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Autore: Pandora86    02/08/2016    4 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
 
Capitolo 75. Scelta
 

“Immortali?”

La domanda di Lance riecheggiò nella stanza senza avere nessuna risposta.

Dopo essere usciti dall’appartamento di Perce, Lenn e Merlìha li avevano accompagnati a casa in un chiaro invito a introdurre un dialogo che sembrava pronto per essere affrontato.

Non avevano nominato Merlino, troppo cocente era stata la verità posta dinanzi ai loro occhi. Tuttavia, avevano parlato della pietra.

Il rubino rosso sangue nato a casa di Perce.

Cosa aveva rivelato a Merlino, padre di tutti gli oggetti, la pietra appena nata?

Cosa rappresentava in realtà, quella pietra? Perché apparteneva a Perce?

Lenn aveva scosso la testa sorridente dinanzi a questa domanda.

“Sì, Lance!” spezzò il silenzio Lenn. “Quella pietra è la rivelazione della vostra natura immortale” e sospirò.

“Non posso dire di esserne totalmente sorpreso…” cominciò Lance.

“Tuttavia, ti aspettavi che un simile destino riguardasse soltanto Artù.” completò per lui la frase Lenn.

“Ce lo aspettavamo tutti, in realtà. Almeno, questa era una delle ipotesi che abbiamo fatto in passato.” confermò il cavaliere.

“E l’altra, qual è?” domandò Lenn lasciando intuire di aver già compreso la risposta.

“Beh...” cominciò Lance titubante e Ginevra andò a stringere la mano del marito per dargli coraggio.

“Ipotizzavate forse che anche Merlino diventasse mortale, suppongo.” venne in suo soccorso Lenn e sia Lance che Ginevra annuirono con il capo.

“In realtà, pensavamo che l’immortalità di Merlino potesse essere collegata solo all’attesa del Re.” disse allora Ginevra.
“Tuttavia, sapevamo di allontanarci molto dalla verità” e sospirò.

“Vi piaceva credere a una cosa del genere perché volete molto bene alla persona in questione,” parlò allora Merlìha. “e pensare che il Re potesse sollevare il Mago dal fardello dell’immortalità vi dava conforto.”.

“Sapevamo anche di sbagliarci, però” si ritrovò ad ammettere Lance. “Visto e considerato che torniamo tutti da Avalon dove la Dama ci ha ben spiegato il perché della sua immortalità. Tuttavia, è difficile fare ipotesi su ipotesi senza una guida concreta.” concluse ripensando al dolore di Artù in tutti quegli anni di inutile ricerca.

“Adesso però il problema non si pone.” sorrise Lenn e Lance ridacchiò.

“Il problema adesso è che ci sono troppe cose da conoscere e non saprei nemmeno da dove cominciare se volessi fare un elenco. Inoltre,” e fece un istante di pausa per raccogliere le idee. “mi sembra di non avere le conoscenze adatte per affrontare determinati argomenti”.

“Beh,” lo consolò Lenn. “direi che siamo qui per questo! Da cosa volete cominciare?”.

“Forse, potrebbe essere più facile per voi parlare di Avalon e delle vostre ipotesi nel corso degli anni.” intervenne Merlìha sorridente andando a stringere la mano di Ginevra che annuì pensierosa.

“Non ricordiamo molto di Avalon, in realtà.” ammise la Regina. “Quello che ci è rimasto impresso sono gli insegnamenti.”.

“È abbastanza logico.” spiegò Lenn e, vedendo la perplessità sul volto dei due, riprese a spiegare.

“Vediamo come posso rendervelo più semplice...” e si prese un istante per riflettere mentre raccoglieva i suoi capelli in una coda.

“Io lo so.” intervenne Merlìha con aria vittoriosa, riuscendo a strappare un sorriso a tutti.

Lenn la guardò con dolcezza, ammirando la sua allegria e la sua spensieratezza che riusciva a scacciare anche la nube più minacciosa e il cielo più nero.

“Avalon è un luogo immateriale per gli esseri umani. Proprio come quello dei Guardiani” cominciò allora Merlìha in tono accademico. “E direi che, fin qui, ci siamo tutti.” e rivolse uno sguardo interrogativo agli altri che annuirono di rimando.

“Se io vi dicessi di ricordare un oggetto di Avalon, che so… il vestito della Dama. Riuscireste a farlo?” domandò ricevendo due paia d’occhiate perplesse.

“Coraggio!” li invitò con voce allegra. “Chiudete gli occhi e provate a ricordare uno dei vestiti della Dama.”.

Lance e Ginevra fecero quanto richiesto.

Passarono diversi minuti dove sia Lenn che Merlìha li videro concentrarsi, aggrottando sempre più la fronte.

Il primo a dare una risposta fu Lance.

“No, mi spiace!” ammise. “Non ci riesco.”.

“Nemmeno io.” gli fece eco Ginevra rivolgendo a Lenn e Merlìha uno sguardo preoccupato.

“Che significa?” chiese allora Lance aggrottando la fronte con aria pensierosa.

“Avalon è un luogo immateriale.” intervenne allora Lenn grato a Merlìha per aver fatto notare loro un particolare fondamentale con un esempio spiccio ed elementare.

“Voi ricordate la voce della Dama,” parlò allora Merlìha sorridente. “ma non riuscireste mai a ricordare un oggetto di quel mondo perché, quel mondo, ha una consistenza immateriale per l’essere umano”.

“E quindi la mente umana rifiuta a priori le immagini di quel luogo.” completò per lei Lenn.

“Voi, ad Avalon, eravate pura energia.” spiegò ancora Merlìha. “Se io ti dicessi di tracciare i contorni del fumo che esce da un comignolo, ci riuscireste?” chiese allora.

“Ovviamente no!” rispose allora Lance cominciando a capire la verità.

“E se vi chiedessi di tracciare dei contorni al fumo immaginandolo nella vostra mente, ci riuscireste in quel caso?” domandò allora Lenn e stavolta fu Ginevra a rispondere.

“Nemmeno in quel caso, suppongo ci riusciremmo. A meno che…” e si interruppe, indecisa su come continuare.

“A meno che il fumo non stia fermo!” intervenne allora Lance con foga completando il discorso di sua moglie.

“Ma è possibile una cosa del genere?” chiese allora Lenn. “Per il mondo umano, intendo”.

“Beh… no!” rispose Lance.

“Nella vostra mente, il fumo si muoverà sempre.” e stavolta a parlare fu Merlìha. “Questo avviene perché la mente cerca di richiamare in modo più particolareggiato possibile quello che gli occhi rivelano”.

“Tuttavia, la vista umana vede ma, molto spesso, non coglie e quindi risulta inesatta in molti casi.” concluse Lenn.

“Ed è questo che avviene ad Avalon.” costatò allora Lance.

“Beh, più precisamente, direi che Avalon, e lo stesso mondo dei Guardiani, ha una consistenza simile a questa. Una consistenza che, a differenza de fumo però, non riuscireste mai a vedere.” e vide nuovamente lo smarrimento negli occhi di Lance e Ginevra.

“Ora mi spiego meglio, non temete.” li rassicurò e si voltò perplesso verso Merlìha che aveva cominciato a sbuffare.

“Hai qualcosa da dire?” le chiese gentile e Merlìha, di rimando, gli fece una linguaccia.

“Non puoi tirare in ballo la fisica nucleare per spiegarglielo.” lo rimproverò. “E non dire che non stavi per tirare fuori qualche formula strana.” e gli puntò l’indice conto.

“Lo ammetto” rise Lenn. “Tuttavia, non si sarebbe trattato di fisica nucleare, non è di questo che si occupa quella materia ma di elettrom-"

“Sì, va bene, non interessa a nessuno in realtà!” interruppe il suo sproloquio Merlìha. “Loro non sono scienziati e non stai facendo una conferenza. Ora ci penso io” e batté le mani allegramente.

“Dunque, dicevamo… ho perso il filo!” e fece un istante di pausa. “Ah sì, perché non riuscireste a vedere Avalon. Eravamo rimasti al fumo… Forse è stato un esempio sbagliato” e si prese il mento fra le mani con aria pensierosa.

“No,” ci pensò su, “in realtà l’esempio è stato calzante perché vi fa capire quanto la mente sia soggetta a quello che vedono gli occhi e quindi, in base a ciò, poco particolareggiata. Ora,” e fece una pausa ad effetto “se io vi chiedessi di vedere il suono, ci riuscireste?” chiese, stavolta terminando i suoi borbottii e rivolgendosi a Lance e Ginevra che, troppo occupati a seguire il
ragionamento, rimasero perplessi.

“Coraggio, non è una domanda trabocchetto” li invitò a rispondere Merlìha. “Riuscite a vedere il suono?” e ricevette una risposta negativa con il capo da entrambi.

“Eppure, il suono è un’energia, proprio come la magia, o come la luce, se preferite” e sorrise.

“Fisicamente, per voi un’umani, ha un andamento a forma di onda” non riuscì a trattenersi Lenn. “Il suono viaggia velocemente con movimenti ondulatori in quella che potremmo definire aria e quindi-”

“E quindi credo che loro abbiano capito lo stesso!” lo interruppe nuovamente Merlìha scuotendo il capo con rassegnazione.

“Tra lui e Gabriel non so chi fa più a gara per fare lo scienziato” sospirò rassegnata.

“Quindi, cosa ne deducete da questo?” domandò poi rivolta a Lance e Gwen.

“Che i nostri occhi non riescono a vedere il suono” rispose Lance sicuro avendo capito dove conduceva il ragionamento. Il cenno d’assenso dei due lo spinse a continuare.

“Solo perché non lo vediamo, non vuol dire però che non ci sia!” continuò. “Sono i nostri occhi che non sono in grado di vederlo!”.

“Ad Avalon avevamo una consistenza che ci permetteva di vedere gli oggetti che ci circondavano” intervenne allora Ginevra.

“Una volta tornati umani, abbiamo perso questa capacità” e guardò Merlìha aspettando conferma delle sue ipotesi.

“Ad Avalon non avevate 'occhi' che vi permettevano di vedere” confermò allora Lenn. “Vivevate sotto forma di energia. Ma come potrebbe la vostra mente ricordare un qualcosa che i vostri occhi non hanno mai visto? Perché, in forma umana, è impossibile vedere il viaggio che compie la luce o il suono. O, se preferite, quello della magia”.

“Quindi, per questo ricordiamo solo i discorsi” comprese Lance.

“Gli insegnamenti sono stati impressi nella vostra mente sotto forma di suono, quindi, ricordate la voce della Dama e i discorsi tra voi. Tuttavia, riuscireste a ricordare l’aspetto di Artù o di qualcun altro, quando eravate in quel mondo?” e Lance e Ginevra scossero nuovamente il capo in segno di diniego.

“E se io vi dicessi che anche i Guardiani hanno più o meno la stessa consistenza?” chiese allora Lenn.

“Ho capito!” esclamò allora Lance.

“Voi, da Guardiani, apparivate esattamente così” e Lenn e Merlìha annuirono. “Tuttavia, eravate impalpabili per gli esseri umani. Essere sotto forma di energia, non significa non…”

“Non significa non avere la forma di un corpo distinto!” completò per lui la frase Lenn.

“Probabilmente, avevamo lo stesso corpo di ora. La forma almeno!” disse allora Lance.

“Beh, questo non è propriamente esatto, non per voi almeno” lo corresse Lenn.

“Voi, ad Avalon, nella vostra prima visita, avevate una forma di energia percepibile agli occhi da chi abitava quel mondo” cercò di essere più chiara Merlìha.

“Ma questo, perché era la vostra prima visita e la vostra mente non sufficientemente evoluta per ricreare la forma di un corpo”.

“Tuttavia, ci stai dicendo che, con una mente evoluta, sarebbe possibile fare una simile cosa, giusto?” chiese allora Lance e Lenn annuì.

“Merlino è in grado di fare ciò” spiegò allora. “I Guardiani hanno una consistenza corporea per fare ciò”.

“È questa la differenza quando parlate di menti, vero? Voi ricordate Avalon e gli oggetti di quel mondo indagò allora Lance”.

“Beh, non dimenticare che Avalon ha la stessa consistenza del nostro mondo d’origine” gli fece notare Lenn.

“Anzi, Avalon è un’estensione, infinitamente piccola del nostro mondo. È un portale, creato a immagine delle nostre leggi fisiche”.

“Quando siete diventati esseri umani, allora…” Parlò allora Ginevra.

“Non abbiamo perso i ricordi visivi del nostro mondo, né modificato la nostra mente. Per questo il processo è stato estremamente pericoloso sia per noi che per il mondo che ci ha ospitato” concluse per lei Merlìha.

“Ma a cosa ci porta sapere la nostra forma ad Avalon o quella che avremmo potuto assumere?” chiese allora Lance e Lenn si fece serio.

“Assumere una forma anziché un'altra sta a significare il controllo dell’individuo sulla propria mente. Per voi, avrebbe potuto essere estremamente facile assumere la forma del vostro corpo perché, più che altro, si sarebbe trattato della forma che la vostra mente ricordava”.

“Tuttavia, questo non è avvenuto e suppongo sia fondamentale sapere il perché” disse allora Lance.

“Voi eravate ad Avalon in una forma di stallo e in una fase di apprendimento” fece notare allora Lenn. “Aggiungo, inoltre, che è fondamentale che voi capiate questi concetti” disse serio.

“La pietra…” esclamò allora Lance. “La pietra nata a casa di Perce…”

“La pietra che ha un potere uguale al nostro” disse allora Lenn e fece un istante di pausa.

“Un potere che permette di tornare ad Avalon.” sussurrò allora Lance sentendo le sue ipotesi divenire certezza. Perché altrimenti parlare della forma da assumere in un mondo quando, in quel mondo, non si ha più necessità di fare ritorno?
Vide Lenn annuire lentamente e sospirare.

“Un potere che permette di tornare ad Avalon.” ripeté lentamente il Guardiano. “Oppure, che permette, allo stesso modo, di accedere al mondo dei Guardiani”.
 
 
***
 
 
“Immortali” sussurrò Gwaine non riuscendo a credere alla conclusione cui era arrivato.

Il silenzio aleggiò nella stanza per molti minuti.

Da un lato, c’era Kyle che, seduto in poltrona a mani giunte e gambe incrociate, fissava attento l’uomo che aveva di fronte, quasi come se si stesse concentrando al massimo per seguire tutti i ragionamenti che avvenivano nella sua mente, e dall’altro c’era Gwaine che non sapeva come approcciarsi a questa nuova scoperta.

In passato, lui e gli altri, avevano spesso parlato dell’immortalità. Artù, che finalmente conosceva la vera identità di Merlino, era il predestinato – almeno secondo la teoria spiccia di Gwaine – e l’unico che avrebbe avuto accanto al Mago il privilegio, ma anche il fardello, di una vita immortale.

Che accidenti era tornato a fare, d’altronde, se aveva a disposizione solo una misera manciata d’anni?
 
Il problema di Artù, in quest’era, era stato infatti solo quello di cercare il Mago e nient’altro. Artù, nell’intimo del suo cuore, si era già preparato ad una vita immortale.

Lui, invece? Beh, non si era mai posto il problema. Aveva sempre vissuto alla giornata, affrontando i problemi di petto, qualora si presentavano, e senza porsi inutili perché.

Beh, alla luce delle scoperte di quella sera, Gwaine rifletté che – almeno riguardo quell’argomento – qualche domanda avrebbe fatto bene a farsela.

Perché era impossibile, anche per una persona dalla mente elastica come la sua, accettare una cosa del genere – piovuta dal nulla e senza alcuna preparazione – facendosi una bella risata e scrollando le spalle con indifferenza.

Era difficile dire quello che provava; per il momento, stava ancora cercando di assimilare la cosa nella sua enormità.

Lui non era uno stregone! Lui non capiva nulla di queste cose!

Non che la notizia fosse stata brutta solo… non era una cosa da niente, quella, maledizione!

Anche Kyle, poi, che se ne usciva con quelle cose con la stessa leggerezza di chi parla del tempo.

Quasi come se lo stesse mettendo alla prova!

“Puoi scegliere!”.

All’improvviso, il silenzio fu interrotto dalla voce di Kyle che lo strappò dalle sue riflessioni.

“Come?” chiese Gwaine, certo di non aver capito bene.

“Ho detto che puoi scegliere!” ripeté Kyle fissandolo attentamente. “C’è sempre una scelta”.

“Scusa, ma proprio non capisco!” sbottò Gwaine battendo il pugno sul ginocchio. “Hai detto che siamo fuori dalla…” e cercò di ricordare le parole esatte, “linea temporale e storia” e lo guardò storto incrociando le braccia con disappunto.

“Vero” confermò Kyle facendo cenno con la mano all’altro di tacere, interrompendo così a priori le proteste. “Perché così come hai deciso di tornare, puoi anche andartene di nuovo!” e lo scrutò attento.

Gwaine lo guardò a bocca aperta, la mano alzata verso di lui, in un gesto interrotto a metà.

Gli occhi si assottigliarono, fino a che parlò nuovamente.

“Perce, quindi…” e guardò Kyle che sorrise beffardo prima di rispondere.

“Perce ha scelto di restare”.
 
 
Continua…
 
Note:
 
Dunque, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato.
Da qui in poi, compariranno più personaggi alla volta – a parte i capitoli riguardanti Merlino e Artù – e ci saranno sempre più spiegazioni che verranno da vari personaggi e compariranno poco a poco.
Il puzzle si comporrà poco alla volta e spero che vi piaccia questo tipo di struttura. Specifico inoltre che le informazioni date da Lenn sono fondamentali per la comprensione dei capitoli futuri, soprattutto la parte riguardante Perce.
 
Come sempre, attendo i vostri pareri, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Un grazie speciale a chi mi manifesta, puntualmente, il suo appoggio alla storia e alla mia insostituibile beta, hikaru83, che riesce a tenermi in riga con la sua incrollabile pazienza.
Nel frattempo, ringrazio anche tutti i lettori silenziosi e chi è giunto fin qui.
 
Alla prossima,
 
Pandora86
  
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