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Autore: Songbird97    01/08/2016    1 recensioni
La travagliata storia d'amore tra Cullen e l'Inquisitore durante il tempo di guerra che vede minacciato tutto il Thedas. Vi è attrazione tra i due ma essi desiderano cose diverse e ciò li porterà a conoscersi e ad intraprendere un viaggio di incertezze e insicurezze, oltre che a collaborare per sconfiggere il famigerato Magister Corypehus e il suo scagnozzo Samson. La storia contiene variazioni rispetto al videogioco per scelta personale.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blackwall, Cullen, Inquisitore, Josephine Montilyet, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Note:
Chiedo scusa per il lunghissimo ritardo nel proseguire la storia! E chiedo scusa  già in aticipo per il fatto che questo nuovo capitolo sarà piuttosto breve, ma ho intenzione di essere più veloce nello scrivere gli altri capitoli. Sono alle prime armi, per cui recensioni e critiche, anche negative, sono bene accette: non posso fare altro che imparare. Buona lettura!



“Secondo voi, cosa sta trattenendo l'Inquisitore per così tanto nello studio del Comandante?”, Cassandra diede voce alla domanda che in quel momento occupava anche le menti del Toro di Ferro e di Dorian. Erano ormai trascorsi parecchi minuti da quando Lavellan si era diretta dal comandante Cullen e il gruppo stava iniziando a preoccuparsi: cosa poteva essere di così urgente da far attendere la loro missione all'Accesso Occidentale?

“Andiamo, Cercatrice, non ditemi che non siete al corrente dell'intimo colloquio che l'Inquisitore e il Comandante hanno avuto ai primi istanti dell'alba”, rispose Dorian con un ghigno malizioso, al fine di lasciar bene intendere ciò a cui alludeva. Cassandra sgranò gli occhi alle sue parole e lo guardò perplessa ed incredula.                                
“Non direte sul serio? Ciò che dite è impossibile ed alquanto assurdo!”
“E perché mai?”, intervenne il Toro, “non vedo come possa essere una notizia così sconvolgente. Io avevo puntato sul Custode, però”, rivolse quest'ultima frase al mago.
“Oh, dici davvero? Io sul comandante. E sembra che sia in vantaggio, non ti pare? D'altronde io non sbaglio mai, eheh!”. Dorian si accarezzò i baffi ed il mento con fare sicuro e quasi arrogante.
“Si può sapere di cosa state parlando?! Puntato su cosa? E cosa c'entra il Custode Blackwall con il colloquio tra l'Inquisitore ed il comandante?”, Cassandra sembrava non cogliere affatto il senso del discorso tra gli altri due agenti dell'Inquisizione.

Il qunari ed il mago del Tevinter la guardarono increduli del fatto che lei seriamente non avesse mai colto l'intesa e l'interesse che Lavellan aveva mostrato sia nei confronti di Cullen che di Blackwall: era ormai il triangolo più conosciuto tra le mura di Skyhold, tanto che si era iniziato anche a scommettere su chi l'Inquisitore avesse infine scelto come partner; c'era, inoltre, chi addirittura tra i più audaci aveva puntato i propri soldi sul triangolo stesso. Era diventato, insomma, un ottimo espediente per trascorrere il tempo e per capire che ci si poteva divertire nonostante la minaccia persistente di Corypheus e dello Squarcio nel cielo.
Fu Dorian a tentare di spiegare alla Cercatrice l'intera faccenda e, non appena ebbe finito, quest'ultima rimase ancora più perplessa, non sapendo nemmeno come reagire e rispondere. Nel frattempo il mago si rivolse nuovamente al qunari:
“Ora avresti la cortesia di spiegarmi cosa ti ha convito a puntare sul Custode? É palese che il Comandante è sicuramente un'opzione migliore per l'Inquisitore, con quel suo essere così sexy e tormentato.”
“Punti validi i tuoi, Tev, ma l'alone di mistero del Custode è senza dubbio più eccitante per l'elfa, senza parlare poi del prestigio di cui godono i Custodi: sono degli eroi pronti a sacrificare la propria vita per salvare l'intero Thedas dai Flagelli, pronti ad affrontare un'orda infinita di Prole Oscura e l'Arcidemone che ti ricordo essere un drago assai potente. Questo eccita le donne e l'Inquisitore è comunque una donna, dico bene?”

I due continuarono la loro botta e risposta dirigendosi verso il grande cancello di Skyhold, lasciando la Cercatrice nel cortile che ancora stava metabolizzando tutte quelle informazioni. Fu allora che venne raggiunta da Charleene, finalmente pronta a partire.

“Inquisitore, spero che ora sia tutto in ordine per l'inizio della nostra missione?”

Chaleene non sembrò sentire le parole di Cassandra, tantè che si limitò a sistemarsi arco e faretra in spalla, dirigersi verso il Toro di Ferro e Dorian, i quali, vedendola arrivare, avevano prontamente smesso di parlare della scommessa, e dire senza distogliere lo sguardo dalla strada: “Andiamo a chiudere qualche dannato squarcio!”
“Mmm, sembra che il colloquio non sia andato poi così bene. Non ricordo di aver mai visto l'Inquisitore così scossa”, Dorian sussurrò questo al Toro prima che anche il resto del gruppo si mettesse in marcia dietro a Lavellan.

In lontananza, e più precisamente dalle stalle di Skyhold, il Custode Blackwall osservò l'intera scena, specialmente da quando vide giungere l'Inquisitore, notando chiaramente da dove lei fosse arrivata: non gli era infatti sfuggito il fatto che l'elfa si fosse diretta nello studio del Comandante per chissà quale ragione, ma ciò gli causò comunque un senso di fastidio. Tuttavia non poté che allontanare tale sensazione poiché ben sapeva cosa avesse detto all'Inquisitore la sera prima, di come lui l'avesse rifiutata, pur riconoscendo la bramosia di averla sua e sua soltanto, e della reazione brutale di lei. Blackwall si ricordava ancora molto bene di come gli occhi turchesi di lei si sentirono feriti dalle sue parole e di come divennero lucidi, nonostante i tentativi di Charleene nel nasconderlo. Il Custode odiava averle provocato una simile reazione e per questo si sentì attanagliare dal rimorso e dal pentimento di averla ferita così, ma sapeva che era stata la scelta migliore e l'Inquisitore, col tempo, lo avrebbe capito. Se si fosse lasciato prendere dalla passione, le cose non avrebbero fatto altro che peggiorare, farsi più complicate, e di certo Blackwall non poteva distogliere Charleene dal suo dovere di Inquisitore e dal suo cruciale ruolo nello sconfiggere Corypheus.
Sì, lei lo avrebbe capito prima o poi, ne era certo: lei era abbastanza saggia ed arguta. Tuttavia, il dover rinunciare a quel magnifico corpo, così sinuoso ed elegante, seppur segnato da qualche cicatrice, reduce di molti scontri, a quel bellissimo volto, dai lineamenti morbidi e decorato così bene come solo i Dalish erano in grado di fare, a quegli occhi stupendi che avevano la capacità di attrarlo come non mai, intristiva non poco il Custode. Ecco a cosa dovette dire di no, o meglio, ecco cosa il suo orrendo passato l'aveva costretto a dire di no. Blackwall credette di aver trovato una fonte di riscatto e un espediente per dimostrarsi migliore nell'Inquisizione, ma non era così.
Perché non l'avevano informato dell'estrema bellezza e sensualità dell'Inquisitore?

Perché?!

Il Custode continuava a rimuginare su questo, mentre uno scatto d'ira prese il sopravvento ed egli colpì con forza i pugni sul tavolo, facendo quasi cadere il bellissimo grifone di legno che stava minuziosamente intagliando. Una brezza di vento mattutina gli accarezzò i capelli e molto probabilmente fu la stessa che fece scivolare delicatamente un foglio di carta che si spostò dal restante mucchio per andare a posarsi accanto al volto di Cullen.

Egli si trovava ancora disteso a terra per colpa dello svenimento che quell'incessante mal di testa gli aveva causato. Pian piano riuscì a riaprire gli occhi e, lentamente e con fatica, riuscì a rialzarsi, cercando di ricordare cosa gli fosse successo. Non passò molto tempo prima che gli tornasse alla mente tutto quanto: la sua convocazione agli alloggi dell'Inquisitore, la confessione di lei, il loro breve scambio di effusioni, il suo rinuncio, un ulteriore colloquio con lei nel suo studio e, infine, il suo malessere. Ebbe giusto il tempo di ripensare a tutto questo ed a riprendersi quasi completamente, quando entrò un agente dell'Inquisizione con in mano un altro mucchio di rapporti:

“Ecco il resto dei rapporti delle pattuglie di ieri e degli approvvigionamenti di cui necessita l'esercito, Comandante.”
“Come? Oh, sì giusto. Bene. Appoggiali sulla scrivania e chiamami la Cercatrice Pentaghast.”
“Comandante, la Cercatrice è partita con l'Inquisitore per la missione all'Accesso Occidentale. Credo che non tornerà prima di una settimana o due.”
“Ah, sì certo, ne ero stato anche informato. Non importa, non è nulla di così urgente” - non ce la faccio solo più a sopportare questo dolore infernale - “Puoi andare.”
“Comandante”, si portò il pugno al petto e abbassò il capo, prima di andarsene.

Non appena fu nuovamente solo, Cullen si appoggiò alla scrivania, colpito ancora una volta da un fortissimo mal di testa. Il dolore era ormai insostenibile, ma doveva resistere!
Ancora una settimana o due, che sarà mai? Posso farcela. Devo farcela! Cassandra, una volta tornata, mi aiuterà.
Forse è meglio che lo riprenda di nuovo, altrimenti le chiederò di sostituirmi, non vi è altra soluzione.
Non lascerò che questo interferisca nell'importante compito dell'Inquisizione e Lady Lavellan non mi vedrà mai in questo stato.

“Lei potrebbe aiutarti. So che lo farebbe.”
Cullen sussultò nell'udire quelle parole inaspettate e nel vedere che Cole era comparso vicino alla libreria accanto alla scrivania del suo studio.
“Detesto quando fai così”, solo questo riuscì a dire, prima di distogliere nuovamente lo sguardo con l'intento di ignorare il ragazzo.
“Agonia. Dolore. É insopportabile. Non resisterò a lungo. Dovrei riprenderlo, ma sarebbe sbagliato. Aiuto. Salvezza. Conforto. Vorrei tenerla stretta a me per sentire il suo calore. Accarezzarla. Baciarla. Lei è mia. La voglio mia. Lei è-”
“Smettila di leggermi la mente! Ho già sopportato torture simili e non permetterò che anche qui, nell'Inquisizione, esse si ripetano! Lasciami in pace! Non ho bisogno che tu mi esponga i miei stessi pensieri. Pensi che non li sappia già? Va' ad “aiutare” qualcun altro!”

Cole si avvicinò al Comandante per sussurragli un'ultima cosa prima di andarsene:
“Quando torna, parlale. Lei sa cosa prova. Non lo sa dire, ma lo sa.”
“Come puoi tu-”, Cole era sparito e Cullen ebbe come la sensazione di star parlando con qualcuno, ma non ricordava chi esattamente. Ciononostante, percepì che il mal di testa si era fatto molto più lieve e si sentì la mente e il corpo più rilassati, permettendogli così di riprendere il proprio lavoro. Inoltre, finalmente si era convinto su una cosa: avrebbe discusso del proprio malessere con la Cercatrice, anche se sentiva in cuor suo che non era la persona più indicata per offrirgli aiuto. No, solo una poteva davvero farlo stare meglio e profondi occhi turchesi apparvero nella mente di Cullen.  

   
 
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