Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: Tsuki 96    31/07/2016    1 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 38

 

Per praticità, Ayato aveva sollevato Yui per trasportarla sulla schiena, ma per comodità quella soluzione era alquanto discutibile, dato che, correndo all’impazzata, la fanciulla continuava a sobbalzare (e inoltre doveva reggere la spada regalatale da Anna in una mano); certamente, però, considerando che avevano alle calcagna dei piranha volanti, preferiva quella piccola tortura al pensiero di farsi sgranocchiare viva da quegli esserini orridi e bizzarri.

D’altro canto, il vampiro pensava che quei cacciatori e Reiji sarebbero stati ottimi amici: da quanto aveva capito tramite Anna, i primi si divertivano a fare esperimenti su qualsiasi creatura o elemento sottomano, hobby condiviso dal fratello maggiore; non era difficile trarne la suddetta conclusione.

Anna era molto più stressata di quanto lo sarebbe stata in “normali” condizioni: era ancora irritata con Reiji a causa del suo commento nei confronti della sua capacità di annullare i poteri magici entro una certa area limitata, considerandola alquanto inutile a causa di questo stesso difetto e ferendola quindi nell’orgoglio; inoltre, Kanato continuava a strillare per la confezione di donuts che gli era sfuggita di mano durante la fuga e che non era riuscito a recuperare perché la strega, saggiamente, glielo aveva impedito.

Chi ha la precedenza, la nostra sicurezza o la tua gola?!, pensò la ragazza, promettendosi che non appena avrebbe avuto un momento libero, lo avrebbe strozzato; se non fosse stata trucidata lei per prima…

- Scale! – avvisò, precipitandosi lungo di esse in fretta e furia, saltando gli ultimi tre gradini con un salto, e ignorò il commento di Ayato che lui sapesse fare di meglio; ma doveva proprio soffermarsi sui suoi atteggiamenti arroganti in un momento simile?

Questi vampiri…!, commentò nella sua testa Anna, fremendo di irritazione.

Poi, voltando a un bivio, arrestò il passo.

- Ehi, cazzo ti fermi! – cominciò a imprecare il vampiro dagli occhi verdi, contrariato, per poi interrompersi non appena udì un sinistro rumore di ossa rotte.

Di fronte a loro, una ragazza dagli occhi a mandorla e l’appariscente abito macchiato di sangue aveva appena spezzato l’osso del collo a quello che Anna riconobbe essere uno dei senpai di venticinque anni; lo ricordò che consegnava la posta tra un parte dell’isola e l’altra e che spesso portava a Isa dei krapfen all’albicocca per colazione.

Invece, l’assassina era…

- Rai… san?! – esclamò inorridita e soprattutto sconvolta.

“Ci sono traditori e complotti ovunque”; le paure delle sorelle erano terribilmente fondate.

La giovane si voltò lentamente verso di lei, un sorriso inquietante e pieno di malignità impresso sul volto: era irriconoscibile; Anna teneva gli occhi spalancati, sotto shock, finché l’improvviso movimento dell’avversaria nella sua direzione non la ridestò.

- Allontanatevi verso quella colonna, presto! – urlò ai vampiri, indicando il suddetto punto con la spada che poi sfoderò, difendendosi in tempo dalla baionetta di Rai, la quale subito scomparve dalla sua vista per riapparirle dietro.

Anna ricordò che le gemelle Calling avevano il potere di materializzarsi, in un punto qualsiasi dei dintorni, da un momento all’altro: era nettamente in svantaggio, a meno che non fosse riuscita a utilizzare il suo di potere; ma con la nemica che continuava a spuntarle da ogni angolo possibile, sarebbe stato difficile se non addirittura impossibile.

Ebbe ancora la prontezza, e la fortuna, di parare un altro colpo; in seguito, una bruciante e pungente sensazione si diffuse dalla spalla: con un colpo di katana allontanò Rai, il tempo di riprendersi e osservare la profondità della ferità, ma purtroppo l’avversaria era molto più rapida e se la vide comparire davanti, pronta a sferrarle il colpo di grazia, mentre sentiva lontana la voce di Yui che urlava il suo nome terrorizzata.

Quella pugnalata non arrivò mai: si fermò a mezzaria, subito dopo il suono di un proiettile sparato, e Rai barcollò indietreggiando, il volto contratto in una smorfia confusa e angosciata, mentre l’abito si macchiava di rosso in corrispondenza della schiena e un po’ anche del petto; poi stramazzò al suolo, gli occhi spalancati e vitrei.

La strega osservò il corpo ormai esamine con evidente perplessità, per poi rivolgere lo sguardo verso la persona che aveva puntato l’arma da fuoco contro l’avversaria: era la gemella, Mai, con uno sguardo perso e stralunato, le mani tremanti a stringere un fucile a pompa e ad abbassarlo, facendolo cadere a terra; balbettava qualcosa, in prenda all’agitazione, l’ansia, l’orrore e… un tormentato rimorso.

- Non volevo… non… non so perché… non avremmo dovuto… Rai – pronunciò il nome della sorella con voce roca e impastata di dolore, per poi balbettare altri parole senza un evidente nesso logico, poco lucida.

Infine, recuperò il fucile, puntandoselo contro un po’ a fatica; Anna si sentì irrigidire.

- Mi dispiace.

- MAI-SAN, NO!

La giovane donna pentita cadde a terra, gli occhi chiusi e bagnati; sembrava più serena della gemella.

 

 

Azusa afferrò al volo il corpicino di Finn e a sua volta Yuuma li sorresse, evitando che il fratellino perdesse l’equilibrio cadendo all’indietro a causa del forte impatto.

- Finn…! Tutto… bene?! – chiese allarmato il vampiro, stringendole le spalle con il braccio e la mano con la propria; la strega minuta bofonchiò qualcosa d’incomprensibile con un filo di voce, dolorante, e i suoi occhi si spostarono dal suo viso alla figura del demone che l’aveva scaraventata via.

Era troppo forte per lei e, sfortunatamente, temeva di essersi procurata una lieve frattura alla tibia, a giudicare dal dolore allucinante che le attraversava tutta la gamba; aveva bisogno di rinforzi e certamente non voleva lasciare che se ne occupassero Subaru e Yuuma, i quali erano avanzati di qualche passo scrocchiandosi le mani, pronti a contrattaccare la creatura.

Prima che uno dei due fronti potesse solo muoversi di mezzo millimetro, in mezzo a loro atterrò Claire, imitando un po’ l’entrata in scena che aveva fatto Finn precedentemente; stava accucciata a terra con un ginocchio piegato e distese le braccia, le mani che stringevano ciascuna un ventaglio color porpora con motivi floreali dorati.

- Cl-… Claire… - sussurrò l’amica, mentre si faceva aiutare da Azusa a rialzarsi e reggersi in piedi.

- Tranquilla, Ficchan~ Ho tutto sotto mano – il tono delle ultime parole calò di un ottava, provocando dei leggeri brividi di emozione lungo la schiena di Laito, che la stava osservando interessato ed euforico.

Aprì i ventagli e improvvisamente si alzò il vento, dapprima debole e poi, man mano che Claire si sistemava in posizione eretta muovendosi come a ritmo di una danza, s’intensificò e parve concentrarsi attorno al demone che si guardava intorno spaesato, come confusi erano anche i vampiri nel notare i capelli della ragazza diventare candidi: dopotutto era anche lei una mezza strega e mezza demone, come Mary.

La ragazza incrociò le braccia e sulla superficie dei ventagli si formò una crosta dorata irregolare, formata da milioni di piccoli cristalli appuntiti; successivamente aspettò che il vento formasse una sorta di piccolo ciclone, all’interno del quale il nemico cercava di rimanere con i piedi per terra ed emanava scariche elettriche, invano.

Infine, Claire allungò le braccia davanti a sé e dai ventagli si staccarono i frammenti dorati, entrando nel vortice che girò ancora più brutalmente e graffiando profondamente il demone, ovunque; quando Claire decise che fosse abbastanza, il vortice si dileguò lentamente e il corpo dell’avversario cadde a terra, ricoperto interamente di sangue.

I vampiri rimasero a bocca aperta: fino a quel momento, a parte i rari episodi in cui avevano assistito agli scontri di Mary, nessun potere era sembrato tanto feroce e spietato come quello; vennero ridestati dall’applaudire di Laito, avvicinatosi alla mezza demone che nel frattempo aveva riposto i ventagli in due taschine apposite legate alle gambe.

- Nfu~ Spettacolo davvero ammirevole ed entusiasmante, Claire-chan~ - cinguettò con tono lezioso, avvolgendo un braccio intorno alla sua vita e…

- CAZZO, LAITO, TI PARE IL MOMENTO?! – sbraitò Subaru, mentre Kou sfoggiava una smorfia disgustata e aiutava Azusa ad accompagnare Finn lungo la strada che la streghetta indicò loro di percorrere, verso il rifugio.

- Che porcone… -sputò a terra Yuuma, seguendo i due fratelli con Ruki, questo senza aver prima scoccato al vampiro in questione un’occhiata di ribrezzo.

Shuu sbadigliò e barcollò dietro di loro; intanto, i due piccioncini si scambiarono qualche ultima effusione.

 

 

Correva a perdifiato, ignorando i rami che gli scalfivano il viso e la sua giacca di pelle preferita; non aveva la possibilità di pararsi il viso tra le braccia, poiché tra queste stava la testa del Drago dell’isola, avvolta in spessi teli, i più superficiali che cominciavano a macchiarsi di quel sangue verde scuro; i sacerdoti lo avevano avvisato: doveva recarsi in fretta al rifugio per portarla al sicuro, prima che il sangue gli toccasse la pelle, ustionandola e causandogli un qualche drastico cambiamento nei poteri o nell’organismo.

Morten scivolò lungo un pendio e attraversò rapidamente la riva del fiume, seguendone l’andamento in quanto conduceva direttamente al rifugio; ricordò Mark che gli aveva raccontato di quella volta in cui vi era caduto con la gemella, per poi venir recuperati dal padre. In breve, dimenticò quello che stava pensando e con un balzo attraversò il punto in cui il fiume scorreva sottoterra per un breve pezzo.

Il sudore gli scivolava sulla pelle ed era caldo, così caldo che non sentiva minimamente l’aria fredda di fine novembre; così caldo che non sentiva più il dolore delle ferite che si era procurato evitando dei nemici che lo avevano seguito per un po’, bloccati in tempo dalle sorelle maggiori di Anna: Angela gli aveva lanciato una boccetta per alleviare eventuali scottature a causa del sangue del drago, Ellen gli aveva urlato che avrebbe avvisato Mark della sua situazione (anche se il gemello ne era ormai già a conoscenza, molto probabilmente, salvo distrazioni).

- WOAH! – scivolò, questa volta accidentalmente; rotolò stringendo al petto la testa, senza percepire alcune gocce del sangue macchiargli e bruciargli la pelle delle mani, e si sporcò di fango finché andò a sbattere un po’ malamente contro un tronco vecchio e pesante.

Mugugnò qualcosa per la propria schiena che strillava pietà e si rialzò dopo aver fatto un respiro profondo, pieno di forza d’animo.

Devo portare la testa al sicu…

Nonostante fosse ancora un po’ stordito per la caduta, distinse nitidamente il suono di una risatina un po’ oscurata dal rumore dei suoi passi: si bloccò e, con la mente, frugò velocemente nei ricordi per trovare la persona a cui apparteneva quel modo di ridere, seppur più malvagio e crudele rispetto al tono dolce e modesto che la memoria riportava.

Si voltò e i suoi occhi nocciola incontrarono quelli ambrati di colei che era stata la sua compagna di squadra, la sua migliore amica: riccioli di un biondo quasi bianco a incorniciarle il viso, Rose era lì di fronte a lui, i suoi vecchi pugnali intrisi di veleno libranti in aria attorno a lei, pronti a convergere sul corpo del mago.

- Ehi, Rose. Quanto tempo – borbottò sardonicamente il biondo, indietreggiando di un passo e sistemando la testa del Drago sotto un solo braccio, in modo da averne uno libero per attaccare e difendersi.

- Morten. Scorbutico come sempre – sorrise l’altra; la pelle era grigiastra e solcata da cuciture come quella di Ryan, inconfutabile segno che era uno zombie, resuscitata tramite chissà quale incantesimo proibito e maledetto.

- Meglio scorbutico che traditore – sibilò acido il ragazzo e prontamente tirò dei fili davanti a sé, fermando in tempo alcuni pugnali, mentre con altri tirava il tronco in parte contro l’avversaria.

Non ho… tempo di affrontarla…

Amaramente si voltò e corse il più veloce possibile, tenendo le orecchie ben tese e preparando al momento delle piccole trappole con i suoi fili; percepì un dolore penetrante sulle mani e, dandovi una rapida occhiata, si rese finalmente conto che il sangue del drago gli aveva ustionato così tanto la pelle da aver creato dei solchi nella carne.

Non perse tempo a imprecare e accelerò, ringraziando i geni della sua fami-…

Un'altra sensazione di dolore, ancora più acuta e insopportabile, si diffuse dalla schiena in tutto il corpo: rallentò solo di un paio di passi, per poi riprendere la corsa, ansimante e frastornato; le lucine colorate che cominciò a intravedere con la coda dell’occhio erano la firma dell’artefice di quel veleno che impregnava la lama conficcata sul dorso...

Non posso… fermarmi ora…

Strinse i denti, sudatissimo, e continuò a correre, urlando quando tirò con i fili il robusto tronco di un abete, spezzandolo e scagliandolo contro Rose che rimase sconcertata da quella forza, nonostante fosse già a un punto critico: le tossine erano pronte a corrodergli le viscere, secondo i tempi che aveva misurato correttamente.

La nemica lanciò altri pugnali, la maggior parte evitati, alcuni lacerandogli i vestiti e un po’ la pelle, uno a infilzarsi nella carne del suo polpaccio; sentì compiaciuta il suo lamento di dolore, ma provò un’ira intollerante nel costatare che il mago non si sarebbe fermato nemmeno se lo avesse decapitato.

Ovviamente stava esagerando, ed era pronta a ricorrere proprio a quella disumana decisione per sbarazzarsene e finalmente impossessarsi della testa del Drago.

Tutto andò storto, tuttavia, perché prima che potesse avventarsi su di lui, Mark era comparso di fronte a lei, gli occhi argentati spruzzati di scarlatto e le lame d’argento che presto sbucarono dal terreno, indirizzati verso di lei; Rose si lasciò sfuggire un grugnito ostile e le schivò per un pelo indietreggiando a grandi balzi, finché la sua schiena con si scontròo contro qualcosa dalla circonferenza molto piccola, e fredda, e quasi appuntita…

Poi due spari, e vide dal proprio stomaco uscire due proiettili che le scoppiarono davanti al viso, scorticandolo sul mento e sulle guance.

- THEO…! – tuonò, girandosi per accoltellarlo al collo; il suo polso venne bloccato dalla mano del mezzo mago che comparì accanto all’amico, il quale si tolse la giacca della divisa, rivelando una tuta aderente nera, gli occhiali e il basco, ravviandosi i capelli neri ad occhi chiusi.

Quando li aprì, fredde iridi verdi fissarono Rose, la quale abbozzò un sorriso maligno, un po’ elettrizzata dalle loro espressioni serie e piene di odio nei suoi confronti.

- È giunto il momento di fare i conti.

La voce di Theo non era mai stata così grave e lugubre.

 

 

Mary urlò a Ryan di scansarsi, perché di vederlo un’altra volta finire a pezzi e poi aiutarlo a ricomporsi certamente non aveva più voglia: non appena il ragazzo si spostò, le farfalline lanciarono addosso all’essere demoniaco le macerie che nel frattempo avevano recuperato da un piccolo edificio abbandonato in mezzo al bosco, ch’era molti anni prima la casa del guardiano del fiume.

La creatura venne sepolta da quel cumulo di rovine, mettendola per il momento fuori gioco e così permettendo ai due di concentrarsi sull’ultimo dei due Mietitori che dovevano ancora affrontare; il primo era stato prontamente trafitto dalle lame d’argento di Mary, che in seguito si era resa conto di non riuscire più a manipolarle.

Ryan domò le ombre, facendole innalzare e circondare il Mietitore; successivamente, sparì dietro una di esse, lasciando che il nemico si guardasse intorno confusamente.

Nel frattempo Mary si era un attimo allontanata in disparte, concentrandosi sui proprio poteri: era come se ci fosse un qualche tipo di interferenza tra il suo volere e il suo potere; non riusciva a riprodurre delle lame di argento, né a percepire atomi di argento nei dintorni e a manipolarli. Probabilmente si trattava di un’altra delle tante anomalie che si presentavano durante il processo per diventare Izanami…

Udì il Mietitore emettere una sorta di ruggito e poi lo scontrarsi di due lame: sbucando da un groviglio di ombre, Ryan aveva cercato di fendere in due l’essere di fronte, che tuttavia prontamente parò l’attacco con la propria falce; lì iniziarono a spingersi a vicenda e la sorte di ciascuno dipendeva dall’esito di ciò.

Se Ryan fosse riuscito ad avere la meglio, avrebbe scisso in due il Mietitore per poi infilzarne con la punta della falce il “cuore”, mettendo fine alla sua esistenza; se si fosse verificato il contrario, il Mietitore avrebbe potuto rendere lo zombie uno della sua specie.

I Mietitori erano creature molto forti in questo: Ryan stava perdendo.

Fu allora che Mary saltò sul dorso dell’avversario, stringendogli il capo tra le braccia, così da permettere al ragazzo di procedere secondo quanto detto.

- Meno male… grazie, Mary-chan – le sorrise, dopo aver osservato la creatura fondersi in una poltiglia scura che venne assorbita dal terreno lentamente.

La fanciulla ricambiò appena, per poi irrigidirsi: Mark le aveva appena segnalato quanto era accaduto a Morten e lo riferì all’altro, con il quale si precipitò verso il fiume; il biondo non doveva essere molto lontano, secondo i rapidi calcoli che fece mentre correva, ignorando il dolore lancinante al polmone per lo sforzo.

Infatti, non appena furono a pochi passi dal raggiungere il torrente, bastò guardare prima a sinistra e poi a destra per scorgere il mago fermo in prossimità della riva che bagnava l’involucro nella quale era avvolta la testa del drago, abbandonato ai suoi piedi.

- Morten! Siamo qui! – gridò Mary, sollevata, correndogli incontro.

Ryan lo fissò attentamente, pensieroso, e il suo viso assunse una piega amara, avvicinandosi a sua volta.

- Mo-senpai! – esclamò la ragazza, poggiando una mano sulla spalla dell’amico – Tranquillo, ora ci siamo noi ad aiutarti! Andremo al rifugio insieme…! – man mano che andava avanti, il suo sorriso andò svanendo, finché non ammutolì per osservarlo meglio.

Il corpo di Morten era appena freddo, rigido, grondante sangue a causa delle ferite e del veleno, che tra i vari danni arrecava quello di un dissanguamento rapido; gli occhi vitrei e puntati su un punto fisso del fiume, la bocca appena socchiusa e con un filo scarlatto a gocciolargli dalla parte del viso che non era visibile dalla loro posizione.

- Mo-senpai…? – lo chiamò Mary, quasi senza respiro – Su, so che sei stanco… ma dobbiamo ancora… - le labbra avevano cominciato a tremarle.

- Mary-chan.

La voce di Ryan la fece voltare verso di lui, lentamente e malvolentieri: temeva che le stesse per confermare il suo atroce sospetto; il ragazzo-zombie la scrutò con gli occhi velati di compassione e un lieve sorriso amareggiato.

- È già morto – le sue parole furono come un pugno nello stomaco.

- Ma… è… è… in piedi… - Mary barcollò sul posto, a occhi sgranati e lucidi.

- Incredibile, vero? È stato così forte, così determinato, che persino il corpo si è dimenticato che ormai può riposare in pace – mormorò con un groppo alla voce Ryan; se avesse potuto, avrebbe versato parecchie lacrime.

In compenso scivolarono lunghe le guance dell’altra.

 

 
 


Salve~ spero mi perdonerete ancora per il solito ritardo... *suda freddo, nervosa*
Tra studio, manga/anime da leggere/guardare, sopravvivere (LOL) e varie cose... ah, anche il caldo... e l'Ispirazione che gioca a nascondino...
Perdonatemi, insomma TvT
Ah, e non uccidetemi per Morten.
Era tutto previsto fin dall'inizio.
Solo che...
... la cosa è uscita molto più drammatica di quanto lo avessi immaginato.
*piange in un angolino*

Fatemi sapere che ne pensate come sempre, grazie per leggere! :D

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: Tsuki 96