Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: NeroNoctis    03/08/2016    2 recensioni
Jimmy è quello che la società definisce come pazzo, disadattato e persona da evitare. Convive da sempre con una voce nella sua testa, voce che lo fa impazzire e lo spinge a commettere azioni deplorevoli. In un contesto fatto di sesso, droga,violenza ed omicidi apparentemente slegati tra loro, dove Jimmy è vittima e nemico di sé stesso, riuscirà a prendere in mano la sua vita ed uscire dal casino in cui vive?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chiedetevi se siete felici e cesserete di esserlo.
-John Stuart Mill


 

Jimmy era seduto sul pavimento, spalle al muro e sguardo perso nel vuoto. Aveva passato la notte in quel modo, non chiudendo tuttavia occhio. Aveva un gran male alla testa, dovuto ai troppi pensieri e al susseguirsi di quella fastidiosa voce, scomparsa dopo qualche tempo fortunatamente. 

Il gocciolare del sangue sul pavimento lo teneva concentrato, mentre, abbassando lo sguardo, vide la sua mano sinistra ricoperta di quel liquido rosso che precedentemente sgorgava dentro di lui, mentre la mano destra reggeva il coltello che aveva recuperato tempo prima.

Aveva stretto la lama di quell'utensile fino a tagliarsi, ma quel dolore non gli dava fastidio, era quasi lenitivo per lui. Tutto era migliore di sentire quella voce dentro la sua testa, quella voce che lo faceva diventare matto. L'unica cosa fastidiosa di quei diversi tagli sul palmo della mano era quel maledetto pulsare, se solo avesse potuto si sarebbe reciso di netto il polso. 

Ripensò quando sua madre da piccolo gli ripeteva di non correre con le forbici in mano, ma cosa voleva saperne quella sottospecie di genitore? Il dolore fisico era una via di fuga, un'arte dove ricercare la felicità.

Non che esistesse, la felicità. Secondo Jimmy era qualcosa di così effimero da essere inesistente. Si poteva essere contenti, ma mai felici. La felicità... una meta da inseguire ma mai raggiungere. L'uomo è solito prefissarsi determinati obiettivi, ma quando li raggiunge ecco che ne spunta un'altro subito dopo. Nessuna felicità, nessun modo di godersi il poco che si ha.

O forse era godersi la propria vita senza troppe pretese essere felici? Jimmy non sapeva dirlo con certezza, dato che i pochi momenti in cui provava quella strana sensazione svanivano subito dopo. Era contento o felice? Chissà. Almeno passare il tempo ad assumere droghe lo distraeva da quei pensieri, così come il dolore fisico, che lo distraeva da quella maledetta voce nella sua testa, voce che l'accompagnava sin da quando era un bambino.

Inizialmente la gente pensava che fosse solo un amico immaginario, poi col tempo le voci cambiarono, etichettandolo come pazzo. Ma cosa potevano saperne loro? Era il mondo ad esser pazzo, non Jimmy. Un mondo che parla senza sapere, un mondo che è frutto del consumismo e si divide in bianco e nero, un mondo che vive secondo determinate regole ed ha paura di dire la propria opinione, quella era pazzia. 

Forse erano loro a meritare quella voce incessante.

Jimmy scattò in piedi, afferrando il cellulare dal comodino, non prima di aver lanciato uno sguardo inespressivo alla ragazza priva di vita nel suo letto. Non ricordava di averla uccisa, ma l'essersi ritrovato sporco di sangue e con un coltello in mano non poteva che essere una prova, ma ormai era accaduto e non si poteva risolvere.

La disgraziata aveva la gola tagliata, così come i polsi e parte delle braccia. Era piena di sangue, mentre il suo viso era deforme in una smofia, mentre il letto era completamente rosso. Doveva trovare un modo di pulire quelle lenzuola e liberarsi di quel cadavere senza dare troppo nell'occhio, ma adesso non ne aveva voglia.

Controllò l'ora nel cellulare, che segnava le 12:41 del 29 luglio. Il giorno del suo compleanno era praticamente iniziato con una Red Velvet sul letto... andata a male per altro. Beh, poco importava per il momento, aveva dopotutto una festa a cui partecipare.

Andò a farsi una doccia per pulirsi dal sangue e dall'odore acido del sudore. L'acqua scivolò lungo tutto il suo corpo, lavando via anche l'enorme quantità di matita che aveva sugli occhi. Non sapeva bene perchè ne usava così tanta, forse non sapeva neanche il motivo per cui la usava, ma si piaceva in quel modo. La prima volta che provò quello stile fu a casa della madre, che non approvò per nulla, come sempre.

Quella donna era una completa rottura, aveva sempre da dire e, quando teneva la bocca chiusa probabilmente stava prendendo in bocca altro, qualcosa di qualche sconosciuto o di Brad, quel suo fidanzato che rappresentava in pieno l'idiota americano. Il classico che fa parlare prima le mani e poi la bocca, ma a lei piaceva così... ed era Jimmy ad essere etichettato come pazzo. 

Tornò in camera, completamente nudo e osservandosi allo specchio, mentre dietro di lui il cadavere faceva capolino sul letto, rendendo tutto estremamente inquietante e con un tocco di umorismo. Pensò che un necrofilo avrebbe pagato per essere in quella situazione, ma fortunatamente non aveva molta passione per i cadaveri, eccetto per quelli animali con cui si potevano fare alcuni piatti davvero niente male.

Mentre continuava a gocciolare, si avvicinò all'armadio, osservando la miriade di abiti monocromatici che vi teneva dentro: tutto nero. Aveva qualcosina di diverso colore, ma erano così pochi da non vedersi neanche. Afferrò un paio di jeans neri (stavolta senza buchi) e una maglia grigio topo con qualche teschio sopra. La passione per i teschi gli era nata di recente, almeno un paio di anni, accorgendosi di trovarsi tremendamente a suo agio con quello stile, quindi perchè non riempirsi il guardarobe di teschi, scheletri e colori scuri? Un mix perfetto.

Indossò quei vestiti, cercando successivamente le sue scarpe: un modello di Converse nere con la A di Anarchia stampata in rosso fuoco, mentre la scritta I don't care decorava il tutto, scritta che rappresentava anche la sua filosofia di vita, dopotutto.
Una volta allacciate anche quelle, si premurò a fasciarsi la mano per poi lasciare l'abitazione, lasciando il cadavere di Ashley sul letto, noncurante di tutto.


Passarono diverse ore e finalmente arrivò a casa di Martin, uno dei tanti membri del gruppo, dove usavano riunirsi sotto un ponte abbandonato e fare praticamente ogni cosa in quel luogo. Una volta entrato in casa di quello che poteva essere un amico, si guardò intorno, mentre la musica assordante riempiva le sue orecchie e il suo cervello, mentre l'odore di erba inebriava i suoi sensi. 

Tutti quei ragazzi formavano un ammasso informe di braccia e gambe che si muovevano a ritmo di musica, mentre altri erano appartati in angolini a fumare o farsi di qualunque altra sostanza esistente. Incrociò lo sguardo di diverse persone che lo salutarono alzando una bottiglia di birra e gli urlavano frasi sconnesse e di auguri, mentre lui si avvicinava al tavolo e prendeva qualcosa da bere, sorridendo a tutto quelle che gli si parasse davanti. Afferrò una bottiglia di birra e la mandò giù, dimenticandosi di qualunque cosa.

Si avvicinò ad un gruppo di ragazzi che ridevano e parlavano di qualcosa osservando un cellulare, così da capire il motivo dietro quelle risate. Una volta visto quel cellulare, capì subito: era un video porno.
«Guarda qua Jimmy. La troia sa darsi da fare.»
«Chi è?» chiese lui, sorridendo e sorseggiando ancora la sua birra.
«Una della zona» rispose un altro, che aveva praticamente la stessa faccia del tipo del video, cosa che bastò a Jimmy per fare due più due «una così ingenua da non aver capito che volevo solo una sana scopata. Le ho dato qualcosina per renderla docile et voilà, video per tutti. Non gratis ovviamente, sono cinque dollari.»

Molti di quei ragazzi misero mano al portafoglio, aprendo un vero e proprio commercio di video a luci rosse. Durante quello scambio di video e denaro, Jimmy sentì un tocco sul collo, cosa che lo fece girare. Davanti a lui una ragazza con capelli a caschetto lo guardava con un sorriso malizioso. Se c'era qualcosa che Jimmy amava più della birra alle feste, erano le ragazze così estroverse, quelle ragazze che ti suggerivano tutto solo guardandoti dritto negli occhi. Jimmy la tirò a sé, baciandola con passione, mentre da lontano gli occhi di un'altra ragazza lo guardavano con uno sguardo così pieno di odio che avrebbe intimorito chiunque. Forse era il caldo, forse la birra o ancora la visione di quella ragazza darsi da fare in quel video, ma sentiva proprio il bisogno di mettere le mani su una ragazza.

Tra un bacio e l'altro, Jimmy notò quella ragazza che lo scrutava da lontano, così lasciò la sua partner e si avvicinò a lei, con uno strano sorriso sul volto.
«Piaciuto lo spettacolo? Pensare che non hai neanche pagato il biglietto» disse Jimmy, avvicinandosi così tanto a quella ragazza da poter sentire il suo respiro sulla propria pelle, cosa che non capiva bene se lo infastidiva o meno. 

Lei indossava una maglia bianca e un paio di pantaloni neri, molto semplice per quel tipo di persone, anche se in verità, aveva il suo stile simile a quello di Jimmy. I suoi capelli erano biondi con diverse ciocche rosse, mentre i suoi occhi erano grandi e marroni. Era una bella ragazza, capace di attirare diversi sguardi, ma le sue maniere e il suo essere così ribelle allontanavano la stragrande maggioranza di loro, mentre i più audaci provavano, ricevendo diversi schiaffi, offese o risposte sarcastiche nel peggiore dei casi.

«Ma per favore, non ti stavo neanche guardando» rispose lei, tentando di distogliere lo sguardo dal ragazzo, senza riuscirci.
«Ti ho vista insieme a lui. Non mentirmi, so tutto»
«Abbiamo scopato, piaciuto lo spettacolo?»
Jimmy accennò un sorriso, visibilmente infastidito da quella frase, ma riuscì comunque a ritornare alla sua solita espressione neutrale e beffarda.
«Ripetimi ancora cos'ero per te, avanti. Ho voglia di ridere.»
«Solo un amico, qualcuno che ho amato. Una pagina da strappare.»
Jimmy rise ancora, baciò la ragazza e portò le sua labbra vicino all'orecchio di lei.
«Io non ti ho mai amata.»
Si allontanò da lei, guardandola con un misto di rabbia e qualcos'altro di indecifrabile, successivamente afferrò una scatola chiusa dal tavolo e uscì da quell'abitazione, dirigendosi altrove.


Arrivò nel luogo in cui lui e tutti gli altri si riunivano, quel ponte abbandonato che faceva da rifugio per le loro storie, problemi e discussioni da adolescenti, non che a ventidue anni potesse definirsi più adolescente ormai, ma preferiva non pensarci troppo, la vita era una sola e doveva essere vissuta a pieno.
Si sedette, osservando il tramonto in lontananza e aprendo quel pacco che aveva recuperato dalla festa, notando che era una mini torta con su scritto "auguri".

Sorrise, per poi mangiarla in completa solitudine, tentando di non pensare alla discussione avuta con la sua ex. Pensava che l'amore fosse qualcosa di bello, che faceva bene e mandava via tutti i problemi, che rendeva felici. Ma così come la felicità, neanche l'amore esisteva, entrambe le cose erano effimere ed evanescenti.

Tra un boccone e l'altro iniziò a canticchiare qualcosa, mentre il suo volto era illuminato dalla luce arancione del tramonto, conferendo a quel luogo pieno di rifiuti, graffiti, bottiglie vuote e residui di droghe o altro un aspetto quasi poetico. Quasi.

«Nobody likes you, everyone left you, they're all out without you. Havin'fun.»

Continuò a canticchiare quella strofa fino all'esaurimento, mentre il tramonto lasciava spazio alla luna e la voce nella sua testa prendeva il posto dei suoi pensieri.

«Auguri, Jimmy» sussurrò in modo stridulo quella voce e, successivamente, Jimmy perse conoscenza.
Una volta riaperti gli occhi si ritrovò di fronte una casa che non conosceva, mentre in mano stringeva una pistola. Non fece in tempo a chiedersi perché fosse lì che la voce gli diede tutte le risposte.

«Quella è la casa di un rinomato dottore. Entra, uccidilo ed esci come se nulla fosse. E dopo di lui, dovranno morire altri tre dottori, così da poter attuare la nostra vendetta. E dopo averlo fatto... i gemelli del Dottor Scott saranno le nostre ultime vittime. E' il volere del mondo, il volere di questo folle, folle mondo.»
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: NeroNoctis