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Autore: Veronica1989    03/08/2016    0 recensioni
[Attori vari]
Manhattan è la città più bella che Nina aveva mai visto.
Qui ha trovato la sua mamma dopo l'abbandono, un bel lavoro presso una pasticceria nel cuore della città e il suo amore per Frederick.
Ma tutto sta per cambiare nella sua vita.
L'arrivo di un inspiegabile uomo cambierà la solita routine di Nina stravolgendola e regalandogli emozioni romantiche che Frederick non gli donava; un uomo misterioso inciampa nella sua vita ormai scritta. Sarà proprio lui ad aprirgli gli occhi sulla sua vita priva di sentimento e gli farà provare a Nina cos'è il vero e unico amore che lei sono fin da bambina.
Amici unici e due famiglie alle prese con vita di tutti i giorni.
Vi farranno sentire come parte di loro e decorando ironicamente di essi.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Andrew Garfield, Emma Stone
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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-    CAPITOLO DUE    -

Il nuovo vicino
 
Delle dita tamburellavano a ritmo della musica jazz; i capelli biondi cenere venivano accarezzati dal vento pomeridiano. Gli occhiali neri coprivano gli occhi dal sole primaverile.
La macchina sportiva si fermò insieme ad altre vetture all’incrocio pedonale. Alcune passanti con pacchetti in mano lanciarono sorrisini ammiccanti all’ autista della macchina sportiva. L’autista sorrise senza dare un mino d’interesse e poi riprese il viaggio.
<< Pronto Mario.
Sono appena arrivato; dove ti trovi? >> disse all’auricolare l’uomo.
<< Ben arrivato a Manhattan signor Mich >> affermò il segretario.
<< Signor Mich?! Non sono mica mio padre! Mario, tranquillo; allora dove mi hai preso il “famoso appartamento”? >>
 
Nel frattempo Nina e Alex stavano passeggiando sul marciapiede e parlavano dell’incidente del ristorante della serata prima.
<< L’avrei strozzato >> inveì infastidito Alex.
<< Alex è capitato e basta. Non ho visto il tavolo dei dolci >>.
<< Non mi riferivo ai dolci. Allo scontro con il tavolo. Alla tua figuraccia davanti a tutti. >>
Nina guardava Alex mentre diventava pian piano rossa in viso, << Alex okay ho capito >>.
<< Scusa tesoro mi sono fatto trascinare dal racconto. Avanti ti accompagno a casa. Sali >>, la invitò a salire in macchina; la ragazza scese dal marciapiede si avvicinò alla portiera, la spalancò e si sedette in macchina.
Ma proprio in quel momento un Audi A5 marrone tranciò via la portiera della Smarth di Alex.
Nina rimase stupita e senza parole mentre Alex aveva assistito a tutta la scena. Incredulo.
L’Audi tornò indietro con la retromarcia si fermò bloccando tutta la colonna di macchine, che iniziarono a suonare il clacson << Ma sei pazza!>> urlò irritato l’uomo scendendo dalla vettura.
<< Scusa, io non … >> iniziò a balbettare.
<< Scusa un paio di palle. Hai visto che stavo arrivando >>
A dir la verità non ho guardato, pensò Nina rimanendo con un’espressione da pesce lesso.
<< Ehi! Pronto. Mi stai ascoltando?>> chiese lui battendo le mani davanti al viso di Nina.
Lei scosse la testa e annui con il viso colpevole, l’uomo poi continuò dicendo << Spero che la tua amica sia assicurata per questo tipo d’incidenti >>, sospirò toccandosi i capelli.
Nina scese di nuovo dalla macchina e disse con tono preoccupato << Penso di sì >>
<< Pensi di sì. Oddio, dove posso trovare la tua amica? >> chiese con tono nervoso lui.
Nina si voltò verso l’amico ma lui non era lì << Alex. Alex. >>
Ma dov’è finito?
Intanto Aaron guardava infastidito l’orologio argentato al polso << Senti, non ho tempo. Questo è il biglietto da visita del mio segretario, mettiti d’accordo con lui >> tirò fuori dal portafoglio scuro un biglietto da visita e glielo tese a Nina. Lei prese subito il biglietto e senza dire niente annui abbassando la testa per il disagio; l’uomo gli voltò le spalle, salì in auto e sparì nel traffico.
La ragazza fece il giro della macchina salendo di nuovo sul marciapiede e trovò Alex svenuto a terra.
<< Alex! >> urlo lei scuotendo l’amico.
<< Dimmi che sto sognando e la portiera c’è ancora >> disse con voce soffocata dalla tristezza; Nina strinse i denti e assunse un’espressione da colpevole.
Oddio.
<< Ma cosa dici la portiera c’è ancora >> mentì sarcastica; lei guardava il viso dell’amico. Alex si alzò in piedi e camminò velocemente verso la postazione del passeggero, all’improvviso un urlo esplose dalla sua bocca e lui si lasciò cadere a terra in ginocchio.
 
Il giovane si fermò con la macchina davanti all’ingresso del condominio.
L’adito era semplice: quattro vasi quadrati con dei cespugli circolari piantati, due colonne in mattoncini color mattone e un arco in ferro, verde smeraldo, incoronava la grande porta completa di vetrate.
Aaron scese dalla macchina e incrociò con lo sguardo un uomo in divisa da portiere;
<< Buon pomeriggio signor Mich. Ci penso io alla macchina >> rispose l’usciere alla domanda espressa dal viso dell’uomo.
<< Perfetto. Mi raccomando la macchina ha già avuto una giornataccia >> allertò lui allungando le chiavi. L’uomo si accorse del danno di milioni di dollari, prese le chiavi quasi intontito, salì sulla vettura ed entrò nel parcheggio del condominio; Aaron scuotendo la testa si voltò verso cinque scalini ed oltrepassò l’ingresso.
Uscito dall’ascensore luminoso, il signorino Mich si avvio per il corridoio. Infondo ad esso c’era ad aspettarlo un ragazzo sulla ventina basso e magrolino; capelli ben pettinati e un bel paio di baffetti appena spuntati.
Niente orecchini ai lobi, niente creste alla testa e neanche un tatuaggio.
Mario era il segretario di Aaron Mich già da diversi anni; efficiente e sempre ben vestito. Oggi era vestito in modo casual: maglioncino colore ecru e sui gomiti delle toppe marroni scure, jeans scuri con il risvolto per mostrare meglio lo stivaletto stringato in camoscio.
Aaron l’osservava mentre si avvicinava sempre di più e lui si accorse che l’assistente era impegnato in una movimentata telefonata.
<< No, mamma non ti preoccupare. Non lo perderò … >>
Lui era proprio dietro di Mario.
<< Problemi? >> affermò attirando l’attenzione su di sé; Mario si voltò subito in preda al panico << Certo che no; nessun problema, signor Mich >>, abbassò il cellulare lungo la gamba e si precipitò ad aprire la porta del nuovo appartamento del suo datore di lavoro.
<< Dopo di lei. >>
Appena l’uomo mise un piede all’interno venne investito da molta luce. Lui si guardò attorno e rimase molto soddisfatto, << BRAVO! Mario hai fatto uno splendido lavoro. >>
<< Ho comprato tre appartamenti come mi aveva detto. Poi ho chiamato gli operai e un architetto e per ultimo un designer. Ed ecco qui un attico >> affermò aprendo le braccia contento Mario. Il capo era rimasto colpito dalla rapidità del lavoro; era contento: niente più mare, genitori e nessuna ex-fidanzata invadente.
Ora poteva dire di vivere come voleva, << Bene signor Mich gli lascio le chiavi e le ricordo la riunione con gli investitori giapponesi. Lunedì mattina alle otto >>gli lasciò le chiavi accennò un sorriso e uscì.
Ah! Finalmente solo.
Pensò subito lasciandosi andare sul divano.
 
In quel momento Nina era inginocchiata ai piedi di Alex.
<< Non lo sapevo che stava arrivando una macchina. Alex perdonami ti prego >> implorava mentre sfregava le mani una contro l’altra.
<< Non l’avevo ancora finita di pagare, adesso rimani lì >> disse Alex guardando la Smart rossa fuori dalla vetrina del ristorante in centro.
<< Mi fanno male le gambe ti prego >> piagnucolò lei continuando.
Dopo lacrime e lamenti Alex fece sedere l’amica dolorante e ordinarono al cameriere; lui ordinò un’insalata di taco fatti di doritos, invece Nina ordinò la carbonara e da bere due semplici birre bionde.
Mangiarono tranquillamente; ogni tanto Alex la guardava male e lei cercava di nascondersi dietro il lungo bicchiere ma lo sguardo di Alex era troppo penetrante. Sembrava il personaggio dei fumetti della Marvell. Ciclope, uno degli X-Men; << Allora ne hai parlato con Frederick della scorsa sera? >> chiese Alex finendo di pulirsi la bocca col tovagliolo.
<< A dir la verità l’ho rivisto alla mattina >>
<< Eh! Come alla mattina? >>
Vuoi vedere che è stato da quella?! Pensò lui guardando sopra la testa rossa dell’amica seduta davanti, << Alex ehi cosa guardi? >> chiese Nina girandosi per seguire lo sguardo di lui.
<< Niente. Tesoro, niente >> intanto scuoteva la testa preoccupato per l’amica Nina e per quanto era ottusa.
 
  
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