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Autore: Snow_Elk    04/08/2016    2 recensioni
Che cosa hanno in comune un mercenario di Reilly e una predatrice ribelle? Niente, probabilmente si sparerebbero a vicenda ancor prima di chiedere "Ehi, hai una sigaretta??". Ma non è il caso di Jeff e Dave che, catturati dall'Enclave, si ritroveranno ad affrontare un viaggio lungo che li costringerà ad attraversare tutta la zona contaminata di DC. Tra incontri fuori dal comune, scontri all'ultimo sangue e disavventure di ogni genere i due scopriranno che la zona contaminata non è semplicemente una distesa in rovina, un monumento ai peccati dell'uomo, bensì un luogo che ha una vita propria e secondo alcuni...anche una coscienza.
NOTA BENE: questa è una storia scritta a 4 mani in cui io sarò il mercenario"Jeff" mentre madame_red_, l'altra scrittrice, interpreterà la predatrice "Dave". Qui potrete trovare il suo profilo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=141224
Speriamo che questo nostro esperimento vi piaccia.
Enjoy and stay close!
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Odissey in the Wasteland



Capitolo VI- I mercenari non hanno un cuore., vero?

Note dell'autore: E dopo le tanto ambite vacanze estive rieccoci qui con un nuovo episodio! Già, alla fine dopo esami di stato, esami universitari, esami del sangue ( what ?? ) e perfino un dannato GOAT ( double what?? ) io e Madame ci siamo rimessi all'opera e abbiamo sfornato il VI cap di questa storia. E' un episodio particolare, da parti di entrambi i protagonisti, e speriamo vivamente che vi piaccia. 
Speriamo come al solito che continuerete a seguirci e a sostenerci.
See ya e buona lettura!

Snow & Madame



Jeff Callaghan   
 
Torri del SatCom Array                                                                 4 Settembre 2275

 
 
Da quando avevano aperto quella dannata porta di metallo non ci aveva più capito un cazzo. Eppure fino a quel momento era filato tutto liscio: l’assalto alla torre satellitare, lo scontro con i predoni e la dipartita senza troppi dispiaceri o problemi. Da manuale.
Invece ora, che diavolo stava succedendo?
- Dave, Dave! Dannazione torna in te! – esclamò rivolto alla ragazza, continuando a puntare il fucile contro il fantomatico Zak, ma lei sembrava in trance, come traumatizzata.
Quella sottospecie di predone vestito come un pirata da discarica abusiva si era avvicinato senza troppi complimenti e aveva attirato la ragazzina a sé come fa il padrone con la schiava, e tutto ciò nella mente di Jeff non aveva senso e soprattutto era qualcosa che gli faceva andare di traverso lo stomaco e il resto delle budella.
 
- Lasciala andare – l’uomo sembrava troppo impegnato  a mangiarsi con gli occhi le grazie della predatrice per dargli attenzione – Lasciala andare o ti faccio saltare quel cappello del cazzo con tutto il cervello! – gli intimò, stringendo la presa sul fucile.
Il capo dei predoni sghignazzò. Lo trovava divertente?
- Udite udite! Ragazzi, l’avete sentito? Ah no, siete morti, li hai uccisi proprio tu... tu, chi cazzo sei tu? Un qualche paladino della giustizia? Un cavaliere? Ehi, non vedo nè il cavallo né l’armatura, che ti è successo? Te li hanno rubati mentre eri a cagare? – scoppiò a ridere in una grassa e irritante risata che riecheggiò nella stanza e nella torre ormai vuota, stringendo ancor di più a sé Dave che sembrava sempre più una bambola senz’anima.
 
Jeff si morse le labbra, come ogni volta che si trovava “nella merda fino al midollo”: era in uno stallo alla messicana, uno dei peggiori, con tanto di ostaggio, e la sua compagna di squadra sembrava essere andata in coma etilico e non reagiva in alcun modo. Fantastico.
- Non farmi incazzare, te lo ripeterò ancora una volta, lascia andare la ragazza – tentò di fare un passo in avanti ma Zak reagì prontamente puntando la canna di un revolver alla tempia della ragazza.
- Ah no no no no, fossi in te me ne starei lì come un bravo bambino. Come hai detto che ti chiami?  Nah, non mi importa. La vuoi sentire una bella storia? Certo che vuoi!- avrebbe voluto spaccargli la faccia con un badile ma finché Dave era in quello stato non poteva fare granché, doveva avere pazienza e aspettare il momento giusto.
- Ma prima perché non tiri giù quel ferro? Non vogliamo mica che la piccola Dave si faccia male, vero? –
- E se ti dicessi di no? Vuoi spararle? Fai pure, vediamo chi dei due è più veloce. Che ne dici? – sapeva che se avesse ucciso Zak lui nello stesso istante avrebbe ucciso Dave ma non poteva cedere terreno, se avesse gettato a terra il fucile sarebbe stato come sventolare la bandiera bianca e di solito con quella ti ci strangolano.
- Che colpo di scena! Abbiamo uno spavaldo qui! Se non avessi trucidato i miei uomini adesso starebbero ridendo, perché sei un coglione, te lo posso garantire! – mentre urlava quelle frasi agitava la pistola accanto alla testa della ragazza e con l’altra mano tentava di palparla come la peggiore delle bestie.
- Non dovevi raccontarmi una storiella? Avanti, tanto non abbiamo niente di meglio da fare! – lo incitò. “Avanti Dave, non posso distrarlo per troppo tempo, maledizione”.
- Oh, cazzo, hai ragione! Lo vedi questo bel bocconcino? Oh cazzo, l’ho cresciuta, capito? L’ho cresciuta! Era solo una piccola puttanella che non sapeva neanche tenere una merda di coltello in mano e che piangeva se vedeva un po di sangue o un arto mozzato. Ci credi? Ma che stronzata è?! – quel racconto, se si poteva definire tale, lo disgustava ma era l’unico modo per guadagnare qualche minuto e pensare ad una dannata soluzione.
 
Tutt’intorno a loro vigeva uno strano silenzio, intriso di tensione, e interrotto solo da un gocciolio incessante e da qualche cigolio metallico che si perdeva in lontananza, nel vuoto. Zak si era fermato, sembrava che si aspettasse una risposta.
- Già, una vera stronzata – rispose.
- Esatto! Ma io, Captain Zak, l’ho trasformata in una piccola macchina da guerra, una bestia assetata di sangue! Lo sai che una volta ha staccato un orecchio a morsi ad un mercante? E un’altra volta ha tagliato le dita ad un coglionazzo che vagabondava senza meta, una ad una. Cazzo se è stato divertente! Ma non mi sarei mai aspettato che potesse diventare un bel bocconcino, è da tanto che non mi becco carne fresca e questa lo è! – nell’esclamare quella frase la sua mano scivolò sotto i vestiti di Dave e la ragazza istintivamente gemetté, senza però reagire.
 
Quella scena, quel gesto, era troppo, non poteva più perdere tempo, quel bastardo aveva superato ogni limite.
- Leva quelle cazzo di mani, figlio di puttana! – urlò col dito che tremava accanto al grilleto, fremente di stringerlo e rimpiere il predone di piombo.
- No no no no, mio caro, non funziona così, abbassa quel ferro o le mie dita non saranno le uniche cose che faranno un giretto dentro di lei. Chiaro? – esordì stringendola davanti a sé come una sorta di scudo umano.
- Schifoso... – sibilò Jeff al limite della pazienza, ormai il buon senso poteva andare a farsi benedire.
- Smettila di fare l’eroe, sei solo un coglione – sghignazzò Zak leccando il collo della ragazza spingendole la pistola contro i seni per puro divertimento.
- Mi dispiace Dave...- sussurrò e prendendo la mira sparò: il proiettile colpì Dave all’altezza della spalla destra e trapassandola finì per colpire anche Zak che sconvolto da quel gesto allentò la presa sulla ragazza e indietreggiò incredulo.
Quello era il momento di agire.
 
Mentre la ragazza si accasciava a terra Jeff scattò in avanti e capovolgendo il fucile sferrò un colpo in pieno volto al predone col calcio dell’arma facendolo barcollare e sputare sangue.
Zak tentò di reagire con un gancio destro, ma era troppo tardi: un secondo colpo lo raggiunse nello stomaco, spezzandogli il fiato e facendolo stramazzare a terra.
- Sei un dannato pazzo – disse tra un colpo di tosse e un respiro forzato.
Jeff si avvicinò in silenzio e lo afferrò dal colletto:
- Puoi giurarci, capitano – sibilò prima di tirargli una testata e trascinarlo in giro per la stanza come un sacco di patate.
- Visto che ti piace divertirti ora ti faccio vedere cosa faccio a quelli come te. Che ne dici? – l’uomo non riusciva a capacitarsi della situazione , fino ad un attimo prima era lui il carnefice, il padrone, e ora si ritrovava dalla parte opposta.
 
Jeff lo scaraventò contro la parete, ma quando lo raggiunse per continuare il pestaggio il predone sfoderò un coltello da combattimento  e lo assalì all’improvviso, in un tentativo disperato di difesa.
Riuscì a ferirlo ad un braccio, ma Jeff non gli diede troppo peso e gli sferrò un calcio nel basso ventre facendolo stramazzare di nuovo a terra.
- Sai, è per la feccia come te che ho scelto questo lavoro – gli sussurò poco prima di afferrarlo dai capelli e trascinarlo vicino alla balconata che dava nella tromba delle scale. Afferrò una catena e gliela strinse intorno al collo, ma Zak reagì di nuovo, con uno sprizzo di energia tirato fuori da chissà dove e prima che Jeff potesse strangolarlo lo spinse contro il corrimano, tentando di farlo cadere di sotto.
La collutazione continuò per più di un minuto, nessuno dei due voleva cedere, soprattutto Zak nonostante fosse ridotto più che male, ma fu in quel momento che
Jeff esibì un mezzo sorriso:
- Ehi Zak, la vuoi sapere una cosa? – gli chiese mentre continuavano a strattonarsi con violenza per spedirsi reciprocamente all’altro mondo – Non sei l’unico ad avere un coltello – sibilò e sfilandolo dalla fondina glielò conficcò in un occhio: il predone urlò dal dolore, abbandonando la presa sul mercenario, e nel tentativo di allontanarsi inciampò nella stessa catena con cui era stato quasi strangolato e precipitò nel vuoto. Urla, imprecazioni, un tonfo sordo e poi solo il silenzio.
 
Jeff sospirò e senza degnare di uno sguardo ciò che restava del capitano ritornò nella stanza in cui Dave giaceva ancora senza sensi: le aveva sparato, sì, ma aveva fatto in modo tale da prenderla di striscio ad una spalla, senza causare troppi danni, l’importante era far spaventare quel figlio di puttana. Ma una ferita è sempre una ferita e la ragazza stava sanguinando.
Recuperò lo zaino, cercò in fretta e furia l’unico stimpak che avevano e con quanta grazia gli si poteva concendere glielo conficcò  nel braccio e rilasciò il contenuto. Dopodiché gli fasciò la ferita con del tessuro, le garze erano un lusso ormai.
 
La ragazza iniziò a riprendere i sensi e quando riaprì gli occhi sussultò alla vista di Jeff e tentò di afferrargli il collo con le mani ancora tremanti:
- Ehi, ragazza, sono io, Jeff, il mercenario! E’ tutto finito, stai tranquilla, è tutto finito- la rassicurò restando inginocchiato accanto a lei.
- Cos...cosa? -  balbettò lei ancora confusa.
- Quel figlio di puttana è morto, abbiamo vinto – rispose abbozzando un mezzo sorriso, rialzandosi e lasciandola lì a riprendersi. Meno restavano in quel posto meglio era.
Si diresse verso la porta che conduceva alla zona esterna della torre e da una delle tasche della divisa sfilò un fumogeno di segnalazione.
Lo accese e lo abbandonò lì a terra. Pochi secondi dopo il fumo blu iniziò a innalzarsi verso il cielo, il segnale per Wolfgang che la missione era riuscita e poteva raggiungere la torre.
Jeff rientrò, pronto a controllare il bottino ottenuto, ma mentre si dirigeva verso le casse abbandonate Dave lo chiamò alle sue spalle.
- Ehi –
Non appena si voltò se la ritrovò davanti.
- Wow, già in piedi? Allora sei dura a morire  - ironizzò lui.
Lei senza rispondere lo spinse contro il muro lì accanto e lo baciò sulle labbra di punto in bianco. Pochi secondi dopo si staccò, come se si fosse pentita del gesto.
- E questo?! – chiese Jeff leggermente stupito da quella reazione.
- Vedilo come ...ehm...un grazie, ecco. Per quello che hai fatto – rispose lei distogliendo lo sguardo. Jeff era sempre più perplesso.
- Avanti, non dobbiamo controllare che cosa abbiamo vinto? – chiese lei cercando di sviare il discorso, ma il mercenario la afferrò per un braccio e la avvicinò a sé, abbastanza da sentire il suo respiro sulla pelle. Dave deglutì e tentò di mantenere il contatto di sguardi:
- Tu non vai da nessuna parte finché non mi spieghi che cosa diavolo è successo prima, sono stato chiaro? – gli intimò sfoderando una serietà da vero soldato del fronte, ma dentro di sè le emozioni erano totalmente diverse.
Quella ragazzina aveva lo stesso sguardo di Lucy.


Dave Campbell

Torri del SatCom Array                                                                                                                4 Settembre 2275

 
La mano di Jeff continuava a stringerle il braccio, non troppo forte da farle male ma neanche leggermente così da poter sfuggire da quella situazione… imbarazzante?
Sentiva il cuore batterle all’impazzata nel petto, gli occhi di Jeff puntati addosso e il suo respiro farsi più affannoso, aspettava una risposta e glielo stava dicendo guardandola in quel modo, con quella serietà che solo un soldato poteva avere.

“N-non so… io…” Dave balbettava in modo sconclusionato cercando di trovare una via di fuga.
“No. Tu ora mi dai una spiegazione e non solo per ciò che è successo poco fa ma per tutto, cazzo! Perché non hai reagito prima? Che cazzo ti è preso? Eh? Porca puttana Dave mi hai fatto prendere un infarto!!”
Dave deglutì rumorosamente, poi si fissò sul suo sguardo: “N- non so cosa mi sia successo. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, ho avuto paura Jeff!” Il suo tono si fece più basso: “Avevo paura mi avrebbe uccisa, mi ha cresciuta, da quando ero piccola ho imparato a temerlo e basta, non si parla con uno così, non si discute, si rimane in silenzio e stop! Qualcosa dentro di me mi ha detto di non reagire e non l’ho fatto… Avevo rimosso il suo nome e il suo volto, non volevo più rivivere nessun ricordo e quando me lo sono trovata di fronte ho realizzato, come in un lampo, ed era già troppo tardi per reagire.”
Jeff la stava ascoltando, in silenzio, il tono di voce di Dave, sempre concitato si era fatto più dolce, fece un pesante sospiro e continuò: “Per quanto riguarda invece…prima… io…io non lo so, Jeff ho agito d’impulso, ho sentito che dovevo farlo…” Voleva solo scappare, non le erano mai piaciute queste situazioni, si sentiva in trappola e iniziò ad agitarsi: “I-io… mi dispiace davvero, ok? Non succederà più niente del genere” e con uno strattone si liberò dalla sua presa.
“Ora prendiamo ciò che ci serve e andiamocene, non voglio restare in questo luogo insieme al cadavere di questo… Animale.” Pronunciò quelle parole come se le stesse vomitando, la rabbia si stava facendo spazio dentro di lei, in che situazione si era cacciata?
Jeff le si avvicinò: “Dave, aspetta…” in quello stesso istante la porta si spalancò producendo un rumore secco e Wolfgang il Pazzo entrò trionfale nella stanza.
“Porca puttana ragazzi, li avete fatti secchi! Lo sapevo che potevo fidarmi di voi!” la sua voce acuta era quasi fastidiosa: “Allora ce lo dividiamo questo bottino? Forza! Come promesso le armi e il resto sono vostri, io voglio solo le mie cianfrusaglie! Eddai, cosa sono quei musi lunghi!” e scoppiò in una fragorosa risata.
Dave lo guardò per qualche secondo prima di abbozzare un sorriso, era a disagio, sentiva solo che voleva andarsene, prendere la sua roba e fuggire via, le immagini di Captain Zak addosso a lei, quello che aveva fatto a Jeff, provava una rabbia che a fatica soffocava.
Jeff invece sembrava sollevato di vedere Wolfgang : “Hai ragione, prendiamo tutto, ricordati che dobbiamo ancora farci un goccetto assieme” e mostrò un sorriso sereno.
Come faceva a essere già così felice?
Il bottino, se non altro, fu abbastanza ricco, trovarono delle munizioni, delle parti di armi con le quali poter riparare le loro e anche qualche stimpak.
Mentre raccoglievano il necessario Dave notò qualcosa tra gli scatoloni.
“Porca troia Jeff vieni qui! Guarda cosa ho trovato!!” e gli mostrò tutta fiera un fucile da cecchino : “Calibro 50, ragazzi, abbiamo fatto  il colpo!”.
Jeff le sorrise e le accarezzò la testa : “Almeno non dobbiamo ammazzare più i supermutanti andandogli in braccio” e ridacchiando si allontanò.
“Guarda te questo stronzo, ma chi ti credi di essere?” borbottò a bassa voce Dave.


“Voi due, venite qui! Dobbiamo festeggiare!” Wolfgang si era già seduto per terra e Jeff lo aveva raggiunto subito, il mercante tirò fuori dalla sua sacca una bottiglia di quello che doveva essere whisky e lo appoggiò per terra.
Dave si alzò lentamente e li raggiunse, si guardò intorno, il sole filtrava dai buchi nelle pareti illuminando piacevolmente la stanza la scena in generale aveva un che di surreale, una pace a cui non era abituata, unica nota stonata era il sangue di Captain Zak che imbrattava il pavimento.
“E’ proprio necessario restare qui? Cioè, dico, guardatevi attorno…” si lamentò sommessamente guardando Jeff che in tutta risposta le disse: “La zona qui è ripulita, siamo sicuri che per qualche tempo nessuno verrà a romperci le palle, invece all’esterno potremmo essere attaccati da qualsiasi cosa, tipo, che ne so… un deathclaw e tu non lo vuoi vero?”


Dave rabbrividì e imprecò dentro di se, si divertiva a spaventarla o cosa?

“Bevi un po’ e non pensarci” asserì Wolfgang passandole la bottiglia, Dave prese una lunga sorsata, il liquido le era sceso lungo la gola forse troppo velocemente, bruciava dannatamente, ebbe un brivido e passò la bottiglia a Jeff.
Gli altri due chiacchieravano tra di loro di armi e bestie della zona contaminata, non capiva come quella roba potesse interessarle, guardava il pavimento e all’occasione beveva.
Non era abituata a quella roba, era sempre stata più una tipa da Jet o Mentats, non da alcol e le girava un po’ la testa.
“Che c’è, hai perso la lingua?” Wolfgang aveva voglia di fare il simpatico evidentemente.
“I-io non so di cosa stavate parlando…” Arrossì e guardò Jeff cercando conforto, ma in tutta risposta si limitò a sorriderle.
“Sei così di poche parole, io e il mio amico qui ci stavamo preoccupando, sei una predatrice, potresti ammazzarci tutti.” Ridacchiò ancora con quella sua vocetta fastidiosa.
“Sì, potrei.” Fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Il silenzio calò nuovamente.


Dave poteva sentire i suoi pensieri, non vedeva l’ora che quell’uomo  se ne andasse, non le aveva fatto niente di male ma le faceva venir voglia di spaccargli la faccia con quel suo fare esuberante.
Oh se solo non fosse stata in compagnia di Jeff gli sarebbe saltata al collo e lo avrebbe sbudellato lì, seduta stante, il solo immaginare di poter fare così male ad un uomo ogni volta la mandava in estasi, l’idea che con le sue stesse mani potesse aprirlo in due e vedere il suo sangue lavare il pavimento, le sarebbe piaciuto eccome e poi avrebbe potuto rubare ogni cosa lui avesse con sé e tornare dai suoi compagni, sarebbe stato perfetto…

“D-Dave? Dave ci sei?” la mano di Jeff le stava scuotendo la spalla, alzò lo sguardo come se si fosse appena svegliata da un coma profondo, scosse la testa e biascicò: “S-sì… Dimmi.”
“Wolfgang se ne sta andando, ora continua per la sua strada e anche noi, tempo di sistemare l’armamentario e ce ne andiamo”
Wolfgang si stava dirigendo verso la porta delle scale, anche piuttosto ubriaco, si voltò e salutò con un mezzo sorriso.
Jeff alzò la mano e Dave lo salutò con un solo cenno del capo.
Erano di nuovo soli.
“Dove intendiamo andare ora, Jeff? Quale è il nostro piano?” chiese Dave.
“Non lo so, ma dobbiamo  camminare il più possibile lontano da questa zona, non è una buona idea sostarci a lungo.”
Si caricarono le sacche in spalla e imbracciarono le loro armi, Jeff aprì la porta che conduceva alle scale e quindi all’uscita poi si voltò verso di lei : “Andiamo.”


Fece per scendere il primo gradino quando : “Aspetta Jeff…” Dave gli afferrò la mano e lo guardò negli occhi: “Grazie”.

 
   
 
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