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Autore: EllynPhilips    30/07/2016    1 recensioni
Alexa, durante il corso della sua vita, aveva sempre cercato di passare inosservata, tenendo gli occhi bassi, senza dare troppa confidenza a nessuno...era convinta che se avesse fatto la brava e fosse passata inosservata, sarebbe andato tutto bene. Il destino le aveva già fatto un brutto scherzo anni prima, non voleva più che si concentrasse su di lei. Voleva essere lasciata in pace.
E fino a quel momento sembrava essere andato tutto secondo i piani.
Non avrebbe mai creduto possibile che il suo mondo si sgretolasse così, sotto le sue mani, da un giorno all'altro. Che mentre tutto stava andando bene, all'improvviso cominciasse a precipitare senza che lei potesse fare niente per fermarlo.
E mentre lei cerca con tutta se stessa di dare una spiegazione a quello che sta succedendo, il destino sa già dove condurla.
Ha già fatto una scelta per lei e per coloro che le stanno intorno.
Nessuno può combatterlo. Tutto è deciso.
O almeno così sembra.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina la bambina si alzò più felice del solito.
Era un giorno speciale: era il suo quinto compleanno. Era un evento importantissimo per una bambina di quell'età, e lei non vedeva l'ora che iniziasse la giornata per ricevere i regali e tutte le attenzioni che le erano dovute.
Stava diventando grande.
I suoi genitori le avevano detto di aver organizzato una "gita speciale" all'insegna del divertimento.
Non stava più nella pelle.
- Tato! Tato! - urlò correndo nel corridoio, in direzione della camera di suo fratello maggiore. - Svegliati! -
Entrando con tutta fretta, si lanciò sul letto. - Dai! E' tardi! -
- Che c'è? - mugugnò il giovane, muovendo la mano come a cercare di cacciare via una mosca fastidiosa. - Và via. -
La bambina insistè. - Devi svegliarti. -
- Lasciami in pace. -
- Ma è il mio compleanno! - insistè.
- E quindi? -
- Quindi dobbiamo andare giù a fare colazione perché partiamo presto! -
Il fratello sospirò. - Ok. Adesso mi alzo. Aspettami giù. -
Soddisfatta di essere riuscita a svegliare il fratello, corse giù per le scale.
Quando entrò in cucina un odore piacevole di crepes le inondò le narici.
Era la sua colazione preferita.
- Buon compleanno! - esclamarono i suoi genitori, venendo fuori dal loro nascondiglio.
- Mi avete quasi spaventata. - disse ridendo e correndoli incontro.
- Volevamo farti una sorpresa. - rispose sua madre.
- E ti abbiamo anche preparato la tua colazione preferita. - suo padre indicò il tavolo tutto apparecchiato. - C'è anche la nutella già sul tavolo. -
Il sorriso della bambina si allargò ancora di più.
- Tuo fratello? - chiese la madre.
- Sta arrivando. - proprio mentre lo disse lui varcò la soglia.
- Direi che adesso possiamo fare colazione tutti insieme. - sua madre si sedette iniziando a spalmare nutella sulle crepes.
Mentre mangiava le sue adorate crepes, il padre andó a prendere uno dei tre regali che avevano nascosto per evitare che lo trovasse.
- Lo so che non aspettavi altro! - esclamò appoggiando una grossa scatola incartata sulla sedia accanto alla bambina.
Non si fermò nemmeno a guardare di che colore fosse il pacco, o come fosse attorcigliato con cura il filo.
In pochi secondi scartò il regalo e, felicissima, rimirò per diverso tempo l'enorme orsacchiotto che aveva sempre desiderato.
Lo voleva da tanto, ogni volta che accompagnava sua madre a fare le commissioni, passavano sempre da quel bellissimo negozio di giocattoli e lei, ogni volta, si fermava ad ammirare quel peluche in vetrina.
Ancora non poteva crederci.
Era davvero suo.
- E' bellissimo! -
- Lo volevi da tanto, non è vero? - guardò il marito sorridendo - io e tuo padre aspettavamo solo l'occasione giusta. -
- Grazie grazie! - saltellò contenta, abbracciandoli entrambi.
- Sempre regali da marmocchia. - sbuffò suo fratello.
- Sei solo geloso. -
- E di cosa? - domandò lui.
- Perché lo vorresti anche tu ma vuoi fare il bambino grande e dici che i peluche non ti piacciono più. -
- Io non voglio fare il bambino grande, lo sono! Ho 5 anni più di te. -
Lei si limitò a guardarlo e a fargli una linguaccia.

La giornata trascorse troppo in fretta.
Lei avrebbe voluto durasse per sempre. Si era divertita un sacco. I suoi genitori avevano deciso di portarli a Mirabilandia e sia lei che il fratello si erano divertiti tantissimo.
Durante il ritorno, il fratello si appisolò sul seggiolino posteriore.
Anche lei era stanca, ma non voleva sprecare tempo a dormire. Quella era la sua giornata. Se la sarebbe goduta fino in fondo.
- Ti sei divertita oggi? - chiese suo padre guardandola di sfuggita dallo specchietto.
- Tantissimo! - esclamò. - Ci torniamo domani? -
Sua madre rise. - Magari non domani, il viaggio è lungo, e dobbiamo tutti riposare. Però ti prometto che ci riandremo. -
- Ok. - non ci rimase male, dopotutto sua madre aveva ragione.
Sbadigliò.
- Sei stanca? -
- Un pochino. -
- Prima di addormentarti allora sarà meglio che ti diamo l'altro regalo.- osservó il padre.
- Un altro? - fu improvvisamente più sveglia. Era curosissima!
Sua madre mise una mano nella borsa e tirò fuori una piccola scatolina rosso sangue.
- Questa è una cosa preziosa. Mia nonna la donò a mia madre prima di me, e ora io la do a te. Appartiene alla nostra famiglia da generazioni. Abbine cura. -
La bambina la guardò emozionata. Sua madre si stava fidando a donarle una cosa così importante.
Credeva in lei a tal punto. Anche se era molto piccola.
Annuì allungando la mano per afferrare il pacchettino.
Lo scartó con delicatezza, curiosa e intimorita allo stesso tempo di vedere cosa contenesse.
Quando lo aprì rimase qualche minuto a contemplare l'oggetto.
- É davvero bella. -
Il pacchetto conteneva una collana di argento finissimo, con un piccolo ciondolo lavorato con degli strani segni neri, sembrava quasi pizzo. La cosa che la colpì maggiormente fu il brillante blu cobalto all'interno del piccolo rombo.
Scintillava sotto le sue piccole dita.
- Mamma, ma sei sicura che é per me? - lo guardó ancora. - sembra molto prezioso. -
- E lo é. Te lo affido. - disse sorridendole.
- Faró del mio meglio per non perderlo e conservarlo come si deve. - promise a lei e a se stessa.
Si infiló la catenina al collo senza bisogno di slacciarla. Era ancora piccola, la collana, infatti, era entrata senza difficoltà passando per la testa.
Sorrise ai suoi genitori che la guardarono per un attimo dallo specchietto.
Ma quel secondo fu abbastanza. Nessuno vide arrivare il camion che, a tutta velocità, andava proprio contro di loro, e anche se l'avessero visto sarebbe stato troppo tardi. L'impatto fu devastante e il camion spinse via la macchina dalla strada, che cadde dal ponte é finì nel fiume.

Intorno a lei era tutto silenzioso, buio. La bambina non riusciva a capire niente. Sentiva un peso opprimente sul petto.
Dove si trovava?
Cos'era successo?
I suoi genitori e suo fratello dov'erano?
Poco prima che perdesse i sensi, una mano l'afferró, trascinandola via dall'acqua...


Buongiorno! Ho scritto il capitolo velocemente. Spero che non sia troppo male.
Vi invito comunque a leggere il prossimo capitolo, perché la storia deve ancora iniziare!
Alla prossima,
Ellyn.
   
 
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