prossimo e an… >>, << Allora non farlo! >> continuò il più alto.
<< Potresti pentirtene per sempre >>. << lo so, ma devo farlo >>. Logan gli mise una mano sulla spalla da dietro. << Noi siamo con te, vero James? >>, << Certo, in ogni tua decisione >>.
<< Vuoi che entriamo anche noi? >> chiese Logan. << Se volete, ma … forse è meglio che rimanete indietro… >> mugugnò il latino.
Il poliziotto si affacciò. << Entrate >> disse con voce rauca.




Salve a tutti: Scusate se vi ho fatto aspettare, ma ho dei problemi con internet e non riesco proprio a pubblicare con regolarità.
Come vedete le cose si fanno più interessanti, tutto sta cominciando a quadrare purtroppo non per il meglio. Che ne pensate?
Grazie a tutti voi.
Desidererei conoscere più pareri, quindi perché voi lettori silenziosi non lasciate qualche parolina?
 Bene, allora al prossimo capitolo. Ciao!
  
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