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Autore: Hippiespirit    31/07/2016    1 recensioni
Anni 3000.
Con il nuovo millennio inizia anche una nuova guerra mondiale. Alcuni ribelli di varie parti del mondo sono stati catturati
e messi sotto sorveglianza nelle prigioni di massima sicurezza Canadesi. Da questa prigionia nasceranno veri sentimenti, e piani per sconfiggere i Canadesi e tornare in pace.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Scott, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Mi svegliai dopo un tempo indeterminato, ma penso piuttosto lungo, e mi trovavo in una specie di sgabuzzino. Mi sentivo terribilmente indolenzita, ma non potevo muovermi, perché ero ancora legata, seduta su una sedia.
All’improvviso la porta si spalancò, ed entrarono due ragazzi, il primo era alto, biondo, occhi azzurri e un fisico muscoloso e prestante, l’altro sempre alto ma meno del primo ragazzo, il fisico più asciutto e aveva capelli rasati neri con sopra un’improbabile cresta, in mezzo a quella massa di capelli c’era del verde, che poco si addiceva a un soldato, e occhi azzurri.

“ E’ sveglia, finalmente! Cazzo pensavo ci sarebbe morta su quella sedia” esclamò il biondo, mentre l’altro mi fissava in silenzio. Notai poi che aveva in mano dei vestiti.
“Slegala. E tu guai se ti azzardi a fare qualsiasi cosa, capito?” ordinò poi il moro “Si.” Risposi, ma solo per fargli capire che riuscivo a comprendere la sua lingua, non per altro.
Dopo che il sangue mi riprese a circolare normalmente mi alzai con fatica, e il moro mi lanciò addosso i vestiti “Mettili, subito” ordinò, sempre con quell’odioso tono piatto e arrogante.
“Davanti a voi?” chiesi con una punta di superbia, mentre il biondo iniziò a ridere “E perché no?” chiese.
Non risposi, mi limitai solo ad eseguire gli ordini mentre mi sentivo gli occhi di quei due stronzi puntati ovunque. Dopo aver messo quella cosa, che pareva una tuta, larga e grigia, e notai sul petto una toppa con sopra raffigurata la bandiera spagnola. Misi anche degli scarponi neri.
Il moro mi si avvicinò, io indietreggiai istintivamente, ma quel bastardo mi prese per i polsi e, fin troppo velocemente, mi sbattè al muro.
“Hai un fisico davvero fantastico, per essere una stronza puttanella spagnola.” Avrei voluto sputargli in faccia, ma avrei solo aggravato la situazione, perciò rimasi zitta.
“E’ un vero peccato che il governo vi voglia vivi, e soprattutto, senza che vi sia torto un fottuto capello.” Mi sussurrò nell’orecchio, mentre con le mani mi toccava su tutto il corpo, avevo i brividi.
“Duncan basta, hai fatto anche troppo. Dobbiamo portarla dentro” Svogliatamente mi levò le mani di dosso e mi mise delle manette ai polsi, dopodichè il biondo aprì la porta , mentre lo stronzo dietro a tradimento mi bendò gli occhi “Che cazzo..?!” esclamai, ma dopo avermi dato un forte strattone, disse “Vedi di calmarti, seniorita” disse ridendo, evidentemente prendendomi per il culo “Non puoi vedere la strada , quindi zitta e cammina” .

Non mi diede il tempo di rispondere che dopo avermi strattonata ancora, iniziai a camminare, mentre uno dei due mi teneva il polso , anche troppo strettamente, e mi guidava. Non so quanto tempo sia passato ma sentivo vari rumori metallici , porte aprirsi, freddo e silenzio totale. Alla fine ci fermammo, e, dopo aver sentito un’altra porta metallica aprirsi, mi levarono la benda dagli occhi. Tutto ciò che vidi era un lungo, freddo e grigio corridoio, e ai lati di questo, c’erano varie celle. Camminammo fino in fondo al corridoio, e ciò mi permise di guardami intorno. In queste celle c’erano delle persone, una in ognuna di queste.

Mi sembravano tutte diverse l’una dall’altra, e forse capì. Erano tutti capitani delle Resistenze, di vari paesi del mondo, come riuscì a notare meglio vedendo che erano tutti vestiti con la tuta, ma ognuno aveva una toppa diversa. E perché ci tenevano chiusi dentro? Non lo so, magari volevano estorcerci tutte le informazioni e i piani che solo i capitani di Resistenza conoscono.

Arrivammo fino in fondo, quando il biondo tirò fuori una chiave e la aprì. Notai che la cella vicino alla mia era l’unica vuota. Dopo avermi spinto dentro, esclamò “Perfetto, ne manca solo uno” dopo aver pronunciato queste parole , sussurrò qualcosa nell’orecchio del moro e si dileguò. Chiuse bene la mia cella , e rimase qualche attimo a fissarmi, mentre io gli rispondevo a tono, fissandolo a mia volta. Un soldato così era sprecato, giovane e bello, soprattutto, ma odiosamente stronzo. Questa guerra, questa società, trasforma le persone in mostri.
“Sei fortunata, tra un’ora avrete la vostra ora d’aria” mi riportò alla realtà. “Ci vediamo” mi disse ironicamente , mentre io mi girai e gli diedi le spalle. Lo sentì allontanarsi.

Penso sia stata l’ora più lunga della mia vita. Ero seduta per terra, perché a parte una turca non c’era altro in questa cella. Finalmente sentì il rumore di chiavi girare nella serratura, ma questa volta non era né il biondo né il moro.
Era sempre un ragazzo, alto, capelli rossi e occhi grigi, fisico asciutto nella solita divisa militare “Alzati.” Mi ordinò, e così feci. Lo guardai meglio, aveva cicatrici sulla faccia, ma anche lui era odiosamente bello. E notai con la coda nell’occhio che anche lui mi fissò per un po’. Non disse niente, era anche più silenzioso del moro, mi ammanettò semplicemente e mi portò fuori. Le celle ora erano vuote.

Uscimmo dal corridoio e notai a sinistra dell’entrata un’altra porta. Lui l’aprì e mi sbattè fuori, per poi richiuderla velocemente.
Mi trovavo in un grande campo, recintato da muri e filo spinato elettrico alto circa cinque metri, notai anche un guardiano provvisto di telefono e pistola laser. Questo a differenza degli altri non era così bello, era veramente molto in sovrappeso, capelli biondi e occhi neri, ma a differenza degli altri non aveva un’aria proprio sveglia.
Solo dopo notai che , sedute dietro di me, c’erano tutte le persone racchiuse nelle celle. Erano ragazzi e ragazze, più o meno della mia età, e tutti mi fissavano.
“Vieni qui” sussurrò una ragazza facendomi gesto con la mano. Mi girai per vedere il guardiano, ma mi accorsi che aveva un’aria poco sveglia… proprio perché stava dormendo.

Silenziosamente mi avvicinai al gruppo “Che fortuna avere uno dei soldati più stupidi come guardiano dell’ora d’aria” rise la ragazza in questione “L’organizzazione di questo carcere è fantastica, davvero. Penso che potrei scappare scavando con un cucchiaio” disse in tono sarcastico un altro ragazzo.
“Oh, non credo, amigo. Noi siamo come gioielli preziosi per questo lurido carcere. Ma penso che questo trattamento quasi dignitoso finirà presto, ora che hanno trovato la penultima capitana”
“Un attimo” dissi io, confusa e bisognosa di sapere cosa stava succedendo “Chi siete voi? E che sta succedendo?”

“Ha ragione ragazzi” esclamò un altro ragazzo, molto alto, scuro di pelle e muscoloso. Sulla tuta notai la toppa raffigurante la Giamaica. “Che modi sono questi! Presentiamoci come si deve” Dopodichè si girò verso di me, abbassandosi alla mia altezza. Era davvero alto, metteva timore “Sono Devon Joseph , ma DJ suona meglio. Sono il capitano della Resistenza Giamaicana” Ora tutto mi era più chiaro “E loro sono Heather, dal Giappone, Sierra, dalla Germania, Eva, dalla Russia, Anne Maria, dall’Italia, Alejandro, dall’ Argentina, Noah, dall’India, Cameron, dal Sudafrica, e Justin, dal Nord America”

Su quest’ultima frase rimasi scioccata “Nord America? Ma non è il primo alleato del Canada?” Il ragazzo in questione si alzò. Anche lui era davvero bello, capelli corti castani, occhi azzurri, e un fisico prestante.
“Si” disse “Ma il nostro governo ha voluto azzardare, fingendosi alleato col Canada per poi rubargli tutto, coglierli di sorpresa e impreparati contro di noi, e in seguito avere il controllo sul mondo. Ma dopo che qualcuno ha rivelato l’esistenza della Resistenza Nord Americana, è andato tutto in fumo. Io sono stato preso, e milioni di americani massacrati. Ma il Canada vuole continuare a fingere che noi siamo ancora suoi alleati, per spaventare ancora il resto del mondo e non far vedere segni di debolezza, o una possibile alleanza per l’America con un altro paese.”
Questo racconto mi scioccò. Far sapere che l’America era contro il Canada lo avrebbe sicuramente indebolito.
“Esatto” affermò la ragazza giapponese. Alta, fisico molto magro, lunghi capelli neri e occhi a mandorla grigi “ E noi siamo le nazioni più potenti al mondo, per questo i Canadesi ci hanno cercato e catturato. Le Resistenze sono il pericolo più grande per loro, per questo ci tengono rinchiusi. Siamo i cervelli delle nostre nazioni, non vogliono farlo vedere, ma un po’ ci temono. Voglio sapere i nostri piani, le nostre strategie, i nostri segreti…”
“E noi dovremo rivelarglieli?” chiesi, con un po’ di timore. La giapponese mi squadrò dall’alto in basso, ma fu la ragazza tedesca a parlare “Beh… è ancora molto incerto” La guardai, e quella ragazza mi sembrava tutt’altro che tedesca: aveva una lunga treccia di capelli viola, occhi grandi neri e la pelle abbronzata. L’unica caratteristica era forse l’altezza, sfiorava un metro e ottanta “Finora non ci è stato fatto nulla di male, ma quando troveranno l’ultimo capitano saranno problemi per tutti. Vogliono averci tutti insieme, in molti siamo alleati, e vorranno sapere tutto, in modo da annientarci in anticipo. La Germania è forte, infatti sono stata la prima a finire qui.” Disse “Guardami , ti sembro forse tedesca? Lo sono si, ma il mio governo ha pensato di camuffarmi per evitare la cattura, ma a causa di una soffiata mi hanno preso.. in realtà ho i capelli biondi, la mia pelle non è così scura, e Sierra non è il mio vero nome” disse sorridendo.
Era stata una strategia molto astuta quella dei tedeschi, peccato che sia stata scoperta. “Ma.. allora siamo tutti qui a causa di qualcuno che ha parlato?”

“Esatto” affermò la ragazza italiana, aveva capelli vaporosi neri, occhi grandi neri, pelle abbronzata e un fisico formoso.
“Non possiamo sapere chi sia stato” disse Cameron. Lo guardai bene, e somigliava davvero tanto a un ragazzino. Basso, pelle scura, capelli rasati castani, occhi neri e grandi occhiali. Mi stupisco di come possa combattere “Ma data la mia intelligenza e la mie scarse doti fisiche, io non ho mai combattuto. Non può quindi essere una persona qualunque, ma qualcuno che ci sta molto vicini.”
Riflettevo, ma non riusciva a venirmi in mente neanche un’idea.
“E lasciano questo ciccione alla nostra guardia? Mentre dorme tra l’altro?” chiesi “Beh, che t’importa?” esclamò Eva. Era davvero una di quelle russe che ti fanno venire i brividi di paura, non era tanto alta ma aveva un fisico molto allenato e forse un po’ troppo palestrato per una donna, aveva i capelli neri legati e due occhi gialli che ti mettevano paura solo a guardarli, inoltre aveva due sopracciglia abbastanza folte, e nell’insieme non era di certo una bella donna “Tanto è impossibile scappare da qui, non abbiamo contatti col mondo esterno. Devono solo ringraziare che sono legata, evidentemente scontrandosi con me a Mosca ne hanno avuto abbastanza… c’è voluto uno squadrone intero per tramortirmi, io di certo non sono un delicato fiorellino come voi.”
“E si nota” aggiunse Noah, che finora era stato in silenzio. Aveva i capelli castani lunghi, occhi castani, e sempre uno sguardo sarcastico e annoiato. “Cos’hai detto?!” si girò la russa infuriata, ma Alejandro li separò. Cavolo, lui era il migliore di tutti. Capelli lunghi castani, occhi verdi, e il più bel fisico che avessi mai visto, inoltre aveva uno sguardo ammaliante e una voce profonda e stupenda. Tra l’altro io e lui potevamo capirci meglio, dato che la nostra lingua era lo spagnolo. “E tu come ti chiami ?” mi chiese. “Io sono Courtney, capitano della Resistenza Spagnola.”

Ad un certo punto una campanella suonò stridula, facendo svegliare di soprassalto la guardia, che scattò in piedi “Sissignore!” urlò, per poi notare che non c’era nessun signore. Che ridicolo.
“Forza voi là! Venite subito qui, ora d’aria finita, dovete tornare nelle celle” ci avviammo verso la porta, mentre notai Alejandro al mio fianco “Sono sicuro che sarà un piacere averti con noi” mi disse, in spagnolo.
Sentì un calore in tutto il corpo, dio se ci sapeva fare. Ebbi appena il tempo di ringraziarlo, prima che la guardia spintonandoci ci rinchiuse ognuno nelle nostre celle.

ANGOLO AUTORE
Lo so che due aggiornamenti in un giorno non ci stanno, ma fremevo dalla voglia di metterlo.
Questa è la mia prima storia sulla guerra, non sono esperta, anche perchè, come si può capire dal mio nickname, odio la guerra.
Ma l'ispirazione era troppa, e allora ho deciso di scrivere. Spero vi piaccia :)
   
 
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