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Autore: LadyEffeMikaelson    28/07/2016    0 recensioni
Fanfiction sulla nuova generazione di The Originals.
« Il punto è questo tesoro,hai ereditato da me e da entrambi i tuoi nonni i nostri poteri sei anche una vampira e purtroppo anche una guardiana i tuoi poteri saranno in contrasto.. Ma tuo padre insieme hai tuoi zii ti aiuteranno non ti lasceranno mai sola non lasciarti prendere dalle guardiane.. »
[Tratto dalla trama.]
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elijah, Freya Mikaelson, Hope Mikaelson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Bayou

Pov. Hope

Finalmente.
Dissi dentro di me facendo un piccolo sorriso tra me e me, avevo indossato un paio di jeans con una maglia a maniche corte bianca con abbinata una semplice felpa color verde militare, delle comode scarpe da ginnastica evitando del tutto il trucco. Non vedevo l’ora di andare in giro, anche se dovevamo andare nel Bayou ma poco importava, in questi tre lunghi giorni di “carcere”, ovviamente, era per la nostra protezione ma iniziavano davvero a stancare, un po’ di aria fresca ci voleva.
Mi lego velocemente i capelli in una comoda e morbida coda, osservandomi per qualche secondo allo specchio, cercando di mascherare quella espressione preoccupata che avevo ormai da ieri pomeriggio, da quando Audrey mi aveva confidato la sua sensazione. Avevamo deciso di non dire nulla ai nostri genitori, anche se poteva essere pericoloso, questo lo sapevamo bene ma Audrey era più che convinta di dover conoscere i suoi poteri e vedere dove questa sensazione la stava portando.
E poi, non era detto che sarebbe capitato proprio oggi, i lupi avrebbero fatto di tutto per proteggerci come hanno sempre fatto. Ma sapevamo benissimo difenderci anche da soli, lo avevamo dimostrato tutti e tre il giorno dell’incidente.
Già, quel strano incidente che aveva ancora molte domande in sospeso, in attesa di qualche risposta.
Mi morsi piano il labbro inferiore, era stata davvero una fortuna che Thomas era ancora vivo e con noi, la barriera che avevo costruito in tutti quei mesi era andata distrutta quando lo avevo visto li privo di sensi.. Come se fosse per davvero morto, e il morso non aveva migliorato affatto le cose, era davvero una fortuna che mio padre lo ha guarito.. Non voglio nemmeno pensare se non lo avrebbe fatto.
Lo stavo evitando, anche Audrey mi ripeteva ormai da giorni, che stavo sbagliando che non dovevo evitarlo e ne essere fredda con lui quando veniva a chiedermi qualcosa o che stesse succedendo, perché nemmeno io lo sapevo. Per me lui, non era mai stata semplicemente una guardia del corpo, ma un amico.. Un confidente, un migliore amico, lui ci è sempre stato per me quando volevo stare da sola e non mi faceva mai domande, non che Audrey o Matt mi stavano attaccati ma.. Lui, sa capirmi meglio di quanto mi capisco io.
Sussultai leggermente deglutendo, girandomi di scatto appena sento qualcuno che bussa alla porta, com’era quel detto? Parli del diavolo e spuntano le corna per caso?
Ed eccolo qui alto, capelli ricci e castani con quei suoi occhi che sembravano scavare dentro l’anima, mi osserva silenzioso con lo sguardo serio come se ha compreso davvero la distanza che ho creato io, una distanza senza senso. Una distanza infantile.
Lo guardo mentre entra nella mia stanza chiudendo la porta alle spalle, se fossi stata un umana potevo dire che il mio cuore, in quel preciso momento, sta battendo all’impazzata contro il mio sterno.. La parte migliore di essere vampiro,forse. – Succede qualcosa? – domandai tranquilla, cercando di avere un tono normale e non timido come accade quando lui è nelle vicinanze.
- Dimmelo tu, Hope. – mormora lui piano rimanendo dov’era prima, continuando a guardarmi dritto nei occhi. – Sei tu che mi eviti, non io e poi.. Sono venuto per chiederti se sei pronta vi devo accompagnare al Bayou, ma prima, voglio sapere cosa ti ho fatto. – concluse portando le braccia conserte sul petto.
Inclinai leggermente la testa guardandolo confusa, ma in tutta risposta alzò un sopracciglio, se poteva accadere con le mie compagne di classe con lui non ci cascava, infondo alcuni di questi trucchi me li aveva insegnati lui. Anche se, l’allievo supera il maestro, io non lo avevo ancora superato aveva molti anni di esperienza e io non ero molto brava a dire le bugie. Faccio un piccolo sospiro, alzando le mani in segno di resa. – Mi dispiace, non mi hai fatto nulla e che.. Dopo l’incidente dopo quello che ti è accaduto.. – ma cosa sto dicendo? Nemmeno io so perché sto facendo cosi con lui, che sa tutto di me, che non devo fingere. – Ho avuto paura, di perderti.. Sei un mio caro amico e non voglio che per causa mia ti accade qualcosa. – dissi tutto d’un fiato guardandolo dritto nei occhi.
Vidi un piccolo sorriso, spuntare tra le sue labbra e fece qualche passo verso di me appoggiando entrambi le mani sulle mie spalle, lo rimango a guardare confusa. – Hope, rischio la mia vita giorno dopo giorno ormai da dieci anni. – disse dolcemente. – Ho scelto di proteggerti, non solo te ma anche Audrey e Matt, perché voi non centrate nulla con quello che hanno fatto i vostri genitori.. E riguardo a quello che è successo, dovevo stare semplicemente più attento io ma non voglio che questo, comprometta la nostra amicizia. – aggiunse quasi in sussurro alzando la mano destra, lasciandomi una piccola e tenera carezza sulla guancia, socchiusi leggermente gli occhi sentendo la guancia bruciare a quel tocco. Ma tutto accade in pochi secondi, lo vidi staccarsi non troppo bruscamente da me, tenendo di nuovo quel sorriso sul volto. – Non parliamo più di quello che mi è successo dell’incidente ok? – annuisco semplicemente e lui sorrise di nuovo più ampiamente di prima. – Sei pronta?-.
- Si..- dissi sorridendo e allungai il braccio prendendo il telefono per poi metterlo dentro la tasca del jeans, e lo raggiungo vicino alla porta che teneva aperta aspettando che uscivo fuori per prima, insieme ci avviamo tranquilli e silenziosi di sotto dove c’era già Matt ad aspettarci. – Audrey dov’è? – domandai guardandomi intorno cercandola o vederla spuntare all’improvviso da qualche parte in giro per casa.
- E’ con zio Elijah. – disse sbuffando Matt comodamente steso sul divano, con gli occhi chiusi chiaro che la sera prima aveva fatto le ore piccole, scuoto leggermente la testa dandogli un piccolo schiaffo sulla gamba per poi mettermi seduta. – Ehi! Che ti ho fatto? – borbotta mettendosi di scatto seduto, cercando di rimanere sveglio e quella sua smorfia mi strappò una risata divertita.
- Sembri uno zombie, Matt! – borbottai ridendo e continuo a scuotere la testa cercando di smettere di ridere. – Non mi dire che ti parli ancora con quella ragazza della grande mela di questa estate! – esclamo spalancando leggermente gli occhi, mentre mio cugino mi osserva come se fossi pazza e sbuffa chiudendo gli occhi appoggiando la testa sullo schienale del divano.
- No, è acqua passata, non poteva durare poi. – borbottò facendo un gesto con la mano, ma sul suo volto, ritornò di nuovo quella serietà di un adulto che un adolescente non dovrebbe mai avere, io e Audrey lo cercavamo di tenere un po’ alla larga dai nostri problemi..
Dall’essere una strega e un lupo mannaro e mia cugina una Guardiana, per fargli vivere almeno a lui la sua adolescenza nei migliori dei modi e che poteva stare tranquillo, per fortuna per lui era solo un vampiro e non doveva affatto competere con il controllo della magia. Aveva solo la sete come problema, ma era abbastanza bravo per sapersi controllare meglio di me e Audrey messe insieme, anche se a entrambe dispiaceva di tenerlo in disparte lo facevamo per il suo bene, ma quel incidente aveva cambiato ogni cosa. – Dovresti dormire di più. – mormorai in tono dolce appoggiando una mano sulla sua spalla, lasciandogli una piccola carezza.
- No, non posso. – sbuffò di nuovo lui aprendo gli occhi per guardarmi. – Sto facendo dei turni di guardia, Hope. – disse in tono serio ma appena apro bocca, alzò una mano per farmi fermare e lo guardai confusa inclinando la testa. – Prima che tu dica qualcosa: non è perché non mi fido di Tommy o dei altri. Ma perché devo fare anch’io qualcosa, quei vampiri non scherzavano affatto e possono trovare un modo per entrare qui.. In casa nostra, e io voglio esserci. – disse deciso mentre mi guardava, in quel momento arrivò anche Audrey avvicinandosi a noi silenziosamente le rivolgo uno sguardo veloce e lo fece anche Matt. – Mi avete sempre protetto, non lo avete fatto come cugine, ma come due sorelle maggiori e lo apprezzo so che mi avete nascosto delle cose. – aggiunse bloccandosi per poi alzarsi dal divano. – Ma non sono più un bambino e faccio parte anch’io di questa famiglia.- disse a tono alto e deciso con entrambi le mani chiuse in un pugno.
- Matt.. – mormorai dispiaciuta di avergli nascosto anch’io delle cose, aveva ragione per proteggerlo lo trattavamo come un bambino non dicendogli nulla tenendolo distante da cose importanti, ma non sapevo davvero cosa dirgli.
- Hai ragione. – disse Audrey bloccando ogni mio pensiero, mi girai guardandola dritto nei occhi confusa ma lei guardava Matt sorridendogli dolcemente. – Se ti abbiamo nascosto delle cose è perché ti volevamo proteggerti ma, abbiamo sbagliato anche. – aggiunse facendo una piccola pausa. – Siamo una famiglia. E come abbiamo imparato dai nostri genitori, non ci devono essere segreti tra di noi, anche se spesso li diciamo per proteggere. Ma è uno sbaglio. – continuò piano, il tono della sua voce era serio, quasi mi ricordava zio Elijah quando ci faceva quei lunghi discorsi sulla famiglia che erano anche dei racconti su di noi, i Mikaelson. Audrey assomigliava sempre di più a zio Elijah, anche se forse aveva qualche lato ribelle di sua madre, ma era comunque stampo di mio zio. – La famiglia è potere e dobbiamo sempre essere uniti e insieme, sempre e comunque.- concluse il suo discorso sorridendo, presi a tutti e due le mani stringendole forte.
- Sempre e comunque.- diciamo in coro io e Matt sorridendo entrambi, rimaniamo per qualche secondo in silenzio con le mani strette ma alla fine le lascio per stringerli in un forte abbraccio di gruppo.
Fin da bambini eravamo sempre stati, e siamo, uniti nemmeno qualche litigio ci ha mai separato in tutta la vita perché dopo qualche secondo scoppiavamo a ridere e poi ritornava tutto come prima e quel litigio o discussione spariva. Sentimmo la voce di Thomas, che ci richiamava alla realtà dicendo che era ora di andare, annuimmo sorridendo e dopo un veloce saluto alla nostra famiglia usciamo salendo velocemente in macchina per andare verso il Bayou.

Pov. Audrey

Dopo quel discorso mi sentivo davvero più libera, anche se quella terribile sensazione non andava via e avevo ogni mio senso di Guardiana era attivato che controllava ogni minimo movimento e macchina che passava.
Ero davvero tesa, appoggiai la testa al poggi testa della macchina guardando fuori dal finestrino, pensando al discorso che avevo avuto quella mattina con mio padre, mi mancava davvero parlare con lui e passare del tempo con lui. Da quello che era successo dopo l’incidente, io stessa mi ero allontanata offesa perché non mi raccontava la verità, ma mi mancava.
Eravamo sempre stati insieme, mai separati, ogni cosa che mi accadeva correvo sempre da lui per dirgliela, non ci era mai capitato di non parlare per cosi tanto tempo, io e mio padre eravamo sempre stati uniti.. Fin da quando ero bambina, cosi quando mi aveva detto che mi doveva parlare non ho potuto dirgli di no, anche perché, volevo che quel strano silenzio finisse anche se.. Volevo sapere tutta la verità.

“ Flashback:

- Audrey aspetta! – la voce di mio padre arriva all’improvviso mentre stavo per raggiungere Matthew sul divano per aspettare Hope, Thomas mi aveva appena chiamato dicendomi di andare di sotto che a breve saremo partiti per il Bayou, avevano predisposto tutto la sera prima. Infatti, per sicurezza, non saremo andati solo con Thomas ma con un altro che sarebbe stato in macchina con noi e altri che ci avrebbero seguito senza dare nell’occhio, un piano peggio di quello del Presidente.
Mi giro guardandolo, notando il suo sguardo preoccupato con il suo solito sorriso sul volto, speranzoso che non gli dicevo di no come facevo nei ultimi giorni.. Annuisco debolmente raggiungendolo di sopra nel suo studio, lanciai uno sguardo veloce a Matt, e quest’ultimo si strinse nelle spalle.
Una volta entrata nel suo studio mi fece segno di entrare, lo guardai silenziosa mentre raggiungo il centro della stanza e lui chiudeva la porta alle sue spalle superandomi per andare verso un quadro appeso nella suo studio, alzai un sopraciglio osservandolo curiosa mentre lui lo toglieva per poi aprire qualcosa nascosto.
Non sbirciai e mi guardai nervosamente intorno, da quando io e mio padre eravamo diventati cosi? C’era quasi una soglia di imbarazzo, intorno a noi due, e tutto il perché volevo sapere la verità, mi mancava anche se avendo ereditato la testardaggine di mia madre e anche l’orgoglio di entrambe le famiglie, questo peggiorava di un bel po’ la situazione.
Quando sento il rumore del quadro appena appoggiato sul muro, rialzo lo sguardo, osservando mio padre che mi dava ancora le spalle lo vidi mentre si metteva qualcosa nella tasca e poi si girava verso di me, e sul suo viso si disegnò un piccolo sorriso mentre veniva verso di me.
- Volevo scusarmi con te. – disse guardandomi nei occhi. – So che vuoi sapere la verità su tua madre, la storia della sua.. E anche della tua famiglia, il tuo essere Guardiana e quello che sta succedendo. – aggiunse lentamente. – Parlare di tua madre mi blocca sempre, ho più di mille anni eppure, Adeline.. Riesce ancora oggi, a rendermi cosi.. Imbambolato al solo sentire il suo nome. – un sorriso malinconico si disegnò sia sulle sue labbra e sia nei suoi occhi.
- Papà.. – dissi pentendomi per come mi ero comportata in quei giorni, ma come avevo potuto? L’orgoglio e la voglia di sapere la verità, quello che era successo.. Il mio lato da Guardiana che non mi dava pace, nemmeno un po’, avevo sperato che in qualche modo mi poteva calmare almeno un po’. Invece aveva fatto tutto l’effetto contrario. – Mi dispiace.. – aggiunsi facendo un piccolo sospiro, per poi abbassare lo sguardo.
Sentì le mani di mio padre sul mio viso, obbligandomi ad alzare lo sguardo verso di lui, notai i suoi occhi scuri che mi sorridevano e rassicuravano come avevano sempre fatto. Fino da quando ero solo una bambina. – Non devi scusarti ok? Ne dispiacerti, ho avuto anche io le mie colpe. – disse sempre con il sorriso sulle labbra, per poi farsi serio. – Hai ucciso la tua prima persona, per difesa, e io dovevo stare al tuo fianco in questo momento, so che i poteri di Guardiana stanno diventando sempre più forte ogni anno. -.
Annuisco solamente per poi mordermi il labbro inferiore, ogni notte, sognavo il momento esatto di cui avevo ucciso quel vampiro dei Strix, anche se mi ripetevo che era per difenderci ancora non mi si era tolto quel peso al petto e nemmeno il senso di colpa. – Forse non dovevo ucciderlo, poteva esserci utile a dirci chi ci sta dichiarando di nuovo guerra.. Io..- strinsi forte la stretta del pugno.
- Audrey. – la voce di mio padre mi fece fermare, il suo sguardo era serio molto di più di qualche minuto prima. – Non devi sentirti in colpa ok? Hai fatto la cosa giusta, quel vampiro aveva oltre 800 anni, se non lo avresti ucciso.. Vi avrebbe fatto del male, lo hai fatto per proteggere la famiglia ed è quello che facciamo sempre. – mi sussurrò lasciandomi una piccola carezza sulla guancia. – Lo conosco, si sarebbe lasciato bruciare al sole piuttosto che parlare o di chi è stata l’idea di tutto ciò, ma ti prometto che li troverò. Ed la pagherà cara. – il suo sguardo come la sua voce erano seri.
Continuai a guardarlo per qualche istante silenziosa, e poi senza pensarci nemmeno due volte lo abbracciai di scatto, rimase sorpreso per qualche secondo per poi stringermi subito e forte a sé, chiusi lentamente gli occhi godendomi quell’istante. Sembrava che tutto era spento, le mie sensazioni da Guardiana, i miei campanelli d’allarme e perfino che quel misterioso ragazzo era andato tutto via, ma lo sapevo bene che era una falsa illusione.
Per quanto gli volevo dire di quella sensazione che avevo provato il giorno prima, non potevo farlo, non perché non mi fidavo di lui ma prima di poterne parlare.. Dovevo imparare a conoscere meglio il mio lato da Guardiana.
Mio padre, mi staccò lentamente dall’abbraccio scrutandomi per qualche secondo in silenzio. – Tua madre mi disse che quando avresti fatto la tua prima uccisione, non importa se era da vampira o da Guardiana, dovevo darti una cosa da parte sua. – disse con uno strano sorriso sulle labbra, frugando dentro la tasca della sua giacca color blu scura, fino a tirar fuori uno strano bracciale argentato per poi porgermelo, lo presi tra le mani osservandolo curiosa, guardando le strane scritte che c’erano intorno. – Glielo regalò suo padre quando uccise il suo primo vampiro, anche lei come te si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto, dicendole che l’avrebbe aiutata. – sussurro lentamente, alzai lo sguardo verso di lui guardandolo senza parole. – Non sei solo una Mikaelson, bambina mia, sei anche una Roux. Sei tale e quale a tua madre, a volte mi sembra di averla di nuovo qui con me. – aggiunse e deglutisco lentamente sentendo gli occhi bruciare, strinsi con delicatezza il bracciale. – Sarebbe fiera di te, Audrey. – mi asciugò lentamente una lacrima che era scesa lungo il mio viso, per poi lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte. – Come lo sono io. -.”


Abbassai lo sguardo sul mio polso, osservando il bracciale un tempo appartenuto a mia madre e a ogni discendente Roux, e ora a me. Era cosi strano, avere qualcosa di suo, qualcosa che un tempo aveva indossato, per la prima dopo tanto tempo e dopo tutti i suoi diari che avevo trovato, in qualche modo.. La sentivo vicino a me.
Hope, aveva guardato curiosa il bracciale dopo che ci eravamo staccati dalla nostra promessa, ma non aveva fatto domande e dentro di me l’avevo ringraziata, non c’è la facevo per il momento a raccontarle tutto anche se volevo. Ma, l’emozioni che avevo provato, e che stavo, provando erano cosi forti, che avevo ancora la voglia di piangere dentro di me.
Le parole che mi aveva detto mio padre, insieme al bracciale e del fatto che non ero solamente una Mikaelson ma anche una Roux, come mia madre, mi avevano dato forza. Forza di affrontare tutto, di affrontare anche il mio lato da Guardiana come un tempo avevo affrontato la sete di sangue, e anche se volevo sapere la verità a tutti i costi, c’è l’avrei fatta.
Quando rialzai lo sguardo, riconobbi subito gli alberi famigliari del Bayou, mi girai per osservare Hope che aveva uno strano sorriso sulle labbra. Nonostante i suoi litigi con sua madre, nei ultimi anni, lei amava il Bayou, fin da piccola aveva passato moltissimo tempo li e sapevo che andarci poco e niente le faceva male.
Quando Thomas parcheggiò, notammo subito Hayley insieme ad altri due lupi ad aspettarci, ci avvisò che ci sarebbe venuto a prendere tra qualche ora, annuimmo prima di salutarlo e scendiamo dalla macchina. L’unica cosa che Jackson, aveva chiesto ai nostri genitori, che quando venivamo a trovarli non ci dovevano essere altri vampiri in giro, gli altri lupi non andavano molto d’accordo dopo quello che zio Klaus gli aveva fatto, ma comunque volevano bene a noi.
Stranamente, Hayley ci accolse con uno strano sorriso sulle labbra e dopo averci salutato ci fece segno di seguirla.
E fu proprio lì, che sentivo di nuovo quella strana sensazione diventare sempre più forte.
 

・・・

Erano ormai passate due ore, e non era successo nulla, sembrava che anche quella sensazione e quel senso che sarebbe successo qualcosa era come scomparso dalla circolazione. Tutto procedeva con tranquillità, avevamo passato queste ultime due ore insieme ad alcuni lupi che non erano molti impegnati nelle loro faccende quotidiane.
Ci avevano anche spiegato alcune cose sulla natura, anche se Matt era scomparso vedendo come combattevano i lupi mannari, ora stavamo sedute insieme a Mary sul portico della sua casa mentre lei cominciava a preparare il pranzo tranquillamente.
C’era una calma strana, uno strano silenzio quasi come se era una giornata tranquilla quasi gli uccellini cantavano tranquilli, anche se eravamo in autunno il sole era ancora caldo come se eravamo ancora in estate. Respirai tranquilla l’aria della foresta rilassando la schiena contro lo schienale della sedia, osservai Hope mentre parlava tranquillamente con qualcuno della Mezza Luna, anche se era figlia di Klaus Mikaelson, tutti l’ammiravano alcuni di loro, grazie forse anche a Jackson e Hayley, avevano dimenticato o meglio perdonato mio zio per quello che gli aveva fatto anni prima, cominciando una nuova alleanza.
Mi tolsi piano il bracciale di mia madre, mantenendolo con entrambi le mani, mentre cercavo di leggere le frasi scritte sopra, una piccola smorfia si disegnò sul mio volto non capendo nulla, in un primo momento pensavo che era francese, visto che mia madre era nata lì. Come tutta la sua famiglia.
Ma, non mi sembrava una frase scritta in francese ma in una lingua molto antica, come il bracciale stesso anche se era stato tenuto perfettamente in questi anni era antico, come aveva confermato poi mio padre. Ma prima o poi, avrei scoperto cosa significava quella frase, feci un piccolo sorriso indossandolo di nuovo.
Mentre mi rilassavo sul portico della piccola casa di Mary, di nuovo quella sensazione si fece largo dentro di me facendomi mancare il respiro, quei campanelli d’allarme che suonavano all’impazzata dentro di me. Di nuovo, quella maledetta sensazione che si era trasformata in certezza che stava per accadere qualcosa.
Qualcosa di brutto, qualcosa di cattivo stava per arrivare.
Portai una mano sul petto, sentendo una morsa al cuore farsi sempre più forte dentro di me, e volevo davvero capire e imparare come potevo fermare tutto ciò.. Come poter fermare questo potere incontrollato da Guardiana che ho, quando sentì una mano sulla mia spalla sussultai alzando velocemente lo sguardo, notando che davanti a me c’era Hayley con uno sguardo preoccupato mentre mi scrutava silenziosa.
- Audrey tutto bene? – mi domandò, forse era la seconda volta che me lo chiedeva, succedeva sempre quando mi accadevano questi tipi di attacchi.
Quando sentì che tutto si stava calmando, feci un debole sorriso annuendo. – Si, tutto apposto scusa se ti ho fatto preoccupare. – mormorai velocemente, notando con la coda dell’occhio che Hope era venuta verso di noi anche lei preoccupata, si mise subito accanto a me appoggiandomi una mano sulla spalla.
- Tranquilla.. L’importante che ora stai bene. – disse facendo anche lei un sorriso, per poi alzarsi visto che uno l’aveva chiamata, pregandole di venire subito lì, dopo aver rivolto uno sguardo ad Hope scese i gradini raggiungendola. Rimasi ad osservarla dubbiosa, notando come fosse cambiata in quei pochi giorni.
- E’ successo di nuovo? – domandò quasi a un filo di voce Hope, come per poterlo udire solamente io, ormai sua madre era lontana un bel po’ e sembrava proprio persa in quella conversazione.
Feci un piccolo sospiro e mi girai a guardare mia cugina di nuovo, il mio sguardo era serio e il sorriso di poco prima rivolto a Hayley era scomparso dal mio volto. – Si, qualcosa sta per accadere. E sarà oggi. – mormorai preoccupata, non sapevo il perché o il motivo, ma sapevo che oggi sarebbe successo qualcosa era una certezza.
Hope fece un piccolo sospiro, appoggiandosi anche lei sulla piccola ringhiera di legno immersa nei propri pensieri, socchiusi leggermente gli occhi godendomi un po’ il silenzio quasi isolandomi da tutto, come se nessuno stesse parlando e non c’era nessun rumore accanto a me.
Ma tutto questo, come la pace, durò poco, arrivò subito qualcuno che era a guardia dell’ingresso del Bayou che respirava affannosamente fermandosi davanti a Hayley, dopo che io e Hope ci diamo uno sguardo di intesa scendiamo velocemente i gradini mentre quel ragazzo raccontava tutto. Jackson diede subito l’ordine di mettersi pronti all’attacco, in caso, fossero qualcuno che ci aveva colpito nell’incidente o qualche vampiro dei Strix che si volevano divertire o in maggiori dei casi: i cacciatori.
Dopo qualche minuto, cinque persone entrarono nel Bayou, c’era una donna anziana in mezzo a due ragazzi alti e dietro di loro c’erano dei adolescenti, non mi sembravano affatto dei vampiri. E poi, successe di nuovo, come ogni volta che lo incontravo, lui era lì, vestito tutto di nero con gli occhiali da sole scuri che coprivano i suoi occhi.
Apro la bocca sorpresa, rimanendo bloccata con lo sguardo fisso su di lui, quando si accorse di me sul suo volto nacque un piccolo sorriso divertito e malizioso.
Cosa ci faceva lui qui?

Pov. Adrian

Eravamo appena arrivati nel Bayou, mio fratello Ben era affianco sinistro di nostra nonna, e con mia sfortuna ci eravamo dovuti portare anche quei due poppanti di Lycan per farli imparare anche la pace, o cosi aveva detto mia nonna.
Avrei preferito che rimanevano a casa loro, visto che per mio parere non erano ancora pronti ma comandavano mio fratello e mia nonna, e poi Antonio era stato d’accordo e non potevo oppormi.
Quando avevamo messo piede nel Bayou, molti di loro erano pronti a combattere: chi con archi e frecce, chi senza nulla, alcuni perfino con le mazze. Alzai un sopracciglio che forse, non si notava molto per via degli occhiali scuri, mia nonna mi aveva pregati di indossarli visto che non ero del tutto “umano” in quel momento. Quel momento, che ero troppo immerso nel dolore e nel lutto ma per farla stare tranquilla avevo accettato.
E ora eccola qui, la piccola Mikaelson che mi osservava con la bocca semi aperta dalla sorpresa che io mi trovavo lì, non ci eravamo più rivisti da quando io le avevo detto di scoprire chi sono e cosa ero. Io ero sparito da New Orleans, forse lei aveva pensato che ero un semplice umano o turista che corteggiava qualunque ragazza, ma questo non mi fece trattenere da fare un piccolo sorriso con un misto di divertimento e anche malizioso.
Distolsi subito lo sguardo da lei, portandolo davanti a me, quando una donna anziana corse verso di noi mettendosi davanti a noi urlando un “fermi”, notai che i due alfa la guardavano confusi, quando lei si avvicinò a mia nonna, d’istinto mi misi davanti a lei cercando di non guardare minaccioso quella anziana.
Ma, mia nonna mi appoggiò dolcemente una mano sulla spalla superandomi, rivolgendo un sorriso caloroso a quella donna prendendole poi le mani come segno di saluto. – Oh Mary! E’ da un bel po’ di tempo che non ci incontriamo. – disse mia nonna, era lei quella famosa donna che ci aveva accennato l’altra sera? Rivolsi uno sguardo confuso a Ben, che lui per tutta risposta si strinse velocemente le spalle.
- Oh mio dio Cornelia, pensavo che non ci saremo più riviste. – mormorò la donna di nome Mary, e poi si avvicinò una donna da come avevo scoperto era un “Ibrido”, si girò verso a quest’ultima. - Hayley, stai tranquilla dici di abbassare le armi, Cornelia è una mia amica.. Sono i Lycan come ti avevo detto ieri. – disse rivolta a quella donna e poi lei spalancò leggermente gli occhi facendo un segno con la mano ai suoi uomini, che posarono subito le armi, portai le braccia conserte sul petto osservando silenzioso.
- Mi dispiace, che siamo venuti cosi senza preavviso e vi siete preoccupati per un falso allarme. – disse lentamente mia nonna con un piccolo sorriso sulle labbra, la sua voce era tranquilla e dolce.
- Nessun disturbo, Cornelia. – disse subito Mary interrompendo l’altra donna che stava cercando di dire qualcosa, un uomo si avvicinò subito a lei, cercavo con tutto me stesso di non osservare la piccola Mikaelson, colei che stavo seguendo da mesi. Ma grazie alla mia sete di vendetta, ci stavo riuscendo. – Loro sono Hayley e mio nipote Jackson, i due alfa della Mezzaluna. – fece subito le presentazioni e mia nonna strinse le mani ad ognuno di loro.
- Purtroppo, non è potuto venire il nostro capo branco, per via di quello che è successo qualche giorno fa. – disse lentamente e poi fece un gesto a Ben di avvicinarsi. – Ma con me c’è anche mio nipote, nonché il futuro capo branco. – spiegò tranquilla mia nonna e mio fratello, molto più portato di me, si presentò a loro con una stretta di mano. – Come membro degli Anziani dei Lycan sono una sorta di capo anch’io, ma non volevo che iniziavamo una guerra senza sapere tutta la verità. – aggiunse subito dopo, scrutando Mary e gli altri due al suo fianco nei occhi.
Dopo qualche minuto di silenzio, i due, che sembravano essere marito e moglie si lanciarono un lungo sguardo e la donna di nome Hayley portò le braccia conserte per fare un piccolo sospiro. – Qualunque cosa sia successa non siamo stati noi, o meglio, è sparito ormai da giorni uno dei nostri. – disse quasi sussurrando, il lupo mannaro che avevano trovato i nostri, accanto a Sam anche lui era ferito anche se la nostra guaritrice aveva provato a salvarlo, come con Sam, non ci erano riusciti.
- Ci hanno attaccati, ed.. Uno dei nostri è morto, un giovane ragazzo. – sussurrò facendo un debole sorriso triste, in pratica Sam era cresciuto con me e Ben, era considerato uno di famiglia ormai. – Ed è morto anche il vostro. – aggiunse guardando prima Hayley e poi Mary.
Dopo alcuni attimi di silenzio, mi ritrovai ad osservare la piccola Mikaelson insieme a sua cugina dai capelli biondi e l’altro suo cugino, socchiusi gli occhi scrutando il suo sguardo. Era nervosa, ed osservava tutto in silenzio senza dire di nulla, mi ero quasi distratto da lei che non avevo notato che quel Jackson si era avvicinato a mia nonna minaccioso.
Un ringhio uscì involontariamente dalla mia bocca, strattonandolo facendolo allontanare subito, il mio volto non era cambiato e non era mutato nella prima fase dei Lycan, ma dentro di me dopo quello che avevo provato in quei giorni causato dalla rabbia. Il lupo era sveglio e dominava ogni mia parte umana, uno dei motivi per cui era meglio che sarei rimasto a casa, anche quella donna, Mary, lo allontanò subito quasi sgridandolo per ciò che stava per fare, la moglie lo bloccò immediatamente per un braccio. – Cornelia.. – mormorò la donna subito dopo, guardando mia nonna nei occhi.
- Non siamo stati noi ad ucciderlo. – rispose alla domanda anche se non glielo aveva chiesto, rimasi davanti a lei senza spostarmi nemmeno per un centimetro e anche Ben si era avvicinato rimanendo al suo fianco. – Abbiamo provato a salvarlo, ma purtroppo, il veleno che gli ha somministrato lo ha ucciso. Come ha ucciso il nostro ragazzo. – concluse mia nonna con il suo tono pieno di tristezza.
- Veleno? – domandò Hayley confusa lasciando cadere il braccio lungo il fianco, osservando incredula a mia nonna dopo la sua rivelazione.
- Si, Hayley. – confermò mia nonna annuendo, facendo un piccolo sospiro per poi fare qualche passo avanti, lasciandomi uno sguardo. – Ha colpito in fretta, si stava rimettendo e poi.. Sono morti, il vostro un ora prima, questo spiega che chi la portato da noi per provocarci.. Gli ha iniettato il veleno direttamente. – sussurrò ripetendo le parole della nostra guaritrice, che aveva risposto ad ogni domanda del consiglio degli Anziani e di Antonio.
Intorno a noi si calò un lungo silenzio, il quale quel Jackson si allontanò confuso da loro, osservai tutto in silenzio portandomi poi le mani nelle tasche dei pantaloni, sentendo di nuovo quella sensazione pulsare dentro di me, come se qualcosa doveva accadere. Rimasi in silenzio con un volto impassibile mentre scrutavo la zona intorno a noi, conoscevo benissimo gli odori dei Mikaelson ormai avevo imparato a distinguerli perfettamente, c’era qualcosa che non andava intorno a noi.
Eravamo molto più potenti a distinguere il pericolo da subito, più dei vampiri e dei lupi mannari stessi, non centrava il nulla il fatto che ero anche un mezzo Guardiano ereditato da mio padre, noi convivevamo sempre con il nostro lupo ed eravamo liberi in un certo senso, di trasformarci sempre. Non dovevamo aspettare la luna piena, non dovevamo spezzare una maledizione, perché la nostra non era affatto una maledizione.
Mi tolsi gli occhiali da sole, con un gesto quasi meccanico li portai dentro la tasca della giacca, sapevo i miei occhi erano argento come quelli del mio lupo, camminai lentamente intorno fiutando la zona sentendo ogni tipo di odori. Il mio sguardo, vagò per qualche secondo, alla piccola Mikaelson che quando aveva visto i miei occhi aveva sussultato sorpresa.
Mio fratello venne subito vicino a me, appoggiandomi una mano sulla spalla per fermarmi. – Cosa succede? – mi chiese a bassa voce, per non farsi udire, non gli risposi subito mi guardai intorno più volte, qualcosa non andava riconobbe subito un odore nuovo ma famigliare allo stesso tempo.
- Vampiri. – mormorai con le labbra quasi chiuse del tutto, ringhiando leggermente dentro di me osservando un punto fisso della foresta, si stavano avvicinando ed erano in un bel po’.
- Ma qui ci sono dei vampiri. – borbottò uno dei due che avevamo portato, ed io mi girai di scatto fulminandolo con lo sguardo, uno dei motivi per cui non volevano che venivano, parlavano senza pensare, nel frattempo anche Ben si era concentrato scrutando tutta la zona intorno a noi.
- Non sono loro. – borbottai quasi ringhiando contro di loro, mia nonna si mise in mezzo tra me e quei due ragazzi prima che poteva succedere davvero che li lanciavo via da quel posto, non erano dei semplici poppanti, un bambino di un anno era più intelligente di loro.
La voce di mia nonna arrivò subito autoritaria, facendomi voltare verso di lei, e solo allora notai che i tre Mikaelson si erano avvicinati. – Mi volete spiegare cosa sta succedendo? – disse cercando di non sbottare, e di non urlare, quei due abbassarono subito il capo riconoscendo il tono di voce arrabbiato e stufo.
Ben dopo qualche istante si avvicinò annuendo tra se e se, mentre il branco della Mezzaluna ci osservava confuso. – Hai ragione, ci sono dei vampiri qui intorno e si stanno avvicinando. – confermò guardandomi dritto nei occhi e poi per rivolgersi a nostra nonna.
- Non capisco.. – mormorò quasi Hayley, e sia mia nonna che Ben si voltarono verso di lei. – Non abbiamo sentito nulla, nessun vampiro.. Come? – dopo quella domanda mi voltai anch’io alzando un sopracciglio sorpreso.
Mia nonna fece un piccolo sorriso, comprendendo il fatto che forse, l’Ibrida, non conosceva affatto la nostra storia e le nostre capacità. – Noi abbiamo le sensazioni e le capacità molto più sviluppati dei vostri. – spiegò, anche Mary annui alle parole di mia nonna, subito dopo Hayley esitando disse a un paio dei suoi, di controllare il lato opposto del Bayou, pensando che forse si erano divisi in gruppi.
- Bene perfetto, vado a controllare la zona. – aggiunsi in tono deciso, sentendomi eccitato all’idea di combattere e di far fuori chiunque, era nella lista di chi aveva fatto uccidere Sam potevo quasi sentire il sapore della vendetta nella mia bocca.
Non avevo fatto nemmeno qualche passo, per raggiungere quella scia che portava ai vampiri, che mia nonna mi bloccò per un braccio riportandomi indietro. – Scordatelo, Adrian. – i suoi occhi argentati, erano seri e non ammetteva nessun tono di repliche. – Ben, controlla tu la zona e stai attento. – disse guardando dritto nei occhi mio fratello.
Ben, annuì lentamente per poi rivolgermi uno sguardo e io sospirai facendo una smorfia, si diresse verso il lato dove avevamo sentito l’odore dei vampiri avvicinarsi sempre di più, il mio sguardo rimasse fisso lì anche dopo che era scomparso tra gli alberi.
Anche se odiavo di dover stare fermo qui, senza far nulla, mentre quei due tremavano per la paura, mi concentrai entrando in una sorta di “contatto” con mio fratello. Succedeva in casi rari che due Lycan si potevano mettere in contatto anche se, erano distanti, ma tra me e Ben era tutto un’altra storia, non avendo lo stesso sangue era stato possibile.
Anche se ero immerso con mio fratello, sentendo le sue sensazioni, quasi il mio lupo poteva vedere quello che lui stava osservando, ma sentivo tutto quello che accadeva intorno a me, appena sentì le frasi di quei due poppanti che volevano proteggerla a tutti i costi ma sapevo che non ci sarebbero mai riusciti, sbuffai sonoramente. – Lecca culi. – mormorai quasi ringhiando, concentrandomi di nuovo sul contatto.
Sussultai leggermente quando lo sentì combattere contro i vampiri, si era trasformato alla prima fase, i vampiri sembravano essere molto più vecchi e agili nel combattimento. Portai lentamente due dita sulla fronte, socchiudendo leggermente gli occhi coinvolto in quello che stava accadendo.
Non so quanti minuti passarono, ma Ben si difendeva ad ogni attacco fino a quando qualcuno lo colpì allo stomaco, con un arma. Persi subito il contatto indietreggiando, sentendo come se la lama aveva ferito anche me, portai una mano sulla parte dove sentivo anche il dolore immenso per respirare affannosamente, mia nonna venne di corse verso di me, portandomi le mani sul volto.
- Adrian che succede? – domandò preoccupata mentre anche quella Mary si era avvicinata, il mio sguardo si posò lentamente su di lei, dopo essermi ripreso leggermente stringo leggermente la mano chiudendola in un pugno.
- Lo hanno ferito. – borbottai solamente e vidi mia nonna sbiancare in volto, senza aspettare nessuna sua risposta mi girai verso quei due ragazzini osservandoli facendo una smorfia, sapendo già che mi stavo pentendo di quella scelta. Ma dovevo farlo, dovevo salvare mio fratello prima che fosse troppo tardi.. Prima che, succedesse come a Sam. – State con gli occhi aperti, fatele da scudo, torno subito. – borbottai indugiando per qualche secondo, li guardai e annuirono velocemente, nei loro occhi erano spaventati, corsi velocemente sparendo pian piano tra gli alberi.
Sembrava che conoscevo tutta l’intera strada, come se un attimo prima non ci era passato Ben, ma io stesso, ero ormai a metà strada da quel combattimento, quando trovai Ben che camminava lentamente pallido in volto con la mano sul fianco piena di sangue. Mi fermai di scatto prendendolo, lasciando che si appoggiasse a me cominciando a camminare verso dove c’erano tutti, li sarebbe stato al sicuro, il suo cuore batteva velocemente e i suoi occhi erano semi chiusi. – Adrian.. – mormorò lentamente deglutendo più volte prima di finire il mio nome. – Sono.. in.. troppi. – concluse un altro pezzo di frase.
- Mantieni le forze, li dove sono tutto il branco sarai al sicuro ok? – cercai di fargli forza, mancavano pochi passi e sentivo già il loro odore farsi sempre più vicino. – Li ucciderò tutti e tu non morirai ok? – strinsi di più la prese e quando vidi che non riusciva più a tenersi in piedi, e nemmeno a parlare, lo presi mettendola sulla spalla correndo velocemente.
Quando ritornammo tutti sbiancarono, specialmente nostra nonna che si portò le mani sulla bocca, arrivai lì appoggiandolo a terra, si accosciò anche lei e con Hayley e Mary controllarono la ferita. Mia nonna gli stava lentamente accarezzando il viso, mi tolgo velocemente la giacca mettendola sotto la sua testa, mi levai anche con velocità la felpa togliendo la sua mano insanguinata mettendola sopra la sua ferita facendo pressione. – Stanno arrivando, tu po.. – mi morsi piano il labbro. – Fai pressione, non lasciare la presa per nessun motivo al mondo, ok? – dissi senza nessun tono di repliche guardandolo dritto nei occhi, lui annuì deglutendo. – Bene, io mi occupo di quelli. – dopo aver dato un veloce sguardo a mio fratello, mi alzai velocemente.
- Adrian.. – mi girai incontrando gli occhi di mia nonna, pieni di preoccupazione e di paura di quello che poteva succedere, le parole le morirono in gola.
- So cavare a me stesso, tranquilla. – sussurrai facendole un breve sorriso per poi aspettarli, il loro odore si stava facendo sempre più forte, e anche quelli della Mezzaluna lo stavano sentendo il mio sguardo era rivolto verso a quel punto fino a quanto, la voce di Hayley mi fece distogliere riportando lo sguardo verso di lei.
- Siete troppo a rischio qui, e troppo esposti. – disse guardandosi intorno, come per cercare un modo per trovare un nascondiglio fino a quando quella battaglia sarebbe finita, di certo, non mi andava per niente giù di lasciare a guardia uno dei poppanti.
Ad un tratto, la ragazza bionda si avvicinò. – Ci penso io, posso occultarli perfettamente e per tutta la durata della battaglia. – disse con decisione guardando con occhi fissi, la donna spalancò gli occhi sorpresa, ovviamente sapevo ogni cosa dei Mikaelson, anche che Hayley aveva avuto una figlia da Klaus. Ma questo, ogni Lycan e ogni branco di tutto il mondo lo sapevano di certo non era una novità.
- Hope.. – sussurrò preoccupata, ma la ragazza la fermò dicendole che non si doveva affatto preoccupare per lei, il mio sguardo si posò brevemente su lei che appena si accorse che la stavo guardando. Mi ricambiò lo sguardo per qualche secondo, il suo volto era serio, non c’era più traccia di sorpresa e curiosità perché io fossi li era come se fosse pronta, per combattere.
Notai che li stavano spostando verso uno spazio, una sorta di oscurità, in un angolo tra due case dopo la ragazza aveva già cominciato ad dire delle strane parole in chissà quale lingua, osservai il tutto fino a quando vidi che sia mia nonna, Ben, il poppante e quella Mary con la ragazza stessa sparirono dalla mia vista. Dalla vista di tutti.
Osservai velocemente l’altro che era rimasto con me, e quasi se la stava per fare addosso e mi ritrovai a fare l’ennessima smorfia, quando vidi alcuni vampiri venire verso di me con uno davanti a tutti loro con uno strano sorriso sulle labbra. Rimase sorpreso nel vedermi ancora in piedi, come se sperava che ero nelle condizioni di Ben, speravo di sbagliarmi, era quasi possibile che qualcuno conosceva il legame tra i Lycan.
- Oh. – disse sorpreso guardandosi intorno come per cercare tutti. – Pensavo che eravate molti di più di Lycan, ma a quanto pare mi sbagliavo anche se so che alcuni li avete nascosti. – disse sottolineando l’ultima parola. – E speravo che tu, fossi a KO come quell’altro. – aggiunse a denti stretti, non nascondendo affatto la sua delusione.
Socchiusi gli occhi a due fessure, osservando quel vampiro dritto nei occhi, come faceva sapere una cosa del genere? Era raro, che qualcuno sapeva ciò, sapeva del legame. Non feci trapelare nulla, nessuna emozione, nessun sguardo che potesse fargli capire, un sorriso cattivo e divertito si disegnò sulle mie labbra. Sentì il lupo fremere dentro di me, voglioso di vendicarsi, voglioso di combattere. – Mi dispiace che tu sia deluso, ci vuole molto di più per mettermi a KO. – dissi stringendomi appena nelle spalle, potevo quasi sentire nell’aria la confusione del branco della Mezzaluna.
Come immaginavo, il vampiro non accettò affatto quello che avevo detto, il suo volto si trasformò mostrano le vene di sangue intorno gli occhi dicendo ai suoi di combattere. Stiracchiai appena il collo, quando mi trasformai uscì un ringhio, il mio volto era deformato nella forma di quello di un lupo, apri entrambi le mani mostrando gli artigli mettendomi in posizione d’attacco.
Subito, due di loro mi attaccarono allo stesso momento, inarcai ironicamente le sopracciglia lasciando che mi colpivano, ma con un gesto solo gli strappai i loro cuori dal petto per poi gettarli al suolo sui proprio corpi.
Continuai a combattere, uccidendo ogni vampiro, cercando di non farli scappare con la coda dell’occhio cadde sulla piccola Mikaelson che combatteva con agilità contro gli altri vampiri, molto più vecchi di lei e anche molto più forti, ma lei gli teneva testa.
Quando buttai a terra un altro vampiro morto, mi girai nel notare quel poppante in difficoltà sbuffai, sapevo bene che gli avevano già insegnato l’arte del combattimento, fin da bambini perché in ogni momento, come era successo in passato, ci potevano colpire. Come adesso.
Con un gesto saltai addosso a quel vampiro, buttandolo a terra, in confronto a quelli che avevo mandato a terra qualche secondo prima, questo era tosto dando calci e pugni reagendo a quelli che gli davo io. Mi sbatte contro un albero, chiusi gli occhi brevemente per il dolore improvviso alla schiena per via della botta, ma mi ripresi subito riaprendoli ma fù più veloce di me e mi morse sul collo.
Sentì i suoi denti lacerare la pelle, un ringhio di dolore mi uscì involontariamente ma lo staccai con forza, e prima che il mio sangue facesse effetto con una mossa sola lo uccisi lasciandolo cadere a terra.
Tremavo, non per la paura e non per il dolore, quel lato che poteva distruggere tutto anche il mio poco auto controllo stava per uscire fuori, non potevo subire la trasformazione completa da lupo, era una missione suicida. Ero debole, durante la trasformazione, non potevo far scoprire che ero metà Guardiano, non era il momento.
Mi concentrai sul dolore, procurato da quel vampiro la ferita era ancora aperta e pulsava forte, corsi velocemente nel bosco combattendo con altri vampiri che stavano per uccidere alcuni membri del branco. Quel vampiro, quello che aveva parlato prima della battaglia, sembrava essere sparito dal nulla.
Come se doveva dare l’inizio, ma non doveva combattere, dovevo sapere, sapere cosa sapeva su di noi. Ma quando fiutai in cerca del suo odore intorno a me, non lo trovai, chiusi la mano in un pugno cercando di mantenere la calma.
Quella foresta sembrava una zona di guerra, in allerta nel sentire ogni movimento, quando andai a sbattere contro qualcuno mi girai velocemente pronto a combattere, ma mi ritrovai la piccola Mikaelson di fronte a me di nuovo sentì quella strana emozione dentro di me, come succedeva quando lei era nei paraggi, cercai di non sfiorarla mentre lei faceva ricadere il braccio lungo il suo fianco.
Entrambi eravamo sporchi di terra e sangue, sangue di quei traditori che avevano ucciso delle persone innocenti che ci stavano dichiarando guerra per uno strano motivo, la osservai a lungo, sia io sia il lupo. Sentì uno strano movimento nell’aria, mi guardai intorno cauto socchiudendo piano gli occhi fino a quando un gruppo di vampiri con un ghigno soddisfatto sul loro volto, ci circondarono.
In quel preciso istante mi misi davanti a lei, come per proteggerla da un loro attacco, non so il perché lo stavo facendo la mia mente era confusa e immersa nella concentrazione della battaglia e sulle condizioni di Ben, per pensare in modo lecito. – Scappa ora. – mormorai a denti stretti ringhiando, cercando di tenere almeno in quel momento calmo il lupo che volevano subito colpire.
Ma lei, mi sorprese, ritornò al mio fianco osservandomi brevemente con un aria di sfida e allo stesso tempo nei suoi occhi vedevo la sua voglia di combattere. – Scordatelo, non ho paura di loro. – ribatte e io la guardai sorpreso notando un piccolo sorriso sulle labbra, lo ricambiai lentamente, e poi entrambi spostammo la nostra attenzione al gruppo di vampiri che ancora non ci avevano attaccato.
Accade tutto velocemente, ci saltarono addosso con l’intento di metterci a terra, ma con i primi cinque che ci attaccarono di massa li eliminammo nel giro di pochi secondi. Senza nemmeno pensarci un attimo, saltai addosso un gruppo di vampiri combattendo fino ad ucciderli, mentre alcuni scapparono via.
Quando feci fuori altri due, mi guardai intorno alla ricerca della ragazza non trovandola più nemmeno tra i corpi dei vampiri, il mio respiro era affannoso mentre camminavo attento ad ogni singola mossa, i vampiri erano tanti. Sicuramente, c’erano altri pronti a combattere non appena pensavamo che tutto era finito, che per questa volta avevamo vinto.
Ma non funziona cosi, ne nelle guerre e ne nelle battaglie, non si doveva mai perdere la concentrazione, non si doveva mai pensare e non si doveva mai essere mai deboli mentre si combatteva. Bastava un minimo pensiero, o qualunque cosa, che ti potevano far fuori subito all’istante.
Il lato da Guardiano, mi torturò di nuovo, feci una smorfia per poi avanzare come se in quel momento mi stava accompagnando lui mi fermai di scatto quando notai un vampiro, dai capelli rasati mettere con lentezza un paletto nel petto di lei, il volto della piccola Mikaelson era bianco come la neve i suoi occhi erano spalancati quasi scioccati da chi aveva davanti.
Mi muovo velocemente buttandomi addosso di lui prima che le dava il colpo finale, era molto più forte di tutti i vampiri che erano lì a combattere e che la maggior parte erano morti del tutto, schivava ogni mio colpo per poi ripetere la stessa cosa fino a sbattermi contro un albero, subito dopo era sparito dal nulla.
Mi guardai cautamente intorno socchiudendo appena di nuovo gli occhi il mio volto tornò come prima come quello di un umano. Accertandomi che non fosse una trappola ma quando mi accertai che se ne era andato, corsi da lei notando che le sue braccia erano diventate di un grigio strano e il suo respiro era quasi morto. Notai subito la paura e l’agitazione nei suoi occhi, presi il paletto tra le mani togliendoglielo di scatto dal petto, lei fece una smorfia di dolore chiudendo gli occhi, senza che urlava dal dolore. Controllai subito la punta del paletto di cui mancava un pezzo, riportai lo sguardo su di lei cercando di tranquillizzarla in qualche modo, anche se non ero affatto bravo in queste cose. – Ok, questo farà un pochino male. – sussurrai.
- Lui.. Lui è ancora vivo.. Io lo avevo ucciso.. Gli ho strappato il cuore dal petto – era.. morto. – mormorò con fatica per via di quel pezzo di legno ancora quasi vicino al cuore, i miei occhi si spalancarono leggermente sorpresi, sapendo subito che quel uomo o quello che aveva creduto di aver ucciso, era la sua prima uccisione. Trovai un senso di compassione dentro di me nei suoi confronti, una mia mano era ancora appoggiata al suo braccio.
- Ora non ci pensare ok? Non sprecare le forze, cercherò di non farti troppo male ad estrarre quel pezzo del paletto ok? – dissi guardandola dritta nei occhi, dopo qualche secondo lei annuì debolmente le feci un piccolo sorriso per poi indugiare per qualche secondo, prima di mettere una mano dentro al suo petto nella ricerca del pezzo di legno, la vidi sussultare dal dolore e intorno ai suoi occhi uscirono le vene gonfie di sangue strinse con forza il mio braccio.
Mi concentrai sul pezzo di legno, non pensando ad altro, fino a trovarlo lo tirai fuori mentre lei respirava affannosamente e la sua ferita si richiuse all’istante come se non fosse mai esistita, come anche quel grigiore sulle braccia di poco prima, lo buttai a terra e lei chiuse gli occhi lasciando un po’ la presa del mio braccio.
Mi presi qualche minuto, la osservai curioso sentivo ancora quella scossa elettrica come quella sera, mi incuriosiva sempre di più quella ragazza stava mostrando qualcosa che.. Non credevo che era cosi, conoscevo i vampiri, quelle cose che mi avevano detto. Quando lei aprì gli occhi e si accorse, ritrasse subito la mano imbarazzata distolsi anch’io lo sguardo sentendo quel velo di imbarazzo, farsi strada dentro di me. Mi alzai scrollando entrambe le mani sui pantaloni quando lei provò ad alzarsi, cadde di nuovo a terra indebolita dalla perdita di sangue e da quella piccola tortura che quel vampiro gli aveva inflitto.
Di nuovo non pensai, la presi in braccio anche mentre lei si divincolava e mi incamminai di nuovo verso dove c’era il campo e le abitazioni del Bayou, il mio passo era tranquillo e allo stesso tempo veloce, non ero ancora del tutto umano. Anche se il mio volto lo era, dentro di me il lupo stava ancora comandando tutto.
Una volta arrivati, tutti si voltarono verso di noi perfino mia nonna era lì accanto a Ben e la figlia di Klaus Mikaelson che ci osservano, lo sguardo di mia nonna era uno sguardo sollevato che io fossi ancora vivo. Subito un giovane ragazzo, l’ultimo dei Mikaelson, corse verso di noi mentre io la stavo mettendo lentamente a terra e anche la ragazza corse verso di noi, quando stava per cadere la mantengo subito per i fianchi.
- Audrey! Oddio che è successo? – disse tutto ad un fiato il ragazzo mentre aiutava anche lui a sorreggerla, e una volta fatto mi staccai mentre il ragazzino mi guardava in cerca di una spiegazione.
- Sta bene, si riprenderà. Un vampiro l’ha colpita e aveva un pezzetto di legno nel petto ha perso troppo sangue. – mormoro stringendomi nelle spalle portando la mia attenzione al ragazzo e poi la guardai per un breve istante.
- Grazie.. – mormorarono sia lei che il ragazzino, li osservai e notai un piccolo sorriso della ragazza bionda che ricambiai borbottando un “prego”, Audrey mi osservò per un breve istante mentre la facevano sedere e Hayley, l’ibrida alfa correva da lei con una sacca di sangue in mano.
Distolsi lo sguardo, andando da Ben ignorando quello sguardo pieno di parole di mia nonna portando l’attenzione semplicemente e solo mio fratello, appena appoggio la mano sulla fronte notai subito quanto fosse bollente. Ricordai subito le parole della nostra guaritrice, appena ci disse che un attimo prima che Sam stava per morire gli era salita subito di scatto la febbre, poi aggiunse anche che in base alla quantità di veleno il più delle volte la febbre c’era fin da subito. – Il veleno è già in circolo. – mormorai a denti stretti, per poi togliere la mano e scoprendo piano la ferita dove ancora usciva sangue, il colore del suo sangue era sempre più scuro, più scuro del normale.
- Adrian, è fuori questione.. – ribatte mia nonna, capendo subito quello che ho intenzione di fare potevo già immaginare i suoi occhi spalancati e il suo volto pallido, ma era l’unico modo per salvarlo. – Appena torneremo a casa.. -.
- No, quando torneremo a casa sarà già morto. – disse guardandola dritto nei occhi, avevo fatto un giuramento quando ero piccolo, non avrei permesso che qualcosa mi fermasse o che lui morisse. – Non permetterò che lui muoia. – aggiunsi subito dopo, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Sapevo che era pericoloso, sapevo anche, che molti Lycan provandoci erano morti, ma lo avevamo già fatto in passato ed non era successo nulla, come ci ripetevano sempre io e Ben abbiamo un legame speciale. Quel legame, ci avrebbe sempre protetto in qualsiasi situazione o almeno ci avvertiva il più delle volte.
Appoggiai lentamente la mano sulla sua ferita, per poi chiudere appena gli occhi, appena la mia mano fù completamente sul taglio potevo sentire il veleno salire lentamente e il dolore che lui stava provando in quello stesso istante. Apro gli occhi ansimando, che ora erano ritornati di nuovo a essere color argento, una piccola smorfia di dolore sfuggì sul mio volto.
Evitai lo sguardo di tutti, che osservano scioccati quello che stava accadendo, sul mio braccio si potevano vedere delle vene nere chiaro del dolore che stava entrando dentro di me, dopo qualche istante tolsi la mano, barcollando leggermente all’indietro la vista si era oscurata.
Il veleno, era potente troppo potente, ma aveva più della metà nel suo corpo avevamo giusto il tempo di arrivare a casa e la nostra Guaritrice poteva provare qualche antidoto, vidi mia nonna venire verso di me portando una mano sulla mia fronte. – Sto.. Bene. – borbottai lentamente guardandola, e poi rimisi la mia felpa di nuovo sulla sua ferita stringendola con la cintura in modo che bloccasse l’emorragia.
Ad un tratto sentì un rumore, provenire dietro di me, lentamente mi fermai girandomi piano facendo segno con gli occhi di stare in silenzio, con una mossa presi un uomo magrolino e non molto alto stringendolo per il collo sbattendolo contro il muro. Quando, sentì l’odore che era un umano, allentai di poco la presa in modo che stesse fermo ma non soffocasse.
- Vi prego, vi prego, non mi uccidete. – supplicò l’uomo guardandomi supplicante. – Non.. Non dirò nulla ai vampiri, mi hanno incastrato, hanno detto che mi avrebbero ucciso la mia.. Famiglia. – disse velocemente, osservai l’uomo in silenzio ascoltando i battiti del suo cuore che aumentavano sia per la paura, ma anche per la bugia che aveva inventato qualche secondo prima.
Come se già quella non fosse una brutta situazione, uno dei “poppanti” si fece avanti. – Non puoi ucciderlo! E’ un umano, le regole ci vietano di uccidere un umano. – alzai brevemente un sopracciglio con uno sguardo divertito. – Se lo farai noi lo diremo ad Antonio! L’esilio ti daranno. – mormorò l’altro con il tono minaccioso.
Ero al mondo da molto più tempo di lui, conoscevo ogni fottuta regola che era stata creata dopo quel cacciatore pazzo aveva ucciso moltissima della nostra gente, regole che erano state create allo scopo di proteggerci e di rimanere in disparte.
Quando apro la bocca per dirgliene qualcuna quello che aveva detto, mia nonna mi fermò il suo tono di voce era pacato ma allo stesso tempo freddo. – Deve farlo, ha visto ciò che non doveva vedere. – parlò lentamente guardando entrambi i due ragazzi. – Le regole, dice anche se un umano compromette la nostra sicurezza o che scopra qualcosa che non deve essere scoperta, deve ucciderlo. – concluse spiegando, guardai con sguardo omicida quei due.
- Ma.. Forse lui non sa nulla! – borbottò l’altro, girai lo sguardo verso di lui inarcando di nuovo un sopracciglio, ma in tutti questi anni chi aveva insegnato a loro a conoscere i battiti delle persone? Se avevano paura, se mentivano oppure il contrario.
Quei due poppanti, mi stavano davvero mandando in bestia, come non mai potevano farmi diventare cattivo all’istante. – Sul serio? – sbottai scioccato da quello che avevano detto, ma mia nonna mi fece velocemente un segno, sapeva che stavo per perdere la pazienza e che non c’era più tempo da perdere.
- Uccidilo, nemmeno Hayley può fare nulla, sarà già stato soggiogato. – disse e anche quelli del Bayou annuirono, il suo sguardo si posò di nuovo su quello dei poppanti. – E se lo volete dire ad Antonio, fatelo pure, mi prendo io ogni responsabilità. - aggiunse, si poteva quasi avvertire, il suo tono minaccioso in pochi si mettevano contro mia nonna, o erano morti o gli mancava qualcosa.
Lo staccai dal muro, non mi andava di uccidere un umano, avevo sempre evitato di farlo forse era una sorte di debolezza, anche se alcuni di loro lo meritavano di fare una brutta fine. Ero sempre stato convinto, che non devono far parte del nostro mondo perché alla fine sarebbero state sempre vittime.
Mentre lo stavo girando, per ucciderlo il più velocemente possibile, mi fermò per il braccio stringendomi quasi forte il polso. – Il traditore, è in mezzo a voi. – sussurrò cosi piano e i miei occhi si spalancarono leggermente sorpresi da quella rivelazione, non era una bugia, come se si fosse arreso e accettato la sua morte.
Con un gesto secco gli rompo l’osso del collo, lasciandolo poi cadere inerme sul suolo, osservai il suo corpo per alcuni lunghi istanti per poi distogliere lo sguardo mentre sentivo che lei mi guardava, non aveva smesso di farlo da quando avevo assorbito il dolore insieme al veleno dalla ferita di Ben.
Mia nonna mi consigliò subito di andare a prendere la macchina, per motivi molto ovvi, che non voleva che uccidevo quei due che stavano ancora lamentarsi facendoci fare una brutta figura. Non avevano imparato nulla, di tutto quello che era successo sembrava come se il Lycan dentro di loro non esistesse. A passo veloce, andai a prendere la mia auto per poi ritornare subito lì parcheggiando al centro ordinai a detti stretti di mettersi seduti mentre prendevo il corpo di mio fratello, annuirono senza dire nulla quasi come se fossero spaventati da mia nonna.
E lì mi spuntò un piccolo sorriso, immaginando a cosa fosse successo, lo sdraiai per bene chiudendo la portiera recuperando la mia giacca e mi misi accanto a mia nonna, che aveva preso per mano Mary.
- Sapevo, che non centravate nulla. – disse sollevata mia nonna con un sorriso sulle labbra. – E ora posso dimostrarlo al resto del consiglio e anche a quelli degli Anziani. – aggiunse soddisfatta stringendole di più le mani. – Domani sarete nostri ospiti, dovremo parlare, vi offriamo il nostro aiuto ditelo anche hai Mikaelson. Ti dirò dove siamo al nostro vecchio modo di scriversi. – concluse mia nonna, per poi darsi un breve abbraccio.
- Certo, aspetto allora con ansia Cornelia! Io anche, non ho mai dubitato che voi avevate preso il nostro ragazzo. – aggiunse anche Mary sciogliendo l’abbraccio, per poi salutarsi.
Ritornai in macchina come ordinato da mia nonna mentre salutava Hayley e Jackson, mi misi seduto rilassandomi contro il sedile guardando anche io la piccola Mikaelson, che mi scrutava silenziosa e poi girò lo sguardo altrove imbarazzata.
E li, di nuovo, mi spuntò un piccolo e strano sorriso divertito, una volta che mia nonna salì in auto, feci retromarcia per poi girare partendo velocemente verso casa.


{ Hola!
Dopo tanto tempo ecco il tanto atteso capitolo! Spero che vi sia piaciuto nel prossimo capitolo, ci saranno delle belle! Quale coppia vi sta piacendo? Hope e Thomas? O Audrey e Adrian? Io amo entrambi, anche se gli ultimi e due non hanno quasi mai avuto una conversazione.
Detto, questo ci vediamo al prossimo capitolo che uscirà molto ma molto presto, ho già moltissime idee! Come sempre, grazie a coloro che leggono questa fan fiction!

A presto,
LadyEffeMikaelson.

   
 
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