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Autore: LatersBaby_Mery    31/07/2016    12 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 52


POV ANASTASIA

 
“In giardino ho già apparecchiato tutto!” annuncio a Gail, entrando in cucina.
“La cena è quasi pronta” mi informa sorridendo.
Christian questa sera ha una cena importante con alcuni potenziali soci della GEH, e inevitabilmente Taylor è con lui, così Gail ed io abbiamo deciso di cenare insieme: non avrebbe senso starcene separate e sole. Siamo ai primi di settembre e fa ancora abbastanza caldo, per cui possiamo concederci di mangiare in giardino.
Dopo pochi minuti Gail spegne il fuoco e mette il cibo nei piatti, portandoli poi fuori, seguita a ruota da Teddy, mentre io porto la carrozzina di Phoebe.
È una serata davvero piacevole: le luci delle lanterne, una leggera brezza, e una cenetta con quella che ormai posso definire un’amica, non riesco proprio a chiamarla governante, o colf o tutte quelle cose lì.
“Amore vuoi che ti dia a mangiare la mamma??” chiedo a Teddy, dopo averlo sistemato nel seggiolone.
“Nooo.. solo solo!”
“Va bene, non ti arrabbiare..”
Mi siedo e comincio a mangiare: questi involtini di carne con prosciutto e formaggio sono davvero ottimi.
“E pensare che fino a qualche mese fa il prosciutto non mi piaceva per niente..” osserva Gail.
Ridacchio. “So perfettamente cosa significa. In due gravidanze avrò apprezzato almeno una decina di cibi che prima non avrei mai mangiato..”
“Sai che.. a volte ci penso e.. mi sembra così strano..” si accarezza il ventre appena pronunciato.
Sorrido, intenerita. “E’ normale, e ti assicuro che quando comincerai a sentirlo muovere sarà ancora più strano, e più bello..” faccio una pausa, poi riprendo “..e Jason uscirà sempre più fuori di testa..”
Gail scoppia a ridere. “Quello già adesso. Anche se dall’esterno non sembra..”
“E’ una persona estremamente professionale ed eccellente nel suo lavoro, sa mascherare bene i propri sentimenti.. Però ti assicuro che quando siete insieme si vede chiaramente quanto gli brillino gli occhi..” poso una mano sulla sua “Ve lo meritate!”
Lei sorride e stringe la mia mano. “Grazie Ana.. Davvero.. grazie di tutto..”
“Devo essere io a ringraziare te!”
 Continuiamo a mangiare chiacchierando del più e del meno, fino a quando una vocina non ci interrompe. “Io ho tinitoooo!!” esclama Teddy mostrando il piatto vuoto.
“Bravo amore!!”
“In baccio mamma..” mi supplica poi, facendo gli occhi da cucciolo.
Come faccio a resistergli?? In più sono anche in un periodo in cui ho il costante timore che Teddy possa sentirsi trascurato, per questo cerco di coccolarlo il più possibile.
“Va bene, vieni tesoro mio..” mi alzo e lo prendo in braccio, facendolo sedere sulle mie gambe.
“Quanto sei bello amore di mamma” mormoro accarezzandogli i capelli e stringendolo forte a me.
Nel frattempo sentiamo Phoebe che comincia a lamentarsi.
“Aspetta aspetta Ana, ci penso io” mi rassicura Gail alzandosi e controllando la piccola nella carrozzina. “Nono piccola ecco il ciuccio..” la accarezza un po’ e Phoebe subito si calma.
Sono sicura che Gail sarà una mamma eccezionale. Già con i miei figli è impeccabile, e loro la adorano.
Ad un tratto il trillo del cellulare attira la mia attenzione. Lo afferro e clicco sullo schermo per aprire il messaggio.
Grazie per i consigli sorellina. Grazie davvero. Domani poi ti racconto. Thomas <3”
Sorrido. Questa sera Thomas ha portato Roxy al cinema, era piuttosto teso, neanche fosse un quindicenne al primo appuntamento. Questo messaggio mi rincuora molto, vuol dire che la serata sta andando bene. Spero che il mio adorato fratellone sappia che domani lo attende un mega interrogatorio.

“Gail, posso chiederti una cosa??” le chiedo una volta che si è seduta di nuovo.
“Certo! Cosa??”
“Roxy ti ha mai parlato del padre di suo figlio??”
“No. È un argomento che non abbiamo mai toccato. Io.. non nego che a volte ho la tentazione di chiederle qualcosa, però poi mi dico che se non ne parla avrà i suoi motivi, e quando se la sentirà sarà lei a farlo..”
Sospiro. “Già.. lo penso anche io”
 
Un paio d’ore più tardi, dopo aver finito di mangiare, chiacchierato a lungo con Gail e averla aiutata a sparecchiare, salgo in cameretta per mettere il pigiamino a Teddy.
“Amore ma lo sai che sei bellissimo?” mormoro guardando il mio cucciolo negli occhi e perdendomi nei suoi oceani blu.
“Acche tu mamma!” esclama lui.
“Ooh amore miioo!” lo abbraccio forte, riempiendolo di baci e inalando il suo profumo.
Da quando è nata Phoebe mi sembra che stia crescendo ancora più in fretta. Neanche il tempo di pensarlo che la diretta interessata comincia a farsi sentire, forte e chiara.
“Oh-oh” dice Teddy.
Ridacchio. “Quando Phoebe piange così cosa vuole??”
“La pappaaa!!” risponde mio figlio convinto.
“Bravo!” gli do un bacio sulla fronte “Andiamo a dare la pappa a Phoebe??”
Teddy annuisce. Prendo Phoebe in braccio e lui per mano e mi dirigo in camera da letto. Accendo l’abat-jour, mi siedo sul letto e comincio ad allattare la mia cucciola, mentre Teddy si accoccola al mio fianco.
Quanto è bello averli tutti e due così stretti a me, sentire i loro profumi, i loro respiri. A volte vorrei che in questi momenti il tempo si fermasse, per guardarli e averli tra le mie braccia, piccoli e bisognosi di me. Invece so che da un momento all’altro cresceranno; basta vedere Teddy: sembra ieri che lo allattavo al mio seno, esattamente come sto facendo con Phoebe, e invece due anni sembrano essere volati. Adesso cammina, parla, e anche tanto, mangia da solo, e ama farsi mettere il gel e il profumo dal suo papà.
Non appena stacco Phoebe dal seno, lei come al solito protesta. Dipendesse da lei, non si staccherebbe mai.
“Heeii, ma sei una mangiona tuu!!” esclamo sollevandola e baciandole la guanciotta tenera.
“Vuole la pappa” osserva Teddy.
Ridacchio. “Sì, però è finita adesso”
Teddy gattona sul letto fino a sedersi davanti a me; accarezza con delicatezza il braccio della sorellina. “Pappa finita! No piaggere..”
Immergo la mano tra i suoi capelli e glieli accarezzo, come sempre commossa dalla sua dolcezza.
Faccio poggiare a Phoebe la testa sulla mia spalla per farle fare il ruttino, mentre Teddy la osserva con gli occhi curiosi e assonnati.
“Visto? Adesso non piange più..”
Mio figlio annuisce sorridente, accoccolandosi poi al cuscino di Christian.
Dopo il ruttino, lascio Teddy sul lettone con il suo pupazzo Chris e vado in bagno a lavare Phoebe. Torno poi in camera e la adagio sul letto per asciugarla e metterle il pigiamino.
“Cucciolo, sei ancora sveglio tu?”
Teddy annuisce, anche se si vede dagli occhi che ha parecchio sonno.
“Adesso vestiamo Phoebe e poi ci mettiamo tutti e tre nel lettone, contento??”
I suoi occhi si illuminano mentre lui annuisce. A distrarci è Phoebe con uno dei suoi urletti.
“Mi scusi signorina, eccoci da lei!” esclamo ridendo.
La asciugo con calma, facendole qualche pernacchia sul pancino, facendo ridere Teddy. Quando arrivo a metterle il talco, mi accorgo che ho lasciato il flacone in cameretta. Sono indecisa se andare a prenderlo o meno. Alla fine cedo, in fondo sono due metri di corridoio, ci metto dieci secondi.
“Tesoro” dico a Teddy “Vado a prendere una cosa in cameretta. Torno subito subito, capito??”
“Sì mamma!” esclama convinto.
Gli abbiamo detto tante volte che con la sorellina dev’essere delicato, e credo proprio di potermi fidare. Metto un cuscino accanto a Phoebe, in modo che se si gira non cade, e corro in cameretta a prendere il flacone di talco. Quando torno dai bambini, trovo Teddy disteso accanto a Phoebe, che cerca di abbracciarla e le accarezza il viso. Quasi avessi paura di disturbarli, mi avvicino lentamente al letto, osservando il senso della mia vita concretizzarsi davanti ai miei occhi. Sono così belli che mi viene da piangere, probabilmente ho ancora troppi ormoni in circolo.
Teddy circonda con un braccio il piccolo corpo della sorellina, e Phoebe si aggrappa con le manine al braccio di Teddy, come se volesse sentirsi al sicuro. Afferro velocemente il cellulare e scatto qualche foto: i miei bambini sono qualcosa di eccezionale.
“No ha piangiuto mamma” mi informa Teddy.
Scoppio a ridere e lo prendo in braccio. “Si dice ‘pianto’” lo correggo, ridendo “Sei stato bravissimo” lo riempio di baci e poi finalmente finisco di vestire Phoebe.
Pochi minuti dopo siamo tutti e tre nel lettone: io al centro, con Phoebe distesa sul petto, e Teddy accoccolato al mio fianco, insieme al pupazzo Chris.
Quando non c’è Christian non riesco proprio a stare a letto da sola, e starci stretta ai miei bambini è la cosa più bella del mondo.
Prendo il cellulare dal comodino e scatto alla meglio un selfie, per poi inviarlo a Christian, con scritto sotto “Ci manchi tanto :( <3”
La sua risposta non tarda ad arrivare.
Non sai quanta voglia ho di mollare tutti e correre da voi. Lasciate un po’ di posto anche per me! Anche voi mi mancate! A dopo, vi amo <3”
Sorrido e poso il cellulare accanto a me, tornando a stringere i miei bambini. Phoebe si muove sul mio petto, attirando subito l’attenzione di Teddy, che prontamente si mette seduto e accarezza la schiena della sua sorellina.
“Devi fae la nanna. È taddi!” le dice, ripetendo le parole che tante volte Christian ed io diciamo a lui.
Non posso fare a meno di ridere. “Forse vuole un bacino da te”
Mio figlio si allunga per dare un leggero bacino sulla guancia di Phoebe, e poi le tiene il ciuccio per qualche minuto, mentre lei torna beatamente a dormire.
“Vuoi bene alla tua sorellina?” chiedo a Teddy, accarezzandogli i capelli.
Lui annuisce convinto, facendo spuntare sul mio volto un grande sorriso. Phoebe probabilmente non può ancora capirlo, ma ha una fortuna immensa ad avere un fratello come lui; è un bambino estremamente dolce ed intelligente, e poi con quegli occhioni sono sicura che da grande farà strage di cuori. È ancora piccolo, eppure quando ti guarda sembra già che voglia sondarti l’anima.
Teddy ad un tratto si accoccola al mio petto, e nel giro di pochi minuti si addormenta.
Assaporo questi istanti in cui ho i miei angeli entrambi stretti a me, per fermarmi a guardarli e ringraziare ancora una volta la vita per il meraviglioso regalo che ho ricevuto, e che ricevo ogni giorno. Sin da ragazzina avevo il desiderio di sposarmi e avere dei figli, ma mai avrei pensato che accadesse tutto così velocemente, e soprattutto che potesse essere così splendido e stravolgente. Teddy e Phoebe sono pezzi del mio cuore, frutto dell’amore tra me e Christian, sono innocenza, purezza, dolcezza; e quando li vedo così, stretti a me, come quando erano dentro di me, sento il cuore scoppiare dall’amore e dalla gioia.
“Vi amo tanto. Siete tutta la mia vita..” sussurro ai miei bambini, accarezzandoli delicatamente.
E senza rendermene conto, lentamente mi addormento…
A svegliarmi è un leggero tocco sulla mia fronte. Apro lentamente gli occhi e scopro che sono le labbra di Christian che mi sfiorano dolcemente il viso.
“Hei” sussurro.
“Ciao amore” si siede sul bordo del letto.
Sbadiglio, non potendo muovermi per non svegliare i bambini.
“Che ora è?”
Christian osserva l’orologio che ha al polso. “Quasi l’una..”
“Mmm.. avete fatto tardi..”
“Sai com’è.. una chiacchierata di qua, un brindisi di là..”
Gli sorrido, e lui ricambia.
“Li mettiamo nei loro lettini?” chiede poi, indicando Teddy e Phoebe.
Annuisco. Christian si alza, prende delicatamente in braccio Teddy e gli dà qualche bacio mentre lo porta in cameretta. Io, invece, rimango nel letto con Phoebe sul petto, consapevole che tra una mezz’ora al massimo si sveglierà per la sua poppata.
Nel frattempo Christian rientra in camera e si sfila giacca, cravatta, scarpe, orologio e fede, dopodiché viene a sedersi accanto a me, dandomi un bacio sulle labbra, e uno sulla manina di nostra figlia.
“Vuoi che la metta nella culla?”
“No, tanto tra poco deve mangiare..”
“Mmm.. allora resto qui” si accoccola sul mio seno, ed io gli accarezzo i capelli, esattamente come facevo con Teddy prima.
“Com’è andata la cena??” domando, baciandogli la testa.
“Molto bene! A tratti volevo simulare un soffocamento o qualcosa del genere per poter tornare di corsa da voi, ma per il resto è stata una serata piacevole..”
Ridacchio, facendo vibrare il seno e muovere Phoebe, che però ancora non vuole saperne di svegliarsi.
“Voi cos’avete fatto invece?” chiede poi Christian sollevando il viso e baciandomi il mento.
“Abbiamo cenato con Gail, fatto quattro chiacchiere, dopodiché pigiamino e lettone tutti e tre!!”
“Eravate bellissimi” mormora nascondendo la testa nell’incavo del mio collo e accarezzando contemporaneamente la schiena di Phoebe.
Dopo pochi minuti la piccolina si sveglia, e Christian la prende subito in braccio per coccolarla un po’.
“Principessa! Sai che mi sei mancata tanto tanto tanto..” la stringe a sé e le bacia il nasino.
Phoebe si gode per qualche minuto le attenzioni del suo papà, per poi cominciare a reclamare il suo latte.
“Hei hei, eccoci, calma!!” mi sbottono rapidamente camicetta e reggiseno, mentre Christian le allaccia il bavaglino dietro al collo, e poi la attacco al mio seno.
“Non sentiamo ragioni quando vogliamo mangiare, eh?” scherza Christian chinandosi a darle un bacino sulla fronte.
Phoebe, in un gesto quasi istintivo, agita il braccio, come a volerlo mandare via.
Scoppio a ridere mentre Christian mi fissa con gli occhi sgranati.
“E dai è inutile che fai così.. non devi infastidirla quando mangia..”
“Cioè.. mi ha cacciato via..”
Continuo a ridere, per quanto mi è possibile, cercando di non muovere troppo il seno.
Christian scuote la testa, fingendosi offeso. “Vabè, io allora tolgo il disturbo e vado a farmi una doccia..” si alza e, dopo aver preso il pigiama dal cassetto, si dirige in bagno.
Io, intanto, mi godo la mia piccolina che pensa solo alla sua pappa, fissandomi con due occhioni magnetici.
“Amore mio” sussurro, sfiorandole delicatamente la tempia “Ma quanto sei bella.. la stellina della mamma sei tu..”  
Sono questi i momenti in cui la coccolo di più: la sera tardi e la mattina presto, quando Teddy dorme. Lui non sembra affatto geloso della sorellina, però in sua presenza evito di catalizzare tutta la mia attenzione su di lei; il mio cucciolo è ancora piccolo e non vorrei mai che si sentisse trascurato. Così spesso nel pomeriggio quando Phoebe si sveglia, la allatto seduta sul tappeto mentre Teddy gioca con le macchinine o le costruzioni, in modo da essere vicina ad entrambi.
Christian esce dal bagno proprio nel momento in cui Phoebe finisce la sua poppata; lui la prende in braccio mentre io mi rivesto, e senza rendermene conto sbadiglio.
“Piccola, sei stanca?” Christian mi accarezza dolcemente una guancia.
Inclino il viso verso la sua mano e annuisco.
“Dai, vai a mettere il pigiama che alla piccola ci penso io. Le faccio fare io il ruttino..”
“Davvero??”
Mi sorride. “Ma certo! Vai!”
Gli do un bacio e mi alzo per prendere una camicia da notte e l’intimo puliti. Nel frattempo Christian si stende sul letto con nostra figlia tra le braccia e le lascia tanti piccoli baci sulle guance. Phoebe sembra rilassarsi mentre il suo papà la riempie di bacini e la annusa, e ad un tratto accenna anche un sorrisino.
“Ooh amore, sorridi al tuo papà?!” esclama Christian, stupito e perdutamente innamorato.
Phoebe si accoccola di più tra le sue braccia, e l’ultima cosa che vedo prima di entrare in bagno è lo sguardo dolcissimo che mi rivolge mio marito.
Quando esco dal bagno, dopo una doccia rigenerante, Christian accarezza delicatamente il pancino della nostra piccola, che nel frattempo si è addormentata.
“Credo sia la prima volta nella mia vita che una donna si addormenta con i miei baci.. solitamente sortiscono l’effetto opposto..”
Rido scuotendo la testa, e prendo in braccio Phoebe per metterla nella culla. Le do un leggero bacino e poi mi infilo a letto, tra le braccia di mio marito.
“Buonasera!!” esclama stringendomi a sé.
“Buonasera!”
“Sai che da quando sono rientrato non ti ho salutata per bene..?”
Sorrido e gli prendo il viso tra le mani, attirando le sue labbra verso le mie, e perdendomi in uno dei tipici baci alla Christian Grey, quelli che ti lasciano senza fiato e ti portano via la razionalità.
Una mano di Christian percorre tutto il mio corpo, fino ad intrufolarsi al di sotto della camicia da notte, per poi risalire e accarezzare il mio fianco nudo, fino al seno.
Il mio battito cardiaco aumenta rapidamente, e il sangue nelle vene diventa bollente. Sto scoppiando dal desiderio di fare l’amore con lui, e so che per lui è lo stesso. E sono proprio le sue parole a confermarmelo poco dopo.
“Quanto ti voglio..” ansima Christian contro le mie labbra.
Spingo istintivamente il bacino contro il suo, ricevendo un’ulteriore conferma del suo desiderio di farmi sua, corpo e anima.
Però, purtroppo, fino alla visita dalla dottoressa Greene di giovedì prossimo non sapremo se abbiamo o meno il via libera. E’ trascorso meno di un mese dal parto e il mio corpo sta pian piano tornando alla normalità. E questo impedimento mi uccide, perché so quanto sia grande questo sacrificio per Christian.
Mi stacco dalle sue labbra e intrufolo il viso nell’incavo tra il collo e la spalla, come se avessi bisogno di protezione, o non so cosa.
“Scusami” mugugno.
Le braccia di Christian mi stringono più forte. “Piccola, scusa per cosa?”
Sollevo il viso, guardandolo negli occhi e sfiorandogli gli zigomi con i polpastrelli.
“So quanto ti costi tutto questo.. questa.. questa astinenza..”
“E tu per questo mi hai chiesto scusa??”
Annuisco, abbassando lo sguardo. Christian mi posa due dita sotto al mento, costringendomi a fissare nuovamente gli occhi nei suoi.
“Amore, non devi chiedermi scusa. Mai. Chiaro? Mi hai regalato per la seconda volta la gioia più grande della mia vita. Come puoi pensare di scusarti?”
Gli accarezzo il viso, sorridendogli, e mi stringo a lui, beandomi del suo profumo.
“E poi” prosegue Christian “Pochi giorni e avremo tutto il tempo di recuperare..”
Rido, scuotendo la testa. “Aspetta che ricominci a prendere la pillola, altrimenti va a finire che facciamo un altro figlio..”
“E allora?” domanda Christian, come se avessi detto la cosa più naturale del mondo.
Lo fisso con gli occhi sgranati. È davvero mio marito a parlare?
“Christian… davvero vorresti…?”
“Sì! Cioè, non subito ovviamente. Però non mi dispiacerebbe un terzo figlio, un giorno..”
Il mio sorriso si allarga sempre di più, mentre il cuore batte forte dall’emozione. Non riesco a credere a ciò che sto sentendo.
“Dici davvero??” sussurro.
Christian mi accarezza i capelli, per poi sfiorarmi il viso. “Certo! I figli sono un’emozione così grande.. e poi non c’è niente di più bello per me che vedere il tuo corpo riempirsi di vita..”
Emozionata dalle sue parole, di slancio lo bacio, lasciandomi andare alle sue attenzioni.
“Quanto ti amo” mormoro con le labbra contro il suo collo.
“Io di più, piccola”  
Mi accoccolo di più tra le sue braccia, mentre lui mi accarezza i capelli, sa che è un gesto che mi rilassa moltissimo.
“Sei emozionato per la festa di martedì?”
“Più che emozionato sono terrorizzato..”
“Il grande amministratore delegato Christian Grey terrorizzato per una festa??” ironizzo, cercando di non scoppiare a ridere.
“Sìì! Non sono mai stato così al centro dell’attenzione.. ci sarà sicuramente anche una marea di fotografi..”
“Questo era prevedibile, però.. è un evento importante: il decennale di una delle aziende più importanti degli Stati Uniti..”
“Tu mi resti sempre accanto vero? Non mi lasci solo..” fa la sua irresistibile faccia da cucciolo.
“Ma no che non ti lascio solo!” gli do un bacio sul mento. “A proposito, devo ancora pensare al mio vestito..”
“Avevo pensato di far venire Caroline Acton tra domani e dopodomani.. che ne pensi??”
Faccio una smorfia contrariata. “Mmm.. in effetti avevo altro in mente..”
Christian si acciglia. “Cioè?”
“Perché non andiamo insieme per negozi? Così posso vedere io gli abiti e tu puoi aiutarmi a scegliere.. Come una coppia qualsiasi..”
Vedo il suo sguardo vagare per la stanza, tipico di quando sta riflettendo. Quando torna a posarlo su di me, gli faccio gli occhi dolci: so che non resiste.
“E va bene!! Tanto con quegli occhioni mi freghi sempre!” esclama infine, facendomi ridere.
“Grazie!” gli bacio una guancia.
Dopo alcuni minuti di baci e coccole, finalmente mi addormento tra le sue braccia.
 
 
Il giorno seguente, poco prima dell’ora di pranzo, ricevo una graditissima sorpresa da mio fratello Thomas. Esco ad aspettarlo sul portico, quasi saltellando sul posto mentre lui parcheggia l’auto. Sono curiosissima di sapere come sia andata la serata con Roxy ieri. Certo, avrei potuto chiedere direttamente a lei, ma non volevo sembrare invadente, non posso di certo farle il terzo grado come quello che sta per avere mio fratello.
Non appena Thomas scende dalla macchina, scendo velocemente gli scalini del portico e gli corro incontro.
“Buongiorno!!” esclamo arpionandomi al suo collo e schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
“Ciao sorellina.. a cosa devo questo disinteressatissimo saluto??” ironizza.
“E’ perché ti voglio bene..”
Mi fissa per qualche secondo. “Ma va va..”
Scoppiamo a ridere ed entriamo insieme in casa.
“I miei cuccioli??”
“Phoebe dorme, mentre Teddy cucina insieme a Gail..”
Ci dirigiamo in cucina, dove Teddy è in piedi accanto al lavandino e sciacqua i pomodori che Gail gli porge. Si diverte sempre tanto in cucina.
“Amore, guarda chi c’è?”
Mio figlio solleva lo sguardo e i suoi occhi si illuminano all’istante non appena vede Thomas.
“Ziioo!” esclama scendendo piano dalla sedia e correndo verso di lui.
“Tesoro mio!” Thomas lo prende in braccio e Teddy si aggrappa a lui stile koala. “Cosa stavate preparando??”
“Boh..”
Mio fratello scoppia a ridere. “Come boh??”
“Teddy sciacquava i pomodori per le bruschette..” interviene Gail con un sorriso.
“Uaaau! Vi trattate bene!” commenta Thomas.
“Vuoi fermarti a pranzo?”
“Speravo me lo chiedessi” risponde con la faccia da cucciolo.
Rido e mi avvicino al frigorifero per prendere due bibite.
“Ti va un aperitivo in giardino??”
“Come dirti di no..?”
Stappo le due bottigliette di vetro e verso il contenuto in due bicchieri, aggiungo una cannuccia e una fettina di limone e le porto in giardino, e Thomas mi segue con Teddy in braccio.
Ci accomodiamo sotto al gazebo, e finalmente posso dare il via al mio interrogatorio.
“Allora, caro fratellino, ti decidi o no a raccontarmi com’è andata la serata??”
“Prima dimmi una cosa: Roxy non c’è?”
“Certo che c’è! È in lavanderia a stirare, ma conoscendola finirà rapidamente. Ti dirò, oggi la vedo piuttosto allegra e piena di energie, e ciò mi fa dedurre che la serata sia andata bene..”
Thomas beve un sorso del suo aperitivo, e poi appoggia il bicchiere sul tavolino, con un sorrisetto stampato sul volto.
“Sì, è andata bene. Io, almeno sono stato benissimo!!”
Aspetto altri dettagli, ma lui se ne sta zitto.
“E quindi?? Questo hai da dire?? Racconta suuuu!!” lo esorto, o forse meglio dire lo esaspero.
Thomas sbuffa, ma si vede lontano un miglio che è solo una tattica per creare suspense. “Allora, sono andato a prenderla a casa, dopodiché siamo andati al cinema. In macchina abbiamo chiacchierato molto del più e del meno, classiche cose.. Abbiamo scelto il film insieme, e ci è anche piaciuto molto..”
“E come siete stati? Cioè come l’hai vista?” lo interrompo.
“L’ho vista molto.. rilassata. Ecco, rilassata è la parola giusta. E anche io ero molto rilassato, come non mi capitava da tempo. Eravamo entrambi a nostro agio, abbiamo chiacchierato tanto, e riso tanto.. Sono stato benissimo..”
Sorrido davanti al suo tono dolce e sincero e ai suoi occhi luminosi.
“E poi dopo?” chiedo ancora.
“Dopo il cinema siamo andati a bere qualcosa, e abbiamo commentato il film. Ci siamo divertiti davvero molto, o almeno a me è parso così..”
“E non è successo nient’altro??” domando, allusiva.
“Vuoi sapere se ci siamo baciati? No, non ci siamo baciati. Non ti nego che avrei voluto farlo, però poi.. non so.. mi sembrava di affrettare troppo le cose.. Lei non è una da baciare al primo appuntamento, troppo banale..”
Cavolo, quanto è romantico il mio fratellone. 
“Mi sa che sei proprio andato..”
“In che senso??”
“Ehm.. nel senso che ti vedo molto.. molto preso diciamo..”
Thomas sorride, ma nel suo sorriso scorgo una leggera ombra. “Sì, non posso negare che mi piace molto..”
“Ma..??” lo sprono, avvertendo un che di incerto nella sua voce.
“Ma.. a volte ho la sensazione che nasconda qualcosa.. Cioè, capiscimi, non qualcosa di negativo.. Però.. è come se avesse un macigno dentro del quale non riesce a liberarsi, o forse non vuole.. In fondo, se ci pensiamo, lei non ha mai proferito parola sul padre di suo figlio.. e credo che sia una storia che l’abbia lasciata parecchio scottata..”
Sospiro, in effetti è la stessa cosa che pensavo io ieri sera.
“Hai ragione. Posso garantirti che nemmeno qui ha mai toccato l’argomento, né con me, né con Gail.. Probabilmente è qualcosa di cui non vuole parlare, ed io se da un lato vorrei chiederglielo, dall’altro non ho proprio il coraggio..”
Thomas sbuffa, bevendo poi un altro sorso di aperitivo. “Nemmeno io..”
Mi sporgo verso di lui e gli accarezzo il braccio abbronzato. “Thomas, dai tempo al tempo.. Se lei ti piace e vuoi continuare ad uscirci, fallo, e lascia che le cose seguano il loro corso.. Dalle modo di fidarsi di te, e probabilmente sarà lei stessa a volerne parlare..”
Mio fratello mi sorride riconoscente. “Speriamo!”
Poco dopo rientriamo in casa, e noto subito gli sguardi che si scambiano Thomas e Roxy. Lui vorrebbe chiaramente un contatto più ravvicinato, ma lei, professionale come sempre, rimane a distanza, e lascia parlare gli occhi e il sorriso.
 
Dopo pranzo, mentre sono in guardino ad allattare Phoebe, con Teddy che dorme nel passeggino, sento due inconfondibili mani accarezzarmi i fianchi.
Mi volto di scatto. “Amore!!” esclamo, incredula, vedendo Christian dietro di me. “Cosa ci fai qui??”
Il mio bellissimo marito si china e mi dà un tenero bacio sulle labbra, sedendosi poi sulla poltroncina accanto a me. “Beh, ieri sera mi hai detto che avresti voluto fare shopping per la festa, quindi pensavo potessimo andare oggi..”
Sul mio volto si dipinge un enorme sorriso. “E tu hai lasciato la GEH per fare shopping con me??”
“I vantaggi di essere il capo..” dice lasciandosi andare contro lo schienale della poltroncina.
Abbasso il viso verso mia figlia che continua a ciucciare beata dal mio seno. “Mi sa che papà se la tira un po’ troppo..”
Christian ridacchia, e poi si alza per fare un bacino a Teddy. Nel frattempo Phoebe ha terminato la poppata e il suo papà la prende in braccio per farle fare il ruttino.
“La mia polpettina.. quanto sei bella..” mormora Christian accarezzandole la schiena e annusando il suo profumo di neonata. “Vieni qui” dice poi allungando la mano verso di me.
La afferro e lui mi fa sedere sulle sue gambe. Mi accoccolo al suo petto, appoggiando la testa sulla sua spalla, dal lato opposto di Phoebe, e gli do un bacio sul collo.
“E’ sempre stato il mio sogno essere sommerso da donne.. e che donne!!” scherza, facendomi ridere.
Accarezzo anche io la schiena di nostra figlia. “Anche se bisogna dire che cinquanta centimetri di donna ti hanno conquistato più di me, e in molto meno tempo..”
“Beeeh, diciamo che tu mi hai conquistato al primo sguardo, mentre lei solo con la notizia della sua esistenza dentro di te mi aveva già rapito il cuore!”
Gli sorrido dolcemente, e gli sfioro il viso, baciandogli poi una guancia.
“Mamma..” mugugna una voce accanto a noi.
Mi volto verso il passeggino, notando Teddy seduto che si strofina gli occhietti.
“Amore!” esclamo alzandomi. “Guarda chi c’è?!”
Non appena mette a fuoco la figura di Christian, Teddy sorride e solleva le braccia, facendomi capire chiaramente le sue intenzioni. Lo prendo in braccio e torno a sedermi sulle gambe di Christian.
“Tutti tutti!!” esclama Teddy abbracciando la sorellina.
Christian ed io ci guardiamo sorridenti, orgogliosi della nostra famiglia, e ci scambiamo un dolcissimo bacio.
 
Dopo poco più di un’ora siamo finalmente pronti per uscire. Christian porta in auto la carrozzina di Phoebe, mentre io prendo in braccio Teddy. Quando arrivo davanti al garage, noto che Christian è appoggiato alla portiera del guidatore.
“E Taylor??” chiedo, guardandomi intorno.
“Volevi che uscissimo come una coppia qualsiasi.. so quanto ti piace quando guido io..” dice sorridendo.
Sorrido a mia volta, e faccio il giro della macchina per prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
“Grazie! Ti amo!”
“Io di più!”
Adagiamo Teddy sul seggiolino davanti, mentre io mi siedo dietro, con accanto Phoebe nella carrozzina, e finalmente partiamo.
Come al solito, durante il tragitto mi incanto a guardare mio marito mentre guida. I suoi occhi attenti sulla strada, la sua postura rilassata, le sue mani sempre forti e sicure sul volante mi fanno impazzire. In più ha tolto la corazza da amministratore delegato e ha indossato un paio di jeans, una camicia fuori dai pantaloni e un paio di Adidas: è semplicemente fantastico. 
Arrivati in centro, decidiamo di lasciare l’auto nell’area riservata di un parcheggio coperto, e ci incamminiamo verso i negozi, io guido il passeggino di Teddy e lui la carrozzina di Phoebe. Passeggiamo lentamente, osservando le vetrine. È uno dei momenti che amo di più: ci siamo solo noi quattro, senza guardie del corpo, senza autisti, semplicemente noi, il nostro amore, le nostre risate e la nostra complicità.
Ad un tratto Phoebe comincia a piangere, Christian si ferma subito e si affaccia nella carrozzina per controllare.
“Le è solo caduto il ciuccio” osserva chinandosi e ridandole il ciuccio. “Ecco qua piccolina..” mormora, dopodiché la accarezza e le dà un bacino per farla riaddormentare, mentre io, come al solito, li osservo con gli occhi pieni d’amore. Ho sempre saputo che mio marito avesse un lato dolce, già da prima di sposarlo, ma con la nascita dei nostri figli questo lato è venuto fuori del tutto, ed è semplicemente meraviglioso.
Riprendiamo a passeggiare e poco dopo entriamo in un negozio di abiti femminili. Ci sono decine di stand e centinaia di abiti di tutti i colori possibili e immaginabili. Ci sarà solo l’imbarazzo della scelta.
“Oddio.. non so neanche da dove cominciare..” mormoro, guardandomi intorno spaesata.
“Calma amore, adesso ci rivolgiamo ad una commessa..”
Neanche il tempo di dirlo che una ragazza con una coda di cavallo bionda e due adorabili occhi verdi ci viene incontro.
“Posso esservi d’aiuto??” chiede con un sorriso.
“Sì” rispondo prontamente “Avrei bisogno di un abito per una serata di gala..”
“Ha qualche preferenza di colore??”
“Ehm.. vorrei qualche colore acceso, quindi vorrei escludere nero, grigio, blu scuro..”
“Perfetto! Limite di budget??”
“Nessun limite!” risponde subito Christian.
“Oh..” sospira sorpresa la ragazza “Allora prego accomodatevi..” ci fa strada verso alcuni stand, indicando a Christian un divanetto dove sedersi per poter assistere alla prova degli abiti.
Phoebe dorme tranquilla, mentre Teddy mangia i suoi biscottini, assolutamente incurante di tutto.
Dopo una prima selezione, durata non poco a causa della mia poca propensione allo shopping, ho scelto ben cinque vestiti da provare.
“Vogliamo cominciare ad indossarli?” chiede la commessa.
È estremamente gentile, e credo si sia innamorata di Teddy, lo guarda con un’espressione dolcissima.
Entro in camerino e indosso il primo abito: è color champagne, monospalla, con un intreccio in vita da cui parte un tessuto plissettato che arriva fino a terra. Esco e mi guardo allo specchio, e contemporaneamente anche Christian mi osserva.
Fisso dubbiosa la mia immagine riflessa: a dire il vero non mi entusiasma molto questo vestito, forse sarà il plissè, o il monospalla, ma non mi piace.
“Secondo me non ti valorizza abbastanza” sentenzia Christian.
Annuisco, assolutamente d’accordo con lui, e rientro in camerino per togliere l’abito e provare il secondo.
La stesa sorte hanno il secondo, terzo e quarto abito: quello troppo aderente, quello poco luminoso, quello troppo scollato. Questo è il lato negativo di fare shopping: quando non trovi qualcosa che ti piace cominci ad innervosirti. Christian, invece, sembra divertirsi nel vedermi sfilare, e quando un abito non mi sta bene, per lui la causa sta sempre del vestito, mai nel mio fisico, e questo mi fa sorridere.
Al quinto abito finalmente il mio sguardo si illumina, e anche quello di Christian: è un color corallo, con uno scollo a cuore tutto pieghettato fino allo stomaco, con dei brillantini insiti nelle pieghette. All’altezza dello stomaco vi è una sottile cinturina di brillantini color argento, dalla quale partono diversi strati di seta sovrapposti che rendono particolare l’abito.
“Mi permetta di dirle che non sembra affatto che lei abbia partorito meno di un mese fa” dice la commessa.
“La signorina ha perfettamente ragione!” le fa eco Christian “Sei bellissima!!”
Sorrido imbarazzata e continuo ad osservare la mia immagine allo specchio; devo ammettere che questo abito mi piace davvero moltissimo.
Anche l’ultimo ha il potere di far luccicare i miei occhi. È di un color turchese acceso, con una striscia di brillantini che si estende in verticale dal centro del seno fino all’ombelico, e si dirama anche verso i seni e le costole. Dalla vita in giù il vestito scende morbido, con uno spacco dal ginocchio destro in giù, che non scopre la gamba, ma uno strato di velo tempestato di brillantini. Dietro, la schiena è scoperta fino al fondoschiena, tranne per il tessuto delle spalline che si incrocia e finisce nei pressi dei fianchi.
“Anche questo le sta benissimo, mille volte meglio degli altri..” osserva la commessa.
“Amore, tu che ne pensi?” chiedo a Christian, che mi guarda quasi ammaliato.
“Ana, secondo me è semplicemente favoloso!”
Sorrido, guardandomi ancora allo specchio.
Devo ammettere che questo vestito è davvero bellissimo, e mi sta molto bene. Fascia a meraviglia le mie curve, e maschera bene il sovrappeso dovuto alla gravidanza.
Il problema, ora, è che sono indecisa tra questo e il precedente.
“Christian, che ne pensi allora?? Questo o l’altro??”
“Prendili entrambi!”
“No, non mi va di strafare. Sai come sono fatta. O uno o l’altro..”
Christian sbuffa, ma non insiste, sa perfettamente come la penso. Il fatto che abbiamo un’ottima situazione economica non implica necessariamente sperperare il denaro per cose superflue, e in questo momento due vestiti sono superflui, me ne serve uno solo.
Mio marito riflette per qualche istante. “Sai che sono seriamente indeciso??”
Al suo posto, però, interviene qualcun altro.
“Bella mammaa!” esclama mio figlio, riprendendosi dal suo stato di indifferenza/apatia/noia in cui è stato fin’ora.
“Ti piace cucciolo??”
Teddy annuisce convinto e sorride.
Perfetto, prenderò questo allora. Ha scelto il mio bambino per me.
“Aggiudicato questo allora!” affermo sorridendo.
La commessa mi sorride a sua volta ed entra in camerino con me per aiutarmi a sfilare l’abito. Mentre mi rivesto, Christian paga alla cassa e chiede che il vestito venga consegnato il giorno seguente direttamente a casa.
Una volta usciti da quel negozio, ci incamminiamo nuovamente per le affollate strade di Seattle, fino a giungere in un negozio di abiti maschili.
La scelta del completo di Christian è molto più veloce rispetto alla mia. Non so se siano gli uomini ad essere più svelti, o semplicemente gli abiti a sembrare tutti uguali.
Dopo aver provato tre diversi completi, insieme optiamo per uno nero, con i risvolti della giacca lucidi. Sotto, anziché la camicia bianca, Christian decide di abbinare una camicia nera, e dona una nota di colore con il papillon e il fazzoletto nel taschino dello stesso color turchese del mio abito, così saremo abbinati.
Non perché è mio marito, ma con quel completo addosso è davvero bellissimo. Così virile, così sexy, così maschio.
“Hai visto qualcosa che ti piace, Mrs Grey??” mi sussurra mentre il commesso rimette a posto gli altri completi e porta il suo alla cassa.
“Sempre, Mr Grey!” rispondo baciandolo sulle labbra.
Anche per Christian i vari articoli saranno consegnati domani a casa, così possiamo continuare tranquillamente a passeggiare senza l’ingombro delle buste.
“Le signorine e il signorino permettono che gli offra un caffè o un gelato??” domanda mio marito davanti ad un bar.
“Non desideriamo altro!”
Ci accomodiamo ad un tavolino esterno e dopo aver ordinato i bimbi scalpitano per essere presi in braccio. Teddy lo dice (quasi) chiaramente, mentre Phoebe si stiracchia e si lamenta. Io faccio sedere il mio cucciolo sulle mie gambe, mentre Christian si spupazza la sua principessa.
Teddy si accoccola a me, ed io abbasso il viso verso di lui, lasciandomi accarezzare le guance dalle sue manine piccole e tenerissime.
“Amore, se le diamo un po’ d’acqua? La vedo irrequieta, non è che ha sete??” domanda Christian.
“E’ probabile!” mi allungo verso la borsa accanto alla carrozzina e prendo il biberon con l’acqua.
“Io io!” Teddy cerca di afferrarlo.
Glielo porgo e lui scende dalle mie gambe per darlo a Christian, e pretende di mantenerlo mentre lo danno a Phoebe.
“Ma che bravo fratellone!!” esclama mio marito accarezzandogli i capelli ramati.
Teddy sorride soddisfatto e, dopo aver posato il biberon sul tavolino, si appoggia al petto di Christian, abbracciando la sorellina.
Prendo il cellulare e scatto subito una foto, non prima di essermi soffermata ad osservarli per qualche istante, sentendomi in pace con il mondo.
Dopo la sosta gelato, ci aspetta la tappa più divertente: il negozio di abbigliamento per bambini!
Ci fermiamo al reparto femminucce, prima che Phoebe si addormenti, e cerchiamo un vestitino come lo vuole il suo papà: da principessa. Ce ne sono davvero di bellissimi, e a quanto pare a mia figlia piace provarne uno dietro l’altro, e a Christian ancora di più: ad ogni vestitino le scatta un paio di foto. Credo che la memoria del suo cellulare sia illimitata, considerando il cospicuo numero di foto che scatta ai suoi figli.
Alla fine scegliamo un vestitino bianco e rosa, con delle piccole roselline che separano la parte di sopra da una gonnellina ricoperta di tulle, sembra davvero una piccola principessa. Ci abbiniamo un minuscolo paio di scarpine bianche, uno scaldacuore rosa e una fascia per i capelli bianca con applicate le stesse roselline del vestitino.
Teddy, invece, è un po’ più insofferente allo shopping: non ama perdere tempo a provare completi, pantaloni, camicie, scarpe.
“Batta!” dice in un lamento.
“Hai ragione piccolo” lo appoggia Christian “Ma devi imparare ad avere pazienza, alle donne piace lo shopping purtroppo. Pensa che un giorno avrai una fidanzata e spesso ti chiederà di accompagnarla, e non potrai che dire sì”
A quelle parole drizzo subito le antenne.
“Ha solo due anni! Posso godermelo un po’ prima di pensare alle fidanzate e cose così??”
Christian mette su il suo sorrisetto. “Gelosa??”
Stronzo sadico. Non so che divertimento ci trovi a sentirmi ammettere che sono gelosa.
“Anche Phoebe un giorno chiederà al suo ragazzo di accompagnarla a fare shopping. Lui le darà consigli, e poi la aiuterà a tirare su la zip degli abiti..”
Prendi e porta a casa Grey!
Christian quasi sbianca, e il sorrisetto beffardo scompare all’istante. “Un giorno molto lontano!”
“Geloso??” lo provoco.
“Touchè”
Sorridiamo e ci scambiamo un casto bacio prima di riprendere con la scelta del completino per Teddy.
La scelta cade alla fine su un paio di pantaloni eleganti blu, con su una camicia bianca e un panciotto blu, decidiamo di lasciar perdere la giacca perché fa ancora caldo. Al posto della cravatta gli abbiniamo un papillon identico a quello di Christian, color turchese.
 
A fine giornata, dopo aver messo a dormire i bambini, Christian ed io ci ritroviamo in salone, abbracciati sul divano a bere una bibita fresca.
“Sei stanca?” domanda scostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Scuoto la testa, sorridendogli. “No, è stato un pomeriggio bellissimo!”
“Anche per me! Sai, a volte siamo così sommersi dagli impegni, dai pensieri, che dimentichiamo quanto siano belle e importanti le piccole cose..”
“Hai ragione” mormoro accoccolandomi contro il suo petto.
“Sai, non vedo l’ora che arrivi martedì” ammette.
“Non sei più terrorizzato?”
Ridacchia. “Sì, quello lo sono sempre. Però sono anche in un certo qual modo emozionato, e, soprattutto, non vedo l’ora di fare il mio ingresso con la mia famiglia. Voglio che tutti vedano lo spettacolo di mia moglie e dei miei figli, e siano invidiosi di me!”
Sollevo il viso e lo bacio, sfiorandogli dolcemente una guancia.
Anche io non vedo l’ora che arrivi il giorno della festa. E dev’essere perfetta, Christian non merita nulla di meno.


9 Settembre

POV CHRISTIAN
 
Oggi mi sono svegliato con una strana tensione mista ad adrenalina. Credo che in passato solo al mio matrimonio mi sono sentito così, anche se c’è da considerare che in quel caso subentrava anche il timore che Ana potesse non presentarsi all’altare. Oggi, invece, non so a cosa sia dovuto questo stato d’animo; ciò che è sicuro, è che non pensavo che mi sarei potuto sentire così per una banale festa.
Sarà che ci sono oltre trecento invitati, o che sono io il padrone di casa, o che si festeggia la mia piccola creatura, ma sono davvero emozionato.
Ho deciso di rientrare a casa un paio d’ore prima, in modo da rilassarmi un po’ prima di cominciare a prepararmi per la serata. Teddy mi corre incontro non appena metto piede in casa, mentre Ana mi attende in salone, seduta sul divano ad allattare Phoebe.
“Buon pomeriggio donne della mia vita” bacio mia moglie sulle labbra e la mia piccolina sulla fronte.
Mi siedo anch’io sul divano sfilandomi giacca e cravatta.
“Papà quetto è tuo!” esclama Teddy porgendomi un pacchetto rettangolare con su attaccato un biglietto.
Lo prendo e lo osservo confuso. “Cos’è?” mi volto verso Ana.
“Un piccolo pensierino da parte di noi tre..”
Stacco il biglietto, tolgo la carta dorata lucida e apro la scatola di velluto, estraendone una bellissima penna d’oro bianco. È così lucida e così fine che ho quasi timore a tenerla tra le mani.
“Girala” suggerisce mia moglie.
Faccio come mi dice e noto subito un’incisione.
Proud of you. We love you
“E’ bellissima” esclamo rigirandomela tra le mani. “La terrò sempre sulla scrivania, accanto a me”
Ana mi sorride dolcemente, dopodiché mi invita ad aprire il biglietto.
Qualche giorno fa hai detto che non vedi l’ora di fare il tuo ingresso insieme a noi stasera; ma credo che in realtà sia il contrario. Siamo noi a non vedere l’ora di starti accanto in un momento così significativo e importante, orgogliosi e fieri di te.
Oggi il tuo sogno, la tua piccola creatura, come la chiamiamo da un po’ di tempo, raggiunge un traguardo importante, e quest’obiettivo lo devi unicamente a te, all’anima, alla passione, all’astuzia, all’attenzione, al cuore che dai alla tua azienda da dieci anni a questa parte. La tua azienda che in qualche modo sento anche un po’ mia, perché senza di lei nulla di tutto ciò che abbiamo oggi sarebbe stato possibile. È grazie alla GEH se ci siamo incontrati, quel 9 maggio di tre anni fa che ha cambiato completamente le nostre vite. È da quel nove maggio che la mia strada ha incrociato la tua per non separarsene mai più. È grazie alla tua piccola creatura se oggi sono qui a scriverti tutto questo, con una fede al dito, il tuo profumo tra i cuscini del divano, e i nostri meravigliosi bambini che dormono accanto a me.
Sei una persona eccezionale amore mio, come marito, come padre, come figlio, e come amministratore delegato. Piano piano, con caparbietà e dedizione hai raggiunto tanti obiettivi, e il nostro augurio più grande è che tu possa raggiungerne sempre di più. Quando tornerai a casa ci troverai sempre ad aspettarti, pronti a correrti incontro e a dirti ogni giorno quanto siamo fieri di te.
Grazie per tutto ciò che fai per noi, e per l’uomo meraviglioso che sei.
Ti amiamo tanto.
Ana, Teddy e Phoebe
 
Prendo in braccio Teddy e di slancio abbraccio anche Anastasia e Phoebe, che protesta per essere stata interrotta nel bel mezzo della poppata.
“Grazie, grazie, grazie!!” mormoro, con la voce incrinata per l’emozione.
Non so davvero cosa dire, le parole di mia moglie hanno sempre il potere di mozzarmi il fiato. Lei e i nostri figli mi vedono meraviglioso, e cercherò di fare sempre l’impossibile per meritarmi il loro sguardo pieno d’orgoglio e pieno d’amore.
“Vi amo tanto!!”
“Ti amiamo anche noi!” mia moglie mi bacia le labbra, e poi torna a rivolgere la sua attenzione a Phoebe, che sta per andare in escandescenza.
Io, nel frattempo, mi coccolo il mio piccolo ometto, che ogni giorno, quando rientro dal lavoro, mi accoglie in un modo che mi fa venire voglia di stritolarlo e non lasciarlo andare più.
 
 
“Papàà acche iioo!” esclama Teddy indicando la boccetta del mio profumo.
“Va bene, però poco poco eh..”
Lui annuisce e si lascia spruzzare un po’ di profumo, ormai è diventato il nostro rituale.
Mi guardo allo specchio e sono soddisfatto dell’immagine che vedo; mi piace molto l’effetto del papillon turchese sul completo nero. Osservo poi Teddy, bellissimo in versione elegante, e per di più sembra perfettamente a suo agio, cosa insolita per un bambino di due anni.
“Andiamo a cercare la mamma e Phoebe??”
“Di là!” dice Teddy prendendomi poi per mano.
Ci dirigiamo insieme in cameretta, dove Ana sta mettendo a Phoebe la fascia sui capelli, aiutata da Gail.
“Allora signorine, siete pronte??”
“Prontissime!”
Ana prende in braccio Phoebe e me la mostra: è semplicemente magnifica! Con tutto quel tulle sembra una bambolina.
“Sei bellissima principessa” la prendo in braccio e le do qualche bacino sulla fronte.
Dopo i ritocchi dell’ultimo minuto, finalmente siamo pronti per uscire.
Sawyer guida la nostra auto, mentre Jason ci segue con la sua, insieme a Gail: sono ovviamente invitati anche loro.
Quando giungiamo davanti alla lussuosa villa che abbiamo affittato per l’evento, prendo un grosso respiro e stringo la mano a mia moglie.
“Andrà tutto bene” mi rassicura con un sorriso.
E quel sorriso mi infonde il coraggio necessario per aprire la portiera e mettere il naso fuori, mentre Sawyer aiuta Ana a scendere con Phoebe in braccio.
Subito veniamo assaliti dall’orda di fotografi appostati qui fuori, ben gestiti però dagli uomini della sicurezza della villa.
Faccio il giro dell’auto e prendo per mano Ana e in braccio Teddy, e tutti e quattro ci dirigiamo verso il tappeto rosso che porta alle scale per accedere alla villa. Ci soffermiamo qualche minuto per dare soddisfazione ai fotografi e ci mettiamo in posa; non mi preoccupo dei bambini perché qualsiasi testata giornalistica ha avuto direttive di ombrare i loro volti, e sanno bene di cosa sarei capace se si verificasse il contrario. Non mi interessa di apparire o meno su determinate riviste, ma i miei bambini non si toccano.
Saliamo i cinque scalini e percorriamo i pochi metri che ci separano dall’entrata; il tappeto rosso è costeggiato a destra e a sinistra da fiaccole che rendono l’atmosfera intima e quasi romantica.
All’entrata ci accolgono due buttafuori con alla mano la lista degli invitati. 
“Benvenuti signori Grey!”
“Grazie!” esclamiamo prima di entrare.
Una volta dentro, subito due cameriere ci vengono incontro.
“Gli ospiti che sono già arrivati vi attendono in giardino” ci informa una di esse dopo averci cordialmente salutati.
“Ah, perfetto grazie”
“Prego, faccio strada”
Attraversiamo tutto l’atrio della villa, per poi raggiungere una maestosa porta finestra che dà direttamente sul giardino, allestito con due grandi tavoli rettangolari, dove presumo sarà servito il buffet di benvenuto, e numerose sedie e divanetti per consumarlo.
Noto che ci saranno almeno già cento persone, che scrosciano in un applauso non appena ci vedono. Ringrazio tutti con un sorriso e mi preparo mentalmente a stringere mani a destra e a manca. Prendo Ana per mano e, orgoglioso, scendo i quattro scalini che conducono all’erbetta sintetica. Guardo mia moglie negli occhi e, senza bisogno di dire nulla, i nostri sguardi cominciano a parlare.
Il mio dice che la amo perdutamente, che amo perdutamente i nostri bambini, e che loro tre sono il mio successo più grande. E il suo.. il suo è più o meno lo specchio del mio.
I primi a venirci incontro sono i miei genitori, che abbracciano subito me ed Ana e i loro nipotini.
“Tesoro, è una location incantevole, complimenti!”
“Grazie mamma!”
“Quanto siete belli tutti e quattro”
“Grazie Grace” mormora Ana abbracciandola calorosamente.
“Posso rapire un po’ la principessa??”
“Certo!” Ana gliela porge, mentre Teddy scalpita per andare dallo zio Elliot, che è a qualche metro da noi, insieme a Kate, Mia ed Ethan.
Li raggiungiamo e li salutiamo affettuosamente; Elliot subito prende in braccio Teddy.
“Dov’è la mia nipotina??” domanda mia sorella.
“Già rapita dalla mamma!”
“Ora vado a prendermela!”
“Non so se essere felice o meno di questa cosa che vi contendete mia figlia” ironizza Ana.
“Non posso farci niente, è la mia orsacchiotta e la voglio sempre per me!”
“Dovresti muoverti a sposarti e fare un bambino tuo, tesoro, così smetterai di considerare i miei figli dei pupazzi con cui giocare..” la prendo in giro, ridacchiando.
Mia sorella mi si avvicina e mi posa un braccio sulle spalle. “Tranquillo fratellone, dopo il matrimonio abbiamo tutte le intenzioni di metterci all’opera per regalarti un altro nipotino..”
Aaaaah per carità, non la voglio quest’immagine davanti agli occhi. So che ha venticinque anni, ma per me è sempre la mia sorellina.
“Va bene, va bene.. non voglio sapere nient’altro!” le sorrido e le do un bacio sulla fronte, prima di dedicarmi agli altri invitati.
Trascorro la successiva mezz’ora a salutare tutti gli ospiti, ai quali man mano se ne aggiungono altri. I camerieri non si fermano un attimo tra cocktail e buffet: il tavolo e i bicchieri degli invitati non sono mai vuoti, e questo rende il servizio estremamente efficiente.
Sono felice di constatare che anche Ana, nonostante la timidezza e la poca propensione ad eventi del genere, pare essere a suo agio mentre si ferma a scambiare qualche chiacchiera con le varie signore. È una perfetta padrona di casa. Ma, in fondo, lei è perfetta in tutto.
“Christian!” esclama una voce alle mie spalle.
Mi volto di scatto, sorridendo calorosamente non appena metto a fuoco la figura.
“Mr Hunt!” gli vado incontro e gli stringo la mano, abbracciandolo poi di slancio.
È uno dei primi che ha creduto in me, uno dei primi a firmare un contratto con la, allora neonata, GEH. Mi ha sempre chiamato per nome perché potrei essere suo figlio, mentre io gli ho sempre dato del lei, non tanto per l’età, quanto per una forma di timore reverenziale.
“Saranno almeno sei anni che non ci vediamo! Come stai??”
“Sto bene, molto bene! La mia vita è cambiata moltissimo”
“Lo so, li leggo anche io i giornali, ma una cosa è leggerlo, e un’altra è vedere dal vivo quanto sei cambiato. Sei più uomo, ma anche più sereno, si vede anche semplicemente da come ti muovi..”
“Permette di presentarle colei che è stata l’artefice di tutto questo??”
“Sono qui apposta!”
Rido e mi guardo intorno cercando Ana, non appena i nostri occhi si incontrano, le faccio segno di raggiungermi.
“Mr Hunt, le presento Anastasia Grey, la mia meravigliosa moglie!”
Ana sorride imbarazzata mentre l’uomo la saluta con un elegante baciamano.
“E’ un vero piacere, Mrs Grey”
“Piacere mio” risponde con un pizzico di timidezza.
“E’ lei allora che ha fatto mettere la testa a posto a questo ragazzaccio?”
Ana ridacchia, rilassandosi subito. “Non è stato semplice, ma credo di aver fatto un buon lavoro”
“Un ottimo lavoro!” precisa Mr Hunt facendole l’occhiolino.
Il resto del buffet scorre così, tra strette di mano, saluti e presentazioni. Tutti sono curiosi di conoscere la donna che ha saputo conquistare l’integerrimo e freddo amministratore delegato; chi conosce già mia moglie, invece, ha il piacere di rivederla e scambiarvi qualche parola.
 
Intorno alle 21:30 i camerieri annunciano che è possibile spostarsi in sala per la cena. Prima di entrare, però, c’è da sciogliere il fiocco rosso, come una sorta di buon auspicio. Per fare ciò, però, voglio che ci siano anche i miei bambini. Prendo in braccio Phoebe, nonostante sia addormentata e se ne freghi altamente di me, mentre Ana prende in braccio Teddy.
Afferriamo i due lembi del fiocco e li tiriamo contemporaneamente. Dietro di noi parte un lungo applauso, mentre i camerieri stappano una bottiglia di champagne e lo versano in due bicchieri; Ana ed io brindiamo, e poi diamo ufficialmente inizio alla cena.
Al nostro tavolo, oltre me ed Ana, siedono Elliot, Kate, Mia, Ethan, Thomas, Roxy, Jason e Gail, mentre i miei genitori e i miei nonni sono ad un altro tavolo con altri amici di famiglia.
La sala è allestita magnificamente, tutta sui toni del bianco e argento, che donano molta luce, con delle lanterne al centro di ogni tavolo, qualche pianta rampicante qua e là, e dietro il nostro tavolo, alla parete, campeggia in grande il logo grigio e argento della GREY HOUSE.
Prima di accomodarmi mi avvicino ai musicisti e chiedo un microfono.
“Buonasera a tutti! Innanzitutto voglio ringraziare tutti voi che siete qui questa sera, a festeggiare con me un traguardo importantissimo. Sono passati già dieci anni da quando ho messo la prima firma e ho dato vita alla Grey Enterprises Holding, e posso assicurarvi che sembra davvero ieri.
Sono felice di poter festeggiare questo anniversario insieme alla mia famiglia e a tutte le persone che mi sono state accanto e che ho incontrato lungo questo percorso.
Grazie a tutti e buona serata!!”
Dopo aver accolto con un sorriso gli applausi, finalmente posso sedermi.
Mio fratello mi dà una pacca sulla spalla, mentre Ana si allunga verso di me per baciarmi.
“Ti amo” mi sussurra, con quella voce e quello sguardo che hanno il potere di farmi sciogliere completamente.
“Ti amo anch’io” strofino il naso contro il suo e la bacio ancora.
La cena procede divinamente: le pietanze sono ottime, l’atmosfera rilassata e soffusa, la compagnia strepitosa, e ad ogni persona che si avvicina al nostro tavolo per complimentarsi con mia moglie e i miei figli il mio cuore si gonfia d’orgoglio.
Ad un tratto, mentre siamo ancora agli antipasti, uno dei buttafuori si avvicina al nostro tavolo e chiede il permesso di scambiare due parole con Jason. Lui acconsente e l’uomo si china a sussurrargli qualcosa. Mi è impossibile captare qualche parola, ma scruto attentamente l’espressione di Jason, anche se è impossibile da decifrare, perché lui sa sempre mostrarsi stoico e impassibile.
La sedia struscia sul pavimento e Jason si alza.
“E’ successo qualcosa?” chiedo prontamente.
“No, Mr Grey, ordinaria amministrazione” risponde accennando un sorriso.
Non so se credergli o meno, sinceramente, ma la mano di Anastasia che si posa sulla mia mi tranquillizza, e così decido di lasciar perdere.
Taylor segue l’uomo della sicurezza all’esterno della sala, e ritorna circa dieci minuti più tardi, facendomi segno di raggiungerlo.
“Torno subito” dico agli altri commensali, e mi alzo, avvicinandomi a Jason. “Che succede??”
“Una rogna, Mr Grey.. Mrs Rob… ehm.. la signora Elena Lincoln la cerca..”
Sbianco all’istante, sentendo il sangue gelarsi.
“Cheee?? E che ci fa qui?? Non è nella lista degli invitati..”
“Infatti ha insistito parecchio con i buttafuori, per questo l’uomo è venuto ad avvertirmi.. ho cercato di costringerla ad andarsene, ma dice che vuole parlare assolutamente con lei, altrimenti non andrà via..”
Sbuffo e mi strofino una mano sul viso, affranto. Stava andando tutto così bene, perché quella donna deve sempre irrompere nella mia vita e rovinare tutto??
“Dov’è adesso??”
“Ho chiesto ai ragazzi di farla accomodare in una delle stanze del piano terra, per evitare che altre persone potessero vederla..”
“Hai fatto bene..”
“Che succede??” Ana appare accanto a me, facendomi sobbalzare.
“Hei piccola, no nulla di che, qualche curioso di troppo..”
“Christian Grey, hai una considerazione molto bassa della mia intelligenza se credi di infinocchiarmi così.. dimmi la verità, che sta succedendo?? Qualcuno è in pericolo??”
“Nono, nessun pericolo..”
“Allora cosa??”
Sospiro, in un misto tra rabbia e disperazione, e mi guardo intorno evitando il suo sguardo.
“CHRISTIAN!” ringhia a bassa voce, afferrandomi per il mento e costringendomi a guardarla negli occhi “Che-sta-succedendo??”
“Elena..” sibilo.
I suoi bellissimi lineamenti si tendono subito. “Elena.. cosa??”
“E’ qui, e ha minacciato di non sloggiare se non parlo con lei..”
Sul viso di mia moglie si susseguono in pochi istanti rabbia, frustrazione, indignazione, odio e vendetta.
“Vengo anche io!”
“Ana..”
“Christian, non è una domanda. Ho detto che vengo anche io!” ribatte, categorica.
Credo di averla vista pochissime volte così, in tre anni che stiamo insieme.
“Taylor, dov’è?”
Jason cerca il mio sguardo, non appena nota il mio cenno d’assenso, ci guida verso l’esterno della sala. Attraversiamo l’atrio e imbocchiamo un corridoio adornato da quadri e statue, e uno degli uomini della sicurezza ci indica una porta sulla destra.
“Vuole che entri anch’io Mr Grey?”
“No, grazie, rimani pure qui”
Lui annuisce e ci lascia entrare, chiudendo poi la porta alle nostre spalle.
Elena è seduta su una poltroncina, e non appena ci vede non può mascherare un ghigno soddisfatto.
“Christian, ce ne hai messo di tempo.. non ricordavo amassi così tanto fare il prezioso..” sposta poi lo sguardo su Ana “E non ricordavo neanche che avessi bisogno di terzi per affrontare una conversazione.. cos’è, non ti ha liberato dal guinzaglio??”
Decido di non cogliere la provocazione, e liberarmene il prima possibile.
“Che cosa vuoi Elena?”
“Come cosa voglio? Mi sembra ovvio. Voglio partecipare anche io ai festeggiamenti.. anzi, ti dirò, sono offesa per il mancato invito..”
“Non avevo motivo.. dato che sono tre anni che ribadisco di non avere più nulla a che fare con te..”
Inarca un sopracciglio “Non avevi motivo? Davvero? Allora hai la memoria corta.. Mi preme ricordarti che senza la sottoscritta il tuo grande impero neanche esisterebbe, quindi non credo di sbagliare se mi sento in diritto di essere a questa festa..”
Eccola. Lì voleva andare a parare. Ancora una volta sul fatto che i soldi per fondare la GEH li ha sborsati lei.
“Sbagli invece. Non hai alcun diritto di essere qui. Dieci anni fa mi hai PRESTATO una somma che ti ho restituito con gli interessi, e come se non bastasse, sei tu che senza il sottoscritto non avresti neanche un tetto sotto cui vivere.. Se decidessi, mi basterebbe schioccare le dita, riprendermi i saloni di bellezza e mandarti al baratro in meno di un’ora..”
La sua postura si irrigidisce, e nei suoi occhi balena un lampo di qualcosa che ricorda vagamente la paura. Ma fa di tutto per non lasciarlo trapelare. 
“Non mi interessa niente dei soldi, materialmente parlando, e ho sempre detto che rifarei quest’investimento altre mille volte. Ciò che mi lascia basita è una mancanza di gratitudine verso chi ha fatto sì che la GEH esistesse..”
Oddio, ma è ubriaca? Straparla completamente!! Io dovrei mostrare gratitudine?? GRATITUDINE??
“Tu sei completamente impazzita!! Se la GEH esiste è grazie a me che mi spacco il culo da dieci anni!!”
“Hai avuto tanta fortuna, una fortuna che ti ho costruito io!! Io piano piano ti ho trasmesso un determinato modo di pensare! Io ti ho reso padrone di te stesso. Io ti ho reso padrone del controllo. Io ti ho piazzato su quella poltrona!”
“Adesso basta!!” tuono, facendo sobbalzare anche Ana dietro di me.
“Cos’è?” dice alzandosi e affrontandomi, nonostante sia poco più bassa di me “Sentire la verità ti brucia eh? Ti brucia sapere che se non fosse stato per me probabilmente saresti diventato un alcolizzato, o uno squallido spogliarellista in qualche squallido club?”
Non faccio in tempo ad assimilare la frase che Ana mi spinge via e le molla uno schiaffo che le fa girare il viso.
“Ana!!” esclamo tirandola indietro.
“Puttana! Sei solo una pedofila puttana! Mi fai schifo!!”
“Credevo avessi le palle Christian, invece ti lasci difendere da una… ragazzina..” pronuncia l’ultima parola guardando Ana con aria schifata.
E a quel punto non ci vedo più, le afferro il viso con una mano, stringendo forte all’altezza della mandibola.
“Ascoltami bene!! Per prima cosa non osare pronunciare neanche una sillaba su mia moglie, perché non sei degna neanche di pulirle le scarpe. Secondo, io a te non devo proprio niente; quei soldi usciti dalle tue luride tasche vi hanno fatto ritorno in meno di tre mesi, e questo grazie A ME, e a nessuna fortuna del cazzo. Terzo, meglio spogliarellista che tuo sottomesso. E quarto, esci da qui e sparisci prima che chiami la polizia..”
Le lascio finalmente il viso, e con il fiatone apro la porta per chiedere a Jason e agli altri uomini di mandarla via, anche a calci nel sedere se servisse.
“Ricordati una cosa Christian, tu puoi anche mandarmi al baratro con uno schiocco di dita, ma senza i miei luridi soldi, al baratro ci saresti finito tu..” sentenzia guardandomi negli occhi prima di uscire.
Mi accascio sul divanetto, assalito da un tremolio che non riesco a placare.
Era tanto tempo che le parole di Elena non riuscivano ad arrivare così in fondo, anzi, credo che non ci siano mai arrivate. Ma sentirle ripetere più volte quella che in fondo è la verità, ha fatto risalire a galla tutti i mostri che mi porto dietro, quel senso di inettitudine che provavo prima di trovare la mia strada, prima che.. prima che lei mi aiutasse a fondare l’azienda.
Ana si siede accanto a me, prendendomi le mani.
“Perdonami piccola..” mormoro sfiorandole il viso.
“Non devo perdonarti di niente” mi rassicura con un sorriso.
“Come stai??”
“Io sto bene, stai tranquillo. Tu invece? Stai tremando” mi stringe più forte le mani.
“Stava andando tutto così bene.. perché? Perché doveva arrivare lei a rovinare tutto??”
“Non ha rovinato niente, amore. Quella donna semplicemente non accetta che le persone possano essere felici, soprattutto tu. Credo sia ossessionata da te..”
“E se avesse ragione lei??”
“Su cosa??” domanda Ana irrigidendosi.
“Ana.. in fondo i soldi me li ha davvero prestati lei.. e..”
“Ancora con questa storia???” stacca bruscamente le mani dalle mie, come se volesse stabilire una distanza. “Christian, io non so più in che modo dirtelo… e non solo io.. ma a quanto pare è tutto inutile: arriva lei e le tue certezze vacillano!”
Ha ragione, le parole di Elena sono state come uno schiaffo, una doccia fredda, e sì, hanno avuto il potere di far vacillare le mie certezze, e soprattutto tutta l’euforia che ho accumulato in questi giorni al pensiero di festeggiare la mia creatura, come la chiama Anastasia.
Vedendo che tardo a rispondere, Ana si alza.
“Vieni con me!”
“Dove??”
“Zitto e vieni con me se non vuoi dormire sul divano per le prossime due settimane..” ordina, incutendomi anche un certo timore.
“Ana.. ma dove vuoi andare? Non possiamo assentarci..”
“Se ti sei assentato per parlare con la strega, puoi assentarti per venire con me.. ci metteremo poco, tranquillo.. Sbrigati!”
Apre la porta ed esce, io la seguo un paio di minuti dopo. La vedo parlare con Taylor, e poi voltarsi verso di me.
“Andiamo su” si avvia verso l’uscita.
“E Sawyer?” chiedo, non vedendo in giro il nostro autista.
“Non è il caso che venga anche lui, guido io!” dice mostrandomi le chiavi dell’auto.
Nonono, cos’è questa storia?
“Ana.. io non penso..”
“Christian” si volta “Tu non devi pensare. Vieni con me e basta. Senza fare storie, okei??”
Sospiro e annuisco, non posso fare altro o rischio che mi lanci un tacco dodici dritto nell’occhio.. o dove non batte il sole.
Saliamo in auto e indossiamo le cinture di sicurezza, un paio di manovre e siamo in strada.
“Posso sapere dove stiamo andando??”
“No. Zitto”
“Ma che ho fatto per farti arrabbiare così??”
“Ssshh! Zitto ho detto!”
Okei, ammetto che questa cosa da un lato inizia un po’ a spaventarmi, ma dall’altro vedere mia moglie così autoritaria è incredibilmente eccitante.
Dopo circa un quarto d’ora di strada intravedo un edificio molto molto familiare.
“Che ci facciamo alla Grey House??” chiedo sorpreso. È anche chiusa per giunta.
“Troppe domande. Tra poco capirai tutto..”
Arrivati davanti al tastierino numerico del parcheggio, Ana mi chiede il codice d’accesso.
“Non te lo dico finchè non mi spieghi che hai in mente..
“Okei” risponde tranquilla, e prende a digitare un numero sul cellulare installato sull’Audi.
“Mi dica Mrs Grey” risponde la voce di Jason.
“Taylor, mi scusi, avrei bisogno del codice di accesso del parcheggio, e anche di quelli degli ascensori e degli uffici.. Non voglio che suoni qualche antifurto e ci ritroviamo una ventina di pattuglie delle forze dell’ordine..”
È furba, estremamente furba, non c’è nulla da fare.
“Il codice a sedici cifre del parcheggio è: 0905201130072011. Per quanto riguarda gli uffici non si preoccupi, il caro Welch ha già sbloccato tutto dal suo cellulare..”
“Grazie mille Jason” attacca e prende a digitare il codice.
Ad un tratto, mentre si aprono le porte del garage, mi fissa stupita.
“Aspetta ma… le sedici cifre sono… sono la data in cui ci siamo conosciuti, e quella in cui ci siamo sposati..” osserva, assumendo un tono più dolce.
Annuisco e le sorrido.
“Avrei voluto mettere le date di nascita dei bambini, ma temo siano troppo scontate..”
Accenna un sorriso e poi parcheggia l’auto in uno dei posti riservati a me.
Scendiamo dall’auto e lei mi prende per mano, stringendomela forte come se volesse rassicurarmi.
Ci avviamo verso l’ascensore, e una volta dentro Ana pigia il tasto del piano del mio ufficio.
“Adesso posso sapere perché siamo qui?” le chiedo ancora, quasi in una supplica.
Non ci sto capendo niente e inoltre non sono abituato a questo suo atteggiamento così freddo e così autoritario.. quasi.. da dominatrice.
Arrivati al piano, usciamo dall’ascensore e Ana mi conduce nel mio ufficio.
“Siediti” ordina indicandomi i divanetti “E osserva bene..”
Faccio come mi dice, mentre la vedo tirare fuori una chiave dalla sua borsetta, e aprire i miei armadietti. Se mi mette le cose sottosopra faccio un casino.
Tira fuori diversi portadocumenti, quelli belli spessi, e li posa tutti sul tavolino davanti a me.
“Lo vedi tutto questo?” indica le pareti attorno a noi. “Questo l’hai costruito tu!! Ogni centimetro cubo di questo edificio vive grazie a te! Ogni stanza, ogni reparto, ogni piano, sono stati ideati e voluti da te, e comandati da te.. ma non perché ti sei seduto su quella poltrona e hai preso lo scettro in mano, ma perché senza di te semplicemente non esisterebbero, perché per sederti su quella poltrona ti fai il culo ogni giorno!”
“Ana..”
“Silenzio!!!” urla, e potrei giurare di vedere delle lacrime luccicare in fondo ai suoi occhi.
Con un pesante sospiro riprende a parlare, anche se la sua più che una normale conversazione sembra una vera e propria arringa.
“Li vedi questi??” indica i portadocumenti sul tavolino, ne apre qualcuno a caso. “Sono solo una minima parte dei contratti e delle trattative di questi dieci anni, e sotto c’è la tua firma. SOLO la tua firma. E non è certo la fortuna, il caso o il fato che ti hanno portato a concluderli. Sei tu! Tu che appari chiuso e invece sei dannatamente geniale nel capire le persone, le occasioni, le situazioni. Tu che hai trascorso giorni e notti a visionare documenti, relazioni, tu che per anni non hai distinto giorni feriali e festivi, e hai bagnato fogli e penne con il tuo sudore.. La festa di questa sera è tua! È la festa dei tuoi traguardi, dei tuoi sacrifici, del tuo genio, della tua tenacia. Ed io non posso accettare che una puttana qualsiasi con due paroline studiate possa convincerti del contrario”
Il suo tono comincia lentamente ad abbassarsi, ad incrinarsi. Il mio cuore comincia a fare male, ma non è un dolore cattivo. È un dolore bello. Il dolore della consapevolezza di quanto questa donna mi ami, mi ammiri e di quanto sia disposta a fare per me.
“Non posso vedere nei tuoi occhi quello sguardo perso, perché sarebbe l’ingiustizia più grande del mondo..”
Sulle ultime parole la sua voce si rompe definitivamente, e dai suoi occhi cominciano a sgorgare calde lacrime.
Io, che sono stato tutto il tempo a fissarla ammaliato, mi alzo e la prendo tra le braccia, stringendola più che posso. Lei si lascia andare contro il mio petto e continua a piangere. Immergo il viso tra i suoi capelli e inspiro il suo profumo, e senza rendermene conto anche io mi ritrovo gli occhi lucidi.
Le sue parole sono giunte dritte al cuore, hanno smosso le corde giuste, è arrivata dove le parole di Elena non sono arrivate. Mi ritorna alla mente il regalo di mia moglie e dei miei bambini: loro sono orgogliosi di me, e forse dovrei imparare ad esserlo un po’ anche io.
“Scusami se ti ho trattato male, ma non sapevo che altro fare” mugugna, tra i singhiozzi.
“Ssshhh” le sussurro dolcemente “Hai fatto la cosa migliore che potessi fare..” la rassicuro.
Le sollevo teneramente il viso e la guardo negli occhi.
“Tu sei tutta la mia vita, lo sai??”
Lei mi rivolge finalmente il suo meraviglioso sorriso, ed io la bacio. Bacio quelle labbra che sono così morbide dopo che ha pianto, e poi la stringo nuovamente a me.
 
 
Quando torniamo alla villa, scopriamo che Jason ha raccontato che Ana aveva avuto un piccolo imprevisto con l’abito e siamo dovuto tornare un attimo a casa. Per fortuna, a quanto pare, l’hanno bevuta tutti.
Ci siamo persi il primo piatto, ma poco mi importa a dire il vero.
Mi sento finalmente bene, rigenerato e libero da quel peso opprimente.
Ci accomodiamo nuovamente al nostro tavolo, e ci sentiamo rilassati e sereni. Teddy si è addormentato, mentre Phoebe a momenti farà venire giù i lampadari con il suo pianto squillante.
“Amore, vado ad allattarla in una delle stanzette riservate..” mi avvisa Ana, ed esce dalla sala accompagnata dal mitico trio Mia-Kate-Ava.
Chiacchiero del più e del meno con mio fratello ed Ethan, quando ad un certo punto mia madre occupa il posto di Ana accanto a me.
“Tutto a posto tesoro??”
“Sì, tutto benissimo mamma!”
Lei mi guarda con dolcezza e mi accarezza la nuca. “E’ davvero una festa bellissima Christian.. te la meriti tutta!”
“Grazie mamma”
“E dai su quante smancerie” interviene Elliot, abbracciando la mamma “Nessuno te lo sciupa..”
“Sai una cosa Elliot? Con te non ho mai nostalgia del mio lavoro..”
Elliot riflette per qualche secondo. “Stai dicendo che sono un bambino?”
“Perspicace!!” lo prendo in giro.
La mamma ride e poi si alza per tornare da papà che la reclama. In attesa che vengano serviti i secondi, faccio un giro per i tavoli per assicurarmi che tutto proceda per il meglio e che tutti gli ospiti siano soddisfatti.
Proprio mentre i camerieri servono in tavola il secondo piatto, vedo rientrare Anastasia, e subito le vado incontro per prendere in braccio la mia principessa.
“Amore, hai fatto la pappa??”
“E come no. Non vedi quell’espressione soddisfatta??”
Ridacchio, in effetti Phoebe dopo ogni poppata assume sempre un’aria di beatitudine, ed è dolcissima.
Me la sbaciucchio tutta mentre torniamo al nostro tavolo e ci accomodiamo. Adagio Phoebe nella carrozzina e poi mi aggrego agli altri che mangiano.
Dopo i secondi i musicisti invitano gli ospiti a ballare. Ovviamente devo essere io ad aprire le danze. Mi alzo e porgo la mano ad Ana.
“Mi concede questo ballo?”
Lei sorride e posa subito la mano nella mia. La conduco verso lo spazio accanto ai musicisti, che iniziano a suonare un bellissimo lento. Stringo mia moglie a me, e insieme cominciamo ad ondeggiare. Presto si aggiungono a noi molte altre coppie, alcune giovani, altre un po’ meno, ma arrivo ad un punto in cui neanche le vedo. L’unica cosa che vedo sono gli occhi di Anastasia che luccicano d’amore, rispecchiando i miei.
“Sei bellissima” mormoro strofinando il naso contro la sua guancia.
“Tu lo sei!” ribatte lei, facendo sfiorare le nostre labbra.
Ad un tratto qualcuno si arpiona alle nostre gambe, abbassiamo lo sguardo e incontriamo gli occhioni di nostri figlio.
“Heeei, ti sei svegliato tuu??” dico prendendolo in braccio.
Lui mi circonda il collo con un braccio, mentre allunga l’altro verso la sua mamma. Ana si stringe di più a noi e si lascia abbracciare.
“E Phe?” domanda Teddy.
“Sta dormendo amore”
“No!” replica nostro figlio.
“Come no?”
“Non è che si è svegliata?”
Ana alza le spalle e si allontana un attimo per andare a controllare, e ritorna poco dopo con Phoebe tra le braccia, con la testa sulla sua spalla.
“Principessa, vuoi stare al centro dell’attenzione stasera, eh??”
“Forse voleva ballare anche lei con noi..”
Con un braccio reggo Teddy, e con l’altro abbraccio contemporaneamente Ana e Phoebe. In questo momento mi rendo conto di non aver bisogno di nient’altro dalla vita. Ho i miei tre gioielli stretti a me, e solo così va tutto bene.
 
Al momento della torta usciamo nuovamente in giardino, e sul tavolo campeggia una bellissima torta rettangolare di almeno quaranta centimetri per cinquanta, con su disegnato lo stemma della GEH e la scritta 10th anniversary.
Prima di avvicinarmi per il taglio, controllo l’orologio e faccio un cenno al cameriere.
“Christian, devi tagliare la torta” mi ricorda Anastasia.
“Un attimo solo..”
Lei mi guarda dubbiosa. Ma la spiegazione le arriva pochi istanti dopo, quando il cameriere mi porta un microfono.
“Signori, vi chiedo gentilmente un attimo di attenzione.. Prima di procedere con il taglio della torta, c’è un augurio molto importante che vorrei fare.. Da pochi minuti è passata la mezzanotte, per cui siamo già al 10 settembre, e oggi ricorre il compleanno di una delle tre persone più importanti della mia vita”
Poso lo sguardo su Ana, e noto che è arrossita, e mi guarda con un bellissimo sorriso.
“La donna che tre anni fa ha stravolto la mia vita, che mi ha reso l’uomo che sono oggi, che mi ha reso più sicuro di me, che mi ha fatto scoprire l’amore, la felicità, che mi ha regalato due meravigliosi bambini.. e che ogni giorno mi dà la vita..”
Prendo un bicchiere dal tavolo e lo alzo verso di lei.
“Alla mia splendida moglie.. Buon compleanno amore mio!”
Tutti gli ospiti danno vita ad un bellissimo applauso, mentre mia moglie si asciuga gli occhi prima di raggiungermi e abbracciarmi forte.
“Grazie amore mio!! Ti amo. Ti amo tantissimo!”
“Io ti amo di più, piccola!”
Ci scambiamo un tenero bacio e poi tagliamo prima la sua torta di compleanno e poi quella della GEH. Dopo diversi brindisi e foto di rito, tutti acclamano il fantomatico discorso.
Afferro di nuovo il microfono e mi guardo intorno, osservando un po’ tutti.
“Non nego di essere parecchio emozionato questa sera. Come ho detto all’inizio della serata, sembra incredibile aver raggiunto un traguardo così importante. Quando ho cominciato avevo solo 21 anni, e mai avrei immaginato che in pochissimo tempo la mia azienda potesse diventare una delle più potenti degli Stati Uniti d’America, e per la realizzazione di questo sogno e il raggiungimento di questo obiettivo è doveroso fare alcuni ringraziamenti. Innanzitutto voglio ringraziare la mia famiglia che ha sempre creduto in me e mi ha sempre appoggiato, voglio ringraziare in generale tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno dato fiducia, nonostante la mia giovane età. Voglio ringraziare chi negli anni mi ha corretto, facendomi capire i miei errori e dandomi consigli. Voglio ringraziare i miei meravigliosi dipendenti, a partire da chi mi sopporta in ogni minuto della giornata: Andrea, Ros, Jason, Olivia, il reparto sicurezza, il reparto informatico, l’ufficio stampa, fino ad ogni singola persona che contribuisce ogni giorno a rendere la GEH quello che è oggi, nonostante talvolta il nostro lavoro non sia così semplice.
Voglio ringraziare mia moglie e i miei figli, il senso della mia vita, che mi rendono ogni giorno un uomo migliore, che sopportano i miei malumori quando sono particolarmente stressato, che ogni giorno mi accolgono con il loro amore e i loro sorrisi quando rientro a casa, e posso assicurarvi che non esiste un’accoglienza più bella.
Infine, voglio ringraziare proprio la Grey Enterprises, perché in dieci anni mi ha dato tante soddisfazioni, ma soprattutto, perché proprio grazie a lei ho conosciuto la donna della mia vita.
Spero che questo traguardo sia solo il primo di tanti altri, al fianco di tutti voi.
GRAZIE!” e sull’ultima parola alzo il bicchiere.
Dopo un lunghissimo applauso e l’ennesimo brindisi, Ana mi abbraccia forte, e dopo di lei i miei genitori, entrambi molto emozionati.
“Siamo fieri di te Christian” dice mio padre.
“Ricorda sempre che sei un ragazzo eccezionale” mia madre mi prende il viso tra le mani e mi da un bacio sulla fronte, facendo emozionare anche me.
Quando, poco dopo, Phoebe si sveglia di nuovo, ne approfittiamo per scattare qualche altra foto, e mentre fisso l’obiettivo, con la piccolina tra le braccia e mia moglie e il mio cucciolo dall’altra parte, riesco, per qualche istante, a sentirmi fiero di me stesso.
 

Angolo me.
Buonasera splendide fanciulle!!
Vi chiedo scusa per avervi fatto aspettare un po’, ma diciamo che ho avuto un piccolo blocco; scrivevo piccoli pezzetti e non riuscivo ad andare avanti, nonostante avessi la trama chiara in testa. In compenso, però, ho scritto il capitolo più lungo fin’ora (ben 19 pagine! Solitamente la mia media è sulle 13-15).
Finalmente la famigerata festa della GEH, e, come alcune di voi avevano intuito, è riapparsa la strega, pronta a far vacillare le certezze e la serenità di Christian.
Non vi nascondo che inizialmente avevo pensato ad un crollo di Ana, però poi mi sono detta: e se per una volta fosse Christian ad avere dei dubbi e ad aver bisogno di rassicurazioni??
Per il resto, come sempre, momenti quotidiani tra i nostri protagonisti, che sono i miei preferiti come sapete.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, e se vorrete farmi sapere la vostra opinione, ne sarò super felice come sempre.
Ancora mille volte grazie a tutte voi che leggete, seguite e recensite la storia.
Siete fantastiche!!
A presto fanciulle, un abbraccio.
Mery <3
 
 
   
 
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